estate 2016 - istituto comprensivo "enrico fermi"

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estate 2016 - istituto comprensivo "enrico fermi"
Istituto Comprensivo “E. Fermi”
Reggio Emilia
ESTATE 2016
ATTIVITA' DI ITALIANO
PER GLI ALUNNI IN INGRESSO ALLA
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO 'E. FERMI'
1
L’attività estiva più importante per restare in allenamento, rilassarsi e mettere in
circolazione nuovi pensieri che fanno crescere è senza dubbio leggere.
Ti suggeriamo alcuni titoli tra i quali scegliere in base ai tuoi interessi. Non sono da
acquistare, puoi trovarli in biblioteca. Se non sei un lettore appassionato, non
preoccuparti: basta leggere con ritmo anche solo tre pagine al giorno, per godere di
una storia senza affaticarti.
LETTURE CONSIGLIATE
Dahl R., Matilde
Matilde è una bambina di 5 anni molto intelligente: ha imparato a leggere da sola, sa eseguire a
mente complicati. Il padre Enrico è un disonesto venditore di automobili usate, e la madre è una
donna fissata con la bellezza e con il bingo. Matilde si vendica dei genitori, che la trascurano
definendola stupida e bugiarda. Matilde viene mandata in una scuola elementare e scopre di avere
poteri…...
Nanetti A., Mio nonno era un ciliegio
E’ un libro estremamente poetico e delicato che sa catturare con la sua atmosfera l’attenzione e le
emozioni dei bambini. Tonino è affezionatissimo ai nonni e alla campagna che abitano: ama i
giochi all’aperto, la libertà che gli è concessa, il rispetto con cui sempre lo trattano.
Un albero in particolare è al centro delle sue avventure:
un ciliegio che Tonino impara a scalare con gli insegnamenti del nonno, compagno di giochi e
maestro nel rivelargli il significato delle parole del vento….
Piumini R., Il circo di Zeus. Storie di mitologia greca
Fin dal principio le otto storie del "Circo di Zeus" uniscono alle grandi immagini della mitologia un
ritmo e una forza di parola decisamente particolari. E non tutto, nello svolgersi del racconto, è
materia antica: tradizione e invenzione si mescolano e si colorano a vicenda, nell'eterna abitudine
della favola.
Rodari G., Fiabe e fantafiabe
Le "Fiabe e Fantafiabe" qui presentate danno misura della capacità di Rodari di intrecciare il piacere del
racconto e il gusto dell'ironia con l'impegno a valorizzare l'importanza della solidarietà, dell'amicizia e della
riflessione critica sul mondo che ci circonda. Prodigiosi mondi fiabeschi che richiamano la tradizione, ladri
di oggi astuti ma pasticcioni, viaggi nel futuro che hanno il sapore della scoperta imprevedibile uniscono con
straordinaria leggerezza realtà e fantasia, quotidiano buon senso e magia dell'imprevisto.
Spinelli J., Crash
Come si fa a tollerare un ragazzino che non reagisce alle provocazioni, non gioca con le armi, non
bada a come si veste e non ha mai mangiato un hamburger? Dal punto di vista di Crash, il
protagonista che narra la storia, neanche un alieno avrebbe potuto essere così assurdo. Così Crash,
che da grande vuole fare il giocatore professionista di football americano, si scontra anche con
Penn: prova a frequentarlo i primi anni di scuola primaria, si allontana da lui sempre più irritato e,
quando comincia la seconda media, decide di farne la vittima dei suoi scherzi da bullo, spalleggiato
dal suo nuovo amico ..
2
Sonnenblick J., Una chitarra per due
Alex, 16 anni, nutre dentro di sé un profondo rancore per la separazione dei genitori. Una sera, dopo
essersi ubriacato, ruba la macchina della madre con l’intenzione di catapultarsi a casa del padre. Ma
non ha considerato le conseguenze di un tale comportamento inconsulto. Nei 30 giorni che lo
separano dal processo, l’unico conforto per superare l’ostile clima familiare e il sarcasmo dei
compagni di classe è la sua passione per la chitarra elettrica. Accanto a lui l’amica di sempre, Laurie
Flynn, che in ogni occasione interviene in sua difesa come un invincibile guerriero, abile karateka
armata di una inossidabile fiducia nei confronti dell’amico.
Ammaniti N., Io non ho paura
Michele Amitrano, nove anni, si trova di colpo a fare i conti con un segreto cosí grande e terribile
da non poterlo nemmeno raccontare e per affrontarlo dovrà trovare la forza proprio nelle sue
fantasie di bambino, mentre il lettore assiste a una doppia storia: quella vista con gli occhi di
Michele e quella, tragica, che coinvolge i grandi di Acqua Traverse, misera frazione dispersa tra i
campi di grano.
Pitzorno B., La casa sull’albero
Tutti i bambini sognano, prima o poi, di avere una casa segreta dove vivere lontano da regole e doveri, nella
più assoluta libertà. Ma non tutti, però, sono fortunati come Aglaia, che va ad abitare insieme a Bianca,
un'amica grande, capace di incredibili prodezze, in cima a un fantastico albero sul quale crescono frutti di
ogni genere. E non tutti riescono a mettere insieme una famiglia stravagante composta da cani volanti, gatti
che parlano, neonati che miagolano e piante carnivore. Un fuoco d'artificio di sorprese e di invenzioni.
Morgenstern S., Prima Media
Margot ha una bella gatta da pelare, anche se la mamma le dice "ti abituerai": dopo un girotondo di
fototessere da fare con urgenza, questionari da riempire con pignoleria, valanghe di acquisti dal cartolaio e
incertezze in tema d'abbigliamento, sta per affrontare il grande debutto in prima media. E sapete cosa
significa avere di fronte un prof a cui dover dare del lei? E materie sconosciute? E compagni imprevedibili?
Ma è in gamba Margot: è destinata a contagiare tutti con i suoi divertenti "alfabeti" passati sottobanco, e a
diventare la grande timoniera della classe.
Cercenà V., Agatha Christie e il fazzoletto cifrato
Agatha ha dieci anni, lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri. E' una bambina timida e solitaria che adora
leggere le avventure di Sherlock Holmes e sogna di diventare un'investigatrice. La vita scorre per lei serena
nella grande villa dove abita in compagnia dei suoi genitori, dei suoi fratelli, di un'istitutrice svizzera,
piuttosto severa, di un pony e di un cane.
Finché un giorno un evento tragico e inaspettato verrà a turbare la sua tranquillità.
E sarà proprio grazie a lei, al suo intuito fine e alla sua determinazione a non accontentarsi delle sole
apparenze, se il mistero verrà risolto.
Un giallo avvincente, ricco di con colpi di scena che ha per protagonista una investigatrice di eccezione:
Agatha Christie, versione bambina.
3
Leggi i brani che seguono e svolgi le attività proposte.
LE MEMORIE DI ADALBERTO
Io sono nato settimino e così piccolo che entravo due volte in una manica. Per giunta ero senza
capelli, avevo la pelle color carota ed ero il primo maschio di una famiglia di donne.
Quando mi hanno visto, la mamma, la nonna e le zie hanno detto: “E’ tutto il nonno Alberto, più in
brutto”.
Il nonno Alberto è il fondatore della fabbrica di materassi che, come dice papà, “ci fa dormire tra
due guanciali”, insomma, che ci fa vivere bene.
