2001- 19 marzo – Lazio-Juve 4-1

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2001- 19 marzo – Lazio-Juve 4-1
MSGR - 01 NAZIONALE - 35 - 19/03/01 Black
RIBATTE
LO SPORT - LAZIO
IL MESSAGGERO
LUNEDÌ
19 MARZO 2001
LA CHIAVE
La gioia di Pavel Nedved e
Alessandro Nesta dopo
il primo gol laziale (foto GMT)
Reti, bel gioco e velocità: bentornato calcio
Tranquilli, Zoff non è cambiato. Niente marcatura a uomo su Zidane, solo qualche prudenza in più del solito e il contropiede ficcante che la Lazio, dai tempi di Eriksson, non
ha evidentemente dimenticato. E finalmente
il piglio fermo di chi porta lo scudetto sul
petto. Ma, quel che conta di più, finalmente
si è vista una partita pari alle attese. In cui i
celebrati fuoriclasse hanno potuto deliziare
la platea con le loro giocate. Da Nedved a
Crespo, che doppiette, al gioiello di Del Piero, agli sprazzi purissimi di Zidane e Veron
sugli opposti fronti. Un secolo ci è parso, fra
scandali, chiacchiere, accuse e sospetti. E invece, eccolo il calcio, eccoli i gol, tutti di ottima fattura. Ed ecco Nesta, ecco Peruzzi, il
riscatto della difesa biancoceleste. Il gioco in
velocità, due scambi e si va in porta, fremiti
di bellezza.
Le doppiette
di Nedved
e Crespo
rendono magica
la notte
dell’Olimpico
di VINCENZO CERRACCHIO
ROMA - I campioni sono tornati. Quattro gol alla Juventus, da cui ora li dividono solo
due punticini. Ora anche la
Roma, dopo una prestazione
così, non è un Ufo nove gradini più su. Per i bianconeri una
lezione dura nel punteggio ma
non nella sostanza: il 4-1 porta
le firme di Nedved e Crespo e
una particina per Del Piero.
Ma un po’, in questa sfida infinita, l’appendice di una stagione indimenticabile, finisce per
entrarci anche l’arbitro Collina, ora come a maggio, perché
gli juventini non accettano
l’espulsione di Davids che ha
sconvolto gli equilibri. La Lazio a quel punto era già sopra
comunque di due gol, figli della tattica molto accorta e ficcante studiata da Zoff. Poi si
sono aperte praterie per azioni, sempre vibranti, da una
parte e dall’altra. Grandissimo
Nesta, bravo Peruzzi, e applausi scroscianti per la coppia-gol
biancoceleste, davvero straordinaria. Un match che ha regalato il meglio dello stile.
La Lazio ha colpito a metà
del primo tempo, sfruttando
uno sbandamento difensivo
bianconero. Merito di Poborsky, velocissimo nella ripartenza e abilissimo a pescare Crespo scattato sulla destra: cross
morbido sul secondo palo, dove Birindelli non è arrivato e
Nedved, scattato un attimo
prima, sì, ad interrompere la
lunga imbattibilità di Van der
Sar. Hanno affondato, i campioni, dopo avere a lungo subito la maggiore intraprendenza
della Juventus, che si atteggiava a padrona del campo, cercando di mettere subito la partita sul binario migliore. Ancelotti ha schierato alla fine Tacchinardi da catalizzatore, chiedendo a Conte e Davids di
premere fino al limite dell’area avversaria, e lasciando a
Zidane e Del Piero ampia libertà di proporsi sulle due fasce. Biancocelesti molto chiusi
sul proprio limite ma senza
marcature personalizzate, con
Nedved più seconda punta di
Veron: proprio per Pavel la
prima occasione, un destro volante di poco a lato sulla solita
percussione di Poborsky, più
vivo del dirimpettaio Pessotto. Ma Peruzzi ha dovuto salvarsi due volte: da una punizione calibrata sotto la traversa di Del Piero e su un tuffo
rasoterra di Pippo Inzaghi. Anche se è stato Nesta il salvatore della patria biancoceleste,
quando è scivolato a deviare
LA MOVIOLA
Ci si preoccupava di chissà quale approccio fragile da parte dell’altra metà di Roma.
Di un’arrendevolezza impossibile, inutile
con quei posti di Champions che valgono
per l’ordine in cui arrivano. Ma nessuno ha
avuto il tempo di badare a cosa avvenisse a
Reggio, tanto lo spettacolo ha finito per rapire il cuore del pubblico biancoceleste, che si
è risentito, per una sera e per il futuro, il legittimo proprietario del tricolore. Ci voleva
una prestazione così imperiosa per restituire
fiducia, l’orgoglio intatto dei bei tempi. Il
campionato festeggia un ritorno importante
che darà nuova linfa allo sprint finale: si lotterà comunque fino all’ultimo come la Lazio voleva. E, in questa serata magica per
un’intera città, è quello che conta davvero.
