ACTA - Custodia di Terra Santa

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ACTA - Custodia di Terra Santa
ANNO LIII LUGLIO-DICEMBRE 2008 N. 2
A C T A
custodiÆ terrÆ
sanctÆ
IUSSU
REV.MI P. PETRI BAPTISTÆ PIZZABALLA OFM
CUSTODIS TERRÆ SANCTÆ
DIGESTA
Custodia di Terra Santa, Segreteria di Terra Santa
San Salvatore
Pro manuscripto
Dalla Curia Generalizia
Approvazione dei nuovi Statuti particolari della Custodia
Prot. 099331 / M070 - 08
Fr. Iosephus Rodríguez Carballo
totius ordinis fratrum minorum minister generalis
et humilis in domino servus
Decreto
Il Definitorio Generale, nella sessione del 4 novembre 2008, ha approvato le
modifiche agli Statuti particolari della Custodia di Terra Santa, fatte dal capitolo
custodiale 2007, e presentate dal Custode fra Pierbattista Pizzaballa, con lettera del
27 settembre 2008,
pertanto,
in virtù di questo
decreto,
Statuti Particolari
della Custodia di Terra Santa,
dichiaro approvati gli
secondo il testo in lingua italiana
che si conserva nell’Archivio
Generale dell’ordine.
Nonostante qualsiasi cosa in contrario.
Dato a Roma, nella Curia Generale dell’ordine dei Frati Minori, il 6 novembre
2008.
fra José Rodríguez Carballo ofm
Ministro Generale
fra Ernest K. Siekierka ofm
Segretario Generale
8 novembre: celebrazione del Beato Giovani Duns Scoto:
Omelia del Ministro Generale fra José Rodríguez Carballo
ofm al Getsemani
Con questa celebrazione eucaristica in onore del Beato Giovanni Duns Scoto,
concludiamo ufficialmente le celebrazioni in onore del Dottore Sottile e Mariano in
occasione del VII Centenario della sua morte. Ringrazio tutti voi per la partecipazione
a questa eucaristia e vi saluto con affetto fraterno.
Scoto, il perfezionatore del Dottore Serafico San Bonaventura, e il rappresentante
più qualificato della Scuola francescana, come lo chiamò Paolo VI, seppe
alimentare con lo studio, come dal resto tutti i grandi Maestri francescani, il dialogo
tra conoscenza e devozione, tra ricerca e contemplazione, tra scienza e carità. In
questo modo allo stesso tempo che nelle sue opere si celano e fervono lo spirito
e l’ideale di San Francesco d’Assisi e svettano le idee sovrane della rivelazione
evangelica; attraverso il suo insegnamento e l’esempio della sua vita, totalmente
consumata per la gloria di Dio, condusse non pochi fedeli alla conoscenza del divino
Maestro e alla perfezione evangelica. Maestro nella cattedra, Maestro con e nella
vita, Scoto è stato sale della terra, luce del mondo (cf. Mt 5, 13- 17).
In questo modo il Beato Giovanni Duns Scoto, si presenta davanti a noi come
un vero maestro e guida nell’apprezzare lo studio come itinerario e via per essere
illuminati da Dio nella mente e nel cuore e poter essere così amanti della sapienza,
così come viene descritta nella prima lettura di oggi, testimoni, annunciatori e
servitori della Verità e del Bene, con grande umiltà.
Niente di strano allora che il suo insegnamento, già ripreso dai suoi discepoli nel
corso delle lezioni in aula (le cosiddette Reportationes), fosse ricercato dappertutto,
non soltanto nell’Ordine, ma anche in tutti gli ambienti di studio e di apostolato,
come dimostrano tanti manoscritti delle sue opere presenti nelle più prestigiose
biblioteche del mondo e le molteplice traduzioni delle sue Opere e addirittura il
completamento delle lacune, rimaste tali per la prematura morte del Maestro,
conservate oggi nei manoscritti ed edite non appena fu inventata la stampa. Niente
di strano, che i grandi maestri di vita spirituale, come San Bernardino e San Giacomo
della Marca, trascrivessero a profusione pensieri ed espressioni delle opere di Scoto,
per comunicarle al popolo nelle loro prediche. Niente di strano che tanti secoli dopo,
Scoto rimanga ancor oggi un pilastro della teologia cattolica, un Maestro originale
Paolo VI, Lett. apost. Alma parens, 14 luglio 1966.
Cfr. Ratio Studiorum OFM, 19.
Paolo VI, Lett. ct.
Decreto sulla santità e il culto del B. Giovanni Duns Scoto, 6 luglio 1991, in AAS 84
(1992), 396.
Ratio Studiorum OFM, 13.
e ricco di spunti e sollecitazioni per una conoscenza sempre più completa delle
verità della Fede.
Oltre la dottrina sull’Immacolata, Duns Scoto attrae le menti e i cuori per tanti altri
punti salienti della sua dottrina: basti pensare alla sua dottrina sul Verbo Incarnato,
sull’eterno progetto di Dio riguardo a Cristo, capolavoro di Dio (summun opus Dei),
sulla glorificazione resa a Dio da tutto il creato, al cui vertice è Cristo; e tanti altri
aspetti della dottrina scotista sulla rivelazione di Dio all’uomo e sul suo infinito
amore per l’opera delle sue mani.
Duns Scoto, per la sua dottrina e la sua vita non è un Dottore del passato, non è un
fossile da ammirare, ma è un Maestro vivo e palpitante, pieno di ardore e di preziose
intuizioni, che man mano si calano nelle realtà dottrinali e vitali della Chiesa e del
mondo.
All’inizio di questo anno accademico, invito tutti a curare di fare armonia tra
unzione e speculazione, tra scienza e santità, tra intelligenza e volontà, come
fecero i grandi Maestri della Scuola Francescana. Approfitto di quest’occasione per
incoraggiare professori e studenti, ognuno nel loro campo, a studiare, insegnare,
attualizzare e diffondere la dottrina di Scoto, convinti come siamo che dal grande
deposito della teologia e della sapienza francescana possono essere tratte risposte
adeguate anche ai drammatici interrogativi dell’umanità, in questo inizio del terzo
millennio cristiano.
In questo modo, risponderanno alle esigenze della nostra vocazione in questi nostri
tempi, e cioè: operare un incontro fecondo tra il Vangelo e le diverse espressioni
culturali del nostro tempo, per andare verso l’uomo d’oggi, assetato di risposte
radicate nei valori evangelici. Una sete che la nostra grande tradizione culturale, al
cui vertice sta il Beato Giovanni Duns Scoto, può e deve colmare perché basata sul
Vangelo e autentificata con la vita di quelli che, come il Dottore Sottile e Mariano,
hanno vissuto e vivono seguendo più da vicino Cristo e, mossi dallo Spirito Santo
si donano totalmente a Dio amato sopra ogni altra cosa, vivendo il Vangelo nella
Chiesa, secondo la forma osservata e proposta da san Francesco10.
Chiediamo la luce della sapienza per essere anche noi luce del mondo, e sale della
terra.
Giovanni Paolo II, Discorso alla Commissione Scotista, 16 febbraio 2002, in Acta OFM
121 (2002) 11b.
Ratio Studiorum OFM, 110.
Giovanni Paolo II, Messaggio al Congresso di Rettori e Direttori dei Centri di Studio e di
Ricerca OFM, 19 settembre 2001, 3.
Idem 4.
10 Costituzioni Generale OFM, 1.
Nomina di fra G. Claudio Bottini a Decano dello SFB
Prot. 099496 (268/08)
Fr. Iosephus Rodriguez Carballo
Totius Ordinis Fratrum Minorum Minister Generalis
et humilis in Domino servus
Decretum
Præsentium litterarum vigore, attenta postulatione Rectoris Magnifici Pontificiæ
Universitatis Antonianum in Urbe (litt. diei 25 mensis Novembris A.D. 2008) et ad
normam Statutorum Peculiarium
Facultatis Scientiarum Biblicarum et Archæologiæ in civitate Hierosolymitana sitæ;
perpensis titulis dotibusque quibus candidatus qui probe præsit aptus demonstratur
Nos, qua fungimur auctoritate,
Fr. Ioannem Claudium Bottini ofm,
provinciæ S. Bernardini Senensis in Italia alumnum
et memoratæ Facultatis Professorem Ordinarium,
Decanum
Facultatis Scientiarum Biblicarum et Archæologiæ
in civitate Hierosolymitana sitæ
ad triennum nominamus, instituimus et renuntiamus
cum omnibus iuribus et obligationibus officio adnexis, eidem commendantes in suo
munere, qua par est diligentia et sollicitudine, in bonum Facultatis sese gerat.
Contrariis quibuslibet non obstantibus
Datum Romæ, ex Ædibus Curiæ generalis Ordinis,
die 4 mensis Decembris A.D. 2008.
Fr. Maximus Fusarelli ofm
Secretarius Generalis
pro Formatione et Studiis
Fr. Franciscus Bravi ofm
Vicarius Generalis et Vice Magnus Cancellarius
Nomina di fra Najib Ibrahim a Moderatore dello STJ
Prot. 099497 (267/08)
Fr. Iosephus Rodriguez Carballo
Totius Ordinis Fratrum Minorum Minister Generalis
et humilis in Domino servus
Decreto
Ricevuta ed esaminata attentamente la richiesta di fra Johannes B. Freyer,
Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum,
presentata con lettera dei 25 novembre 2008,
in virtù del presente Decreto,
nomino
fra Najib Ibrahim ofm
alunno della Custodia di Terra Santa
Moderatore
dello Studium Theologicum Jerosolymitanum
Qualunque cosa ci sia in contrario.
Data in Roma, dalla Curia Generale dei Frati Minori,
4 dicembre 2008
fra Francesco Bravi ofm
Vicario Generale e Vice Gran Cancelliere
della Pontificia Università Antonianum
fra Massimo Fusarelli ofm
Segretario Generale per la Formazione e gli Studi
Approvazione della nuova Ratio Formationis Custodiæ
Fr. Josephus Rodriguez Carballo
Prot. 099452 (252/08)
totius ordiniz fratrum minorum minister generalis
et humilis in domino servus
conferma
Esaminata attentamente la
Ratio Formationis
della nostra Custodia di Terra Santa.
presentata dal Custode
con lettera dell’8 novembre 2008 (Prot. B-0622/08)
e in virtù del presente Decreto,
a norma dell’art. 70 §3 degli Statuti Generali
Confermo
il suddetto documento,
augurando che accompagni
la formazione permanente e iniziale dei Frati della Custodia
in vista della loro speciale vocazione a vivere nei Luoghi Santi,
affidati in modo speciale dalla Chiesa al nostro Ordine.
Dato a Roma, nella Sede della Curia Generale
Roma, 16 dicembre 2008
fra Massimo Fusarelli ofm
Segretario Generale
per la Formazione e gli Studi
fra José Rodríguez Carballo ofm
Ministro Generale
Dai Capi delle Chiese di Gerusalemme
Messaggio di Natale
Dear Sisters and Brothers
Greetings.
As we prepare to celebrate Christmas there seems to be even more, darkness, conflict and despair in the world around us. That means for us, as Christians, we must
think even more carefully and deeply about Jesus - the baby born in Bethlehem’s
stable.
Many people are afraid of the dark whether it be the absence of light around them
or fear of the unknown in their personal lives or the world at large.
Despite all this we need to think and mediate about Jesus …
a light that shines in the dark, a light that darkness could not overpower. St. John
ch. 1 v. 5
St. John’s Gospel goes on to remind us of the facts of Jesus’ birth …
That he was born into a world which did not recognise him and a people that did
not receive him. St. John Ch.1 vv 10 & 11
So, as we approach another Christmas we must show the world around us that Jesus is a light in the dark which never goes out, a burning light which takes the terror
from the night and moreover, a light on which we should fix our eyes not least when
the clouds appear to be gathering around us..
Just as the baby in the stable is the focal point of our Christmas celebrations, so we
must affirm and witness to the fact that Jesus is the light which shines out from our
personal and corporate lives at all times.
Again and again we need to ask ourselves What would Jesus do, what would Jesus
say. Then, our thoughts and ideas of His actions and words must be translated into
the daily life of our community - particularly in this Holy Land.
Similarly, we have to convince the world’s political leaders that the true peace will
only come on earth when we seek God’s will for his people… not least through the
words and actions of Jesus. Nor must we belittle the fact, affirmed in St. John’s Gospel, that to all who accept Jesus, He gives power to become the Children of God.
This means we must stand alongside all who suffer around us - the hungry, the
homeless, the unemployed and the bereaved since Jesus tells us that when we help
others we are doing it to Him as thought He were suffering for them.
To stand alongside also involves us in action. We need the light of Christ to shine
on this Land to enable us to work more realistically for a two state solution which
would end the burden of restrictions arising out of Occupation.
(So we pray for the President - Elect of the USA that he and other world leaders
may see the urgent need for peace in the Middle East and not least in this Land).
We need also to see the situation in which many are suffering in Gaza in the light
of Christ and make a determined effort to bring them urgent relief.
Moreover, we must never forget our duty to point our children and young people
to the light of Christ assuring them that, through Jesus we all have hope for a better
world.
Then we would greet our Sisters and Brothers across the world - not least the thousands who have visited this Holy Land recently. It is important to recall that you are
walking in the footsteps of Jesus and when you pause to see the plight of many of
your fellow Christians that you respond as you believe He would.
We are conscious of all who suffer across the world but for all we believe the only
way forward is to see people and situations in The light of Christ.
Be assured of our good wishes and prayers for all of you as Christmas approaches
and may God’s blessing be on your homes and families.
Walk in the light and the light will illumine your path,
Walk in the truth and the truth will set you free,
Walk in the way of peace and you will have, through Christ,
the peace which passes understanding.
(Prayers of the Way: by John Johansen-berg).
Jerusalem December 2008
Patriarchs and Heads of Churches in Jerusalem
H.B. Patriarch Theophilos III, Greek Orthodox Church
H.B. Patriarch Fouad Twal, Roman Catholic Church
H.B. Patriarch Torkom Manooghian, Armenian Orthodox Church
Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm, Custos of the Holy Land
Archbishop Anba Abraham, Coptic Orthodox Church
Archbishop Swerios Malki Murad, Syrian Orthodox Church
Archbishop Abouna Mathias, Ethiopian Orthodox Church
Archbishop Paul Sayyah, Maronite Church
Archbishop Youssef Jules Zreyi, Greek Melkite Church
The Rt. Revd. Suhiel Dawani, Anglican Church
The Rt. Revd. Mounib Younan, Lutheran Church
The Rt. Revd. Pierre Malki, Syrian Catholic Church
Fr. Rafael Minassian, Armenian Catholic Church.
10
Statement by the Patriarchs and Heads of the Churches in
Jerusalem On the current devastating situation in Gaza
We, the Patriarchs, Bishops and the Heads of Christian Churches in Jerusalem, follow with deep concern, regret, and shock the war currently raging in the Gaza Strip
and the subsequent destruction, murder and bloodshed, especially at a time when we
celebrate Christmas, the birth of the King of love and peace.
As we express our deep sorrow at the renewed cycle of violence between Israelis
and Palestinians and the continued absence of peace in our Holy Land, we denounce
the ongoing hostilities in the Gaza Strip and all forms of violence and killings from
all parties. We believe that the continuation of this bloodshed and violence will not
lead to peace and justice but breed more hatred and hostility - and thus continued
confrontation between the two peoples.
Accordingly, we call upon all officials of both parties to the conflict to return to
their senses and refrain from all violent acts, which only bring destruction and tragedy, and urge them instead to work to resolve their differences through peaceful and
non-violent means.
We also call upon the international community to fulfill its responsibilities and
intervene immediately and actively stop the bloodshed and end all forms of confrontation; to work hard and strong to put an end to the current confrontation and remove
the causes of conflict between the two peoples; and to finally resolve the IsraeliPalestinian conflict with a just and comprehensive solution based on international
resolutions.
To the various Palestinian factions we say: It is time to end your division and settle
your differences. We call on all factions at this particular time to put the interests of
the Palestinian people above personal and factional interests and to move immediately toward national comprehensive reconciliation and use all non-violent means to
achieve a just and comprehensive peace in the region.
Finally, we raise our prayers to the Child in the manger to inspire the authorities
and decision makers on both sides, the Israelis and Palestinians, for immediate action to end the current tragic situation in the Gaza Strip. We pray for the victims, the
wounded and the broken-hearted. May the Lord God Almighty grant all those who
have lost loved ones consolation and patience. We pray for all those living in panic
and fear, that God may bless them with calm, tranquility and true peace.
We call on all to observe next Sunday, January 4, as a day for justice and peace in
the land of peace.
11
+ Patriarch Theophilos III, Greek Orthodox Patriarchate
+ Patriarch Fouad Twal, Latin Patriarchate.
+ Patriarch Torkom II, Armenian Apostolic Orthodox Patriarchate.
Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm, Custody of the Holy Land
+ Anba Abraham, Coptic Orthodox Patriarchate.
+ Archbishop Swerios Malki Mourad, Syrian Orthodox Patriarchate.
+ Abune Matthias, Ethiopian Orthodox Patriarchate.
+ Archbishop Paul Nabil Sayyah, Maronite Patriarchal Exarchate.
+ Bishop Suheil Dawani, Episcopal Church of Jerusalem & the Middle East.
+ Bishop Munib Younan, Evangelical Lutheran Church in Jordan & the Holy
Land.
+ Bishop Pierre Malki, Syrian Catholic Patriarchal Exarchate.
+ Bishop Youssef Zre’i, Greek Catholic Patriarchal Exarchate.
Fr. Raphael Minassian, Armenian Catholic Patriarchal Exarchate.
Jerusalem on 30 December 2008
12
Dalla Curia Custodiale
Dal Discretorio
Salvatore
del
1-6
luglio
- Gerusalemme/San
Programma
Martedì 1 luglio
Mattino. Formazione iniziale. Incontro con il consiglio della Formazione
Iniziale (i membri presenti in Terra Santa). Il Segretario per la Formazione
Iniziale e gli studi ha presentato un rapporto riguardo al cammino fatto
durante l’anno in tutti gli ambiti della formazione iniziale, i problemi, gli
insuccessi, le difficoltà e le incomprensioni e naturalmente anche gli aspetti
positivi.
Valutazione, discussione e votazione della nuova Ratio Formationis, già
brevemente presentata nel Discretorio precedente.
Pomeriggio. Formazione permanente. Il Moderatore della Formazione
Permanente, alla presenza del consiglio della FP (i membri presenti in Terra
Santa), ha fatto un rapporto sul cammino fatto durante l’anno e presenterà un
programma il più possibile dettagliato per il prossimo anno.
Presentazione delle relazioni pervenute sulle singole fraternità e
valutazione.
Mercoledì 2 luglio
Mattino. Incontro con la Segreteria per l’Evangelizzazione. Ascolto del
cammino e delle iniziative svolte durante l’anno (parrocchie, scuole, Giustizia
e Pace, ecc.). Bilancio e abbozzo programma per il prossimo anno.
Pomeriggio. Incontro con la Segreteria per i Luoghi Santi. Ascolto,
valutazione, bilancio e abbozzo di programma per il prossimo anno.
Lettura e valutazione delle relazioni inviate dal Delegato dell’Italia.
Giovedì 3 luglio
Mattino. Prima parte: incontro con la Commissione Economica
Custodiale. Ascolto, valutazione, abbozzo di programma. Seconda parte
(solo il Discretorio): Valutazione del bilancio 2007.
Pomeriggio. Proseguimento della valutazione del bilancio 2007.
Venerdì 4 luglio
Mattino. Incontri (separati) con la Franciscan Foundation for the Holy
Land, i responsabili del Franciscan Multimedia Center (Cançao Nova),
i direttori delle riviste, del sito internet, CIC, ATS. Aggiornamenti sulla
situazione della FPP. Bilancio, valutazione e abbozzo di programma.
13
Pomeriggio. Sessione ordinaria.
Sabato 5 luglio
Mattino. Valutazione e discussione sul lavoro del Governo Custodiale,
del Discretorio, le dinamiche interne. Decisione sulla scaletta degli incontri
per il prossimo anno. Conclusione.
Estratto dal verbale delle riunioni del 1-6 luglio - Gerusalemme/San
Salvatore
Gran parte del contenuto delle discussioni è stato presentato nella relazione
finale, inviata a tutti i religiosi. Tra le altre cose, il Discretorio ha preso le seguenti
decisioni.
1. Movimento di personale
• fra Antoine Saliba: Nazareth, vicario parrocchiale
• fra Bejamin Owusu: Tabgha, Vicario locale, economo locale, addetto
al santuario
• fra Francisco Matilde: San Giovanni del Deserto, Vicario locale, addetto al santuario
• fra Gabriele Vormawah: Limasol, vicario parrocchiale, studente di
greco
• don Gabriele Bernardi: Santo Sepolcro, in servizio
• don Xavier Kanatt (nuovo sacerdote diocesano in servizio prolungato): Getsemani, confessore, addetto al santuario
2. Affari economici
Si autorizza l’istallazione a Betlemme di telecamere nel santuario e un nuovo
bruciatore, con il contributo parziale dell’economato; l’aumento del mensile della
comunità di San Salvatore; la ristrutturazione a certe condizioni del convento e dei
locali parrocchiali di Giaffa - Sant’Antonio; l’autorizzazione alla vendita dell’ex-sede
del Commissariato di Napoli; l’aumento del sussidio per le vacanze dei religiosi.
3. Convenzione
Si decide stabilire un contratto con le suore del Verbo Incarnato per la scuola
elementare e la parrocchia di Giaffa - Sant’Antonio.
4. Varia
Aggiornamento sul problema della Colletta del Venerdì Santo e sull’Opera Pia.
5. Incontri del Discretorio per l’anno prossimo
18 settembre:
San Salvatore
19 ottobre:
Emmaus
4 dicembre:
San Salvatore
15 gennaio:
Gerico
14
18-19 febbraio:
18 marzo:
23 aprile:
14 maggio:
1-5 luglio:
Nazareth
San Salvatore
Betlemme
San Salvatore
Valutazione di fine anno a San Salvatore
Lettera del Custode dopo il Discretorio di fine anno
Prot. B-0418/08
Gerusalemme, giovedì 10 luglio 2008
A tutti i religiosi
Loro Sedi
----------------------------Fratelli carissimi,
il Signore vi dia pace!
Da pochi giorni è terminato la riunione del Discretorio di luglio che, com’è ormai
consuetudine, è il momento in cui si verifica il lavoro svolto durante l’anno trascorso
e si puntualizzano gli aspetti da migliorare per l’anno futuro.
Dobbiamo prendere atto con soddisfazione che, nonostante tutto, si è lavorato
molto, in tutti i diversi settori della Custodia.
Desideriamo in particolare ringraziare tutti i membri delle varie Segreterie e
Commissioni che hanno preso parte a queste riunioni. Ci auguriamo che per il futuro
anche quanti non hanno potuto partecipare riescano a programmarsi meglio, così da
partecipare più attivamente.
Formazione
Come avete potuto leggere dal programma degli incontri, la prima parte delle
riunioni è stata dedicata alla formazione, sia iniziale che permanente.
Formazione Iniziale. Nell’ambito della formazione iniziale, ancora una volta, dopo
avere ascoltato i diversi responsabili presenti e letto le relazioni, abbiamo cercato di
studiare meglio i nodi che non siamo ancora riusciti a sciogliere chiaramente. In
particolare abbiamo preso atto che l’animazione vocazionale resta l’aspetto ancora
fragile di tutto l’ambito della formazione iniziale. I responsabili dell’animazione
nelle diverse regioni stanno poco alla volta preparandosi con corsi particolari, ma
il cammino da fare è ancora lungo. Bisogna comunque ringraziare tutti i diversi
animatori per l’impegno sincero e la positiva collaborazione che stanno dimostrando.
Tra le altre cose va segnalato che, dopo attenta lettura e in seconda discussione, è
stata approvata la nuova Ratio Formationis.
15
Abbiamo dibattuto anche degli studenti professi solenni con opzione clericale
destinati presso piccole comunità limitrofe allo Studio Teologico. Una lettera ad hoc
stabilirà le metodologie e i criteri con cui questa esperienza dovrà continuare.
Quest’anno il Signore ci ha benedetti con molte vocazioni che giungono al termine
del loro cammino formativo: 8 studenti della Custodia faranno la Professione Solenne;
4 sono stati ordinati diaconi e 4 sacerdoti. Bisogna veramente ringraziare il Signore
per tutto questo, ma anche i nostri formatori che li hanno accompagnati fino a questi
importanti traguardi. L’importanza del lavoro di promozione vocazionale diventa
ancor più evidente ora, giacché negli anni prossimi non avremo eguale numero di
vocazioni per la Custodia.
Montefalco. Accogliendo una proposta della Provincia di Assisi, con la quale da
qualche anno stiamo collaborando nell’ambito dell’animazione vocazionale, abbiamo
accettato ad experimentum di aprire una fraternità interprovinciale presso il convento
di San Fortunato, a Montefalco, non lontano da Assisi. La Provincia Serafica, con
apposita convenzione, per tre anni metterà il convento a disposizione della Custodia,
per le attività di animazione vocazionale e di preparazione al postulandato, di cui
abbiamo necessità. Un religioso della Provincia di Assisi resterà a disposizione
della casa, mentre la Custodia si impegna ad individuare almeno un superiore e a
sostenere le spese ordinarie. In questi ultimi anni per le iniziative di animazione, di
programmazione e di attività varie ci siamo appoggiati alla struttura della Provincia
Serafica, con risultati positivi. La proposta della Provincia, che consideriamo un segno
concreto di partecipazione, ci ha incoraggiati a stabilizzare di più tale collaborazione.
Il convento farà da riferimento e coordinamento per gli animatori vocazionali e sarà
la sede dell’animatore custodiale per le vocazioni. Nonostante i nostri problemi, non
si deve perdere la speranza che il Signore invii giovani nelle nostre comunità. Seppur
con la prudenza necessaria abbiamo perciò accettato serenamente di intraprendere
quest’avventura, nella convinzione che il Signore benedice coloro la cui fiducia è
il Signore (Ger 17,7). Perché questa esperienza sia veramente positiva, comunque,
chiediamo nuovamente la preghiera di tutti, perché senza di essa, non ci sono
vocazioni.
Formazione permanente. Nell’ambito della formazione permanente abbiamo preso
atto con piacere che le iniziative intraprese per l’anno trascorso sono state gradite.
Anche per l’anno prossimo continueremo con un programma simile, secondo il
progetto triennale presentato dopo il Capitolo dal Moderatore della Formazione
Permanente. Rimane aperta la necessità di avere iniziative simili anche fuori dal
territorio di Giudea e Galilea.
Le relazioni dalle fraternità. Menzione particolare va fatta per le relazioni che sono
pervenute dalle fraternità. Più della metà delle fraternità ha risposto al questionario
inviato a suo tempo, che ci invitava tutti a riflettere sui diversi aspetti della vita
16
fraterna. Abbiamo letto una per una tutte le relazioni pervenute. È stata un’esperienza
forte, che ci ha consentito di comprendere ancora meglio le fatiche e le gioie di tutti.
Ci auguriamo che per l’anno prossimo, anche le fraternità che non hanno partecipato,
siano più attive. Una lettera raccoglierà le diverse istanze emerse dalla lettura delle
relazioni e le comunicherà a tutti i religiosi. Tale lettera servirà anche per elaborare
nei diversi capitoli locali una riflessione sul programma per l’anno seguente.
Luoghi Santi ed Evangelizzazione
Fatta eccezione per le scuole, alle quali era già stato dedicata una riunione ad hoc,
abbiamo anche discusso sulle diverse attività di evangelizzazione, a cominciare dalla
nostra presenza nei Luoghi Santi. In questo settore fondamentale abbiamo visto che,
nonostante il numero ridotto del personale, le diverse fraternità stanno lavorando
moltissimo e con dedizione. Il numero dei pellegrini quest’anno è stato altissimo, e
per questo l’attività nei santuari è stata sottoposta spesso a pressioni prima mai viste.
Davvero sentiamo il bisogno di ringraziare tutti per la grande dedizione. Il Discretorio
ha fatto propria, inoltre, la proposta della Commissione per i Luoghi Santi, cioè che
ogni santuario presenti una relazione scritta con il numero delle celebrazioni svolte
nei rispettivi santuari, dei celebranti e dei pellegrini.
Sempre in quest’ambito si è discusso del ruolo dei volontari, senza arrivare
a soluzioni condivise, dei lavori di adeguamento da fare in alcuni santuari, del
coordinamento delle prenotazioni di messe, dei vari progetti in corso e delle necessità
per il futuro. Durante il servizio nei santuari alcuni hanno sottolineato la necessità
che tutti i religiosi indossino l’abito religioso francescano, che è segno della nostra
consacrazione e che per secoli ha reso visibile l’amore del Padre San Francesco e
dell’Ordine per i Luoghi Santi. Tale segno è ancora espressivo e deve essere visibile
ancora oggi.
Il responsabile di Giustizia, pace e salvaguardia del creato ci ha informato sulle
sue iniziative, sui convegni ai quali ha partecipato, sui problemi che stiamo vivendo
nel paese e sul ruolo possibile che possiamo avere in questo settore.
Avremmo voluto che le attività delle parrocchie fossero più evidenziate. Solo
una parrocchia ha presentato la relazione delle attività svolte. Ci auguriamo che per
l’anno prossimo si mostri maggiore sensibilità.
Non sono mancate le relazioni sui diversi settori di comunicazione e di fund
raising: Associazione di Terra Santa, Franciscan Foundation for the Holy Land,
Franciscan Multimedia Center, riviste, ecc. Abbiamo preso atto del cammino
fatto riguardo alla comunicazione della Custodia e abbiamo comunque deciso di
rafforzare maggiormente quest’aspetto importante, dandogli un’impostazione più
chiara, unitaria ed efficace.
17
Economia
Abbiamo analizzato i conti della Custodia e ascoltato con attenzione la relazione
dell’Economo Custodiale, che ci ha ragguagliato sul processo di riorganizzazione della
struttura dell’Economato. È un impegno molto rilevante che richiede tempo, energia
e coraggio. Abbiamo discusso a lungo sui vari progetti in corso, sull’organizzazione
dei conti, sulla complicazione della nostra struttura. Siamo tutti d’accordo sulla
necessità di essere sempre trasparenti e in ordine su uno degli aspetti più sensibili
della nostra attività.
Abbiamo preso atto che alcune amministrazioni, anche importanti, non hanno
inviato i conti. Ad esse verrà chiesta ragione di tale omissione. Le amministrazioni
non trasparenti non potranno essere sostenute dalla Custodia e, se necessario, si
dovrà intervenire con decisioni chiare. Insistiamo circa la necessità di comunicare al
Governo della Custodia i progetti presentati dalle diverse amministrazioni prima di
essere presentati a benefattori o a enti internazionali.
Altre considerazioni
In alcuni casi abbiamo costatato con rammarico che i progetti personali prevalgono
sulle necessità delle fraternità e che non sempre esiste spirito di sacrificio e di
responsabilità nel compito affidato.