La madre del nonno si chiamava Ada e, secondo lui, se fosse stata al mondo quando sono nato mi
avrebbe trovato bellissimo. E sarebbe stata l’unica.
Per farla breve, in onore del nonno Alberto, mio sosia, e della bisnonna Ada, unica mia ammiratrice,
sono stato chiamato Adalberto. Io ero allora troppo piccolo per protestare, ma mi hanno raccontato
che, quando mi hanno battezzato, ho strillato per tutta la cerimonia.
Voi capite che mettere nome Adalberto a uno che entra due volte in una manica ed è giallo come
una carota, è una grossa responsabilità: e se resta davvero di questo calibro, come farà a portare un
nome così impegnativo? Io credo che per questo hanno incominciato a misurarmi e a pesarmi tutti i
momenti e a festeggiare ogni centimetro e ogni etto in più.
Da parte mia ce l’ho messa tutta per non deludere le aspettative della famiglia e, con l’aiuto delle
vitamine e la mia buona volontà sono arrivato ad essere pressappoco come mi descrivo in questo
tema.
La mia statura è quasi normale e non sono molto robusto ma il nonno dice che è meglio essere
intelligenti piuttosto che stupidi e forti. Ho gli occhi celesti e divento spesso rosso, specialmente
quando mi arrabbio. In bocca ho ancora tutti i denti da latte e la mamma me li controlla tutte le
volte che telefona alla sua amica Giusi che ha una figlia grassa e sdentata che si chiama Luisella.
Questa Luisella mi era antipaticissima, non tanto per via del grasso, ma per quella finestra che
aveva in bocca e che la faceva sputare sempre quando parlava. Io avevo una paura terribile,
perdendo i denti, di assomigliare a lei, ma nello stesso tempo non riuscivo più ad accettarli da
quando la mamma mi aveva fatto capire che non vedeva l’ora che se ne andassero.
“Finalmente è caduto!”.
Ma che cosa ci trovano di bello i grandi in una bocca sdentata? Comunque il primo dente è finito in
una scatola con l’ovatta e l’hanno mostrato a tutti come se fosse un miracolo.
Io controllavo tutti i giorni il mio buco vuoto e pensavo con orrore a Luisella, quando rideva e
sputava.
Ora, al posto dei miei due ex denti, piccoli e proporzionati, mi ritrovo degli incisivi che mi fanno
sembrare un castoro!
E la mamma con quell’antipatica di Giusi, a dirle quanto sono cresciuti bene!
Mi consolo pensando che Luisella ha dovuto mettere un apparecchio che sembra una museruola a
rovescio. Così la smetteranno di fare quei dannati confronti!
Avere undici anni non è cosa semplice. A undici anni ti crescono i primi peli, per esempio, oppure ti
vengono i denti a castoro e ti si allungano i piedi.
A undici anni, poi, si deve cambiare scuola e questo è un problema che si aggiunge a tutti gli altri.
Prendete me: io sono un tipo tranquillo ma quando mi arrabbio mi diventano rosse le orecchie e il
cervello mi fa il balbuziente, specialmente se la famiglia attacca col ritornello:
“Ma Adalberto”
“Sii ragionevole”
“Non fare il bambino, su!”
“Ma sei ancora un bambino”.
E io non capisco più cosa diavolo sono ma capisco benissimo cosa vogliono da me, con tutti i “ma”
e i “su”.
Angela Nanetti, Le memorie di Adalberto, Giunti Junior 2011
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LEGGO PER CAPIRE
1. Indica con una X se la frase è vera o falsa. Se è falsa scrivi tu quella vera.
a. Adalberto è nato prematuro, non dopo nove mesi ma dopo sette.
(V) (F)
____________________________________________________________
b. Appena nato tutti i familiari lo hanno definito un neonato bellissimo.
____________________________________________________________
c. Il nonno Alberto era proprietario di una fabbrica.
(V) (F)
____________________________________________________________
d. Al bambino viene dato il nome di Adalberto in onore della nonna.
(V) (F)
____________________________________________________________
e. Adalberto è cresciuto con il complesso dell’altezza e della gracilità fisica.
(V) (F)
____________________________________________________________
f.
La frase “Meglio essere intelligenti piuttosto che stupidi ma forti”
è pronunciata dalla mamma di Adalberto.
(V) (F)
____________________________________________________________
g. La migliore amica di Adalberto è Luisella.
(V) (F)
____________________________________________________________
h. La cosa che preoccupa maggiormente il ragazzo sono i denti sporgenti.
(V) (F)
____________________________________________________________
i.
Adalberto, di solito, è tranquillo e paziente.
(V) (F)
____________________________________________________________
j.
Ritiene che gli adulti abbiano, a volte, degli atteggiamenti contraddittori. (V) (F)
____________________________________________________________
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CONOSCO IL TESTO
2. Analizza il testo e rispondi.
A. Quali tipi di sequenze compaiono nel testo?
-
NARRATIVE
( )
-
DESCRITTIVE
( )
-
RIFLESSIVE
( )
-
DIALOGATE
( )
B. Evidenzia nel testo, con colori diversi, le sequenze che hai individuato.
C. È possibile, secondo te, cambiare l’ordine delle sequenze? Perché?
D. Dalla lettura del testo che idea ti sei fatto del carattere di Adalberto? Tra quelli proposti sotto,
scegli gli aggettivi opportuni sottolineandoli.
-
SPENSIERATO
- MALEDUCATO
-
COMPRENSIVO
- ODIOSO
-
ANTIPATICO
- SIMPATICO
-
REALISTA
-
TRISTE
3. Rileggi il testo ed esegui.
A. Sottolinea nel testo gli elementi descrittivi relativi ad Adalberto.
B. Sottolinea nel testo gli elementi descrittivi relativi a Luisella.
C. Rintraccia nel testo e sottolinea tutte le parole che fanno riferimento alla famiglia.
D. Immagina che Luisella sia diversa da come è nel testo e descrivila sul quaderno in modo nuovo.
CARO AMICO TI DESCRIVO
Per descrivere una persona
Segui un ordine preciso: inizia presentandola in modo generico, passa poi alle caratteristiche fisiche
e infine a quelle caratteriali e comportamentali. Se la descrizione è soggettiva, aggiungi alcuni tuoi
giudizi personali, emozioni, stati d’animo.
4. Incolla sul quaderno una foto o disegna una persona a cui sei particolarmente legato o che hai
conosciuto in queste vacanze.
Procedi quindi nella descrizione seguendo lo schema dato.
a. Presenta la persona, spiega chi è, che tipo di rapporto ti lega a lei, che cosa fa, come vive…
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b. Descrivi il suo aspetto fisico (statura, corporatura, caratteristiche del volto, voce,
abbigliamento…)
c. Metti in evidenza qualcosa del suo carattere (qualità, difetti…), comportamento abitudini,
interessi…
d. Concludi con le tue considerazioni e impressioni personali…
UNO STRANO INCONTRO
Quella notte Eragon si svegliò di soprassalto. Drizzò le orecchie. Silenzio. In preda all’inquietudine,
infilò la mano sotto il materasso e afferrò il coltello. Aspettò qualche minuto, poi sprofondò di
nuovo nel sonno.
Uno squittio acuto lacerò il silenzio. Un attimo dopo era già in piedi, con il coltello sguainato.
Cercò a tentoni la scatola con l’acciarino e accese una candela. La porta della stanza era chiusa. Lo
squittio era troppo forte per appartenere a un topo o a un ratto, ma controllò lo stesso sotto il letto.
