L`intimità affettiva e sessuale della coppia come

Transcript

L`intimità affettiva e sessuale della coppia come
L’intimità affettiva e sessuale della coppia
come modello per l’educazione dei figli
Ho pensato molto a come costruire questo terzo incontro con voi e mi è piaciuta l’idea di
farvi entrare sempre di più nella dimensione dell’essere bozzolo descrivendovi come noi stessi
adulti, genitori di questi bruchi adolescenti, spesso ci comportiamo anche noi come bruco partner
nei confronti di chi abbiamo sposato.
Questo per dire come spesso nella nostra coppia ci comportiamo da adolescenti, con le
stesse caratteristiche adolescenziali che noi critichiamo tanto nei nostri figli.
Per raccontarvi questo farò molto accenno alle coppie che io incontro nel mio cammino che
vi renderanno più facile la comprensione del parallelismo.
Abbiamo visto la volta scorsa quali sono gli atteggiamenti diversi con cui possiamo porci di
fronte ai mostri figli e abbiamo constatato come sia difficile cambiare il nostro comportamento per
ottenere risultati diversi da quelli che generalmente otteniamo.
Capitolo 1 : delle aspettative insoddisfatte
Quando la persona che amiamo delude qualche nostra attesa, la rabbia e il rancore può prendere
molto spazio e può manifestarsi attraverso silenzi o mutismi reciproci, o addirittura attraverso
ripicche. Eppure nella vita a due arriva sempre il momento in cui l’altro delude le mie aspettative,
piccole o grandi. Il passaggio dall’idealizzazione alla realtà è critico e faticoso, ma inevitabile, forse
è la prova del nove di un matrimonio che ci dovrebbe condurre a dire: ora i miei sogni li costruisco
con te per quello che sei, non per quello che tu dovresti essere secondo me..
Della logica egocentrica di cui abbiamo accennato la volta scorsa:
a) io desidero ardentemente che mio figlio faccia ciò che mi aspetto da lui, pena abbiamo visto
battaglie, manovre, ricatti, punizioni, esclusioni, rifiuti
b) io desidero ardentemente che mio marito o moglie faccia ciò che mi aspetto da lui, pena
vediamo battaglie, manovre, ricatti, punizioni, esclusioni, rifiuti
desidero che mio marito capisca che cosa nella testa penso o che cosa nella pancia provo senza che
io gliene dia alcun segnale, e se non capisce è sacrosanto che non mi ama.
Della logica egocentrica si può accennare anche a questo aspetto che io chiamo La lettura del
pensiero: Se mi ami dovresti fare questo per me o sentire questo per me, in più dovresti volerlo tu,
devi sentire tu il bisogno di fare questo per me”
Capitolo 2: amare è promuovere l’identità del partner
Amare significa valorizzare gli aspetti della personalità del partner, non solo quelli che soddisfano i
miei bisogni, ma anche quelli che pur essendo positivi, vanno a creare qualche disagio nella mia
persona. Oppure certe volte, pur nutrendo un legame profondo verso l’altra persona lo si tende a
prevaricare, in funzione del proprio bisogno di protagonismo. Esempio mi capita in consulenza
quando vedo le coppie, e rivolgo magari una domanda alla signora, mi risponde il marito. Allora
faccio notare la cosa, ma ci vogliono due o tre passaggi prima che la signora si renda conto, perché
a volte è un meccanismo talmente radicato da non esserne consapevoli. Oppure quando risponde il
marito interviene la moglie e dice, ma no guardi , le cose stanno così…
Promuovere l’identità del partner vuol dire innanzitutto riconoscere e apprezzare la sua diversità.
