AZIENDA SANITARIA DELLA PROVINCIA DI LODI

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AZIENDA SANITARIA DELLA PROVINCIA DI LODI
Presidi Ospedalieri: Bollate, Garbagnate M.se, Passirana, Rho
ALLEGATO N. 1 ALL’AVVISO PUBBLICO PER LA RICERCA DI SOGGETTI
PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI AZIENDALI
MEDIANTE EROGAZIONI LIBERALI
ELENCO DEI PROGETTI
PROGETTO N. 1
Avviso di riferimento
Deliberazione n. 245/2015/DG del 24 aprile 2015
Tipologia di riferimento
Sostegno per attività sanitarie
SCHEDA DI PROGETTO
Data di emissione
titolo
MONITORAGGIO DALLA 38° ALLA 41° SETTIMANA E
PROGRAMMAZIONE DEL PARTO
Struttura proponente
UOC Ginecologia e Ostetricia Rho
Responsabile progetto
Dr. Ambrogio Frigerio
Responsabile UOC Ginecologia e Ostetricia Rho
Tel. 02994303352 e-mail: [email protected]
Fasi e tempi di realizzazione
12 mesi; rinnovabile
Razionale del progetto
La natimortalità, la mortalità e morbilità neonatale ed infantile
aumentano oltre le 40 settimane di gestazione. Dalla 40 esima alla 42esima
settimana la mortalità perinatale raddoppia passando da 2-3 casi a 4-7
casi ogni 1000 nati, dalla 43esima settimana aumenta di 4 volte e infine,
dalla 44esima settimana aumenta di 5-7 volte
I rischi legati ad una gravidanza post-termine sono correlati alla
senescenza placentare che può determinare una sofferenza fetale subacuta o cronica che a sua volta può causare una morte endouterina.
Di fronte ad una gravidanza post-termine è importante distinguere quelle
gravidanze protratte senza complicazioni da quelle invece con un quadro
di insufficienza placentare.
Per quanto riguarda i rischi materni, un recente studio ha evidenziato un
aumento delle complicanze materne dopo la 40 esima settimana,
confermando una serie di dati già evidenziati in precedenza, nello
specifico un raddoppio delle percentuali di taglio cesareo, un aumento
delle distocie e di lesioni perineali gravi.
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Obiettivi del progetto
Riferimenti istituzionali e di
società scientifiche
Letteratura di riferimento
Lo scopo di tale progetto è quello di attuare un ambulatorio specifico che
si occupi dei comportamenti clinici e della sorveglianza della gravidanza
che giunge a termine gestendo con appropriatezza il calendario, i tipi di
controllo e l’impiego dell’induzione del travaglio di parto. Tutto ciò al fine
di minimizzare i rischi materno fetali e continuando ad offrire un
percorso naturale per le donne che presentano andamento fisiologico
della gravidanza anche nel periodo oltre il termine.
ACOG Practice Bulletin No. 55, Management of Post Term Pregnancy.
Obstet Gynecol 2004; 104: 639-646
Linee guida S.I.E.O.G., 2006.
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Zeitlin J et al.,Variation in rates of post term birth in Europe, BJOG 2007;
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Olesen AW et al., Perinatal and maternal complications related to post
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Cunningham FG et al., Chapter 15. Antepartum assessment. Williams
Obstetrics 22nd Edition 2005: 373-387.
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fluid in predicting adverse outcome in prolonged pregnancy: a
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Phelan JP, Platt LD, Yeh SY, Broussard P, Paul RH. The role of ultrasound
assessment of amniotic fluid volume in the management of the postdate
pregnancy. Am J Obstet Gynecol 1985;151:304–8.
Chamberlain PF, Manning FA, Morrison I, Harman CR, Lange IR.
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Ultrasound evaluation of amniotic fluid volume. I. The relationship of
marginal and decreased amniotic fluid volumes to perinatal outcome. Am
J Obstet Gynecol 1984;150:245–9. Cunningham FG et al., Chapter 15.
Antepartum assessment. Williams Obstetrics 22nd Edition 2005: 373387.