Niente. Si sedette sul bordo del materasso e si strofinò gli occhi. Un altro squittio lo fece
sobbalzare.
Da dove veniva quel rumore? Non poteva esserci niente nelle pareti o nel pavimento: erano fatti di
legno massiccio. Lo stesso valeva per il letto, e comunque se ne sarebbe accorto, se qualcosa si
fosse intrufolato nel materasso di paglia durante la notte. Il suo sguardo si posò sulla pietra. La
prese dalla mensola e cominciò ad accarezzarla distrattamente, mentre esaminava la stanza. Un altro
squittio gli trillò nelle orecchie e gli riverberò nelle dita: veniva dalla pietra.
Quella cosa non gli aveva procurato che rabbia e delusione, e adesso non lo faceva nemmeno
dormire! La pietra ignorò il suo sguardo furente e continuò a emettere qualche raro pigolio. Poi
diede un ultimo sonoro squittio e tacque. Eragon la rimise al suo posto e tornò sotto le coperte.
Qualunque fosse il segreto della pietra, avrebbe dovuto aspettare la mattina dopo.
La luna filtrava dalla finestra quando Eragon si svegliò ancora. La pietra dondolava furiosamente
sulla mensola, cozzando contro la parete. I freddi raggi lunari le davano un colore traslucido.
Eragon balzò fuori dal letto con il coltello in pugno. Il movimento cessò, ma il ragazzo rimase in
guardia. Poi la pietra ricominciò a squittire e vibrare più forte di prima.
Eragon lanciò un’imprecazione e si vestì in fretta e furia. Non gli importava quanto valesse quella
pietra: l’avrebbe portata lontano e seppellita. Le oscillazioni cessarono di nuovo; la pietra si
acquietò. Poi ebbe un fremito, s’inclinò in avanti e cadde sul pavimento con un tonfo. Eragon fece
un passo verso la porte, mentre la pietra rotolava verso di lui.
A un tratto, sulla superficie comparve una crepa. Poi un’altra, e un’altra ancora. Affascinato, Eragon
si chinò per osservarla, il coltello sempre stretto in pugno. In cima, dove si incontrava la ragnatela
di fessure, un piccolo frammento sussultò, come se fosse in equilibrio, si sollevò e infine cadde sul
pavimento. Dopo un’altra serie di squittii, dal foro sbucò una piccola testa nera, seguita da un
bizzarro corpo contorto. Eragon strinse il coltello ancora più forte. In pochi istanti la creatura
sgusciò del tutto fuori dalla pietra. Restò immobile per un attimo, poi guizzò verso la luce della
luna.
Eragon si ritrasse, sbigottito. Davanti a lui, intento a leccar via la membrana che lo ricopriva, c’era
un drago. Il drago era lungo appena quanto il suo avambraccio, eppure aveva un’aria nobile e
dignitosa. Le sue squame erano blu zaffiro, lo stesso colore della pietra. Anzi, ormai era chiaro: non
era una pietra, ma un uovo. Il drago dispiegò le ali; ecco perché al principio il suo corpo gli era
sembrato deforme. Le ali erano parecchie volte più lunghe del corpo, listate di sottili nervature
d’osso che si estendevano dal bordo davanti, formando una serie di artigli distanziati. La testa del
drago era triangolare; dalla mascella superiore spuntavano due piccole zanne affilate. Anche le
unghie erano bianche come lucido avorio e ricurve. Lungo la spina dorsale della creatura, dalla base
della testa fino alla coda, correva una cresta di punte acuminate. Dove le spalle si univano al collo,
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le punte erano più distanziate che altrove: lì lasciavano uno spazio vuoto.
Eragon si mosse appena, e il drago girò la testa di scatto e lo fissò con i suoi profondi occhi azzurro
ghiaccio. Il ragazzo rimase immobile. Se la creatura avesse deciso di attaccare, sarebbe stata
un’avversaria formidabile.
Il drago perse subito interesse per Eragon e cominciò a esplorare la stanza. Si muoveva con
difficoltà e squittiva quando urtava contro un mobile o una parete. Con un frullio d’ali, balzò sul
letto e strisciò verso il cuscino, pigolando. La sua bocca spalancata aveva un che di commovente,
come il becco di un pulcino, ma era irta di denti aguzzi.
Eragon si sedette ai piedi del letto. Il drago gli annusò la mano e gli addentò piano la manica.
Eragon ritrasse il braccio.
Nell’osservare la piccola creatura, gli sfuggì un sorriso di tenerezza. Tese lentamente la mano destra
e toccò il fianco del drago. Un lampo di gelida energia gli trafisse la mano e gli percorse il braccio,
bruciandogli le vene come fuoco liquido. Cadde all’indietro, lanciando un urlo. Un clangore
metallico gli risuonò nelle orecchie, e sentì un muto grido di rabbia. Ogni parte del suo corpo
bruciava di dolore.
Provò a muoversi, ma non ci riuscì. Dopo quelle che gli parvero ore, il calore gli tornò
formicolando nelle membra. Scosso da un tremito incontrollabile, si rimise a sedere. Aveva la mano
intorpidita, le dita paralizzate. Preoccupato, si guardò il palmo della mano: al centro si stava
formando un lucido ovale bianco. La pelle gli prudeva e bruciava come se fosse stato morso da un
ragno. Il cuore gli batteva all’impazzata.
Eragon sbatté le palpebre, cercando di capire che cosa fosse successo. Qualcosa gli sfiorò la
coscienza, come un dito carezzevole sulla pelle. Poi lo sentì di nuovo, questa volta più deciso, come
un tentacolo di pensiero attraverso il quale avvertiva una crescente curiosità. Era come se un muro
invisibile intorno ai suoi pensieri fosse crollato, lasciandolo libero di espandersi con la mente. Provò
la spaventosa sensazione che senza qualcosa a trattenerlo sarebbe fluttuato fuori dal corpo senza poi
essere in grado di rientrarvi, diventando uno spirito dell’etere. Impaurito, si sottrasse al contatto. Il
nuovo senso svanì come se avesse chiuso gli occhi. Guardò corrucciato il drago immobile.
Christopher Paolini, Eragon. L’eredità, Libro primo, Fabbri, 2004
LEGGO PER CAPIRE
1. Riordina le sequenze narrative del brano secondo l’ordine cronologico. L’esercizio è avviato.
A. Il ragazzo toccò il fianco del drago.
B. Il rumore che proveniva dalla pietra sopra la mensola si fece più forte.
C. Eragon si svegliò di soprassaltoD. Si mosse per la stanza e poi con un frullio d’ali raggiunse il letto.
E. Sentì un dolore acuto e un bruciore sul palmo della mano.
F. La pietra dopo essere caduta sul pavimento andò in frantumi.
G. A svegliarlo era stato uno squittio acuto.
H. Infine guardò arrabbiato il drago.
(c)
I.
Si alzò e impugnato il coltello perlustrò la stanza.
J.
Ne uscì un drago che lo fissò.
(
)
( )
(
)
( )
(
)
(
)
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( )
(
)
( )
2. La descrizione del drago è caratterizzata da una grande varietà di aggettivi. Ricercali nel brano
appena letto e completa il testo a fianco.
