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Vuoi vendere il tuo oro? Noi lo trasformiamo in contanti M E N S I L E D I I N F O R M A Z I O N E , C U L T U R A , A N N U N C I COMPRO ORO w w w. e c o m a r c h e n e w s . c o m ARGENTERIA - PREZIOSI valutazione superiore ai prezzi di mercato pagamenti in contanti N° 02 - Febbraio 2011 - ANNO 9 La Bottega delle Marche DISTRIBUZIONE GRATUITA LE DONNE IN PIAZZA GARANZIA E MASSIMA RISERVATEZZA SENIGALLIA - Piazza Garibaldi, 2 (Palazzo Becci) Tel. 071 7928935 ANCONA - Corso Amendola, 1/B Tel. 071 201669 Agenzia principale di Senigallia Agente: Carmelo Candido Via Capanna, 84 Senigallia ( An ) Tel / Fax. 071 64349 Sala slot con buffet e ristorante Infoline : 071 698647 Né RUBY Né MILAGRO, SOLTANTO QUOTE ROSA Io perché certe volte mica ci capisco. Domenica pome- riggio c’erano in piazza Roma le donne del PD – che pure qualcuna la conosco, la saluto, che c’entra – raccolte sotto un manifesto non stampato da loro, non a Senigallia, ma di quelli ufficiali, che stampano per tutta Italia. Chiedevano le dimissioni del capo del governo. Di lui il manifesto diceva: “un uomo ingovernabile che non rispetta le donne non può governare l’Italia”. Non nego che mi sia salito addosso un senso di fastidio e di disorientamento. Non riuscivo a capire il perché di questa sensazione. Non capivo nemmeno le parole; tanto è vero che ho chiesto un consulto a un illustre giurista che di solito mi offre il caffè. “Perché ingovernabile?” “E’ una delle tante cavolate che si dicono oggi. Il capo del governo non deve essere governabile: deve lui governare. Se lo chiami ingovernabile gli fai un complimento: vorrebbe dire che non si fa condizionare da nessuno e che esercita a pieno il mandato che gli hanno conferito gli elettori. Ma non credo che le donne volessero dire questo”. Certo che no. Del resto l’accusa più frequente che viene rivolta a Berlusconi - da parte della Marcegaglia, per esempio - è quella di non governare: se uno è chiamato Via Marchetti, 3 ( vicino la stazione dei Carabinieri ) Senigallia Tel. 071 9011135 Cell. 334 8907184 www.labottegadellemarche.it a governare e poi pensa solo agli affari suoi, allora sì che deve andare via. Mi pare proprio che sia questo il caso. C’è niente di più bello che sentirsi confermate nelle proprie opinioni da uno che se ne intende? Il sostegno del giurista del caffè mi fa diventare come una delle Charlie’s Angels. Non solo il cavaliere non è ingovernabile: purtroppo è governabilissimo: dai suoi stessi interessi personali, innanzitutto, una rete di interessi che non c’entrano con quelli dell’Italia, e da Putin per quelli della Russia; dalla mafia attraverso Dell’Utri e lo stalliere di Arcore; dalla Chiesa che gli dà o gli nega l’appoggio in ragione dei propri interessi politici e immobiliari; e infine da alcune giovani donne che possono ricattarlo con le loro dichiarazioni come sta facendo Ruby o con le registrazioni come ha fatto la D’Addario”. Cos’è poi questa storia che il Berlusca non rispetta le donne? Non ditelo a Milagro, l’amica peruviana che era con me nel pomeriggio della manifestazione e che ci ride pure. “Pensa tu. Un uomo di settantacinque anni che ti offre champagne dal perlage a edizione stralimitata e poi ti ricompensa con svariate migliaia di euro sarebbe uno che non rispetta le donne? Siamo più rispettate noi che laviamo pavimenti e puliamo sederi in cambio di 8,50 euro all’ora quando ci va bene?” Menù fisso di pesce a 25 euro! bevande e caffè inclusi Ritaglia il coupon dal 1891 con la stessa gestione festeggia i 120 anni di attività SPECIALITA’ PESCE S.S. Adriatica Nord, 94 Cesano Senigallia (An) Tel. 071 660064 Chiuso il lunedì e i festivi sera DANILO PARRUCCHIERI Nuovi lavaggi con massaggio CONTINUA a pag.2 la monella la bambola DISCO DINNER DISCO - LAP LA MONELLA SEXY DISCO DINNER S.S. Adriatica Nord 51/4 , Senigallia (AN) chiuso la Domenica LA BAMBOLA NIGHT DISCO LAP TUTTE LE DOMENICHE ORE 18 Via dei Salici 17/21, Marina di Montemarciano (AN) LE DONNE IN PIAZZ A S O M M A R I O F R E E P R E S S D I I N F O R M A Z I O N E C U L T U R A A N N U N C I Anno 9_numero 02_Febbraio 2011 Direttore responsabile Letizia Stortini Redazione cell. 333.20.91.555 - 335.67.97.693 [email protected] www.ecomarchenews.com Editore InfoMarche s.a.s. [email protected] Hanno collaborato a questo numero: Collaborazione grafica Elisabetta Galli Fotografo Giovanni D’Eboli TRADIZIONI Scrivere in dialetto. Sarebbe necessario raggiungere un accordo per l’adozione di un codice unico. pag.4 ECONOMIA I Green jobs battono la crisi. I lavori verdi sono un’opportunità di occupazione. E’ necessario sviluppare le eco-industrie. pag. 5 L’INCONTRO Intervista a Luca Coppari, Presidente C.A.I.Sezione di Senigallia. “Il cittadino a digiuno della materia montagna può apprendere moltissimo dalle persone come noi...” pag.6 SENIGALLIA Da Annozero di Santoro alla Cattedrale della città. La Chiesa insorge su di una vignetta di Vauro : “Non è satira!” pag.7 CULTURA Storia della principessa Alessandrina Bonaparte, definita anche come “la solitaria di Senigallia” pag.10 RUBRICHE: FRESCHI DI STAMPA LE EMOZIONI in psicologia MEDICINA e SALUTE 100% VEGETARIANI TUTTO CAPELLI L’ANGOLO LEGALE Redazione Sofia Provvedi Anna Foschi Leonardo Badioli Andrea Storoni Maria Antonia Martines Duilio Marchetti E poi ancora... SPETTACOLI SPORT Flavio e Gabriela Solazzi LA BACHECA con gli annunci economici Antonello Pace L’ECO IMMOBILIARE con gli annunci delle Agenzie immobiliari più esclusive Andrea Cesanelli Dean Hajredini Vincenzo Prediletto Anna Faretta Stefano Canti Pietro Motisi Vanessa Braca Elena Discepoli Filomena Manno Petronela Nita Maria Pia Augusti Pubblicità Per la vostra pubblicità su questa testata: 338.87.99.234 - 328.22.15.574 Iscrizione al registro del Tribunale di Ancona al numero 22 del 3 novembre 2003 Stampa Rotopress International s.r.l. via Brecce_60025 Loreto_AN tel. 071.75.00.739_fax 071.75.00.570 www.rotoin.it Tutto ciò che la nostra testata sta realizzando e realizzerà è e sarà sempre grazie alla forza del ricordo del suo cofondatore, Patrizio Casagrande IN RICORDO DI GIOVANNA “E’ l’amore, non la ragione, che è più forte della morte.” Thomas Mann A Chicco, un abbraccio forte da tutti noi 2 Segue dalla prima pagina Prospettiva inattesa all’illustre giurista quando gliela racconto. Ne trova conferma sul giornale, dove legge di donne importanti che trovano nel caso di Ruby “un’immagine degradata delle donne che non è quella che ci corrisponde”, e che occorre ribaltare “questo teatrino”. Com’è che se ne accorgono tanto in ritardo? Il giurista garantisce che non è un teatrino: è un costume diffuso come cortesia nel mondo degli affari. Con buona pace dell’antidroga e della signora Merlin, molti sono quelli cui affidiamo le speranze di una ripresa economica. Milagro non legge i giornali, ma passa ogni giorno in rassegna le vetrine dei negozi. Ammira un certo paio di occhialoni che ha visto addosso a Ruby e che a lei costerebbero due mesi di pavimenti e sederi. Li guarda, li riguarda, quasi allunga la mano e poi li compra taroccati da un marocchino per due ore di lavoro. Vorrebbe una borsa di Vuitton e si conforta che la sua quasi non si distingue dall’originale. Colpisce nel suo modo di pensare questo mettersi comunque sulla stessa scala in cui si trova Ruby, anche se sul gradino più basso; la totale indifferenza per il fatto che i rispettivi redditi provengano dal lavoro domestico o dall’arte della seduzione; e con questo l’assenza assoluta di una presa di distanza sul piano morale rispetto alle ragazze che hanno nel cellulare il numero del capo del governo. Adesso però comincio a capire il perché del fastidio che provavo alla vista della manifestazione. Queste donne che protestano in nome del rispetto che si deve a tutte, riescono nei fatti a rappresentarle meno qualcuna. Non rappresentano le donne pagate dal caimano perché negano loro ogni soggettività e non rappresentano Milagro perché non condividono la sua realtà. In quanto alle donne del caimano, io dico che dove c’è un uomo che paga le donne, ci sono donne che vendono quello che hanno: alcune il proprio voto in parlamento; altre simulazioni d’amore. Se lui è il corruttore, loro sono le corrotte, non noi le offese. Ognuna ha un nome, un cognome e la responsabilità di quello che fa. Sedicenni comprese. E’ questo che le monachelle (vere o false che siano) del PD non arrivano a capire. Proponendoci sempre come fossimo povere vittime prive di volontà, finiscono per confinarci in una condizione di minorità permanente e quasi fisiologica, nel bene e nel male. Non tutte le donne sono come Susanna al bagno: ci sono donne che accettano di farsi guardare dai vecchioni in cambio di denaro e donne che rifiutano di farlo. L’aspetto morale riguarda solo loro; quello civile invece deve scontare il fatto che alcune compravendite sono un pelino illegali, tanto più se qualcuna delle ragazze è minorenne; tanto più se per caso gira qualche polverina. Chi paga - il vecchione incontrollabile, nel caso - non offende la loro volontà di donne: offende le leggi. Se consente vantaggi politici alle sue protette fino a spingerle addirittura in parlamento, è a tutti cittadini che fa torto, non solo alla parte femminile del corpo sociale. In quanto a Milagro, mi piace perché, nonostante sia religiosissima, è mentalmente laica e, come donna, a me molto più vicina. Non ha l’aspetto ispirato delle quote rosa quando sono in piazza, e le sue quattro parole non somigliano a quelle dei vescovi quanto le loro. Non monta steccati morali, perché considera la condizione femminile con implicita fraternità di genere. Non agita nessun pathos per mangiare la crescia, e non ruota attorno alle garanzie che derivano dall’adesione a un partito o a un altro: nemmeno ci aspira. Lei vive la sua condizione di donna emigrata che svolge lavori faticosi e malpagati, e magari ne parla con le amiche: loro invece ne parlano nei convegni e in qualche caso traggono vantaggio da questo parlare. Non so cosa pensa Milagro che dovrebbe fare il capo del governo italiano. Le dico cosa penso io: andare via. Non però in quanto vecchio maiale: in quanto incapace di governare e nello stesso tempo non disposto a rispettare le leggi. Ché se fosse per quell’altro fatto là - suggerisco per chiedere il discorso - anche Ghandi diventato anziano amava giacersi vicino a qualche giovane donna. Però Ghandi era Ghandi “Eh già”, mi risponde Milagro emanando un pensiero sospiroso. “Come da noi la hoja è soltanto una foglia”. Anna Foschi IL COMMENTO: CORRUZIONE ED ONESTA’ La corruzione si affronta con pene certe e rapide. Il fatto che corruttori e corrotti siano sulla stessa barca impedisce di silurarla e affondarla. Corrotti e corruttori ci sono sempre stati ma mai tanti come oggi. Ogni giorno uno scandalo: appalti qua, mazzette là, il tutto condito con escort, vere e proprie mignotte a pagamento, anche profumato. E tutto questo impunito per la maggior parte di loro. Il guaio è questo virus sia penetrato tra i politici che svolgono attività dirigenziali e amministrative. Alla maggior parte dei nostri politici non basta quello che hanno, vogliono anche quello che hanno gli altri. Qui non basta la ramazza ci vuole il lanciafiamme, che non faccia vittime, ma metta in fuga, e per sempre, gli approfittatori di questa sedicente democrazia, degradata a regime, con tutti i rischi che una simile situazione comporti. Parte dei nostri politici sono fra i peggiori del continente, ma i più pagati. Ciò non potrebbe essere diverso, visto come sta andando questa povera Italia. Quanti italiani vivono con queste preoccupazioni? Le promesse sono molte e noi non ne vogliamo altre. Vogliamo che quelle fatte siano onorate. Siamo alluvionati dalle chiacchiere, dai buffoni che ci permettono la luna nel pozzo, sapendo che il pozzo non esiste. Chi fa il proprio dovere è considerato un fesso da chi crede di essere furbo, a sua volta fatto fesso da un furbo che subirà la stessa sorte. Chi ruba non vuole essere disturbato, chi specula si tiene al riparo da sguardi indiscreti. Tutti vogliono farla franca, così il debito pubblico ci opprime, se non stiamo attenti, faremo la fine dell’Argentina di alcuni anni or sono o della Grecia di oggi ormai sull’orlo della bancarotta. Certo vedere l’Italia scendere sempre più in basso con ruberie, scandali, arroganza, ci si sente mortificati per chi crede in una nazione diversa. Da nord a Sud è tutta una mangiatoia, dove ognuno affonda le proprie fauci e le proprie mani. Certo non dobbiamo confondere l’Italia con parte degli Italiani. Il nostro è un Paese meraviglioso, non solo perché possiede un immenso patrimonio artistico e archeologico. L’Italia è meravigliosa per le sue campagne, le sue montagne, i suoi mari, le sue pianure, le sue città, non ancora deturpate dagli stupri di certi piani regolatori. Bisogna essere se stessi ed assolvere bene e fino in fondo il proprio compito, a dire sempre la verità e mantenere la parola. Bisogna predicare sempre l’onestà. Solo così l’uomo è uomo e la vita è degna di essere vissuta. Duilio Marchetti SENIGALLIA CONTRO LA CORRRUZIONE Il Comune di Senigallia ha aderito all’appello promosso dalle associazioni “Avviso Pubblico” e “Libera”, finalizzato a rinnovare l’attenzione sul fenomeno della corruzione che minaccia la credibilità e il prestigio delle istituzioni, corrode il senso civico, distorce gravemente l’economia e sottrae risorse notevoli alle comunità in un momento di particolare difficoltà per la finanza pubblica. L’adesione è stata approvata nell’ultimo Consiglio comunale del 26 gennaio 2011. Il Consiglio comunale di Senigallia ha impegnato il Sindaco Maurizio Mangialardi e la Giunta a stanziare una somma di 50 o 100 euro a sostegno della campagna di comunicazione realizzata per diffondere l’appello e ad attivare iniziative e momenti di sensibilizzazione al fine di sostenere la raccolta di sottoscrizioni. Proprio questo ordine del giorno, oltretutto a pochi giorni di distanza in cui anche il procuratore di Palermo Francesco Messineo si è pronunciato sulla corruzione dicendo che “merita attenzione come la mafia”, è stata l’occasione di prendere consapevolezza di un cancro a cui il nostro territorio non può sentirsi immune. Un sondaggio di Eurobarometro del 2009 mostra che il 17 per cento dei cittadini italiani nel corso del 2008 si sono visti chiedere o offrire una tangente, contro una media europea del 9 per cento. Anche il peso della corruzione sui bilanci pubblici, stimato dal Procuratore Generale della F e b b r a i o Corte dei Conti nel febbraio 2010 intorno ai 50-60 miliardi di euro l’anno appare sempre più insostenibile a fronte delle difficoltà della finanza pubblica, cui occorre aggiungere la rendita incamerata dai corruttori che con le loro imprese si aggiudicano appalti grazie all’assenza di competizione e di controlli (stimato da Trasparency International in circa il 40-50 per cento in media del valore di opere, servizi e forniture pubbliche) e il costo sociale che discende dai “segnali” distorti che indirizzano le scelte nel mercato e nella società. Laddove la corruzione è prassi abituale intacca alla radice il vincolo di fiducia che lega i cittadini alle istituzioni rappresentative, producendo un costo politico. La corruzione non scava soltanto voragini nei bilanci pubblici, ma genera un pericoloso deficit di democrazia. In termini pratici perché va a falsare la competizione elettorale che della democrazia è il meccanismo procedurale per eccellenza, assicurando risorse addizionali e un vantaggio concorrenziale ai corruttori e corrotti, ma anche la violazione di valori democratici fondamentali quali i principi di trasparenza e uguaglianza. Si è riconosciuto da parte del Consiglio comunale che è quanto mai urgente che il Governo e il Parlamento realizzino un sistema di norme chiare, con strumenti e sanzioni efficaci in grado di contrastare al meglio il dif- fondersi della corruzione quali la confisca e l’uso sociale dei beni sottratti ai corrotti (che ha esteso la confisca di valori ingiustificati ai reati contro la pubblica amministrazione), l’istituzione di un’autorità anticorruzione autonoma e indipendente dall’esecutivo, dotata di reali poteri ispettivi e di controllo, e, altresì, il recepimento della direttiva europea che prevede l’estensione del reato di corruzione anche ai rapporti tra privati, indispensabile in un contesto di privatizzazione della gestione di servizi pubblici attraverso la costituzione di società di diritto privato controllate o partecipate da istituzioni pubbliche. Questo dibattito avvenuto nel luogo della democrazia per eccellenza, come l’aula del Consiglio comunale, per alcuni è stata un’invasione di competenze essendo a loro avviso una questione di carattere nazionale più che legata alla città, ma, a ben vedere, è stato utile ricordare che la legalità deve essere un valore comune e non attribuibile ai valori di destra o sinistra, e che certo la corruzione può materializzarsi anche nelle terre ritenute di latte e miele come è emerso da inchieste giudiziarie nel nostro territorio. 