Ricetta rossa, è guerra

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Ricetta rossa, è guerra
genova
IL SECOLO XIX
È POLEMICA DOPO IL GIRO DI VITE DELLE ASL
«La Regione
deve aiutare
i cardiopatici
congeniti adulti»
Canepa: «Alla fine paghiamo noi le sanzioni.
Non prescriveremo più medicine per conto altrui»
GUIDO FILIPPI
LA RICETTA scotta. Sempre di
piùealloramegliogirarglialla
larga per evitare di finire nei
pasticci e, ipotesi sempre più
frequente, di mettere mani al
portafogli. Così è scoppiata
nuovamente la “guerra della
“rossa” per i farmaci mutuabili e per gli esami. Medici di
famiglia contro medici ospedalieri e i pazienti, vittime
predestinati, tra i due fronti.
«Noi siamo controllati tutti i
giorni - denuncia Angelo Canepa, segretario genovese
della Fimmg, il sindacato più
rappresentativo - e rischiamo
di tasca nostra. Ora è in vigore
anche il decreto sull’appropriatezza e noi non possiamo
essere sempre dio più i trascrittori di ricette dei colleghi
che lavorano negli ospedali.
Perchè se un ortopedico del
San Martino o del Galliera
chiede una risonanza dobbiamo fare la ricetta noi? Hai il ricettario rosso anche lui e per
legge tocca a lui. Ora basta:
presto non faremo più ricette
rosse per farmaci ed esami richiesti da altri».
La linea dura
«Ogni ricetta è un rischio - denuncia Stimamiglio - ed è più
comodo scrivere due righe su
una ricetta bianca che cercare
un computer, entrare in rete e
compilare una ricetta rossa
con tutti i dati del paziente,
esenzioni comprese. Era già
successoqualcheannomapoi
dopo una raffica di proteste e
segnalazioni, la situazione
era migliorata. Ora ci risiamo,
ma questa volta ci opponiamo».
In trincea non c’è solo il sindacato: Marco Malatesta ,
medico della vecchia guardia,
ha lo studio in via Bobbio, a
Staglieno e segue 1.300 pazienti. «È una guerra tra poveri sulla pelle del paziente che
alla fine se la prende con noi».
Un vertice urgente
La situazione è precipitata negli ultimi tempi dopo che sono arrivate almeno una mezza dozzina di segnalazioni alla direzione sanitaria della Asl
3 che le ha girate all’Ordine
dei medici, ma fino a qualche
giorno fa non è successo niente: ora, però, il presidente Enrico Bartolini, pressato dalle
proteste dei medici di famiglia ha deciso di intervenire,
seppur in modo soft. «Il fenomeno è tristemente ripreso e
credo che sia indispensabile
convocare una riunione straordinaria tra i rappresentanti
sindacali dei mutualisti e
quelli degli ospedalieri: dobbiamo trovare una soluzione
anche a tutela dei pazienti».
Che sempre più spesso de-
vono fare due volte la coda: la
prima quando vanno in ospedale o negli ambulatori della
Asl per una visita specialistica
e la seconda quando vanno
nello studio del medico di famiglia per farsi prescrivere le
medicine sulla ricetta rossa e
quindi pagare solo il ticket sui
farmaci, sempre che non siano esenti.
D’altra parte le norme sono
chiare: lo specialista pubblico
(dipendente o convenzionato) è obbligato a prescrivere su ricetta rossa - gli accertamenti diagnostici e le medicine che sono mutuabili, quindi
a carico del Servizio sanitario
nazionale. Dovrebbero fare
L’ACCUSA
«Mandano
i pazienti da noi
per rispettare
i loro budget e ci
creano problemi»
anche i certificati di malattia,
ma non succede praticamente mai, ad esclusione di alcuni
medici che lavorano in pronto
soccorso.
Errori nelle ricette e multe
Dimenticanze, tempi stretti,
cattive abitudini o soluzioni
di difesa per evitare errori
nelle prescrizioni, grattacapi
e multe? Negli ultimi anni i
medici di famiglia vengono
marcati stretti sui farmaci: se
prescrivono più confezione di
una medicina di quelle necessarie e indicate dai protocolli
medici per la terapia, devono
risarcire la Asl. C’è chi si è trovato a dovere pagare anche
500-1.000 euro per errori nelle ricette. E chi è finito davanti
aigiudicidellaCortedeiConti.
