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Efficacia cosmetologia delle maschere ASRAR nella psoriasi Prof Paolo Pigatto Specialista in Dermatologia e venereologia Specialista in Allergologia e Immunologia clinica Responsabile del servizio di Dermatologia Allergologica presso l’ Istituto di Scienze Dermatologiche, via Pace 9 Milano Nell'ambito dell'attività promossa dalla ditta ASRAR è stata effettuata una ricerca presso il mio studio professionale sito in Milano in Cenisio 18 per valutare il risultato ottenuto da un trattamento topico cosmetologico di supporto in alcune patologie cutanee come la psoriasi,la dermatite seborroica e la dermatite atopica . Volutamente è stata eseguita la ricerca su pazienti con psoriasi clinicamente evidente senza utilizzare alcuna indagine strumentale e non prendendo in considerazione altre patologie dermatologiche che avrebbero potuto trarre vantaggio dall’uso di questi prodotti. I laboratori ASRAR hanno elaborato una formula cosmetica che miscela minerali e fanghi del Mar Morto, in un complesso di oli essenziali da applicare sulla cute con il metodo della maschera. Per maschera si intende un particolare trattamento topico, con il quale i preparati vengono applicati a coprire una specifica superficie cutanea, in genere il volto e lasciati agire localmente per un tempo determinato e rimossi per detersione e per tamponamento. Le maschere aumentano la penetrazione del principio attivo e dell’idratazione cutanea (riduzione del TEWL)avendo un certo potere occlusivo. Hanno pertanto un effetto emolliente e lenitivo: pur essendo una pratica molto antica, sono per la classe medica una tecnica poco nota ed usata, ma quelle dette “maschere coadiuvanti”,sembrano entrare sempre più nella pratica quotidiana anche per il dermatologo. La formulazione qui riportata nei suoi costituenti(Fango e Sali del Mar Morto, Miele, Pasta di Cocco, Oli essenziali di Mandorla dolce, Oliva, Grano Nero, Camomilla, Bergamotto, Mais, Jojoba) e il suo particolare modo di applicazione favorisce un rapido assorbimento di alcuni principi attivi presenti aumentandone la velocità di azione. Per molto tempo il Mar Morto ha mantenuto i suoi segreti, che gradualmente si sono svelati e sono stati utili sia per le scienze mediche sia per le cure cosmetiche. Le diverse materie, estratte dalle sue profondità, sono attualmente usate per una vasta gamma di prodotti. Le proprietà dei sali e dei fanghi del Mar Morto derivano dalla loro particolare composizione di sali minerali che non sono acqua marina concentrata, ma contengono minerali presenti nei fondali ed alghe termo-minerali, che penetrando in profondità nell'epidermide favorendo il processo di "osmosi inversa". I sali del Mar Morto sono un insieme di minerali e sostanze inorganiche estratte dalle profondità. Gli elementi principali che li compongono sono: magnesio, bromo, sodio, potassio, cloro, calcio ed in quantità inferiore anche: stronzio, iodio, litio e zolfo. A contatto con la pelle la principale funzione dei sali minerali è strettamente collegata al metabolismo cellulare e alla stabilità dell'idratazione cutanea. La struttura molecolare dei minerali permette loro di penetrare nella pelle e interagire con le sue cellule. Le loro principali funzioni sono: 1. Magnesio antiallergico per eccellenza per pelle sensibile, ottimo idratante e correttore di molti enzimi necessari per l'attività cellulare. 2. Bromo antisettico, cicatrizzante, calmante e contribuisce al rilassamento muscolare agendo sui neurotrasmetitori. 3. Sodio e Potassio regolano e controllano l'equilibrio idrico, modulando il metabolismo cellulare e la crescita delle cellule. 4. Cloro contribuisce allo stabilizzazione delle menbrane cellulari. 5. Calcio rafforza le pareti della membrana cellulare ed attiva alcuni enzimi. 6. Zinco Regolatore enzimatico della riproduzione cellulare. Recentemente è stato riconosciuto che l'interazione della pelle con minerali e sostanze insolubili in acqua, come i lipidi, è molto importante per modificare il ritmo metabolico mantenendo corretti i livelli d'idratazione. La mancanza d'umidità è la principale causa di pelle secca. Inoltre, la morbidezza e la flessibilità dello strato Corneo sono in diretta relazione alla sua idratazione. 7. Il fango del Mar Morto è un deposito alluvionale, contenente residui di sostanze organiche ed alghe mescolate con sali minerali. Il fango è composto di minuscoli grani di carbonati insolubili, in una ricca soluzione minerale, sostanze bituminiche e ormoni originati dalle alghe presenti nelle acque del mare. Per questi motivi il fango, una volta penetrato in profondità riesce a rimuovere completamente le cellule disgiunte della strato corneo contribuendo a fornire al paziente una sensazione di piacevole levigatezza cutanea. Nel prodotto sono contenuti anche una cospicua serie di estratti vegetali che si possono classificare come un insieme di sostanze chimiche ed oli essenziali, definiti principi aromatici, contenuti nei vegetali, e ricavati per distillazione. Oltre che per la diversa composizione chimica, e le diverse caratteristiche fisiche, questi oli si differenziano da quelli stabili, o comunque dai grassi che sono contenuti nei vegetali, perchè sono volatili e tendono a passare allo stato gassoso. Nelle piante, le cellule che immagazzinano le essenze, possono trovarsi in qualsiasi parte della pianta, : nel fiore, nelle foglie, nelle gemme, nei semi, nei frutti ed anche nel legno e nelle radici. Gli oli polinsaturi essenziali e semiessenziali sono l’acido linoleico e alfalinolenico; e il l'acido gammalinolenico (definito semiessenziale perchè può essere sintetizzato dal nostro organismo a partire dall'acido linoleico, ma non in alcune condizioni di malattia o di stress) I sintomi della deficenza di acidi grassi essenziali non sono così immediatamente evidenti come quelli delle vitamine (proprio per questo la denominazione di vit. F proposta per loro non ha avuto successo). Ma sono altrettanto gravi alla distanza. In realtà molte patologie autoimmuni trovano una della concause nella carenza di oli polinsaturi essenziali, che sono componenti delle cellule nervose, delle membrane cellulari (prostaglandine). 