Collina, dubbi
sul primo rosso
ROMA - Serata senza
grandi problema per Pierluigi Collina. Lazio e Juventus si affrontano a viso
aperto e l’arbitro viareggino non ha difficoltà a mantenere in pugno il match.
Contestazioni juventine sull’espulsione di Davids, avvenuta per doppia ammonizione, cartellino rosso diretto invece per Trezeguet.
Prima ammonizione per
Davids al 29’ per fallo da
dietro, secondo giallo (molto contestato) nella ripresa;
al 13’ l’olandese entra su
Simeone, Collina decide
per l’ammonizione e, quindi, per l’espulsione. L’olandese avea già rischiato il
giallo al 4’ della ripresa,
per una scivolata su Nesta.
Nel finale si fa espellere
anche Trezeguet, che rifila
un calcione da dietro a palla lontana a Negro.
Gli unici dubbi, sulle segnalazioni di fuorigioco.
Giusto lo sbandieramento
su Crespo all’8; non c’è outside sull’azione del gol. Poborsky serve Crespo a sinistra e quando l’argentino
mette al centro Nedved è
dietro il pallone. Il ceco è
invece davanti a tutti al momento del passaggio di Poborsky. Secondo le norme
Uefa, la posizione di Pavel
è passiva.
V. Cerr.
LAZIO
4
PERUZZI
COLONNESE
43’ pt PESARESI
NESTA
NEGRO
PANCARO
POBORSKY
36’ st CASTROMAN
D. BAGGIO
VERON
31’ st STANKOVIC
SIMEONE
NEDVED
CRESPO
6,5
6
6,5
7,5
6,5
6,5
7
6,5
7
7
ng
7
8,5
8,5
JUVENTUS
VAN DER SAR
BIRINDELLI
TUDOR
MONTERO
PESSOTTO
CONTE
1’ st ZAMBROTTA
TACCHINARDI
23’ st O NEIL
DAVIDS
ZIDANE
F. INZAGHI
1’ st TREZEGUET
DEL PIERO
1
6,5
5
5,5
5,5
4
6
5,5
5,5
ng
5
6
5,5
5,5
6,5
Panchina: Marchegiani, BaroPanchina: Carini, Iuliano, Ferranio, C. Lopez, Ravanelli
ra, Kovacevic
Arbitro: COLLINA 6
23’ pt Nedved, 1’ st Crespo, 14’ st Del Piero, 21’ st Nedved,
Reti:
36’ st Crespo
Spett.: 70.000. Amm.: Davids, Pancaro, Poborsky. Esp.: DaNote: vids, Trezeguet. Ang.: 10 a 2 per la Juventus.
Laziodacampioni
QuattroretiallaJuveperricordarecheloscudettoèancorasullemagliebiancocelesti
Davids espulso
per doppia
ammonizione,
poi va in gol
Del Piero. Fuori
anche Trezeguet
Simeone e compagni
festeggiano Hernan Crespo
dopo il secondo gol segnato
alla Juventus ieri sera
all’Olimpico
oltre il palo una conclusione
di Conte a botta sicura, con
Peruzzi uscito a respingere un
improvvido campanile di Crespo, impacciatissimo nel ruolo
di difensore aggiunto.
Tutt’altro che arrembante la
squadra di Zoff, ma già pericolosa con un colpo di testa di Simeone, l’uomo in più del centrocampo. Peruzzi ha inizialmente evitato i rinvii per non
compromettere di nuovo la fragile muscolatura, poi Colonnese ha dovuto abbandonare la
battaglia difensiva per un colpo al setto nasale lasciando il
posto all’esordiente (in campionato) Pesaresi. Ancelotti ha
lanciato forze fresche alla ri-
presa, Zambrotta e Trezeguet
per Conte e Inzaghi, ma dopo
appena 28 secondi ha dovuto
incassare il raddoppio sulla
splendida direttrice argentina
Veron-Crespo. Davvero sublime l’intuizione della ”streghetta”, impietoso, da autentico
giustiziere, il sinistro del centravanti, che per la prima vol-
ta supera il rivale Batistuta
(16 a 14 dopo il bis) nella classifica dei cannonieri. La Juve
ha reagito da belva ferita ma
ancora Crespo, di testa su
cross di Pancaro, è andato vicino al gol. In pochi secondi la
replica bianconera: stacco di
Trezeguet con pallone toccato
da Peruzzi contro la trasversa-
le e botta dal limite di Zidane
sull’esterno rete. E ancora il
duo francese in percussione,
con l’uscita provvidenziale del
portierone biancoceleste a dipanare l’imbroglio. Poi, in un
giro di lancette, ecco due svolte: Collina (che poi scambierà
la maglia con Nedved) espelle,
con severità apparsa eccessiva,
Davids, già ammonito, per
un’entrata su Simeone, ma la
Lazio non ha neanche il tempo di sorridere, trafitta da Del
Piero, con un impeccabile destro a girare, dopo che Zidane
aveva seminato i centrocampisti avversari.