Risorse professionali
Risorse organizzative
contropartita per i
finanziatori
Finanziamento richiesto
Medico specialista in ostetricia e ginecologia con comprovata
competenza nella valutazione della gravidanza O.T., che svolgerà attività
clinica presso L’U.O. di Ginecologia e Ostetrica del P.O. di Rho.
E’ richiesto un impegno orario/settimanale non inferiore alle 20 ore.
Non prevista. Trattasi di elargizione liberale a scopo clinico
E’ previsto un costo per l’attivazione del progetto non inferiore ai 20.000
Euro annui, da utilizzarsi per l’attivazione di una Borsa /Contratto per il
medico vincitore del bando e per quanto necessario al progetto.
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PROGETTO N. 2
Avviso di riferimento
Deliberazione n. 245/2015/DG del 24 aprile 2015
Tipologia di riferimento
Sostegno per attività sanitarie
SCHEDA DI PROGETTO
Data di emissione
Titolo
Struttura proponente
Responsabile del progetto
“IMPIEGO DEL TECNICO SPECIALIZZATO DI ECOCARDIOGRAFIA
FINALIZZATO ALLA RIDUZIONE DELLE LISTE DI ATTESA E
OTTIMIZZAZIONE DELLA QUALITÀ DELL’ESECUZIONE DELLA METODICA
CHE PERMETTEREBBE INCREMENTO DELLE ESECUZIONI DI
ECOCARDIOGRAFIE COMPLESSE, COME ECOTRANSESOFAGEO E ED
ECOSTRESS ”
UOC Cardiologia Rho
Prof. G. De Angelis
Responsabile UOC Cardiologia e UTIC 2 Rho
Tel. 02 994303204 / e-mail [email protected]
Fasi e tempi di realizzazioni
stimati
dodici mesi/rinnovabile
Razionale del progetto
Il Tecnico di Fisiopatologia Cardiovascolare in Italia nasce dalla necessità
di avere un’interfaccia Apparecchiatura Elettromedicale-PazienteMedico. Applica elettrodi, manicotti, sonde, trasduttori, ecc in maniera
non invasiva, acquisisce, registra, misura, elabora e successivamente
archivia dati biomedici. Collabora con il Medico nelle procedure invasive
e semi-invasive. Si occupa della manutenzione delle apparecchiature e
mantiene i rapporti con l’ufficio tecnico. I campi di applicazione di
questa figura professionale sono: Elettrocardiografia, Ambulatorio PM,
Ergometria, Ambulatorio Holter, Emodinamica-Elettrofisiologia (sala),
Ecocardiografia, Unità Coronarica.
Il tecnico in Ecocardiografia deve conoscere molto bene l’anatomia e la
fisiologia del cuore sia normale che patologico, nonché le varie protesi o
devices ( protesi valvolari, pm, trapianti,…) e come queste interagiscono
con esso. Deve conoscere le varie metodiche ultrasoniche e i principi
fisici che le governano.
L’ecocardiografia è la metodica diagnostica che si avvale degli ultrasuoni
per studiare la morfologia e la funzione delle strutture dell’apparato
cardiovascolare. Idealmente l’esecuzione di un esame ecocardiografico
può essere scomposta in una fase di acquisizione delle immagini fisse e
in movimento (frame e loop rispettivamente), in una fase di analisi delle
stesse immagini che comprende anche l’esecuzione di particolari misure
(dimensioni lineari di cavità e vasi, volumi, velocità Doppler di flusso,
gradienti pressori, ecc), che conduce infine all’interpretazione
dell’esame ed alla produzione di un referto che comprende le
conclusioni diagnostiche dell’esame stesso. Tradizionalmente gli esami
ecocardiografici sono eseguiti da medici cardiologi che eseguono le varie
fasi dell’esame a bordo dell’ecocardiografo. Dall’inizio degli anni ’80 nel
mondo anglosassone e, negli ultimi anni anche nel nostro paese, si è
affermata la figura del Tecnico di Ecocardiografia (Sonographer) ossia
una figura professionale che, dopo un adeguato iter formativo, affianca il
medico cardiologo nell’esecuzione degli esami ecocardiografici. Già nel
1992 l’American Society of Ecocardiography (ASE) pubblicava linee guida
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Obiettivo del progetto
(successivamente aggiornate nel 2001) per la formazione dei tecnici di
ecocardiografia. Il sonographer quindi è il tecnico dedicato
all’acquisizione delle immagini ecocardiografiche su cui si baseranno le
conclusioni diagnostiche dell’esame. Inoltre deve possedere conoscenze
adeguate a interpretare le immagini acquisite e a effettuare su queste
ultime una serie di misure che forniscono al medico cardiologo un data
set preliminare di informazioni su cui si baserà l’interpretazione finale
dell’esame.