Affinché questa verifica di fine anno sia più efficace e per evitare di ripeterci
continuamente, sarebbe necessario fissare meglio e con più chiarezza gli obiettivi
annuali nei diversi settori e attività della Custodia, con una chiara programmazione.
In questo modo diventerebbe più facile e meno onerosa non solo la verifica annuale
ma innanzitutto il cammino di tutta la fraternità nel corso dell’anno. Se nell’ambito
della Formazione Permanente questo è stato fatto, in altri settori si deve ancora
crescere.
Una menzione particolare va fatta per il problema di personale. Se n’è parlato
molto e forse ne siamo talmente abituati da non farci più caso. Tuttavia dobbiamo
segnalare con energia che sta diventando sempre più difficile riuscire a mantenere in
maniera qualificata tutte le nostre presenze. Spesso ci sentiamo impotenti di fronte ai
problemi anche gravi che emergono e all’impossibilità ad affrontarli adeguatamente.
Se vogliamo da un lato continuare sviluppare la nostra presenza come tutte le
realtà vive necessitano, e dall’altro rimanere una entità qualificata dal punto di vista
della vita fraterna, sarà inevitabilmente necessario fare scelte anche dolorose. Su
quest’argomento si dovrà ritornare in futuro con chiarezza, perché la verità della
nostra situazione ci costringerà a farlo.
La preghiera per le vocazioni e la collaborazione di tutti nella promozione
vocazionale, lo ribadiamo nuovamente, restano e devono essere veramente una
priorità che deve coinvolgere tutte le nostre fraternità.
18
Al termine delle riunioni, abbiamo poi rivisto le delibere e i voti del Capitolo
scorso, constatando con soddisfazione che molto è già stato fatto. Gli Atti del
Capitolo, i nuovi Statuti di Terra Santa e i vari vademecum richiesti saranno pronti
per il prossimo autunno.
Gran parte delle relazioni e del contenuto delle discussioni sarà comunicato
attraverso il prossimo numero de I frati della Corda.
Il clima tra noi è sempre stato sereno ed è stato davvero bello lavorare insieme. Ci
è mancata la preghiera comune. In futuro dovremo pregare di più, perché tutto quello
che facciamo sia ancor più sostenuto e letto nell’ottica di fede.
Ringraziamo infine tutti coloro che ci hanno aiutato e auguriamo a tutti ogni bene
nel Signore Gesù.
Fraternamente, a nome di tutto il Discretorio,
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Dal Discreorio
Salvatore
del
10
e
18
settembre
- Gerusalemme/San
1. Santuari
Aggiornamento sulle ultime corrispondenze con le autorità civili israeliane riguardanti alcune situazioni legate ai Luoghi Santi, in particolare il Cenacolo, il Santo
Sepolcro e Cafarnao.
2. Movimento di personale
Il Discretorio ha accettato le dimissioni di fra Carmelo Mancuso dall’ufficio di
Commissario di Terra Santa e Guardiano e di fra Vittorio Bosello dall’ufficio di Presidente del Santo Sepolcro. In seguito a tali dimissioni sono state decise le seguenti
assegnazioni:
• Fra Carlo Cecchitelli: Palermo; Guardiano, Commissario di Terra
Santa, economo locale
• Fra Najib Ibrahim: Flagellazione; Guardiano, economo locale, cronista, direttore della rivista As-Salam wal-Khair, addetto alla parrocchia, animatore della pastorale biblica, professore
• Fra Fergus Clarke: Santo Sepolcro; Presidente, economo locale, cronista, prefetto di sacrestia; membro della Commissione Statu Quo
• Fra Eduardo Sánchez: Ain Karem; Vicario locale, maestro dei postulanti, addetto al santuario; membro della Segreteria per la Formazione
e gli Studi
19
• Fra Teophilo Kim: Vicario al Santo Sepolcro
• Fra Witold Pelczar: Monte Tabor: Addetto al santuario
• Fra Vittorio Bosello: Giaffa, San Pietro; Assistente spirituale dei pellegrini, addetto al santuario
Si sono inoltre concluse le riflessioni per le seguenti assegnazioni:
• Fra Bruno Varriano: Montefalco; Guardiano, animatore vocazionale
custodiale, animatore vocazionale per l’Europa
• Fra José Catalán: Montefalco; Vicario locale, economo locale
• Fra Michel Shawki Fahim: San Giuseppe (Beirut); Addetto alla chiesa, a disposizione del superiore
• Fra Haitham Yalda: Betlemme; Addetto alla parrocchia
• Fra Jago Soce: Betlemme; Addetto al santuario, assistente organista
• Fra Daniel Andres: San Salvatore; Infermeria custodiale
• Fra Gabi Kalak: ottiene il permesso di vivere per un anno extra domum.
3. Affari economici
Approvazione del bilancio economico della Custodia per l’anno 2007-2008.
4. Convenzioni
Si prende atto che i frati cappuccini del Libano hanno deciso di restituire alla Custodia i due conventi di Deir Mimas e di Tiro.
Dal Discretorio del 23 ottobre - emmaus
1. Nuove assegnazioni
In seguito al rientro di fra Carlo Serri in provincia, sono state decise le seguenti
assegnazioni:
• fra Apolinary Szwed: Segretario per l’Evangelizzazione;
• fra Artemio Vítores: vice direttore di Casa Nova di Gerusalemme;
• fra Noel Musact: Moderatore per la Formazione Permanente;
È inoltre stata decisa la composizione della Commissione dell’Ufficio Centrale
delle scuole di Terra Santa, che sarà così composto: fra Abdel Masih F. Fahim
(presidente); fra Marwan Di'des; fra Amjad Sabbara.
2. Rientro in Provincia
È rientrato in Provincia:
• fra Carlo Serri della Provincia di San Bernardino (Italia) dopo 2 anni
di servizio.
20
• fra Hartwig Huckle della Provincia di Santa Elisabetta (Germania)
dopo 14 anni di servizio.
La Custodia ringrazia questi nostri confratelli e le loro province per la generosità
verso la Terra Santa.
3. Affari economici
È stata approvata la costruzione di una sala parrocchiale nel giardino del convento
di Nicosia.
Sono stati approvati alcuni lavori presso il commissariato di Terra Santa a Buenos
Aires.
4. Varia
Si è discusso sulla recente visita ufficiale del Visitatore per la Giordania, Libano e
Siria, fra Manuel Blanco ofm.
Discussione e prima elaborazione riguardo al futuro assetto dell’Ufficio
Pellegrinaggi in Roma.
Dal Discretorio del 4 dicembre - Nazareth
1. Movimento di personale
• Fra Rafael Sube: rappresentante legale della scuola di Buenos Aires.
• Fra Xavier Geiser: San Salvatore, infermeria custodiale.
2. Formazione
• Fra Alessandro Coniglio viene ammesso al diaconato;
• fra Petrus Schuler: membro del Cœtus formatorum di San Salvatore;
• fra Samir Narouz: membro del Cœtus formatorum di San Salvatore;
• fra DenysMaria di Monte Carmelo Gaston: Washington, in formazione.
3. Affari economici
Si permettono l’acquisto a proprie spese: di un automobile alla parrocchia di
Nazareth e al santuario di Tabgha, e l’acquisto di un pulmino al convento di San
Salvatore.
Viene concesso il budget annuale alla commissione Giustizia e Pace e Salvaguardia
del Creato.
Nuovo missionario
Fra Petrus (Andreas) Schüler, Frat. laico sol. - Tedesco - da Erfurt, diocesi: Fulda,
di Klaus Jürgen e Waltraud Löhning, nato il 23/11/1967; v.: 9/11/1987; pt: 8/11/1988;
ps: 8/3/1994; serv.: 3/11/2008 - S. Francesco: Germania.
21
Vestizioni
1. Il 17 settembre, ad Ain Karem presso il santuario di San Giovani, hanno ricevuto
l’abito francescano:
• fra Alberto Joan Pari ofm
Italia
• fra Luai Bsharat ofm
Giordania
• fra Radames dos Passos Vieira ofm Brasile
• fra Tomasz Dubiel ofm
Polonia.
2. Il 4 ottobre, a Damasco, presso il Memoriale San Paolo, ha ricevuto l’abito
francescano:
• fra Samhar Ishac ofm
Siria
Professione semplice
Il 31 agosto, presso il santuario di San Damiano ad Assisi, nelle mani del padre
Custode fra Pierbattista Pizzaballa ofm, ha emesso la prima professione religiosa il
novizio:
• fra Ulise Zarza (Ramón Ulise), Nov. - Argentino - da Corrientes, diocesi: Santo Tomé, di Ramón Ulise e Esther Cándida Barreiro, nato il
2/9/1986; v.: 3/9/2007 - Custodia di Terra Santa.
Professioni Solenni
1. Il 23 agosto, presso la chiesa di San Francesco di Assisi - New-York (USA),
nelle mani di fra John O’Connor ofm, Ministro Provinciale della Provincia del Santissimo Nome (USA), ha emesso la professione solenne:
• fra Fadi Salim Azar ofm, alunno della Custodia di Terra Santa.
2. L’11 ottobre, presso la chiesa di San Salvatore (Gerusalemme), nelle mani di
fra Pierbattista Pizzaballa ofm, Custode di Terra Santa, emetteranno la professione
solenne:
• fra Alessandro Coniglio ofm, alunno della Custodia di Terra Santa;
• fra Augustín G. Pelayo ofm, alunno della Custodia di Terra Santa;
• fra Badie Elias ofm, alunno della Custodia di Terra Santa;
• fra Carlos Molina ofm, alunno della Custodia di Terra Santa;
• fra Haroutiun Samouian ofm, alunno della Custodia di Terra Santa;
• fra John Savage ofm, alunno della Custodia di Terra Santa;
• fra Oscar M. Marzo ofm, alunno della Custodia di Terra Santa.
22
Ordinazioni diaconali
Il 27 dicembre, nella chiesa di San Salvatore,
• fra Alessandro Coniglio ofm, Custodia di Terra Santa - Italia
ha ricevuto l’ordinazione diaconale per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.B. Mons. Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme.
Ordinazioni sacerdotali
1. Il 24 luglio, nella chiesa del Terra Sancta College (Amman),
• fra Shadi Bader, Custodia di Terra Santa - Giordania,
ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale per l’imposizione delle mani e la preghiera
consacratoria di Sua Eccellenza Mons Ghaleb Bader, Vescovo di Algeri.
2. Il 16 agosto, nella chiesa parrocchiale di San Francesco - Azzizieh (Aleppo),
• fra Bahjat Karakach ofm, Custodia di Terra Santa - Siria,
ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale secondo il rito armeno per l’imposizione delle
mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Bedros Miriatian, Arcivescovo armeno di Aleppo.
3. Il 12 settembre, nella chiesa parrocchiale di Karakosh (Iraq),
• fra Haitham Francis Yalda ofm, Custodia di Terra Santa - Iraq,
ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale secondo il rito siriaco per l’imposizione delle
mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Basile Georges Casmoussa, Arcivescovo di Mossul dei Siriani.
Uscita dal Postulandato
Il 21 luglio 2008, il sig. Marcello Magoni ha lasciato la casa del postulandato di
Ain Karem.
Uscita dal noviziato
Il 23 ottobre 2008, fra Radames
Betlemme.
Uscita dall’Ordine
dos
Passos Vieira
ofm
esce dal noviziato di
1. A norma del CIC 701, padre Ariel Tenti ofm ha ricevuto la dispensa dai voti
religiosi; non è più quindi membro della Custodia di Terra Santa e dell’Ordine francescano.
2. Allo scadere dei voti temporanei,
• fra Abdo Ghraieb,
• fra Giovanni Battista Miller,
• fra Ariel Dubé,
hanno spontaneamente deciso di lasciare l’Ordine francescano.
23
Omelia del Custode per la professione solenne: 11 ottobre
(Gen 12,1-4; Sal 99; Fil 3,8-14; Mt 19,16-26)
1. Stasera abbiamo il cuore colmo di gratitudine per i doni di Dio, che accogliamo
nella professione solenne, nell’Ordine dei frati minori, di questi sette fratelli.
Sperimentiamo quella gioia vera e feconda, che il mondo non può dare.
Non si tratta dei piaceri del mondo, che rendono il cuore arrogante e meschino, ma
della gioia di Dio, che brucia ogni egoismo, e che può essere condivisa totalmente,
senza perdersi. Oggi sperimentiamo, in maniera quasi fisica, la presenza di Gesù,
che continua a ripetere quelle parole che hanno sconvolto e trasfigurato, attraverso i
secoli, la vita di tanti uomini: Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi,
dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi (Mt 19,21).
È il Signore che passa. È ancora il suo amore che chiama. La sua voce, che invita
alla sequela, ci rivela i desideri di Dio, e rende concrete le aspirazioni più profonde
del nostro cuore.
2. Nel rito della professione solenne possiamo sentire la presenza divina, che ci
interpella radicalmente, e che dona un senso nuovo alla nostra esistenza. Ci rendiamo
conto che la vocazione cristiana non è un monologo, e nemmeno un’impresa
compiuta in splendida solitudine. È un incontro con Qualcuno che ci ruba la vita, per
trasformarla in un cammino di comunione.
Cari fratelli, fra poco vi consacrerete a Dio per sempre, e vorrei che nel profondo
della vostra anima sentiste l’impulso imperioso e violento del passaggio di Dio, che
vi strappa a voi stessi per unirvi a Lui. Come il patriarca Abramo dovete essere rapiti
dalla voce di Dio che tuona: Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di
tuo padre, verso il paese che io ti indicherò (Gen 12,1).
Accogliere la vocazione di Dio vuol dire non appartenersi più. Vuol dire mandare
in frantumi il circolo soffocante di una vita bruciata nella ricerca miserabile di
piaceri effimeri. Ciascuno di voi, rispondendo alla vocazione, deve diventare in
verità e coerenza, un uomo di Dio, qualcuno che non solo sa parlare di religione,
ma, come i profeti, un uomo abitato dalla presenza santa ed esigente di Dio. Ormai
gli appartenete in maniera esclusiva e totale, di modo che Egli possa vivere ed agire
in voi liberamente, continuando nel mondo la sua opera di salvezza.
3. Sento in coscienza il dovere di dirvi, per il ministero che sono chiamato a svolgere
nella nostra fraternità, che la nostra vocazione, così affascinante e avvincente, è
tuttavia inesorabile nelle sue esigenze evangeliche. Il Signore non vi chiede solo di
eseguire delle opere per Lui o di compiere onestamente i vostri doveri religiosi. Gesù
vi chiede di donargli la vostra vita, orientando a Lui tutto quello che siete, che avete e
che amate. L’apostolo Paolo esprime bene il senso profondo di una vita interamente
centrata su Cristo e sulla sublimità della sua conoscenza:
24
…quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a
motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della
conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste
cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo […]E questo
perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione
alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere
alla risurrezione dai morti (Fil 3, 7-11).
La sublime conoscenza di Cristo non è un puro atteggiamento spirituale, ma una
conformità esistenziale, è la nostra partecipazione al mistero della sua persona.
L’esortazione Apostolica Vita consecrata descrive efficacemente come il fine
della consacrazione sia quello di plasmare un’esistenza cristiforme, quale frutto di
un’intimità di vita con il Signore:
Il fondamento evangelico della vita consacrata va cercato nel rapporto speciale
che Gesù, nella sua esistenza terrena, stabilì con alcuni dei suoi discepoli, invitandoli
non solo ad accogliere il Regno di Dio nella propria vita, ma a porre la propria
esistenza a servizio di questa causa, lasciando tutto e imitando da vicino la sua
forma di vita. Una tale esistenza cristiforme, proposta a tanti battezzati lungo la
storia, è possibile solo sulla base di una speciale vocazione e in forza di un peculiare
dono dello Spirito (Vita Consecrata 14).
4. Non abbiate paura dunque di consegnare la vostra vita nelle mani di Dio. Lo
Spirito Santo è l’autore della vostra vocazione. Nella forza dello Spirito avrete il
coraggio di lasciare tutto per seguire il Signore (Mt 19,27). Ed è solo nella gratuità
dell’amore che, avendo lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli,
o campi per il nome di Gesù, riceverete cento volte tanto e avrete in eredità la vita
eterna (Cf Mt 19, 29).
5. La vocazione evangelica di Francesco d’Assisi, di cui siamo figli, e da cui
deriviamo la nostra fisionomia spirituale, è interamente radicata in questa sequela
di Cristo povero e crocifisso. In maniera limpida e immediata Francesco lo dice nel
prologo della sua Regola non Bollata:
Questa è la vita del Vangelo di Gesù Cristo, che frate Francesco chiese che dal
signor papa Innocenzo gli fosse concessa e confermata. Ed egli la concesse e la
confermò per lui e per i suoi frati presenti e futuri.
Questa è la vita del vangelo di Gesù Cristo, che noi, come san Francesco, siamo
chiamati a professare e vivere nel nostro tempo! Certamente il mondo contemporaneo,
con i suoi ideali mediocri e il suo relativismo morale, non ci aiuta ad abbracciare
il radicalismo evangelico. Ma anche noi, come Francesco, dobbiamo scegliere
con decisione la lettera e lo spirito della parola evangelica, facendone non solo un
riferimento culturale, ma la sostanza della nostra vita. Dobbiamo ridare spessore e
sapore agli ideali evangelici, al vangelo vissuto come regola di vita, come il codice
di un’alleanza d’amore, che ci fa vivere pienamente la libertà dei figli di Dio.
25
Non ci sia spazio nella nostra vita per la mediocrità, per i patteggiamenti meschini,
per la ricerca furbesca di accomodamenti modani. Come voleva san Francesco,
dobbiamo avere il coraggio di quell’offerta incondizionata, che è il frutto di un dono,
più grande, già ricevuto:
Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, ed aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi
anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi,
affinché totalmente vi accolga colui che totalmente a voi si offre (Lettera a tutto
l’Ordine, 28-29).
6. Nella vocazione francescana questo guardare l’umiltà di Dio è un atteggiamento
basilare ed ineliminabile. Dalla contemplazione di questa povertà divina scaturisce
tutta la dinamica dell’imitazione dei sentimenti che furono in Cristo Gesù (Fil 2,5),
e che ci rendono capaci di partecipare al suo sacrificio e alla sua gloria. Un frate
minore che guarda, come Francesco, l’umiltà di Dio, sarà libero, povero, obbediente
e gioioso. Per lui la rinuncia generosa e sollecita alla propria volontà non sarà un
onere gravoso, ma una povertà liberante. Per lui l’accoglienza della fraternità, con le
sue inevitabili limitazioni, sarà una scuola continua di misericordia e di umiltà.
Questo vero frate minore avrà sviluppato, nella preghiera perseverante, uno sguardo
contemplativo, capace di cogliere la presenza avvolgente e amorosa di Dio in tutte
le cose e in tutti gli eventi. Egli sarà un povero non perché non ha nulla, ma perché
riconosce che tutto è dono. Come dice san Francesco:
E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti
i beni sono suoi e di tutti rendiamogli grazie, perché procedono tutti da Lui (Regola
non bollata, XVII,17).
Un frate così formato, esperto nel rendimento di grazie, e reso trasparente dalla
restituzione, diventerà un annuncio vivente del vangelo, un uomo capace di riflettere
nel mondo la seducente bellezza del Dio che egli ama.
7. Siete arrivati finalmente, cari fratelli, davanti all’altare di Dio, per consacrargli
la vostra vita. Voglio ringraziare, in nome della Fraternità custodiale, i frati incaricati
della vostra formazione, che vi hanno preparato a questo giorno. Voglio soprattutto
ringraziare i vostri genitori e le vostre famiglie, che oggi vi offrono al Signore.
Preghiamo per tutti i vostri cari, sia per quelli che sono sulla terra, sia per quelli
che stanno partecipando a questa liturgia dal cielo. Possano ricevere ogni grazia e
benedizione da Dio, che non si lascia vincere in generosità.
8. Voglio infine ricordarvi che fra poco assumerete delle responsabilità personali,
ma che non siete soli. Una fraternità vi ha accolti, come dono di Dio, e in una fraternità
concreta vivrete la vostra vocazione. Sarete al servizio di questa Terra Santa, benedetta
in modo unico da Gesù, che qui si è incarnato, qui e morto e risuscitato, e che in
questa Terra ha piantato le radici della sua Chiesa. Adempirete questa missione solo
se sarete veri adoratori del Padre, in Spirito e Verità (Gv 4,23):
26
…nella santa carità, che è Dio, prego tutti i frati, sia i ministri che gli altri, che,
allontanato ogni impedimento e messa da parte ogni preoccupazione e ogni affanno,
in qualunque modo meglio possono, si im­pegnino a servire, amare, adorare e onorare
il Signore Iddio, con cuore puro e con mente pura, ciò che egli stesso domanda sopra
tutte le cose (Regola non bollata, XXII, 26).
Nella nostra preghiera per voi imploriamo il dono della purezza di cuore, perché
possiate sempre vedere Dio, e perché, attraverso l’esempio di una vita trasfigurata in
Cristo, possiate indirizzare i fratelli sulla via della pace (Lc 1,79).
Esercizi spirituali annuali
Prot. B-0421/08
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Gerusalemme, mercoledì 16 luglio 2008
A tutti i Frati della
Custodia di Terra Santa
Loro sedi
---------------------------CORSI DI ESERCIZI SPIRITUALI 2008-2009
19-26 settembre: primo corso per gli Studenti al Monte Tabor; Predicatore: fra
Francesco Piloni ofm - Coordinatore fra Raffaello Tonello ofm (italiano);
28 settembre-4 ottobre: secondo corso per tutti i frati al Monte Tabor; Predicatore:
fra Dismas Bonner ofm - Coordinatore fra Athanasius Macora ofm (inglese);
5-11 ottobre: terzo corso per tutti i frati al Monte Tabor; Predicatore: fra Alojzy
Warot ofm, Vice segretario OFM Formazione e Studi - Coordinatore fra Carlo Serri
ofm (italiano);
12-18 ottobre: quarto corso per tutti i frati al Monte Tabor; Predicatore: fra Alojzy
Warot ofm, Vice segretario OFM Formazione e Studi - Coordinatore fra Carlo Serri
ofm (italiano);
NOTA BENE
I. I Confratelli che intendono partecipare ai corsi di esercizi sono pregati di
comunicare la propria adesione ai rispettivi Superiori, non alla Segreteria della Custodia. I Superiori facciano pervenire non oltre il 18 settembre in Segreteria via fax
(02-6274717) o via posta elettronica ([email protected]) l’elenco dei partecipanti ai singoli corsi.
27
II. A motivo dell’elevato numero di chierici che partecipano agli esercizi del
19‑26 settembre al Monte Tabor, non ci sono posti disponibili per altri religiosi. Per
ulteriori informazioni rivolgersi al Maestro del Seminario di San Salvatore.
III. È previsto che ci si trovi sul posto la sera precedente l’inizio degli Esercizi.
Depliants della Custodia nei santuari
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Gerusalemme, venerdì 13 settembre 2008
Prot. B-0510/08
A tutti i Guardiani e Superiori dei Santuari
di Terra Santa
----------------------------Carissimi confratelli,
Pace e Bene!
Come certamente sapete (Lettera del Padre Custode e resoconto su Frati della
Corda di luglio/agosto) il Discretorio tenutosi dall’1 al 5 luglio c.a., ha esaminato
nel corso della verifica annuale i resoconti delle varie Segreterie, ivi compresa quella
dei Luoghi Santi.
Preso atto del documento che potete rileggere su Frati della Corda (pagg. 27-36)
resta il problema riguardante l’adeguata distribuzione dei dépliants nei Santuari della
Custodia. La necessità di questo servizio è tanto più urgente a causa della forte ripresa dei pellegrinaggi: carenza di tempo durante le visite, e di guide che sanno fornire
spiegazioni complete, senza trascurare il lato spirituale e il messaggio che ogni Santuario racchiude, impedisce ai pellegrini di far tesoro del loro stesso pellegrinare. Se
i dépliants vengono messi a disposizione, i pellegrini li prendono: li leggeranno con
calma, una volta tornati a casa… Il nostro essere in Terra Santa è anche un servizio a
loro, e servire loro è incrementare l’amore alla Parola di Dio, è svolgere il ministero
della Parola aiutati dal Quinto Vangelo che abbiamo la grazia di custodire.
Purtroppo abbiamo constatato che tanti Superiori di Santuari non si servono in
modo adeguato dei dépliants che sono stati preparati con cura su richiesta esplicita
dell’ultimo Capitolo Custodiale. Sono stati elaborati con la dovuta competenza, e
sono aggiornati costantemente. Questi dépliants hanno una linea editoriale e rispon28
dono a un livello di informazioni omogeneo: il pellegrino vi trova una continuità che
gli rende familiare l’impegno della Custodia, dei frati che servono i vari santuari.
Si rende quindi necessario e urgente che ogni Guardiano/Superiore:
• si rivolga in Segreteria per procurarsi il materiale informatico necessario per la stampa dei depliants;
• la Segreteria è a disposizione per ogni aggiornamento che si renda
necessario inserire e/o sostituire nel testo (variazione degli orari di
apertura, di n. telefonici/e-mail, …);
• l’Economato avrà cura di studiare e preparare i porta depliant da proporre ai Santuari;
• l’Economato custodiale può agire da intermediario con la nostra Tipografia, per quanto riguarda prezzi da stabilire in relazione alla fornitura.
• Ogni vostro suggerimento sarà gradito sia alla Segreteria che all’Economato per aiutarVi in questo impegno di diffusione dei dépliants.
Avrete certamente capito che il problema di una più ampia ed incisiva informazione mi sta molto a cuore. I dépliants fanno parte di questa premura: per questo chiedo
il vostro aiuto che considero necessario ed urgente.
Fraternamente.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Copia: fra Dobromir Jasztal ofm, economo custodiale.
Pellegrinaggio al Giordano
Prot. B-0549/08
Gerusalemme, venerdì 26 settembre 2008
RR.PP. Guardiani
RR.PP. Superiori Locali
RR.PP. Parroci
Loro sedi
---------------------------Reverendo Padre,
il 30 Ottobre prossimo avrà luogo il tradizionale pellegrinaggio al fiume Giordano. Tutti siamo invitati a partecipare.
29
Se Lei è nel servizio di Parroco, la invito a promuovere quest’iniziativa anche presso i suoi fedeli, così da poter organizzare almeno un pullman di partecipanti: questa
infatti è l'unica occasione che abbiamo per poter pregare sul luogo del Battesimo del
Signore.
I Confratelli che intendono partecipare alla Pellegrinazione, se non si uniscono ai
gruppi parrocchiali, comunichino il proprio nome al Guardiano di San Salvatore
entro e non oltre il giorno 20 ottobre.
Programma del Pellegrinaggio
Ore 07.45:
partenza da Porta Nuova a Gerusalemme per Gerico. Tutti
i mezzi di trasporto - sia quelli provenienti dalla Giudea che
quelli provenienti dalla Galilea - raggiungano direttamente
l'entrata della zona militare vicina al fiume e parcheggino nel
piazzale da dove avrà inizio la processione.
Ore: 08.45:
inizio della processione diretta al fiume.
Ore: 09.00:
Solenne Concelebrazione presieduta dal S.Em.za Rev.ma Joseph Cardinal Zen Ze-kiun, S.D.B., Cardinale e Vescovo di Hong
Kong.
Ore 10.30 c.a:
Dopo la Messa, visita al Monte della Quarantena e del Monastero greco-ortodosso. Al termine della visita, una breve sosta
di raccoglimento e poi rientro a Gerusalemme con arrivo previsto per le ore 13.00.
Mi permetto inoltre di ricordare che:
1. Le autorità civili e militari del luogo non gradiscono la presenza di auto
private. Dovete quindi avvertire i vostri invitati che devono prenotare un
posto sull’autobus della parrocchia (Abou Salim: telefono 6282994).
Per i frati francescani, un autobus partirà dalla Porta Nuova alle ore 7.40.
2. I sacerdoti che desiderano concelebrare dovranno portare con sé il proprio
amitto, camice, cingolo e stola bianca e indossarli: il caldo della zona non
giustifica la concelebrazione con la sola stola sull’abito.
3. I confratelli che desiderano pranzare a San Salvatore sono pregati di comunicarlo prima del giorno della festa a fra Antoni Szlachta ofm, guardiano ([email protected]).
4. È obbligatorio avere con sé il documento di identità, e gli autobus dovranno
portare il cartello con la scritta Custodia di Terra Santa che potrà essere ritirato
presso la Segreteria di Terra Santa.
30
Per la migliore riuscita della Pellegrinazione si chiede a tutti precisione e puntualità, e di cercare di mantenere anzitutto il clima di pellegrinaggio e di preghiera che
la ricorrenza richiede.
Ringrazio per la Vostra collaborazione, a tutti rivolgo un fraterno saluto.
Nomina per il Sinodo dei Vescovi
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
A norma di quanto previsto dall’Ordo Synodi Espiscoporum, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, con l’approvazione del Sommo Pontefice, ha nominato Auditor Secretarii specialis (o Esperto) fra Frédéric Manns ofm, Professore di
Esegesi del Nuovo Testamento e di Letteratura Antica Ebraica presso lo Studium
Biblicum Franciscanum.
Visitatore per la Giordania, Libano e Siria
Prot. B-0558/08
Gerusalemme, giovedì 2 ottobre 2008
A tutti i frati di Giudea e Galilea
Loro sedi
----------------------------Carissimi confratelli,
Pace e Bene!
La presente per comunicare a voi tutti che dal 6 al 17 ottobre sarà con noi il Visitatore per la Giordania, Libano e Siria, fra Manuel Blanco ofm.
Vi invito quindi a prendere nota che:
1. Ad iniziare dal mattino al 7 e fino alla sera del 16 ottobre, egli sarà a disposizione tutti i religiosi che vorranno esprimersi riguardo alla proposta di ristrutturazione interna alla Custodia. I religiosi di effettiva nazionalità libanese,
siriana, giordana ed irachena sono tenuti ad incontrare il Visitatore, mentre
per tutti gli altri è lasciata libera facoltà.
2. Per una migliore organizzazione e per aver un’idea quanto più precisa possibile di quante persone desiderano incontrare il Visitatore, gli interessati sono
pregati di comunicare in Segreteria Custodiale (02-6266.595) il proprio nominativo. Al suo arrivo il Visitatore stabilirà una tabella di marcia, che sarà
comunicata tempestivamente.
31
3. Il programma sarà elastico e modificabile. Non si tratta, infatti, di una visita
canonica formale, ma di una visita fraterna, il cui scopo è di ascoltare le diverse opinioni dei religiosi.
4. I primi giorni saranno trascorsi a San Salvatore, ma non sono esclusi spostamenti o visite nei diversi luoghi. Anche in quelle circostanze vi sarà possibilità di incontro.
Padre Blanco si è raccomandato di far conoscere la sua totale disponibilità per i
tempi e i modi di tale visita che, ripeto, sarà condotta con molta semplicità e fraternità.
