5.1 Incendio di un deposito di cartoni. - vigili del fuoco
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5.1 Incendio di un deposito di cartoni. - vigili del fuoco
INCENDIO DI UN DEPOSITO DI CARTONI Forse un motore elettrico la causa delle fiamme. I Vigili avevano rilevato carenze impiantistiche in un precedente sopralluogo. Dott. Ing. Gabriele Golinelli - Comandante Provinciale Vigili del Fuoco Modena C.T.A. Geom. Antonio Vallino - Funzionario R.T.A. Vigili del Fuoco Modena La relazione riguarda un incen dio di vaste proporzioni che ha in teressato il deposito di bobine di carta in una fabbrica in provincia di Modena, la “Ondulati Panaro S.p.A.”. Al loro arrivo i Vigili del fuoco si sono trovati di fronte uno scenario di incendio generalizza to all’interno del deposito e che minacciava di propagarsi anche nei locali attigui. L’intervento ha visto impegnate 40 unità di soccorso e un gran numero di mezzi. Lo stabilimento Lo Stabilimento si sviluppa su una superficie di circa 20.000 mq e l’incendio ha avuto origine nell’Unità Produttiva sita in Comune di Camposanto (MO), in via San Felice, n. 31 ed ha interessato una superficie di circa 3.000 mq. Il ciclo produttivo La lavorazione effettuata consiste nella produzione di cartoni, attraverso lavorazioni successive di carta depositata in bobine del peso di circa 2.000/2.500 kg cadauna. Tali lavorazioni e la movimentazione dei materiali vengono effettuate da macchinari di produ- zione svedese a controllo alfanumerico. I cartoni prodotti vengono successivamente tagliati su specifiche dei clienti e agli stessi viene imposta la piegatura; dopo tali operazioni vengono depositati ed inviati al committente. L’ubicazione Lo stabilimento risulta insediato all’interno del paese di Camposanto (MO), sulla Strada Provinciale che conduce a San Felice sul Panaro ed in adiacenza vi sono edifici abitati. L’evento Alle 03,19 del giorno 04 aprile 1996 è pervenuta al centralino del Comando dei Vigili del Fuoco di Modena una richiesta di soccorso per l’incendio di un deposito di cartoni dal confinante Comando dei Vigili del Fuoco di Bologna; tale richiesta è stata effettuata da un autotrasportatore di passaggio che ha notato le fiamme e attraverso il proprio telefono cellulare ha segnalato il fatto al 115 (ha risposto il Comando di Bologna, il quale ha attivato il Comando di Modena territorialmente competente). All’interno dell’azienda inoltre ANTINCENDIO luglio 1996 stavano lavorando 4 operai che insospettiti dai cali di tensione degli apparecchi di illuminazione hanno effettuato un rapido sopralluogo notando un fronte di fiamma molto esteso all’interno del deposito di bobine di carta, in prossimità di un motore elettrico inserito nel ciclo produttivo; gli stessi hanno provveduto a richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco attraverso il numero di soccorso 115, allertando il Distaccamento territorialmente competente di San Felice sul Panaro. Entrambe le richieste di soccorso sono state pressoché contestuali e ciò ha fatto presupporre ad un intervento di notevoli proporzioni. Tali considerazioni hanno trovato immediata conferma dal fatto che il personale del distaccamento di San Felice sul Panaro (primo intervenuto), essendo distante 6 km dal luogo dell’intervento ha notato dal distaccamento medesimo un grande bagliore; il capo squadra ha pertanto richiesto via radio l’invio di rinforzi dalla sede centrale. Il capo squadra in servizio alla Sala Operativa del Comando ha provveduto ad allertare la prima partenza del Comando di Modena. Il tecnico di guardia in servizio è partito immediatamente con i rinforzi, mentre il Comandante 61 INCENDIO DI UN DEPOSITO DI CARTA Provinciale unitamente al capo turno hanno provveduto a coordinare l’invio dei soccorsi dalla Sede Centrale. Essendo note le carenze idriche della zona si è provveduto ad inviare sul posto, in appoggio al distaccamento di san Felice sul Panaro intervenuto con n. 1 APS e n. 1 ABP, la prima partenza della sede centrale con APS, n. 2 ABP, n. 1 scarrabile e n. 1 AS, n. 1 APS, n. 1 ABP del vicino distaccamento di Carpi (MO), n. 1 APS e n. 1 CA del distaccamento volontario di Finale Emilia (MO), n. 2 cisterne da 25.000 litri con relative motrici del Comando di Bologna (BO). L’incendio, ha avuto origine all’interno di un deposito di circa 3.000 mq in cui erano depositati circa 9.000 q.li di carta in bobine e al sopraggiungere delle unità dei Vigili del Fuoco l’incendio era