Alla luce di quanto sopraesposto lo scopo del progetto è quello di
impiegare la figura di sonographer per ottimizzare il lavoro del medico
che è principalmente quello di diagnosi e cura. In tale modo il tempo
medico “perso” per la mera esecuzione del test può essere meglio
impiegato per esecuzione di esami molto più complessi e in cui la
presenza del medico è mandatoria, come l’ecostress ed
ecocardiotransesogeo, e per cui la lista d’attesa è conseguentemente
lunga.
Per quanto riguarda l’ambiente ideale in cui si esprime la professionalità
del sonographer è senz’altro il Laboratorio digitale di Ecocardiografia,
ossia il modello organizzativo in cui l’acquisizione ed archiviazione delle
immagini, la revisione e l’analisi delle stesse, le misurazioni, la
produzione e l’archiviazione dei referti avvengono in modalità digitale.
Si tratta di un modello già consolidato in ambiente radiologico, ma che
fatica ad affermarsi in ambiente cardiologico, ed in particolare
ecocardiografico, poiché probabilmente presuppone uno sforzo
organizzativo iniziale che non tutti sono inclini ad affrontare. I vantaggi
di tale modello sono innumerevoli sia dal punto di vista
dell’organizzazione del lavoro, che dal punto di vista clinico (basti
pensare, a titolo esemplificativo, all’importanza di poter rivedere ogni
volta che è necessario le immagini di un esame ecocardiografico e di
poterle condividere sia localmente, ma soprattutto a distanza per
ottimizzare la gestione clinica del paziente).
Nel Laboratorio digitale di Ecocardiografia il sonographer ha la
possibilità di dedicarsi in prima istanza all’acquisizione della serie di
immagini prestabilite per ogni esame ecocardiografico (protocollo di
acquisizione), di fornire la prova della qualità delle immagini acquisite
(superando in tal modo il limite storico dell’ecocardiografia, ossia
l’estrema difficoltà a fornire la prova documentale delle conclusioni
diagnostiche contenute nel referto) e di affermare pertanto in modo
inequivocabile la propria professionalità. Inoltre ha la possibilità di
dedicare il tempo necessario per ogni singolo esame alla fase di
revisione, di misurazione e di produzione del report preliminare da
sottoporre alla valutazione del medico. In tale contesto, così come
accade ogni volta che si è chiamati a lavorare in equipe, è fondamentale
la condivisione tra sonographer e medico di una precisa metodologia di
lavoro, che comprende tutte le fasi di produzione dell’esame
ecocardiografico, dall’acquisizione delle immagini alla produzione del
referto finale. I risultati delle esperienze che si sono consolidate, anche
nel nostro Paese, indicano nella figura professionale del Sonographer un
attore di irrinunciabile importanza nel modello organizzativo del
Laboratorio di Ecocardiografia non solo in termini di ottimizzazione della
produttività, ma, soprattutto, in termini di miglioramento della qualità
degli esami ecocardiografici prodotti
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Descrizione del progetto
I Sonographers si occupano di tutta la diagnostica ad ultrasuoni, e di
fatto gestiscono numerosi laborator.i Sono riuniti nell’ ARDMS che ne
certifica le competenze ed anche se non necessario,essendo un valido
registro, molti datori di lavoro preferiscono avvalersene.