Accettare la diversità del partner: lui è diverso da me, lui non è come me, non la pensa sempre come
me e per questo non cerco di conformarlo alle mie aspettative o di cambiarlo secondo la mia
volontà, ma rispetto la sua diversità e faccio in modo che questa diversità arricchisca la nostra vita
di coppia. Nella vita di coppia talora manca il tempo e le capacità per entrare ciascuno nel mondo
dell’alto. E il rischio può essere quello di giungere a ritenere che il mondo dell’altro non esista. Che
il suo lavoro non esista o non sia importante, soltanto perché diverso dal mio o perché
incomprensibile per le mie conoscenze; che i suoi interessi non esistano, che i suoi sentimenti non
esistano; che alla fine ci sono solo io…
Capitolo 3 : degli oggetti transizionali ovvero come evitare l’intimità
Gli oggetti transizionali sono oggetti con cui il bambino piccolo gioca e sono oggetti a cui gli è
difficile staccarsi in una certa fascia d’età. Sono oggetti che gli consentono il passaggio dalle mura
di casa alla socialità. Ad esempio quando il bambino va la prima volta all’asilo si porta dietro il
peluche, o la famosa coperta di linus, o il cicciotto, sono oggetti che gli danno sicurezza , che
provengono dal mondo di casa sua e che gli servono per fare il passaggio nel mondo sociale tale per
cui non si sente solo. Gli oggetti transizionali sono fondamentali nel bambino. C’è da preoccuparsi
quando sono gli adulti che fanno uso di oggetti transizionali. Se da una parte per l’adulto giocare è
importante e non va dimenticato, dall’altra parte quello del gioco non deve diventare uno spazio
alternativo alla realtà.
Che diremmo di una mamma che riprende a giocare con le barbie e a trascurare i propri figli?
O di un architetto che chiude il suo studio per fare casette con i lego?
Il guaio è che gli oggetti transizionali degli adulti non sono così identificabili con i lego o le barbie
sono più sofisticati ma tutti se riempiono gran parte della giornata o della settimana sono tutti modi
per evitare di stare in intimità con se stessi e con chi si divide la vita: figli e partner.
Flavio e cecilia hanno 55 anni, hanno avuto due figli che sono sposati e ormai questi vivono da soli.
Flavio da un paio d’anni ha scoperto il computer e lo usa di continuo, alla sera tornato a casa,
durante la cena, fa in fretta perché sembra che il computer gli possa scappare da casa. Cecilia ,
invece, non si sa bene se per ripicca o per cosa, da un anno a questa parte, si è messa a riempire la
casa di soprammobili e accessori per la cucina..
Certo è più facile interagire con un computer che con una moglie. In questo senso il computer è nun
oggetto transazionale: si comporta esattamente come un sofisticato oggetto di peluche, al quale
posso far fare qualsiasi cosa, reagisce ai miei comandi, ma quando sono stufo spengo. Magari
potessi spegnere allo stesso modo mia moglie! E la moglie riempiva la casa di cose belle, così
indirettamente la facevano sentire bella, cosa che il marito non faceva più.
Sta proprio a farci meditare che se nella vita di coppia si inserisce un elemento: gioco, sport, hobbie
o lavoro e se questo elemento prende gran parte della vita di coppia e di famiglia è un chiaro modo
per evitare qualcosa o per mandare un messaggio implicito ma evidente.
Capitolo 4: la paura dell’intimità
L’intimità della coppia è il frutto di un cammino di conoscenza, lungo e spesso costellato di crisi,
durante il quale i partner imparano ad accettarsi nella loro interezza • Per raggiungere questo
orizzonte occorre prima di tutto accettare se stessi • Occorre poi accettare la diversità dell’altro,
realisticamente, senza pretenderne la perfezione • Ed occorre infine «imparare» il dialogo profondo,
intimo e personale
ACCETTAZIONE – DIALOGO- REALISMO
Nel cammino di coppia l’inizio è spesso roseo: la presenza dell’altro riempie la vita e le dà colore,
si rimane affascinati dalle qualità dell’altro, si sente di aver finalmente trovato l’«anima gemella». È
la fase iniziale dell’idealizzazione (del partner e della relazione), dell’innamoramento, tappa
normale di forte attrazione e interesse verso il partner, percepito solo nei suoi aspetti positivi.