ormai generalizzato a gran parte del deposito e minacciava di propagarsi ai locali attigui di lavorazione in cui si trovavano macchine molto costose a controllo alfanumerico. In rapida successione i mezzi intervenuti sono stati dislocati nei punti a maggior rischio di propagazione, e più precisamente: - n. 2 APS e n. 1 AS sul lato EST, - n. 1 APS e N. 1 ABP sul lato SUD - n. 1 APS sul lato OVEST; le cisterne da 25.000 litri, sono state dislocate sul lato SUD al fine di garantire la necessaria disponibilità di acqua e tutte le rimanenti ABP, facevano spola tra i punti di approvvigionamento sul 62 territorio e il luogo d’intervento, rifornendo all’occorrenza le due cisterne chilolitriche. Dall’alto con l’AS si provvedeva a raffreddare i due silos contenenti circa 74 mc di amido cadauno e a irrorare con acqua i punti di maggior incendio. Complessivamente è stato stimato che sono stati impiegati circa 60.000 litri di acqua all’ora. Alle 05,30 l’incendio era stato completamente circoscritto e non esisteva più il pericolo di propagazione ai locali di lavorazione. Successivamente, alle prime luci dell’alba, l’azienda ha provveduto a contattare una ditta di demolizioni edili al fine di eliminare le parti pericolanti e procedere allo smassamento di tutto il materiale. Tali operazioni si sono protratte per 7 giorni, con la presenza sul posto di personale dei Vigili del Fuoco. Gli effetti dell’evento La parte di capannone coinvolto nell’incendio era realizzata in struttura metallica e la stessa, a causa del ciclo termico a cui è stata sottoposta è completamente crollata nel giro di pochi minuti; ciò ha notevolmente semplificato l’opera di spegnimento in quanto, al di fuori delle zone incendiate, non vi era eccessiva presenza di fumo e di calore che hanno trovato rapido sfogo; questo ha permesso di attaccare il fronte di fiamma con una notevole energia, impedendo appunto la propagazione dello stesso agli altri locali in cui erano posiANTINCENDIO luglio 1996 zionate le macchine e le attrezzature di lavoro che, grazie all’intervento dei vigili del fuoco, non hanno riportato alcun danno. Considerazioni sull’evento L’enorme calore sviluppatosi ha determinato il completo crollo delle strutture metalliche del reparto nel giro di circa 15 minuti e trattandosi di reparti realizzati in tempi diversi, con modalità costruttive diverse, tale crollo non ha interessato i reparti attigui. Le notevoli carenze impiantistiche e strutturali relative alla prevenzione incendi, quali la mancanza di efficace compartimentazione, la presenza di tubazioni idriche a vista fissate alla struttura metallica, un impianto idrico antincendi carente (riserva idrica e numero di idranti) hanno determinato una rapida propagazione dell’incendio a tutto il reparto, favorita anche dalla notevole quantità di pulviscolo di carta presente in tutti gli ambienti. Come precedentemente riportato le bobine di carta erano del peso singolo di 2.000/2.500 q.li e questo ha fatto pensare che non potessero bruciare rapidamente, vista la loro compattezza; in realtà i primi avvolgimenti sono risultati molto larghi con una notevole quantità di aria che ha favorito notevolmente la combustione, accentuata dal pulviscolo presente. L’iniziale combustione degli strati più esterni ha avuto come effetto immediato un notevole innalzamento di temperatura dell’intera bobina con conseguente in- INCENDIO DI UN DEPOSITO DI CARTA nesco della parte centrale tubolare, impossibile da raggiungere con i getti d’acqua in maniera efficace. Questo corrisponde a quanto dichiarato dagli operai presenti e dalla squadra prima intervenuta. Le carenze impiantistiche sopra riportate erano state oggetto di prescrizioni del Comando Vigili del Fuoco di Modena a seguito di sopralluogo per il rilascio del certificato di prevenzione incendi, a cui l’Azienda, se pur lentamente si stava adeguando. L’adeguamento di una struttura simile, ovviamente comporta interventi molto onerosi; ciò a ulteriore conferma che in presenza di una reale progettazione antincendio in fase di costruzione si sarebbero decisamente contenuti i costi. Le modalità d’intervento La prima squadra intervenuta, come riportato è stata quella del distaccamento di San Felice sul Panaro con APS e ABP al comando del C.S. Carlotti, il quale ha provveduto a posizionare l’APS sul lato est dove era maggiore il fronte di fiamma e dove si trovavano due silos metallici di amido che stavano per essere coinvolti