troade e mileto - Parrocchia Cristo Re Milano
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troade e mileto - Parrocchia Cristo Re Milano
Ad/129 TROADE E MILETO (At 20,1-21-17) Relazione 1. Significato del brano si avvicinano i giorni della passione.. si sale verso Gerusalemme. Ci sono consegne e testamenti. Si evidenzia ciò per cui uno vive. Si deve interpretare dove conduce lo Spirito. Appare la meta che, nel viaggio, è Roma. 2. Da Efeso a Troade Leggiamo Atti 10, 1-16). Il soggetto è «noi». L’andatura è quella del diario di viaggio. Le tappe sono geografiche. Paolo saluta i discepoli di Efeso. Attraversa di nuovo la Macedonia. Conforta i fratelli. Arriva in Grecia. Vi resta tre mesi. Vuole imbarcarsi per la Siria. Un complotto dei giudei glielo impedisce (cf. anche 18,18). Progetti umani e avvenimenti si scontrano. Lo Spirito conduce. Sono presentati sette compagni di viaggio. Ci sono nomi e provenienze. Timoteo e Tichico (1Ts 3,1-6; 1Cor 4,17 e 16,10ss; Ef 6,21ss; Col 4,7ss; 2Tim 4,12; Tt 3,12). Ci sono Aristarco (Col 4,10), Trofimo (2Tm 4,20) e forse Asopatro (Rm 16,21). Sono originari diBerea, Tessalonica, Derbe, Listra (16,1), Efeso o dintorni. Rappresentano le varie Chiese dell’Asia Minore o delle sponde dell’Egeo. Paolo si ferma a Filippi a celebrare la Pasqua. A Troade c’è una veglia eucaristica. È il primo giorno della settimana. È superato per i discepoli il sabato giudaico. Il «Giorno del Signore» ha inizio il sabato con il tramonto. Tutta la comunità è riunita al piano superiore. C’è un richiamo alla Cena (Lc 22, ). Spezzano il pane; c’è un rito specifico. Questo avviene dopo la condivisione della Pasqua. Paolo dialoga e discute. Il verbo è omileo. Richiama Luca 24,14 e Atti 10,27. Non ci si accorge del tempo. È mezzanotte. Un ragazzo che è sul davanzale si addormenta. Cade dal terzo piano. Viene raccolto morto. Paolo dice: «Non agitatevi, la sua anima è ancora in lui» (vv. 9-10). Paolo è Elia. Qui non si fa accenno ad alcuna preghiera. Il nome del ragazzo è Éutico = il fortunato. Paolo risale, spezza il pane, prolunga la conversazione sino all’alba, prima di ripartire (v. 11). Riconducono vivo il ragazzo, è una consolazione per tuti (v. 12). Si fa memoria della morte e della risurrezione, qui c’è la comunione con il vivente. Si stabilisce un ponte tra miracolo e Sacramento. Paolo sta per entrare in una lunga passione. Diventerà testimone della risurrezione. Si naviga tra isole e porti del mar Egeo. Giungono ad Efeso. Voleva evitarlo. Si affrettava per trovarsi il giorno di Pentecoste, se gli fosse stato possibile, a Gerusalemme. C’è per lui un’urgenza. 3. L’addio agli anziani di Efeso Leggi Atti 20,17-20. L’incontro si svolge a Mileto. Lo desidera Paolo. Lui è l’autorità. Gli anziani della Chiesa di Efeso non esitano a raggiungerlo. Percorrono 60 Km per evitargli la fatica e fargli risparmiare tempo (v. 16). In Atti 20,18b-35 c’è un discorso rivolto ai cristiani. Il genere letterario è «discorso di addio» o testamento spirituale. C’è uno che va incontro alla morte. Esplicita per chi e per che cosa ha vissuto. Così esorta, consolida la fede. Si risente Lc 22,21.37. È stata la diaconia della Parola. L’ha svolta senza tralasciare nulla. Questo sia per il contenuto del Vangelo (annuncio ??, 29 conversioni); sia dal punto di vista dei luoghi (sinagoghe, case), che dei destinatari (giudei, greci). È sintesi del libro. Ora ecco Paolo è avvinto dallo Spirito. Va verso Gerusalemme, non sa nulla. È certo solo del fatto che lo attendono catene e afflizioni (? Pare il periodo secondo della vita di Gesù. egli è in cammino verso Gerusalemme (Lc 9,2218,31). Spiega e anticipa la passione. C’è un destino,. Assomiglia al «è necessario» di Gesù. tramite la passione porterà a termine la corsa. È pronto a pagare l’estremo prezzo. Non ritiene preziosa la sua vita (v. 24). È come Gesù che invita a rinunciare a sé (Lc 9.24).suo amore è il Vangelo (evangelium) della grazia. Ora non vedranno più il suo volto. È passato proclamando il Regno. Il termine ha qui un valore assoluto. Non tornerà. Fa un bilancio. Afferma: «Sono puro del sangue di tutti voi» (18,6). Richiama Ez 3,17. Ha coscienza di aver fatto tutto perché gli ascoltatori potessero convertirsi e ritrovare la strada.. non ha tralasciato nulla. Ha annunciato tutto il disegno di Dio (v. 27). Ora esorta gli anziani. Devono vegliare. Sono pastori della Chiesa. Dio l’ha acquistata