È un’esperienza esaltante, destinata però a scemare con il tempo per lasciare spazio a una visione
più realistica della persona amata. Il momento di crisi per il crollo dell’idealizzazione diventa allora
occasione per comprendere e accettare l’altro per quello che veramente è, e non per come si
pensava o si voleva che fosse. (parallelismo con il bambino idealizzato e con il bambino reale)
Possiamo pertanto comprendere l’intimità di coppia come frutto di un cammino di conoscenza
reciproca in cui il partner è considerato, accolto e amato nella sua interezza, per tutto ciò che è.
L’interezza dell’essere umano riguarda:
– il livello fisico: corpo, aspetto esteriore, ritmi biologici;
– il livello psichico: emozioni, affetti, bagaglio di esperienze, desideri, timori,
significati;
– il livello razionale-spirituale: idee, interessi, valori.
L’intimità della coppia risulterà piena e appagante quanto più comprenderà una condivisione e un
incontro in tutti questi diversi aspetti. Per contro, quando l’intimità si realizza a uno solo di questi
livelli, trascurando gli altri, spesso sorgono insoddisfazioni, incomprensioni e tensioni.
È il caso di Franco e Monica: tra loro l’intensa intimità sessuale non si accompagna a quella
affettiva, sentimentale. Parlano poco tra loro, tanto meno delle loro emozioni, dei loro desideri.
Anche se i loro corpi sono vicini, spesso sentono l’altro distante. Al contrario, Claudia e Paolo non
hanno mai avuto rapporti sessuali completi, pur essendo sposati da dieci anni. Questo rimane un
loro segreto. Condividono gli stessi interessi, provano un forte e sincero affetto che li unisce.
Blocchi e paure li privano però di un’intimità piena a livello sessuale.
Sovente problemi che emergono nella sfera sessuale (frigidità, eiaculazione precoce, perdita del
desiderio,...) sottendono difficoltà ad altri livelli (paura di perdersi, di annullarsi nell’altro;
aggressività; precedenti esperienze traumatiche; idee distorte e negative sulla sessualità; ..il peso
della valigia che ci portiamo dietro.).
Incomprensioni di coppia possono sorgere anche per un approccio con il partner a livello solo
razionale o solo emotivo. Così Marco, ingegnere, non capisce la paura dell’ascensore di Cristina, e
Laura, controllata, non capisce l’agitarsi di Bruno per la partita. Giorgio e Maura a livello di idee si
trovavano d’accordo sulla concezione del matrimonio, ma non avevano tenuto conto delle
esperienze diverse delle loro famiglie d’origine (aperta e affettiva quella di lui, formale e rigida
quelladi lei) che creavano tra loro tensioni e malintesi.
Questi esempi mettono in luce la complessità dei fattori che possono influenzare l’intimità di coppia
e l’importanza di considerare quest’ultima come il risultato di condivisione, scambio e apertura ai
tre livelli della persona umana.
Abbiamo presentato l’intimità di coppia come un cammino. Ora possiamo chiederci: quali strade
percorrere? Come possiamo favorirne la crescita e la profondità?
Le considerazioni che seguono vogliono essere indicazioni generali su come percorrere questo
cammino, senza voler esaurire un tema così vasto e inevitabilmente legato alle caratteristiche
particolari dei partner, come singoli e come coppia.
L’accettazione
Un ingrediente essenziale per una buona intimità di coppia è l’accettazione:
• di se stessi: conoscere e saper integrare qualità e limiti personali in una visione di sé
prevalentemente positiva è condizione necessaria per relazionarsi all’altro con fiducia e
accoglienza. Altrimenti, l’avvicinarsi del partner può essere vissuto con un senso di minaccia, per il
timore di perdersi nell’altro,di perdere la propria troppo debole individualità, oppure, al contrario, si
pretende che l’altro compensi gli aspetti mancanti della propria persona.
L’accettazione del proprio corpo
• Del partner: riconoscere la sua diversità e unicità come possibilità di arricchimento.
Nei confronti della persona amata l’accettazione prende la veste del rispetto dell’alterità. In un
rapporto sano ed equilibrato il partner non è funzionale ai bisogni personali dell’altro, ma mantiene
ed esprime una propria identità. Richieste di fusione, come il voler fare tutto insieme, l’avere tutti
gli interessi in comune, rivelano un’incapacità di riconoscere serenamente l’altro nella sua diversità
ed autonomia. È corretta la frase di Celentano: «Per averti, farei di tutto, tranne perdere la stima (e
l’identità) di me stesso».
