Stati Uniti: le imponenti manifestazioni contro le leggi razziste

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Stati Uniti: le imponenti manifestazioni contro le leggi razziste
Partito di Alternativa Comunista - Progetto Comunista - Lega Internazionale dei Lavoratori - LIT
Stati Uniti: le imponenti manifestazioni contro le leggi razziste
sabato 14 gennaio 2006
Stati Uniti: le
imponenti manifestazioni contro le leggi razziste
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di Enrica Franco
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Un Primo Maggio di lotta davvero inusuale quest'anno per gli
Stati Uniti d'America: milioni di lavoratori sono scesi nelle strade delle
principali città per protestare contro la
proposta di legge Hr4437 o legge Sensenbrenner. Il provvedimento, approvato in
dicembre dalla Camera dei rappresentanti, renderebbe la clandestinità un reato
grave e punirebbe pesantemente anche chi dà aiuto o lavoro ai clandestini.
Inoltre la legge aumenterebbe le multe nei confronti di chi è senza documenti e
darebbe il via alla costruzione, in stile israeliano, di oltre 1000 chilometri
di muro sul confine tra Stati Uniti e Messico.
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La posizione degli imprenditori e dei loro
sostenitori
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Sul provvedimento si
è creata subito una frattura all'interno dello stesso partito repubblicano:
alla componente xenofoba che ha proposto la legge si è contrapposta la parte
maggiormente legata alle lobbies degli imprenditori, i quali sfruttano in
maniera massiccia la manodopera ricattabile e a basso costo degli immigrati.
Con loro si è schierata anche larga parte del partito democratico e lo stesso
George Bush, il quale, tra l'altro, ha interesse a non perdere il voto degli
ispanici, diventati ormai più numerosi degli afroamericani.
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In Commissione
Giustizia i Democratici e parte dei Repubblicani avevano approvato una proposta
alternativa, bocciata successivamente dal Senato, la questione perciò rimane a
tutt'oggi ancora aperta. La proposta alternativa, in sintesi, prevedeva il
raddoppio dei permessi di soggiorno e l'acquisizione della cittadinanza dopo 11
anni e solo a determinate condizioni (dimostrando di avere un lavoro fisso, di
conoscere la lingua inglese, di non essersi macchiati di reati e di aver sempre
pagato multe e tasse). A favore di questa proposta si era schierata anche la Chiesa Cattolica,
che conta tra gli immigrati ispanici i suoi maggiori seguaci.
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La legge in vigore e l'aumento di clandestini
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Prima delle elezioni
presidenziali del 2004 Bush propose delle modifiche alla vecchia legge Reagan
del 1986, sperando di accaparrarsi il voto degli ispanici. Presentò infatti la
riforma come una sorta di amnistia, con l'argomento del sogno americano a
portata di tutti. In sostanza si trattava di una riforma molto simile alla
Bossi-Fini: per entrare negli Stati Uniti servirebbe un contratto di lavoro
temporaneo, della durata di tre anni e rinnovabile una sola volta, alla
scadenza del quale si torna a casa.
Di fatto i
clandestini sono sempre andati aumentando perchè, soprattutto nelle grandi
metropoli, la possibilità di essere individuati e perseguiti è molto bassa,
mentre si ha la speranza di poter restare ben oltre i 6 anni permessi dalla
legge. Gli stessi imprenditori ovviamente preferiscono assumere clandestini
ricattabili piuttosto che accedere alle liste delle ambasciate.Â
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Lo sciopero generale del Primo Maggio
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Intere catene di
grandi magazzini, ristoranti, supermercati, ecc. si basano sul lavoro dei
clandestini ed è quello che hanno voluto dimostrare i lavoratori con lo
sciopero generale del Primo Maggio. Numerosissimi negozi e ristoranti, tra cui
i tristemente noti Wal-Mart e McDonald's (che attraverso un comunicato stampa
ha di fatto dato il suo appoggio alla proposta alternativa dei Democratici), oltre
alla maggior parte delle fabbriche, sono rimasti chiusi.