con il suo sangue! È naturalmente il sangue della nuova alleanza (cf. Lc 22,20; Rm 3,25; 1Cor 11,25…). La vita stessa di Dio è stata spesa. Sono anziani, sorveglianti (episcopoi), pastori (cf. Ger 23; Ez 34; Lc 12,32; 15,3-7). Formano un collegio. Non si tratta di vescovi. Sono dotati di legittima autorità spirituale. Il gregge è minacciato, anch’essi sono sotto tiro. Ci saranno lupi, falsi apostoli, seminatori di eresie. Tra lacrime lui deve dirlo, in base alla sua esperienza. La vigilanza è lotta interminabile. Non va vanificata l’opera compiuta da lui. Paolo affida questi animatori alla grazia e alla parola di Dio. Lì trovano tutela e sicurezza. La grazia della Parola edifica la Chiesa, la fa divenire edificio, funge da base e da cemento (At 9,31; Rm 16,2; 1Cor 3,9). Lui ed i suoi sono orientati dall’Evangelo verso la eredità promessa ai figli (Rm 4,13; 8,17; 1Cor 6,9). Si risente l’eco del discorso di addio di Mosè (Dt 33,3ss). Paolo si è mantenuto. È fiero di questo. Ha lavorato manualmente (At 18,3). Non ha pesato su nessuno. È un onore per lui (1Ts 2,9; 2Ts 3,8; 1Cor 9,4-18). Il Vangelo va annunziato gratuitamente. Con il lavoro si mantengono poveri e malati. I falsi profetri si fanno riverire e mantenere. I ministri disinteressati sono beati. Si è più felici nel dare che nel ricevere. È un detto di Gesù non riferito dai Vangeli. Ci sono accostamenti con la lettera di Pietro (1Pt 5,1.4). Avviene la separazione. Sentono oo strazio. Non vedranno più il suo volto (vv. 36-38). 4. Il viaggio verso Gerusalemme Leggiamo Atti 21,1-17 Continua il diario di viaggio. Si va per mare. Da Mileto si passa per Cos, Rodi, Patara, Cipro, per giungere a Tiro. Ivi i viaggiatori si incontrano con i discepoli (v. 4). Stanno con loro sette giorni. C’è un secondo annuncio della passione (cf. Lc 9,44; 18,32; 24,7). Gli dicono di non salire a Gerusalemme. C’è una nuova scena di addio (vv. 6-7). Uomini, donne, bambini li accompagnano fuori della città, sino alla riva del mare. Prima dei saluti, tutti si inginocchiano sulla spiaggia e pregano (At 20,36). Si incrociano due modi di individuare lo Spirito, quello di Paolo (At 20,22) e quello dei discepoli. Stanno un giorno a Tolemaide. Ci sono anche lì i fratelli (v. 7). Arrivano a Cesarea. Ci sta il procuratore. Vi si è stabilito Filippo (v. 8; 8,40). Le sue quattro figlie profetizzano. Torna sulla scena Agabo che giunge dalla Giudea (cf. At 11,28). Prendendo la cintura di Paolo si lega piedi e mani. C’è l’ultima tappa da Cesarea a Gerusalemme. Lo accompagnano a trovare un alloggio presso un certo Mmasone di Cipro. Arrivano a Gerusalemme. Sono accolti con piacere (At 20,17). Si interrompe la narrazione al plurale. 5. Attualità La storia rivela qual è la ragion d’essere di ognuno. Lentamente la meta appare. 30 • Per il Regno, per l’Evangelo si dà la vita. Nessuno può scegliere persecuzione e morte. Lo affronta se lo Spirito conduce lì. • Non si tratta di imitare Gesù, ma di seguirlo (K. Rahner) Ezio Gazzotti Ad/129 TROADE E MILETO (At 20,1-21-17) Strumento di lavor 1. Significato del brano La salita verso Gerusalemme. Le copnsegne. 2. Da Efeso a Troade 1 Appena cessato il tumulto, Paolo mandò a chiamare i discepoli e, dopo averli incoraggiati, li salutò e si mise in viaggio per la Macedonia. 2 Dopo aver attraversato quelle regioni, esortando con molti discorsi i fedeli, arrivò in Grec 2ia. 3 Trascorsi tre mesi, poiché ci fu un complotto dei Giudei contro di lui, mentre si apprestava a salpare per la Siria, decise di far ritorno attraverso la Macedonia. 4 Lo accompagnarono Sòpatro di Berèa, figlio di Pirro, Aristarco e Secondo di Tessalonica, Gaio di Derbe e Timòteo, e gli asiatici Tìchico e Tròfimo. 5 Questi però, partiti prima di noi ci attendevano a Troade; 6 noi invece salpammo da Filippi dopo i giorni degli Azzimi e li raggiungemmo in capo a cinque giorni a Troade dove ci trattenemmo una settimana. 7 Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo conversava con loro; e poiché doveva partire il giorno dopo, prolungò la conversazione fino a mezzanotte. 8 C'era un buon numero di lampade nella stanza al piano superiore, dove eravamo riuniti; 9 un ragazzo chiamato Eutico, che stava seduto sulla finestra, fu preso da un sonno profondo mentre Paolo continuava a conversare e, sopraffatto dal sonno, cadde dal terzo piano e venne raccolto morto. 