Certo della vostra collaborazione, e augurando a tutti una gioiosa festa di san Francesco, vi saluto fraternamente
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Lettera ai professi solenni che si preparano agli ordini
sacri
Prot. B-0561/08
Gerusalemme, giovedì 2 ottobre 2008
A tutti i frati Professi Solenni
in preparazione all’ordinazione presbiterale
residenti fuori del seminario
-----------------------------------------Carissimi fratelli,
il Signore vi doni la Sua pace!
Sono passati tre anni da quando abbiamo deciso di implementare la prassi ormai
in vigore in tutto l’Ordine riguardo alla destinazione dei frati professi solenni che
si preparano agli ordini sacri nelle case fuori degli ambienti di formazione iniziale.
Siamo consapevoli che questa prassi ha incontrato qualche difficoltà e che non sempre abbiamo avuto dei criteri sufficientemente chiari. Tuttavia, sentiamo che questa
prassi si deve continuare e migliorare, con qualche adattamento per la situazione
particolare in cui viviamo nella Custodia. Con la presente, in ottemperanza alle decisioni prese dal Discretorio del luglio 2008, desidero chiarire quanto meglio possibile, le modalità in cui quest’esperienza continuerà. Certamente, in futuro, alla luce
dell’esperienza di quest’anno, si potrà precisare ancora meglio il contenuto di tale
esperienza.
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(1) Il criterio fondamentale che regge l’esperienza di vita dei neo-professi nelle
case fuori del seminario teologico, è quello di aiutarli ad inserirsi gradualmente nella
vita della Custodia, assumendo le proprie responsabilità in un ambiente in cui danno
prova di aver integrato i valori acquisiti negli anni di formazione iniziale.
(2) Eccetto casi particolari, i neo-professi solenni non devono rimanere in situazioni di isolamento dopo la loro uscita dal seminario teologico. È bene invece che si
trovino in piccoli numeri nelle fraternità di Gerusalemme e dintorni così da garantire
un minimo di vita fraterna, con un numero sufficiente di frati e un programma giornaliero di preghiera e altri atti comuni.
(3) Tutti i frati neo-professi solenni nelle case in cui vivono abbiano un accompagnatore agli ordini sacri come punto di riferimento. L’accompagnatore sia un frate
che possibilmente vive con gli stessi professi nella stessa casa, e che è il riferimento
abituale per la loro formazione. Dovrà cioè tenere colloqui mensili nei quali verificare che si tenga un incontro abituale con il direttore spirituale, la partecipazione
alla vita di preghiera e alle attività liturgiche di Gerusalemme, la partecipazione alle
lezioni e il ritmo degli studi, lo svolgimento delle eventuali attività pastorali e così
via.
Nello stesso tempo, gli stessi professi hanno il guardiano della casa come punto di
riferimento per tutto ciò che riguarda la vita comunitaria. Va da sé che la collaborazione tra l’accompagnatore agli ordini, il guardiano, e gli stessi professi nell’organizzazione della vita fraterna è fondamentale per la buona riuscita del programma
formativo.
(4) A questo proposito, all’inizio dell’anno, ogni Guardiano e accompagnatore si
incontrino appositamente per definire insieme attività, ritmi, modalità e specifiche
competenze per ogni singolo candidato agli ordini Sacri residente nella casa. Un
secondo incontro tutti insieme (Guardiano, Accompagnatore e candidati) servirà per
chiarire a tutti i presenti le decisioni prese.
(5) Il fatto che un professo solenne risieda fuori del seminario teologico, non lo
esonera dall’obbligo (che d’altronde pesa su tutti gli altri frati) di prestare il servizio
liturgico nei santuari, specialmente (ma non unicamente) durante le feste principali
e le pellegrinazioni. La partecipazione a queste liturgie - parte insostituibile della
nostra tradizione - fa parte della formazione specifica della Custodia agli Ordini Sacri. Il coordinamento del servizio liturgico cade sotto la competenza del maestro del
seminario teologico, sempre con la collaborazione degli interessati e la consultazione dei guardiani delle rispettive case dove risiedono i professi. È saggio incontrarsi
all’inizio dell’anno o dei periodi forti, tutti insieme con il maestro, per coordinare
più facilmente i diversi turni. In caso di possibili divergenze, su tale argomento, il
maestro ha l’ultima parola. Gli stessi professi parteciperanno agli esercizi spirituali
annuali del seminario teologico.
33
(6) Per meglio integrare gli sforzi a favore dei neo-professi e coordinarli in modo
più organizzato, tre volte durante l’anno il Segretario per la formazione e gli studi convochi il maestro del seminario teologico, gli accompagnatori agli ordini, i
guardiani delle case rispettive dove risiedono i professi, il moderatore del STJ ed
eventualmente i responsabili delle attività pastorali nelle quali i candidati sono inseriti per programmare e verificare l’andamento dell’iter di formazione permanente e
discutere come migliorarlo.
(7) Dato che, durante questa tappa, i professi sono inseriti con più impegno nel
lavoro pastorale, si deve dare attenzione da parte degli interessati a verificare le
proprie attività e scelte con l’accompagnatore agli ordini, affinché questi siano compatibili con gli impegni di studio e di servizio liturgico richiesti dai professi.
(8) La votazione per l’ammissione agli ordini del diaconato e del presbiterato è di
competenza della fraternità in cui risiedono i professi. L’accompagnatore agli ordini,
dopo avere ascoltato tutte le parti coinvolte, presenta la relazione su ciascun candidato agli ordini.
Questi punti dovrebbero essere un aiuto guida per migliorare tale esperienza che
intendiamo sostenere con tutti i mezzi di cui ci disponiamo, sempre nei limiti della
nostra situazione particolare nella Custodia. Chiedo a tutti gli interessati di riflettere su come possiamo camminare insieme, tenendo in mente che la collaborazione
fraterna, che non esclude qualche sacrificio da parte di tutti, è il segreto per riuscire
a creare il nuovo, senza dimenticare le sane tradizioni che siamo chiamati a salvaguardare.
Fraternamente,
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Cc: Fra Noel Muscat, Segretario Formazione e Studi; fra Raffaello Tonello, maestro dei professi temporanei; fra Daniel Chrupcala, moderatore dello STJ; fra Claudio Bottini, decano dello SBF.
Programma di Formazione Permanente in Custodia di Terra
Santa per l’anno 2008-2009
Il programma di Formazione permanente per l’anno 2008-9, si svolgerà secondo
le indicazioni offerte nel testo Dal Capitolo custodiale al cammino delle Fraternità.
Programma di Formazione Permanente per gli anni 2007-10, presentato l’anno
scorso dal Consiglio per la Formazione permanente e approvato dal Padre Custode.
Le fonti principali del programma sono ancora il documento della Curia Generale
OFM, La grazia delle origini, progetto per la celebrazione dell’8° centenario
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dell’Ordine e i documenti conclusivi del nostro Capitolo Custodiale 2007, dedicato
al tema Signore, cosa vuoi che io faccia in Terra Santa?
1. Obiettivo Particolare della Formazione Permanente nella Custodia di
Terra Santa per gli anni 2008-2010
a. Il progetto La grazia delle origini indica così l’obiettivo particolare della FoPe
nell’Ordine per gli anni 2008-2009:
“Restituiamo tutto al Signore con le parole e la vita!
Lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo.
Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il Signor Papa me la
confermò (Test 14-15)
Con stupore e gratitudine celebriamo il dono della nostra vocazione”.
L’obiettivo generale della Formazione Permanente, che ci viene suggerito per
quest’anno 2008 sarà dunque di celebrare il grande dono della nostra vocazione,
perché lo restituiamo attraverso le parole e la vita.
b. Secondo le indicazioni dell’ultimo Capitolo custodiale di Betlemme,
concretizzeremo la celebrazione della vocazione riflettendo su La vita di fraternità e
l’ impegno missionario, in riferimento alla nostra vita di frati minori in Terra Santa.
La riflessione sarà illuminata dalle tematiche dell’anno paolino.
L’anno successivo saremo impegnati nella celebrazione del Capitolo Custodiale
elettivo.
2. Mezzi e iniziative della Formazione Permanente in Custodia per l’anno
2008-9.
2.1. All’inizio dell’anno, accogliendo il suggerimento del progetto La grazia delle
origini, celebreremo l’eucaristia con il rinnovo comunitario della professione
religiosa, davanti al Popolo di Dio, nelle mani del Padre Custode. I frati di Giudea
si ritroveranno al Getsemani il 26 novembre, e quelli di Galilea a Nazareth il 27
novembre. In queste celebrazioni esprimeremo la nostra pubblica azione di grazie al
Padre delle misericordie, per il dono della vocazione.
2.2. Incontri per i guardiani.
Per i guardiani si è pensato a due incontri, di due giorni ciascuno, per riflettere
insieme sul ruolo di animazione spirituale e di servizio autorevole. Questi incontri
prevedono momenti di ascolto formativo e momenti di dialogo e condivisione
fraterna.
Tematiche: La vocazione missionaria in Francesco di Assisi.
La fraternità al servizio della missione.
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3. Incontri di Formazione permanente locali o zonali.
Scopo di questi incontri fraterni sarà quello di sostenere il cammino di fede di ogni
frate, nel suo rapporto vivo con Cristo e con la vocazione alla santità. Nello stesso
tempo si cercherà di animare il cammino delle comunità, favorendo il dialogo e la
cooperazione, in vista di una più efficace progettazione della vita fraterna.
Gli incontri previsti dal calendario avranno luogo in Galilea e in Giudea, dove
risiedono la maggior parte dei frati. Per altre regioni si potranno prendere ulteriori
iniziative, al di fuori del calendario generale.
Tematiche: Guai a me se non annuncio il vangelo. La vocazione apostolica di
san Paolo.
Diventare Vangelo. Fratelli nell’annuncio della salvezza.
4. Incontro per i Parroci e i Direttori di Scuola
Si prevede un incontro formativo e di condivisione per questi frati, che svolgono
servizi di notevole rilevanza per la vita di fede dei nostri cristiani e per il futuro della
Terra Santa.
5. Incontro per sacristi e animatori di santuari
Verrà organizzato un incontro per i santuaristi della Galilea e uno per quelli della
Giudea, per favorire un miglior servizio nei santuari, rispondendo al desiderio del
Capitolo, che La Custodia di Terra Santa abbia sempre a cuore l’accoglienza dei
pellegrini... (La missione, voto 1b).
6. Animazione dei capitoli locali nelle comunità più piccole. Il moderatore
della Formazione permanente sarà sempre disponibile per un eventuale servizio di
animazione.
7. Conferenze culturali: verranno annunciate tempestivamente.
8. Cinque corsi di Esercizi Spirituali, come da programma.
9. Corso annuale di Aggiornamento Biblico-Teologico organizzato dalla
Flagellazione ed eventuali iniziative legate alla celebrazione dell’Anno Paolino.
10. L’ultima tappa annuale prevede la celebrazione di un Capitolo Regionale in
Giudea e uno in Galilea. Questi due incontri saranno momenti forti di fraternità,
offrendoci la possibilità di una revisione critica del cammino percorso e di una
progettazione consapevole del nostro futuro. Tutti i frati interverranno, per offrire il
loro contributo personale alla vita della Custodia.
Calendario degli incontri di formazione permanente 2008-2009
1. Rinnovazione della professione religiosa
Date: mercoledì 26 novembre, Basilica di Nazareth; giovedì 27 novembre, Basilica
del Getsemani. Orario: 18.00.
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2. Incontri per i guardiani
Date: 15-16 dicembre 2008 (Monte Tabor) e 28-29 gennaio 2009 (Ain Karem).
3. Incontri di Formazione permanente locali o zonali
4 novembre, a Nazaret: incontro di fra Massimo Fusarelli, Segretario Gen.
Formazione e Studi OFM con tutte le comunità della Galilea.
5 novembre a San Salvatore: Conferenza di fra Massimo Fusarelli, Segretario
Gen. Formazione e Studi OFM per le comunità di Gerusalemme e tutte le comunità
limitrofe.
6 novembre: a Betlemme: incontro di fra Massimo Fusarelli, Segretario Generale
Formazione e Studi OFM per Betlemme e comunità limitrofe.
10 dicembre: Incontro FoPe Getsemani (fra Nicolás Márquez)
11 dicembre: Incontro FoPe San Salvatore (fra Noel Muscat)
12 dicembre: Incontro FoPe Betlemme e Ain Karem (fra Nicolas Márquez, fra M.
Badalamenti)
17 dicembre: Incontro FoPe Nazareth (fra Noel Muscat)
18 dicembre: Incontro FoPe Cafarnao (fra Noel Muscat)
8 gennaio: Incontro FoPe Nazareth (fra Noel Muscat)
9 gennaio: Incontro FoPe Cafarnao (fra Noel Muscat)
14 gennaio: Incontro FoPe Getsemani (Nicolas)
15 gennaio: Incontro FoPe San Salvatore (fra Noel Muscat)
16 gennaio: Incontro FoPe Betelemme e Ain Karem (fra Nicolás Márquez e fra
M. Badalamenti)
11 marzo: Incontro FoPe Nazareth (fra Noel Muscat)
11 marzo: Incontro FoPe Getsemani (fra Nicolás Márquez)
12 marzo: Incontro FoPe Cafarnao (fra Noel Muscat)
13 marzo: Inctontro FoPe Betlemme ed Ain Karem (fra Nicolás Márquez e fra M.
Badalamenti)
19 marzo: Incontro FoPe San Salvatore (fra Noel Muscat)
Sarà dovere dei guardiani preoccuparsi perché tutti i frati partecipino agli incontri,
in un luogo o nell’altro. Per la comunità del Santo Sepolcro le date degli incontri
verranno stabilite volta per volta.
37
4. Incontri per i parroci e i direttori di scuola. Data: 10 Febbraio. Luogo: Ain
Karem.
5. Incontro per sacristi e animatori di santuari. Data: 17 febbraio. Luogo: Ain
Karem.
6. Animazione dei capitoli locali nelle comunità più piccole, su richiesta.
7. Conferenze culturali: in date che saranno annunciate volta per volta.
8. Esercizi spirituali: saranno offerti cinque corsi, come previsto dal
programma:
settembre 2008: per i frati professi temporanei.
settembre 2008: in lingua inglese.
5-10 ottobre 2008 : per tutti i frati al Monte Tabor.
12-17 ottobre 2008: per tutti i frati al Monte Tabor.
2-7 febbraio 2009: per tutti i frati ad Ain Karim.
9. Corso di Aggiornamento Biblico-Teologico organizzato dalla Flagellazione
dopo Pasqua
10. Celebrazione di due Capitoli Regionali, uno in Giudea e uno in Galilea.
Date: 21 aprile al Monte Tabor e 23 aprile ad Emmaus.
Questo documento è stato elaborato dal Consiglio per la Formazione Permanente,
d’intesa con il Consiglio per la Formazione e gli Studi, ed è stato approvato dal
Padre Custode. Eventuali correzioni, modifiche o arricchimenti di questo programma
saranno comunicate tempestivamente. Grazie a tutti della collaborazione!
Pace e bene!
Formazione in Custodia
Cognome
fra Carlo Serri ofm
Moderatore per la Formazione Permanente
Nome
Comunità
Choucry
sig. Tony
Montefalco
Libano
CTS
Grenier
sig. David
Ain Karem
Canada
CTS
Moubarak sig. Albert
Ain Karem
Israele
CTS
Postulanti
Felim
Jadloz
sig. Fabrice
Ain Karem
don Miroslaw Nazareth
Orozco H. sig. Ricardo
38
Attività
Montefalco
Paese
Francia Polonia Messicano
Provincia
CTS
CTS
CTS
Novizi
Bsharat sig. Luai
Betlemme
Giordania CTS
Ishac
sig. Samhar
La Verna
Siria CTS
Dubiel
Pari
sig. Tomasz sig. Alberto Religiosi in formazione
Betlemme
Betlemme Polonia
Italia
CTS
CTS
Zarza
fra Ulise
San Salvatore1º filosofia - STJArgentina CTS
Galdi
fra Sergio
San Salvatore2º filosofia - STJItalia CTS
Abu Naffà fra Ibrahim
San Salvatore2º filosofia - STJGiordania
CTS
Comparan A.fra Fernando
San Salvatore1º teologia - STJMessico
Prov.
Kelmer
fra Ivan
San Salvatore1º teologia - STJRussia
CTS
Assaf
fra Ziad
Frascati Gruber
fra Zdenko Makari fra William
Frascati Maznicki
fra Adrian
San Salvatore2º teologia - STJPolonia
Saad
fra Roger
San Salvatore2º teologia - STJLibano Espinoza G. fra Jorge H.
Milazzo
fra Antonino
San Salvatore1º teologia - STJMessico
San Salvatore1º teologia - STJItalia
2º teologia - STJLibano Prov.
CTS
CTS
Burgos Leónfra Salvador
San Salvatore2º teologia - STJMessico
Prov.
Krayem
Frascati CTS
fra Jihad
San Salvatore2º teologia - STJCrozia
2º teologia - STJLibano 2º teologia - STJLibano Prov.
CTS
Marszalek fra Tymoteusz San Salvatore2º teologia - STJPolonia Prov.
Rosas F.
Prov.
Thomas
fra Salvador
fra Carlos
Loktionov fra Sergey
San Salvatore2º teologia - STJMessico
San Salvatore2º teologia - STJArgentina
S. Sim. Anna studente ebraico Russia Al Haddad fra Ibrahim
Betlemme
Mgushi
San Salvatore
Gaston
aiuto sagrestano Giordania
fra DenysMariaWashington
fra Etjen
USA
Albania
Prov.
CTS
CTS
CTS
CTS
CTS
Prov.
39
Professi solenni con opzione clericale
Samouian
fra Haroutiun San Salvatore1º teologia - STJSiria Canto
fra Romulo
Araujo
CTS
fra John of GodSan Salvatore2º teologia - STJBrasile
Prov.
Elias
fra Badie
CTS
Maia
fra Paulo AndréAin Karem 3º teologia - STJ Brasile
Paredes
fra Donaciano San Salvatore3º teologia - STJ Messico
Prov.
Zimmer
fra Vagner
Ain Karem 3º teologia - STJ Brasile
Prov.
Al-Banna
fra Nerwan
San Salvatore4º teologia - STJ Iraq
CTS
Favela
Marzo
Pelayo
Zubak fra Arturo
San Salvatore2º teologia - STJBrasile
Ain Karem 3º teologia - STJIsraele
San Salvatore3º teologia - STJ Messico
fra Oscar MarioS. Sim. Anna 3º teologia - STJItalia
fra Agustín G. San Salvatore3º teologia - STJMessico
fra Mario Andrijevic fra Igor
San Salvatore3º teologia - STJCroazia
CTS
CTS
Prov.
San Salvatore4º teologia - STJSpagna
CTS
Washington 4º teologia-WTUGiordania
Cichinelli
fra Marcelo
San Salvatore4º teologia - STJArgentina
De la Fuentefra Silvio
Prov.
Prov.
fra Fadi
fra Aquilino
Prov.
San Salvatore4º teologia - STJ Croazia
Azar
Castillo
Prov.
Ain Karem 4º teologia - STJ Argentina
CTS
CTS
CTS
Ortiz
fra Guillermo TS College 4º teologia - STJMessico
Prov.
Valdez
fra José RefugioTS College 4º teologia - STJMessico
Prov.
Tlaxalo
Verdote
Molina
fra José RodrigoSan Salvatore4º teologia - STJMessico
fra Andrew
fra Carlos
San Salvatore4º teologia - STJCanada San Salvatorefuori corso - STJArgentina
Religiosi in formazione superiore
Bader
fra Shadi
Roma filosofia - PUA
*Blajer
fra Piotr Washington NT
*Baranowskifra Pius TorontoAT e Ant Oriente
Giordania
Polonia
Polonia
Catania
fra Nunzio
Roma teol. orientale - PIO Italia
Karakach
fra Bahjat
Roma teol. antropolog.
Coniglio
Sidawi
40
fra Alessandro Gerusalemmebibbia - SBF
fra Ramzi Roma teol. - PUA
Italia
Siria
Giordania
Prov.
CTS
CTS
CTS
CTS/SBF
CTS/SBF
Prov.
CTS
CTS
CTS
Messaggio di Natale del
fino a Betlemme!”
Custode di Terra Santa: “Andiamo
… i pastori dicevano tra loro:
Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto
conoscere (Lc 2,15).
Cari fratelli e sorelle,
è ancora Natale! Duemila anni fa un angelo apparve ad annunciare una grande
gioia ai poveri pastori di Betlemme. La notte si accese di luce, mentre gli angeli
annunciavano in cielo la gloria di Dio, e in terra la pace degli uomini che credono
all’amore.
La durezza della storia che viviamo cerca di inchiodarci una corazza di ferro sul
cuore, per soffocare la vita. Ma come resistere alla provocazione di credere che
l’annuncio sia vero, che davvero Dio sia entrato nel mondo, che esista una speranza
anche per noi? E come i pastori corsero nella notte verso la grotta, così anche noi, a
dispetto di tutto, diventiamo cercatori di gioia.
Ci manca forse la ruvida semplicità dei pastori, ma l’ansia del cuore e il bisogno
di luce sono gli stessi. Anche a noi è stato annunciato l’evento che cambia la storia.
Anche noi dobbiamo andare fino a Betlemme, per trovare risposta ai problemi che
ci stracciano l’anima.
I tormenti che oggi angustiano più brutalmente la società sono di ordine economico.
Tutti all’improvviso siamo minacciati da un vento d’insicurezza, che scuote dalle
fondamenta ogni illusione di autosufficienza. La società materialista scopre con
sgomento le sue fragilità più profonde. Essere poveri, o poterlo diventare, diventa
per tutti una possibilità reale. Ma questo è solo il segno esteriore di una povertà più
profonda, che affligge l’anima. Anche noi ci scopriamo pastori nella notte.
Per i frati francescani che vivono in Terra Santa il pellegrinaggio a Betlemme,
nella notte di Natale, è una tradizione carissima e preziosa. Ma quest’anno, più che
mai, siamo certi di non essere soli a cercare il Bambino. Ci saranno con noi tanti
pellegrini, che insieme ai cristiani di Betlemme e della Terra Santa, si uniranno alle
nostre liturgie. Per tutti risuona la voce dei pastori, che invita al cammino: Andiamo
fino a Betlemme! E sono sicuro che una folla infinita di pellegrini invisibili, nelle
misteriose vie dello spirito, si metterà in cammino con noi, per cercare la gioia.
Insieme troveremo quel Bambino indifeso che, nel freddo della grotta, non ha paura
di essere povero, perché ci porta l’amore di Dio.
A Natale, proprio da questa Terra Santa sofferente e lacerata, risuona il messaggio
che può rinnovare il mondo. Venite tutti a Betlemme, con il cuore semplice, e
l’incontro con il Bambino Gesù cancellerà ogni paura. C’è ancora speranza per
tutti!
Da Betlemme l’augurio fraterno di un Santo Natale!
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
41
Nuovi Commissari o Commissariati di Terra Santa
V.R. Carlos Arturo Restrepo ofm
Comisaría de Tierra Santa
Calle 16 n. 7-35
Apartado Aéreo 386
Santafé de Bogotá - Colombia
Telefono:
+57. 1
281.65.52
+57. 1
334.92.93
Fax:
+57. 1
334.92.93
E-mail:
[email protected]
R.P. Roberto Mancinelli ofm
Commissariato di Terra Santa
Convento San Pasquale Baylon
Via Santa Croce, 20
60010 Osta Vetere - AN - Italia
Telefono:
+39. 071 96.58.06
Fax:
+39. 071 963.98.67
Cellulare:
+39. 349 87.30.112
[email protected]
E-mail: [email protected]
R.P. Mario Mattu ofm
Commissariato di Terra Santa
Convento Maria dei Martiri
08023 Fonni - Italia
Telefono: +39. 0784
57009
Fax:
+39. 0784
57009
E-mail: [email protected]
R.P. Jean-Marie Burnod ofm
Commissariat de Terre Sainte
27, rue Sarrette
75014 Paris - France
Telefono: +33. 1454.086.21
Fax:
+33. 1454.086.21
E-mail: [email protected]
[email protected]
42
Web: [email protected]
http://terresainte.fr/
R.P. Antoine Collot ofm
Vice Commissaire de Terre Sainte (France)
Avenue du Chant d’oiseau, 2
1150 Bruxelles - Belgium
Telefono: +32. 27614200
Fax:
+32. 27614265
R.P. Ignacio de la Cruz Camarillo ofm
Comisaría de Tierra Santa
Casa San Francisco de Asís
Andador Vergara Sur, 2
Centro Histórico
76000 Santiago de Querétaro, Qro. - Mexico
Telefono: +52. 466
66.303.60
Fax:
+52. 466
66.329.767
E-mail: [email protected]
Apertura di un nuovo Commissariato
Rev. Fr. Robert Wowor ofm
Commissariat of the Holy Land
Jl. Kramat 5 no 10
Jakarta 10430 - Indonesia
Telefono:
+61. 21
3909941
Fax:
+61. 21
3101940
Cell:
+61. 816 4802865
[email protected]
E-mail:
Chiusura di un Commissariato
V.R. Florenz Graf ofm
Franziskanplatz 4
1010 Wien - Austria
43
Agenda del Custode
Luglio
1-5. San Salvatore: Discretorio, valutazioni di fine anno
6. Getsemani: solennità del Preziosissimo Sangue
15. Santo Sepolcro: solennità della Dedicazione della Basilica
20-25. Buenos Aires: visita fraterna
Agosto
4. Galilea: incontro con la Marcia francescana
6. Monte Tabor: solennità della Trasfigurazione
8-14. Siria e Libano: visita alle comunità
15. Getsemani: solennità dell’Assunta
22. Giaffa: visita fraterna
23. Nazareth: visita fraterna
25-30. Italia, Montefalco: visita fraterna
31. Assisi: prima professione del novizio della Custodia
Settembre
4-7. Cairo-Muski: visita alla fraternità
10. San Salvatore: Discretorio straordinario
14-15. Svizzera: visita all’ATS Svizzera
17. Ain Karem: vestizione dei postulanti
18. San Salvatore: Discretorio
24. Consolato francese di Gerusalemme: incontro con i capi di Missioni di Gerusalemme
25-27. Ritiro con i sacerdoti della comunità ebraica
26. Mugeidel: solennità di san Gabriele
28. Emmaus: solennità di san Cleofa
Ottobre
3-4. San Salvatore: solennità di san Francesco
6. San Salvatore: apertura dell’anno accademico
6-10. Montefalco: Convegno dei Commissari
11. San Salvatore: professioni solenni
14. Venezia: Incontro con la regione Veneto per supporto al Magnificat
15. Padova: conferenza all’università degli Studi
16-19. Milano: conferenze varie
20-21. Jesi: presentazione Istituto Magnificat
23. Emmaus: Discretorio
27-31. Italia: per le cerimonie funebre di fra Michele Piccirillo ofm
44
Novembre
1. Monte Nebo: Funerale e sepoltura di fra Michele Piccirillo ofm
2. San Salvatore: Ognissanti e Festa dei Defunti
4. Gerusalemme: Incontro al Patriarcato greco ortodosso
8. San Salvatore: Prolusione anno accad. con la partecipazione del P. Generale
9. Getsemani: Messa di Duns Scot con il Ministro Generale
12-13. Betlemme: visita alle fraternità
14-17. Nicosia: convegno organizzato dalla comunità sant’Egidio
18-19. Gerusalemme: Assemblea degli Ordinari di Terra Santa
20. Monte delle Beatitudini: incontro con la Conferenza episcopale cilena
23. Lago di Tiberiade: visita alle comunità
24. Monte Tabor: visita alla comunità
25. Gerusalemme: Ricevimento del Presidente italiano Napolitani alla casa del
Presidente di Israele
25. San Salvatore: messa di trigesima di fra Michele Piccirillo ofm
26. Nazareth: rinnovo professione, inaugurazione del Centro parrocchiale
27. Betlemme: Visita del Capo di Stato italiano; Getsemani: rinnovo professione
29-30. Betlemme: prima domenica dell’Avvento (Santa Caterina)
Dicembre
1. Knesset: celebrazione dell’anno nuovo
3. Cafarnao:
4. San Salvatore: Discretorio
6. Camaldoli: convegno internazionale
7-9. Reggio Emilia: incontro con la cittadinanza: giornate pro Terra Sancta
10-11. Roma: incontro in Curia generalizia
15-16. Tabor: Incontro con i superiori
17. Gerusalemme: Università al Quds
18. Tantur: Conferenza
18. Betlemme: Inaugurazione del Memorial Hall
20. Betlemme: concerto per la pace
21. Betlemme: Messa alla Casa del Fanciullo
21. San Salvatore: concerto di fine anno del Magnificat
23. Gerusalemme: auguri di natale al Patriarca e al Nunzio
23. Gerusalemme: accoglienza delle due nuove suore clarisse
24-26. Feste di Natale
27: San Salvatore: auguri delle comunità orientali
27. San Salvatore: Ordinazione diaconale di fra Alessandro Coniglio
29. Gerusalemme: auguri del Presidente dello Stato alle comunità cristiane
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Resoconto delle varie Segreterie
per il Discretorio di fine anno
Segretario per la Formazione e gli Studi
Questa relazione vuole offrire una riflessione sul piano di formazione iniziale della
Custodia, alla luce degli sviluppi verificatisi dopo l’ultimo Capitolo custodiale del
2007. Sarà completata dagli interventi dei singoli formatori che daranno il loro input
alla discussione.
Piano per la formazione e gli studi
Nel Convengo dei Formatori dell’11-18 febbraio si è affrontato il lavoro di aggiornamento della Ratio Formationis Custodiæ in vigore dal 1996. Il lavoro era iniziato
già nel 2005, con l’aiuto del Consiglio per la Formazione e gli Studi fino al Capitolo
custodiale 2007. Il testo definitivo è ora all’esame del Discretorio per avere l’approvazione del Custode e la conferma del Segretariato Generale per la Formazione e gli
Studi. Ringrazio tutti i frati che hanno contribuito per la stesura e la correzione del
testo della Ratio.
Animazione vocazionale
Durante il Capitolo custodiale 2007 ci siamo resi conto dell’importanza di rafforzare il nostro impegno per organizzare meglio l’animazione vocazionale in Custodia.
Per questo una priorità dell’attuale amministrazione custodiale è stata di indirizzare
più personale per questo scopo, e prepararlo con metodi più professionali. Oltre
all’Animatore vocazionale custodiale, che risiede in Italia, ogni regione della Custodia ha il suo Animatore (Israele-Palestina, Giordania, Siria, Libano, Washington,
Buenos Aires). Quest’anno gli Animatori di Israele-Palestina, Siria e Buenos Aires
hanno frequentato corsi semestrali di animazione vocazionale e pastorale giovanile
alla Pontificia Università Salesiana di Roma, dove hanno anche partecipato al programma di animazione vocazionale della Provincia Serafica, con la quale l’Animatore custodiale lavora in stretto rapporto.