E gli ospedalieri? G. B. Traverso, segretario regionale
dell’Anaao medici, ammette
che «per molti è una brutta
abitudine, ma spesso nei reparti ci sono anche problemi
tecnici».
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cc BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
È guerra tra medici di famiglia e ospedalieri
ANSA
I NUMERI
220 milioni
di euro
è la spesa
in Liguria
per
i farmaci
su ricetta rossa
170 euro è la
spesa lorda
pro capite
in Liguria
per i farmaci
(nel 2011 era 188 euro)
16.652.525
le ricette
rosse in Liguria
12 euro è il costo
medio di ogni ricetta
rossa in Liguria
(nel 2011 era
di 18 euro)
542
i medici
di famiglia
a Genova e
nell’entroterra
80 i pediatri
«Ho speso 148 euro, è una stangata»
Pazienti sconcertati: «Ma con questa stretta sarà tutto a carico nostro?»
RICCARDO PORCÙ
Pazienti inferociti per il blocco delle prestazioni
farsi benedire», la interrompe Ercole Traversone, 82 anni, appoggiato a una sedia
una fila più indietro. «Sinceramente io ho tutta una serie
di patologie legate al diabete
e finora mi hanno sempre
“marcato”leprescrizioni.Però penso a mia figlia, che guadagna 600 euro al mese e per
andare avanti la devo mantenere io. Quando ha un fastidio alla schiena, alle spalle,
cosa fa, rinuncia alla risonanza magnetica? Certo che no,
se la paga. E in pratica mezzo
stipendio andrà via così». Sul
tavolino i fogli con la spiegazione delle modifiche diffusi
dalla Fimmg, la federazione
italiana dei medici di famiglia, vanno a ruba. Ogni riga
uncommento.Cambialostu-
dio, non la rabbia. Da Sampierdarena a Sestri, tra gli oltre mille mutuati del dottor
Angelo Canepa. Il brusio aumenta insieme all’attesa ed
esplode dopo l’ennesima avvertenza diffusa dai fogli e
dai trafiletti di giornali appesi alle bacheche.
«Quando inizieremo a morire come mosche di ictus, allora capiranno che forse a
non essere “appropriato” è il
decreto, non gli esami». Simona Varosio non riesce a
fermare le parole, si sfoga e si
lascia andare alla delusione.
«Io è da quando avevo
vent'anni che ho il colesterolo alto, a 200 e poi è sceso. Per
questo me lo controllo di
continuo, anche per sapere
quanto sia lontana dal valore
«NONLASCIATECIsolieaiutateci». È l’appello alla Regione
dei pazienti Guch - pazienti
cardiopatici congeniti adulti.
Che sono tanti e aumentano
anno dopo anno. hanno bisogno di cure particolari, fatte
da specialisti e pochi ospedali
sono in grado di curarli. «Ci
sono situazioni difficili da gestire e problemi di ogni tipo, a
partire dal soccorso se uno si
sente male in strada - denuncia una donna - e il 118 non
sda che si trova di fronte un
paziente Guch». A Genova ci
sono adulti che sono assistiti
al Gaslini o nella casa di cura
privata Iclas (ex Villa Azzurra) di Rapallo. Poi c’è una rete
di specialisti della Asl 3 genovese, coordinata dal direttore
del dipartimento di Cardiologia, Stefano Domenicucci e
dal suo staff. Ma non basta e
ieri durante la tavola rotonda
“Guch, ancora questo sconosciuto?” lo ha detto chiaramente Francesca Fassio, rappresentante dell’associazione Cuore e mamma di un ragazzo di 18 anni. «Sogno che
mio figlio possa andare oltre e
che ci sia un centro in grado di
assisterlo in modo adeguato
per ogni suo problema anche
da adulto». Invitata ma assente la Regione: le famiglie sperano almeno che le loro proposte vengono ascoltate dall’assessore Viale o dal direttore generale Quaglia.