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m Stefano Canti Lavoro, ducia, rilancio dell’economia Nonostante questo contesto difcilissimo, il prolo generale della Regione Marche: debito regionale contratto 2006 2007 2009 2010 660 714 767 830 2008 2011 Prima Dopo (2011) 281,4 247,4 LA DISOCCUPAZIONE Confronto trimestrale del tasso di disoccupazione Valori % 173,7 7,3 127,3 115,4 103,4 95,9 94,2 88,0 51 7,6 6,6 Lazio Piemonte Liguria Lombardia ITALIA Molise Campania Emilia Romagna 5,6 Veneto 57,7 Abruzzo 14,3 Umbria 42,6 11,4 Toscana Calabria 8,5 Basilicata Trasferimenti Statali annuali alla Regione Marche prima e dopo la manovra nazionale Legge 122/2010: -170 milioni (Valori in milioni di euro) Regioni a Statuto Ordinario Variazione tributi pro-capite Valori assoluti Confronto 2005-2009 -9,6 221 (Valori in milioni di euro) 893 943 1.071 1.007 2005 LA RIDUZIONE DEI TRASFERIMENTI STATALI: -80% PRIMATO MARCHE PER RIDUZIONE FISCALE PRO-CAPITE -42,9 “Di fronte alla concertazione sociale ed alla collaborazione istituzionale - dichiara l’Assessore al Bilancio Pietro Marcolini - che anche quest’anno si realizza nella regione, si osserva, nella manovra nanziaria del Governo, una chiara volontà di annullare di fatto la capacità gestionale delle risorse, la possibilità di realizzare interventi e assicurare alla comunità i servizi da sempre garantiti. È lecito chiedersi, allora, se la scelta che il Governo ha fatto non sia la negazione del federalismo, tuttora obiettivo principale del suo programma tanto da dedicarvi due Ministeri delineando, nella stretta inevitabile, uno scopo preciso: scaricare le proprie responsabilità, esautorare le scelte decisionali delle Regioni, disunire i territori e minare la coesione tra Regione, Enti locali e cittadini.” RIDOTTO IL DEBITO: -38% 2004 sa, risparmi amministrativi (taglio di enti, cda, auto blu, strutture, retribuzioni, numero dirigenti, ecc.) con recupero pluriennale di 26 milioni di euro impegnati per attenuare gli effetti della riduzione dei trasferimenti dello Stato. 25.000 lavoratori interessati e 500 milioni di nanziamenti per resistenza e sviluppo Risorse regionali: con il Bilancio 2011 la Regione mette a disposizione della comunità marchigiana un ammontare di risorse proprie Puglia “Le Marche - dichiara il Presidente della Regione Gian Mario Spacca - resistono, soprattutto sul fronte del lavoro, nonostante la pesantissima crisi internazionale. L’anno prossimo sarà ancora più difcile. La Regione ha operato notevoli risparmi di spesa per compensare gli effetti della riduzione di circa -80% dei trasferimenti dello Stato,che comunque restano pesanti. Investiamo su quattro aree prioritarie: coesione sociale, lavoro e occupazione, rilancio dell’economia, nuova imprenditorialità nel turismo e nella cultura. L’impegno del 2011 è di rafforzare la cattura progettuale delle risorse libere nel bilancio dello Stato, dell’UE e degli altri enti internazionali. Su questa nalità saranno valutati i dirigenti regionali e sarà potenziata l’integrazione tra istituzioni, per evitare sovrapposizioni. Importante sarà anche la collaborazione tra pubblico e privato.” manovra nanziaria regionale 2011 testimonia la qualità e l’efcacia della strategia regionale. MARCHE Il 2011 sarà l’anno “orribile” della nanza pubblica anche nelle Marche: alla Regione mancheranno circa -170 milioni di euro di trasferimenti statali per i tagli che il Governo nazionale ha deciso con la legge n.122/2010. Bilancio Regionale 2011 Bilancio a base zero: realizzati riqualificazioni di interventi, ristrutturazione di capitoli di spe- III trimestre 2010 ITALIA Fonte: Rielaborazione dati della Corte dei Conti (Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni esercizi 2008-2009) e Adnkronos di circa 650 milioni di euro, in incremento rispetto all’anno precedente. III trimestre 2009 MARCHE Marche 2020: il futuro della comunità marchigiana Fonte: Istat, rapporto del 21 dicembre 2010 Manovre anti-crisi: programmati consistenti investimenti per la protezione del lavoro e lo sviluppo delle piccole imprese con la conferma, nonostante i tagli nazionali, del pacchetto di interventi anticrisi. Alcuni dati esemplicativi a rendiconto delle misure regionali dell’anno scorso: 15.000 lavoratori coinvolti nei contributi e contratti di solidarietà e negli altri interventi a difesa del lavoro e della coesione sociale; 35.000 lavoratori protetti attraverso il fondo ammortizzatori sociali in deroga per le piccole imprese; 8.000 PMI coinvolte e 350 milioni di nanziamenti garantiti attraverso il fondo regionale per l’accesso al credito; completo utilizzo del fondo per l’azzeramento dell’Irap regionale legato al sostegno dell’occupazione; accordi di programma territoriali e settoriali; semplicazione e rapidità di pagamento della P.A.. Pressione scale: nelle Marche è inferiore alla media italiana; dal 2004 le addizionali regionali Irpef e Irap sono state ridotte di -46%, da 169 a 92 milioni di euro; oltre i 2/3 dei cittadini marchigiani sono esentati dall’addizionale Irpef; tra il 2005 e il 2009 in Italia il valore medio dei tributi procapite delle Regioni a Statuto Ordinario è aumentato di +115 euro per cittadino, mentre le Marche registrano la migliore performance scale con una diminuzione di -42 euro per cittadino (dati elaborati da Relazioni Corte dei Conti e Adnkronos). Debito contratto: è sceso dai 1070 milioni di euro del 2004 ai 660 previsti nel 2011 (-38%), con un trend in continua discesa, in controtendenza rispetto alle altre Regioni. Conti sanitari: sono in equilibrio, con la spesa sanitaria che da tre anni non registra disavanzi secondo i report del tavolo nazionale di monitoraggio; le Marche sono per questo nel gruppo ristretto di Regioni virtuose e modello in Italia per l’applicazione del federalismo e dei costi standard. Marche al 1° posto per “buona sanità”, secondo gli ultimi dati di confronto tra le Regioni elaborati dalla Commissione parlamentare. Anche il CERM certica con molteplici indicatori di prestazione la qualità elevata del sistema sanitario marchigiano. Evasione scale: recupero programmato di 22 milioni di euro, che si aggiungono ai 110 milioni già recuperati nell’ultimo quadriennio. Cattura di risorse, Casa intelligente, Marche 2020 La Regione è impegnata nella progettualità diretta per la CATTURA DI RISORSE libere nel bilanci statali, europei e internazionali. Tale azione è sempre più strategica considerando il costante venire meno dei trasferimenti automatici di Stato e Unione Europea. Esempi recenti di progettualità virtuose realizzate della Regione Marche: l’accordo di programma per gli interventi a difesa del territorio e a favore di montagna, coste e strade; il meccanismo di finanziamento BEI per le PMI; il progetto Jade nel VII programma quadro di ricerca e innovazione dell’UE. Il Bilancio 2011 definisce il progetto di CASA INTELLIGENTE PER LA LONGEVITÀ ATTIVA: risponde alle esigenze di “security, safety&usability” degli anziani e si lega al progetto di rete nazionale per la longevità attiva vede la Regione Marche quale capofila. La finalità è di arrivare entro il 2015 alla casa intelligente per gli anziani, con ricadute di lavoro, ricerca e investimenti per le PMI in tutti i settori economici con una modalità innovativa (progetto apollo) Nel Bilancio 2011 viene anche definita la priorità MARCHE 2020: il progetto F e b b r a i o mira alla collaborazione tra istituzioni, fondazioni, centri di ricerca e formazione, università, per realizzare una visione al 2020 della società e dell’economia regionale; l’obiettivo è offrire alla programmazione a breve medie termine dei policy-makers un orizzonte strategico delle prospettive delle Marche. Nel 2011 la manovra di resistenza anti-crisi interesserà oltre 25.000 lavoratori e attiverà 500 milioni di finanziamenti per la protezione del lavoro, il rilancio dell’economia, la difesa delle fasce deboli della comunità. Il Bilancio Regionale 2011 ha ricevuto il parere favorevole sia del Consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro (CREL) che dal Consiglio delle Autonomie Locali (CAL). Alcuni interventi operativi delle quattro priorità regionali 2011: COESIONE SOCIALE Conferma degli stanziamenti regionali 2010 e fondo aggiuntivo a favore degli Enti locali per compensare i tagli nazionali sui servizi essenziali ai cittadini delle politiche sociali. Incremento del fondo per la non autosufficienza. 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m LAVORO Contratti e contributi di solidarietà; incentivi per assunzioni di giovani laureati e stabilizzazione contratti precari; agevolazioni sanitarie (esenzioni ticket e farmaci) e sostegno agli studi dei figli di famiglie in difficoltà lavorative; progetti per i precari della scuola; reti territoriali per l’occupazione; blocco canoni Erap; Fondo Sociale Europeo per ammortizzatori sociali in deroga per lavoratori di piccole imprese; progetto Appennino; prestito d’onore per nuove imprese; welfare to work. SVILUPPO Fondo regionale di garanzia per agevolare l’accesso al credito delle PMI; progetto domotica orientato alla longevità attiva; investimenti per ricerca e innovazione; fondo di sviluppo della green economy per lavori delle PMI di efficientamento energetico di scuole e ospedali; finanziamenti BEI agevolati per le PMI. CULTURA E TURISMO Iniziative culturali per nuova occupazione; recupero beni immobili per finalità culturali e turistiche; ammodernamento strutture ricettive; promozione territoriale. 3 tradizioni MA NO’ C’ BASTA D’ SAPÉ E LEGG’ E SCRIV’ S c r i ve r e n e l la lingua lo cal e Una volta, su un muro rivolto verso l’ingresso della scuola Puccini, comparve una scritta con la bomboletta dal testo insolito quanto mirato:“Ma no’ c’ basta d’ sapé e legg’ e scriv’”. Il dirigente scolastico, Alessandro Celidoni, delicato poeta e finissimo linguista, intrattenne gli insegnanti per una seduta intera a ragionare sugli scopi dell’educazione primaria e sul modo migliore per raggiungerli. Sembrava soddisfatto di poter ricondurre a scuola uno scritto francamente dialettale il cui contenuto in fondo la sfidava. Non che mancassero le occasioni per avere in mano uno scritto dialettale spontaneo: ormai è uso frequente che si scrivano messaggi compiaciuti di una lingua di uso quotidiano - per il matrimonio di qualcuno, per esempio, da parte degli amici. Per chi vi porga attenzione, sono anche attestazioni di un lodevole impegno nel ridurre una lingua che per secoli è stata soltanto parlata a un codice fonetico riconoscibile. A prescindere dai risultati. Il compito, poi, sembra facilitato dallo stato di disfacimento in cui versa la parlata attuale: alcuni caratteri prettamente fonetici vanno perdendosi, e questo esenta chi cerca di fissarli da molte complicazioni. Man mano che il dialetto si va dissolvendo, aumentano però i tentativi di tenerlo invita. Il desiderio di conservazione induce i cultori della lingua locale a due atteggiamenti contrapposti: quello di accettarne l’evoluzione purché qualcosa si salvi, e quello di un arroccamento puristico alla difesa di una lingua quotidiana supposta quale “vero” dialetto. Chi scrive in senigalliese è spesso combattuto tra i due atteggiamenti. Mi diceva la Nanda che oggi non scriverebbe più “Finalment’ hann capit’”, ma qualcosa come “Dai e dai i c’è bucat’ nt’ la zocca”, o giù di lì: pentita di avere troppo assecondato la deriva della lingua madre. Anche la fonetica ne risente, in un modo o nell’altro. C’è chi, nella convinzione di rappresentare suoni e mezzi suoni, carica la rappresentazione grafica di segni diacritici; e chi invece la vuole spoglia di tutto, affidando alla conoscenza del lettore la corretta lettura della parola. Qualcuno vorrebbe che si segnalassero suoni lunghi e brevi; altri (come me) che vorrebbero introdurre come irrinunciabile quella n velare che costa tanti sforzi agli anconetani quando tentano di L’ LOGG’ imitarci dicendo (malissimo) ‘l pang e ‘l ving. Quand’è la fine poi ognuno se la cava come può e fa come gli pare. Risultato è che hanno faticato non poco i redattori dell’antologia I poeti dialettali di Senigallia per ridurre a uno i sistemi di scrittura di ciascuno; tanto che per farlo hanno dovuto sobbarcarsi alcuni compiti lasciati irrisolti Come scrivere sécch sécch per esempio? O parole impossibili come chiàpp’m’c’: Andrà bene * così? Si capisce quando uno lo legge? Un criterio diverso hanno adottato gli autori di un altro libretto di poesie dialettali edito dall’ACLI di San Silvestro, anch’esso in libreria, che si intitola Dam’c n’arcolta: hanno lasciato a ciascuno il proprio modo. Sta di fatto che leggere uno scritto in dialetto non è mai così immediato. Bisogna impararlo, e farci l’abitudine per evocarlo alla voce e alla mente in modo efficace e fluente. Anche per questo sarebbe necessario - e non per qualche propensione cruscaiola che sarebbe impropria – che si raggiungesse l’accordo per l’adozione di un codice unico di scrittura del nostro dialetto. Semplificherebbe la vita di chi legge e scioglierebbe vari dubbi di chi scrive. Ho m.ntuat’ l’ logg’, embè malì una volta nun * c’ern’, fors’ p.rché nun* bisugnav.n’, dop’ invec’ si p.r via d.la fiera che, ogni ann’, ohé, s’ la v.dev.n’ a cresc’ a lì p.r lì sotta le man*. E alora hann ditt’ che nun c’era più bon* gnent’ e che machì c’ vuleva un* bel lugiat’. E alora, alé, senza purtalla tant’ al quarantott’, hann’ mandat’ in Istria barch su barch a pià la pietra e po’, in quattr’ e quattr’ott, s’èenn’ messi tant’ d’ lena che, fioj mia, còm’ fuss.n’ fonghi ènn’ spuntati j arch’!... Déi ‘n poò n’ ucchiata che galantaria! Lo vogliamo fare? Io vedo un incontro amichevole e piuttosto allegro in cui tra una cosa e l’altra ci si mette d’accordo. Vogliamo provarci? L’Eco sarebbe entusiasta di rendersi utile. Leonardo Badioli Nicola Leoni * n velare I poeti dialettali di Senigallia Presentazione dell’Antologia La Bottega delle Marche PORCHETTA ARTIGIANALE DI MORONI PASTA ARTIGIANALE DELLE MARCHE SFIZIOSI PANINI PREPARATI AL MOMENTO PRODOTTI ALIMENTARI E ARTIGIANALI LOCALI PANE AL FARRO-KAMUT-GRANO A LIEVITAZIONE NATURALE COTTO NEL FORNO A LEGNA PECORINI DELLE COLLINE MARCHIGIANE MIELE E SALUMI DEI MONTI SIBILLINI PRODOTTI: A KM ZERO - DI FILIERA - BIOLOGICI REGIONALI Via Marchetti, 3 ( vicino la stazione dei Carabinieri ) Senigallia Tel. 071 9011135 Cell. 334 8907184 www.labottegadellemarche.it 4 L’Associazione Culturale “La Fenice” di Senigallia, continuando, pur tra mille difficoltà, nelle sue molteplici iniziative, ha curato la pubblicazione dell’antologia “I Poeti dialettali di Senigallia”, facendo seguito alla pubblicazione del testo teatrale “Milia, Milia co hai fatt’?” e confermando così particolare attenzione alla valorizzazione e salvaguardia del dialetto senigalliese. La benemerita Associazione “La Fenice” è certamente nota a livello non solo cittadino, ma nazionale o addirittura internazionale per alcune sue iniziative culturali e organizzative di grande rilievo che l’hanno contraddistinta negli anni passati, a partire dal 1967, tra cui l’organizzazione della stagione teatrale del Comune, il Concorso Pianistico Internazionale “Città di Senigallia”, il premio annuale di poesia “Spiaggia di Velluto”, iniziativa, quest’ultima, purtroppo