La Ratio Formationis Franciscane vuole che ogni Fraternità provinciale elabori
un piano organico per la pastorale vocazionale (RFF 165). Per raggiungere questo
scopo il Convegno annuale dei Formatori e Animatori vocazionali, celebrato a Roma
ed Assisi dall’11 al 18 febbraio 2008, ha avuto come tema L’Accompagnamento vocazionale personalizzato. I partecipanti hanno lavorato insieme nella redazione della
Ratio Formationis Custodiæ, anche per quanto riguarda la pastorale vocazionale, e
hanno stabilito i criteri di discernimento che possono rendere più chiare le idee e più
organizzato il lavoro dei vari Animatori.
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L’importanza del lavoro di animazione vocazionale chiede anche che ogni Fraternità provinciale disponga delle strutture necessarie per accogliere e coltivare le vocazioni alla vita francescana, per es. case di accoglienza, centri vocazionali, ecc. (RFF
167). Uno degli obiettivi da raggiungere è quello di stabilire le case di accoglienza
della Custodia nelle varie regioni. Il raggiungimento di tale obiettivo non è ancora
soddisfacente, perché non basta avere le strutture materiali di accoglienza, ma ci
deve essere un ambiente fraterno in cui si respira un’aria di intesa e collaborazione
reciproca. Credo che uno sforzo sincero sia stato fatto da tutti, nel senso che tutti siamo d’accordo che abbiamo a cuore l’importanza dell’accoglienza delle vocazioni.
Se non siamo ancora arrivati ad un’intesa piena, dobbiamo continuare a lavorare per
capirci meglio, e cercare le migliori soluzioni. Stiamo giocando il nostro futuro in
questo campo.
Tutti noi sappiamo che ogni frate ha il dovere ad essere promotore di nuove
vocazioni. Tuttavia, “la cura pastorale delle vocazioni è coordinata dall’Animatore
provinciale per le vocazioni, al quale spetta promuovere e dirigere il piano
provinciale di pastorale vocazionale, sensibilizzare i frati, favorire la partecipazione
di collaboratori locali, agire in unità con il Segretariato provinciale per la
Formazione e gli Studi” (RFF 169). Questa volontà esplicita del nostro Ordine deve
essere chiara, e ognuno di noi la deve rispettare. La pastorale vocazionale non può
essere frantumata in sistemi diversi, con persone che lavorano individualmente, e
con programmi disparati. In Custodia c’è già il problema di distanze e frontiere, e
perciò è più che necessario che ci sia una guida che, sotto la direzione del Custode,
moderatore supremo per la formazione, diriga tutto il cammino di discernimento
vocazionale dei nostri candidati.
Per adempiere bene questo compito, l’Animatore deve assumerlo come priorità
assoluta e, con il dovuto rispetto e collaborazione con la fraternità di accoglienza,
deve avere il tempo e i mezzi necessari per l’adempimento del suo lavoro.
Occorre rafforzare l’impegno lodevole che ha dato buoni frutti, e capire che
ogni vocazione è un dono che comporta necessariamente un mistero da scoprire
gradualmente. Non dobbiamo avere paura di prendere dei rischi calcolati, nel seguire
i candidati durante il periodo di discernimento e anche durante il postulato, che è
la continuazione organica del primo approccio alla vita francescana trascorso nella
casa di accoglienza.
Un’ultima parola riguarda proprio le case di accoglienza. Dato che non esiste una
legislazione che vincola ogni provincia a gestire le case di accoglienza in un modo
determinato, è importante che ci siano dei criteri chiari al riguardo. La possibilità
di offrire un periodo breve di discernimento intenso in un clima di vita fraterna
reale, ma fuori dei condizionamenti propriamente conventuali e pastorali dei nostri
santuari, ha bisogno di essere rafforzata, dal momento che la Custodia è troppo
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sparsa. Un ambiente accogliente in Italia, dove tutti i candidati possono arrivare senza
grossi problemi, mi pare che sia la migliore soluzione. Occorre pazienza e coraggio
per sperimentare. In questo lavoro non sono tanto le strutture che contano, ma le
persone. Ma un minimo di stabilità in strutture e mezzi a disposizione dell’equipe di
animazione ci deve essere. Non possiamo continuare a mendicare spazi e mezzi per
un lavoro così importante.
Case di formazione e formatori
Lascio ad ogni formatore di presentare la situazione in ciascuna casa di formazione
iniziale della Custodia. Da parte mia mi fermo su alcune considerazioni frutto delle
mie riflessioni personali.
Abbiamo ribadito, durante l’ultimo Convegno dei Formatori, sul termine
gradualità nell’iter formativo. Con questo termine intendiamo due cose. Prima
di tutto, gradualità significa un cammino paziente e coerente di crescita al livello
umano, cristiano e francescano, che mi pare sia la base dell’accompagnamento e
discernimento vocazionale. Un candidato che dimostra questa capacità di andare
avanti, ha diritto di essere aiutato a proseguire il suo cammino. Questo non significa
che non ci saranno momenti di difficoltà, dubbi e incertezze sulla propria chiamata.
Io non posso aspettare che un postulante sia così sicuro del proprio cammino quanto
un professo temporaneo alla vigilia della professione solenne. Per questo ribadisco
che occorre avere pazienza e costanza nell’incoraggiare i candidati nel loro cammino.
Aggiungerei che ci vuole fede in Dio, che è il vero formatore e che conosce il cuore
dell’uomo. Pur avendo diritto di conoscere le persone affidate alla nostra cura, non
abbiamo diritto di pretendere di sondare il mistero della persona, specialmente se non
riusciamo a creare un clima di fiducia e dialogo reciproco. Il secondo aspetto della
gradualità riguarda la collaborazione tra noi formatori che consegniamo i candidati
da una tappa formativa all’altra. Riconosco che, per raggiungere tale scopo, è mio
dovere come Segretario per la Formazione e gli Studi organizzare più riunioni tra
formatori, guardiani delle case di formazione, e docenti. Ho sempre guardato al mio
ruolo come mediazione, di sostegno al dialogo tra le diverse parti.
Studi
La mia impressione durante questo anno è che il corpo docente dello STJ sia
globalmente soddisfatto dell’impegno dei nostri studenti. Lascio agli interessati e al
Maestro la conferma o altro di questa mia affermazione. Penso che il clima di intesa
reciproca sia migliorato e questo ha contribuito molto per il bene degli studenti.
Resta il problema di alcuni che ancora stentano a finire in tempo i lavori scritti e gli
esami, ma mi pare che i responsabili abbiano individuato il problema e ci sia stato
un miglioramento. Occorre discutere ulteriormente come armonizzare gli impegni di
studio con gli altri impegni formativi e di servizio liturgico ai santuari, in modo che
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non manchi la serenità psicologica necessaria per adempiere tutti i requisiti di natura
accademica. È mio dovere organizzare due incontri l’anno tra il Maestro dei professi
temporanei, il Decano e il Moderatore degli Studi. Questo anno non ho convocato gli
interessati, eccetto che nel caso dei colloqui avuti con il Decano durante il Convegno
dei Formatori. Per l’anno prossimo cercherò di non mancare.
Conclusione
Vedo di positivo che il cammino formativo iniziale ha prospettive abbastanza
chiare. C’è ancora molto da migliorare, specialmente nel campo dell’animazione
vocazionale, ma abbiamo già compiuto passi significativi. Grazie al Custode per
l’appoggio e la fiducia, ai formatori per la collaborazione, ai guardiani delle case di
formazione e ai docenti dello STJ. Mi da speranza la convinzione che tutti abbiamo
a cuore il discorso della formazione e il futuro dei nostri candidati che è anche il
nostro futuro.
fra Noel Muscat ofm
Segretario custodiale per la Formazione e gli Studi
Report on the Postulancy 2007-2008 St. John the Baptist Ain Karem
Six postulants arrived on Oct 2nd last and the postulancy period began on Oct 4th in
the presence of the Custos. Of those six, three remain.
The program followed was as called for in Ratio Formationis Francescanum in
an attempt to begin to form the newcomers in the Gospel Life. The main elements
therefore, that we tried to promote were fraternity, the spirit of prayer and devotion,
both personal prayer and liturgical prayer, manual work, and an introduction to
various aspects of the faith and Franciscan Spirituality.
Fraternity: Their presence was required at all community functions whether meals,
or prayer. After some hesitation this was extended to include regular recreation with
the community. In addition to community recreation there were also some activities
in common in the Aula of the postulancy on five evenings per week in order to
promote a sense of fraternity among the postulants themselves and to observe how
they interacted in a relaxed setting. On occasion the community was invited to
participate in these activities.
There were monthly retreats and a number of these were held in conjunction with
visits to Holy Places. For example, in October there was as overnight retreat held in
Nazareth, in November, the retreat was held at St John in the Desert. In January, it
was held in Caphernaum, in May at the Sea of Galilee where we spent three days. In
December and in February the monthly retreat was held here at St. John. The retreat
in preparation for the ceremony of vesting, scheduled for Sept 1st, is tentatively set for
August 25th -28th at Mt Tabor. Participation in the Liturgical life of the Custody also
took an important place. So, the postulants celebrated many of the annual Franciscan
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Pilgrimages together with the friars from the Province. For example, in October
there was the Pilgrimage to the River Jordan, in November, in Bethlehem for the
feast of St. Catherine and in January for the Epiphany. During Lent and afterwards
(May 6th/7th for the Solemnity of the Finding of the Holy Cross, and the Solemnity of
Corpus Christi) they took part in several of the Solemn Entries and Processions at the
Basilica of the Holy Sepulchre as well as at one Saturday Night Vigil.
Another important element of our life in the Holy Land is our service towards the
pilgrims. With this in mind each postulant was assigned one afternoon per week, and
during the summer this will be increased, to welcome the visitors to the sanctuary.
Through these experiences we have tried to acquaint the postulants with just some
aspects of the life of the Custody.
Manual Work: This was explained and highlighted frequently as an expression
of the total giving of oneself, body as well as soul, to God. Therefore, the postulants
were assigned various roles regarding the daily maintenance of the house. Also, the
weekly cleaning of the house in conjunction with other friars from the community
formed part of this work. They were quite exceptional in this work as well as in their
work in the garden. All told they have made an exceptional contribution to fraternal
life in this regard.
Study: Although the year of Postulancy is not one dedicated to study, some
introduction to the basics of Christian faith and Biblical and Liturgical formation are
expected. Since almost all of the postulants arrived well formed in their Christian
faith, this year that course consisted of a study of the Liturgy of the Hours and the
Eucharist. Then were courses presented on Introduction to the Bible, Introduction to
the Life of St. Francis, Introduction to Franciscan Spirituality and the Grace of the
Holy Places. Each week there was a meeting with the maestro often dealing with
aspects of community living that needed adjustment, and also with elements of the
liturgy. One of the professed friars transferred from St. Saviour’s, was very much
involved in helping preparing the music for the Liturgies, usually alternating with
the maestro every other week in holding a music practice.
An experience of service and work with the poor is called for by the Ratio and
each year in Ain Karem we are fortunate to be able to collaborate with the Sisters
of St Vincent in their home for the handicapped. Each week some of the postulants
are sent to spend an afternoon serving them while the others are assigned to service
in the church. With the changing number of postulants throughout the year this has
always been in need of adjustment.
The daily schedule was arranged in such a way as to allow the postulant learn the
proper use of freedom and time. Therefore, in addition to the daily routine of the
friary and assigned task whether school, manual work or other service, each day
allowed for personal time, time for study and time to be alone.
fra Fergus Clarke ofm
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Formazione permanente
La Formazione Permanente in Custodia si è svolta secondo il programma Dal
Capitolo Custodiale al cammino delle Fraternità. Programma di Formazione
Permanente per gli anni 2007-10, elaborato dal Consiglio per la Formazione
Permanente, d’intesa con il Consiglio per la Formazione e gli Studi, e approvato dal
Padre Custode. Indichiamo solo gli eventi più significativi:
1. Rinnovazione della professione religiosa con il gesto simbolico della
consegna ad ogni Frate della Regola, nella Basilica del Getsemani e nella Basilica
dell’Annunciazione a Nazareth.
2. Si sono tenuti 8 incontri di Formazione per le comunità di Galilea (a Nazareth,
Cafarnao e Tiberiade) e 20 per le comunità di Giudea (a San Salvatore, Getsemani,
Santo Sepolcro, Betlemme e Ain Karem).
3. Incontri per i guardiani. Date: 15-16 novembre (Monte Tabor) e 24-25
gennaio (Ain Karem). Le tematiche trattate da me sono state La relazione fraterna
in Francesco d’Assisi e L’esercizio dell’autorità al servizio della fraternità. Fra
Dobromir Jasztal ha tenuto due conferenze sul tema: Il ruolo del guardiano e del
capitolo locale nella vita della fraternità, e sul tema: Alcune questioni economiche
di competenza del guardiano.
Questi incontri sembrano essere stati positivi, sia per i contenuti formativi sia per il
clima di fraternità e di condivisione. La partecipazione è stata buona, soprattutto nel
secondo incontro. Alcune assenze restano difficilmente comprensibili. La preghiera
è sempre stata al centro degli incontri. I partecipanti hanno manifestato interesse e
passione per il loro ministero, pur manifestando con franchezza le difficoltà in cui si
dibattono. La formazione dei guardiani appare un impegno ineludibile. Restano, in
alcuni casi, un grande imbarazzo nell’animazione dei capitoli locali e una notevole
fatica nel coordinamento delle diverse individualità. I guardiani hanno manifestato
comunque una grande disponibilità verso il cammino formativo e una sincera
dedizione al loro ministero.
4. Incontro per sacristi e animatori di santuari. Data: 26 febbraio. Luogo: Ain
Karem. Argomento. Il Santuario, dimora di Dio. L’incontro sembra essere stato
positivo, e la partecipazione apprezzabile, pur con la latitanza di alcune comunità.
Non sempre appare facile coniugare le motivazioni spirituali del servizio ai santuari
con la corrente impostazione turistica che sembra sempre più caratterizzare i visitatori
dei nostri Luoghi Santi. Si cercano nuove modalità di gestione degli spazi sacri, per
garantire autentiche occasioni di preghiera ai veri pellegrini. Il numero sempre più
ridotto di frati rende talvolta problematico offrire un servizio sereno e continuato.
5. Incontri per i Parroci e i Direttori di Scuola. Data: 4 aprile. Luogo: Ain
Karem.
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Incontro positivo, che ha visto un’ottima partecipazione di frati. Fra Nagib Ibrahim
ha tenuto la relazione L’annuncio del vangelo secondo san Paolo. Nutrito dibattito
con il Custode e discussione ad ampio raggio sulle problematiche vitali della
Custodia.
6. Celebrazione di due Capitoli Regionali.
Date: 22 aprile al Monte Tabor e 24 aprile ad Emmaus. A questi due incontri
ha partecipato la quasi totalità dei frati residenti in Giudea e in Galilea. Questo
è certamente un segno positivo di identità e di appartenenza. L’atmosfera è stata
gioiosa e impegnata. Nel corso della Celebrazione eucaristica abbiamo celebrato
le feste di anniversario sacerdotale e religioso di alcuni confratelli. La riflessione è
stata guidata da due interventi: La relazione di fra Carlo Serri: Il dinamismo della
fede nella vita fraterna, e le Osservazioni e riflessioni del Padre Custode: Essere frati
oggi in Terra Santa. Molto importante è stato il lavoro nei gruppi di studio, seguito
da relazioni e dibattito in aula.
7. Redazione della relazione annuale delle fraternità. La relazione annuale della
Fraternità è uno strumento di Formazione permanente. È un’occasione di revisione
e di auto-valutazione del cammino della fraternità. È uno strumento di crescita
nella comunicazione e condivisione all’interno della comunità. È un’attuazione
concreta di collaborazione tra guardiano e comunità nell’ambito del capitolo locale.
È uno strumento di aiuto alla programmazione, e può aiutare nella formulazione di
un progetto sistematico di vita fraterna. È uno strumento di corresponsabilità e di
collaborazione con il governo della Custodia. Le relazioni saranno prese in esame
dal Discretorio Custodiale.
8. Tutti i sussidi utilizzati durante gli incontri di Formazione Permanente sono stati
anche pubblicati su Frati della Corda:
Carlo Serri, La Parola di Dio rivelatrice della vocazione (I e II).
Idem, Diventare preghiera. Fratelli nell’esperienza di Dio.
Idem, La relazione fraterna in Francesco di Assisi.
Idem, L’esercizio dell’autorità al servizio della fraternità.
Idem, Il santuario, dimora di Dio.
Idem, Il dinamismo della fede nella vita fraterna.
Nagib Ibrahim, L’annuncio del vangelo secondo san Paolo.
Considerazioni finali
1. L’impegno di quest’anno ha portato frutti apprezzabili, ma siamo ancora lontani
da un cammino di Formazione Permanente sistematico. È stato utilissimo incontrarsi,
pregare insieme, vivere momenti di fraternità e di dibattito. La formulazione di un
programma preciso sin dall’inizio dell’anno ha certamente aiutato lo svolgimento
delle proposte formative, che hanno ottenuto, in genere, una cordiale e positiva
accoglienza da parte dei frati.
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2. I problemi restano legati alla vita ordinaria delle fraternità, spesso formate da
un numero troppo ridotto di frati. È difficile pregare insieme, e talvolta il livello di
comunicazione è mediocre. In alcuni casi non esistono mediazioni per risolvere i
conflitti e le incomprensioni.
3. Devo ancora osservare che il mio lavoro di Formazione permanente si è limitato
alla Giudea e alla Galilea, con una sola vista a Cipro. I territori di Italia, Giordania,
Libano e Siria sono rimasti al di fuori del mio raggio di azione. Per essi sono solo
stati pubblicati i sussidi su Frati della Corda. Viste le condizioni concrete in cui si
trovano queste regioni, non saprei che cosa suggerire per migliorare la situazione.
5. Un’altra realtà che mi sembra necessario rilevare è quella dei giovani sacerdoti
e professi solenni. Di fatto spesso vivono da soli, estranei alla vita di preghiera della
comunità alla quale dovrebbero appartenere. Una vita così autogestita sembra poco
sicura dal punto di vista religioso e vocazionale. A mio avviso è urgente pensare a
comunità che garantiscono uno stile di vita più adatto a incarnare una stagione della
vita così delicata.
6. Ringrazio infine fra Noel Muscat, fra Nicolas Marquez, fra Dobromir Jasztal,
fra Ricardo Bustos e fra Nagib Ibrahim, per la loro valida collaborazione, e il
Discretorio custodiale per la fiducia accordatami.
fra Carlo Serri ofm
Moderatore della Formazione Permanente
Segreteria per l’Evangelizzazione
Il giorno 17 giugno 2008, alle per 15.30, presso il Convento di San Salvatore, si è
riunito il consiglio per l’Evangelizzazione. Erano presenti:
• fra Carlo Serri, presidente della Segreteria
• fra lbrahim Faltas, parrocchie
• fra Apolinary Szwed, evangelizzazione missionaria
• fra Frédéric Manns, dialogo ecumenico ed interreligioso
• fra Louis Bohte, Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato
• fra Abdel Masih F. Fahim scuole, assente giustificato.
Si è trattato di un incontro di condivisione e di valutazione del lavoro svolto dai
responsabili dei vari settori.
Riportiamo alcuni interventi:
Incontri ed esperienze per una nuova evangelizzazione
Fra Ibrahim Faltas ofm (parrocchie)
Negli ultimi anni, mi sono occupato molto del progetto Educare alla Pace, inserendomi nel contesto che viviamo, qui in Terra Santa.
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Ho avviato una serie di incontri con ragazzi israeliani, musulmani, cristiani, creando uno scambio ed una nuova apertura al dialogo.
Ho fatto tesoro delle esperienze vissute durante i miei viaggi all’estero, dove ho
notato che per avviare un processo di nuova evangelizzazione, è diventato necessario
utilizzare nuovi strumenti che possano interagire ed interessare i giovani, quali: la
scuola, la cultura, lo sport, i viaggi.
Ho collaborato in questi anni con l’Università di Perugia, che si è messa a disposizione per accogliere giovani studenti, che avevano bisogno di completare i loro corsi
universitari. Parecchi ragazzi cristiani e musulmani hanno avuto la possibilità di fare
dei corsi preparatori insieme in lingua italiana, per poi accedere alle facoltà italiane
di : Milano, Bologna, Verona, Padova, Napoli, Roma, Messina, Perugia.
Questo progetto prosegue brillantemente, e recentemente 16 ragazzi palestinesi,
hanno ottenuto la possibilità di partire per l’Italia per accedere a dei corsi preparatori
in italiano in funzione dell’ ammissione alle varie facoltà.
Spesso si pensa che i giovani siano superficiali o indifferenti, nonostante le difficoltà e i limiti umani non mancano, ma nel cuore di ogni giovane, si avverte il desiderio
di spendere la vita per qualcosa di grande, di seguire la speranza che non delude, di
donarsi senza riserve e condizioni, dove tutti dobbiamo porre un fermo intendimento
ed un impegno costante, convinti, che la strada del vangelo è la più efficace per recare all’uomo, senza differenza di razze e culture la sua forza rinnovatrice.
In fondo i nostri giovani hanno il desiderio di guardare al futuro con uno sguardo
nuovo, di ripartire da Dio, ripartendo nella realtà e nel mondo che viviamo sempre
meno religioso, e per tutti noi, qui in terra santa sempre più complesso a causa anche
dei rapidi mutamenti.
Parecchi giovani musulmani, cristiani, israeliani hanno partecipato nel 2005 e nel
2007 ad uno scambio in Giappone. Nel 2005 sono stati invitati in occasione dell’anniversario del disastro causato dalla bomba atomica. Si sono svolte numerose
attività, ed è stato veramente interessante quando abbiamo affrontato il tema del
Perdono e del perdonare, ascoltare le diverse linee di pensiero che i ragazzi hanno
espresso, qualcuno non era nemmeno in grado di dare un giusto significato alla parola Perdono.
Il progetto è proseguito con sezioni di lavoro e di dibattito tra le diverse parti anche
qui a Gerusalemme, coinvolgendo anche le famiglie, e con l’accoglienza da parte
nostra di un team giapponese, per proseguire nel lavoro intrapreso.
L’esperienza si è ripetuta nel 2007. Per accedere a questo tipo di incontro i ragazzi
israeliani, musulmani, cristiani si preparano qui nella loro terra, lavorando su percorsi specifici per aiutarli a comprendere le differenze religiose a cui ognuno appartiene,
ma anche per condurre ad un cammino comune di condivisione.
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Posso assicurare che dopo il primo impatto, spesso prevenuto da tanti pregiudizi,
quando cominciano a camminare e a lavorare insieme nascono delle esperienze di
amicizia e di solidarietà veramente profonde e belle, ma soprattutto durature.
Altre esperienze simili sono state realizzate a Tarquinia, dove-giovani israeliani,
cristiani e musulmani sono stati accolti per un periodo di vacanza, e abbiamo portato
pubblicamente la testimonianza, partecipando a conferenze, a cui i giovani israeliani,
palestinesi musulmani hanno dichiarato che, la convivenza e la pace sono possibili.
Siamo stati ricevuti anche da Sua Santità Benedetto XVI.
Anche i giovani universitari musulmani, israeliani e cristiani annualmente vengono accolti dalla Fondazione Giorgio La Pira, che si adopera per realizzare insieme a
loro un periodo anche di vacanza, ma soprattutto di preghiera e di riflessione di come
i giovani possano divenire protagonisti di pace.
Ritengo importante anche il Progetto Bambini senza confini. È del tutto evidente
che anche lo sport può attivarsi a sostegno della pace. Il rispetto e lo sviluppo della
vita umana, che sono a fondamento anche dei principi etici dello sport, richiedono
la pace. Lo sport può impegnarsi maggiormente ad educare, tutte le persone che gravitano attorno ad esso, al rispetto e alla stima reciproca, affinché si possa giungere
a una solida coesistenza pacifica e solidale fra i membri delle varie etnie, culture e
religioni diverse; condizioni primarie di una pace autentica.
I bambini che oggi fanno parte di Bambini senza confini, sono cristiani, israeliani
e musulmani e recentemente hanno trascorso una settimana in Italia, ospitati dalla Caritas di Vimercate in provincia di Milano, dove hanno disputato un torneo di
calcio, ma hanno partecipato ai loro campi estivi, integrandosi bene poiché accolti
all’interno di nuclei familiari.
Nel mese di maggio sono stato invitato a portare la mia testimonianza ad un importante congresso del Rinnovamento dello Spirito a Rimini, dove il confronto nella
fede, e la possibilità di parlare dei progetti di coesistenza tra le diverse religioni presenti in Terra Santa, sono stati accolti con attenzione ed entusiasmo.
Sono stato invitato alla conferenza alla fiera del libro internazionale di Torino, ad
una tavola rotonda alla presenza di un rappresentante della comunità ebraica italiana,
l’esponente musulmano ed io come cristiano per portare l’annuncio dei progetti di
sensibilizzazione su cui da anni stiamo lavorando. L’evento ha avuto un enorme successo. Anche le ACLI italiane mi hanno esortato ad essere presente alla loro conferenza internazionale dove ho presentato un progetto per fondare l’ACLIP, l’associazione cristiani lavoratori in Palestina. Hanno annunciato alla stampa la disponibilità
ad appoggiare tale progetto.
Al Forum Internazionale Universitario di Perugia, ho partecipato e portato la testimonianza di come la convivenza tra i giovani è possibile anche attraverso l’esperienza di studio. Alcuni giovani universitari presenti hanno reso testimonianza ai
partecipanti.
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In questi anni tutte le conferenze alle quali ho partecipato, hanno avuto come tema
principale la progettualità di ripartire con una nuova evangelizzazione del dialogo
tra i cristiani, musulmani ed ebrei soprattutto ricominciando con l’educazione sui
bambini.
Fra Apolinary Szwed (Evangelizzazione Missionaria)
Sito web della Custodia anche in lingua ebraica.
Esiste l’idea di un progetto di un Centro di Cultura Cristiana, forse con sede preso
il Terra Santa College, che dovrebbe svolgere opera di evangelizzazione attraverso
attività culturali di vario tipo: un Museo, la traduzione di testi in ebraico. Il centro si
rivolgerebbe a persone di lingua ebraica, russa e araba.
Fra Louis Bohte (Giustizia e pace)
1. JPIC last year
After the appointment I want to choose friar Usama for the commission. So I had
to wait until he was ordained and came to Bethlehem. The reason for this choice was
that he is young and had a Palestinian background. When I asked him, he must say
no because of a lot of work in the parish. He suggested to ask his brother. But finally,
he hasn’t time either. Then I decided to continue with friar Noel Muscat and Maher
Turjman, the director of Pontifical Mission and last November graduated with a
research among the schools looking for the sustainability of Catholic schools and the
impact of the current political, economic and social conditions schools prevailing
in the Palestinian Territories on their developing mission: Catholic schools in the
Palestinian Territories; facts, roles and challenges towards sustainability October
2007 by Maher Turjman.
Meanwhile I wrote two articles about Islam: about Islam in our time and Islam
and dialogue. From the first one I got a couple of reactions from all over the world:
from Australia unto the USA, thanks to publishing on the website of the Custody.
The last article is about the course for JPIC animators with a special topic: relation
between different friars with a different cultural background because I discover how
this issue played a role in our order during my stay in Rome. This issue seems to me
also important for our Custody.
On the 9th of May we had the first meeting. We discussed the possible approaches
to support Palestinians in Palestine and Israel. One approach could be counseling of
teachers with an outreach to Christian and Muslim youth. Later on I checked this
approach with a good friend who belongs to our parish in Bethlehem and teaches on
the Terra Santa School. He made me clear, that when you start with one problem, the
teachers will add all other kind of problems. He concluded that they flee away for
the problems. Probably they feel them selves not free enough to deal with problems
if not inevitable: the wall in their mind.
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A parallel problem with the same background is that it is almost impossible to
collect honest people for a function in a board, because they are fed up by the whole
situation and therefore they have a lot of things to do in their free time in order not to
have time to think about their situation in a tunnel without a spark of light.
Another target group could be the scouts by the young friars who are working with
them in East Jerusalem. I have to start with this possibility.
At the end of May I attended a meeting of the Israeli Committee Against House
Demolitions. The theme of this evening was the work done by 38 intellectuals from
the Palestinian Israelis. The paper has been called ‘future vision’. I think that this
paper about different aspects of the Palestinian society in Israel can be helpful as a
support for the friars who are working in Israel among the Christians. The full text is
on: http://www.adalah.org/newsletter/eng/dec06/tasawor-mostaqbali.pdf
2. Associazione di Terra Santa
Some months ago I got an email from our secretary about the Associazione di
Terra Santa. About one and a half month ago the volunteer Vicenzo Bellomo for
the parish in Bethlehem told me about the man who is working for this: Alexander
Fröhlich. I visited him at his office. I have understood that the point is to start a
project in Bethlehem like elsewhere. There is only one difference: a project can’t
directly connect with the Nativity Church because of the Status Quo. Alexander
suggested looking in the field of internet. I think that for Bethlehem it is important to
have a project related to the future of the youth in Bethlehem. Taking in account the
negativity among people in Bethlehem and the sometimes present tension between
some Christians and some Muslims, it makes sense to look for a connection with the
outside world, to which Christian youth from different Churches and Muslim youth
can participate. I connect it with the following point.
3. Vierzehnheiligen
The guardian in Vierzehnheiligen, belonging to the Bavaria province in the
south of Germany, is looking for a connection with our community in Bethlehem.
Vierzehnheiligen is called the Frankish Bethlehem. Gregor Geiger told me about this
wish and asked me to contact the guardian of Vierzehnheiligen, a former provincial
of the Bavarian province.
I combined my participation to the course in Rome with a visit to Vierzehnheiligen
just when there was the first annual meeting of the association of Vierzehnheiligen.
I have spoken there about the situation of Bethlehem and what our friars are doing
there. See attachment about what I have told in Vierzehnheiligen. The guardian
proposed to support the Christian youth in Bethlehem. See my remark about this
issue at point 2.
57
I have proposed to Alexander to visit Vierzehnheiligen in August. Then he is in
Germany, because his wife will give birth. Maybe it is possible to combine both
projects. Are there some suggestions for?
4. Education for parish priests
I discovered that friars, who are ordained in order to work in a parish, get one
semester pastoral theology as preparation for it. When I studied theology 40 years
ago, every student, who wanted to be graduated for his theological study, had to
follow three semesters practical work, supervised by a graduated supervisor and
guided by a local worker. The three semesters had to be successful.
At least one of the semesters had to be in a parish. Other possibilities were: school
for catechism, hospital, prison. Also a training urban society was a possibility with
work for six weeks for instance as a dockworker and six weeks work in the social
field.
The Dutch province sent three friars to Topeka, USA to be trained as supervisor
and worked then for the young friars and other people in the field of pastoral work.