G. FIL.
VIAGGIO NEGLI STUDI DEI MUTUALISTI
«MA COSA vuol dire, adesso
devo pagarmi tutto?». Le sale
d’attesa dei medici di base si
riempiono, a ondate, tutte
della stessa domanda, da levante a ponente. Centinaia di
pazienti preoccupati, pronti
ad avventarsi sulle poche informazioni relative all’entrata in vigore del “decreto appropriatezza” del ministro
Lorenzin. Una stretta alle
prescrizioni per prestazioni
ritenute superflue che infiamma la delusione e l’amarezza, senza distinzione
d’età.
«Io e mio marito abbiamo
superato gli ottanta e qualche acciacco non ce lo toglie
nessuno. Fino ad oggi ci facevamocontrollareconiraggi–
confida Rosa Pittaluga prima
di entrare dal suo medico di
Sampierdarena per un controllo -. L'ultima volta ho sentito un fastidio per giorni al
petto, mi sono spaventata e
ho chiesto di fare i raggi. Il
medico mi ha detto che per
quella volta poteva andare
ma che sarebbe cambiato
presto tutto. Ma per noi anziani non si applica, vero?».
Tutti sperano di essere esenti, di poter trovare una via
d’uscita per non dover pagare esami fino a pochi giorni fa
prescritti dai medici senza
problemi.
«Così la prevenzione va a
19
L’APPELLO
Ricetta rossa, è guerra:
i medici di famiglia
contro gli ospedalieri
IL CASO
SABATO
6 FEBBRAIO 2016
medio di riferimento, ci tengo alla mia salute, lo faccio da
25 anni. Se questo decreto
fosse entrato in vigore
all'epoca ora non so nemmenosesareiquiaraccontarlo.E
mio marito ha scoperto da
adulto, proprio grazie alle
analisi, di avere una patologia congenita che rischiava di
degenerare. È una vergogna».
«Siamo come dei soldatini,
però in prima linea, al fronte
e in trincea. Senza armi, nessun margine di manovra»,
confida uscendo dallo studio
di via Caveri pieno di pazienti
il dottor Gianmauro Pasquale. Anche qui i fogli di carta
con gli avvertimenti sull'entrata in vigore del decreto
vengono distribuiti a getto
continuo.
«Per la furbizia di alcuni
dobbiamo rimetterci tutti –
ripete Maria Zoccali, disoccupata dopo anni di lavoro
part-time, al fianco del marito Francesco Campanella -.
Sono stata costretta a farmi
fare delle analisi del sangue
particolari, su ricetta bianca.
Il mio medico curante mi ha
preso da parte e mi ha detto:
"guarda, da adesso ti tocca
pagarle". Ho speso 148 euro
al Galliera, non me lo aspettavo e incidono. Avanti così,
con mio figlio ancora all'Università, mi toccherà sperare
di non aver mai bisogno di altre analisi. Non ci possiamo
nemmeno curare».
SOLIDARIETÀ
Colletta del cibo
17 tonnellate
donate in città
dai genovesi
PESANO 17 tonnellate i cibi
donati dai genovesi nell’ambito della colletta alimentare
2015 organizzata in 30 punti
vendita della catena di supermercati Carrefour. L’iniziativa era partita lo scorso
28 novembre ed era stata e
promossa dalla Fondazione
Banco Alimentare. Nel dettaglio, sono stati raccolti
17.379 chili di generi alimentaridicui4.975dipastaeriso,
785 di carne e pesce, e 5.227
di pelati e legumi.
In tutta Italia sono stati
coinvolti 685 punti vendita
Carrefour in Italia che, quest’anno hanno permesso di
raccogliere 544.575 chili di
generi alimentari per un valore economico stimato di
circa 1.458.371 euro. Le donazioni sono state distribuite
a 8.100 strutture caritative e
hanno
aiutato
circa
1.560.000 persone bisognose in Italia.
Grégoire Kaufman, Direttore Commerciale e Marketing Carrefour Italia, ha dichiarato: «Siamo felici dei
grandi risultati ottenuti e di
aver contribuito a un’iniziativa importante e di grande
impatto sociale. La generosità dei nostri clienti contribuisce a rafforzare una collaborazione che vede Carrefour e
Fondazione Banco Alimentare insieme da diversi anni».