Già alla fine di
marzo, prima che la discussione riprendesse in Senato, i cosiddetti "latinos"
hanno fatto sentire in massa la loro voce. Gli Stati Uniti hanno assistito alle
più grandi dimostrazioni di piazza degli ultimi decenni, le manifestazioni sono
proseguite numerose per tutto il mese di Aprile. In centinaia di migliaia hanno manifestato a Los Angeles, Chicago,
Washington, New York, ma la dimostrazione più spettacolare si è avuta
sicuramente il Primo Maggio, giornata che negli Stati Uniti non è festeggiata
nemmeno dalla cosiddetta "sinistra". Non a caso gli immigrati hanno scelto
questa data simbolo e hanno paralizzato l'intero Paese con uno sciopero
generale destinato a passare alla storia come uno dei più imponenti avvenuti
negli Stati Uniti.
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La nascita di nuovi comitati e la direzione
della lotta
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I vari comitati di
immigrati sorti in questa circostanza non puntano al solo ritiro della legge Sensenbrenner (che probabilmente avverrà ,
vista l'avversione delle lobbies), ma sperano di costruire il più grande
movimento di diritti civili dopo quello degli afroamericani degli anni '60. I
milioni di scioperanti chiedono la possibilità di accedere alle cure sanitarie,
di godere dei più basilari diritti sindacali (come la possibilità di avere un
salario adeguato o di poter godere delle ferie), chiedono in definitiva di
poter ottenere il pieno diritto alla cittadinanza.
Il gruppo che
maggiormente ha pesato nell'organizzazione di queste grandi manifestazioni è Answer,
una rete di organizzazioni religiose e politiche nate principalmente dal
movimento no-global e consolidatesi dopo l'11 settembre 2001. Questo gruppo è
"accusato" di essere marxista e filo-terrorista, accuse che derivano
dall'annoverare tra le sue file il Party for Socialism and Liberation (tacciato di marxismo)
e la Muslim Student Association - National (studenti
musulmani ortodossi dalle posizioni che paiono ambigue).
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Alla conclusione di una manifestazione un leader di Answer
si è rivolto alla folla con l'appellativo di "compagni", ciò ha scandalizzato
non poco i giornalisti americani!
Sebbene molti indichino nel Party for Socialism and Liberation il reale motore del
movimento, non possiamo affermare che questa grande mobilitazione abbia una
direzione coerentemente marxista, il Psl
ha posizioni molto confuse e concentra tutta la sua attività all'interno del
movimento statunitense, con alleanze a dir poco discutibili (per lo più gruppi
religiosi).
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La mancanza di
un'avanguardia marxista e internazionalista
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Il panorama delle organizzazioni di sinistra negli Usa è
sfaccettato e complesso, dopo le manifestazioni di Seattle del 1999 e l'11
settembre 2001 sono nati e cresciuti molti gruppi, tutti relativamente piccoli
e organizzati in reti, stile Social Forum. I partiti che si rifanno al marxismo
hanno spesso posizioni ambigue (il Workers
World Party, ad esempio, dal quale si è scisso il Psl, annovera tra i suoi maestri Mao,
Stalin e Trotsky!) e raramente hanno posizioni coerentemente internazionaliste.
Questo è un grosso
limite per lo stesso movimento contro la legge Sensenbrenner. L'obiettivo,
rilanciato da Answer e dallo stesso Psl,
è di costituire un movimento di diritti civili come quello di Martin Luther
King (che aveva ben poco di marxista), con queste premesse il pericolo reale è
che tutto si fermi all'abolizione della legge contestata.
Le potenzialità sono
comunque enormi ed è apprezzabile che nel cuore della superpotenza mondiale si
sia creato un movimento così vasto e articolato. L'attuale mancanza di
un'avanguardia coerentemente marxista che abbia la capacità di unificare le
rivendicazioni degli immigrati con quelle di tutti i proletari nordamericani e
del resto del mondo è un grosso limite, l'unica speranza è che attraverso i
movimenti di questi anni possa vedere la luce un nuovo grande partito
internazionalista dei lavoratori che spinga le singole battaglie fino alla
conquista del potere.Â
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