10 Paolo allora scese giù, si gettò su di lui, lo abbracciò e disse: «Non vi turbate; è ancora in vita!». 11 Poi risalì, spezzò il pane e ne mangiò e dopo aver parlato ancora molto fino all'alba, partì. 12 Intanto avevano ricondotto il ragazzo vivo, e si sentirono molto consolati. 13 Noi poi, che eravamo partiti per nave, facemmo vela per Asso, dove dovevamo prendere a bordo Paolo; così infatti egli aveva deciso, intendendo di fare il viaggio a piedi. 14 Quando ci ebbe raggiunti ad Asso, lo prendemmo con noi e arrivammo a Mitilène. 15 Salpati da qui il giorno dopo, ci trovammo di fronte a Chio; l'indomani toccammo Samo e il giorno dopo giungemmo a Milèto. 16 Paolo aveva deciso di passare al largo di Efeso per evitare di subire ritardi nella provincia d'Asia: gli premeva di essere a Gerusalemme, se possibile, per il giorno della Pentecoste. (At 20,1-16). 3. L’addio agli anziani di Efeso 17 Da Milèto mandò a chiamare subito ad Efeso gli anziani della Chiesa. 18 Quando essi giunsero disse loro: «Voi sapete come mi sono comportato con voi fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia e per tutto questo tempo: 19 ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e tra le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei. 20 Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi in pubblico e nelle vostre case, 21 scongiurando Giudei e Greci di convertirsi a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù. 22 Ed ecco ora, avvinto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme senza sapere ciò che là mi 31 accadrà. 23 So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. 24 Non ritengo tuttavia la mia vita meritevole di nulla, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio. 25 Ecco, ora so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i quali sono passato annunziando il regno di Dio. 26 Per questo dichiaro solennemente oggi davanti a voi che io sono senza colpa riguardo a coloro che si perdessero, 27 perché non mi sono sottratto al compito di annunziarvi tutta la volontà di Dio. 28 Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue. 29 Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; 30 perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé. (At 20,17-30). 4. Il viaggio verso Gerusalemme 1 Appena ci fummo separati da loro, salpammo e per la via diretta giungemmo a Cos, il giorno seguente a Rodi e di qui a Pàtara. 2 Trovata qui una nave che faceva la traversata per la Fenicia, vi salimmo e prendemmo il largo. 3 Giunti in vista di Cipro, ce la lasciammo a sinistra e, continuando a navigare verso la Siria, giungemmo a Tiro, dove la nave doveva scaricare. 4 Avendo ritrovati i discepoli, rimanemmo colà una settimana, ed essi, mossi dallo Spirito, dicevano a Paolo di non andare a Gerusalemme. 5 Ma quando furon passati quei giorni, uscimmo e ci mettemmo in viaggio, accompagnati da tutti loro con le mogli e i figli sin fuori della città. Inginocchiati sulla spiaggia pregammo, poi ci salutammo a vicenda; 6 noi salimmo sulla nave ed essi tornarono alle loro case. 7 Terminata la navigazione, da Tiro approdammo a Tolemàide, dove andammo a salutare i fratelli e restammo un giorno con loro. 8 Ripartiti il giorno seguente, giungemmo a Cesarèa; ed entrati nella casa dell'evangelista Filippo, che era uno dei Sette, sostammo presso di lui. 9 Egli aveva quattro figlie nubili, che avevano il dono della profezia. 10 Eravamo qui da alcuni giorni, quando giunse dalla Giudea un profeta di nome Agabo. 11 Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: «Questo dice lo Spirito Santo: l'uomo a cui appartiene questa cintura sarà legato così dai Giudei a Gerusalemme e verrà quindi consegnato nelle mani dei pagani». 12 All'udir queste cose, noi e quelli del luogo pregammo Paolo di non andare più a Gerusalemme. 13 Ma Paolo rispose: «Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a esser legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù». 14 E poiché non si lasciava persuadere, smettemmo di insistere dicendo: «Sia fatta la volontà del Signore!». 15 Dopo questi giorni, fatti i preparativi, salimmo verso Gerusalemme. 16 Vennero con noi anche alcuni discepoli da Cesarèa, i quali ci condussero da un certo Mnasone di Cipro, discepolo della prima ora, dal quale ricevemmo ospitalità. 17 Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente. (At 21,1-17). 5. Attualità del brano La meta di una vita. Non imitare ma seguire. Ezio Gazzotti 32