sospesa nell’anno appena trascorso non certo per volontà degli organizzatori. L’attuale pubblicazione, curata da Domenico Pergolesi, vuole essere una antologia dei più noti poeti dialettali, a partire dal compianto Nicola Leoni, che può essere considerato il capostipite dei poeti dialettali contemporanei di Senigallia. Dopo una breve presentazione del curatore, l’antologia è introdotta da un interessante saggio linguistico della prof.ssa Anna Maria Mancini, che illustra, a livello filologico, i tratti più significativi del dialetto senigalliese e da un breve excursus storico di Renata Sellani sulla poesia dialettale.L’antologia comprende 16 autori, i quali riescono a fornire un quadro abbastanza completo della nostra attuale produ- F e b b r a i o zione dialettale. Naturalmente, come tutte le antologie, ha operato in base a scelte, dovute soprattutto a ragioni di spazio e, pertanto non potrà essere esente da critiche e rilievi. Ma ben vengano le critiche se servono a tenere vivo l’interesse sull’obiettivo che il libro si propone: far conoscere al grande pubblico alcuni nostri poeti dialettali, molti dei quali mai pubblicati, ma contemporaneamente suscitare interesse intorno al tema della tutela del dialetto e della produzione letteraria in dialetto, alla riscoperta delle nostre radici popolari e, in fondo, della nostra storia. Non può, pertanto, che far piacere che molti altri senigalliesi, non compresi in questa antologia, si dilettano oggi a scrivere versi in dialetto, soprattutto se giovani. Un ricordo particolare viene riservato anche al compianto Nello Zazzarini, scrittore dialettale egli stesso, che, negli anni che vanno dal primo dopoguerra agli inizi degli anni ’80 del secolo trascorso, fu operatore culturale particolarmente attivo nella riscoperta e valorizzazione della cultura e dell’arte marchigiana e senigalliese. Questi i poeti inseriti nell’antologia: Nicola Leoni, di cui viene pubblicato un poemetto in 38 sonetti (“la bella castlana”) intorno a una leggenda popolare di amore e morte, Edda Baioni, Marinella Bonvini, Antonietta Calcina, Aldo Ceresi, Mafalda Ferri, Rino Girolimetti, Laura Nigro, Franco Patonico, Mafalda Stefanini, Diomede Rocchetti, Enrico Maria Rossi, Gigliola Sbarbati, Renata Sellani, Carmen Tomassetti, Nello Zazzarini. Di quasi tutti loro vengono presentati tre componimenti. Il libro è presentato al pubblico il giorno Venerdì 4 febbraio, alle ore 17.30, presso l’Auditorium S.Rocco, con la lettura anche di una composizione di ciascuno degli autori compresi nell’antologia. Il libro è disponibile presso le librerie e le edicole di Senigallia per tutti coloro che ne avessero almeno un po’ di curiosità. Giuliano Bonvini 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m economia I GREEN JOBS BATTONO LA CRISI I lavori verdi costano troppo. Secondo una Ricerca, con gli stessi soldi si possono creare più posti di lavoro in altri settori. Ma i conti sono sbagliati. Carlo Stagnaro e Luciano Lavecchia dell’Istituto Leoni hanno divulgato i risultato di uno studio sui Green jobs. I due sostengono che ogni “posto verde” creato in Italia assorbe una quantità di risorse (nella forma di sussidi pubblici) che, se investite in altri settori, potrebbero generare più di sei posti di lavoro. Tesi non condivisa dal professor Alessandro Sterlacchini, docente di Economia applicata presso l’Università Politecnica delle Marche (vedi foto). Nel 2009 è stato visiting professor alla Georgetown University di Washington. La sua principale area di ricerca è l’economia dell’innovazione. Siamo andati ad incontrarlo. “Contesto perché loro contrappongono l’eolico e il fotovoltaico al resto dell’economia. Sappiamo bene che nel generico settore dell’economia abbiamo di tutto. Il confronto andrebbe fatto esclusivamente con il settore dell’energia. In questo mio lavoro non metto in rapporto le energie rinnovabili con l’economia in generale, bensì con la produzione e distribuzione di energia elettrica”. “L’operazione di Stagnaro e Lavecchia ha molte similarità con quella di Gabriel Calzada che l’anno scorso ha pubblicato, sullo stesso tema, un lavoro riferito alla Spagna. Investendo le stesse risorse in altri settori, sosteneva Calzada, la Spagna avrebbe potuto più che raddoppiare i posti di lavoro. Lo studio di Calzada è stato demolito, pezzo per pezzo, da una replica dell’ISTAS (Instituto Sindical de Trabajo, Ambiente y Salud).” “Il lavoro di Stagnaro e Lavecchia, pur adottando la stessa metodologia scorretta di Calzada, non può essere giudicato alla stessa stregua. Qualche dubbio sul loro studio, sorge sulla procedura con cui sono stati poi stimati, per l’anno 2020, l’occupazione e i sussidi cumulati alle energie rinnovabili. L’aspetto maggiormente critico è che Stagnaro e Lavecchia, per verificare se tali sussidi potrebbero generare maggiori benefici occupazionali se impiegati diversamente, comparano lo stock di sussidi per occupa- to con gli stock di capitale per occupato che, nel periodo 2005-2008, sono stati registrati in Italia nell’intera economia e nel settore industriale. Lo stock di sussidi per occupato nei comparti delle energie rinnovabili risulta assai più alto dell’intensità di capitale che si riscontra, mediamente, in altri settori. Concludono Stagnaro e Lavecchia, con i soldi pubblici che un posto di lavoro verde richiede si potrebbero creare molti più posti in altri settori: circa 5 se prendiamo a riferimento l’intera economia e 7 se consideriamo l’industria. Ne conseguirebbe che l’equazione maggiore tutela dell’ambiente = maggiore occupazione è, a ben vedere, falsa” “Il punto da mettere in evidenza è che queste conclusioni sono del tutto fuorvianti in quanto derivano da una procedura scorretta che Calzada e Stagnaro-Lavecchia adottano con incredibile leggerezza. Nei corsi di base di economia insegniamo agli studenti che occorre sempre calcolare il costo opportunità di qualsiasi decisione economica, ma spieghiamo anche che quelle che vanno confrontate devono essere alternative credibili. Se ho il problema di come organizzare il trasporto di merci in una zona completamente sprovvista di infrastrutture posso valutare se è più conveniente una strada o un tratto di ferrovia. Ma non è che vado a valutare se con le stesse risorse posso produrre calzature o frigoriferi oppure fornire servizi ricreativi o commerciali. Allo stesso modo, se ci occupiamo di energia e se l’Italia ha un determinato fabbisogno da coprire autonomamente, le alternative che vanno messe a confronto sono le diverse fonti energetiche che può attivare. Se, quindi, rinunciamo ad investire nelle energie rinnovabili (cosa, tra l’altro, impossibile visto che il nostro paese, come tutti quelli della Ue, ha assunto determinati impegni per il 2020) dobbiamo investire nelle centrali nucleari o in quelle a combustibili fossili. Se questo è vero (e lo è), la domanda corretta che ci dobbiamo porre è quanti posti di lavoro guadagneremmo se invece di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili aumentassimo il peso delle fonti non rinnovabili e del nucleare. Per operare questo confronto possiamo utilizzare l’intensità media di capitale delle diverse fonti. “UN’OPPORTUNITA’DI LAVORO” Sviluppare le eco-industrie. Secondo la definizione proposta da Eurostat e Ocse, le eco-industrie comprendono tutte le attività finalizzate alla produzione di beni e servizi che misurano, prevengono, limitano, riducono e correggono i danni ambientali causati all’acqua, all’aria e alla terra, così come i problemi legati ai rifiuti, all’inquinamento acustico e, più in generale, all’eco-sistema; esse includono le innovazioni nelle tecnologie pulite, nei prodotti e servizi che riducono i rischi ambientali, l’inquinamento e l’uso di risorse materiali. “Nel rapporto A Green New Deal for Europe viene stimato, per il 2004, il peso delle eco-industrie sul Pil dei paesi europei. Esso è pari al 31% per la Germania, seguita dalla Francia con il 21% mentre la media Ue si attesta sul 14%. L’Italia risulta al di sotto della media con un peso delle eco-industrie pari a circa il 9%. Ponendosi il traguardo minimale di raggiungere la media Ue nei prossimi anni, i posti di lavoro che potrebbero essere creati in Italia nel settore della green economy sarebbero circa 140 mila, vale a dire il 20% dei 700 mila di cui il paese avrebbe bisogno per tornare, nel 2012, a condizioni occupazionali accettabili.” “L’impatto quantitativo dell’intervento sarebbe quindi rilevante. Per verificarne la fattibilità occorre però valutare l’entità della spesa pubblica necessaria alla sua realizzazione. A questo fine, possiamo prendere come riferimento la legge 488/92 (con la quale il ministero dello Sviluppo F e b b r a i o Economico sostiene, tramite contributi in conto capitale, gli investimenti delle imprese nelle aree depresse): nel 2007 il costo medio pubblico per ogni nuovo addetto generato dagli investimenti agevolati da questo strumento ammontava a 40 mila euro. Possiamo quindi supporre che per ogni posto di lavoro creato occorrano, attualmente, 50 mila euro di contributi pubblici a fondo perduto. La spesa pubblica complessiva per attivare 70 mila posti di lavoro in un anno sarebbe pari a 3 miliardi e mezzo di euro. Questa potrebbe essere sostenuta per 2 miliardi dal governo centrale mentre la parte restante sarebbe a carico delle regioni italiane che, di fatto, gestirebbero gli interventi. Per far fronte alla loro quota, le regioni potrebbero, da un lato, destinare alle eco-industrie una frazione maggiore dei Fondi Strutturali di cui dispongono per il periodo 20072013 e, dall’altro, mobilitare risorse aggiuntive (in modo autonomo o partecipando ai progetti comunitari nei settori dell’energia e dell’ambiente). Stabilita la rilevanza quantitativa e la fattibilità finanziaria dell’intervento, è opportuno aggiungere qualche riflessione qualitativa. Coniugare gli obiettivi dell’occupazione e dell’ambiente significa far fronte a due diverse emergenze, la prima di breve e l’altra di lungo periodo. Significa, in altre parole, trasformare la crisi attuale in una opportunità e, quindi, avviare un processo di cambiamento strutturale dell’economia al fine di renderne sostenibile lo sviluppo futuro. Per un paese come il nostro, troppo fossilizzato su specializzazioni tradizionali, significa anche diversificare maggiormente le attività produttive. In questo senso, accrescere il peso delle eco-industrie è anche un obiettivo di politica industriale. Infine, esso si sposa particolarmente bene con l’esigenza di far fronte alla crisi occupazionale. Infatti, le eco-industrie comprendono attività ad alta intensità di lavoro che richiedono diversi livelli di professionalità: non solo qualifiche alte da destinare alle “eco-innovazioni”, ma anche medie e basse da impiegare, ad esempio, nel recupero e riciclaggio di materiali o per rendere le abitazioni e gli impianti industriali meno inquinanti e più efficienti dal punto di vista dei consumi energetici. Per svolgere queste mansioni occorrono certamente nuove competenze che però non sostituiscono ma si cumulano a quelle esistenti. Di conseguenza, le persone che sono state espulse dai settori dell’industria e dell’edilizia possono essere riqualificate in tempi relativamente brevi e a costi relativamente contenuti. E questo è un vantaggio non da poco! “ Non avendola a disposizione, l’alternativa può essere quella di ricorrere a dati riferiti ad un settore che abbia a che fare con la produzione di energia. Le tavole statistiche allegate alla pubblicazione Istat da cui Stagnaro e Lavecchia hanno ottenuto i valori aggregati del capitale per occupato consentono di ottenere dati disaggregati e, in particolare, per la branca definita “Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua” (limitatamente agli anni 2005-06). Non è l’ottimo in quanto consideriamo anche settori (gas, acqua) o fasi (distribuzione) diverse dalla produzione di energia elettrica. Nell’ultima riga e nell’ultima colonna della tabella ho riportato, rispettivamente, il capitale per addetto della branca sopra menzionata e il confronto con l’intensità di capitale delle due fonti rinnovabili. Il rapporto tra intensità di capitale è pari a 0,88 per l’energia solare e 0,66 per quella eolica. Stock di sussidi o capitale per occupato (euro) Ciò indica che, trasferendo le risorse per le rinnovabili nella branca “Produzione e distribuzione di energia elettrica, ecc.”, l’occupazione diminuirebbe. Mediamente, la flessione sarebbe pari al 26% dei 130 mila occupati nella branca suddetta, vale a dire circa 34 mila posti di lavoro. Non pochi, di questi tempi.” “In conclusione, il mio ragionamento si basa su studi di economia standard. Anche così, senza tener conto, dunque, di tutte le esternalità (ovviamente per incentivare l’investimento sulle rinnovabili non può esserci al primo posto il tema dell’occupazione, ma la motivazione principale deve rimanere quella ambientale) io noto un pareggio, un’opportunità equa dal punto di vista occupazionale. La domanda da porsi è: garantiscono la stessa occupazione di altri investimenti? E la risposta è snza dubbio: Si’” Letizia Stortini Confronto intera economia Confronto industria Confronto produzione e distribuzione di energia elettrica,gas e acqua Energia solare (2020) 900,547 5,5 8,0 0,88 Energia eolica (2020) 684,436 4,2 6,1 0,66 Intera Economia (2005-08) 163,250 Industria (2005-08) 112,525 Produzione e distribuzione 1.035,761 energia elettrica,gas e acqua (2005-06) * * Per questa branca le unità di lavoro totali sono tratte da Istat, Conti Economici Nazionali (Anni 19972008) novita’ Prodotti per la ricostruzione molecolare: puoi far allungare i capelli senza tagliarli mai. Sempre sani e forti . ordina subito 0717975014 - 335332179 Per migliorare sensibilmente le tecniche ed i prodotti per la cura dei capelli e del corpo, nel 1998 Gonario Piccioni crea la GHEEP Professional con il marchio Nay May. 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E la montagna è il grande serbatoio del nostro silenzio» (Paolo Rumiz) Abbiamo incontrato il Presidente del C.A.I. “Club Alpino Italiano” - Sezione di Senigallia, Luca Coppari. Abbiamo dialogato di montagna, di natura, di ambiente, di tutela del paesaggio, di valori e principi di rispetto ambientale, di responsabilità civiche. Per iniziare, Presidente quali sono i numeri della sezione C.A.I. di Senigallia? Tengo a sottolineare con orgoglio di appartenenza, che rappresento la sezione senigalliese del CAI, costituita nel 1993. A 18 anni dalla fondazione, la nostra Associazione conta stabilmente più di 200 soci. Per una città di mare sono numeri importanti anche se solo una goccia degli oltre 315000 soci CAI distribuiti su tutta la nazione ed in particolare concentrati al nord per ovvie ragioni “ambientali”, visto che storicamente e culturalmente le Alpi sono il bacino di utenza principale di chi frequenta la montagna in tutte le sue forme. Per i lettori interessati alle nostre attività, invito a visionare il nostro sito www.caisenigallia. it e per allargare l’orizzonte, quello nazionale www.cai.it . La nostra sezione tra le altre cose conta al suo interno i gruppi organizzati di Escursionismo, Speleologia e Alpinismo Giovanile che con cadenza annuale tengono corsi di introduzione alle specifiche attività, inoltre sono presenti soci che praticano individualmente alpinismo, scialpini- smo, arrampicata e torrentismo. Parliamo dei progetti passati… Sono iscritto al CAI dal 2001 e presidente da un anno quindi posso parlarti con cognizione di causa del recente passato. Da menzionare sicuramente importanti collaborazioni con le istituzioni, Comune di Senigallia e Regione Marche, grazie al nostro gruppo speleologico avevamo iniziato un progetto di rilievo e ispezione delle cavità artificiali cittadine, ed abbiamo pubblicato i risultati sull’antico acquedotto di San Gaudenzio, mentre con la Regione è stato fatto un importante studio-censimento con pubblicazione e convegno sulla fauna anfibia dell’ambiente montano della provincia di Ancona, in svolgimento la realizzazione di un documentario sulle grotte del parco Gola della Rossa. Inoltre con la Regione sono iniziati da tempo la revisione dei dati catastali con posizionamento e rilievo delle grotte marchigiane. Con l’escursionismo ci si sta adoperando per fare un lavoro analogo per il catasto e segnaletica dei sentieri. Da non dimenticare le varie attività con il nostro futuro, cioè i minori, portate avanti a livello locale e nazionale dai nostri componenti dell’alpinismo giovanile, è importantissimo far conoscere i valori che la montagna trasmette ai ragazzini. …e per il futuro, su cosa state lavorando? Portare a termine gli impegni già presi e poi ultimamente siamo impegnati in progetti nel mondo del sociale in collaborazione con varie associazioni che si occupano di diversamente abili e persone con difficoltà psichiche portandoli in montagna per semplici escursioni. Ci piace poter ODONTOIATRIA ESTETICA e COSMETICA DENTALE Ne parla il dott. Giovanni Santini esperto in odontoiatria estetica presso il centro Medico - Odontoiatrico Cemed di Senigallia Negli ultimi anni l’odontoiatria ha subito l’inesorabile tendenza del nuovo millennio nel quale il concetto di salute si è evoluto in quello di bellezza e benessere. Sempre più pazienti ci chiedono di avere un sorriso perfetto, con denti allineati e dal colore sempre più bianco. Oggi l’odontoiatria è in grado di soddisfare queste richieste grazie alla cosmetica dentale, branca dell’odontoiatria che ha avuto enorme sviluppo nell’ultimo decennio. 