Attività giornaliera
•
Attivazione del Laboratorio
•
Accensione dei terminali
•
Trasferimento degli esami eseguiti al di fuori dell’orario del
laboratorio
•
Pulizia e ispezione degli ecografi
•
Pulizia degli ambulatori
•
Approvvigionamento
Preparazione
•
Verificare l’indicazione
•
Eventuale recupero di referti precedenti
•
Sistemazione del Paziente
•
Misurazione della PA
•
Applicazione degli elettrodi
Protocollo di acquisizione Acquisizione Immagini
Acquisizione Immagini:
•
Assicurarsi che il settaggio dell’ecografo sia ottimale (Es.
FRAME RATE).
•
L’acquisizione di singoli cicli (3-5 in caso di FA), rende
necessaria l’ottimizzazione delle immagini sia dal punto
iconografico che del contenuto. Comunque è possibile
registrare anche molti cicli o impostare la registrazione in
secondi.
Per ogni patologia ci sono inoltre sezioni e misurazioni dedicate, se le
immagini sono di pessima qualità può essere somministrato del mezzo
di contrasto oppure eseguito un esame transesofageo in collaborazione
con il medico. Terminata l’acquisizione delle immagini accertarsi che le
immagini e le misurazioni vengano archiviate. Attualmente le immagini
vengono registrate su un server dedicato in DATI GREZZI mentre le
misurazioni vengono esportate direttamente sul programma di
refertazione che carica le immagini dal Server che le trasforma in
Formato DICOM.
Cosa non può fare:
•
Non può incanulare vene
•
infondere farmaci,
•
eseguire autonomamente ecotransesofageo
•
rilasciare referti.
Il Tecnico in Ecocardiografia si occupa della corretta registrazione degli
esami; consapevole dei limiti delle metodiche finestra dipendenti
(contrasto TEE 3D…) e della variabilità itra-inter operatore. Effettua
tutte le misurazioni utili di base e/o a secondo del quesito clinico, anche
in post-processing. Agevola i pazienti e l’organizzazione logistica anche
eseguendo autonomamente gli esami nel laboratorio e nei vari reparti.
Archivia i dati (immagini e misurazioni). Si occupa del corretto
funzionamento delle apparecchiature.
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Riferimenti Istituzionali e di 1. Waggoner AD. The profession of cardiac sonography and the status of
Società Scientifiche
professionalization of cardiac sonographers. J Am Soc Echocardiogr
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2. St Vrain JA, Skelly AC, Waggoner AD, et al. Multiskilling and
multicredentialing of the health professional: role of the cardiac
sonographer. Sonographer Council of the American Society of
Echocardiography. J Am Soc Echocardiogr 1998; 11: 1090-2.
3. Kisslo J, Millman DS, Adams DB, Weiss JL. Interpretation of
echocardiographic data: are physicians and sonographers violating the
law? J Am Soc Echocardiogr 1988; 1: 95-9.
4. McDonald RW, Rice MJ, Reller MD et al. Academic physicians’
opinions on preliminary reporting of echocardiographic data. J Am Soc
Echocardiogr 1993; 6: 77-82.
5. Bierig SM, Coon P, Korcarz CE, Waggoner AD. The research grant
process: a reference guide for cardiovascular sonographers. J Am Soc
Echocardiogr 2005; 18: 264-7.
6. Coletta C, De Marchis E, Lenoli M, et al. Reliability of cardiac
dimensions and valvular regurgitation assessment by sonographers
using hand-carried ultrasound devices. Eur J Echocardiogr 2006; 7: 27583.
7.Del Mestre L. Il ruolo del tecnico di ecocardiografia in un laboratorio
italiano che li utilizza dal 1984. In: Atti Cardionursing 2005.
www.anmco.it/aree/elenco/nursing/presentazioni/presentazione.html?
ID=59
8. Gullace G, Carerj S. Requisiti minimi di accreditamento e gestione per
la qualità dei laboratori di ecografia cardiovascolare. Giornale Italiano di
Ecografia Cardiovascolare 2004; 13: 20-45.
Risorse professionali
Tecnico di ecocardiografia certificato dalla SIEC
Risorse organizzative
Le prestazioni verranno svolte nell’ambito dell’attività ambulatoriale.
Contropartita per finanziatori
Non prevista. Trattasi di elargizione liberale a scopo clinico
Finanziamento richiesto
E’ previsto un costo per l’attivazione del progetto non inferiore ai 20.000
Euro annui, da utilizzarsi per l’attivazione di una Borsa /Contratto per il
medico vincitore del bando e per quanto necessario al progetto.