Il drago dall’aria __________________ e ___________________, era ___________________
quanto l’avambraccio del ragazzo. Aveva la testa di forma ____________________ e due occhi
___________________________ . Era ricoperto da squame ____________________________ . Le
ali, più _____________________ del corpo, erano _____________________ di nervature
________________________ . dalla mascella spuntavano zanne _________________________
mentre le unghie erano ______________________ . Lungo la spina dorsale la cresta presentava
punte _____________________ .
CONOSCO IL TESTO
3. Completa le frasi. Indica con una X la scelta corretta.
a. La vicenda narrata è:
( ) reale
( ) verosimile
( ) fantastica
( ) tutti fantastici
( ) alcuni reali, alcuni fantastici
b. I personaggi sono:
( ) tutti reali
c. Il tempo e il luogo sono:
( ) imprecisi e vaghi
( ) descritti in modo dettagliato.
d. La vicenda narrata:
( ) in prima persona
( ) in terza persona
e. Nel testo prevale:
( ) il dialogo
f.
( ) la descrizione
( ) la riflessione
L’autore per attirare l’attenzione utilizza:
( ) una situazione angosciosa
( ) la personificazione di un oggetto
( ) la suspense
( ) il colpo di scena
( ) l’indagine psicologica
( ) la trasformazione di un personaggio
( ) il flashback
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VOLA…. CON LA FANTASIA!
Il racconto fantasy presenta:
-
Elementi magici, irreali e misteriosi
-
Personaggi come esseri umani e creature fantastiche
-
Luoghi immaginari, tempo indefinito
-
Come tema di fondo: la lotta tra il bene e il male.
4. Immagina che il testo che segue sia l’inizio di un racconto di fantasia che devi sviluppare. Che
cosa rompe il silenzio? Che cosa succede? Il testo è tratto da un celebre romanzo, ma non
pensare a quella storia e ai suoi protagonisti, affidati invece alla tua fantasia per scrivere
qualcosa di originale.
Il terreno era coperto da neve friabile e asciutta. Tra i grandi alberi imbacuccati di bianco, il cielo
appariva di un bel celeste chiaro, come si vede nelle limpide mattine d’inverno. Proprio davanti a
Edmund, ma lontano, sorgeva il sole tutto rosso e brillante. Ogni cosa era immobile e immersa nel
più profondo silenzio, come se il ragazzo fosse l’unica creatura vivente. Non c’era neppure uno
scoiattolo, neppure un pettirosso tra i rami degli alberi e il bosco si estendeva in tutte le direzioni a
perdita d’occhio.
Clive Staples Lewis, Le cronache di Narnia. Il Leone, la strega e l’armadio, Mondadori, 2005
Ad un tratto…….(continua sul quaderno)
UNO STRANO RAGAZZO
Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi dicevano che era un bambino difficile. Lui però
non capiva in che senso. Non si sentiva per niente difficile. Non scaraventava le bottiglie del latte
contro il muro del giardino, non si rovesciava in testa il ketchup facendo finta che fosse sangue, e
neppure se la prendeva con le caviglie di sua nonna quando giocava con la spada, anche se ogni
tanto aveva pensato di farlo. Mangiava di tutto tranne, s’intende, il pesce, le uova, il formaggio e
tutte le verdure eccetto le patate. Non era più rumoroso, più sporco o più stupido di altri bambini.
Aveva un nome facile da dire e da scrivere e una faccia pallida e lentigginosa, facile da ricordare.
Andava tutti i giorni a scuola come gli altri e senza fare poi tante storie. Tormentava sua sorella non
più di quanto lei tormentasse lui. Gli pareva, tutto sommato, di essere un tipo piuttosto facile.
Che cosa c’era di così complicato?
Fu solo quando era ormai già grande da un pezzo che Peter finalmente capì. La gente lo considerava
difficile perché se ne stava sempre zitto. E a quanto pare questo dava fastidio.
L’altro problema era che gli piaceva starsene da solo. Non sempre naturalmente. Nemmeno tutti i
giorni. Ma per lo più gli piaceva prendersi un’ora per stare tranquillo in qualche posto, che so, nella
sua stanza, oppure al parco. Gli piaceva stare da solo, e pensare ai suoi pensieri.
Il guaio è che i grandi si illudono di sapere che cosa succede dentro la testa di un bambino di dieci
anni. Ed è impossibile sapere di una persona che cosa pensa, se quella persona non lo dice. La gente
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vedeva Peter sdraiato per terra un bel pomeriggio d’estate, a masticare un filo d’erba o a
contemplare il cielo. “Peter! Peter! A che cosa pensi?” gli domandavano. E Peter si rizzava a sedere
di soprassalto dicendo: “A niente. Davvero!”. I grandi sapevano che nella sua testa qualcosa doveva
pur esserci, ma non riuscivano né a vedere né a sentire che cosa stesse facendo. Magari stava
pensando di dare fuoco alla scuola, o di dare sua sorella in pasto ad un alligatore, o di scappare di
casa a bordo di una mongolfiera, ma loro non vedevano altro che un ragazzino tutto preso a
contemplare il cielo senza battere ciglio, un ragazzino che, se qualcuno lo chiamava, neppure
rispondeva. Quanto a stare per conto suo, be’, neanche quello ai grandi andava giù. A malapena
sopportano che lo faccia uno di loro. Se ti unisci alla compagnia, la gente sa che cosa ti passa per la
mente perché è la stessa cosa che sta passando per la mente degli altri. Se non vuoi fare il
guastafeste, devi unirti alla compagnia. Ma Peter non la pensava così. Non aveva niente in contrario
a stare con gli altri quando era il caso. Ma la gente esagera. Anzi, secondo lui, se si fosse sprecato
un po’ meno tempo a stare insieme e a convincere gli altri a fare lo stesso, e se ne fosse dedicato un
po’ di più a stare da soli e a pensare a chi siamo e chi potremmo essere, allora il mondo sarebbe un
posto migliore, magari anche senza le guerre.
Ian McEwan, L’inventore di sogni, Einaudi Ragazzi, Torino, 2002
COMPETENZA TESTUALE
1. Segna con una X le risposte esatte.
A. Quali delle seguenti affermazioni relative a Peter sono vere?
a. È un ragazzo ribelle.
b. Ha una faccia pallida e lentigginosa.
c. Ha un pessimo rapporto con la sorella.
d. Gioca spesso con la nonna.
e. La sua alimentazione è molto varia.
B. Perché la gente lo considera un ragazzo difficile?
a. Perché è un tipo aggressivo.
b. Perché vuole avere sempre ragione lui.
c. Perché se ne sta zitto.
d. Perché dice cose che non hanno senso.
C. Peter è figlio unico?
a. Sì.
b. No, ha una sorella.
c. No, ha un fratello.
d. No, ha una sorella e un fratello.
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D. Che cosa dell’atteggiamento del ragazzo irrita e preoccupa gli adulti?
a. Risponde maleducatamente.
b. Offende compagni e amici.
c. Si chiude sempre in una stanza da solo.
d. Ama stare zitto e per conto suo.
E. Con quali aggettivi definiresti il suo carattere?
a. Burlone.
d. Taciturno.
b. Irrequieto.
e. Riflessivo.
c. Determinato.
F. Introverso.
F. Perché per il protagonista stare da soli è importante?
a. Per pensare a chi siamo e a chi potremmo essere.
b. Perché non litiga con gli altri.
c. Perché riflette sul mondo.
d. Perché gli altri lo annoiano.