One who wants to work in a hospital had to attend a course of pastoral clinical
training for three months, usually in a psychiatric clinic.
5. Remarks ongoing formation
During the course for JPIC in Rome there was also a meeting with the coordinators
for Ongoing Formation and for Evangelization beside the coordinator for JPIC. It
figured out that according to a questionnaire there is almost nowhere in the order
a cooperation between JPIC and Ongoing Formation. They like to promote this
cooperation.
The friar responsible for Evangelization called it the way we live. I see this as
putting RNB 16 as the core for our perception of Evangelization.
6. Holland House
An interesting initiative by another Dutchman in Bethlehem is the start of a Dutch
- Palestinian association aimed To strengthen the relationship between Dutch and
Palestinians and to encourage exchange of information and cooperation on different
social and cultural levels.
One of the activities will be a so-called Holland House. The Dutch representative
in Ramallah get regularly requests from young Dutch (wo)men who want to do
something in the West Bank, also as a volunteer. I suppose that the most of them are
not so religious, but maybe here is a chance for some cooperation. It is a matter of
job description and précising of conditions for the eventual work.
One of the participants of this initiative, supported by the resigned representative is
a Dutch woman who works for the Protestant Church in the Netherlands with Sabeel.
Do we cooperate with this theological organization or does it make sense to see how
we can cooperate?
58
7. Youth centre and rap group; IEA
I had to close the youth centre in Al Doha after a bomb attack on the centre in
February.
Meanwhile I continue as the manager of a young Palestinian from Al Doha, who
I know thanks to the centre. He made the choice to call his group Generation of
Peace. His father started to teach him Hebrew. He had worked with Israelis for many
years. I participate also to meetings of Interfaith Encounter Association located in
the Swedish institute.
Louis Bohte ofm
Fra Frédéric Manns (Commissione Pellegrinaggi, Dialogo inter-religioso ed
ecumenico)
EVANGELIZZAZIONE
Guide di gruppi di pellegrini:
fra Carlo Cecchitelli, fra Virginio Ravanelli, fra Tomislav Vuk, fra Lionel Goh,
fra Marco Gudiño, fra Giovanni Bissoli, fra Claudio Bottini, fra Frédéric Manns, fra
Stefano Cavalli, fra Massimo Luca, fra Eugenio Alliata; fra Carmelo Pappalardo,
fra Nicolas Marques, fra Peter Vasco, fra Sergio Olmedo, fra Eleazar Wronski, fra
Robert Jauch, fra Beda An, Fra Angelo Ison, don Antonio Alba, fra Eduardo Sanchez, fra Garett Edmunds, fra David Wathen
Preparazione delle guide di Terra Santa
fra Pietro. Kaswalder, fra Eugenio Alliata, fra Masismo Luca, fra Carmelo Pappalardo
Partecipazioni a programmi di Tele Pace o Canção Nova
fra C. Bottini, fra Lionel Goh, fra Frédéric Manns, fra Artemio Vitores, fra Peter
Vasco, fra Michele Picirillo Sito Internet della Flagellazione: fra Eugenio Alliata.
Conferenze
Fra Lino Cignelli (religiose), fra Carlo Serri, fra Noel Muscat, fra Artemio Vitores, fra Michele Piccirillo
Articoli per le riviste di Terra Santa: fra Michele Piccirillo, fra Eugenio Alliata, fra
Artemio Vitores, fra Emilio Barcena, fra Paul Sylvestre, fra Vianney Delalande.
Attività evangelizzatrice nel mondo di fra Ibrahim Faltas Assistenza a vari
congressi (rinnovamento nello spirito) ecc.
59
IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
Diverse attività di fra Frédéric Manns
Sito Internet: Dialogue
a) conferenze
Van Leer Institute, Jerusalem, with Rabbi A. Goshen-Gottstein and Cardinal
Kasper, The lewish people and their sacred Scriptures in the Christian Bible. 21
octobre 2007
Il linguaggio relazionale nella Bibbia, Università MGIMO: Le religioni e la
violenza, Mosca 24 settembre 2006.
Jésus dans son contexte juif, Université catholique de Lisbonne, 6 mars 2006
Tavola rotonda con il Prof. Mordechai Rabello sulla Passione di Gesù, Centro
culturale italiano, Haifa 26 aprile 2006
Le dialogue inter religieux à Jérusalem, Groupe canadien 7 juin 2006.
Jesus the Jew, Hong Kong 2 conférences, 20 et 21 juin 2006
Jérusalem, dans la Bible, Conférence aux biblistes vietnamiens, Ho Chi Minh City
23 juin 2006
Il Giudaismo all’epoca di Cristo, Suore Salesiane, Gerusalemme 10 marzo 2007
Encore une fois les judaïsants de St Jean Chrysostome, Antioche sur l’Oronte, 29
juin 2007
Les traditions targumiques et leur importance pour le Nouveau Testament,
Université de Split, Croatie, 24 septembre 2007
Il dialogo interreligioso in Terra Santa, Guide di Torino, 26 novembre 2007
Il dialogo interreligioso in Terra Santa, 4 ore, Università cattolica di Milano, 16
febbraio 2008
I luoghi di preghiera a Gerusalemme: Dialogo interreligioso: Torino 16 maggio
2008
L’haggadah di Pesah, 10 lezioni al seminario Redemptoris Mater di Gerusalemme,
febbraio-aprile 2008
La Pâque juive et chrétienne, URTS, Tantour, 2 mars 2008
Con Amos Luzzato e M. Nobile, tesi di Leah Bartolini, Prospettive di
universalismo nella promessa di Yhwh ad Abramo secondo l’interpretazione ebraica
della scrittura.
Partecipazione alla commissione sul giudaismo del Patriarcato latino
b) Radio e TV
Les racines juives du christianisme, Radio Présence protestante, Paris, 27 février
2006.
60
Tele Pace: Natale e Hanukah, 25 dicembre 2006
Il significato di Gerusalemme, Radio Circuito Marconi, 17 maggio 2007
La Pasqua dei Samaritani, Telepace, 26 aprile 2008.
Shaoul l’ebreo, Canção nova, 14 giugno 2008
Attività di fra Marco Malagola
Molte conferenze, dibattiti, incontri di vario genere, fra i quail va segnalato:
Peace in the Middle East: A Key to the Advancement of the Dialogue between
Cultures and Civilazations, 23 march 2007 United Nations international Meeting in
Support of Israeli-Palestinian Peace.
Relazione della Segreteria dei Luoghi Santi
Con la presenza del Rev.mo Padre Custode di Terra Santa la Segreteria dei Luoghi
Santi si è riunita il 2 Giugno 2008, lunedì, alle ore 15.30, nel Divano di San Salvatore.
Erano presenti, oltre il Custode, fra Artemio Vítores, Presidente della Segreteria, fra
Athanasius Macora, fra Nicolás Márquez, fra Ricardo Bustos, fra Enrique Bermejo,
fra Stéphane Milovitch. Nel Discretorio di Terra Santa, celebrato l’8 Maggio 2008,
erano stati nominati membri della Segreteria, fra Jerzy Kraj, Guardiano di Betlemme,
e fra Ricardo Bustos, Guardiano di Nazareth.
Nella riunione abbiamo rivisto tutti i temi dei quali si occupa la Segreteria, seguendo
il seguente Ordine del Giorno:
1. Animazione ed informazione
a) Valutazione dell’incontro dei Responsabili dei Santuari e dei Sagrestani, tenutosi
il 4 marzo 2008.
È stata pubblicata su Frati della Corda (marzo 2008, 39-43)la riflessione di fra
Carlo Serri dal titolo: Il Santuario dimora di Dio. Non si è trovato niente sulle
possibili concretizzazioni.
Così come non ci sono state applicazioni pratiche che hanno seguito l’incontro
del 23 febbraio 2006 (cf. Frati della Corda, n. 3, Marzo 2006, 28-34). È vero che
sono incontri di informazioni e di condivisione, ma è importante che vengano date
indicazioni operative, perché non resti tutto lettera morta.
b) Le relazioni con i pellegrini: incontri del Custode, del Vicario, e di altri religiosi
con i diversi gruppi di pellegrini. Come migliorarli? Cos’altro si può fare?
Si sta facendo molto, sia il Custode che il Vicario custodiale incontrano
continuamente tanti gruppi (diverse migliaia di pellegrini durante l’anno). Si
dovrebbero estendere gli incontri ad altri gruppi linguistici (inglese, tedesco, polacco,
francese - ultimamente si è fatto qualcosa). Per questo è necessario individuare le
persone adatte per questa missione. È anche è importante che le guide e i tour61
leader (compresi i nostri frati) sentano l’urgenza e la necessità di incontrarsi con i
francescani, il Custode o un suo rappresentante. In questi incontri si deve mettere in
risalto il lavoro della Custodia francescana di Terra Santa e le sue opere (santuario,
cristiani, ecc.), anche in vista degli aiuti per le nostre opere.
Per una più diffusa informazione sull’attività della Custodia, è necessario tradurre
il libro La Presenza Francescana in altre lingue: portoghese, polacco (già fatto, ma
non stampato), in arabo, ebraico, ecc.
c) I nostri strumenti di comunicazione (riviste, internet, Franciscan Multimedia
Center; Christian Information Center); il nuovo DVD della Custodia?
- Riviste: La Terra Santa in italiano è migliorata molto, almeno nella veste
tipografica. In questi ultimi numeri risalta meglio il suo compito di essere strumento
di comunicazione con i pellegrini e gli altri amici di Terra Santa per quanto riguarda
gli studi biblici, l’archeologia, la storia, la situazione sociale... Senza dimenticare che
è la rivista della Custodia Francescana di Terra Santa. Le altre due, La Terre Sainte
e Tierra Santa, hanno migliorato, ma dovrebbero essere ancora perfezionate. Come
fare? È importante, tuttavia, lavorare di più sull’aspetto tecnico e sulla diffusione.
Le riviste in tedesco e in polacco seguono la stessa linea. Della rivista Holy Land,
è uscito il 1º numero e sta per uscire il secondo. Adesso viene fatta e stampata a
Washington, anche se la grafica viene fatta a Milano. La rivista in arabo è in fase di
trasformazione.
C’è sempre la questione irrisolta per alcune riviste: Dove stamparle? Nella propria
nazione? Ci sono ancora molti problemi nella distribuzione.
- Internet: È migliorato, senza dubbio: è in 6 lingue e si sta pensando di introdurne
altre; ci sono i films, le fotografie sono di qualità… C’è ancora molto da fare per
raggiungere l’ideale, e vorremmo che l’informazione fosse più ampia.
Pensiamo che è necessario: creare una équipe che porti avanti tutto (non è sufficiente
il lavoro di Marie-Armelle Beaulieu); non perdere agli antichi collaboratori; avere
i traduttori nelle diverse lingue; fare un preventivo delle spese (non si può andare
sempre alla buona); aggiornare la presentazione dei Luoghi Santi, seguendo un
progetto editoriale.
- Franciscan Multimedia Centre: È una grossa novità e pensiamo che sia importante
per l’informazione della vita in Terra Santa, specialmente della Custodia. Come
migliorare? Bisogna investire di più, con gente preparata, sempre secondo i progetti
della Custodia Francescana di Terra Santa.
- Christian Information Centre: L’edificio accoglie attualmente tre attività:
- Pilgrims Office: per la prenotazione delle Sante Messe, Ora Santa al Getsemani,
ecc…: bisogna studiare meglio l’assegnazione delle Sante Messe per evitare il
monopolio di alcuni gruppi (prenotano sempre al Santo Sepolcro e magari usano
62
due ore, o il tempo di due Sante Messe). È conveniente, ogni anno, fare le statistiche
delle Sante Messe, Sacerdoti e, possibilmente, pellegrini che partecipano. Per quanto
riguarda agli ingressi solenni si dovrebbero limitare a due, massimo tre alla settimana,
preferibilmente con la presenza di un vescovo.
Dobbiamo pensare a fissare le S. Messe per gruppo linguistico. In quali Luoghi
Santi? Come fare? Il tema è molto difficile. Si è discusso anche la possibilità di
fissare un numero minimo di persone per concedere la possibilità di celebrare in un
Santuario, specialmente in quelli grandi come Nazareth, Getsemani, ecc.
- Christian Information Centre: chi entra nell’edificio lo vede quasi sempre vuoto,
ad eccezione delle persone incaricate. Che tipo di informazione cristiana diamo? È
importante il servizio e si è migliorato di molto il servizio telefonico. Pensiamo che
nel Centro si possono organizzare altre attività. Il Centro di Nazareth ora funziona
meglio. Sono centri da potenziare.
- ONG della Custodia: è al piano superiore. Deve risaltare meglio la relazione
della ONG con l’informazione sui Luoghi Santi, anche in vista di progetti, come
quello di Cafarnao ed altri. Presentare i progetti nelle diverse lingue e in Internet.
- Il nuovo DVD della Custodia: la versione per Israele e per i Paesi Arabi è già in
vendita; anche in Italia e in Spagna è già in vendita. Per gli USA, è stato firmato il
contratto.
- Franciscan Corner: non c’è un grande afflusso di clienti. Cosa vendere? Soltanto
i nostri libri? Pensiamo che deve essere allargata la vendita ad altre produzioni,
compresi anche i dépliants dei Santuari, DVD, ecc.
d) - Che informazione diamo ai Commissari di Terra Santa? È sufficiente? Come
migliorare? Sono stati pubblicati gli Acta del Congresso dei Commissari con due testi
separati che creeranno difficoltà (facilmente si perderà la seconda parte). Non è stato
ancora fatto niente sul Vademecum, ma è necessario, prima di tutto, chiarirsi bene in
cosa debba consistere: è un testo giuridico o deve contenere temi pratici per aiutare
il Commissario (vecchio o nuovo) nel suo lavoro? Le domande dei Commissari
chiedevano di avere chiarimenti su: Santa Sede e Commissari; compilazione dei
moduli della Ratio Œconomica; Messe perpetue e diplomi per i benefattori;
preparazione del poster per la propaganda del Venerdì Santo; invio della Colletta del
Venerdì Santo. Pensiamo, inoltre, che quando si riuniscono i Commissari, ci debba
essere la partecipazione di qualcuno della Custodia, sapendo però, con il dovuto
anticipo non soltanto le date della riunione ma soprattutto l’Ordine del Giorno. Infine
pensiamo che, a livello di Custodia o a livello di Economato, sia necessario avere dei
frati incaricati a rispondere e a informare i Commissari, per gruppo linguistico. Non
è un momento aureo nell’attività dei Commissari e si prospettano tempi difficili per
questi ambasciatori della Custodia di Terra Santa nel mondo.
63
e) Comunicazione dei responsabili con i guardiani e i sacrestani, e di questi con
i responsabili. Come fare? Relazione annuale dei responsabili? - La Segreteria dei
Luoghi Santi propone che ogni Guardiano, con l’aiuto dei sacrestani, presenti ogni
anno una breve relazione sull’attività del Santuario. La relazione deve comprendere:
1 - Quante S. Messe sono state celebrate e, se possibile, quanti pellegrini vi hanno
partecipato (almeno una cifra approssimativa); 2 - Difficoltà e mezzi necessari per
portare avanti questo lavoro pastorale; 3 - La partecipazione dei frati della Comunità
alla vita del santuario (confessioni, accoglienza, ecc.); 4 - Il Capitolo Locale e il
Santuario: si parla dell’attività del Santuario (accoglienza, confessione, servizio,
ecc.?); 5 - Lavori per la conservazione e il miglioramento del Santuario: quelli fatti
e quelli che si dovrebbero fare; 6 - Altre proposte.
f) I parroci e i direttori delle scuole di Terra Santa e i Santuari: come arricchire
questa comunicazione? Abbiamo costatato che non è stato dato molto seguito
alle raccomandazioni e proposte fatte nella riunione del 25 aprile 2006 (cf. Frati
della Corda, Maggio 2006, 11-13). È importante rendere operante la relazione tra
parrocchia e santuario, tra guardiano e parroco, e tra questi e i direttori di scuola.
g) Il portavoce della Custodia. Si sta cercando.
h) Come migliorare la comunicazione in Custodia? La prima cosa da fare è
prendere coscienza che l’informazione è importante: non soltanto è necessario
informa ad extra sulle nostre attività, ma anche ad intra, in modo che i frati della
Custodia sentano l’importanza di tutto ciò che si riferisce alla Custodia. Senza la
conoscenza non c’è amore. È molto importante preparare qualche frate per questo
servizio, oppure cercarlo in altre Province. Infine, per informare bene bisogna
investire: usando mezzi sempre più adatti per questo scopo; avendo persone capaci
di farlo. Ciò esige, quindi, di usare risorse per questo compito, sapendo che una
buona pubblicità serve anche per raccogliere quello che si è seminato, in vista della
nostra missione in Terra Santa.
2. Le celebrazioni dei pellegrini nei santuari
a) L’eccezionale afflusso dei pellegrini sta creando grandi difficoltà per i nostri
Santuari e per i nostri frati, e questo si riversa anche sui pellegrini. Anche se
non abbiamo ancora statistiche complete, è evidente che l’afflusso dei pellegrini
è incredibilmente aumentato: aumentano i gruppi, le celebrazioni sono molte, ciò
produce stanchezza, tensione e qualche volta scontento sia per i frati che per i
pellegrini. La Segreteria dei Luoghi Santi ha individuato alcuni problemi più urgenti
che sono da studiare e, dov’è possibile, proporre qualche soluzione:
- Come regolare la situazione, difficile, che si è creata a Betlemme e al Santo
Sepolcro? È indubbio che questa massa di pellegrini mette a dura prova strutture
organizzative ed orari… Pellegrini e guide si lamentano contro i greci che sono
64
diventati ormai padroni assoluti nei due santuari per ciò che si riferisce alle visite
della Grotta della Natività e della Tomba di Cristo (non soltanto fanno pagare
i pellegrini, ma li fanno passare per i loro luoghi, e ancor peggio, qualche volta
danno la preferenza ai gruppi ortodossi, a scapito di quelli cattolici o protestanti).
Come fare? Come regolare questo flusso? Cosa possono fare i nostri sacrestani o
il personale ausiliare, specialmente quando c’è l’ingresso solenne di un gruppo
cattolico con un vescovo/cardinale? Come comportarsi con gli ingressi solenni,
specialmente se il gruppo è molto grande? Ci vuole più personale per le Sante Messe
al Calvario, al Sepolcro e alla Grotta della Natività. Infine, abbiamo preso in esame
l’orario continuo della Basilica della Natività e di Santa Caterina. A Nazareth sembra
vada meglio; a Betlemme, non abbiamo risposte chiare e sicure.
b) Si possono allungare gli orari dei Santuari, specialmente al pomeriggio. Non
è possibile chiudere un Santuario alle 5 di sera, quando restano ancora più di due
ore di sole, specialmente nei Santuari sul Lago. I gruppi non hanno la possibilità
di realizzare il loro programma! L’esempio di Nazareth può essere esteso ad altri
Santuari. Ma è necessario avere più personale.
c) Si deve pensare più seriamente se non sia opportuno programmare celebrazioni
secondo le lingue. I gruppi spagnoli, durante il triduo pasquale, fanno celebrazioni al
Getsemani mettendo insieme fino a 15/16 gruppi. L’importante è che ci sia una buona
animazione di queste celebrazioni collettive. Per adesso possiamo incominciare con
le Messe a Nazareth, e le Ore Sante al Getsemani.
d) I confessori nei Santuari. Valutazione positiva dei sacerdoti secolari o religiosi
che sono venuti come confessori per il Santo Sepolcro. Anche se non c’è molto
afflusso, resta una presenza e un servizio importante. Ci sono tanti casi delicati. È
importante, specialmente nel Getsemani, creare confessionali appropriati.
e) I responsabili dei Santuari e i pellegrini. Il sacrestano e gli altri che accolgono i
pellegrini devono indossare l’abito: è un segno per tutti; sia in relazione sul Santuario
(cf. sopra), sia per l’assistenza e l’accoglienza fraterna secondo lo stile e la tradizione
francescana.
e) Cosa c’è da dire sulla celebrazione della Festa di Santa Caterina a Betlemme:
Cristo Re, Avvento, oppure Santa Caterina? Non è stato chiarito. Tutte le opzioni
sono possibili.
e) Cosa si fa nella Cappella dei Franchi? È necessario celebrare l’Eucaristia nella
Cappella almeno una volta alla settimana.
3. Sussidi per le celebrazioni liturgiche nei Santuari
- Sono stati fatti i depliants, ma pare che i superiori non li vogliono perché costano
molto. I responsabili dei Santuari devono usare questi depliants. È una decisione
della Custodia.
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- Sussidi liturgici: ne sono stati fatti molti. È conveniente che ci sia qualche
spiegazione, letture in diverse lingue (in quello dell’Ascensione, per esempio,
mancano le letture), canti che possano essere cantati da tutti.
- Uffici della Settimana Santa al Santo Sepolcro. Si è lavorato molto, e adesso è in
fase di sperimentazione. Si dovrà valutare più avanti, una volta avuta l’approvazione
definitiva della Chiesa.
Libretti liturgici a cura della Segreteria custodiale
Capitulum Under 10, Ordinis Fratrum Minorum, die 7 Iulii 2007 - hora 7.30, Missa,
in basilica Resurrectionis Domini, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2007.
Dominica Pentecostes, Sollemnitas, Ingressus Custodis et Secundæ Vesperæ
sollemnes ad Sanctum Cœnaculum, Ierosolymis, Custodia Terræ Sanctæ,
Ierusalem 2008.
Dominica Pentecostes, Sollemnitas, Missa in die, Celebratio Eucharistica, in Ecclesia
Sanctissimi Salvatoris, Ierosolymis, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008.
In Commemoratione Baptismatis Domini, Sollemnitas, feria V ultima mensis Octobris,
Celebratio Eucharistica, ad Flumen Iordanum, Iericho, Custodia Terræ Sanctæ,
Ierusalem 2008.
In Exaltatione Sanctæ Crucis, Sollemnitas, die 14 Septembris, Celebratio
Eucharistica in Sancto Golgotha, Ierosolymis, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem
2008.
In Nativitate Domini, Sollemnitas, diebus 24 -25 Decembris, Celebrationes in
Civitate Bethlehem, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2007.
In Nativitate Sancti Ioannis Baptistæ, Sollemnitas, die 24 Iunii, Ad Secundas
Vesperas, in Deserto Præcursoris Domini, Ain Karem - S. Ioannes in Deserto,
Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008.
In Nativitate Sancti Ioannis Baptistæ, Sollemnitas, die 24 Iunii, Celebratio
Eucharistica, in Ecclesia Nativitatis Præcursoris Domini, Ain Karem - S.
Ioannes in Montana, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008.
In Visitatione, Beatæ Mariæ Virginis, Sollemnitas, die 31 Maii, Celebratio
Eucharistica, ad sanctuarium Visitationis B.M.V., Ain Karem, Custodia Terræ
Sanctæ, Ierusalem 2008.
Ingressus Sollemnis in Basilica Nativitatis Domini, die 25 Iunii 2008, ab Ecc.mo
ac Rev.do D.D. Fouad Twal, Novo Patriarcha Latino Hierosolymitano peractus,
Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008.
Ingressus Sollemnis in Basilica Nativitatis Domini, die 27 Februarii 2008, a
cardinale Leonardo Sandri, Præfecto Congregationis Ecclesiarum Orientalium
peractus, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008.
66
Ingressus Sollemnis in Basilica Sanctissimi Sepulcri, die 22 Iunii 2008, ab Ecc.mo
ac Rev.do D.D. Fouad Twal, Novo Patriarcha Latino, Hierosolymitano peractus,
Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008.
Ingressus Sollemnis in Basilica Sanctissimi Sepulcri, die 25 Februarii 2008, a
cardinale Leonardo Sandri, Præfecto Congregationis Ecclesiarum Orientalium
peractus, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008.
Missa Sollemnis, in Basilica Sanctissimi Sepulcri, die 23 Iunii 2008, ab Ecc.mo ac
Rev.do D.D. Fouad Twal, Novo Patriarcha Latino, Ierosolymitano celebrata,
Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008.
Missa votiva in Annunciatione Domini, die 28 Februarii 2008, Celebratio Eucharistica,
a cardinale Leonardo Sandri, Præfecto Congregationis, Ecclesiarum Orientalium
celebrata, Nazareth - Basilica Annunciationis, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem
2008.
Ordo benedictionis organi ecclesiæ Ssmi Salvatoris, a Ex.mo D.D. Francisco
Lackner ofm Episcopo auxiliare Græcense-Seccoviense peracta, die 18 Aprilis
2008, Ierosolymis, Custodia Terræ Sanctæ
Ordo pro solemni ingressu Fratrum Capituli Under 10 in Basilicam Resurrectionis,
6 iulii 2007 - hora 11.30, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2007.
Ordo Processionis
quæ
Bethlehem in Basilica Nativitatis D. N. Iesu Christi
Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008.
fratribus minoribus peragitur,
a
Rinnovazione della Professione e consegna della Regola, nella Festa di Tutti i Santi
dell’Ordine Serafico, Getsemani, 29 novembre 2007 Nazareth, 30 novembre
2007, Custodia di Terra Santa
S. Marthæ Mariæ et Lazari, Hospitum Domini, Festum, die 29 Iulii, Missa Sollemnis
in Ecclesia Bethaniæ, (Lazarium), Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008.
Sancti Alberti Magni episcopi et Ecclesiæ doctoris, festum, die 15 novembris,
Celebratio Eucharistica, in festivitate MR Alberti II, Regis Belgici, Ss.mi
Salvatoris - Ierosolymis, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008.
Sanctorum Innocentium Martyrum, Sollemnitas, die 28 Decembris, Celebrationes
in Crypta Sepulcrorum Innocentium, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008.
Sanctorum Simeonis et Cleophæ, martyrum, Sollemnitas, die 25 Septembris,
Celebratio Eucharistica in Basilica Manifestationis Iesu, Emmaus - AlQubeibeh, Custodia Terræ Sanctæ 2008.
Septem Dolorum Beatæ Mariæ Virginis, Sollemnitas, feria VI hebdomadæ V
Quadragesimæ, Celebratio Eucharistica, ad altare B.M.V. Perdolentis.
67
4. Musica Sacra
Fra Armando Pierucci, direttore dell’Istituto Magnificat e organista di San Salvatore
e del Santo Sepolcro, ha presentato tre temi intorno alla musica sacra in Custodia:
a) Il Coro della Custodia di Terra Santa: Il 17 settembre 2004 il Coro, sotto la
direzione dei Maestri fra Armando Pierucci e Hania Soudah Sabbara, ha iniziato un
nuovo periodo. Attualmente è formato da 25 membri che, per la maggior parte, sono
giovani che hanno studiato musica per diversi anni al Magnificat e altrove. Dedicano
cinque ore settimanali alle prove, sotto la direzione della Mº Hania Soudah Sabbara.
Un’insegnante di canto, la Prof. Veronika Tonkonogov, li ascolta personalmente e li
segue nell’insieme. Il Custode ha sempre incoraggiato il lavoro del Coro.
Il Coro è impegnato nel servizio liturgico delle principali feste, celebrate sotto la
responsabilità della Custodia di Terra Santa. A questo ha aggiunto la cooperazione
con altri cori e gruppi musicali di altri paesi, al fine sia di reperire in loco altri
componenti, sia di avere nuove e continue possibilità di sviluppo e di esecuzione.
In questo senso il coro è stato in Italia nella Regione Marche (6-10 dicembre 2007)
e, con il gruppo corale S. Cecilia di Fabriano, ha eseguito quattro concerti e animato
due sante Messe (nel santuario di Loreto e a Fabriano). Il 25 e il 28 maggio 2008,
inoltre, ha eseguito due concerti insieme al coro Israeliano Eli Gefen di Tel Aviv e
all’orchestra dei Medici di Amburgo (Germania).
b) Le prestazioni musicali degli Studenti del STJ meritano un grande apprezzamento.
Le loro esecuzioni, specialmente durante la Settimana Santa 2008, quando molti brani
venivano cantati per la prima volta, hanno dato grande decoro alle celebrazioni.
c) La cura del patrimonio organario. La Custodia di Terra Santa, grazie alla
generosità del Commissariato di Terra Santa dell’Austria, ha potuto risolvere l’ormai
secolare problema dell’organo della chiesa di San Salvatore. Nel mese di aprile,
infatti, si è inaugurato il nuovo organo Rieger (Austria) con quattro memorabili
concerti. Quattro concertisti, venuti dal Conservatorio di Vicenza, il soprano Gloria
Bruni (Germania), i due cori, Yasmeen e Magnificat della Custodia, un ensemble
di ottoni (Vicenza), hanno fatto apprezzare grandemente il nuovo prestigioso
strumento. Ai quattro concerti ha partecipato sempre un folto pubblico. Ciò non fa
dimenticare la necessità di aver cura degli altri organi della Custodia, che esigono
sempre un’assistenza periodica. Quello del Santo Sepolcro, soprattutto, soggetto
alla polvere dei muri e al fumo delle candele, andrà ripulito nel prossimo mese di
luglio 2008 dalla stessa ditta costruttrice, Rieger.
5. Santuari e arte sacra
Fra Michele Piccirillo ha presentato la seguente relazione sui lavori fatti o da fare
nei Luoghi Santi:
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a) Santo Sepolcro. Rilievo Sismico. Tutto procede regolarmente. Anche sotto
l’aspetto economico. Contributi finora ricevuti da Cavalieri Santo Sepolcro, San
Miniato, Associazione Giovanni Paolo II Toscana. (Promessi: dal Ministero degli
Esteri - Consolato Italiano).
b) Santo Sepolcro. Affreschi nella Cappella dell’Invenzione. L’Istituto di Venezia
sta procedendo alla documentazione e agli esami.
c) Santo Sepolcro. Altare con ambone e sobria decorazione della Colonna nella
Cappella dell’Apparizione alla Madonna. Il progetto iniziato per il 2000 con
contributi vari, sta arrivando in porto.
d) Betfage. Affreschi. L’Istituto di Venezia sta eseguendo la documentazione e gli
esami.
e) Getsemani Basilica. Mosaici. È iniziata la documentazione dei danni e la
preparazione del progetto da parte di un mosaicista e di un architetto. Il problema
principale riguarda la copertura in piombo che lascia passare l’acqua che a sua volta
origina un movimento di dissesto nella struttura muraria e la caduta delle tessere
del mosaico. Il vero problema perciò sono gli scarichi dell’acqua. Alcune sezioni
della struttura vanno ripulite. L’architetto sta preparando il progetto di intervento sul
tetto e sulla muratura che una volta terminato permetterà di intervenire sul mosaico
(all’esterno sono 6/7 metri da staccare e riposizonare; all’interno si tratta di piccoli
interventi). In preparazione del restauro del mosaico ho ordinato già le tessere vitree
a Venezia. Sarebbe auspicabile fare un nuovo allestimento elettrico a luce fredda
facendo venire una ditta specializzata per una proposta. Mi è stato telefonato che il
progetto da me chiesto ad una ditta specializzata è già pronto utilizzando il Sistema
LED.
f) Visitazione. Edicola della Madonna della Bruna sulla scala che sale alla Chiesa
Superiore.