nell’incendio; si è provveduto pertanto ad attaccare l’incendio dal lato est e contestualmente a raffreddare i silos. Nel giro di pochi minuti sono arrivati sul posto altre due APS, tre ABP e una autoscala dalla sede centrale e dal distaccamento di Carpi. L’APS del Comando di Modena, unitamente all’AS è stata po- sizionata nei pressi dei silos con quella del distaccamento di San felice al fine di poter circoscrivere l’incendio ed impedirne la propagazione al deposito attiguo e r a ffreddare maggiormente i silos che minacciavano il collasso; le ABP provvedevano a rifornire tutti i mezzi di acqua facendo spola tra l’incendio ed un vicino bacino idrico. La seconda APS veniva direttamente posizionata sul lato sud del fabbricato al fine di poter intervenire per impedire la propagazione dell’incendio dal deposito alla zona di lavorazione in cui si trovavano macchine a controllo alfanumerico costosissime; tale operazione è completamente riuscita. Il sottoscritto, tecnico di guardia in servizio effettivo notturno, si recava sul posto unitamente alla partenza della sede centrale, mentre le operazioni di coordinamento dalla sede centrale venivano svolte dal C.R. Ferrari, il quale provvedeva a fare intervenire, vista l’entità dell’evento, oltre che la cisterna scarrabile del Comando di Modena, anche una APS del distaccamento volontario di Finale Emilia e due cisterne di capacità di 25.000 litri cadauna dal comando di Bologna; le stesse appena giunte in loco venivano piazzate in corrispondenza dell’ingresso al fine di rifornire tutte le APS, mentre tutte le ABP, provvedevano all’approvvigionamento idrico. L’APS del distaccamento di Finale Emilia veniva piazzata sul lato ovest al fine di impedire la propagazione dell’incendio anche su quel lato al reparto di ANTINCENDIO luglio 1996 lavorazione. Il C.R. Ferrari provvedeva inoltre ad avvisare l’Ispettorato Regionale Emilia Romagna, il Centro Operativo del ministero dell’Interno e la Prefettura di Modena. L’incendio era completamente sotto controllo alle 5,30 del mattino ed era ormai scongiurato il pericolo di propagazione alla zona di lavorazione; la situazione, dal momento in cui il personale V. F. è intervenuto non ha subito ulteriori evoluzioni né peggioramenti e ciò è stato possibile solo attraverso un efficace coordinamento sia sul posto che dalla sede centrale nelle prime fasi dell’intervento. Appare doveroso puntualizzare che dal giugno 1995 presso il Comando Provinciale di Modena, in ottemperanza a disposizioni ministeriali, quattro degli otto tecnici presenti prestano servizio all’interno dei turni di soccorso con orario 12-24, 1248. Nel caso specifico la presenza di un funzionario tecnico sul posto nelle fasi iniziali dell’intervento ha contribuito ad una efficace impostazione dell’intervento; ciò non sarebbe stato altrettanto efficace se l’intervento del tecnico fosse stato effettuato nei tempi consentiti dall’istituto della reperibilità. A parere dell’autore è molto importante poter disporre all’interno di ogni turno di servizio almeno di un funzionario tecnico diplomato e limitare l’istituto della reperibilità ai funzionari direttivi, il cui intervento non sarebbe più finalizzato alla gestio- 63 INCENDIO DI UN DEPOSITO DI CARTA ne tecnica del soccorso immediato, bensì all’effettuazione di specifiche indagini a seguito dell’intervento per la determinazione delle reali cause, il tutto eventualmente supportato da campionamenti e analisi chimiche. Complessivamente sul posto sono intervenuti n. 40 unità dei Vigili del Fuoco nelle varie qualifiche (CTA, CR, CS, VP, VD, VA); sono stati inoltre impiegati i seguenti mezzi: - 4 APS - 5 ABP di cui 1 scarrabile - 1 AS - 2 cisterne da 25.000 litri cadauna - 1 AV - 1 CA I danni complessivi, in base ad una stima molto approssimativa, ammontano a circa 3 miliardi, costituiti da materia prima e semilavorato e danni strutturali, mentre non sono assolutamente state intaccate le costose macchine per la lavorazione a seguito del lavoro del personale VF. In merito alle cause più probabili, in base alle testimonianze raccolte dagli operai presenti, l’incendio è stato causato da un motore elettrico necessario alla raccolta degli sfridi di lavorazione; è stata esclusa pertanto l’ipotesi dolosa, tenuto anche conto del fatto che non sono stati rinvenuti sul luogo segni di infrazione né eventuali segni di combustione violenta, quale può essere quella causata da liquidi infiammabili. 64 ANTINCENDIO luglio 1996