2. Rispondi alle domande.
A. Com’è narrata la vicenda?
(
) in prima persona
(
) in terza persona
B. Nel testo che hai letto che tipo di sequenze narrative prevalgono?
(
) descrittive
(
) riflessive
C. A che genere di racconto può appartenere il brano?
(
) racconto giallo
(
) racconto espressivo
(
) racconto fantasy
(
) racconto storico
D. Rileggi le frasi da “Quanto a stare…” fino a “… devi unirti alla compagnia”. Quale messaggio
vuole darci l’autore? Che cosa è molto importante fare? Spiegalo sul quaderno.
E. Ti è mai capitato, come a Peter, di sdraiarti per terra in un bel pomeriggio d’estate? Eri solo?
Che cosa hai pensato? Che cosa hai provato? Racconta sul quaderno.
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CAMBIARE SCUOLA!
Era il giorno della consegna dei diplomi. Io e Frita eravamo sdraiati sotto il tavolino del picnic
accanto alla scuola: ci nascondevamo sempre lì durante l'intervallo. Quello non era un giorno di
scuola, però.
Dal cortile, dietro l'angolo, arrivava un gran fracasso.
La Scuola Elementare di Hallowell è abbastanza piccola, ma il cortile era gremito: un palcoscenico,
diverse file di seggiole pieghevoli, le gradinate che utilizzavamo per gli eventi speciali e un sacco di
gente, che continuava ad aumentare.
Ma per me e Frita tutto questo era soltanto un brusìo in lontananza. Avevamo deciso di fare l'elenco
delle cose che rendevano quel giorno così importante.
«Primo,» disse Frita «questo è un momento di portentosa solennità. »
A Frita piace usare i paroloni. «Proprio così. Por-ten-to-sa.»
«Abbiamo ottenuto il diploma di quinta, Gabriel» proseguì Frita. «Non è un traguardo da poco.»
«Altro che,» riconobbi «niente scuola fino alla fine dell'estate.»
Frita passò l'indice sul fondo del tavolino, tracciando le parole Niente scuola. Poi addentò
golosamente un biscotto con le gocce di cioccolato. Il suo mento si coprì di briciole, ma tanto non si
notava: la pelle di Frita era color cioccolato fondente. «Secondo,» farfugliò con la bocca piena
«oggi si sale dí grado. Addio mocciosi dell'Ala Est, d'ora in poi andremo a scuola nell'Ala Ovest,
insieme aí grandi.»
Frita finse di scrivere Ala Ovest sul fondo del tavolino, ma io lo cancellai con una riga immaginaria.
«Cosa fai?» mi chiese Frita, ricalcando le parole sopra la riga, poi mi rivolse il suo tipico sguardo da
fanciulla innocente. Lei sapeva che il trasferimento nell'Ala Ovest non era il sogno della mia vita.
«Ne sarai entusiasta,» continuò «fidati. Avremo un campo giochi tutto per noi, e non dovremo più
pranzare in mensa coi bambino dell'asilo. Senza contare l'ora di ginnastica all'aperto tutti i giorni...»
«Già» la interruppi. «Ginnastica all'aperto con quelli delle medie, pranzo con quelli delle medie e
intervallo con quelli delle medie.»
Quelli delle medie significava Duke Evans e Frankie Carmen. Per un intero anno scolastico, da
quando si erano spostati nell'Ala Ovest, mi avevano lasciato in pace. Ma un anno di tranquillità non
mi bastava.
«Gli insegnanti dell'Ala Ovest sono più cattivi» aggiunsi, deciso a fare il bastian contrario. «Lo
dicono tutti. Senza contare che sarò lo scolaro più basso.»
«Non permetterò che ti infastidiscano» promise solennemente Frita. «E poi, la scuola comincia
dopo l'estate. Magari cresci, durante le vacanze.»
La possibilità che io mi alzassi di qualche centimetro durante le vacanze era pari a quella di una
nevicata in Georgia in pieno giugno.
«Magari» replicai.
Frita sorrise.
«Sarà grandioso, vedrai.»
Poi si mise seduta.
«Ehi, ho trovato i numeri tre e quattro per il nostro elenco: il diploma e la foto di classe.»
«Mi piacerebbe sedermi vicino a te, durante la cerimonia» dissi. «Quando ti consegneranno il
diploma lancerò un fischio assordante e applaudirò abbastanza per dieci persone, poi mi
alzerò in piedi e agiterò le braccia, così mi vedrai dal palco.» «Promesso?»
«Promesso.»
Frita allungò il mignolo e lo agganciò al mio. Non aprimmo bocca, ma sono sicuro che Frita
stava pensando quello che pensavo io. Che meraviglia, qui sotto. Ero pronto a restarci per il
resto dei miei giorni, ma proprio in quel momento sentii la voce della signorina Murray, la
nostra maestra, che faceva l'appello.
Tyler Zach, Andrew Womack, Frita Wilson...
Frita mi passò l'ultimo biscotto, quello con più gocce di cioccolato.
13
«Ci vediamo dopo» disse, uscendo da sotto il tavolino.
«Ok» replicai, lanciando uno dei miei fischi supersonici, giusto perché si facesse un'idea.
Frita si voltò e sorrise, quindi partì a razzo in una nuvola di polvere.
K. L. Going, I ragni mi fanno paura, trad. di M. Piumini, Piemme
ATTIVITA'
Come i protagonisti del racconto che hai letto, fai anche tu un elenco delle 10 cose che hanno reso
indimenticabili i tuoi giorni alla scuola elementare.
1.
6.
2.
7.
3.
8.
4.
9.
5.
10.
Alla scuola primaria, come erano i tuoi rapporti con i compagni e gli insegnanti? Quali erano le
tue caratteristiche di alunno? Quali difficoltà hai incontrato?
Quali successi hai conseguito? Quali abilità, competenze linguistiche hai acquisito? Prova a
ripensarci compilando il seguente questionario.
IO E I MIEI COMPAGNI
1. A scuola andavi d'accordo:
□ con tutti i compagni
□ con quasi tutti i compagni
□ con pochi compagni
□ con nessuno
2. Secondo te, le tue eventuali difficoltà di rapporto con i compagni a che
cosa erano dovute?
□ Al tuo carattere timido
□ Al tuo carattere aggressivo
□ Alla tua insicurezza
Perché ti sentivi poco accettato
□ Perché ti sentivi superiore agli altri
□ Perché non ti interessava stare con gli altri
□ Altro (specificare)______________________
_________________________________
14
3. Avevi un compagno di classe che preferivi rispetto a tutti gli altri?
□ Sì
□ NO
 Se sì, quali caratteristiche di comportamento e di carattere ha il tuo compagno
preferito?_________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
____________
IO E I MIEI INSEGNANTI
4. I tuoi rapporti con gli insegnanti sono stati:
□ sempre buoni
□ abbastanza buoni
□ con alcuni buoni, con altri conflittuali
□ conflittuali, difficili
 Se hai definito conflittuali i tuoi rapporti con gli insegnanti, spiegane i motivi.
_________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
_______________________
5. Avevi un insegnante «speciale», che preferivi rispetto agli altri?
□ Sì
□ NO
 Se sì, quali caratteristiche di carattere e di comportamento ha il tuo insegnante preferito?
_____________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________
TRE CAPPELLI PER CAMILLO
Il re Lamberto era un uomo saggio e romantico, e quando si innamorò della principessa Gabriella le
scrisse una stupenda lettera d'amore. Sospirando piegò il foglio e lo chiuse con il sigillo reale. Poi
chiamò il fedele scudiero Camillo per affidargli il prezioso messaggio da consegnare alla
principessa nel suo regno lontano.