Accettare il partner significa anche comprendere che lui porta con sé esperienze e vissuti che
compongono la sua storia personale e che influenzano il suo comportamento attuale. Tenere
presente questo aspetto permette di inserire un atteggiamento dell’altro non solo nella limitata
cornice della relazione di coppia, ma anche in quella più ampia ed esaustiva della famiglia
d’origine.
Il dialogo
Altra via per la crescita dell’intimità di coppia è il dialogo. Attraverso il dialogo avviene il
confronto sui vari àmbiti che riguardano la vita di coppia, il rapporto con l’ambiente esterno, la
suddivisione dei compiti, l’eventuale educazione dei figli. Così le decisioni possono venir prese
insieme, nel rispetto della visione dell’altro, equilibrando le varie opinioni ed esigenze. Quando
il dialogo avviene in questo modo, ciascuno si sente coinvolto e rimane responsabile perché
partecipe delle scelte comuni. Ciò che più favorisce l’intimità di coppia è il dialogo profondo e
personale, altra forma di scoprirsi, di rivelarsi e di consegnarsi al partner anche nelle parti più
intime, come avviene sul piano fisico nel rapporto sessuale. Questo tipo di comunicazione
presuppone un clima di ascolto, accoglienza e accettazione, in cui la confidenza, la condivisione di
ciò che si prova (emozioni, affetti, vissuti, desideri) diviene dono prezioso della propria interiorità.
È capacità di esprimere verbalmente anche l’amore e l’apprezzamento verso il partner che non
vanno dati per scontati.
È importante che ogni coppia sappia trovare tempi e spazi per confrontarsi e dialogare in profondità.
I ritmi di vita spesso frenetici ostacolano e sembrano a volte rendere quasi impossibile una
comunicazione serena e tranquilla. L’apporto positivo del dialogo all’intimità di coppia compensa
però ampiamente ogni sforzo in questa direzione. Si tratta di riconoscerlo come una priorità.
Il realismo
Consideriamo ancora un altro elemento essenziale per l’intimità di coppia: il realismo.
Il realismo fa parte dell’accettazione: significa non pretendere la perfezione né dal partner, né da se
stessi. È sapere che il limite fa parte della nostra condizione umana e non è un ostacolo, ma ha in sé
una forza propulsiva: ci aiuta a crescere nella pazienza, nella comprensione e nell’umiltà. Il
realismo ci permette di infrangere sogni e false aspettative a favore di un’autenticità. È illusorio, ad
esempio, pensare che la relazione di coppia renda sempre e comunque felici e, di conseguenza,
entrare in crisi quando questo non si realizza. Alti e bassi sono normali, potremmo dire che sono
fisiologici nel rapporto di coppia. È importante non esasperare i momenti di difficoltà, di fatica:
questo non significa che si sia «arrivati alla frutta». Se si ha la capacità di attendere, di guardare in
faccia la realtà e i problemi, ma senza drammatizzare né voler a tutti i costi attribuire responsabilità
(a sé o al partner in modo rigido, categorico), allora si può fare l’esperienza che anche la difficoltà
unisce e rafforza. E perché anche qui non manchi la citazione di una canzone, possiamo dire con De
Gregori: «Pioggia e sole abbagliano e mordono ma lasciano il tempo che trovano, il vero amore
può nascondersi, confondersi ma non può perdersi mai. Sempre e per sempre dalla stessa parte mi
troverai». Può essere di grande aiuto l’apertura e il confronto con altre coppie. Talvolta può essere
necessario anche un aiuto esterno più esperto. In ogni caso saper chiedere aiuto è una capacità, un
aspetto positivo della coppia che non si chiude nel suo castello con una pretesa di autosufficienza.
Ma non si improvvisa...
Chi si è incamminato, ha scoperto che vale la pena continuare.
(Maria Poetto)