Energia a basso costo, si parte - Pavia Fisica Home Page
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LA PROVINCIA PAVESE – Dom. 27 Febbraio 2000 Il progetto Icarus coordinato dal professor Carlo Rubbia si sviluppa a Fisica Nucleare Energia a basso costo, si parte Arriva a Pavia il più grande rivelatore visualizzante del mondo PAVIA. Sarà il più grande «rivelatore visualizzante» al mondo. Nell’area Cravino, approderà dopodomani un maxi contenitore di gas argon, “strumento” fondamentale del progetto Icarus, missione scientifica internazionale coordinata dal premio Nobel Carlo Rubbia. Scopo finale del progetto Icarus é arrivare a costruire un accelleratore di particelle che utilizzando la fissione nucleare, produca energia a basso costo. E senza gli effetti negativi (scorie radiattive, effetto “Chernobyl”, uso militare) che presenta “l’atomica convenzionale”. Direttore tecnico di Icarus é Elio Calligarich, direttore della sezione pavese dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Sede del progetto Icarus é la sala sperimentale dell’Infn, realizzata dall’Università di Pavia. Tornando a parlare il mega serbatoio (300 metri cubi): verrà installato in un capannone costruito due anni fa nell’area Cravino. Il capannone da dopodomani ospiterà un contenitore di gas inerte (argon), che deve funzionare come “rivelatore di neutrini”. Sarà il primo “semimodulo rivelatore” del fascio di neutrini, da trasferire poi in un laboratorio sotter- raneo sul Gran Sasso. Qualche dettaglio tecnico: l’argon é un gas nobile, presente nell’atmosfera allo stato liquido all’1 per cento. E’ molto costoso: un milione al metro cubo. All’interno del container, verranno inseriti dei “piani di fili” che sostituiscono il sistema di rivelazione dei neutrini. Da inserire inoltre anche i dispositivi elettronici per individuare le tracce delle particelle che attraversano il serbatoio. Dopo una fase di sperimentazione con l’impiego di “raggi cosmici” a Pavia, il serbatoio svuotato dall’argon sarà trasferito, trasportandolo su strada, in una delle gallerie dei laboratori nazionali del Gran Sasso. Il progetto viene attuato grazie alla collaborazione avviata soprattutto tra i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e il Dipartimento di Fisica Nucleare e Teorica dell’Università di Pavia.