«Ascolta, Camillo, ti attende un viaggio lungo e difficile: incontrerai ostacoli e pericoli di ogni
genere. Ma dovrai consegnare questo mes-saggio alla mia amata Gabriella a costo della tua stessa
vita. Ed ora va', corri!»
Camillo si mise in cammino con un muso lungo che toccava terra.
«Dice bene il caro re Lambertuccio: "a costo della tua vita"! tanto è la mia... e poi ostacoli,
pericoli... non mi è mai piaciuto viaggiare, ecco!»
Così mugugnava lo scudiero mentre già si era lasciato alle spalle il castello, i campi coltivati e le
prime macchie di alberi. Il bosco si infittiva e, man mano che camminava, incontrava alberi sempre
più grandi e minacciosi. Lo scudiero sempre più spesso si guardava alle spalle, timoroso.
D'improvviso si sentì cingere la vita da qualcosa di legnoso e si ritrovò imprigionato fra i rami bassi
di un'enorme quercia. «Aiuto! Lasciatemi! Soldati, guardie, a me! Chi è? Chi sei? Lasciami!»
15
«Ti lascio se non scappi» disse una voce profonda.
«Basta che mi lasci!» gridò Camillo spaventato. L'albero allentò la presa e con frusciare di foglie
sospirò: «Sono un potente mago. Anni fa una strega cattiva, mentre ero distratto, mi trasformò per
dispetto in quercia, ed eccomi qua. Se però salirai fin sulla cima e coglierai la foglia più alta,
l'incantesimo si spezzerà».
Camillo era di cuore buono, e fece come gli aveva detto la quercia. Appena colta la foglia,
d'improvviso si ritrovò a terra e, di fronte a sé, imponente, c'era il mago, che gli disse: «Per
ricompensarti ti do questi tre cappelli. Attento, sono magici! Il primo è blu e chi lo indossa non si
trova più; il secondo è rosso e fa ridere a più non posso; il terzo è giallo e chi lo mette si sfinirà nel
ballo. Addio».
E scomparve.
"Tre cappelli" pensò Camillo "per quello che ho fatto mi sarei meritato qualcosa di più! Non so, una
cassa di monete d'oro o anche solo qualcosa da mangiare: ho una fame! Beh, non importa, ha detto
che sono magici, sarà..." E si rimise in cammino.
Non aveva ancora fatto dieci passi che sentì un rumore terrificante, una specie di brontolio sordo,
passi pesanti e rumore di grossi rami spezzati. Poi udì una voce di tuono che mugolava orrenda:
«Ho fame!, Ho fame!»
Era un gigante dall'aspetto disgustoso, che continuò: «Le mucche dei contadini? Mangiate! Le lepri
e i conigli dei boschi? Pappati! La frutta sugli alberi? Spolverata! Mi mangerei anche un uomo,
anche un omiciattolo, anche un vile scudiero piccolo piccolo».
Camillo diventò piuttosto bianchiccio dalla paura e si nascose dietro un masso, cercando di
muoversi e respirare il meno possibile.
«Sento odore di ciccia mangereccia: dove sei?» gridò il gigante avvicinandosi paurosamente al
nascondiglio di Camillo e fiutando rumorosamente.
Poi sollevò il masso e gridò esultante: «Si mangia!!!» Camillo scattò come una molla, e il gigante
dietro. Camillo corse e corse, e il gigante dietro. Quando ormai Camillo si sentiva perduto, a un
tratto si ricordò dei cappelli magici. Prese il primo, quello blu, e con un balzo saltò su uno spuntone
di roccia. Poi, prima che il gigante potesse afferrarlo, gli ficcò in testa il cappello e chiuse gli occhi.
Quando li riaprì, il gigante non c'era più, non si trovava più.
«Ma guarda cosa mi doveva capitare» esclamò lo scudiero, «non sono neanche a metà strada e sono
già dimagrito di dieci chili dallo spavento. Ma chi me lo ha fatto fare?» Così, borbottando e
mugugnando, giunse a un torrente. Per attraversarlo c'era un tronco d'albero caduto di traverso, ma
sull'altra riva c'era anche un soldato armato fino ai denti e dall'aspetto minaccioso. Camillo non
aveva altra scelta, salì sul tronco e attraversò lentamente il torrente. Quando giunse dall'altra parte...
«Altolà, fermo là o la mia spada ti infilzerà!» gridò l'armigero.
«Suvvia, soldatino, fammi passare» lo pregò Camillo.
«No!»
«E dai! Ho un messaggio importante.»
«No e poi no!»
«È questione di vita o di morte!» si spazientì Camillo.
«Sì, di morte. Ma della tua!» urlò il soldato. «Hai oltrepassato il confine!»
E così dicendo prese a rincorrere Camillo menando fendenti a destra e a manca, mentre il povero
Camillo piangeva e correva di qua e di là come un forsennato.
«Ah! Il cappello» si ricordò. «Dov'è... sì, quello rosso...»
Poi con un balzo a sorpresa saltò addosso al soldato, che cadde a terra. Quando si rialzò, aveva in
testa il cappello rosso e rideva a crepapelle. Ridendo inciampò, cadde nel torrente e la corrente lo
portò via.
«Basta, aiuto, mamma, aiuto!» Camillo era esausto. «Che vita, mamma che paura!»
Ma si era già alzato e, fedele, aveva ripreso a camminare pensando al re e alla bella Gabriella. Era
giunto nel punto più fitto della foresta quando sentì una voce molto sgradevole alle sue spalle:
«Giovanotto giovanottino, regalami un soldino!»
16
Camillo si voltò: era una strega schifosa.
«Se un soldino non mi dai, ben presto te ne pentirai.»
«No, signorina strega, mi dispiace, non ho neanche mezzo soldo, solo un po' di formaggio.
Gradisce?»
«Ah! Villanzone, farai compagnia al tuo groviera e... con la mia bacchetta di sambuco ti
trasformerò in un bel buco!»
Poi si frugò nelle tasche, si guardò intorno e gridò imbestialita: «Dov'è la bacchetta? Dove me
l'hanno messa?»
Camillo approfittò del momento di confusione e senza pensarci due volte calcò bene in testa
alla strega il cappello, quello giallo.
La strega scattò sulle punte dei piedi e inarcando le braccia sopra la testa, cominciò a
danzare. Così, volteggiando leggiadra, scomparve fra gli alberi.
Fu così che Camillo giunse finalmente alla meta, consegnò il mess aggio alla principessa e...
ricevette un sonoro schiaffone dalla bella Gabriella, che, appallottolando il messaggio, glielo
tirò dietro mentre lo faceva cacciare fuori dai servi. Seduto nella polvere della strada, Camillo
aprì il foglio e lesse:
ricordati di
pulire la stalla
governare i maiali
caricare il letame.
Oh no! Nella fretta di partire, aveva scambiato la lettera d'amore con la lista delle cose da
fare. Che guaio! Cosa avrebbe raccontato a re Lamberto? Camillo non si
scompose, si sdraiò sul prato e cominciò a pensarci su. E, così facendo, si addormentò.