Da Bari fra Pio D’Andola mi ha accompagnato a Matera, su richiesta dell’Arcivescovo
Salvatore Ligorio il quale mi ha assicurato l’intenzione di terminare l’edicola
dono della Diocesi al santuario. La copia in mosaico che sostituirà l’affresco è già
giunta alla Visitazione ed è stata posta al centro dell’edicola sostituendo l’affresco.
Da Matera giungerà la cuspide dell’edicola che noi monteremo. L’inaugurazione/
benedizione dell’edicola è prevista durante il primo pellegrinaggio diocesano di
Matera (1-8 agosto) che sarà seguito dal pellegrinaggio/esercizi dei Sacerdoti della
diocesi (10-17 novembre).
Per lo scavo dello scarico delle acque nel cortile antistante la chiesa. Dopo lo scavo
condotto da fra Carmelo Pappalardo, abbiamo concordato con il Dipartimento la via
da seguire. I lavori procedono.
g) Magdala. Abbiamo presentato al Dipartimento la richiesta di rinnovo della
licenza di scavo.
69
h) Monte Nebo. Tutto procede regolarmente con i micropali. Abbiamo incaricato
una ditta di Amman per la rimozione del tetto (copertura di lastre di eternit, capriata
in ferro e smontaggio dei muri aggiunti con smaltimento dei rifiuti). Non pagheremo
ma riceveremo 2.000 JD della differenza tra valore della capriata e lavoro eseguito.
i) Nazareth - Grotta dell’Annunciazione. Il Prof. Giorgio Malesani e la Dott.
ssa Emma Cantisani mi hanno presentato il primo rapporto delle condizioni
termoigrometriche ambientali e del materiale litoide rilevate tra il 22 Ottobre 2007
e il 13 Gennaio 2008. Gli altri esperti stanno definendo il metodo di intervento. Ho
sollecitato la loro venuta prevista per la seconda settimana di luglio, dopo l’incidente
della caduta (provvidenziale!) della mano di cemento aggiunto qualche anno fa.
k) Nuovo progetto di segnaletica e ristrutturazione del Santuario dell’Annunciazione
di Nazareth. Nuova segnaletica del Santuario; si prevede un nuovo percorso del
santuario, con indicazioni precise, riguardanti sia i luoghi da visitare, sia le norme
a seguire: 1) Postazioni per le guide, con disegni riguardanti la Grotta e Basilica
inferiore, nelle sue diverse fasi, storico-architettoniche e archeologiche; 2) Nuovo
ingresso alla chiesa di San Giuseppe, attraverso l’attuale giardino antistante la chiesa;
3) Sistemazione dei reperti archeologici dei diversi edifici sacri, ritrovati durante gli
scavi, a seconda del luogo storico da visitare; 4) Nuova uscita del Santuario, dalla
zona degli scavi, per arrivare al cortile antistante alla basilica; 5) Fonte e cascate di
acqua, nella zona delle antiche terrazze e giardino, come espressione della pienezza
di grazia, riversatasi in Maria a tutta l’umanità; 6) Ricollocazione dell’attuale statua
della Madonna (ora nei pressi della chiesa di San Giuseppe), al centro del cortile
d’ingresso della Basilica, entro un disegno particolare presente in vari luoghi di
pellegrinaggio (il labirinto); 7) Nuova uscita del Museo del Santuario; 8) Nuovo
Souvenir Shop, e stanza del guardiano, accanto all’Ufficio dei Pellegrini.
l) Damasco - Cappella della Caduta di San Paolo. Si potrebbe pensare
all’inaugurazione della nuova cappella oramai terminata in occasione dell’apertura
dell’Anno Paolino, il 29 Giugno. Un gruppo di 5 scultori guidati dal Prof. Vincenzo
Bianchi dell’Accademia di Firenze giunti a Damasco il 25 maggio sta realizzando
alcune sculture nel santuario.
m) Seforis e Naim. È in fase avanzata l’iter burocratico per l’approvazione dei
progetti di Seforis (restauro della basilica crociata e realizzazione di una piccola
casetta per i monaci ivi residenti) e di Naim (costruzione di un piccolo conventino a
fianco della chiesa).
n) Gerico. Chiesa del Buon Pastore. La chiesa e il conventino del Buon Pastore
furono costruiti su progetto di Antonio Barluzzi nel 1924-5, contemporaneo
perciò con le Basiliche del Tabor e del Getsemani. È un monumento storico che
va conservato e restaurato. Dopo aver parlato con il Superiore e Parroco, mi sono
attivato per preparare un progetto idoneo da presentare al Discretorio.
70
o) Colloquio sulla storia della Custodia. Dopo averne parlato con il Prof. Franco
Cardini, martedì 1º Aprile abbiamo avuto una riunione a Firenze Palazzo Strozzi
con il gruppo di studiosi mediovalisti fiorentini. Per ora stiamo mettendo insieme
una lista internazionale di studiosi tra i quali scegliere quelli a cui affidare un tema
prestabilito che fa al nostro scopo.
Fra Stefano De Luca ha presentato la seguente relazione sui lavori fatti o da fare
nei Luoghi Santi:
a) Capernaum Project. Con il Capernaum Project la Custodia intende valorizzare
il santuario di Cafarnao attraverso la realizzazione di un Visitor and Interpretation
Center, la riorganizzazione delle aree di preghiera e meditazione e l’ampliamento dei
percorsi di visita, che permettano ai pellegrini di sperimentare con maggiore efficacia
la connessione tra i luoghi evangelici e i personaggi che vi agirono. Nel Visitor Center
troveranno posto, oltre ad un’esposizione tradizionale di reperti provenienti dagli
scavi di Cafarnao, anche una serie di supporti multimediali e interattivi secondo
i più moderni criteri di musealizzazione, per consentire al visitatore un contatto
immediato con la vita quotidiana e la cultura materiale del tempo di Gesù e per
aiutarlo a comprenderne il messaggio. Gli interventi di riorganizzazione dell’area
archeologica che si rendono necessari per la conservazione e per la sicurezza del
sito, apporteranno un decoro degno dell’importanza del luogo evangelico. Allo
stato attuale, il progetto ha superato l’approvazione locale, ma è stato bocciato a
livello distrettuale perché ritenuto non conforme al Piano Regolatore Nazionale che
prevede il Sentiero ciclabile lungo le spiagge di tutto il lago. Si è pertanto deciso di
dividere il progetto in due blocchi: 1) l’ampliamento del percorso di visita nell’area
archeologica; 2) la costruzione del Visitor Center e delle facilitazioni. Per procedere
all’implementazione della prima fase sono stati ottenuti i permessi dell’Israel
Antiquities Authority, ma si attende ancora quello dei Parchi Nazionali.
2. Magdala Project. Presso l’area archeologica di proprietà della Custodia di Terra
Santa a Magdala si estende una zona ritenuta edificabile, dal nuovo piano regolatore,
e dove è stata prevista la costruzione di un grande centro commerciale e di una
serie di servizi e strutture alberghiere. Tutto ciò minaccia di alterare profondamente
l’area cristiana. se non addirittura di confiscarne una buona porzione per usi pubblici.
Per questo la Custodia, con il patrocinio dello SBF, e dopo aver risolto la vertenza
legale con i precedenti vigilanti, ha deciso di rinnovare le sue cure al luogo santo
procedendo al ripristino delle strutture messe in luce nei vecchi scavi, riprendendo
lo studio e la conservazione dell’area e avviando nuove indagini archeologiche. Lo
scavo del 2007, diretto da fra Stefano De Luca, ha riportato alla luce un grande
quartiere residenziale disposto lungo un decumano. In ottemperanza alla legge
sulla protezione delle antichità è stato così possibile difendere la parcella soggetta
a confisca (3.500 mq) con una recinzione metallica. Nel frattempo, è stata eseguita
71
la pianta archeologica di tutto il sito e sono stati eseguiti importanti scavi nell’area
delle terme. La campagna archeologica del 2008 è già cominciata con lo scavo lungo
il muro di cinta per il cablaggio dell’energia elettrica e proseguirà nel settore ovest
fino a dicembre. Si veda il sito web: www.magdalaproject.org.
6. Ufficio tecnico della Custodia e gruppo di controllo dei Santuari
Ribadiamo quello detto al Capitolo: La Custodia aveva creato l’Ufficio Tecnico
proprio per una supervisione continua dei santuari e dei conventi, per la manutenzione
ordinaria a volte più urgente degli interventi straordinari. Se ne sente la necessità.
Secondo il parere della Segreteria, sarebbero sufficienti un architetto e un geometra
imprenditore che, sotto la supervisione di un frate, periodicamente o su richiesta
del Superiore, vadano a dare un’occhiata ai santuari e alle case suggerendo, dove
necessario, il da farsi e preparando, quando serve, un progettino di intervento.
La Segreteria dei Luoghi Santi aveva nominato un gruppo che deve controllare le
irregolarità presenti in altri Santuari, e, se ci sono, provvedere a norma degli Statuti
Speciali della Custodia. Capitolo I. Santuari e Pellegrini, art. 11.12. e 14. Pensiamo
che debba essere nominato questo gruppo e messo in grado di lavorare.
7. Le Case Nove e l’animazione dei pellegrini: situazione e problemi.
Non essendo presente nessun responsabile delle Case Nove non abbiamo trattato
questo tema, che consideriamo importante.
fra Artemio Vítores ofm
Presidente della Segreteria per i Luoghi Santi
Franciscan Multimedia Center
Il Franciscan Multmedia Center è stato inaugurato il 12 gennaio scorso. A breve
celebreremo 6 mesi dal suo inizio. Riassumo le attività svolte in questo tempo
dividendole in due distinte fasi: la prima fase ha visto concentrarsi la nostra equipe
sulle prove tecniche delle attrezzature e del formato dei programmi; la seconda fase
si sta avviando in questo momento e consiste nella produzione vera e propria.
1. La prima prova tecnica è stata realizzata in occasione della Pasqua. Durante
la Settimana Santa abbiamo testato tutte le attrezzature sia in esterno che in studio.
Il Giovedì Santo si è realizzata la prima trasmissione per il Brasile, in diretta dallo
Studio del Terra Santa College mediante fibra ottica.
La sera stessa al Getsemani si è tenuta un’altra diretta televisiva in esterno mediante link satellitare. Il collegamento é stato fatto da tre diversi satelliti i quali hanno
diffuso il segnale in: America del Nord, America del Sud, Europa e Asia. L’esito è
stato molto positivo.
La seconda prova è avvenuta nel Santo Sepolcro, come trasmissione in differita.
Era necessaria per verificare le condizioni di lavoro sul posto. La qualità dell’imma72
gine e il risultato finale del lavoro sono stati considerati dalle altre emittenti televisive di alto livello. La Messa di Pasqua è stata registrata e inviata in differita dallo
Studio del Terra Santa College, mediante fibra ottica.
La qualità dell’immagine delle Telecamere è molto buona. Anche le attrezzature
(studio regia, montaggio, video) sono risultate perfettamente compatibili. La connessione tra Studio del Franciscan Multimedia Center e Satlink, tele porto satellitare, è
molto soddisfacente.
La terza prova: Le celebrazioni d’insediamento del nuovo Patriarca di Gerusalemme sono state ugualmente una prova e una sfida: fare le registrazioni complete e
distribuirle alle altre televisioni. I servizi giornalistici sono stati resi disponibili negli
stessi giorni in portoghese, italiano e arabo.
Altre collaborazioni
Telepace ha un ufficio nel Franciscan Multimedia Center. Essendo nella stessa
struttura spesso ci capita di condividere il materiale girato.
Televisione e Sito H20: agenzia italiana di distribuzione di film per le emittenti
cattoliche con traduzione in 8 lingue e video in alta risoluzione.
RomeReports: Agenzia di stampa che ha sede a Roma. Un suo corrispondente è
presente saltuariamente nei nostri uffici.
Télé Lumière: Abbiamo iniziato una collaborazione con fra Samuel Habib F.
Fahim.
Sito cinese: È in costruzione con fra Lionel Goh.
Maria Vision, tv messicana, è stata nel Franciscan Multimedia Center nella Settimana Santa e ritornerà nel mese di agosto.
Video per il Sito della Custodia: siamo alla ricerca del format (videoclip, news, catechesi) più adatto a chi frequenta il sito. Stiamo verificando l’indice di gradimento
tramite i contatti avvenuti... L’altra sfida resta la traduzione nelle diverse lingue.
Il numero di visite su Youtube è di: 102.056
Canção Nova: 5 milioni al mese
Programmi realizzati da Canção Nova
Terra Santa Noticias: un concentrato di notizie della settimana con trasmissione in
Brasile e in Portogallo. Programma facilmente adattabile in altre lingue.
Inside Holy Land: Programma di interviste in inglese.
2. Periodo di produzione: Entriamo ora, nel periodo di produzione del Centro.
Stiamo elaborando materiale sia per la trasmissione nei vari canali televisivi sia per
la distribuzione in DVD.
Il primo lavoro in preparazione è la serie Paolo, Apostolo delle Genti in programma
lungo tutto l’Anno Paolino, realizzato in formato HDV - alta risoluzione. La prima
73
parte è dedicata ai primi anni della vita dell’Apostolo, alla sua formazione giudaica
nella scuola di Gamaliele, la persecuzione dei cristiani, l’incontro con Gesù sulla via
di Damasco. La seconda parte sui viaggi, le lettere e il martirio.
Documentario: Quando Dio chiede scrive. Mese di ottobre (Sinodo dei Vescovi).
Obiettivo: aiutare la gente a ripercorrere il cammino dell’Annunzio della Parola,
attraverso le immagini, risvegliando la loro curiosità, e suscitando il fascino sui
secoli di storia. Il documentario inizia il suo percorso dai primi tempi fino a oggi;
dall’incisione sulla pietra, argilla, scritti sui papiri, pergamene fino alla scoperta della
carta e della stampa con Gutenberg e al micro film.
Video istituzionale: Custodire i luoghi santi e preservare le pietre vive sarà fatto in
collaborazione con l’Associazione di Terra Santa.
Documentario: 800 anni della presenza francescana in Terra Santa (inizio prossimo
anno).
Il Franciscan Multimedia Center ha percorso il cammino del tempo televisivo che
non é il nostro tempo reale, ma quello delle esigenze proprie del mezzo, con le sue
tappe creative, ossia produzione, registrazione, pre-edizione e post-produzione. È
un arduo lavoro di equipe, ma allo stesso tempo affascinante. Per noi Canção Nova
è stata una sfida per capire il mondo dove siamo, come le novità del nuovo lavoro.
Esperienza forte, esigente ma allo stesso tempo gratificante.
È nostro desiderio collaborare per lo sviluppo del Centro di comunicazione perché
questo arrivi alla sua meta e potenzialità. Essere sentinelle delle buone notizie della
Terra Santa, attraverso tutti i mezzi, cattolici o non, e utilizzando tutti i tipi di media
perché l’annuncio della Buona Novella arrivi a tutti.
Maria Lurdes Nuñes
Il sito internet della Custodia
Dal 10 febbraio 2008 il sito internet si apre con una nuova presentazione. Non è un
nuovo sito. Il 100% delle informazioni della Custodia della precedente versione sono
state ripristinate, organizzandole in modo da essere immediatamente accessibili.
Nuove pagine sono state aggiunte per sviluppare la presentazione della missione
della Custodia (i siti legati alla Custodia sono rimasti identici).
Oltre alla nuova presentazione è sostanzialmente cambiata la struttura tecnica.
Molto più flessibile, permette anche a chi non conosce il linguaggio informatico di
mettere articoli e fotografie in linea.
Analisi delle visite
Un codice analitico è stato inserito e permette un’analisi molto raffinata delle
visite. Dal 10 febbraio ci sono state 77.000 visite, ossia una media di 660 al giorno.
Più di 300mila pagine sono state viste.
74
I visitatori provengono da 138 Paesi. I primi dieci sono:
Pagine Tempo medio Nuove visite tasso di
per visita
sul sito
(en %)
rimbalzo
1. Italia
18 301
5,35
00:04:04
38,54 %
15 080
5,00
00:06:03
22,69 %
2. Israele
4 854
5,75
00:05:01
36,79 %
3. Spagna
4. USA
3 294
4,84
00:04:42
60,72 %
5. Francia
3 078
4,98
00:04:20
54,52 %
6. Polonia
1 466
5,04
00:04:26
46,52 %
7. Territori Palestinesi
1 265
4,85
00:06:57
33,91 %
8. Canada
1 015
5,96
00:05:26
64,53 %
9. Brasile
981
4,54
00:05:28
41,90 %
10. Messico
779
5,53
00:06:54
49,17 %
Visite
23,27 %
24,81 %
16,67 %
26,14 %
25,44 %
24,35 %
16,76 %
20,39 %
14,17 %
13,35 %
Tempo medio di visita
Un visitatore rimane in media 5 minuti sul sito, il ché è molto per un sito internet,
e consulta in media 5 pagine per ogni visita.
Le rubriche più visitate
La rubrica informazioni attira il 70% delle visite con il 41,2% per le ultime notizie,
il 19,8% per le SBF/news, e il 7,3% per le notizie video.
Bisogna anche notare che il tasso di rimbalzo medio è del 24% (la media classica
oscilla tra il 40 e il 60%; è totalmente negativo quando il tasso di rimbalzo è al 100%,
è eccellente allo 0%; il nostro è da considerarsi buono).
Cambiamenti notevoli
Una delle novità maggiori è l’aggiunta della lingua ebraica: 4,5% degli internauti;
La sistemazione della traduzione delle notizie della Custodia nelle sei lingue;
Le fotografie in diaporama;
La funzione Inoltra ad un amico.
I costi tecnici del sito
Oltre al costo delle traduzioni e dell’hosting (270 euro all’anno), le spese legate a
questo sito in 18 mesi ammontano a 8mila Euro (500 Euro al mese). La spesa per le
traduzioni, da gennaio 2008 è di +/- 12 000 euro (2000 Euro al mese).
Gli sforzi da perseguire
1. Migliorare la reperibilità
La nuova prima pagina è stata ottimizzata per Google. Ogni giorno viene letta
dai motori di ricerca che ci trovano le parole chiave attraverso i titoli. I motori di
ricerca leggono anche i links della prima pagina. Quindi ogni articolo viene letto
e reso reperibile in ogni lingua. Altre modifiche tecniche sono ancora in corso per
ottimizzare la visibilità del sito.
75
Attualmente il sito è molto frequentato dagli italiani. Dobbiamo concentrare i nostri
sforzi verso gli altri Paesi. Entro fine anno il sito dovrebbe essere tradotto anche in
polacco e in portoghese. Si pensa anche al tedesco e al cinese…
Quale tipo di contenuto redazionale
Da settembre 2008 verrà inviata una newsletter in ogni lingua. Ci si potrà
abbonare on-line. Il che significa che dovremo continuare ad alimentare il sito
settimanalmente.
Ma con quali tipi di articoli?
I dieci articoli più letti sono:
• SBF Notizie. Magdala Project 2007
• SBF. 34° Corso di Aggiornamento Biblico-Teologico dedicato a San
Paolo
• SBF. Giornata di Studio: La Parola di Dio nella vita e nella missione
della Chies
• Lettre pastorale de Sa Béatitude le Patriarche Michel Sabbah
• La Presenza Francescana in Terra Santa
• La Presencia Franciscana en Tierra Santa
• Msgr. Fouad Twal: I want to sow the joy of living
• The Franciscan Presence in the Holy Land
• SBF: Notiziario per l’anno accademico 2006-2007
• Mons. Fouad Twal: Voglio seminare la gioia di vivere
Tutto il lavoro di messa in linea è svolto da fra Stéphane e da Marie Armelle.
Bisognerebbe pensare ad infoltire questa equipe con un’assistenza per la messa in
linea e il lavoro sulle fotografie. E con un/a giornalista.
La rivista araba
Marie Armelle Beaulieu
Ho iniziato la direzione della rivista col numero di ottobre 2007, continuando il
lavoro e la presentazione come ha sempre fatto fra Gabriele Brayer. La rivista araba
è mensile: 10 numeri all’anno.
I temi sono piuttosto nuovi: il primo articolo è biblico. Da ottobre fino a maggio ho
scritto articoli tematici su Matteo. Normalmente scrivo un altro articolo di tematiche
diverse: S. Francesco (due articoli), adattamento da riviste sulla famiglia, magistero
della Chiesa. Preparo, inoltre, le notizie della Chiesa e cerco le foto e le immagini.
Fra Gabriele: scrive o adatta articoli scritti precedentemente da lui.
Joseph Hazboun collabora da tanti anni con fra Gabriele copiando i suoi articoli e
impaginando la rivista, che si dà pronta alla tipografia per la stampa. Scrive un arti76
colo sui villaggi cristiani (traduzione di Bagatti) o sulle Chiese Orientali (traduzione
dalla rivista One).
Da aprile abbiamo anche la collaborazione di un autore noto per i suoi numerosi
libri sulla Bibbia in lingua araba: P. Paul Feghali, che scrive per la nostra rivista un
articolo tematico sulle Lettere paoline, per l’anno paolino.
Anno paolino: col numero di giugno avremo regolarmente almeno due articoli su
Paolo e le sue Lettere. Io scrivo una vita di Paolo e P. Feghali temi paolini.
Fra Toufic collabora scrivendo un articolo sulla storia dell’Ordine (adattamento
dalla rivista francescana La Squilla), e questo per celebrare l’ottavo centenario
dell’Ordine. Fra Samuel collabora con una pagina di meditazione.
Proposte: un ufficio centrale per le riviste dove si può accedere liberamente per
scegliere foto, immagini. Per me è la cosa più difficile. Marie Armelle mi aiuta quando
le chiedo delle foto, tuttavia sarebbe meglio mettere a disposizione dei direttori e del
collaboratore, i database di tutte le foto disponibili.
Internet: non abbiamo ancora messo on line la pagina della rivista araba.
Amministrazione: non ci sono difficoltà per pagare le spese ordinarie.
La rivista francese
Luglio 2008: 10 500 copie.
I due problemi notevoli sono le finanze e la redazione. Il problema della stampa
deve anche essere sottolineato.
1. La redazione: Oggi:
50% degli articoli sono tradotti della rivista spagnola (Tierra Santa) di periodici
italiani (Terrasanta e di Eco di Terra Santa) e altre.
50% sono scritti da fra Vianney Delalande, fra Paul Sylvestre e Marie-Armelle
Beaulieu.
2. La redazione: Nel futuro prossimo
Milano potrebbe provvedere nel tempo reale gli articoli e le fotografie e gli stessi
articoli potrebbero apparire contemporaneamente nei due periodici.
Rimarrebbero pagine proprie alla versione francese.
È necessario quindi avere i mezzi di traduzione.
77
Formazione permanente
Incontri di formazione permanente locali o zonali: Sussidi
per la riflessione personale e comunitaria
Tema generale per questo anno:
Il progetto La grazia delle origini indica così l’obiettivo particolare della
Formazione Permanente nell’Ordine per gli anni 2008-2009:
Restituiamo tutto al Signore con le parole e la vita.
Secondo le indicazioni dell’ultimo Capitolo custodiale di Betlemme,
concretizzeremo la celebrazione della vocazione riflettendo su La vita di fraternità e
l’impegno missionario, in riferimento alla nostra vita di frati minori in Terra Santa.
La riflessione sarà illuminata dalle tematiche dell’anno paolino.
Tematiche particolari:
* Per gli incontri di dicembre 2008:
Lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo.
Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor Papa me la
confermò (Test 14-15). Con stupore e gratitudine celebriamo il dono della nostra
vocazione.
* Per gli incontri di gennaio 2009:
Guai a me se non annuncio il vangelo! (1Cor 9,16). La vocazione apostolica di
san Paolo.
* Per gli incontri di marzo 2009:
Diventare Vangelo. Fratelli nell’annuncio della salvezza.
Incontro del mese di dicembre 2008
Lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo.
Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor Papa me la
confermò (Test 14-15).
Con stupore e gratitudine celebriamo il dono della nostra vocazione.
Questi versetti sono la parte centrale del Testamento (Test) di san Francesco. Sono
un ritratto della prima fraternità francescana. Ci fanno ricordare molti episodi della
chiamata dei fratelli che si unirono a Francesco dal 1208 fino al viaggio verso Roma
per chiedere l’approvazione pontificia della forma vitae evangelica nel 1209.
Gli episodi che sono oggetto di analisi in questa nostra riflessione includono la
consapevolezza della vocazione evangelica che Francesco ebbe alla Porziuncola il
24 febbraio 1208, quando ascoltò la spiegazione del brano evangelico della missione
78
degli apostoli11. Francesco si sente chiamato alla apostolica vivendi forma e ad
accettare come dono del Signore i fratelli che vengono ad unirsi al suo stile di vita.
Dopo questo fatto troviamo il racconto della vocazione di Bernardo da Quintavalle,
di un certo Pietro (non sappiamo se fosse Pietro Cattani), di Silvestro e di Egidio.
Queste narrazioni vocazionali entrano nel contesto del primo contatto che Francesco
e i primi compagni ebbero con il libro dei Vangeli, o meglio, con il Messale usato
nella chiesa di san Nicolò in Assisi. I primi compagni subito si mettono in viaggio
per la loro missione di predicazione. Così fecero Francesco ed Egidio nell’estate
1208 quando partirono per le Marche di Ancona. Tornati alla Porziuncola trovarono
altri nuovi postulanti che li aspettavano: Sabbatino, Morico, Giovanni della Cappella
e Filippo Longo12. Una seconda missione dei fratelli seguì poco dopo. Bernardo
ed Egidio andarono a Firenze e poi a Santiago di Compostella, mentre Francesco
e Filippo andarono nella Valle Reatina13. Questa missione fornì l’occasione per i
fratelli di affacciarsi al problema dell’identità della loro fraternità:
Durante il viaggio, quando i devoti servi del Signore incontravano una chiesa
officiata o abbandonata, oppure una croce lungo la strada, si inchinavano ad essa
in devota orazione con queste parole: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo,
qui e in tutte le chiese che sono nel mondo intero, perché per mezzo della
tua santa croce hai redento il mondo. E lì credevano e sentivano di trovare
la presenza del Signore. Chiunque li vedesse, si meravigliava e diceva: «Mai
abbiamo visto religiosi vestiti in questa maniera». Essendo dissimili per abito
e per vita da tutti gli altri, parevano uomini boschivi. Quando entrarono in una
città, in un castello, in una casa, annunciavano la pace […] C’era chi li stava a
udire con simpatia e con gioia, c’era al contrario chi li prendeva in giro. Molti li
tempestavano di domande, ed era una fatica per loro trovare risposte a tutti questi
interrogativi […] Alcuni domandavano loro: Di dove siete? Altri invece: A che
Ordine appartenete? Loro con semplicità li rispondevano: Siamo dei penitenti
e siamo nati nella città di Assisi. La Religione dei frati, infatti, non era ancora
denominato Ordine14.
La questione dell’identità riguardava la forma di vita che i fratelli abbracciavano.
Erano penitenti o religiosi? Dalle fonti si vede che Francesco non aveva nessuna
intenzione di dare una struttura organizzata alla prima fraternità. La consapevolezza
di essere fratres minores aveva bisogno di un periodo di maturazione, che passò
attraverso la fase iniziale di essere pænitentes de civitate Assisii oriundi.
Tommaso da Celano racconta l’origine del nome fratres minores, quando dice:
Proprio lui [Francesco] infatti fondò l’Ordine dei frati minori, ed ecco in quale
11 1Cel 21-22 (FF 354-357).
12 Anper 10-17 (FF 1497-1507); 3Comp 27-35 (FF 1429-1439).
13 1Cel 30 (FF 368-370); Anper 19-24 (FF 1509-1514); 3Comp 36-40 (FF 1440-1444).
14 Anper 19 (FF 1509); cfr. 3Comp 37 (FF 1441).
79
occasione gli diede tale nome. Mentre si scrivevano nella Regola quelle parole:
Siano minori, appena l’ebbe udite esclamò: Voglio che questa fraternità sia
chiamata Ordine dei frati minori15.
Il nome fratres minores, adottato già prima del 1216 quando il vescovo Jacques
de Vitry identificava la nascente religio con questo nome16, passò nella storia come
nome ufficiale dell’Ordine fondato da san Francesco ed esprime l’identità propria
del nostro Ordine e la sua missione. Il nome appare per la prima volta nella Regola
non bollata, ma sicuramente in uno strato più primitivo di essa, cioè quello che ha
dovuto formare parte del testo approvato ordinariamente da Papa Innocenzo III nel
1209/10 […] Tale nome apparirà nella Regola bullata confermata il 29 novembre
1223 con la bolla Solet annuere del Papa Onorio III17.
Appunti e domande per la riflessione comunitaria
* Siamo chiamati a celebrare il dono della nostra vocazione, restituendo tutto al
Signore con l’impegno della nostra vita. Francesco celebrò il dono della propria
vocazione con l’incontro di Cristo che si rivelò a lui nel Vangelo. Questo dono
Francesco lo sottopose al giudizio della Chiesa, la quale confermò l’apostolica
vivendi forma.
Riflettere sull’articolo 22 delle CC.GG.OFM: Poiché la vita e la Regola dei
Frati consiste nell’osservanza del santo Vangelo, i frati attendano alla lettura e alla
meditazione del santo Vangelo e delle altre Scritture, affinché, progredendo nella
comprensione della Parola di Dio, possano conseguire con pienezza la perfezione
del loro stato.
Che posto ha la lettura e la meditazione del Vangelo nella nostra vita
comunitaria?
* Francesco celebrò il dono della propria vocazione, in secondo luogo, con
l’accettazione dei fratelli come dono del Signore, nella consapevolezza della loro
identità primitiva di una fraternità penitente, e poi di quella propria di fratres
minores.
Riflettere sull’articolo 40 delle CC.GG.OFM: Poiché ogni frate è un dono dato
da Dio alla Fraternità, i frati, anche se forniti di carattere, cultura, costumi, talenti,
attitudini e qualità diversi, si accolgano reciprocamente nella loro realtà propria,
come sono ed in quanto uguali, di modo che l’intera Fraternità diventi il luogo
15 1Cel 38 (FF 386). La citazione della Rnb 7: Sed sint minores et subditi omnibus qui in
eadem domo sunt.
16 Jacques de Vitry, Lettera scritta da Genova [ottobre 1216], 8 (FF 2205).
17 Fernando Uribe, “Omnes vocentur fratres minores (RegNB 6,3). Verso un’identificazione
della minorità alla luce degli scritti di s. Francesco d’Assisi”, in “Minores et subditi omnibus”. Tratti caratterizzanti dell’identità francescana, a cura di L. Padovese, (Convegno
tenuto il 26-27 novembre 2002 all’Istituto Francescano di Spiritualità, Pontificio Ateneo Antonianum), Collegio San Lorenzo di Brindisi, Laurentianum, Roma 2003, 149-190.