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PROGETTO N. 3
Avviso di riferimento
Deliberazione n. 245/2015/DG del 24 aprile 2015
Tipologia di riferimento
Sostegno per attività sanitarie
SCHEDA DI PROGETTO
Data di emissione
Titolo
“IL TEAM ONCOLOGICO E LA GESTIONE DEGLI ANTIBLASTICI ORALI:
DOSE UNITARIA E CONTENIMENTO DELLA SPESA”
Struttura proponente
USC Farmacia
Responsabile del progetto
Dr.ssa Mariateresa Vigano’
Responsabile USC Farmacia
Tel. 02 994302347 / e-mail [email protected]
Fasi e tempi di realizzazioni
stimati
dodici mesi/rinnovabile
Razionale del progetto
Le terapie oncologiche orali rappresentano oggi oltre il 15% del totale
delle terapie mediche oncologiche e la ricerca è sempre più orientata
verso queste formulazioni. Una delle motivazioni principali
dell’incremento di impiego delle terapie orali in oncologia è la maggiore
compliance dei pazienti. Un aspetto critico è rappresentato dal rischio di
una scarsa aderenza, ovvero all’assunzione di dosi non ottimali di
farmaco, con conseguente possibile perdita di efficacia del trattamento o,
al contrario, con il manifestarsi di tossicità più severe. La mancanza di un
controllo dell’effettiva assunzione da parte del paziente della terapia
orale, solleva oggi ancora una serie di problemi sia di sicurezza che di
efficacia del trattamento.
L’adozione di una procedura di distribuzione della chemioterapia
personalizzata garantisce un ruolo attivo del farmacista implementando
l’efficacia e la tollerabilità della chemioterapia orale. La gestione del
paziente oncologico da parte di un team specializzato (medico farmacista-infermiere) è fondamentale per assicurare appropriatezza e
sostenibilità in un’epoca di innovazione clinico - terapeutica ma di
riduzione delle risorse disponibili. Questo modello permette di garantire
la sicurezza del paziente ed ottimizzare la gestione delle risorse
ottenendo un contenimento della spesa sanitaria.
Obiettivo del progetto
Nel rispetto delle Raccomandazioni n.7 e n.14 del Ministero della Salute e
delle NBP dei medicinali (FU XII Ed) è assolutamente opportuna la figura
di un farmacista nella gestione del trattamento farmacologico orale in
Oncologia, che si prenda carico di erogare la terapia orale in modo
personalizzato secondo il ciclo terapeutico e l’effettivo fabbisogno
richiesto, in modo tale da diminuire la spesa e assicurare la gestione del
rischio clinico.
Il farmacista fornisce una collaborazione multidisciplinare in MAC
Oncologia, offrendo ai pazienti un’assistenza completa, intervenendo
nelle varie fasi che caratterizzano il percorso del farmaco ed il counseling
farmacologico in oncologia, al fine di una corretta aderenza alla terapia
da parte del paziente e di una migliore gestione del farmaco in termini di
tracciabilità di prescrizione, preparazione e dispensazione L’attività del
farmacista si concentrerà sui seguenti step dell’iter assistenziale:
informativa
al
paziente
su
aspetti
di
carattere
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farmacoterapeutico e tossicologico del farmaco da dispensare;
distribuzione diretta in dosi unitarie (in collaborazione con
personale infermieristico dell’ U.O. Oncologia);
accurata valutazione dell’aderenza alla terapia domiciliare da
parte del paziente;
analisi farmaco-economica derivante dall’allestimento della dose
unitaria.
Quest’ultima fase, in particolare, permetterebbe di lavorare in un regime
di maggiore sicurezza per il paziente attraverso un sistema di tracciabilità
informatica di lotto e scadenza del farmaco e controllo ulteriore di
eventuali criticità durante la terapia a fronte di un risparmio economico
rispetto all’erogazione della confezione integra.