6 Quali sono le difficoltà che incontrate nel divulgare l’amore per la montagna e la salvaguardia dell’ambiente montano? Quando ci si trova nel nord Italia ci si accorge di quanto l’organizzazione sia completamente diversa. Perché? Le principali difficoltà si riscontrano nel reperire fondi e spazi per far vivere fisicamente la nostra sede e quindi, di conseguenza, trasmettere questo grande amore a cui ti riferisci. Per fortuna siamo un’associazione senza scopo di lucro e purtroppo di contro non abbiamo molti introiti, con l’amministrazione comunale che si è sempre dimostrata disponibile ed attenta alle nostre esigenze abbiamo instaurato un proficuo dialogo che ci ha portato ad avere la disponibilità di una nuova sede per abbandonare, anche se con un po’ di rimpianto, quella vecchia e fatiscente che comunque ci garantiva più spazi. Per esempio ci siamo trovati costretti a smantellare la nostra piccola, ma utilizzata palestra di arrampicata artificiale e stiamo ancora cercando una degna sistemazione alla nostra biblioteca, fonte di conoscenza e apprendimento indispensabile per tutti i nostri soci. Soffermiamoci sulle responsabilità civiche di ciascun cittadino. Mi torna in mente una vetrina di Arezzo che riportava la scritta: “L’ambiente è un problema di tutti non bisogna dire ma fare. Quindi fai”. Ed ancora vorrei parlare della tanto chiacchierata Complanare. Si realizzano strade perché facciamo dell’auto un utilizzo smodato. Presidente, lei cosa ne pensa, che compito dovrebbe avere il cittadino? Non voglio entrare in alcuna polemica politica di qualsivoglia parte o colore, ma dal mio punto di vista penso che il cittadino a digiuno della materia montagna possa apprendere moltissimo dalle persone che come noi, invece, la frequentano assiduamente. L’ambiente montano in genere, con tutti i suoi aspetti ti trasmette tutti quei valori che, secondo me, sono imprescindibili per la crescita sostenibile sul pianeta terra. Mi riferisco al rispetto dell’ambiente in cui si vive, dal mare ai monti, al rispetto della fauna che vi si incontra, compreso quello strano e a volte incomprensibile animale che si chiama uomo, il dare e avere energia La cosmetica dentale racchiude tutte quelle procedure atte a valorizzare l’estetica di un sorriso unendo i criteri di estetica ideali ai desideri personali nel rispetto della dentatura naturale. Le procedure sono di progressiva complessità fino al raggiungimento del risultato desiderato: si va dallo sbiancamento dentale che ormai si è dimostrata essere una procedura efficace a dai tempi sempre più brevi (30 minuti circa per lo sbiancamento in studio), alla ricostruzione estetica con resine composite in caso di piccoli difetti fino a procedure più complesse che attraverso l’utilizzo di faccette in ceramica particolarmente sottili (fino a 0,3mm) ci permettono di modificare completamente l’estetica del sorriso nel massimo rispetto delle strutture dentali. Tra le indicazioni principali di questa metodica troviamo: la chiusura di spazi irregolari l’allungamento di denti corti il rimodellamento di dentature inestetiche Questa procedura definita dagli americani addizional veeners è una tecnica che utilizza l’incollaggio al dente naturale di manufatti protesici in porcellana costruiti artisticamente in laboratorio. La produzione di questo tipo di Faccette attualmente avviene in esclusiva nei centri “Smile desing Studios” negli Stati Uniti. Una volta concordato con il paziente l’estetica dentale che desideriamo ottenere e personalizzata attraverso una piccola protesi provvisoria che ci guida verso un risultato predi- F e b b r a i o positiva dai luoghi che si frequentano, imparare i propri limiti senza abusarne e soppesare appieno l’aiuto e la solidarietà che un tuo compagno di avventure può darti, imparare a temprare il proprio spirito con le difficoltà che un ambiente impegnativo può prospettarti a discapito della più semplice “vita facile”. La montagna trasmette libertà di pensiero e di vita col rispetto del prossimo. L’elenco positivo può non finire, ovviamente noi “montanari” siamo a volte sottoposti anche a critiche soprattutto quando capitano incidenti gravi, ma voglio ricordare che tutte le nostre attività sono svolte in sicurezza e con la massima responsabilità e professionalità che una struttura come il CAI porta storicamente con se ed è per questo che l’incidenza - rispetto per esempio agli incidenti stradali - è sicuramente minore. Entriamo nel dettaglio per parlare del C.A.I., Sezione di Senigallia… Spero di aver suscitato la curiosità di qualcuno desideroso di apprendere qualcosa dalla montagna, l’iscrizione al CAI garantisce la possibilità di partecipare alla vita sociale sezionale, l’esercizio dei propri diritti di voto alle assemblee, sconti presso i rifugi CAI e inoltre si riceverà direttamente a casa una rivista mensile e una bimestrale sul tema. Cosa da non trascurare, l’essere soci garantisce una copertura assicurativa e il soccorso per tutte le attività organizzate dalla sezione in montagna. Infine, ma non per ultimo come importanza, la condivisione con altri soci dell’amore per la montagna in genere. Grazie anche all’amministrazione comunale di Senigallia la nostra sezione si è da poco trasferita in uno stabile - come il precedente sempre nella frazione Vallone – al primo piano del centro sociale in Strada Comunale Vallone n.17, la segreteria è aperta tutti i giovedì sera dalle 21.30 alle 23.30, per altre informazioni visionate il sito www.caisenigallia.it dove potete trovare anche il nostro programma attività 2011 e scrivete pure all’indirizzo caisenigallia@ interfree.it . Pietro Motisi cibile vengono rilevate le impronte delle arcate dentarie che successivamente verranno spedite negli Stati Uniti. L’odontoiatra correda le impronte di una prescrizione protesica e di alcune foto del sorriso del paziente fondamentali per l’ottimale riuscita del lavoro. A distanza di 20 – 25 giorni la faccette arrivano in ambulatorio e devono ora essere soltanto cementate. In questa seduta l’odontoiatra si occupa del fissaggio delle faccette sui denti naturali e della corretta integrazione dei manufatti con la masticazione e la fonetica. Grandi sono i vantaggi di questa metodica : massima conservazione dei denti naturali, assenza di anestesie durante il trattamento, risultati estetici eccellenti, soltanto poche sedute dal dentista. Tanto è il successo che la tecnica sta avendo in Italia, che proprio nel Dicembre scorso si è tenuto a Roma un importante congresso che riuniva i medici abilitati con i massimi rappresentanti Italiani ed Americani . L’odontoiatria si sta evolvendo, al pari di altre branche della medicina, verso il concetto di mini-invasività ed in questo le faccette in ceramica di ultima generazione sono particolarmente efficaci. Centro Medico - Odontoiatrico Via Mantegna 1, Senigallia Tel 071-6607907 info@ce-med www.ce-med.it 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m senigallia Q U E S T I O N E M O R A L E nella c h iesa : s enigallia si schiera “Il Vaticano spera in una conversione.”, il Papa: ”Ze a lui piacciono tanto minorenni può zempre farzi prete!”. Queste erano le parole della vignetta di Vauro Senesi nella puntata di Annozero andata in onda il 20 Gen- naio che hanno indignato tutta l’Italia cattolica e non. Dopo le accuse delle varie testate ecclesiastiche la notizia è giunta anche a Senigallia dove il Sacerdote, Monsignor Giancarlo Cicetti la domenica seguente presso la Chiesa del Duomo di Senigallia ha anche lui dedicato una parte dell’omelia alla vignetta di Vauro, definendola una vignetta di cattivo gusto che va oltre la satira. Immediati sono arrivati i commenti. Molti, tramite i media locali, si sono schierati apertamente dalla parte del Cardinale, ma nessuno ha difeso la libertà di satira che da anni, soprattutto nella realtà italiana, viene bistrattata dal mondo politico e talvolta anche dal mondo ecclesiastico. Nel suo comunicato pubblicato sui media senigalliesi in cui ringrazia il Sacerdote, Paolo Pizzi scrive: “ciò che mi preme sottolineare è stata la chiarezza del Sacerdote quando ha ricordato i tanti Cristiani che muoiono in nome della Fede e vivono illuminati dal Vangelo, meritando un rispetto che il Vauro ha volutamente e spudoratamente ignorato”. Queste parole, in qualche modo, cercano di spostare la vicenda più su un piano emotivo che su un piano strettamente concreto. Nella vignetta, Vauro indicava la pedofilia nella Chiesa come un problema irrisolto. In questa vicenda la Chiesa non è tirata in causa come nell’accezione di popolo di Dio o unione di fedeli bensì in discussione è la Chiesa gerarchica e i suoi vertici. La pedofilia, o perlomeno il suo insabbiamento, è uno dei mali endemici e mai risolti e lo dimostrano i documenti ecclesiastici stessi. Andiamo in ordine cronologico. Un documento riservato emesso nel 1962 dal Sant’Uffizio e redatto dal cardinal Alfredo Ottaviani e successivamente approvato da Papa Giovanni XXIII istruisce i cardinali sulle procedure da seguire in caso di sollecitatio ad turpia, che sta a significare l’abuso del potere di carica ecclesiastica per fare avances sessuali. Il documento prese il nome di Crimen Sollicitations e venne inviato ai cardinali cattolici di tutto il mondo con l’ordine di tenerlo ben nascosto ed impone il giuramento di segretezza sui bambini vittime di tali atti e sui preti coinvolti. Evadere le diciture di questo documento significava l’immediata scomunica dalla Chiesa cattolica. L’istruzione del Crimen Sollicitations venne poi in parte modificato nel 2001 dalla Congregazione per la dottrina della fede con la lettera “De delictis gravioribus” a firma dell’allora cardinale Joseph Ratzinger che integra la lista dei delitti secondo il diritto canonico per i quali la Congregazione per la dottrina della fede ha l’ultima parola rispetto alle chiese locali. Proprio per questa lettera dell’allora cardinale Ratzinger la Corte distrettuale della contea di Harris, in Texas, segnò nel registro degli indagati proprio Joseph Ratzinger con l’accusa di “ostruzione alla giustizia” a causa degli ordini di segretezza contenute nella lettera. Nel 2005, il Dipartimento di Stato statunitense concesse al Papa l’immunità diplomatica in quanto divenuto capo di uno Stato sovrano. Di fondamentale importanza in questa vicenda è stato anche il documentario mandato in onda dalla BBC, Sex crimes and the Vatican che accusava la chiesa di coprire le cariche ecclesiastiche coinvolti in casi di pedofilia. In Inghilterra, un paese laico, certi documentari vengono trasmessi. In Italia succede un tale casino con una vignetta, pensate con un documentario del genere.... CONTINUA su www.ecomarchenews.com Dean Hajredini Tutte le attività nel DIPARTIMENTO DIPENDENZE PATOLOGICHE Il DDP della ZT4 di Senigallia svolge diversi e articolati programmi di cura per soggetti affetti da dipendenza patologica. Alcuni di questi trattamenti sono di carattere ambulatoriale e nell’STDP vengono effettuati trattamenti ambulatoriali integrati che prevedono presidi di tipo farmacologico, psicoterapico e sociale. Peraltro, laddove lo si reputi necessario, in seguito alla valutazione diagnostica, il DDP effettua trattamenti semi-residenziali (centro diurno) e residenziali (comunità terapeutica). Si predispongono, inoltre, programmi di cura estesi anche ai familiari degli utenti, in considerazione che la problematica tossicomanica attraversa la famiglia, il contesto in cui l’individuo vive e dove ha sviluppato la sua storia di dipendenza. In questo senso sono stati attivati diversi dispositivi terapeutici di tipo gruppale che integrano i trattamenti farmacologici, psicologici, sociali già in atto. L’attività di tipo gruppale è una tecnica operativa che il DDP utilizza ritenendo che questo tipo di approccio sia particolarmente utile per la tipologia di utenza. I gruppi sono coordinati da uno psicoterapeuta-psicologo e prevedono la presenza di un osservatore, entrambi esperti e formati nella tecnica gruppale. Tutte queste attività hanno la finalità di supportare le persone affette da tossicodipendenza ed i loro familiari nel gestire e affrontare al meglio tutte le problematiche che il fenomeno comporta, sia nella sfera individuale e familiare, che nell’ambito delle relazioni sociali. Alcune di queste attività sono state finanziate attraverso i fondi di implementazione provenienti dalla Regione Marche; il gruppo psicoterapeutico per pazienti dell’STDP è un servizio a carattere istituzionale. Si ritiene utile descrivere ogni singolo gruppo per far comprendere meglio la complessità dell’intera attività svolta. Il gruppo terapeutico per “pazienti affetti da dipendenza e poliassuntori di sostanze stupefacenti” si rivolge agli utenti in carico al servizio, su invio dell’equipe del DDP, è un gruppo eterogeneo ed aperto. Permette agli stessi di esprimere e di elaborare le proprie emozioni e i vissuti al fine di superare la condizione tossicomanica. Questo gruppo si svolge all’interno dei locali del STDP, ha una cadenza settimanale, gli incontri avvengono ogni giovedì dalle ore 18.30 alle ore 20.00. In parallelo è attivo il gruppo terapeutico “familiari” che è rivolto ai familiari degli utenti e si svolge nei locali del Centro Diurno dell’IRS Aurora, tutte le settimane, il martedì dalle ore 18.00 alle ore 19.30. Tale gruppo è gestito congiuntamente da esperti del STDP e della Coop. IRS L’Aurora. Il gruppo terapeutico ”dipendenze da cocaina” si rivolge ad una specifica tipologia di utenti che fa uso prevalen- te di cocaina; si svolge presso la sede del Centro Kriptos dell’Ass. Oikos, sito in Senigallia, tutte le settimane, il lunedì dalle ore 18.00 alle ore 19.30. Anche questo gruppo è gestito d’intesa tra il STDP e l’Ass. Oikos. Il gruppo “tossicodipendenza e maternità” affronta le problematiche relative alla genitorialità ed è rivolto ai soggetti che presentano una condizione di fragilità e disagio di vario tipo, essendo utenti di diversi servizi (consultorio, DDP, pediatria). Si propone di sostenere il percorso genitoriale per le persone che sono già in carico ai servizi e sono in procinto di diventare genitori o hanno figli minori. Si svolge nei locali del Consultorio, Aula Rosa, a cadenza quindicinale, il mercoledì dalle ore 18.30 alle ore 20.00. Il gruppo terapeutico “ Centro Diurno” è stato istituito ad integrazione delle attività del Centro Diurno di Senigallia gestita dalla Cooperativa IRS L’Aurora e si rivolge agli utenti che frequentano la struttura. Ha una cadenza quindicinale e si effettua il mercoledì dalle ore 18.00 alle ore 19.30. Il gruppo è presidiato da esperti del STDP e del Centro Diurno. Il gruppo “psico-educativo” per familiari si occupa del supporto e couseling per genitori di adolescenti e giovani adulti, in relazione al consumo di sostanze stupefacenti/alcol. Questo