COMPRENDERE
Capire il testo
1. Qual è l’argomento della fiaba?
A. L’inutilità dei cappelli magici
B. La sbadataggine di Camillo
C. L’ingratitudine del mago
D. La crudeltà della principessa Gabriella
2. Riordina il testo, numerando i diversi momen ti della fiaba.
____ Camillo, facendo indossare il cappello giallo alla strega, riesce a liberarsene.
____ La principessa Gabriella caccia Camillo dal castello.
____ Il re Lamberto consegna a Camillo una lettera da portare alla principessa
Gabriella.
____ Camillo, facendo indossare il cappello rosso a un soldato, riesce a sfuggirgli.
____ Il mago ricompensa Camillo con tre cappell i magici.
____ Camillo, facendo indossare il cappello blu al gigante, riesce a salvarsi.
____ Camillo giunge da Gabriella e le consegna la lettera.
____ Camillo salva un mago dall'incantesimo.
17
3. I tre cappelli che il mago regala a Camillo hanno poteri magici, quali?
Il cappello blu
……………………………………………………………………………………………..
Il cappello rosso
………………………………………………………………………………………..
Il cappello giallo
…………………………………………………………………………………………
4. Perché la principessa Gabriella si arrabb ia con Camillo?
_____________________________________________________________
_______________________________________________________________
_______________________________________________________________
_______________________________________________________________
5. Che cosa fa da confine fra il regno del re Lamberto e quello della
principessa Gabriella?
A.
B.
C.
D.
un torrente
una collina
una foresta
una quercia
ORTOGRAFIA
1) Individua, sottolinea e correggi, trascrivendone la forma corretta, come nell'esempio, le
parole errate che puoi trovare nelle frasi che seguono.
ESEMPIO: Anna ed Amaglia sono giu in giardino.
Amalia giù
1) Tirati sù il bavero della giacchetta.
2) Oggi a casa cè stato un gran tranbusto.
3) Qualche volta mi sbaglo nell'addizzione.
4) Cuest'anno non ho fatto nessuna assensa.
5) Non occorre essere uno scenziato per coreggere questi errori.
6) Il medico ha detto che la nonna ha il quore un po debole
7) Quel'altalena è stata una trovata ingeniosa.
8) Non potevamo sciegliere meglio il nostro libro di narrattiva
9) Non è stato sufficente ripeterti la regola del radopiamento
10) Mi hanno consiliato di giocare a palavolo
Se sarai vigile, riscontrerai 18 errori.
18
2) “Hai", "ha", "ho", "hanno" oppure "ai", "a", "o", "anno”? Scegli tu e
completa le seguenti frasi in modo corretto.
1) Questa primavera vado …… Roma.
2) Tu ….. già visto la città di Roma?
3) L' …….. detto anche loro che è meravigliosa.
4) La primavera di quest' …………. è stata particolarmente piovosa.
5) Ti …….. visto ieri …….. Rimini.
6) ………… detto il nonno che verrà presto …….. trovarci.
7) lo non …… avuto neanche il tempo di chiamarti, che eri già salito in
tram, ……. non eri tu?
3) Luca ha qualche problema con la grammatica. Vuoi aiutarlo?
Correggi la sua lettera prima che la legga il suo amico Alberto.
Caro Alberto
e un po che non ci scriviamo. Tutto bene? Vorrei proporti un bel programma
per le vacanze estive. Il Wwf organizza in varie zone del Italia dei campi per
ragazzi della nostra eta. lo ho pensato a te perche sei un buono amico e
perche fra di noi non ce mai stato nessuno litigio.
Pensi che qualcun'altro della compagnia possa essere interessato?
Sarebbe una gran idea ritrovarsi con tutti gli amici del estate scorsa.
Per invogliarti ti mando questa immagine che ho ritagliato da una rivista.
Ciao. a presto
Luca
P.S. Qual'è il nuovo indirizzo di Matteo? Vorrei invitare anche lui.
4) Controlla attentamente tutte le parole con digrammi sc, gn e gl proposte nelle frasi e
trascrivile corrette - quando sono errate -negli spazi sottostanti:
1. Emilio gioca con Fido che digrignia i denti minaccioso.
2. Agnese è sotto il glicine con Virgiglio: parlano di quel film di cartoni animati
che presentava gli gnomi nello scenario dell'Europa del Nord.
3. La castagna è il frutto che scielgo tra quelli autunnali.
4. Il tuo compagnio ha ormai raggiunto come pianista un livello meraviglioso.
5. Ti presento Giuglia, la mogie di Attilio.
19
6. La lingua di quella canaglia è affilata come un artiglio!
7. Sognio o son desto: uno sciame di api in veranda!
8. Amelia, se la matematica è una scienza esatta devi scendere di un'altra
decina!
9. Quello scemo di mio fratello ha versato la cotognata sulla mia sciarpa!
10. Non ti rimorde la coscenza, quando fai certe sciempiaggini?
11. La bellezza del cignio è incantevole!
12. L'arrosto è bruciato: ogniuno pensi a se!
digramma sc:____________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
digramma gn: :____________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________
digramma gl: :____________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________
5) Dato che la pronuncia di cu e di qu è molto simile, come scrivi le parole seguenti?
Nell’incertezza consulta il vocabolario.
(A)
B)
C)
1) _ _ aderno
1) _ _ ando
1) a _ _ ila
2) _ _ ore
2) _ _ oco
2) s _ _ alo
3) _ _ oziente
3) _ _ ota
3) in _ _ ieto
4) _ _ oio
4) e _ _ ino
4) inno _ _ o
5) _ _ esito
5) _ _ adro
5) a _ _ _ irente
6) a _ _ ire
6) s _ _ adrare
6) ac _ _ dire
7) cir _ _ ire
7) _ _ indi
7) e _ _ inozio
8) s _ _ otere
8) _ _ aglia
8) ini _ _ o
9) a _ _ leo
9) _ _ anto
9) a _ _ _ isire
10) profi _ _o
10) s _ _ oiare
10) va _ _o
11) s _ _ cire
11) a _ _ stica
11) a _ _ _ ietarsi
12) s _ _ arcio
12) _ _ ale
12) in _ _ isire
13) cospi _ _ o
13) e _ _ stre
13) a _ _ _ attarsi
14) _ _ iete
14) _ _ estione
14) tac _ _ ino
20
6) Si scrive con la S o con la Z? Sottolinea la forma corretta.
1) scorsa – scorza
2) farza – farsa
3) verso – verzo
4) senso – senzo
5) borsa – borza
6) senza –sensa
7) abbastansa – abbastanza
8) esensione – esenzione
E. zuppa – suppa
7) Qual è la scrittura esatta delle parole che seguono?
1) alu n/nn o
2) sensa z/zz ione
3) da p/pp ertu t/tt o
4) intra v/vv e d/dd ere
5) contra p/pp osto
6) ama b/bb ile
7) co l/ll e g/gg io
8) le g/gg enda
9) vi z/zz io
10) indu g/gg io
11) sopra t/tt u t/tt o
12) ghia c/cc io
13) so p/pp orta z/zz ione
14) improba b/bb ile
15) a d/dd i z/zz ione
16) so q/qq uadro
17) ru g/gg ine
18) e c/cc e z/zz ione
19) ori z/zz onte
20) fra m/mm isto
21) ado z/zz ione
21
8) Segna l'apostrofo dove è necessario:
1. Vuoi dire che passeremo un altra estate in città?
2. Amo passeggiare d inverno nei giardini semideserti.
3. Oggi è sant Anna: ti sei ricordata di fare gli auguri di buon onomastico a
quell antipatica di tua cugina?