Il farmacista predispone ed aggiorna un database (Excel, Access…)
dedicato in cui riportare i dati inerenti la tracciabilità del farmaco:
- data di inizio e termine terapia;
- posologia prescritta;
- lotto e data di scadenza farmaco;
- numero di dosi forma consegnate;
- eventuale sospensione terapia e compresse residue riconsegnate;
- reazioni avverse con codice di segnalazione AIFA (dati inoltrati dal
farmacista).
-
Descrizione del progetto
Al momento della dispensazione del chemioterapico il farmacista
distribuirà un breve report informativo (redatto in collaborazione con
medici ed infermieri dell’unità operativa) per una corretta gestione
domiciliare del farmaco oncologico dispensato, contenente indicazioni su:
- schema posologico del farmaco prescritto e modalità di assunzione;
- interazioni con farmaci, cibi e prodotti fitoterapici;
- effetti indesiderati comuni ed indicazione per eventuale gestione degli
stessi;
- modalità di conservazione.
In collaborazione e condivisione con i medici e nel rispetto delle
indicazioni terapeutiche, il farmacista informatizzerà i protocolli
terapeutici, riguardanti le terapie orali prescritte ed analizzando gli RCP
dei chemioterapici orali sottoposti a monitoraggio AIFA e non, individuerà
secondo posologia e tipologia di packaging, dove sia vantaggioso il
confezionamento in dosi unitarie personalizzate riducendo rischio clinico
e spreco.
Strutturando una tale rete interdisciplinare di tutte le componenti
professionali in ambito oncologico, i vantaggi sarebbero molteplici:
il paziente potrà avere sempre disponibili le informazioni ricevute
verbalmente al momento dell’accesso;
ulteriore monitoraggio della compliance del paziente ad opera
del farmacista, che segnalerà eventuali discrepanze, qualora
rilevate, al personale dell’unità;
potenziamento dell’assistenza al paziente oncologico in termini
di monitoraggio della sicurezza e di eventuali complicanze
connesse alla terapia, che risulterebbero maggiormente
prevenibili;
creazione di un ‘magazzino informatico’ che tenga in memoria le
compresse residue di ogni confezione per un successivo utilizzo
con conseguente significativa ottimizzazione della gestione delle
risorse ed un contenimento della spesa sanitaria.
Riferimenti Istituzionali e di Raccomandazioni n. 7 e n. 14 del Ministero della Salute
Società Scientifiche
NBP dei medicinali (FU XII edizione)
Documento di riferimento S.I.F.O. (Società Italiana di Farmacia
Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie)
Risorse professionali
Farmacista con specialità in Farmacia Ospedaliera/Farmacologia ed
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esperienze pregresse in tale campo.
Risorse organizzative
Contropartita per finanziatori
Finanziamento richiesto
Le prestazioni verranno svolte nell’ambito di macroattività ambulatoriale
complessa (MAC)
Non prevista. Trattasi di elargizione liberale a scopo clinico.
E’ previsto un costo per l’attivazione del progetto non inferiore ai 20.000
Euro annui, da utilizzarsi per l’attivazione di una Borsa /Contratto per il
medico vincitore del bando e per quanto necessario al progetto.
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PROGETTO N. 4
Avviso di Riferimento
Deliberazione n. 245/2015/DG del 24 aprile 2015
Tipologia di riferimento
Sostegno per attività sanitarie
SCHEDA DI PROGETTO
Data di emissione
Titolo
IL BUON USO DEGLI ANTIBIOTICI NELL’A.O. “G.
GARBAGNATE
SALVINI” DI
Struttura proponente
CLIO e UOC Medicina di Laboratorio e Microbiologia
Responsabile progetto
Dr. Giuseppe Giuliani
Coordinatore Comitato Lotta Infezioni Ospedaliere (CLIO)
Responsabile UOC Medicina di Laboratorio e Microbiologia
Tel. 02 994301847 e-mail: [email protected]
Fasi e tempi di realizzazione
12 mesi; rinnovabile
Razionale del progetto
Da alcuni anni la Regione Lombardia si è dotata di un sistema di
sorveglianza (INFOSP) di popolazioni microbiche alimentato dai
laboratori di microbiologia dei presidi ospedalieri pubblici. Questo
sistema evidenzia un progressivo aumento della frequenza di infezioni
sostenute da batteri multi-resistenti agli antibiotici, soprattutto in ambito
ospedaliero e nelle strutture residenziali per anziani.