1. Acido linoleico In un organismo sano fornisce la base per la formazione delle prostaglandine PGE1, che hanno una elevata funzione antinfiammatoria spesso modificata nella psoriasi Un'altra funzione è quella di base per la costruzione dei fosfolipidi delle membrane cellulari e del sistema nervoso. 2. Acido alfalinolenico Fonte principale: semi di varie piante dove l'olio non è ossidato. 3. Acido gammalinolenico Pur essendo un acido grasso polinsaturo semiessenziale (cioè sintetizzabile dal nostro organismo), è indispensabile assumerlo ogni volta che le condizioni fisiche siano indebolite e compromettano così l'azione dell'enzima delta-6 desaturasi: anzianità, stato di malattia. Le fonti sono l'olio di ribes nero, di enotera, di borragine, di olivello spinoso, ecc. Conviene alternare periodi di assunzione con sospensioni come coadiuvante nelle patologie cutanee di origine autoimmune come la psoriasi Da queste premesse lo studio è stata eseguito basandosi sui sintomi clinici dei pazienti affetti da psoriasi. La psoriasi è una malattia geneticamente determinata, a patogenesi immunomediata con un decorso imprevedibile, spesso cronico-recidivante. Il trattamento, in attesa di possibili interventi a livello genico, si basa su presidi di tipo sintomatico, intesi a ridurre la remissione clinica temporanea delle lesioni o a renderle maggiormente accette al paziente. Il trattamento della psoriasi varia notoriamente a seconda dell'età del soggetto, della sede e dell' estensione delle lesioni, della varietà clinica. In generale la terapia locale viene preferita rispetto a quella sistemica almeno nelle forme limitate sia perché spesso è sufficiente per ottenere una regressione delle lesioni, sia in considerazione degli effetti indesiderati di molti farmaci usati per via generale e l’ uso di cosmetici appropriati aiuta in modo cospicuo la terapia che gli effetti collaterali dei farmaci. MATERIALI E METODI Nel periodo DICEMBRE 2004 GENNAIO 2005 presso il mio studio professionale di dermatologia sito a Milano in Cenisio 18 sono stati trattati 12 pazienti di cui 4 di sesso femminile e 8 di sesso maschile, di età compresa fra i 20 ed i 60 anni. La fascia di età più rappresentata è quella compresa fra i 31 e 35 anni in entrambe i sessi, mentre è più colpito dalla malattia il sesso maschile. Questi dati concordano con le descrizioni classiche di questa patologia. La sintomatologia clinica è stata valutata con i seguenti paramentri: * Desquamazione * Intensità e modalità del prurito * Eritema Come parametri di miglioramento sono stati considerati * la diminuzione dell'intensità del sintomo xerosi * il ripristino della fisiologia cutanea con scomparsa del prurito. Ogni paziente è stato sottoposto ad un esame clinico obiettivo per la localizzazione delle lesioni cutanee. La terapia medica dermatologica consigliata è stata associata al trattamento cosmetico con maschera normale Arsar e prescritta per almeno 8 giorni di seguito e comunque per un massimo di 32 giorni. In casi particolari è stata anche utilizzata la maschera ASRAR per cute sensibile Dopo il primo controllo al quale il paziente risultava in remissione veniva sottoposto ad ulteriori visite per un totale di 4 controlli settimanali. Al secondo controllo se la sintomatologia era scomparsa veniva sospesa la terapia, ma continuavano le visite per individuare eventuali recidive. TOLLERABILITA' La somministrazione dei cosmetici non ha fatto registrare effetti indesiderati o collaterali. RISULTATI Dopo 8 giorni di terapia il 75% dei pazienti ha riferito un miglioramento del sintomo xerosi e l'80% una scomparsa del prurito. L'intensità del prurito è stata valutata seguendo una scala analogica da 0 a 10. Questa scala si presenta sotto forma di una linea orizzontale di 10 centimetri di lunghezza. I due estremi della linea sono definiti qualificativi: 0= assenza di prurito, 10 il prurito più forte. Il paziente doveva tracciare una croce sulla linea per definire la sua percezione del dolore. La xerosi è stata esaminata clinicamente. Al secondo controllo cioè dopo 16 giorni di uso della maschera il prurito era scomparso in tutti i pazienti che al controllo precedente avevano riferito un miglioramento ed il ripristino della normalità cutanea era aumentato all'85%. Dopo tale periodo la terapia medica è stata sospesa ed i pazienti sono stati esaminati in 24° ed in 32° giornata senza peraltro riscontrare recidive. CONCLUSIONI Il presente lavoro, pur nei limiti uno studio in aperto su un numero limitato di pazienti valuta il sintomo "prurito" che nella sua valutazione ha una componente soggettiva molto marcata e dimostra come i rimedi cosmetici prescritti con accuratezza possono svolgere un ruolo positivo nel migliorare la qualità della vita del paziente e salvaguardare il suo fisico dagli effetti collaterali tipici dei farmaci antiinfiammatori che vengono solitamente utilizzati nella terapia allopatica.