4. Ci è costato un occhio e non vale un acca!
5. Non m importa affatto di quello che farai. lo non ti dirò nient altro.
6. Non mi sembra sia un argomento molto convincente: cercane un altro
migliore se desideri l approvazione di tuo padre!
7. È un eccezione che conferma la regola.
8. Per realizzare l esperimento occorrono un recipiente, un imbuto, un asta
graduata e un bel po di pazienza.
9. Devo considerarlo un ordine o un invito?
10. Ti consiglio l acquisto di questo motorino: è un occasione davvero unica!
11. Mi hanno riferito un episodio piuttosto sconcertante.
12. Ti prometto che verremo senz altro.
13. Sperate che vi giustifichi per quell assenza dell altro giorno?
14. Ieri sera Giovanni si è nascosto nell androne per saltar fuori ali improvviso
e farmi prendere un accidente. Per fortuna l ho visto prima io e l accidente l ha preso lui.
MORFOLOGIA:
IL VERBO
 Ci sono parole che finiscono in -are, -ere, -ire ma non sono verbi. Prova a cercarle e
cerchiale.
1. andare - saltare - singolare - cercare - pagare
2. spendere - convincere - salumiere – sapere- ridere
3.finire - blandire - costruire - lire – bollire
 Scrivi accanto a ogni verbo il suo contrario.
1. arrivare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2. incominciare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3. continuare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4. risparmiare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5. salire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
22
6. vivere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
7. ricordare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
8. pulire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
9. aprire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
10. entrare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
 Sottolinea tutte le forme verbali presenti in questo brano.
Siamo andati a raccogliere le mele. Ogni anno torniamo dalla stessa contadina, che ce le vende per
poco purché le raccogliamo.
C’era un po’ di sole, ma l’aria era fredda, già autunnale. Ci siamo arrampicati su per il pendìo,
abbiamo scosso i meli. Le mele gialle e le mele rosse cadevano, rotolavano, si nascondevano
nell’erba, coprivano il prato. Si sentiva profumo di frutta matura, di foglie umide e arrivava a folate
dalla casa il fumo della stufa accesa. Eravamo allegri.
Marta ci ha accolti in casa. È vecchia, parla solo dialetto; ogni volta ci offre un bicchiere di vino
rosso e le prime castagne. Ci racconta del passato, di quando suo marito era ancora vivo e la collina
lì intorno era tutta accuratamente coltivata a vigna. Ora Marta è sola, le viti non ci sono più e al loro
posto crescono i meli.
 Per ciascun verbo indica modo, tempo, persona e numero (scrivi tutto per esteso come
nell’esempio).
Modo Tempo Persona Numero
1. ho finito indicativo passato prossimo prima singolare
2. avesse finito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3. finirete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4. avevamo finito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5. finirono . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6. che io abbia finito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
7. che tu funisca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
8. finito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
9. finirebbe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
10. avendo finito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
 Volgi al plurale i verbi e le persone delle seguenti frasi.
1.Tu hai letto molto bene. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.Non mangiare in fretta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3. Egli studia volentieri. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4. Io ho bevuto la Coca-Cola. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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5. Lei cammina velocemente. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.Tu sei contento. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
7. Io ascolto volentieri musica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
8. Lui è partito ieri sera. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
 Evidenzia tutti i verbi contenuti nelle frasi seguenti e indica a fianco il tempo
espresso da ciascuno (presente, passato, futuro).
1. Domani io e Luca andremo allo stadio.
2. La scorsa estate abbiamo visitato la Toscana.
3. Ho visto Marco con il suo cane.
4. Il medico verrà nel pomeriggio.
5. Compra il pane.
6. Anna canta nel coro.
7. Era una notte buia e tempestosa.
8. Leonardo visse nel XV secolo.
9. Le luci al neon consumano meno energia.
10. Luca sarà interrogato dopodomani.
 Coniuga i verbi dati tra parentesi all’indicativo imperfetto.
1. In colonia noi (giocare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a nascondino.
2. Mi sono impegnata molto perché (volere) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
raggiungere risultati migliori.
3.Quel parroco (prodigarsi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . per aiutare i
poveri della parrocchia.
4.Quando (andare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a scuola, la mia mamma
(essere) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . molto brava a svolgere i temi.
5. Prima di acquistare la macchina, noi (spostarsi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . con i mezzi pubblici.
6.Ogni anno la nonna (andare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . alle terme
nel mese di aprile.
7.Mentre (uscire) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ho incontrato Serena.
8.Nel secolo scorso le strade (illuminarsi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
con i lampioni a gas.
 Coniuga i verbi dati tra parentesi al tempo appropriato.
1.Tutti gli scolari si (alzare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . in piedi quando
entrò in classe il preside.
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2. Alla sua festa di compleanno Marco (mangiare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . metà della torta.
3. Fra cinque minuti (finire) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . i compiti e
andrò in bicicletta.
4. (sapere) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . che mi avresti aiutato.
5. I ladri aprirono la cassaforte e (rubare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . tutti i
gioielli che vi erano custoditi.
6. Se non mi (dire) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la verità, non potrò
aiutarti.
7. Il portiere (lanciarsi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . in avanti e parò la
palla.
IL NOME
 Nel seguente brano sottolinea i nomi:
Il nostro organismo consuma energia per svolgere tutti i suoi processi vitali ed è quindi necessario
apportare dall’esterno tutte le sostanze nutritive che sono poi rielaborate dell’organismo per poter
svolgere tutti i metabolismi corporei. Seguire un'alimentazione equilibrata e varia dal punto di vista
nutrizionale è una norma fondamentale per il mantenimento di un ottimale stato di salute. Gli
sportivi
hanno però esigenze di alimentazione diverse e necessitano di una maggiore carica di energia
perché
devono sopperire agli squilibri indotti dalla pratica fisica e garantire all'organismo sempre il giusto
apporto di tutti i nutrienti ma, soprattutto, nei periodi di allenamento l'alimentazione dello sportivo
deve
dunque essere adattata all'aumentato fabbisogno energetico. (Tratto da LaStampa.it)
 Distingui, fra i nomi seguenti, i concreti dagli astratti:
simpatia / invidia / libro / sudore / paura / stanchezza / tavolo / noia / neve / allegria
 Distingui i nomi derivati dagli alterati:
collana / ragazzino / vermiciattolo / zuccheriera / asinello / polleria / pescatore / saporaccio /
pizzaiolo/ saliera
 Indica quali nomi del seguente elenco sono composti:
capobanda / bambina / minestra / passaporto / cavallino / gregge / calciatore / bravura / corrimano /
vassoio
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ESEGUI L'ANALISI GRAMMATICALE DELLE SEGUENTI FRASI
1) Martina .............................................................................................................................................
parla........................................................................................................................................................
volentieri ...............................................................................................................................................
con .....................................................................................................................................................
me ...............................................................................................................................
2) Mi ......................................................................................................................................................
piace ......................................................................................................................................................
tanto .......................................................................................................................................................
quello .....................................................................................................................................................
sport ...............................................................................................................................
3) Ieri .....................................................................................................................................................
ho visto ..................................................................................................................................................
la ...........................................................................................................................................................
tua ..........................................................................................................................................................
bellissima ...............................................................................................................................................
collezione................................................................................................................................................
di ............................................................................................................................................................
francobolli...............................................................................................................................................
4)
Domani ..................................................................................................................................................
andremo .................................................................................................................................................
al ............................................................................................................................................................
mare ...................................................................................................................................................
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