gruppo si svolge una volta al mese in relazione alla campagna promossa dalla Regione Mar- che, pubblicizzata con lo slogan “chi ama… chiama “; per contattare la struttura del DDP è possibile telefonare al numero verde 800012277, ovvero al numero diretto 071/79092581, pubblicizzato mediante appositi volantini. All’interno delle attività di prevenzione e in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con l’Ambito Sociale si effettuano gruppi di apprendimento e discussione rivolti ai docenti delle Scuole Medie Inferiori e Superiori, per discutere ed elaborare l’informazione effettuata da un esperto del settore su tematiche individuate dagli stessi docenti, relative alle problematiche giovanili. Sono dieci incontri che si realizzano nel periodo compreso tra ottobre e dicembre 2010, hanno una cadenza settimanale e si svolgono presso l’Aula Magna dell’IPSSARCT- A. Panzini di Senigallia, dalle ore 16.30 alle ore 19.00. L’attività di prevenzione è coordinata dall’Ass. Oikos ed è effettuata in collaborazione con l’IRS L’Aurora. Si ritiene che il complesso di tutte le attività sopra indicate possa essere di grande aiuto, nell’assistenza e nel supporto per tutte le persone che, direttamente o indirettamente, si trovano a vivere quotidianamente il fenomeno della tossicodipendenza. Anna Faretta 20 ANNI DI ATTIVITA’ “A tutto rinuncerei tranne che a questa tazzina di caffè. Oltre a farvi occupare il tempo vi dà pure una certa serenità di spirito” (Edoardo De Filippo) Paolo e collaboratori ringraziano tutti i clienti per i meravigliosi anni passati insieme. Venti anni di soddisfazione e gioia vissuti insieme a tutta la clientela che non ha mai smesso di dimostrare grande affetto. La cortesia e la professionalità dello staff del Bar Gallery hanno reso tante pause - caffè momenti di vero piacere. F e b b r a i o 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m GALLERY BAR Via dei Gerani,8 Senigallia (An) Centro commerciale Saline 7 e...dintorni GLI ORFANOTROFI SONO MATERIA MORTA Dr Umberto Ragazzini Agente Immobiliare 349 3804397 UR_Studio Immobiliare Associato FIAIP Nascera’ ad Ostra Vetere il primo Centro “Campioni della vita” Il massimo della tristezza, il massimo della poesia. Lungo questi due estremi si tenta di immaginare la realtà dell’infanzia abbandonata e cosa si fa per sostenerla. Picchi e abissi della memoria, intanto. Dall’antica “ruota” dei conventi, i gradini delle chiese, fino ai cassonetti; dalle prime istituzioni della carità religiosa ai bigi casermoni dell’assistenzialismo statale; e poi le botte dei maestri, i libretti rossi dei “trovatelli”o “bastardelli”: così vennero a lungo chiamati i piccoli ospiti. Le loro nere divise troppo larghe o strette, tozzi di pane induriti. Di fronte a questa materia la pietà è un prezzo che nessun’anima riuscirà mai a sperperare. Per fortuna ci sono gli impegni civili come questo e gli orfanotrofi sono ormai materia morta. Chiusi per legge il 31 dicembre 2006. Bambini infelici, destinati a divenire uomini ancora più infelici. Era spesso l’inevitabile destino del brefotrofio. La miseria, la fame, l’ignoranza, la vergogna, la vita selvaggia. Lo slogan di questo progetto che vedrà la luce nella nostra provincia, in località Ostra Vetere, recita così: “Da Orfani dei Vivi a Campioni A destra Maria Antonietta Zamperetti. In della Vita”. virtù del suo impegno come assistente sanitaria si deve la nascita del Centro di Ostra Vetere. SANITARIA SABBATINI S A B B A T I N I P. L U C I A N O Stradone Misa, 4 - Senigallia tel. e fax 071.7924176 Fornitore A.S.U.R. - I.N.A.I.L. C o d . R . M a r c h e P / 4 8 0 8 11 0 SCONTI ca l z a t u r e Uomo - Donna - Bambino 50% Intimo e Pigiameria dal 20% al 30% SANITARIA SABBATINI LABORATORIO O RTO P E D I C O Via Piave, 76 - Senigallia tel. e fax 071.7931710 - esame baropodometrico computerizzato - plantari - busti ortopedici - ausili per riabilitazione 8 Un programma caratterizzato da un impegno concreto a favore della sussistenza e dell’educazione dell’infanzia abbandonata, ispirato ad alti standard educativi e socio-culturali. Questo è lo spirito che anima la Fondazione Zamperetti. La Fondazione nasce il 7 maggio 2009 costituita da Aldo e Maria Alessandra Zamperetti. In realtà l’inizio dell’attività della Fondazione si deve far risalire al 1933, anno in cui Maria Antonietta Zamperetti, zia di Aldo, inizia ventenne la sua attività di Assistente sanitaria nella città di Bologna, lavorando in alcune “scuole di formazione”. Le prime scuole di formazione furono quelle di Roma nel 1919, di Bologna, Firenze, Milano e Torino nel 1920 e di Napoli nel 1924. Successivamente le scuole furono prese in carico dalla Croce Rossa Italiana. Le scuole avevano la finalità di “costruire un corpo di assistenti sanitarie aventi per compito di ricercare e curare, fin dai primi sintomi, fra il popolo, le malattie, e di prevenirne la diffusione per mezzo di insegnamenti pratici di profilassi e di igiene”. A questo compito prevalente si aggiungeva anche quello di assistenza sociale alle famiglie assistite. L’istituzione delle scuole per assistenti sanitarie visitatrici venne autorizzata con il Regio Decreto Legge 15 agosto 1925, come Scuole specializzate di medicina, pubblica igiene ed assistenza sociale per “assistenti sanitarie visitatrici”. L’attività di Maria Antonietta, estesa a tutta la provincia di Bologna, si concentrò prevalentemente sull’infanzia socialmente svantaggiata alla quale dedicò , oltre che assistenza sanitaria, anche assistenza sociale, devolvendo la quasi totalità del proprio emolumento professionale alle famiglie disagiate dei bambini assistiti. Un grande numero di bambini , per un periodo di oltre quarant’anni, venne aiutato da Maria Antonietta a crescere più che dignitosamente, a frequentare scuole dell’obbligo e superiori ed ad essere inserito poi nelle diverse carriere lavorative. Oggi, attraverso la costituita Fondazione Zamperetti, attuando diversi progetti, i fondatori Aldo e Maria Alessandra intendono perpetuare un’attività familiare oramai storica tesa ad offrire all’infanzia svantaggiata, una possibilità di riscatto economico e culturale creando per queste categorie disagiate delle condizioni di vita assimilabili a quelle di bambini nati in famiglie più “fortunate” a contatto con la cultura, la storia e l’architettura della migliore tradizione italiana. La mission del progetto Campioni della Vita è di “costituire” un nucleo familiare per i bambini , farli sentire parte della loro comunità e sostenere il loro sviluppo fino all’età adulta, indipendentemente dalle reali possibilità di adozione ; sviluppare strutture e programmi per aiutare le madri naturali a prevenire l’abbandono dei bambini. Cuore del progetto è quello di dare una famiglia ai bambini che ne sono privi, da qui la vision : ogni bambino deve appartenere a una famiglia e crescere nell’amore, nella cultura, nel rispetto e nella sicurezza. Il primo centro “Campioni della vita” sorgerà tra non molto, promettono gli orgnanizzatori. La prima struttura avrà sede nel territorio di Ostra Vetere. Le infrastrutture necessarie per il primo Centro Campioni della Vita, che dovrà essere completamente autosufficiente, occuperanno un’area scelta per particolari condizioni favorevoli ambientali e climatiche. Nelle vicinanze di Ostra Vetere, sarà edificato il complesso destinato alle residenze dei fanciulli e dei collaboratori del Centro ed alle strutture ludico-sportive secondo i più rigorosi schemi di bio-architettura e dovrà integrarsi ed armonizzarsi con il territorio circostante. Saranno inoltre applicate, per le strutture e tutti i servizi ad esse correlati , le tecnologie necessarie al maggior risparmio energetico ed alle minori emissioni di CO2. Maria Antonia Martines Racconti di un altro mondo... LE DONNE DEI RICORDI MIEI Sullo sfondo delle nostre marine compaiono alcune figure di donne. Le abbiamo evocate un mio amico ed io da ricordi lontani. Il dott. Luigi Vecchietti, nel primo dopoguerra, dirigeva a Portocivitanova la Cassa di Risparmio e nelle sere libere amava osservare la vita degli uomini di mare lungo la spiaggia. Ci fu un periodo che l’Adriatico dava poco pesce e questa “magra” costringeva i pescatori a partire anche quando c’era burrasca. Così in quei pomeriggi le donne si portavano sulla riva dove i mariti, presso le barche, attendevano dal cielo nuvoloso una risposta rassicurante per il “varo”. Il varo era la spinta in acqua della barca. Ma nell’incertezza del momento queste donne sentivano il compito di incitare gli uomini alla partenza, come se la responsabilità di una possibile disgrazia non dovesse gravare sui mariti soltanto. Quando il primo pescatore s’era deciso a spingere la sua barca tra le onde, le mogli degli altri gridavano: “Vara,vara!” che il tuo amico ha varato” Fallo pe’ fii che more de fame!” Il mio amico era preso da questi ricordi e si rammaricava che io non avessi letto “I Pescatori d’Islanda”, un famoso romanzo francese che mi avrebbe fatto entrare in quella atmosfera e capire la fatica della gente di mare. Donne picene dal temperamento forte, capaci di molto slancio, che trasmettevano fiducia anche al direttore della banca, quando correvano a chiedere i rinnovi dei prestiti e il rinvio delle rate. Altre donne appartengono al patrimonio dei ricordi miei. Ida e Mabilia erano due donnette di Numana (abitavano, se ben ricordo, sulla ripida stradina detta “costarella”) che venivano a piedi a vendere il pesce a Camerino, il mio paese. Il mattino presto, due o tre giorni la settimana, caricavano le ceste su un carrettino che spingevano per quattro chilometri di strada polverosa. A piedi scalzi, se il tempo era buono, e la polvere era come un tappeto. Quando avevano poco pesce, ne portavano una cesta in testa, facendo a meno del carrettino; così il ritorno era più spedito. Anche la bilancia veniva sempre lasciata nella prima casa del paese. Arrivate fuori porta, gridavano al pesce e in un paio di ore vendevano tutto perché c’erano le poste fisse: le trattorie, il farmacista, qualche benestante con disturbi di fegato… Alle dieci, per mangiare, si sedevano nella cantina, immersa nella penombra, senza la presenza chiassosa degli uomini che ci venivano alla sera. Poi, quasi correndo, a fitti passetti, tornavano al loro paese di mare. Quand’erano fortunate incontravano il “pollaiolo” che, nel giro quotidiano in campagna, le caricava sul carretto per qualche tratto, se il cavallo non era troppo stanco. Donne piccolette, grintose e gentili ad un tempo con i clienti del paese. Direi non diverse, per instancabilità, per temperamento, da quelle donne di Portocivitanova. Ho pure un’altra donna da rivedere, sebbene contadina, sullo sfondo del mare. Col biroccio tirato da buoi veniva a prenderci in paese, una o due volte all’estate, per portarci a Portonovo. Viaggio che iniziava all’alba, per evitare le code calde, e durava due ore in un percorso che vedeva la discesa fino a S. Germano, la salita della “gradina” fino al Poggio e poi ancora una accidentata discesa verso la spiaggia sassosa, in un sentiero che pareva il letto d’un torrente. Io, che avevo otto, nove anni, mia madre, quattro o cinque sue amiche sedevamo su tavole appoggiate alle sponde del biroccio. Sotto le tavole le pentole col pranzo, avvolte in ampi fazzoletti. La contadina che ci portava, quando non camminava davanti alle bestie, sedeva sul timone e se aveva qualcosa che mi colpiva, era la sua presenza muta, un eterno silenzio…a parte le parole che di quando in quando gridava ai buoi per meglio guidarli. Non le toccavano gli allegri discorsi, le risate, i canti delle donne (che forse la infastidivano)…”Giovanotti che fate l’amore compatite la povera Bruna…” Niente confidenza con le donne del paese: un altro mondo. Operaie alle fisarmoniche di Scandalli o all’industria dei berretti, smaliziate, un po’ sfacciate. Arrivati alla spiaggia, carro buoi e contadina sparivano, nascosti in qualche angolo d’ombra, tra canne e pini. Solo nell’ora più calda mi sembrava di vedere quella donna di campagna bagnarsi i piedi nell’acqua di mare, in un punto lontano da noi. F e b b r a i o Elvio Grossi S T U D I O IMMOBILIARE Via F.lli Bandiera 19 Angolo Vicolo S.Filippo 60019 Senigallia An T_F 071 7930740 [email protected] INTERMEDIAZIONI E CONSULENZE SENIGALLIA / Centro Storico - Affittasi prestigioso bilocale nuovo, arredato, 2P, ascensore, cantina, posto auto. Solo referenziati. _info_in_Studio Rif. A_2 SENIGALLIA / Zona Nord - Monolocale fronte mare, 35mq, climatizzato, terrazzo, garage ( possibile acquisto a parte ). _94_mila Rif. R_131 SENIGALLIA / Zona Lungomare Nord - Monolocale arredato e climatizzato, cantina, posto auto, residence fronte mare. _120_mila Rif. R_28 SENIGALLIA / Zona Cesano - Bilocale/piccolo attico, 45 mq, stupendo terrazzo di 45 mq, 5 minuti dalla spiaggia. _145_mila Rif. R_4 SENIGALLIA / Zona Periferica - Trilocale nuovo, 75 mq al 1P, rifiniture di pregio. _150_mila Rif. 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Questo incontro, organizzato e coordinato da Silvana Pareschi della Cooperativa sociale Millennium, con la collaborazione artistica di Francesca Ferrati, fotografa, e Catia Urbinelli dell’Associazione Teatrale Il Melograno, nasce dalla convinzione e dall’idea che situazioni e contesti di socializzazione percettivamente stimolanti, a partire dall’infanzia, possano concorrere a consolidare le naturali potenzialità creative presenti in ciascun bambino e ciascuna bambina! La Cooperativa Millennium è una società di servizi che eroga assistenza 24 ore su 24 a persone malate, disabili, anziane . I SERVIZI AIUTO PER L’IGENE PERSONALE (BAGNO-DOCCIA) A DOMICILIO SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE, OSPEDALIERA E PRESSO CASE DI RIPOSO E CLINICHE DIURNI E NOTTURNI SERVIZI DI INTEGRAZIONE SOCIALE PER MALATI, DISABILI ED ANZIANI A DOMICILIO PRESSO OSPEDALI, CLINICHE E CASE DI RIPOSO SERVIZI DI FISIOTERAPIA, TRATTAMENTI OSTEOPATIA PER LE PROBLEMATICHE DELLA COLONNA VERTEBRALE (CERVICALGIA-LOMBALGIA) INTEGRAZIONE DI ALUNNI DISABILI ATTRAVERSO EDUCATORI SPECIALIZZATI E FORMATI NELLE ATTIVITA’ COMUNI MA ANCHE SPORTIVE CON IL RESTO DEL GRUPPO RISPETTANDO I DOCUMENTI DI RIFERIMENTO (PDF E PDI) COME DA LEGGE 104/92 ORGANIZZAZIONE DI EVENTI, ATELIER, FESTE A TEMA E DI COMPLEANNO SERVIZI DI BABY SITTING SERVIZI DI EQUITAZIONE INTEGRATA presso il Circolo ippico: “Nuvola Rossa asd” Via Montebianco, 113 Senigallia Referente: Simona Proietti di Valerio cell. 347 7246953 Via Copernico, 3 Senigallia (An) Tel. 071 7929558 Fax. 071 6627770 Cell. 335 5287009 e-mail: [email protected] F e b b r a i o 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m 9 cultura LA PRINCIPESSA BONAPARTE E IL MASTAI “irrefutabilmente ultra-liberale” F. Podesti, Ritratto di Giuseppe Mastai, Museo Fu nella residenza prospiciente l’Adriatico, il Casino della Marina, che la Principessa Alessandrina vedova di Luciano Bonaparte, definita anche come “la solitaria di Senigallia”, ospitò di buon grado nell’inverno 1851-1852 un suo lontano parente, venuto espressamente dalla Francia, Scipion Fougasse, storico e saggista. La villa (al tempo detta “la Luciana” ed ora “Villa Torlonia”) era situata fuori città sulla strada per Fano ed era divenuta in pratica la fissa dimora della gentildonna, essendo la residenza campestre di S. Angelo meta di qualche scampagnata o di brevi soggiorni estivi alla ricerca di refrigerio. All’epoca ella aveva a disposizione anche il suo palazzo sito presso piazza del Duomo nel quale Luciano aveva dettato il testamento nel 1832, edificio che stava per essere venduto, dopo qualche mese, al Cardinale Lucciardi, Vescovo di Senigallia, perché ne disponesse per una pia istituzione. Di questo soggiorno senigalliese Fougasse ci ha lasciato testimonianza nel libro “Chez une dame illustre” (“A casa di una illustre signora”), edito nel 1866. In altra occasione (nel mensile “L’Eco”, marzo 2010) abbiamo citato questo testo, riportando le appassionanti pagine dedicate all’intervento della Principessa, volto a salvare dalla condanna a morte Gerolamo Simoncelli mediante una missiva inviata al Cardinale Antonelli tramite il Generale Gemau, Comandante a Roma delle