Watou è un borgo ubicato all`estremo confine delle Fiandre. E che

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Watou è un borgo ubicato all`estremo confine delle Fiandre. E che
PERSMEDEDELING VAN MINISTER BERT ANCIAUX
VLAAMS MINISTER VAN CULTUUR, JEUGD, SPORT EN BRUSSEL
Watou è un borgo ubicato all’estremo confine delle Fiandre. E che ciò nonostante aspira a un profilo
internazionale. Qui, da oltre vent’anni, ci si pone una domanda: come mettere idealmente in relazione
tra loro parole, immagini e ambiente locale? Estate dopo estate, novecento poeti e milleduecento artisti
visivi hanno cercato una risposta, in un confronto a livello internazionale.
La poesia in lingua nederlandese e le opere di artisti fiamminghi e olandesi sono ogni anno i principali
protagonisti della rassegna Estate in poesia. Ma anche poeti e artisti di altri continenti si sentono a
casa propria a Watou: Cabrita Reiss, Rui Chaves, Francisco Ruiz de Infante, Michelangelo Pistoletto,
Masato Kobayashi, Diego Perrone, Yves Bonnefoy, Paul Eluard, Joseph Brodsky, Juan Manuel Roca,
Fernando Pessoa… Provengono da paesi diversi, ma gli organizzatori cercano di coinvolgere le loro
opere in un “complotto dei sensi”, mettendo temporaneamente in discussione gli abituali confini tra
arte visiva, poesia, musica e ambiente locale, senza per questo scardinare in modo troppo brusco
l’autonomia di queste discipline. Ciò che più colpisce è che sia la dimensione sensoriale il legante
ideale per unire queste espressioni artistiche in un ensemble ogni volta sorprendente.
Nel 2005, nel corso di una conferenza su Van Gogh tenuta a ’s-Hertogenbosch, il celebre poeta
olandese Rutger Kopland ha fatto esplicito riferimento al festival di Watou. “A Estate in poesia si è
colti spesso dalla piacevole sensazione di vivere un’esperienza vagamente assurda, qualcosa di
impossibile, che supera il confine di ciò che è pensabile e descrivibile.”
L’edizione 2007 era ispirata a un verso del poeta olandese H. Faverey, che ha anche dato il titolo alla
manifestazione: “Un buco nel silenzio: noise”. La rassegna giocava sul senso di impotenza che ci
prende ogni volta che cerchiamo di dire ciò che ci colpisce veramente. Molto spesso, in quei casi,
scegliamo di tacere, ma in quel silenzio si creano costantemente delle falle ed è il questo il tema che
hanno indagato a fondo i sessanta artisti invitati quest’anno. Responsabile della sezione artistica era
Giacinto Di Pietrantonio, che ha optato per un ensemble di opere polifoniche. Ma non pochi artisti
hanno esplicitamente chiamato in causa anche il silenzio.
Per quanto riguarda la poesia, accanto a quelle in lingua nederlandese sono state proposte soprattutto
liriche di poeti dell’Europa meridionale, nei cui versi echeggia tutta la ricchezza sonora che
contraddistingue le lingue romanze.
Estate in poesia 2007 è stata definita da diversi esperti una delle “estati” più belle di Watou, che in
quest’occasione ha anche attirato numerosi visitatori provenienti dall’Italia. Due circostanze che forse
hanno offerto a Giacinto di Pietrantonio lo spunto per riprendere questo evento nel contesto italiano.
Il fatto che il cuore della rassegna 2007 venga oggi riproposto nella mostra allestita allo Spazio
Oberdan di Milano non può che essere per me, come ministro fiammingo della Cultura, motivo di
soddisfazione. Dopo la ripresa dell’edizione 1998 nella sede di De Brakke Grond, ad Amsterdam,
Estate in Poesia torna a profilarsi chiaramente sulla scena artistica internazionale. La scelta di
“valicare i confini” è un’impresa audace, ma che testimonia anche il coraggio e la sensibilità
indispensabili quando ci si accosta all’arte contemporanea.
Bert Anciaux
Ministro fiammingo della Cultura, della Gioventù, dello Sport e degli affari brussellesi.