A Poborsky, partito in velocissimo contrassalto, è capitato il pallone della nuova sicurezza, ma l’ottimo Van der
Sar si è opposto a terra, come
avrebbe replicato più tardi su
Crespo. Al terzo implacabile
affondo, ecco Nedved costruire e concludere, su appoggio
di Crespo, l’azione vincente,
un destro furibondo da dentro
l’area. Ma Juve, intendiamoci,
mai doma: assalti veementi
con l’uomo in meno, con
O’Neill adesso al posto di Tacchinardi. E ancora Peruzzi al
proscenio su Del Piero. Finché Castroman, entrato da poco, non ha offerto a Crespo il
suggello definitivo, per la disperazione dell’amico Ancelotti. L’espulsione di Trezeguet,
per un fallaccio su Negro nel
finale, è stata solo una pagina
inutile. L’ultima di una partita
intensissima.
DALLA PRIMA PAGINA
Una Lazio stratosferica...
di PIERO MEI
ro, oltre lo splendido presente, a giudicare da
ieri sera, quando Nedved e Crespo, due gol
per uno, hanno fatto felice tutta Roma, ma
non solo, giacché come si sa sette italiani su
dieci sono antijuventini e gli altri tre sono
Moggi, Giraudo e Bettega. Clonate Nedved,
ma anche Crespo, e anche Peruzzi (che parate le sue) e anche Nesta (che difesa la sua) e
metteteci chi altro vi pare, nella Lazio di ieri
sera, anche Zoff che mani in tasca e imperturbabile versione panchinara del suo mito se
ne stava ora appoggiato allo stipite della pensilina ora a bordo del campo mai scomposto
e giusto la mano sinistra a indicare qualcosa.
Che cosa? La via della Lazio al rcupero.
Perché questa era la partita dell’Olimpico,
la partita che doveva fare la rima alla contemporanea gara della Roma a Reggio Calabria,
dove lanciare il ponte sullo scudetto; la partita che aveva l’aria di dividere e unire, nello
stesso tempo, tutta la capitale, giacché la
sconfitta della Lazio avrebbe messo i campioni fuori dal giro e rilanciato alla grande la sfida della Juve, indipendentemente dal risultato di Reggio, dove la frenata era probabile
più che possibile, giacché non si può chiedere
a nessuno, neppure alla Roma, di vincere
sempre. Dicevano i laziali giocheremo per
noi, dicevano i romanisti, giocheremo per
noi e poi vedremo. Ma sotto sotto, in fondo
al cuore, già c’era per tutti l’idea che, alleati
involontari, non fosse poi male ritrovarsi a fare dei buoni conti.
E chiesseneimporta dei passaporti falsi e
dei grandi vecchi, delle trame e di tutte le altre falsità che stanno ciclonando il mondo
del calcio. La Lazio si giocava la difesa dello
scudetto e l’onor suo e se la Roma se ne fosse
avvantaggiata, tanto o poco dipendeva da lei,
affari suoi.
Pensare che l’avvio non era dei più felici:
la Juve nascondeva la palla alla Lazio, giocava. Ma poi ecco il gol di Nedved, i salvatggi
di Nesta, le parate di Peruzzi, e la Juve si
smarriva. Tanto che Ancelotti cambiava due
pedine nell’intervallo, e Crespo neanche in
un minuto raddoppiava. E se, appena espulso Davids con Collina fiscale nella circostanze dopo essere stato perdonista in un’altra,
Del Piero si ricordava di sé (lo faceva a tratti9 e dimezzava lo svantaggio, era poi ancora
Nedved, ancora servito da Crespo, a rimmetere le cose nel voluto verso laziale e romanista, in una parola romano. Il quarto gol, come detto, era di Crespo, che insegue Schevchenko esploso anche lui in doppietta a maggior gloria e voti di Berlusconi. La Juve finiva in nove, con espulso anche Trezeguet, e si
dirà che sì, il vento è cambiato: il vento del
calcio non soffia più dalle savoiarde alpi natie ma è ponentino. Sarà anche per questo
che si soffia sul fuoco degli scandali, sostiene
Sensi. Leggiamo la classifica: Roma 55, Juve
48, Lazio 46. La Roma pareggia e guadagna
un punto sulla Juve ed è felice; la Lazio lo è
quattro volte di più. E la Juve? Non dire gatto se non l’hai nel sacco, dice Trapattoni, anche se trattasi di zebre.
A P R I T E U N A P O R T A,
VI SI SPALANCHERÀ UN MONDO.
N U O V O
Aut. Min. Rich.
III
III
III
III
C H R Y S L E R
V O Y A G E R.
G u i d a r e i l n u ovo C h r y s l e r Voya g e r è u n ’ e s p e r i e n z a u n i c a , ch e d ove t e a s s o l u t a m e n t e p r ova r e. Pe r q u e s t o v i
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S.R.L.