truppe Francesi. Nei confronti della anziana nobildonna l’atteggiamento di Fougasse e della sua famiglia, che furono suoi ospiti per diversi giorni, è quello di grande ammirazione per il suo indomito carattere e per l’ancora brillante ingegno, quel senso di rispetto commisto a venerazione che si prova davanti a chi rappresenta un pezzo di storia vivente: la Principessa di Canino, che era stata moglie di Luciano, cognata di Napoleone il Grande, era al presente zia del Presidente Pio IX, Senigallia della Repubblica Francese, che a breve sarebbe divenuto Imperatore (Napoleone III). Lo scrittore e la Principessa Bonaparte durante una passeggiata per le vie di Senigallia incrociano un gentiluomo della città: è un incontro casuale e fugace, risoltosi in un condiscendente sorriso da parte della dama e il gesto di togliersi reverenzialmente il cappello da parte dei due signori. Un fatto di pochi secondi, che però rimane impresso nella memoria dello scrittore anche a distanza di quindici anni, ricordo indelebile perché il personaggio incontrato era un Mastai. Così riferisce il libro: “Ricordo ancora che in prossimità delle porte della città incontrammo sulla strada un signore di gran bello aspetto, che ci salutò con molto garbo e che era né più né meno il fratello di Pio IX, la cui famiglia risiede a Senigallia. Questo personaggio professava allora i principi più liberali […]”. Del signore incontrato non viene esplicitato il nome, ma è facile arguire che si trattasse di Giuseppe, il secondogenito dei fratelli del Papa, nato nel 1782. Le notizie pur frammentarie della sua vita depongono per una esistenza molto movimentata, per non dire romanzesca. Egli era l’unico, tra i Mastai senigalliesi discendenti dallo stesso ramo cui apparteneva il Pontefice, ad avere abbracciato la carriera militare. Dopo avere servito giovanissimo nell’esercito austriaco, da cui si dimise nel 1800 con il grado di Tenente di Cavalleria, fu nelle Guardie Reali del Corpo di Etruria, quindi Vice Console di Senigallia del Re delle due Sicilie. Ufficiale nell’esercito di Gioacchino Murat, prese parte all’eroica resistenza della piazzaforte di Gaeta nel 1815; da ultimo fu Tenente nella Gendarmeria Pontificia. Quanto alle magistrature civili senigalliesi fu Gonfaloniere nel periodo 1856-58 e quindi in questa veste accolse suo fratello Pio IX durante la visita che il Pontefice tributò alla sua terra e casa natale nel maggio 1857. Per tornare all’incontro per strada con la Principessa Bonaparte, il Fougasse a proposito del Conte Giuseppe, che professava principi “irrefutabilmente ultra liberali” (definizione di A. Mencucci in “La genealogia della famiglia Mastai-Ferretti”), così continua: “[...] cosa del tutto naturale nel fratello del [Papa] primo promotore del movimento europeo, di cui non facciamo che intravedere oggi la potenza e la portata.”. “Il futuro papa Pio IX aveva dimostrato le sue inclinazioni liberali durante i moti del 1831 quando, delegato straordinario a Spoleto e Rieti, trattò un accordo fra gli insorti e le truppe pontificie, impedendo un massacro a Spoleto e concedendo un lasciapassare ai liberali che avevano deposto le armi. Eletto Papa nel conclave del giugno 1846 […] le idee liberali del nuovo Papa produssero profondi rinnovamenti nella struttura dello Stato pontificio. Quando nel 1848 scoppiarono moti insurrezionali in tutta Italia, concesse una forma di Costituzione e si spinse fino ad inviare un corpo di spedizione di regolari pontifici […] contro gli austriaci, già impegnati dagli insorti lombardi” (da P. Bordini, mondodelbelli.blogspot.com/2010) Conclude il Fougasse: “E a questo proposito la Principessa, parlando del Capo della Chiesa, ci disse un giorno: “Eppure è Lui ad avere cominciato”. Riflessioni che le suggerivano allora le rappresaglie reazionarie del 1850, che più tardi diedero luogo ad una circostanza troppo drammatica e troppo personale in cui fu coinvolta l’illustre vedova, perché non se ne faccia menzione in questi ricordi.”. È questo il punto nel quale il Fougasse inserisce le pagine riguardanti Girolamo Simoncelli. Flavio e Gabriela Solazzi GIORNATA DELLA MEMORIA Avendo terminato di leggere pochi giorni or sono il libro I racconti di Kolyma di Valmar Shalamov, in occasione della ricorrenza appena trascorsa, non ho potuto fare a meno di richiamare alla mente le tante, troppe similitudini che tale raccolta di racconti ha con un altro ben noto libro di un autore italiano, si tratta del celeberrimo Se questo è un uomo di Primo Levi. Cerco di procedere per gradi, quindi, pur essendo sufficientemente informata sui fatti e sui significati, mi connetto e avvio una ricerca per avere conferme e maggiore chiarezza. Il primo termine che vado a digitare sul motore di ricerca Google è Shoah e all’apparire della prima pagina dei siti corrispondenti, inizio ad aprire e leggere le prime notizie che trovo. Così apprendo in modo più esteso il significato di questa parola di origine ebraica, che letteralmente indica “distruzione” e che è diventata un termine politicamente corretto per descrivere lo stermino degli ebrei e si contrappone in modo definitivo alla parola Olocausto, retoricamente assunta per indicare la sterminazione de- gli ebrei e di altre minoranze (omosessuali, rom, oppositori politici, portatori di handicap, etc.) da parte del Terzo Reich, anche fin troppo sfruttata dai massmedia e spogliata del reale significato, precedentemente usata fino alla metà degli anni ’80 e proposta dal Premio Nobel Elie Wiesel, deportato e sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti. La parola Olocausto, indicando un sacrificio per propiziarsi la benevolenza delle divinità bruciando interamente una vittima, fu contestata dalla Comunità Ebraica, non essendo stato il genocidio un’azione arbitraria decisa dal popolo stesso. Quindi Olocausto si riferisce allo sterminio compiuto dai tedeschi di tutte le minoranze sopra citate (per metonimia, pur essendo sfruttato in senso più lato per indicare anche altre catastrofi simili), Shoah vuole indicare solo il genocidio degli ebrei... Continua su www.ecomarchenews Filomena Manno Una giornata piena di baci da tutti noi... 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Potrai vedere la vera fisionomia di questa valle senonica. “Panem et circenses” diceva quello, e se c’è il pane bisogna imparare l’arte del tagliare il prosciutto. Punto uno: mettere l’arte in una morsa. Punto due: spogliare l’arte della sua cotenna, mettendola a nudo e praticare i primi tagli al superfluo. Punto tre: per i tagli, la lama deve essere sempre tenuta di piatto. In particolare i tagli all’italiana sono quelli che procedono per tutta la lunghezza, noti come tagli indiscriminati. Ma prosciutto è sinonimo di maiale e quando un maiale nasce conosce già la sua fine. Il segreto dei tagli sta nell’usare il coltello come una sega, non serve alcuno sforzo, si tratta solo di partire. Il resto viene da sè. Per il pane ringraziate Antonio Ferrer e per il prosciutto ringraziate i decretini ministeriali. Ostra. A Ostra fa freddo, ma tutto va bene. Partiamo da sabato 12 febbraio. Alle ore 21e15 il “Laboratorio teatrale Officina” presenta “Le nozze” che il regista Fabrizio Bartolucci ha tratto da Brecht. Il giorno dopo il teatro è ancora aperto perchè lo occupa “La compagnia Ferruccio Filippazzi” con “Vita da gatti” alle 17. Sabato 19, non fatemelo ripetere, alle 21e15 il monologo “Novecento” di Baricco interpretato dalla “Vitelloni Band”. E torna Antonio Lucarini il 5 Marzo con “Nera la luna”. (SEGUE dal numero precedente. La prima parte è anche su:www.ecomarchenews.com). L’intervista a Luciano Olivetti, attuale allenatore dell’Acli San Silvestro. con i capelli che cominciano a diventare bianchi, se non proprio a cadere... ecco, io vorrei invece rivalutarli questi giovani e ricordarsi un po’ di più come eravamo noi, perché mi ci metto anche io, a loro età e cosa combinavamo! Vi racconto un episodio: 1° di campionato, dico ai miei ragazzi che si farà un aperitivo al Circolo di San Silvestro, che è diventata un’usanza quest’anno, ma che prima io andavo alla messa, e se qualcuno voleva poteva farmi compagnia. Quando sono arrivato in chiesa li ho trovati tutti. Significa poco, niente oppure tantissimo: non erano certo diavoli prima e non sono santi ora, ma sono solo dei ventenni o poco più che vanno apprezzati e rivalutati e non giudicati approssimativamente con frasi fatte e luoghi comuni. Corinaldo. Avanspettacolo fondamentalista di Cristina Pezzoli al Goldoni, dal titolo “Sorelle d’Italia”. 26 Febbraio ore 21e15. La stagione amatoriale ci offre invece: “C’era una volta ...Morricone” il 12 febbraio, “Taxi a due piazze”, il 27 febbraio alle 17 e “Single” il 12 Marzo. Non mi dimentico di certo di segnalare al 53% della popolazione mondiale che l’8 marzo al Goldoni va in scena “Divini veleni”. Senigallia. Da segnalare lo slittamento del concerto di Raphael Gualazzi al 27 Febbraio sempre alla Rotonda, sempre alle 17. Spostato anche il concerto, per voce e piano solo, di Morgan. Parlando di certezze, ricordo “Tango” di Roberto Herrera il 10 Febbraio alle 21 alla Fenice. Alla Rotonda invece si seguiranno a ruota tre concerti, il 20 Febbraio alle 17, con Javier Girotto, il 3 Marzo alle 21, il marchigiano Lorenzo Di Bella e il 13 alle 17 il compositore premio Oscar Luis Bacalov. “Carne macinata per l’universo: gli eroi ci hanno rubato”, conferenza spettacolo con lo scrittore Maurizio Maggiani all’Auditorium S.Rocco il 25 febbraio alle 21. Continua quindi la serie di incontri e spettacoli sul risorgimento. Fratelli d’Italia le celebrazioni proseguono. L’evasione fiscale compie 150 anni. Andrea Storoni AC L I S A N S I LV E S T R O : s q ua d r a g i o va n e Una fortuna l’aver trovato così tanta disponibilità, in campo e fuori, da parte dei tuoi ragazzi. Mi ripeto: ho visto passare e crescere tre diverse generazioni di San Silvestro, e devo dire che dal punto di vista caratteriale, questa mi sembra migliore delle altre. Sarà che rispetto a 15 anni fa c’è un atteggiamento diverso dal punto disciplinare nel torneo aziendale, ma ho notato che la differenza rispetto a prima si vede, eccome se si vede! Devo dire che quando mi avevano riproposto di tornare per allenare questo gruppo di “pischelli” non ero molto entusiasta. Non per colpa loro, ma perché semplicemente non ne avevo voglia: quando devi fare una cosa giusto per farla, allora è la volta buona che ti viene male, sicuro. Giusta considerazione. Tornando alla stagione agonistica, bassi e poi alti, bel gioco, ma soprattutto una partita da menzionare per mille motivi: il derby contro l’Amatori Marzocca. Splendida atmosfera e bella partita: è finita con la loro vittoria per 3 a 2, e ci sta, vista la differenza di valori tecnici tra le due squadre, ma in quanto a grinta e combattività su ogni pallone la sfida è finita in parità. Volevamo giocarla allo stadio di Marzocca, ma la pioggia caduta nei giorni prima ha trasformato il campo in un vero e proprio lago, Quindi tutti soddisfatti? costringendoci a traslocare a Borgo Catena. E’ andata Si, anche se mi piacerebbe parlare di alcune questioni che come andata, ma mi posso rammaricare solo del risultato, mi stanno a cuore: sento in giro, anche dalle nostre parti, perché per il resto è stata una piacevole giornata di sport, molte critiche sui giovani in generale, da parte di qualcuno ma di quello vero: sana rivalità, i miei che danno tutto ciò Ed invece hai accettato. Pentito o contento? Stracontento!!! Un inizio difficile, ma facendo un passo alla volta ci stiamo riprendendo. Il gruppo c’è, ed è questo l’aspetto più importante e gratificante. Per il Circolo di San Silvestro invece l’aspetto più importante è poter finalmente avere una squadra che li rappresenti e che li potrebbe rappresentare ancora per molti anni, vista l’età media bassissima. che avevano, più di cento persone che hanno assistito alla gara e terzo tempo come nel rugby a mangiare e bere tutti insieme. Non vedo l’ora che arrivi il ritorno, per replicare il tutto, tranne il risultato, ovviamente. Oltre a vincere il derby, sappiamo che c’è un desiderio molto più grande che vorresti si avverasse il prima possibile. Beh, si… il mio sogno è quello di realizzare un campo di calcio a San Silvestro, ma la vedo difficile: sai, è solo dal 1990 che se ne parla di questo progetto! Crepi il lupo e grazie a te, ma se potevo volevo approfittare di questo spazio che mi avete dato così gentilmente per ringraziare gli sponsor della società, che sono il Ristorante Freccia Azzurra, il già riportato ACLI, Senauto, Tinteggiatori Baldoni Sandro e Cristiano e Arte Verde di Nico Olivetti e infine ci tengo particolarmente a citare un giocatore di Senigallia con cui ho affrontato mille battaglie sul terreno di gioco e vinto insieme con tre maglie diverse: Giorgio Diambra, un mediano con gli attributi e grandi doti tecniche, sprecato alla Uisp, e soprattutto una persona eccezionale, fantastica, che ogni allenatore e giocatore vorrebbe avere nella propria squadra. Io ti ringrazio per il tempo concessoci e ti faccio i più sentiti in bocca al lupo per il proseguo della stagione. Antonello Pace Calcio Uisp: CHE DERBY! Che cosa hanno in comune i campionati della Uisp con la magistratura italiana, lo spostamento dei continenti e Amauri? Ovvio, la lentezza!!! Il problema è sempre quello: quando piove, non importa quanto o quando, non si gioca. A questo punto, è lecito pensare che i nostri campi, che poi non sono nostri (ed è questa la causa scatenante di tutto il disastro!), siano delle aree protette dell’Unesco, al pari delle Dolomiti o i sassi di Matera! Inutile aprire per l’ennesima volta la discussione sull’immobilismo e la mala organizzazione che aleggia nel Comitato di Senigallia, quindi tanto vale sperare nel meteo e interessarci a quel poco che il torneo ha offerto fino ad ora. In serie A, a un paio di gare dalla fine del girone di andata (siamo a febbraio… è semplicemente imbarazzante!), la vetta della classifica è leggermente affollata, e almeno una metà di chi vi alloggia non era stata invitata ad inizio anno: ci sono i campioni in carica dell’Acli Casine, c’è il Real Vallone di Ruscetti con il dente avvelenato, ma ci sono anche le due squadre di Ripe, Atletico e Passo, che stanno lì, a conquistare punti e credibilità. In un fazzoletto ben quattro squadre, diversissime tra loro, tranne che per la presenza nelle rispettive file di un uomo-gol, il bomber (ogni squadra ce l’ha, magari solo come soprannome, ma ce l’ha!), quel giocatore che quando sei in difficoltà te la butta dentro al momento giusto e ti fa vincere. Le Casine, oltreché il solito e collaudato collettivo, può contare su Antonio Marabese, il Vallone su un attacco stellare supportato da centrocampisti con il fiuto del gol, l’Atletico Ripe ha in squadra il pichichi del torneo, Giammarco Biagetti (con cui ci congratuliamo per gli undici gol fin qui realizzati e anche , e soprattutto, per la nascita di Tommaso, il suo primogenito) e il Passo Ripe… ecco, i ragazzi di Giovanni F e b b r a i o Bonvini questo mese meritano un’attenzione particolare, perché quel che stanno facendo ha dell’incredibile a mio avviso (ve lo posso assicurare: ho giocato con loro l’anno scorso… anche se nessuno se n’è accorto!): come i cugini di mister Luca “Statistica” Biagetti, anche gli albiceleste sono partiti a fari spenti ad inizio torneo e adesso si trovano a lottare per il titolo, dopo una striscia, ancora aperta, di otto vittorie consecutive! Il merito di questo exploit va equamente suddiviso tra l’operato di mister Bonvini, personaggio sanguigno e a volte un po’ troppo sopra le righe (ha collezionato più squalifiche lui che tutti i ciclisti professionisti messi insieme!), una società sempre attenta e presente (soprattutto nei dopo gara… grande ragazzi!!!!) e un bel gruppo di giocatori, tra cui, e mi riallaccio al discorso precedentemente fatto, Matteo Fiscaletti, terminale offensivo di grande efficacia (arrivato già a nove segnature quest’anno) ma anche il portiere Eddy Beciani, i difensori “vecchia scuola” Gabriele Manocchi e Moreno Paialunga, e poi i piedi buoni di Michele “Poli” Orianda e la creatività di Giuseppe Pace a centrocampo… insomma, ce n’è per tutti i gusti! Tempo permettendo, questo sarà un mese decisivo per le sorti del campionato del Passo Ripe, con una serie di test-match probanti, a partire dalla gara più sentita e mai come questa volta decisiva dell’intera stagione: il derby contro l’Atletico Ripe, di cui parleremo in maniera più approfondita nel numero successivo. Novanta minuti da vivere e raccontare, dove la posta in palio, per la prima volta forse nella storia delle due “rivali”, non sarà solo la supremazia cittadina. A.P. SERVIZI IMMOBILIARI FINANZIARI SA 374 SENIGALLIA centro storico: appartamento di 53 mq calpestabili disposto su due livelli. Primo secondo senza ascensore. Ingresso, soggiorno con angolo cottura, bagno e scala per zona soppalcata con camera, cabina armadio e ripostiglio. Ottimo capitolato. 