80
privilegiato dell’incontro con Dio.
Come traduciamo queste parole in vita nella Custodia?
• Infine, Francesco e i fratelli celebrarono il dono della propria vocazione uscendo
subito ad evangelizzare il mondo, a due a due, annunziando a tutti gli uomini
l’avvento del regno e la penitenza.
Riflettere sull’articolo 84 delle CC.GG.OFM: I frati, dovunque si trovino e
qualunque attività esercitino, si dedichino al ministero dell’evangelizzazione: tanto
nelle Fraternità con la vita di contemplazione e di penitenza, nonché attraverso i
vari lavori svolti per la Fraternità; quanto nella società umana mediante le attività
intellettuali e materiali, e con l’esercizio del ministero pastorale nelle parrocchie e in
altre istituzioni ecclesiali; e finalmente, annunziando l’avvento del Regno di Dio con
la testimonianza della semplice presenza francescana.
Come riconciliare il nostro lavoro di evangelizzazione (santuari, parrocchie,
scuole, ecc) con il nostro essere evangelizzati nella fraternità e con la semplice
presenza francescana in Terra Santa?
Statistiche della Custodia di Terra Santa
CURIA GENERALIS OFM
Via Santa Maria Mediatrice 25
00165 Roma - Italia
Fax: +39.06.68491364
eMail: [email protected]
RELATIO DE STATU PERSONALI ET LOCALI
die 31 Decembris 2008
Custodia Terræ Sanctæ
PROVINCIA/CUSTODIA AUT.
Entitatis Codex
Directio Postalis
Tel.1
Fax
Mob/Cel.
090
Natio Terra Sancta (Israel et Palæstina)
Convento San Salvatore - POB 186
91001 Jerusalem - Israel
+972.2.6266595
Tel.2
+972.2.6266707
+972.2.6284717
eMail:
[email protected]
www
www.custodia.org
I. De Statu Personali
1. Sollemniter Professi:
a) Cardinales
0
Archiepiscopi
b) Sacerdotes
c) Diaconi permanentes
d) Fratres cum optione clericali
0
Episcopi
1
116
1
13
81
d) Fratres laici
2. Professi Temporarii:
a) Fratres cum optione clericali
b) Fratres sine optione clericali
c) Fratres sine optione
Novitii
Postulantes
Tertiarii seu Oblati Perpetui
35
Summa Professorum Sollemnium 166
11
2
​ ​ ​ ​ ​
Summa Professorum Temporariorium 13
4
Summa totalis omnium Fratrum cum Novitiis 183
6
​ ​ ​ ​ ​
II. Incrementum et Decrementum Provinciae/Custodiae Aut.
1. Admissi (hoc anno)
a) ad novitiatum:
b) ad professionem temporariam:
c) ad professionem sollemnem:
• fratres laici
• fratres cum optione clericali
d) ad sacros ordines
• ad diaconatum permanentem
• ad presbyteratum
5
1
2
7
0
4
2. Extra Claustra Commorantes hoc anno gratiam obtinuerunt:
​ ​ ​ ​ ​
a) sacerdotes et diaconi
​ ​ ​ ​ ​
a) laici
Summa extra claustra ​ ​ ​ ​ ​
3. Egressi (hoc anno):
a) novitii
b) professi temporarii
c) professi sollemnes:
- fratres laici
1.fratres cum optione clericali
- diaconi permanentes
2. sacerdotes saecularizati, qui hoc anno indultum obtinuerunt
• sacerdotes, qui dispensationem ob obligationibus
status clericalis hoc anno obtinuerunt vel de facto
ministerium sac. reliquerunt
Summa Egressorum
4. Defuncti:
a) novitii
b) professi temporarii
c) professi sollemnes:
1. fratres laici
3. fratres cum optione clericali
- diaconi permanentes
82
1
2
0
0
0
1
4
0
1
1
0
0
-
-
III. Distributio Fratrum Provinciae/Custodiae Aut.
tiam
iuxta residen-
1. In territorio Provinciae/Custodiae Aut.:
2. Extra territorium Provinciae/Custodiae Aut.:
a) In Custodiis dependentibus
b) In Fundationibus
c) In aliis locis
Summa totalis omnium Fratrum cum Novitiis
•
2
0
3
sacerdotes
cardinales 0 archiepiscopi 0 episcopi 0
Summa Defunctorum
​ ​ ​ ​ ​
​ ​ ​ ​ ​
​ ​ ​ ​ ​
​ ​ ​ ​ ​
183
Numerus Domuum, Fratrum et Candidatorum Provinciae/Custodiae
Aut. in diversis Nationibus, ubi vivunt et laborant.
Natio (Regio politica)
Episcopi
Domus
(C.A.E.)
Diaconi perSacerdotes
manentes
Professi non sacerdotes
Cum optione
clericali
Laici
Sine optione
Noviti
a) In propria Na28
0
51
0
20
20
0
3
tione
b) In aliis Natio- ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​
nibus
Argentina
1
0
4
0
0
1
0
0
Ægyptus
1
0
5
0
0
2
0
0
Iordania
2
0
3
0
0
0
0
0
Græcia
2
0
1
0
0
0
0
0
Hispania
1
0
1
0
0
0
0
0
Italia
4
0
16
0
3
5
0
1
Libanus
3
0
4
0
0
1
0
0
Syria
9
1
13
0
0
1
0
0
Fœd. Civ. Ame1
0
12
1
1
8
0
0
ric. Septent.
Cyprus
4
0
3
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
ignotus
1
Summa
56
1
116
1
24
37
0
4
Summa totalis omnium Fratrum cum Novit
•
De Statu Locali - Domus
1. Domus
a) In territorio Provinciae/Custodiae Aut.
23
83
b) Extra territorium Provinciae/Custodiae Aut.
Summa
2. Domus Filiales
a) In territorio Provinciae/Custodiae Aut.
b) Extra territorium Provinciae/Custodiae Aut.
Summa
Summa omnium Domorum
​ ​ ​ ​ ​
23
33
33
56
VI. Numerus Paroeciarum Ordini concreditarum
1. In territorio Provinciae/Custodiae Aut.
a) Apud Domos nostras
b) Extra Domos nostras
25
​ ​ ​ ​ ​
​ ​ ​ ​ ​
Summa
2. Extra territorium Provinciae/Custodiae Aut.
​ ​ ​ ​ ​
a) Apud Domos nostras
​ ​ ​ ​ ​
b) Extra Domos nostras
Summa ​ ​ ​ ​ ​
a) Alumni cursus Philosophiae
Summa totalis omnium Paroeciarum
25 3
18
b) Alumni cursus Theologiae
4
c)
Alumni
ad
Gradus
Academicos
VII. ......................................................................................................................
Cursum Institutionalem et ad Grados Academicos
Fra Petrus Baptista Pizzaballa ofm
fra
Stephanus
Milovitch
Custos Custodiæ
Secretarius
84
ofm
Sorella Morte
Fra Agostino (Vito Giovanni) Lovecchio ofm
Santeramo (Italia) 21 aprile 1925
† Lanciano (Italia) 2 ottobre 2008
Provincia San Bernardino da Siena (Italia)
Cari Confratelli,
Il 2 ottobre, fra Agostino Lovecchio è tornato alla Casa del Padre. Era venuto in
Terra Santa nel 1936, a 11 anni. Come appartenente alla Custodia di Terra Santa,
aveva compiuto gli anni della formazione nei nostri seminari di Emmaus, Betlemme
e San Salvatore. Ordinato sacerdote nel 1951, aveva svolto il suo ministero al
Santo Sepolcro, al Collegio serafico di Roma, al Commissariato di Napoli e poi in
Libano.
Nel gennaio 1962 chiede e ottiene di essere incardinato nella Provincia Abruzzese
di San Bernardino da Siena. Muore presso l’infermeria provinciale di Lanciano, la
città del celebre miracolo eucaristico.
E veramente fra Agostino è stato un’anima eucaristica. Raccolto nel Signore,
poco appariscente davanti al mondo, ha servito la Chiesa di Dio con la semplicità
e l’amabilità dei primi francescani che, lasciando tutto, irradiarono perfetta letizia
intorno a sé.
Fra Agostino aveva 83 anni di età, 62 di professione, 57 di sacerdozio. È appartenuto
alla Custodia per 12 anni. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante
messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano
3 Via Crucis. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo
di celebrare con sollecitudine questi suffragi, perché il nostro fratello sia ammesso
presto alla presenza del Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri,
sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 4 ottobre 2008
Solennità di Nostro Padre San Francesco
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
85
Fra Kevin Kidd ofm
Westmount (Canada) 14 giugno 1914
† Montréal (Canada) 9 ottobre 2008
Provincia San Giuseppe (Canada)
Fra Kevin Kidd della Provincia di San Giuseppe in Canada, è tornato alla Casa
del Padre. Egli ha dedicato dieci anni della sua lunghissima vita al servizio nella
Custodia di Terra Santa. Si può tuttavia affermare che i Luoghi santi sono stati
sempre al centro dei suoi pensieri e dei suoi desideri. Decise di venire in Custodia nel
1969, dopo un pellegrinaggio che lo aveva entusiasmato. La sua formazione era di
un elevato livello accademico. Le sue preferenze erano, perciò, per l’insegnamento.
Ma si adattò anche agli altri numerosi incarichi, affidatigli dall’obbedienza.
Per qualche tempo fu pro-Vicario Apostolico a Cipro, a nome del Patriarcato latino.
Nel 1975 fu inviato a Roma per i servizi richiesti dalla celebrazione dell’Anno Santo.
In quell’anno scrisse al Custode: Io ho profittato molto di Roma quest’anno; però,
voglio lavorare nel ministero sacerdotale tanto tempo quanto Dio dona la salute e la
forza. Al termine di dieci anni tornò nella sua Provincia, ma nel 1986, ormai anziano
di 72 anni, in occasione del 50º della sua professione, la nostalgia lo riportò nella
Terra amata. Voleva rivedere, come scrisse, Gerusalemme, Gerico, la Galilea. Ora il
Signore lo ha riportato nel Luogo Santo, dove è possibile contemplare eternamente
il suo Volto.
Esprimiamo la nostra gratitudine alla Provincia canadese di San Giuseppe e
ringraziamo il Signore per il dono di fra Kevin Kidd.
Fra Kevin aveva 94 anni di età, 73 di professione, 65 di sacerdozio e 10 di servizio.
Gli convengono in suffragio l’applicazione di 2 sante messe per ogni sacerdote. Gli
altri religiosi partecipino a 2 sante messe e facciano 2 Via Crucis. In ogni fraternità
una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine
questi suffragi, perché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre
celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 10 ottobre 2008
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
86
Fra Luis Ángel de la Fuente ofm
Villarin de Campos (Spagna) 16 settembre 1925
† Madrid (Spagna) 17 ottobre 2008
Provincia di San Gregorio Magno (Spagna)
Cari Confratelli,
Dal Commissariato di Terra Santa di Madrid ci giunge oggi notizia della morte del
nostro confratello fra Luis Ángel de la Fuente Prieto. Per sei anni, dal 1973 al 1979,
egli svolse il servizio di Commissario di Terra Santa: nella riconoscenza che gli
dobbiamo per essersi prodigato generosamente a favore della Custodia e della Terra
Santa vogliamo anche esprimere la nostra gratitudine alla Provincia spagnola di San
Gregorio Magno che ha promosso e facilitato questo suo servizio.
Fra Angelo aveva 83 anni di età, 66 di professione, 58 di sacerdozio e 6 di servizio.
Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli
altri religiosi partecipino a 2 sante messe e facciano 2 Via Crucis. In ogni fraternità
una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine
questi suffragi, perché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre
celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 22 ottobre 2008
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
fra
Michele Piccirillo ofm
Casanova di Carinola (Italia) 18 novembre 1944
† Livorno (Italia) 26 ottobre 2008
Custodia di Terra Santa
Cari Confratelli,
È con grande sgomento che vengo a darvi la notizia che questa mattina è tornato alla
Casa del Padre, fra Michele Piccirillo. Egli fra poco avrebbe compiuto 64 anni. Per
quanto possa essere considerata breve, per uno studioso come lui, la sua esistenza è
stata tuttavia piena per l’intensità con cui è stata vissuta, per le motivazioni spirituali
che l’hanno animata per i frutti che ha potuto maturare.
È impossibile riassumere in poche righe 40 anni di attività a servizio della Chiesa
e della Terra Santa. Parlano per lui decine di pubblicazioni, scavi e indefessa attività.
La memoria di fra Michele sarà tramandata a lungo tra noi e molti esperti faranno
apprezzare quanto egli ha scritto, scoperto o illustrato. Qui ricordo le parole che
il Presidente d’Italia, Onorevole Carlo A. Ciampi gli scrisse il 19 febbraio 2001:
La ringrazio per averci ricevuto alla Missione Francescana del Monte Nebo e
87
di averci guidato nella visita al Memoriale di Mosè, alla chiesa e alla Missione
Archeologica. Nessuno di noi ha potuto sottrarsi alla suggestione della memoria
biblica e del messaggio contemporaneo di pace e di speranza che ci trasmette, oggi
più necessario che mai.
In settant’anni dall’inizio degli scavi sul Monte Nebo, la Missione archeologica
francescana ha ridato vita ad una pagina della Storia Sacra che è alle origini della
civiltà cristiana. Visitare il Monte Nebo è guardare a radici che conoscevamo ma
credevamo invisibili e sepolte.
La riscoperta del sito che si protende verso la valle del Giordano e il Mar Morto, di
fronte a Gerico e a Gerusalemme, ha un significato profondo per chiunque. Credente
o no. Vi convergono le tradizioni delle tre grandi fedi monoteiste, a testimonianza di
un retaggio comune che ci deve spingere al rispetto reciproco e alla comprensione.
Era trascorso poco più di un anno dalle emozioni del Santo Sepolcro a Gerusalemme,
dove pure Ella ci aveva accompagnato facendoci da guida e illustrandoci l’intreccio
di storia e di fede.
Mi rallegro con Lei per la visione che ispira le ricerche archeologiche della
Missione: riscoprendo il passato i Francescani di Terra Santa aiutano i governanti
a costruire un avvenire di pace. È la meta alla quale intendevo contribuire con la
mia visita in Giordania, come quella in Israele.
Veramente, fra Michele ha onorato la Custodia di Terra Santa, anzi la Chiesa
intera. Il suo lavoro oltre che essere apprezzato dalle Autorità della Giordania, ha
avuto la forza di mostrare come le radici del popolo, che vive in Medio Oriente,
sono soprattutto cristiane. Pochi altri, gli scriveva nel 1993 l’Associazione Giordana
Amici dell’Archeologia nel consegnargli un premio, hanno lavorato in Giordania
e in altri paesi come padre Piccirillo per promuovere l’eredità archeologica della
Giordania… Con il suo entusiasmo, con il rigore della sua preparazione scientifica,
con la pietà della sua fede in Dio, ci ha insegnato come trasformare un pezzetto di
pietra colorata in un documento di storia e di umanità. Ci ha rivelato misteri, verità
e messaggi dei nostri antenati: la loro vita e la loro religione.
Nel dolore del distacco, ringraziamo il Signore per averci donato fra Michele
Piccirillo: lo benediciamo per gli esempi di laboriosità e di pietà che da lui abbiamo
ricevuto. La Custodia con fra Michele perde una figura esemplare di frate minore
di Terra Santa. Lo benediciamo ancora per la dura malattia che ha sopportato con
pazienza lasciandosi purificare.
Un cordiale ringraziamento ai medici e infermieri dell’ospedale di Pisa-Cisanello
dove è stato operato, del Policlinico Gemelli di Roma dove il suo tumore fu
diagnosticato e inizialmente curato e dell’ospedale di Livorno dove è deceduto.
Fra Michele aveva 64 anni di età, 47 di professione, 39 di sacerdozio. Gli
convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri
88
religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis. In ogni fraternità una
santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine questi
suffragi, perché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste,
memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 26 ottobre 2008
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
signor
Joseph Patrick Doyle
† Newberry Port, MA (USA)
6 novembre 2008
Riposi in Pace. Amen.
Cari confratelli,
la Custodia di Terra Santa partecipa al lutto del Confratello fra Joshua per la morte
del proprio padre, signor Joseph Patrick Doyle, ed offre le sue preghiere in suffragio
del Defunto, chiedendo al Signore di accoglierlo, in attesa della risurrezione, fra i
giusti che vivono alla sua presenza.
In ogni Casa della Custodia di Terra Santa ci si unisca nella preghiera e si celebri
una Santa Messa per il Defunto.
San Salvatore, 7 novembre 2008.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Fra Eugenio (Cesare) Tonini ofm
Camugnano (Italia) 25 novembre 1919
† Fiesole (Italia) 8 novembre 2008
Provincia San Francesco Stimmattizzato (Italia)
Cari Confratelli,
L’8 novembre 2008, presso l’infermeria della Provincia di San Francesco
Stimmatizzato in Toscana, il nostro confratello fra Eugenio Tonini è tornato alla
Casa del Padre.
Fra Eugenio era giunto in Custodia di Terra nel dicembre 1950: per 22 anni vi ha
svolto un servizio generoso e impegnativo prima di rientrare nella sua Toscana nel
1972.
89
Soltanto i più anziani possono, quindi, ricordare bene fra Eugenio. Sento il dovere di
ringraziarla ancora una volta, gli scrisse fra Antonio Guerra, Presidente custodiale,
nella lettera di commiato, per tutto il bene da Lei fatto alla Custodia, durante la sua
permanenza tra noi; mi sembra superfluo ripetere che tutti conservano di Lei un
ottimo ricordo, che difficilmente potrà essere cancellato. Si abbia quindi il nostro
più fraterno ringraziamento. Gli incarichi che ha svolto in Custodia sono stati
molti e impegnativi: un anno di servizio al Santo Sepolcro, maestro di formazione
a San Salvatore (1952-1955), ha dato il meglio di sé come Segretario custodiale.
Contemporaneamente a questo ultimo incarico dedicava la sua attività al servizio
pastorale, in parrocchia, come predicatore alle comunità religiose, e scrivendo spesso
sulla rivista La Terra Santa.
Tornato in Provincia ha continuato a lavorare per la Terra Santa che gli è rimasta
nel cuore. Fu infatti Commissario di Terra Santa e negli ultimi anni pubblicò un libro
di alto valore letterario: Sulle orme di Gesù e Racconti della Terra Santa.
Raccogliendoci in preghiera, ringraziamo il Signore per il dono di un così caro
confratello; ringraziamo anche la sua Provincia toscana per averci concesso fra
Eugenio: il suo esempio e la sua intercessione continueranno a sostenerci.
Fra Eugenio aveva 89 anni di età, 71 di professione, 65 di sacerdozio e 40 di
servizio (in Terra Santa e poi come Commissario). Gli convengono in suffragio
l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 3
sante messe e facciano 3 Via Crucis. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata
in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine questi suffragi, perché il nostro
fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste, memori che ciò che
avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 9 novembre 2008.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
90
Cronaca custodiale
La professione solenne di fra Pierre Richa in Libano
29 giugno. Nel giorno della festa dei santi Pietro e Paolo, nella chiesa del villaggio
di Assia-Batrun, fra Pierre Richa ha pronunciato la sua professione solenne nelle
mani di fra Angelico Pilla.
Realizzando il desiderio di fra Pierre, cioè di celebrare questa festa nel suo
villaggio, tutta la comunità si è mobilitata perché riuscisse al meglio. Così abbiamo
preparato la liturgia, l’addobbo della chiesa, l’animazione della Messa con canti in
arabo, italiano e latino.
Alla Celebrazione in rito maronita, presieduta da fra Ibrahim Sabbagh, erano
presenti il Parroco di Assia, la comunità di Beirut, alcuni dei nostri confratelli
Cappuccini chierici con il loro maestro, i familiari di fra Pierre e gli abitanti del
villaggio. Tutti i sacerdoti si sono recati in corteo alla casa di fra Pierre e da lì alla
chiesa di san Giorgio. Tutto si è svolto in un clima familiare e festoso.
Nell’omelia fra Ibrahim ha ricordato la professione di fede di san Pietro e le parole
di lode di Gesù per la sua fede diventata forma di vita. Allo stesso modo ha citato
la conversine di san Paolo che ha incarnato la fede, portando ogni giorno la sua
croce in mezzo alle difficoltà e alle persecuzioni. Rivolgendosi poi a fra Pierre lo ha
incoraggiato a proseguire nel suo cammino, sull’esempio dei santi Pietro e Paolo, per
intercessione di Maria santissima e del nostro Serafico padre san Francesco, perché
possa trasformare la sua professione di fede, fatta attraverso i voti, in progetto di vita,
portando ogni giorno la croce, vivendo il Santo Vangelo con generosità e gioia.
Dopo l’omelia, fra Angelico ha rivolto a fra Pierre le domande, alle quali ha
fatto seguito il canto delle litanie dei Santi, in arabo, e la lettura della formula della
professione solenne.
Terminata la celebrazione, per ringraziare gli intervenuti e proseguire la festa, c’è
stato per tutti il ricevimento nella vicina sala parrocchiale. Per i soli familiari, i frati e
qualche frequentatore abituale della chiesa di sant’Antonio ad Harissa, c’é stata poi,
a conclusione della gioiosa giornata, la cena all’aperto presso un ristorante.
Grati al Signore per il dono di fra Pierre, noi frati preghiamo perché il Signore ci
mantenga tutti e sempre fedeli alla sua chiamata.
fra Antonino Milazzo ofm
91
Il Presidente della Repubblica di
medaglia d’oro del pellegrino.
Malta
decorato della
Martedì 1º luglio. Il presidente della repubblica di Malta, Signor Edward Fenech
Adam, è stato decorato dal Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, della
medaglia d’oro del pellegrino.
I Presidente maltese è venuto al Convento di San Salvatore nel corso della sua
visita privata in Terra Santa. Se il linguaggio politico parla di visita privata, sta
a significare che è in veste di pellegrino che il Presidente visita questo Paese. Il
Presidente e sua moglie hanno chiesto di essere guidati dal Commissario di Terra
Santa di Malta, fra Antony Chircop. E anche se il servizio presidenziale voleva loro
riservare l’ospitalità nei migliori hôtels del Paese, il Presidente ha insistito per essere
accolto alla Casa Nova francescana.
È stato quindi fra Raffaele Caputo, direttore di Casa Nova di Gerusalemme, che
ha accompagnato il Presidente ad incontrare il Custode, con tutti i membri del suo
Discretorio, tra i quali fra Noel Muscat ofm, suo compatriota.
La Repubblica di Malta è uno Stato insulare. Un arcipelago costituito da nove isole
di cui quattro abitate: Malte (Malta in maltese), Gozo (Ghadex), Comino (Kummura)
e Manoel; le restanti cinque sono inabitate: Cominoto (Kemmunett), Filala, le due
isole di San Paolo (I-Gzejjer ta’ San Pawl) e Fungus Rock. L’arcipelago è situato al
confine tra il mar Mediterraneo orientale e quello occidentale, a 93 km dalla Sicilia
e a 288 a est della Tunisia, a circa 340 Km a nord della Libia e a 570 a ovest della
Grecia (Cefalonia). La sua localizzazione strategica l’ha portata ad essere al centro,
lungo i secoli, di molte civiltà.
Il maltese è una lingua semitica proveniente dal fenicio, contaminato dall’arabo a
motivo della presenza araba nel IX-XI secolo, ma anche da latino e italiano, nonché
di altre lingue di Paesi cattolici parlate dai Cavalieri di Malta.
L’alfabeto maltese è basato su quello romano con l’aggiunta delle lettere. Anche se
la maggior parte dei vocaboli è di origine semitica, più del 40% dei vocaboli maltesi
hanno un’origine latina; risultato, questo, delle forti influenze siciliane.
I maltesi sono per la stragrande maggioranza cattolici e l’influenza della Chiesa è
fortissima. Il cattolicesimo è religione di stato, ma viene comunque lasciata libertà
di culto.
Malta ha dato molte vocazioni alla Chiesa, e numerosi missionari alla Terra Santa.
Ancora oggi molti tra religiose e religiosi maltesi operano nel Paese, e naturalmente
l’Ordine di Malta, nato qui, è tutt’ora molto attivo.
MAB
92
Benedizione dei nuovi appartamenti di Tripoli (Libano)
luglio. L’economo custodiale, fra Dobromir Jazstal è venuto a Tripoli, in Libano,
per benedire il secondo immobile di 5 piani, per le famiglie cristiane. Alle ore 18,
con fra Halim Noujaim, ci ritroviamo nel cortile dei due immobili. Il primo immobile, di 11 piani, era stato benedetto dal Custode fra Pierbattista Pizzaballa due anni
fa. Erano presenti fra Toufic, che aveva iniziato il progetto degli appartamenti quando era economo del Libano e direttore della scuola elementare di Tripoli El Mina
(Marina); presenti pure dalla Siria fra Romualdo, fra Georges, fra Filippo, Delegato
del Custode, e da Harissa fra Ibrahim.
Si è iniziato la piccola cerimonia con una preghiera fatta da fra Halim e la benedizione degli appartamenti fatta dall’Economo della Custodia, fra Dobromir, e quindi
si sono consegnate ai proprietari le chiavi di cinque dei dieci appartamenti costruiti.
Il terzo immobile, non lontano, è in costruzione. Dovrebbe essere terminato a dicembre, per altre dieci famiglie cristiane. Così si mettono in risalto i 150 anni di
presenza della Custodia a Tripoli Marina, con l’augurio che si possa rafforzare la
nostra presenza a Tripoli, come promesso dal Custode due anni fa, durante la Messa
celebrata in occasione della benedizione del primo immobile.
In quest’occasione si è parlato con la signora Ibtisam, Segretaria della scuola di
Terra Santa, dell’idea di costituire un gruppo di Terziari, come è stato chiesto da alcune signore dopo la celebrazione della festa di Sant’Antonio il 13 giugno scorso. Lo
faremo nell’autunno prossimo, all’apertura dell’anno scolastico, affidando la formazione del gruppo dei Terziari a san Francesco, patrono della chiesa, e a sant’Antonio
al quale la popolazione cristiana è molto devota. Così la Custodia continuerà la sua
tradizione di servizio alla popolazione locale, nello spirito di san Francesco, che
venne in Oriente e forse anche in Libano per annunziare il Vangelo.
fra Joseph Constantin ofm
Visita di Gordon Brown, Primo Ministro
Bretagna, a Betlemme
della
Gran
Il sig. Gordon Brown, Primo Ministro della Gran Bretagna, durante la sua prima
visita ufficiale in Medio Oriente ha voluto farsi pellegrino alla Grotta della Natività.
Domenica 20 luglio si è recato a Betlemme alla sede governativa dove ha incontrato
il presidente dell’Autonomia Palestinese. Verso le ore 16.00 il sig. Brown è stato ricevuto dalle autorità civili e religiose davanti alla basilica della Natività. Un gruppo
di bambini palestinesi ha sventolato le bandierine ed ha applaudito l’illustre ospite. I
rappresentanti delle tre comunità cristiane, responsabili della basilica - greci, armeni
e francescani - hanno accompagnato il Primo Ministro durante la vista. Fra Peter
Vasko ofm ha fatto da guida nelle parti di proprietà della Custodia di Terra Santa.
JK
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Betlemme e Statu quo
Nella Basilica della Natività, a Betlemme, le tre comunità cristiane [greci ortodossi, armeni, e francescani (per i cattolici latini)] collaborano insieme a custodire,
curandone la manutenzione e l’accoglienza ai pellegrini, la Grotta e la Basilica bizantina seguendo il regolamento fissato dallo status quo nel 1852. Questi ultimi mesi
hanno dimostrato che, al di là delle rigide norme del passato, le tre comunità sono
capaci di una costruttiva collaborazione.
All’inizio di maggio 2008, noi francescani, in accordo con i superiori greci ed armeni, abbiamo cambiato i tre quadri che ornano la Grotta della Natività, sostituendo
quelli che vi erano stati collocati il 20 luglio 1885, come ricordato dall’incisione
sulla cornice. I quadri rimossi erano segnati da bruciacchiature, cera, e ormai anneriti
dal fumo delle candele.
I tre dipinti che li vanno a sostituire rappresentano la natività di Gesù e la visita
dei pastori, l’adorazione dei Magi, e il coro degli Angeli che reggono il cartiglio con
l’annuncio evangelico Gloria in excelsis Deo - Pax hominibus bonæ voluntatis.
Questi quadri furono preparati proprio per la Grotta della Natività: lo confermano
le misure esatte, corrispondenti alle cornici della Grotta e soprattutto la scelta di dipingerli su una sottile lamina di ferro. Questo insolito materiale fu scelto proprio per
impedire gli incendi provocati dall’accidentale contatto con la fiamma delle candele.
I quadri furono dipinti in Germania nella seconda metà del XIX secolo da rappresentanti della scuola dei Nazareni. Il dipinto degli Angeli (205x36 cm), collocato sopra
la Mangiatoia, è opera di Joseph Kehren ed è stato eseguito nel 1877. Gli altri due
sono opera di Carl Clasen, morto nel 1886: la sua firma si legge sui dipinti, dove
viene anche ricordata la città in cui sono stati eseguiti, Düsseldorf. Nella Mangiatoia è stato collocato quello che rappresenta la natività con l’adorazione dei pastori
(91x57 cm); quello posto all’altare dove viene celebrata la santa Messa (122x55 cm),
rappresenta l’adorazione dei Magi.
Approfittando dell’occasione è stata cambiata anche la struttura di legno che regge
il quadro degli Angeli.
Lo spirito di collaborazione delle tre comunità trova un’altra evidente testimonianza nell’accordo raggiunto per il rinnovo del sistema elettrico. Lunedì 21 luglio, i
Greci e gli Armeni hanno iniziato il grande lavoro di sostituzione di tutti i fili elettici
nelle rispettive zone della Basilica, mentre noi abbiamo in progetto di rinnovare la
rete elettrica nella parte di Grotta di nostra responsabilità.
Ci auguriamo e speriamo che questa buona collaborazione continui, e che il fraterno dialogo ecumenico ci porti verso l’accordo comune che permetterà di affrontare
il grande problema del tetto della Basilica.
fra Jerzy Kraj ofm
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Fra Shadi Bader ofm, sacerdote in Giordania
24 luglio. La Custodia francescana di Terra Santa gioisce per un suo figlio elevato
all’ordine del presbiterato. Nella chiesa del Collegio di Terra Santa ad Amman in
Giordania fra Shadi Hani Bader è stato ordinato ieri pomeriggio sacerdote, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Sua Eccellenza mons. Ghaleb
Bader, da poco nominato Arcivescovo Metropolita di Algeri.
Alla celebrazione hanno preso parte una quarantina di sacerdoti, tra cui molti confratelli della Custodia di Terra Santa e diversi sacerdoti della diocesi. Tra di essi
anche molti parenti del neoeletto presbitero, che proviene da una famiglia con molte
vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa: sette sono infatti i sacerdoti usciti dal seno
di questa famiglia, e più di dieci le vocazioni alla vita religiosa. Anche il Vescovo
consacrante è un parente di fra Shadi.