Parallelamente, si osserva un eccessivo consumo di antibiotici e, ancora
più allarmante, un utilizzo non ottimale degli stessi in ambito sia
ospedaliero che territoriale. I dati della letteratura indicano che la
tendenza dei consumi è in progressivo aumento in ospedale mentre nel
territorio si osserva una iniziale inversione di tendenza a partire dal 2010.
Nel nostro ambiente ospedaliero particolari preoccupazioni rivestono i
seguenti tratti di resistenza agli antibiotici:
1) continuo aumento di isolamenti di batteri gram-negativi
multiresistenti, alcuni dei quali con profili di resistenza nuovi e
“difficili”, quali i ceppi di Klebsiella pneumoniae produttori di
carbapenemasi;
2) Enterobatteri produttori di lattamasi a spettro esteso;
3) Meticillino resistenza di isolati clinici di Staphylococcus aureus;
4) Resistenza ai Glicopeptidi (Teicoplanina) di isolati clinici di
Staphylococcus aureus;
5) Resistenza alla Vancomicina di isolati clinici di Enterococcus
faecium/faecalis.
Inoltre, i dati di consumo degli antibiotici a livello aziendale mostrano
una non perfetta aderenza con le procedure sul “buon uso degli
antibiotici”.
Obiettivi del progetto
L’obiettivo generale del progetto è quello di generare un feed-back
culturale positivo che stimola sempre più il medico ospedaliero a
prescrivere l’antibiotico appropriato tenendo conto dell’epidemiologia
locale, del microrganismo responsabile e del suo pattern di resistenza,
della sede di infezione, dei dati di farmacocinetica e delle condizioni
generali del paziente.
Nel particolare, ci si prefigge di raggiungere i seguenti obiettivi specifici:
1) innalzamento della consapevolezza dei medici sui fenomeni di
Pag. 11 di 13
Metodologia
antibiotico-resistenza a livello locale;
2) innalzamento dell’aderenza dell’azione prescrittiva dei medici
con quanto descritto nelle procedure già approvate a livello
aziendale;
3) condivisione e implementazione di nuove procedure locali sul
“buon uso degli antibiotici”.
La metodologia seguirà le seguenti fasi:
1) costituzione di un team sul “buon uso degli antibiotici in
ambiente ospedaliero” composto da specialisti clinici delle
diverse branche mediche e chirurgiche ciascuno in ambito
dipartimentale, un infettivologo, un microbiologo clinico, un
farmacista, un igienista;
2) discussione in ambito dipartimentale dei seguenti argomenti:
a. dati di epidemiologia locale e fenomeni di resistenza
agli antibiotici degli isolati clinici;
b. dati locali sulle infezioni ospedaliere;
c. consumi quali/quantitativi degli antibiotici;
d. procedure già approvate o da implementare sul “buon
uso degli antibiotici”;
e. modalità prescrittive dei medici.
3) adozione in ambito dipartimentale di nuovi e appropriati
modelli comportamentali sul “buon uso degli antibiotici”.
Riferimenti istituzionali e di
società scientifiche
Letteratura di riferimento
1. WHO. Report on the burden of endemic health care-associated
infection worldwide. World Health Organization, 2011.
2. Newsletter. Sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza – CCM.
Aggiornamento Aprile 2012
3. Moro ML, Mongardi M, Marchi M, Taroni F. Prevalence of Long-Term
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Risorse professionali
Risorse organizzative
contropartita per i
finanziatori
Finanziamento richiesto
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MEDICO/MICROBIOLOGO REFERENTE PER I PROGRAMMI DI USO
RESPONSABILE DEGLI ANTIBIOTICI
Non prevista. Trattasi di elargizione liberale a scopo clinico
E’ previsto un costo per l’attivazione del progetto non inferiore ai 20.000
Euro annui, da utilizzarsi per l’attivazione di una Borsa /Contratto per il
medico vincitore del bando e per quanto necessario al progetto.
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