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Euro 300.000 trattabili SA 369 SENIGALLIA Cesano: a brevissima distanza dal mare, in palazzina degli anni ’80, vendiamo appartamento di 58 mq completamente ristrutturato nel 2002 con ottimi materiali con terrazzo abitabile coperto e in parte verandato con vista panoramica. Euro 185.000 SA 342/C SENIGALLIA centro storico: app.to di 50 mq circa su due livelli in palazzina in fase di ristrutturazione. Composto da soggiorno con cucina a vista al primo piano; al piano superiore da camera matrimoniale e bagno entrambi con illuminazione a velux. Ottime rifiniture. Euro 225.000 SA 444 MONDOLFO Marotta: soluzione fronte mare, indipendente su due livelli . Soggiorno con angolo cottura e bagno al piano terra; camera matrimoniale, bagno e balconcino al primo e ultimo piano. Piccolo scoperto privato nell’ingresso. Euro 145.000 SA437/B SENIGALLIA Montignano: in palazzina di recente costruzione vendiamo appartamento di 74 mq composto da soggiorno con angolo cottura, due camere e bagno. Ampia corte privata e garage di 25 mq. Ottime condizioni. Euro 190.000 SA 447 SENIGALLIA Marzocca: appartamento di 100 mq, fronte mare, al secondo piano, recentemente ristrutturato e in perfette condizioni. Composto da soggiorno, sala, cucinino, due camere matrimoniali, cameretta e tre balconi. Garage doppio. Euro 289.000 SA 336 RIPE: a due passi dal centro storico, appartamento in casa bifamiliare, piano terra con ampio giardino di 200 mq composto da ingresso indipendente, soggiorno, cucina abitabile, corridoio, 2 camere grandi e ampio bagno completamente rifatto. Occasione. Euro 115.000 trattabili SA 254 Mondolfo prima collina: appartamento di recentissima costruzione, con ingresso indipendente,61mq, con soppalco in legno di 22 mq, ampio garage con bagno e zona lavanderia. Spazio esterno di proprietà e suggestiva vista mare e colline. Finiture extra capitolato. Euro 190.000 SA 445 SENIGALLIA Cesano: in palazzina a breve distanza dal mare vendiamo appartamento trilocale di 62 mq composto da soggiorno con cucinotto, due camere e bagno. Due balconi, garage e posto auto privato. Euro 220.000 trattabili 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m SA113/B SENIGALLIA Borgo Passera: appartamento di 65 mq al primo e ultimo piano in palazzina bifamiliare di nuova costruzione con ingresso indipendente. Composto da soggiorno con angolo cottura, camera matrimoniale cameretta, bagno, disimpegno e ampio terrazzo di 55 mq. Soffitta di 65 mq con bagno e terrazzo. Garage al piano terra. Euro 245.000 SA 449 SENIGALLIA zona Ospedale: in palazzina anni ’80 in zona residenziale vendiamo appartamento di 100 mq circa al piano terra con ingresso indipendente. Ampio salone con camino, cucina abitabile, due camere matrimoniali, bagno e giardino privato di 100 mq. Posto auto e cantina di proprietà. Euro 240.000 13 rubriche L E E M O Z I O N I 5°parte L’IMBARAZZO L’ANGOLO LEGALE a cura a cura della Dott.ssa dell’Avv. Anna FARETTA Elena DISCEPOLI Psicologa e volontaria DDP MEDIAZIONE e CONCILIAZIONE L’imbarazzo è un’emozione più facile da descrivere che da definire, e ciò perché al termine vengono attribuiti molti significati anche distanti fra loro. Vi è il significato di “ingombro o peso materiale”,con riferimento a dimensioni fisiche ingombranti o sensazioni di disagio dell’organismo, quello “cognitivo”, relativo al non sapere cosa fare o non fare, e quello “emotivo”, caratterizzato dal disagio che sorge in una situazione sociale e che è spesso manifestato esternamente. L’imbarazzo differisce dalla vergogna anzitutto perché ci si imbarazza solo in presenza di altri, mentre la vergogna si prova anche da soli e per lungo tempo; in secondo luogo perché l’imbarazzo nasce in genere per l’infrazione, vera o temuta, di regole sociali anche non condivise, mentre la vergogna è il segnale della rottura di regole morali alle quali il soggetto aderisce. Un’altra distinzione può essere fatta tra imbarazzo e timidezza e consiste nel fatto che il primo è un’emozione temporanea, legato agli eventi sociali e alle persone coinvolte, mentre la seconda è un tratto stabile del carattere di un individuo, che si ritiene socialmente inadeguato. Il nucleo dell’imbarazzo consiste in una perdita della propria autostima, che a sua volta dipende dalla perdita della stima pubblica. Inoltre questa emozione è funzione della situazione specifica nella quale si trova il soggetto: ad esempio, una persona che si imbarazza a parlare in pubblico, può essere disinvolta quando canta in pubblico o viceversa. L’imbarazzo sorge in dipendenza dei valori e delle regole che intendiamo rispettare, della percezione che abbiamo di noi stessi, e di quale aspetto della nostra personalita’ sia per noi prezioso e quale, invece, trascurabile. Ad esempio a qualcuno non interessa avere un’immagine di persona puntuale e precisa e, dunque, non avrà problemi nel mancare un appuntamento o nel ritardare una consegna, fino al punto di sentirsi gratificato dal suo potere di condizionare il lavoro altrui. Per altri, invece, la stesse situazioni possono essere vissute come fonte di grave imbarazzo e tali da rovinare la propria immagine. Ovviamente le situazioni che creano imbarazzo sono profondamente diverse a seconda dell’età, del sesso, e dell’occupazione. Possono provare imbarazzo, per esempio, una casalinga per una visita inaspettata, sapendo che la propria casa e’ in disordine, un’adolescente ai primi inviti ad una festa da ballo, oppure un ragazzo che incontra per la prima volta i genitori della fidanzata. L’imbarazzo è inoltre una emozione contagiosa, dato che non solo l’imbarazzo di qualcuno che ci è vicino crea in noi ulteriore imbarazzo, ma si puo’ provare imbarazzo anche al posto di un’altra persona, nel caso in cui assistiamo a suoi comportamenti che riteniamo sconvenienti, pur non essendone responsabili ad esempio, quando un nostro commensale si rovescia addosso un piatto, oppure quando parliamo con uno straniero che non conosce bene la nostra lingua. Ridurre il sistema giudiziario italiano rispetto al carico degli arretrati e al rischio di accumulare nuovo ritardo. E’ questa la finalità del nuovo istituto della mediazione civile e commerciale, approvato con il decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28 attuativo della riforma del processo civile. Si tratta di una novità importante nell’ambito giudiziario: è l’istituto della mediazione ed è l’attività svolta da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o più soggetti - sia nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia - sia nella formulazione di una proposta per la risoluzione della controversia. La mediazione è lo strumento per addivenire alla conciliazione. Per arrivare a ciò vi è il supporto degli organismi, ovvero enti pubblici o privati, abilitati a svolgere il procedimento di mediazione iscritti in un registro istituito con decreto del Ministero della Giustizia. Chiunque può accedere alla mediazione, purché si pongano questioni inerenti diritti disponibili come: condominio; diritti reali; divisione; successioni ereditarie; patti di famiglia; locazione; comodato; affitto di azienda; risarcimento del danno derivante da circolazione di veicoli e natanti; risarcimento del danno derivante da responsabilità medica; risarcimento del danno derivante da diffamazione con il mezzo della stampa o altro mezzo di pubblicità; contratti assicurativi, bancari e finanziari. E’ sufficiente presentare la domanda di mediazione presso l’organismo competente, indicando: l’organismo; le parti; l’oggetto; le ragioni della pretesa. La mediazione si svolge davanti all’organismo presso il quale è stata presentata la domanda. Il responsabile dell’organismo designa un mediatore, fissando il primo incontro tra le parti (non oltre 15 giorni dalla domanda). Viene data comunicazione all’altra parte. Il mediatore cerca un accordo amichevole, se si raggiunge l’accordo il mediatore redige processo verbale, sottoscritto dalle parti. L’accordo non contrario all’ordine pubblico a norme imperative viene omologato con decreto del presidente del Tribunale, nel cui circondario ha sede l’organismo, con accertamento della regolarità formale. Il verbale omologato è titolo esecutivo per l’espropriazione forzata, per l’esecuzione in forma specifica e per l’iscrizione di ipoteca giudiziale. Se non si raggiunge l’accordo, il mediatore forma processo verbale con indicazione della proposta e delle ragioni del mancato accordo e inizia il processo civile. Il provvedimento che definisce il giudizio corrisponde interamente al contenuto delle proposta conciliativa, il giudice: A) esclude la ripetizione delle spese della parte vincitrice che ha rifiutato la proposta, relativamente al periodo successivo alla stessa; B) condanna al pagamento delle spese processuali di controparte; C) condanna al versamento di un ulteriore somma, di importo corrispondente al contributo unificato dovuto. Il mediatore è tenuto all’obbligo di riservatezza, rispetto alle dichiarazioni rese ed alle informazioni acquisite. Tali dichiarazioni e informazioni acquisite nel corso del procedimento non possono essere utilizzate nel giudizio avente il medesimo oggetto anche parziale iniziato o riassunto a seguito dell’insuccesso della mediazione. Il mediatore non può essere tenuto a deporre sulle dichiarazioni delle parti, conosciute nel procedimento di mediazione. Tutti gli atti, documenti e provvedimenti relativi al procedimento mediatorio sono esenti dall’imposta di bollo e da ogni altra spesa, tassa o diritto di qualsiasi specie e natura. Il procedimento di mediazione ha una durata di 4 mesi. Se i lettori hanno qualche domanda da porre all’Avvocato possono scrivere a: [email protected] MACELLERIA Catamarca Carni porta Braschi aperto a pranzo e cena da da lunedì lunedì aa sabato: sabato: 8:00 16:30--20:00 20:00 8:00--13:00 13:00 16:30 cucina e pizza anche da asporto Largo Puccini, 11 Senigallia (AN) Tel. 071 7931044 14 Alimentari - Salumeria - Arrosti Pronti Carne di Vitello - Maiale - Agnello - Pollame Specialità in taglio: Asado Argentino Via Lago di Garda,12 Borgo Ribeca - Senigallia Cell. 329 9376865/392 0960511 F e b b r a i o a cura della dott.ssa Petronela NITA Medico Chirurgo specialista in dermatologia e venereologia VASCULITE DA BROMO Mi arriva una paziente in studio, lamentando severa stanchezza e la comparsa di pustole, su tutto il corpo, erosioni a livello delle mucose, con aspetto clinico di vasculite. Le vasculiti hanno molteplici cause come infezioni virali, batteriche, cause tossiche, ecc. Dall’anamnesi risultava che la paziente non assumeva farmaci escluso il bromazepam, da circa 2 anni, senza problemi e non in modo continuativo e di aver avuto una broncopolmonite curata con antibiotici, cortisone e sciroppi per la tosse. Escluse le patologie batteriche, virali ed infettive in generale, valutando il valore del bromo nel sangue, questo risultava aumentato. Eliminando la causa (bromazepam ed i vari sciroppi contenenti bromo), seguendo la terapia per la vasculite (secondo i protocolli) e la disintossicazione, abbiamo ottenuto la guarigione delle ferite. La vasculite è un’infiammazione dei vasi a livello della cute, mucose ma anche a livello polmonare (aspetti radiologici che possono mimare la broncopolmonite) e renale. Racconto questo caso, per evidenziare l’importanza dell’anamnesi per arrivare alla causa di una patologia che spesso dà un quadro clinico identico, ma generato da cause diverse. Senza individuare la causa, la terapia si potrebbe prolungare a lungo, senza benefici e tante volte con severi effetti collaterali. Rimane importante individuare la causa tossica ed eliminarla per favorire la terapia in tempi più brevi e per impostare una terapia di disintossicazione. Il bromismo è un’intossicazione da ingestione da preparati a base di bromo che a livello neurologico si manifesta con astenia, depressione, disturbi della personalità. Il bromo lo possiamo trovare in alcuni medicinali, nelle piscine, negli agenti per la fotografia, vernici, antiparassitari (spray per uccidere insetti). Una concentrazione di bromo intorno a 0.5 mg/l nell’acqua delle piscine può causare irritazione a livello delle mucose, congiuntiviti irritative, vulviti, balanopostiti, ecc. L’uomo può assumere bromo attraverso la pelle, il cibo, la respirazione; il bromo organico è neuro tossico e viene impiegato in un quantitativo di 20gr/20mc di acqua per sterilizzare l’acqua nelle piscine. Le sostanze che si formano quando elementi organici reagiscono con il bromo, potrebbero esporre al rischio di genotossicità danneggiando il materiale genetico e così favorendo lo sviluppo di tumori nella persona con predisposizione genetica. Altri rischi nei casi di intossicazione con bromo organico sono, oltre ai problemi di infiammazione tossica a livello delle mucose oculari, respiratorie, ecc., anche dei danni a livello del fegato, polmone, milza ed altri organi. JAHVE’, DIO E ALLAH: FALSE DIVINITA’ 101 motivi per credere solo nell’uomo di Dante Svarca Edizioni ALBATROS Come scrive l’astrofisica Margherita Hack che ne ha curato la prefazione: questo libro esamina in dettaglio le contraddizioni, le superstizioni di cui sono costellate le religioni, tutte. Particolarmente, nel libro, vengono esaminate le tre più diffuse al mondo: ebraismo, cristianesimo e islamismo. L’uomo è comparso sulla terra due milioni di anni fa e l’idea di dio è apparsa, per la prima volta, 30.000 anni fa. “Abbiamo” dio ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: l’umanità è sempre più lacerata. L’autore del libro, Dante Svarca – alla sua seconda pubblicazione (dopo Nika, un saggio sulle origni del cristianesimo) – parla di un dio assente dalla vita quotidiana della gente, un dio insensibile al dolore dell’umanità. “L’assente, il latitante, il misterioso, l’inesistente ha fallito”. “Se mai ci fosse stato un dio – afferma ancora l’autore – o qualche altro essere cosciente che avesse contribuito alla creazione della vita sulla terra, da tempo si sarebbe ritirato dalla sua creatura, mortificato dall’insuccesso”. Colpisce duro, Svarca, la sua è una forte critica alle Scritture, cominciando da quelle ebraiche e coraggiosamente e un pò donchisciottescamente impugna un duro attacco teologico, partendo già dalla Creazione “Non ha senso perché la creazione non è affatto un disegno intelligente”. Il titolo del libro “Jahvè, Dio e Allah: false divinità , 101 motivi per credere solo nell’uomo” è esplicito. C’è fin da subito una presa di posizione netta, decisa. In più di 400 pagine – di fruibile lettura grazie anche alla suddivisione in capitoli – si dice molto. E’ pieno di riferimenti, citazioni, c’è tanto studio dietro. Una teoria approfondita e argomentata. Perché, soprattutto per il cristianesimo, è la pratica che ci coinvolge tutti, ma la teoria la conoscono in pochi, anche i più fedeli. Forse se si conoscessero maggiormente certi dogmi, scatterebbero riflessioni e diverse consapevolezze. Per Svarca, inoltre, non può esserci alcun accordo tra fede e ragione così come tra Religione e Scienza “ciò che realmente serve all’uomo non è la voglia di credere, ma il desiderio di capire”. “Tra fede e ragione non può esserci alcun accordo perchè interpretano la natura in maniera diametralmente opposta - afferma Svarca - la fede facendo ricorso alla metafisica, la ragione alla scienza. Le due visioni della realtà sono inconciliabili: la fede spiega la natura ricorrendo al sovrannaturale, a ipotesi indimostrabili (i tuoni, i lampi e la pioggia sono manifestazioni del divino), mentre la ragione lo fa attraverso il sapere scientifico e l’esperienza (formulazioni di ipotesi e loro verifica empirica)”. E cita Schopenhauer: O si pensa o si crede. Togliere dal cielo dio non significa rimanere senza ideali. Scorrendo la prefazione del libro, la Hack scrive: c’è chi si domanda se il credente abbia una sua morale. Una domanda assurda, come se uno dovesse agire in modo onesto e responsabile verso il prossimo e verso se stesso solo per paura della punizione divina. L’ateo agisce eticamente per rispetto del prossimo e di se stesso, libero da dogmi. “Nel cielo bisogna mettere i sogni dell’uomo, i suoi ideali, la ricerca della giustizia, del benessere per tutti, l’eliminazione delle malattie e delle menomazioni, la ricerca di un futuro eterno per l’umanità, di mondo in mondo, di universo in universo”. La sola fede che non deve mai venire meno è quella in noi stessi. Certamente credere è più comodo che dubitare. Sta all’uomo decidere se vuole vivere nella realtà o nella fantasia. l.St. Il libro “Jahvè, Dio e Allah: false divinità” sarà presentato nella Sala del Trono di Palazzo del Duca a Senigallia sabato 19 febbraio alle ore 17.30. Alla conferenza dell’autore seguirà un dibattito. L’iniziativa è stata organizzata dalla delegazione di Senigallia del Circolo UAAR di Ancona. 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m r u b r i c h e a cura di NAVI 100% VEGETARIANO VENERE AMENDOLEA di Mirella Violi Mirella Violi, poetessa e giornalista messinese, con “Venere Amendolea” ci offre un poemetto d’assoluto pregio artistico e dal contenuto lirico appagante che conferma la raggiunta maturità espressiva della sua autrice. Rivisitati negli ultimi anni i luoghi d’origine dei genitori, dopo lunghe assenze se si considerano le annuali frequentazioni estive da ragazza, Mirella ha notato con profondo e malcelato dolore un decadimento di quell’amato territorio contrassegnato dall’Aspromonte fino ai lembi delle coste tirreniche ed ioniche e così ha voluto ridare loro una voce e una memoria letteraria, quasi per preservarli dall’incuria incalzante degli amministratori locali e dagli scempi ambientali perpetrati negli ultimi decenni da chi là vive, opera, investe o fa semplicemente affari. A dire il vero, le visioni magiche ed i dolci ricordi di quei luoghi l’hanno sempre accompagnata e non l’abbandonano mai da quando s’è trasferita a Roma per lavoro, sempre consapevole che la sua anima era rimasta quasi ancorata e smarrita là, tra le macchie e le onde della fiumara Amendolea, con la spensieratezza tipica delle adolescenti e con i sogni di un imminente brillante futuro nella capitale. La copertina, fortemente suggestiva ed ammaliante, con la statua di Venere Amendolea al centro in primo piano e sullo sfondo l’avito palazzo paterno circondato dalla tipica vegetazione aspro montana, attraversata dalla fiumara, evoca il richiamo ancestrale verso i luoghi dell’anima da cui l’autrice del poemetto è stata avvinta con un filo indissolubile. Infatti, trapela subito dai primi versi l’attaccamento forte e profondo alla terra dei propri avi e dei genitori,specialmente nei confronti di Bova oggi capitale della Bovesìa grecanica, luogo d’origine della famiglia paterna,situato nella costa ionica fra i tornanti d’Aspromonte. Mirella ci proietta d’un colpo, con l’eleganza e la levità insite nella sua scrittura raffinata e nelle precise scelte lessicali e grazie ad un registro per lo più elevato e solenne, in un mondo primordiale, fortunatamente lontano dal traffico urbano, dalle brutture del territorio in cui viviamo e dai guasti all’ambiente che civile più non è, purtroppo, nella nostra società contemporanea. Pagina dopo pagina, anzi, ci fa naufragare in uno stupendo lembo della nostra penisola, poco distante dallo Stretto di Messina, da quelle omeriche “Scilla e Cariddi” ancora memori dell’eroico Ulisse, dove invece la natura è quasi intatta, incontaminata con la varietà delle sue specie vegetali, con il fascino e la bellezza dei siti d’origine grecanica che rimandano, per incanto, alla suggestione ricorrente dei miti omerici rivissuti in chiave onirica da Mirella grazie ai ricordi adolescenziali legati alle dolci estati trascorse in quelle remote plaghe, nei dintorni dell’amato palazzo paterno sulla fiumara Amendolea. L’autrice, attraverso le parole ed il linguaggio poetico carico di un intenso magnetismo,dichiara qui in maniera straordinaria il suo amore per la Calabria e per la sua cultura millenaria, ricco di un vero vissuto, trasferendo e comunicando al lettore la suggestione dei temi trattati nonché l’autenticità delle emozioni scandagliate durante la sua stesura. Per quanto riguarda il contenuto, il poemetto “Venere Amendolea”, naturalmente dedicato ai suoi genitori,secondo me un testo di assoluto spessore artistico-letterario e di alta qualità poetica, si apre con un’introduzione sul grecanico segreto seguita da alcune note esplicative dell’autrice ed è strutturato in 6 capitoli, l’ultimo dei quali intitolato “Afrodite di miele e avorio” è un sincero omaggio alla Venere LamianaAmendolea, simbolo ideale delle donne di Calabria, ancora oggi coraggiose e tenaci fin dai tempi atavici, a testimoniare non solo miti,leggende,racconti di memorie e storie lontane ma anche a cullare fideisticamente i loro sogni e le speranze in una vita ed un futuro migliori per sé e per le giovani generazioni. a cura di Maria Paola CELANI hair Stylist Maria Stella MARTINES E s p e r t o i n Tr i co l o g i a specialiste in Pediatria Uno spazio tutto dedicato alla cura del capello. Molte sono le curiosità che raramente vengono soddisfatte perchè non si sa a chi rivolgersi. Abbiamo contattato un esperto che con amore e dedizione svolge la sua professione come un’Arte. I lettori hanno posto a Gonario le prime domande. Scrivi anche tu: [email protected] Da cosa dipende la forfora? La forfora puo’ dipendere da tanti fattori, anche perchè ne esistono di tre tipi e sono: pitirisiaca, seborroica, steatorroica. Le principali cause sono legate soprattutto all’alimentazione e allo stile di vita, fino ad arrivare alla scelta non corretta dei cosmetici. L’alimentazione incide sulla cute e sui capelli? Sì, l’alimentazione incide sulla cute e sui capelli perchè, se mangiamo in maniera non corretta, facciamo lavorare di piu’ il fegato e tutte le ghiandole sebacee e sudoripare lavorano in eccesso, portando più acidità al cuoio capelluto e tutto questo danneggia i capelli. Per curare la seborrea cosa è opportuno fare? Per curare la seborrea sarebbe giusto fare un peeling per detossinare la cute, poi usare un bagno capillare sebonormalizzante, e la cosa molto importante su cui insisto è curare bene l’alimentazione. Una curiosità: perche’ si formano le doppie punte? Le doppie punte si formano quando il capello perde i suoi componenti principali, cheratina, sali minerali ecc ecc, non per questo per toglierle bisogna tagliarli, sarebbe bene reintegrare i componenti persi, per ristabilire l’equilibrio naturale. Quanto vive un capello? Il capello vive dai 3 ai 5 anni, durante la sua vita, passa tre fasi: anagen che dura dai 3 ai 5 anni , catagen che dura un paio di settimane e telon che dura intorno ai 4 mesi Quanti capelli cadono al giorno? C’e’ un numero specifico? La media normale della caduta dei capelli giornaliera e’ di 100 capelli al giorno, Questo e’ il numero specifico. Questo varia da persona a persona avendo capelli diversi uno dall’altro, cambiando la quantita’ e il periodo. Come si curano capelli molto danneggiati senza arrivare a tagliarli? Per migliorare la qualita’ di un capello molto danneggiato, bisogna esaminarlo facendo un tricotest, per poter valutare il tipo di anomalia, e per capire la causa del danno. Se e’ danneggiato da trattamenti chimici possiamo riportarlo in equilibrio facendo una ricostruzione molecolare, dove al capello ridiamo idratazione e sali minerali che sono stati portati via con servizi tecnici. Facendo cosi’ evitiamo di tagliarli, anche perche’ la forbice e un ottino rimedio per dare linea a un capello, ma non per rinforzarlo. Vincenzo Prediletto F e b b r a i o delle dott.sse GONARIO Piccioni VIVI E VEGETARIANI TUTTO SUI CAPELLI E’ difficile parlare di vegetarianesimo. La maggior parte di noi crede che “il vegetariano” sia una sorta di alieno atterrato sulla terra che cerca di convertire gli esseri umani ad un’altra alimentazione. La risposta più comune è quella di sentirsi dire che tanto ci sono esseri umani che muoiono di fame, quindi perché preoccuparsi delle sofferenze degli animali? Oppure che la carne serve all’organismo o che l’uomo è onnivoro e mangiar carne fa parte della catena alimentare. Pochi invece sanno che proprio perché la metà del mondo muore di fame bisognerebbe smettere di mangiar carne. La stragrande maggioranza del cibo coltivato in tutto il mondo va a sfamare gli animali, parliamo di cibo che potrebbe essere utilizzato per sfamare esseri umani. Il relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’alimentazione, Jean Ziegler, ha definito “un crimine contro l’umanità” trasformare cento milioni di tonnellate di cereali e mais in etanolo, mentre quasi un miliardo di persone soffre la fame. Queste quantità sarebbero sufficienti a sfamare un miliardo e mezzo di persone che vivono in estrema povertà. A queste si devono ancora sommare 225 milioni di tonnellate di soia prodotte come mangime per animali. Questa motivazione basterebbe da sola. Ma un vegetariano potrebbe proporvene a centinaia. A molti di noi non interessa sapere da dove proviene la carne che mangiamo e soprattutto che trattamento ha ricevuto. Anche perché forse gli allevatori “intensivi” si guardano bene dal far sapere alla gente cosa succede agli animali. Castrati senza anestesia, sgozzati, marchiati, femmine ingravidate continuamente, ingozzati di cibo, costretti in spazi strettissimi a volte senza potersi girare per tutta la vita, imbottiti di antibiotici perché altrimenti non resisterebbero ai maltrattamenti, tagliati a pezzetti a volte ancora vivi, galline ovaiole nello spazio di un decimetro quadrato con luci accese notte e giorno ecc... Quanti di noi sarebbero disposti a fare personalmente un trattamento simile al proprio animale domestico? O ad un altro animale qualsiasi solo per ritrovarsi una fetta di prosciutto nel piatto? Eppure qualcuno lo fa per noi. Quanto siete disposti a tollerare la sofferenza di questi animali? E soprattutto, chi ha detto che queste povere inermi vittime sono state create per noi? Quale Dio permetterebbe simili atrocità? In natura il leone uccide la gazzella quando ha fame non quando si vuole divertire. L’uomo uccide centinaia di animali e la gran parte di essi finisce buttata nella spazzatura dopo che non è stata acquistata nei supermercati. E poi chi ha definito che l’uomo è una specie superiore e con quale presunzione ci si arroga questo diritto? Gli unici animali assassini siamo noi, questa è la realtà. Perché alla cattiveria umana non c’è limite. Si può, si deve fare una scelta. Mangiare il meno possibile alimenti di origine animale, idealmente nessuno, può contribuire alla soluzione. Senza considerare che la diete vegetariane ben calibrate sono adatte a tutti gli individui in tutti gli stati del ciclo di vita, compresa la gravidanza, l’allattamento, l’infanzia, l’adolescenza e per gli atleti. Le diete vegetariane tendono ad avere un apporto minore di grassi saturi e colesterolo e un apporto maggiore di fibre, magnesio e potassio, vitamina C ed E ed inoltre si può abbandonare completamente l’idea che i vegetariani non raggiungano l’apporto necessario di proteine, senza considerare che i vegani e i vegetariani hanno un tasso inferiore di tumori. Nonostante molti equivoci persistano ancora sappiamo tutti che gli allevamenti intensivi sono la cosa più inumana che esista e sappiamo che la vita, qualunque vita, ha un’importanza profonda. Atei o più credenti che si possa essere dobbiamo riconoscerlo. Nel momento in cui certe brutture entrano a far parte delle nostre conoscenze non si può più far finta di nulla. Sedersi nella tavola globale e avere la coscienza pulita non è possibile completamente (o forse si) ma quantomeno si può provare a non contribuire a sostenerla coi nostri soldi. a cura 2 0 1 1 _ w w w . e c o m a r c h e n e w s . c o m FLUIDIFICANTI PER BAMBINI Nei bambini le vie respiratorie tracheo-bronchiali hanno un diametro più piccolo rispetto a quelle dell’adulto in quanto in corso di sviluppo e per la loro caratteristica costituzionale sono più soggette a problematiche di tipo ostruttivo. E’ importante sapere che fisiologicamente il muco viene prodotto in quota variabile tra 10 e 100 ml/die ed esso è composto per il 95% di acqua che può essere libera o associata alla matrice mucosa ed il 5% è composto da materia solida (proteine, lipidi ed elettroliti). Il muco svolge un importante e fondamentale ruolo di difesa in quanto intrappola e rimuove germi patogeni, sostanze inquinanti, allergeni. Questi alterano la capacità di movimento delle ciglia poste sull’estremità cellulare rivolta verso il lume bronchiale, con azione mucocinetica (battito ciliare per depurare le vie aeree). La stasi di muco che si verifica durante per esempio un attacco virale o batterico favorisce la proliferazione dei germi e la loro patogenicità (capacità di dare malattia). Dal punto di vista clinico la tosse è l’evento conseguente volto ad espellere il muco in eccesso ed a liberare le vie aeree dei germi in esso inglobati: funge quindi da meccanismo di difesa. Nei bambini però la tosse può risultare poco efficace in quanto per l’anatomia delle loro vie respiratorie il ristagno di muco è maggiore, con conseguente maggiore probabilità di sviluppare un’infezione. Con queste premesse è opportuno scegliere una terapia adeguata per la tosse nel bambino. In linea di massima non debbono essere utilizzati i sedativi della tosse specialmente nei più piccoli, in quanto si viene a deprimere un importante meccanismo di difesa dell’organismo: agiscono sul sintomo tosse ma non sulla causa, il muco ristagna e la possibilità di un’infezione aumenta. I fluidificanti (spesso sono formulazioni orali in sciroppo o gocce e rettali in supposte) favoriscono lo scioglimento del muco regolandone la secrezione, ma nei bambini sotto i 2 anni non debbono essere utilizzati in quanto l’eccessiva fluidificazione del muco può ulteriormente ostruire le vie respiratorie peggiorando la situazione clinica del piccolo. Si raccomanda quindi, per il trattamento della tosse soprattutto nei più piccoli, di consultare il proprio medico pediatra che saprà indicare la terapia più idonea. A TU PER TU... con la Psicologa a cura della dott.ssa Maria Pia AUGUSTI Piercing e tatuaggi sono sempre più diffusi soprattutto fra gli adolescenti e poi ci sono protesi varie e interventi che modificano il corpo per contenere l’invecchiamento e pratiche che cambiano l’aspetto introducendo elementi estranei. Con il piercing si forano parti del corpo per inserire oggetti spesso metallici. I tatuaggi invece perforano la cute con aghi che introducono pigmenti più o meno indelebili nello stato sottocutaneo per disegnare figure decorative permanenti. Questi sono messaggi che esprimono il bisogno di piacersi, di affermare la propria autonomia tipica degli adolescenti: “Il corpo è mio e lo gestisco io”. Si sfida così il dolore, il rischio, il divieto degli adulti ma ci sono anche altri motivi. La moda, l’estetica, la socializzazione e l’appartenenza al proprio gruppo salvaguardando la propria individualità. I piercing e i tatuaggi sono entrambi richiami sessuali. Il fisico può risentirne e ci sono dei rischi: infezioni, controindicazioni, dolore e l’impossibilità di cancellare questi messaggi corporei. MOLINO e PANIFICIO OLIVI & C. s.r.l. Punti vendita : VIA MOLINO, 5 RIPE (AN) TEL. 071 7957176 VIA FIRENZE, 5 SENIGALLIA (AN) TEL. 071 64712 Consegna a domicilio Tra le specialità: pane toscano senza sale pane di farina macinata a pietra 15