Alla cerimonia hanno partecipato anche S. E. Mons. Salem Sayegh, Vescovo ausiliare del Patriarca latino di Gerusalemme per la Giordania, e fra Artemio Vítores,
Vicario custodiale, in nome del Padre Custode, impossibilitato ad essere presente.
La liturgia è stata animata dal canto di un bel gruppo di studenti del Collegio,
guidati da fra Firas Lutfi ofm, che si stavano preparando da tempo a questa celebrazione.
Il novello sacerdote è stato poi festeggiato da parenti e amici nel cortile della scuola francescana alla maniera tradizionale araba, con canti e danze in suo onore. L’indomani, nel suo villaggio di origine, al-Husson, fra Shadi ha celebrato la sua prima
Santa Messa alle ore 11.00.
Al nostro confratello gli auguri più sinceri di un ministero sacerdotale sul modello
del dono totale di sé del sommo ed eterno Sacerdote, Gesù Cristo.
AC
Marcia francescana in Terra Santa
29 luglio-5 agosto. Nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito santo. Ringraziamo il Signore che ci dà la forza e la grazia per continuare a proclamare il
suo regno a tutto il mondo, seguendo l’esempio di san Francesco d’Assisi: così si è
conclusa la diciannovesima marcia francescana.
Vi hanno partecipato quest’anno 130 giovani, che con i volontari e i religiosi hanno
formato il buon gruppo di 155 persone. Insieme abbiamo passato una settimana approfondendo nella preghiera e nella riflessione il dovere di cercare una più profonda
riconciliazione con sé stessi, con Dio e con il prossimo. Questo è stato il tema della
marcia, scelto in collaborazione con il padre animatore del Libano, coinvolgendo
l’animatore della Siria. Ognuno ha raccolto e messo in comune i sussidi su questo
argomento, poi abbiamo programmato insieme il lavoro da svolgere con i giovani.
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La marcia francescana è proprio stata accompagnata dalla benedizione del Signore: è iniziata a Mujedel per raggiungere Nazareth-Reneh-Monte Tabor, sempre ben
accolta con disponibilità e generosità dai frati di ogni convento/santuario che si sono
via via toccati. Le diverse conferenze erano affidate ai frati, che presiedevano anche
le Messe quotidiane, così come quotidiani sono stati i tempi di silenzio e di adorazione eucaristica…
Ogni marcia vuole essere un tempo speciale offerto ai giovani per interrogarsi seriamente su come vogliono spendere la propria vita, ascoltando nel silenzio e nella
preghiera, nella meditazione della Parola di Dio e aiutati da uno scambio fraterno,
cosa il Signore chiede ad ognuno nell’intimo del proprio cuore. Tutti dobbiamo sentire l’esigenza di pregare per le vocazioni, perché così ci ha raccomandato Gesù, di
pregare perché la messe è tanta e gli operai sono pochi… E noi abbiamo pregato
perché i giovani che si interrogano sul loro futuro sappiano ascoltare la volontà del
Signore e rispondere con generosità alla sua chiamata, anche se ci vuole tempo per
capire bene come impegnarsi e tempo per il periodo di accompagnamento e di formazione che deve portare a scelte meditate e durature. Così ora chiediamo le vostre
preghiere per un giovane di Gerusalemme che ha iniziato il cammino vocazionale e
ora è in Italia, con fra Bruno.
Un grazie, quindi, a tutti: da Dio che ha ancora una volta guidato questa marcia,
ai giovani che vi hanno partecipato; dal Padre Custode a tutti i generosi confratelli
che ci hanno mostrato simpatia e collaborazione, ai Religiosi e Religiose di altre
congregazioni che ci hanno aiutato, incoraggiato, seguito…. E arrivederci all’anno
prossimo…
Pace e bene
fra Rami Asakrieh ofm
animatore vocazionale di Galilea e Giudea
Convento di San Paolo Apostolo in Maarrat-Saidnaya
9 agosto 2008: Benedizione della prima pietra nell’anno giubilare paolino
1. Terreno e progetto di struttura per l’apostolato giovanile in Maarrat-Saidnaya
Durante la visita del Custode ai conventi di Damasco (6-8 maggio 1996), i frati gli
espressero la necessità di avere un luogo adatto all’apostolato della gioventù, dove si
potessero vivere momenti di incontro e di ritiro. Il Custode ci incoraggiò a cercare un
terreno, assicurandoci aiuto per la realizzazione del centro. Dopo tre anni di ricerche
valutammo come idoneo un terreno di 5.395 mq a Maarrat-Saidnaya, in un’ottima
posizione e affacciato su uno splendido paesaggio: esso disponeva di un pozzo e
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di una casetta di 80 mq. ancora non finita. Il terreno venne acquistato dalla Curia
custodiale nel 2000, ma si valutò necessario ingrandirlo con l’acquisto di altri pezzi
limitrofi, e raggiunta un’area di 22.000 mq, il terreno venne registrato con numero
unico al catasto col nome di Comunità Latina di Siria, Waqf dei religiosi francescani
di Terra Santa.
Alla fine di novembre 2004, il Discretorio visitò le case della Siria: una Visita
storica per le nostre cronache. Il 24 Nov. 2004 ci si recò tutti insieme sul terreno,
che quel giorno era tutto coperto di neve. A tutti i Discreti piacque molto sia il luogo
che il progetto, e si poté quindi procedere alla costruzione del complesso di Maarrat
Saidnaya.
Da quella data il Consiglio Regionale si impegnò per arrivare alla migliore definizione del progetto, inviando a tutti i frati le coordinate del terreno e i requisiti
minimi richiesti, così che ognuno potesse apportare le proprie idee e suggerimenti,
misurandosi con i desideri di avere una struttura capace di accogliere un centinaio
di giovani, avente una Cappella separata dal piccolo conventino, con una casetta per
il portinaio…
Il Consiglio, da parte sua, aveva affidato il lavoro di progettazione a tre architetti
diversi perchè ognuno lo elaborasse secondo i propri criteri. Ma nessuno dei tre ci
soddisfò.
Durante la seconda visita del Discretorio (giugno 2006), venne presa in esame una
bozza del progetto, che era stata preparata e preventivamente discussa nel mese di
aprile in una riunione a Maarrat. Nel convento di Bab Touma, il Discretorio apprezzò
il progetto illustrato dalla bozza e auspicò che se ne concretizzasse in cifre il preventivo. Il Consiglio Regionale in accordo con fra Michele Piccirillo, incaricò allora gli
architetti italiani Luigi Leoni e Chiara Rovati, dello studio di fra Costantino Ruggeri,
di elaborare un disegno definitivo e completo seguendo lo schema approvato dal
Discretorio. Il loro progetto fu accolto con soddisfazione dai frati di Damasco e del
Consiglio.
Per accelerare l’adeguamento del progetto alle leggi sull’edilizia siriane, e fare
un preventivo dettagliato, il Custode nominò il 29 maggio 2008 una commissione
ristretta all’interno del Consiglio Regionale perchè terminasse tutti questi preparativi
entro la fine del 2008, in modo da poter vedere iniziare i lavori non appena terminata
la ristrutturazione del convento di Aleppo.
2. Il nuovo convento di san Paoloin Maarrat-Saidnaya e la Benedizione della
Prima Pietra
In occasione dell’anno giubilare di san Paolo il Discretorio nominò una commissione custodiale (marzo 2008) con l’incarico di dare indicazioni sulle iniziative
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possibili da prendere come Custodia. Sottoposte queste indicazioni al Discretorio,
vennero nominati cinque frati che risiedono in Siria, incaricandoli di realizzare quattro iniziative. L’iniziativa n. 2 dice: Porre la prima pietra e intitolare a san Paolo il
Centro per la pastorale giovanile e la catechesi di Maarrat-Saidnaya.
È per questo che il 9 agosto alle ore 11.30, noi frati di Damasco, attorno al padre
Custode, in un festoso incontro animato dal gruppo Scouts della nostra parrocchia di
Bab Touma, ci siamo trovati sul terreno di Maarrat-Saidnaya per la benedizione della
prima pietra del nuovo centro giovanile e della lapide del nuovo convento. Erano
presenti le suore della comunità del Memoriale di san Paolo.
Una cerimonia semplice, che ha avuto inizio con la lettura di due brani del Nuovo
Testamento. La preghiera dei fedeli e quella per le vocazioni hanno introdotto alla
lettura di una pergamena scritta in latino, arabo e italiano e che è stata firmata dal
Custode, dal Delegato custodiale per la Siria e il Libano, dall’Economo regionale, e
da altri sei frati.
La pergamena e la preghiera per le vocazioni, protette in un sacchetto di plastica,
sono state quindi messe in un incavo della pietra, sigillato poi con cemento.
La gioia di questo primo atto sulla strada della costruzione del Centro di pastorale
giovanile è continuata in un ristorante di Saidnaya, dove abbiamo pranzato.
Siano rese grazie al Signore e ai Benefattori se il progetto diverrà realtà: sarà di
grande giovamento spirituale per la gioventù delle nostre chiese di Siria.
I Ponti di Petra
fra Romualdo Fernandez ofm
Economo regionale
L. Mbuyamba, presidente dell’IFCM (Federazione Internazionale della Musica
Corale), ha salutato entusiasticamente i partecipanti al primo Festival delle Corali
Arabe, Aswàtuna (le nostre voci), che si è svolto a Petra (Giordania) dal 19 al 22
agosto 2008. Egli ha detto L’universalità del compito dell’IFCM richiede che siamo
particolarmente attenti ad una regione, in cui la pratica corale non è ancora piena.
Questo evento ci offre l’occasione per scoprire e imparare nuove realtà, per costruire nuovi ponti fra progetti e culture diverse.
Il Festival ci ha dato più di quanto potessimo aspettarci, ha detto Hania Soudah
Sabbara, direttrice del Coro Magnificat della Custodia di Terra Santa, che ha partecipato all’evento. La musica corale è in espansione in Medio Oriente, continua a
dire ed esemplifica.
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Il coro venuto dalla Siria era formato dagli studenti del Conservatorio di Damasco.
Sedici anni fa il Ministero della Cultura Siriano aveva invitato il M° Victor Babenko,
un celebre direttore del Conservatorio di Mosca, e lo ha incaricato di formare un
coro.
Il Presidente Hariri alcuni anni fa ha contribuito con una forte somma di denaro al
sostegno del coro venuto dal Libano.
Il coro dell’Iraq si è fatto desiderare un po’: quei poveri ragazzi hanno aspettato 36
ore, prima di avere il permesso di varcare il confine.
Il coro della Giordania che, animato da Shireen Abu-Khader, è stato l’organizzatore del Festival, ha avuto l’onore della presenza della Regina Madre; di conseguenza,
tutti gli onori della TV e degli altri media. Infatti la rassegna corale ha suscitato un
grande interesse popolare, proprio perché i cori hanno ripescato quei canti, vecchi di
secoli, ma ancora vivi nella memoria della gente. Alcuni maestri vi hanno aggiunto
delle varianti, delle risonanze, senza distruggerne l’originalità; le hanno ampliate
con la ricchezza dell’armonia, una dimensione che l’Occidente ha maggiormente
coltivato.
E questo è il primo ponte costruito dai gruppi corali, un ponte che unisce felicemente le due culture. Non per nulla al festival era presente un coro della Svezia,
l’unico non arabo. Da anni il governo svedese sostiene lo sviluppo della musica nei
paesi in cui la gente ha più voglia di sparare che di cantare. Anche a Petra la Svezia
è stata lo sponsor principale.
Il coro Magnificat della Custodia di Terra Santa ha eseguito tutti i canti in arabo
ma, dato il servizio liturgico che svolge in Terra Santa, ha presentato il meglio del
suo repertorio sacro. Nonostante che l’esecuzione avvenisse in ambiente islamico,
quei canti, composti o armonizzati da fra Armando Pierucci, sono stati accolti con
grande rispetto, anche quando raccontavano il Natale a Betlemme, o la morte del
Messia a Gerusalemme. È stato questo un altro ponte, quello che è tradizionalmente
esistito in Medio Oriente fra le diverse religioni, almeno fino a quando il fanatismo
non ha turbato le relazioni.
…E poi, ha concluso Hania salutando i cori, ci sarebbe da costruire un ponte che ci
faccia incontrare di nuovo tutti insieme a Betlemme per la Notte di Natale. Un lungo
applauso ha accolto la proposta.
fra Armando Pierucci ofm
La Marcia francescana 2008 in Libano
26 agosto - 2 settembre. È ripresa la Marcia Francescana, dopo un’interruzione di
due anni a causa della situazione politica del paese. Si è trattato di iniziare quasi da
capo, come se fosse la prima volta per il Libano… Vi hanno partecipano complessi99
vamente 54 persone, e si è svolta nella regione di Kissirwan-Ftouh Kissirwan, sviluppando il tema Sulle vie della riconciliazione (Itinerario umano e spirituale sulla
riconciliazione con sé stessi, con l’altro e con Dio). Le giornate, che prevedevano
due ore e mezza di cammino, facilitato dal clima buono, erano ritmate dalla Santa
Messa, dalla preghiera del mattino e della sera, l’incontro di riflessione e il tempo
dell’animazione con i canti religiosi. La sera c’era sempre la festa con gli abitanti
dell’intorno, che includeva spesso la presentazione di scenette sulla vita di San Francesco.
Da sottolineare la bella esperienza della missione fatta nelle case, e l’intensità
con la quale si è celebrato il sacramento della Riconciliazione. La condivisione dei
pensieri e delle emozioni suscitate dall’accostarsi alla Confessione hanno messo in
evidenza la gioia delle tante guarigioni operate dalla grazia. Una ragazza ha testimoniato di essersi confessata per la prima in modo completo, senza nascondere niente
davanti al Signore: La Santa Messa cui ho poi partecipato è stata la più bella che
ho vissuto in tutta la sua vita. Ho gustato veramente - diceva - quanto è buono il
Signore.
Per noi frati l’esperienza della Marcia ci riporta alla missione di pescatori di uomini, e i giovani ci sono sembrati contenti di essere pescati da Lui. Durante l’incontro
finale, i giovani hanno chiesto la nostra preghiera per sostenere la perseveranza con
la quale vogliono curare e accrescere la vita nuova nata nei loro cuori dall’esperienza di questa Marcia. Di più, tanti hanno chiesto di poter impegnarsi in attività che li
aiutino a mantenere lo stesso spirito, consolidando così i buoni propositi espressi. E
io ho promesso loro tutte e due le cose.
Subito dopo questa Marcia in Libano, insieme a fra Rami Asakrieh, e con un piccolo gruppo formato da giovani libanesi e giordani, progettiamo e ci impegniamo a
sostenere la Marcia che inizierà il 6 Settembre in Siria, al termine della quale si farà
il programma per l’anno pastorale con i giovani libanesi.
Affido a voi, cari Confratelli vicini e lontani, la mia missione come Animatore vocazionale e tutti questi giovani che hanno iniziato con Francesco un cammino nuovo,
e chiedo umilmente la vostra forte preghiera per me e per ognuno di loro.
Ringraziamo di cuore il Custode, fra Pierbattista; tutti i Provinciali che hanno
inviato Frati e Suore a collaborare per questa Marcia; e le sorelle Clarisse di Yarzeh
per le preghiere con le quali ci hanno accompagnato. E grazie anche a fra Rami
Asakrieh e a tutti i giovani che hanno partecipato!
fra Ibrahim Sabbagh ofm
Animatore vocazionale per il Libano
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La quarta marcia francescana in Siria
5-11 Settembre. Paolo, da persecutore ad apostolo di Gesù Cristo: questo è il tema
che ha guidato la riflessione della quarta marcia francescana in Siria.
E chi, come San Paolo, ci poteva essere di guida per conoscere, amare e seguire il
nostro Dio!
La figura e la teologia di San Paolo sono molto suggestivi come tema di riflessione
e di approfondimento in questo tempo in cui tutta la Chiesa, su invito del papa Benedetto XVI, celebra il giubileo per i duemila anni dalla nascita dell’Apostolo delle
genti. E noi, giovani della Siria, paese in cui avvenne il più grande avvenimento nella
vita di San Paolo - la chiamata sulla via di Damasco - non potevamo non camminare
riflettendo sull’importanza di questo evento anche in riferimento alla nostra storia
personale.
Un noto studioso contemporaneo ci spiega che, per comprendere la teologia di
Paolo, non è sufficiente partire da Tarso, città nella quale egli è nato e ha ricevuto la
sua prima formazione; non basta partire da Gerusalemme, città nella quale Saulo è
stato educato e ha potuto confrontarsi con gli apostoli e con Pietro in modo speciale;
non è sufficiente partire da Antiochia, città che è stata punto di riferimento di tutti i
suoi viaggi missionari. Certo, queste città hanno avuto tutte la loro importanza nella
formazione di San Paolo, e hanno contribuito alla sua crescita morale e spirituale.
Ma per entrare nel pensiero di Paolo, e per comprendere il suo approccio a Cristo
e al mistero della salvezza è assolutamente necessario partire da Damasco, perchè
Damasco costituisce il momento della sua prima illuminazione e il cambiamento di
rotta che ha determinato tutto il resto della sua vita (Carlo Ghidelli, Un anno con
San Paolo).
Sono stati dunque giorni di gioia e di preghiera durante i quali, accompagnati dall’Apostolo delle genti, abbiamo percorso la zona della nostra missione del Nord,
Ghassanieh, Yacubieh e Knayeh, luoghi che ricordano le nostre origini come Chiesa
apostolica in Siria, distanti dalla famosa città di Antiochia solo pochi chilometri. La
partecipazione dei giovani, quest’anno, è stata davvero significativa, sia per l’alto
numero che per la varietà delle provenienze, dentro e fuori i confini siriani (Giordania, Libano, Iraq, Egitto). I molti colori nazionali dei partecipanti hanno offerto un
elemento di ricchezza e scambio di doni culturali.
Anche la partecipazione dei 5 frati minori (fra Bahjat Karakash, neo presbitero,
fra Rami Asakrieh, fra Ibrahim Sabbagh, fra Rami Petraki e fra Firas Lutfi), e di 4
suore (due Missionarie di Maria, una di Santa Dorotea, e una francescana del Cuore
immacolato di Maria), ha reso il clima più fraterno ed edificante.
Per celebrare l’anno giubilare di San Paolo, mons. Giuseppe Nazzaro, Vicario
Apostolico della Siria, ha concesso ai marciatori un’indulgenza plenaria.
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Un cordialissimo grazie a tutti i frati che ci hanno sostenuto con ogni genere d’aiuto, spirituale e materiale, in particolar modo a fra Ibrahim Younes, fra Antoine Louxa, fra Hanna Jallouf, fra Georges Abou-Khazen.
La marcia vuol essere, sopratutto un’occasione di promozione vocazionale, aiutando i giovani a prestare ascolto alla voce del Signore e invitandoli alla generosità
della risposta: Signore, cosa vuoi che io faccia? Quindi vi chiedo di unirci alle nostre
preghiere perché il Signore ci benedica con tante vocazioni, secondo il suo Cuore.
fra Firas Lutfi ofm
animatore vocazionale per la Siria
Parlamentari italiani pellegrini in Terra Santa
Lunedì 8 settembre. Il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, ha incontrato un gruppo di una sessantina di parlamentari italiani in pellegrinaggio in
Terra Santa. Per la quinta volta, i parlamentari italiani che lo desiderino possono
realizzare un pellegrinaggio in uno dei luoghi santi della Cristianità (Turchia con
Efeso, Santiago di Compostella in Spagna, la Grecia con il Monte Athos…). Il primo pellegrinaggio, organizzato nel 2004 da S.Ecc. mons. Salvatore Rino Fisichella,
Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, aveva già come meta la Terra Santa. Mons. Fisichella rispondeva così al Franciscan Media Center che l’interrogava
circa il successo crescente di tale pellegrinaggio parlamentare: Ci sono quest’anno il
doppio di pellegrini in rapporto al primo pellegrinaggio del 2004.
Si tratta di un viaggio di meditazione proposto loro da mons. Fisichella che conoscono bene visto che pellegrina con loro da circa dieci anni nell’approfondimento della fede. Quest’anno, di ritorno in Terra Santa, questo pellegrinaggio riunisce
Parlamentari appartenenti alla maggioranza ed all’opposizione con, alla loro testa,
il Presidente del Senato Renato Schifani, ma anche il Ministro di Grazia e Giustizia
Angelino Alfano. Si tratta di una delle belle esperienze di questo pellegrinaggio il
consentire ai deputati di tutte le tendenze del Parlamento di condividere la loro fede.
Ciascuno a suo modo, ricco dell’esperienza stessa del pellegrinaggio, ne tradurrà
i frutti nella sua riflessione e nel suo impegno a livello locale e nazionale, spiega
mons. Fisichella.
Arrivati in aereo nel deserto del Neghev il 4 settembre, i parlamentari, alcuni accompagnati dalla loro famiglia, si sono recati in autobus al Monastero Santa Caterina nel Sinai. Di ritorno ad Eilat, sono saliti in Galilea per visitarne i Luoghi Santi.
Benché il loro arrivo a Tiberiade fosse ad ora tarda, hanno onorato il programma
che prevedeva un incontro con fra Stefano De Luca ofm dello Studium Biblicum
Franciscanum. La stanchezza non ha impedito loro di essere attenti e di dimostrare
tutto l’interesse che nutrivano nel capire l’importanza della città di Cafarnao, che
avrebbero visitato l’indomani, come quella del progetto di un centro di accoglienza
per i pellegrini che veniva loro presentato.
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L’indomani, il Presidente del Senato, il vice presidente della Camera Maurizio
Lupi, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e mons. Fisichella hanno condiviso il
loro pasto con fra Stefano e Tommaso Saltini dell’Onlus ATS (Associazione di Terra
Santa) che hanno avuto l’opportunità di presentare più in dettaglio il progetto della
Custodia su Cafarnao. Questi Onorevoli ed altri Deputati, interessati all’iniziativa,
hanno espresso il proprio desiderio di impegnarsi a promuoverlo e di vederlo realizzato. Tabgha, con il primato di San Pietro, e Cana, altri luoghi santi serviti della
Custodia, facevano parte, anche loro, delle soste del gruppo.
Nel programma di domenica e lunedì si prevedeva la visita di Betlemme, dove il
gruppo ha celebrato Messa nella cappella dei Crociati, e quella dei Luoghi Santi cristiani di Gerusalemme; della spianata del Tempio, dominata dal Duomo della Roccia
e dalla moschea El Aqsa; del Kotel o Muro occidentale, nonché la visita del museo
della Shoa, lo Yad vaShem.
Domenica, il sen. Renato Schifani, con sua moglie ed un piccolo seguito, hanno
visitato privatamente la basilica del Santo Sepolcro, con la guida di fra Raffaello
Tonello e di fra Alessandro Coniglio prima di avere un incontro, anch’esso privato,
con il Custode, fra Pierbattista Pizzaballa.
Alla fine della mattinata di lunedì, quest’ultimo si è recato al Centro Notre Dame
per condividere il pasto con tutto il gruppo prima di incontrarlo in modo più formale
nell’auditorium Giovanni Paolo II.
In quest’incontro, durato una quarantina di minuti, fra Pierbattista ha brevemente
presentato le attività della Custodia prima di rispondere alle domande dei deputati. Facciamo come alla Camera, ha lanciato Maurizio Lupi che aveva organizzato
il dibattito. Questo perché ai parlamentari premevano delle domande di ogni tipo:
“Qual’è la libertà di spostamento nel paese?”; “E possibile l’evangelizzazione dei
non cristiani nel paese?”; “Usufruite di sovvenzioni da parte del Ministero israeliano
per il Turismo?”; “Qual è la qualità dei rapporti esistenti tra la Custodia, lo Stato
d’Israele da una parte e l’Autorità palestinese dall’altra?”; “Soffrite anche voi della
crisi delle vocazioni?”; “Quali sono i progetti della Custodia in termini di ricerche
archeologiche e di sviluppo del patrimonio?”; “Chi sono i pellegrini che vengono in
Terra Santa?”; “Avete delle relazioni con la cooperazione italiana?”; “Esistono degli
incontri tra capi religiosi ebrei, cristiani e musulmani?”; “Quale è la situazione dei
Cristiani in Terra Santa?”; “Ci sono dei cristiani italiani che vivono qui?”
Il Custode è stato calorosamente ringraziato dall’assemblea per il suo intervento
e per l’accoglienza riservata ai pellegrini nei santuari della Custodia durante il loro
soggiorno, ringraziamento che si è tradotto nella consegna di una targa rappresentante la Camera dei Deputati, il Palazzo di Montecitorio.
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Come ogni pellegrino che viene ad incontrare il Custode di Terra Santa, ciascuno
dei partecipanti è ripartito con un piccolo dono:un rosario, il libretto Presenza Francescana, una meditazione della Via Crucis e un foglio di presentazione dell’Onlus
ATS.
Il Custode di Terra Santa è stato nuovamente invitato a raggiungere i parlamentari
durante la serata per una Cena di Gala, occasione per i pellegrini di incontrare l’Ambasciatore d’Italia, interlocutore dello Stato d’Israele, nonché il Console generale
d’Italia, interlocutore dell’Autorità palestinese.
Gli italiani in Israele sono un po’ più di 10.000. Per la stragrande maggioranza, si
tratta di ebrei e di qualche cristiano volontario, impiegati presso le ambasciate ed i
consolati, nonché religiosi e religiose.
Martedì 9 settembre, un incontro con il Patriarca di Gerusalemme, mons. Fouad
Twal, ha segnato la conclusione del viaggio dei parlamentari, pellegrini quasi ordinari.
MAB
Uno sguardo diverso e particolare su Giaffa-Tel Aviv
Vivere a Giaffa, per noi frati, è come stare a contatto con tutto il mondo. E questo
per i francescani è un elemento importantissimo per poter esercitare lo spirito di accoglienza e di servizio verso tutti quelli che approdano alle strutture messe a disposizione dalla nostra cara Custodia di Terra Santa: chiesa, convento, scuola.
Ci sono state due celebrazioni in questo mese che hanno messo particolarmente in
risalto questa universalità della nostra comunità.
Il 30 agosto è stato accolto il gruppo filippino di ispirazione carismatica, Couples
for Christ, che ha organizzato - sotto l'influenza dei giochi olimpici di Pechino - i
propri giochi olimpici, con la partecipazione di più di 200 partecipanti, per la maggioranza donne, badanti che lavorano in Israele, che seguono il corso catechetico
offerto dal movimento. Tra di loro ci sono gruppi di sposati, di singoli, di adolescenti, di bambini. L'elemento essenziale è quello di fare tutto per Gesù Cristo. È stato
veramente qualche cosa di eccezionale. I poveri, quelli che amano il Signore, hanno
fantasia, grande gioia e sanno come divertirsi anche con pochissimi mezzi. Sono stati messi a loro disposizione, come al solito, i locali della nostra scuola di Terra Santa.
Le gare sono finite verso le ore 24.00.
Il sabato 13 settembre, invece, tutta la nostra proprietà si è trasformata in una
piccola India. Circa 2000 indiani della zona di Kerala e Goa, del sud dell'India, si
sono riversati nella nostra chiesa per festeggiare la festa della nascita della Madonna. La festa è stata posticipata per poter avvantaggiarsi della visita di S. E. mons.
Berbard Moures, vescovo di Bengalore, che ha incontrato la comunità e ha celebra104
to la Messa in lingua Konkani. Onorando la loro tradizione che vuole questa festa
come espressione di grande gioia, ne hanno dato segno partecipando poi al pranzo
in comune offerto da tutti quanti loro, soprattutto mangiando il riso benedetto dal
sacerdote prima della Messa solenne. Fin dalla prima mattina una ventina di giovani
indiani - solo uomini! - hanno preso possesso della scuola. Carichi di sacchi di riso,
verdure, bombole di gas, enormi casseruole e ogni altra attrezzatura, piatti e tutto
l’occorrente, essi hanno preparato il cibo per tutte le duemila persone che hanno partecipato alla festa. Un gran lavoro! Alle ore 17, al termine della Messa, tutti si sono
riversati nei cortili della scuola stringendosi attorno al loro Vescovo ed al parroco
fra Toufic Bou Merhi, per festeggiare la nascita della Vergine: il più bel dono che il
Signore poteva fare all'uomo. Il cortile della scuola si è trasformato in un prato di
fiori dai bellissimi colori esaltati dai coloratissimi sari indossati con tanta signorilità
dalle donne indiane. Davvero un enorme, preziosissimo mazzo di fiori presentato
alla Vergine.
fra Arturo Vasaturo ofm
L’esaltazione della Santa Croce sotto una nuova luce
Domenica 14 settembre. La festa del giorno, l’esaltazione della Santa Croce, celebrata sull’altare del Calvario al Santo Sepolcro, ha brillato quest’anno di luce nuova.
La liturgia, presieduta da fra Artemio Vítores, vicario custodiale, ha seguito la liturgia tradizionale. E in senso proprio, però, che si deve intendere l’espressione luce
nuova.
Come Guardiani dei Luoghi Santi, i Francescani hanno una triplice missione: la
preghiera, l’animazione spirituale e la manutenzione. È questa tutela del patrimonio
che li ha spinti quest’anno ad iniziare i lavori di restauro nella cappella del Calvario.
Il Santo Sepolcro è simile ad un condominio costituito di spazi comuni e di spazi
privati. Lo Statu Quo potrebbe essere considerato come il suo regolamento. Se tutti i
lavori, tutte le sistemazioni, e, persino i tempi di pulizia nei luoghi comuni - nonché,
naturalmente, i loro usi - sono strettamente codificati, i luoghi privati, i loro usi e la
loro manutenzione sono lasciati alla discrezione dei proprietari.
I lavori realizzati nella cappella del Calvario riguardano l’illuminazione spiega
Giuseppe Bellucci, direttore dell’impresa di famiglia Bellucci Echi e Luci di Martina Franca, in Italia. Sono stati commissionati da fra Michele Piccirillo ofm, della
Commissione custodiale di arte sacra, il quale si era reso conto che il mosaico si
deteriorava qua e là sotto l’effetto del calore emesso da due delle lampade. Questa
è stata la motivazione principale dei lavori. Tutta l’illuminazione è stata rivista. Abbiamo istallato delle lampade di tipo LED (Lampada a diodo elettroluminescente)
che, oltre alla peculiarità di un consumo elettrico molto basso, hanno il vantaggio
105
di non rilasciare calore. Tutto l’impianto di illuminazione, inoltre è stato pensato
per valorizzare l’architettura stessa del luogo. Ed è vero che la cappella del Calvario, interamente illuminata, presenta un aspetto nuovo. I mosaici che ne ornano le
volte usufruiscono adesso di una luce diffusa in modo uniforme, diventando, così,
leggibili come non mai. Si percepisce in Giuseppe la soddisfazione professionale
dell’artigiano che ha fatto un buon lavoro, ma, se ne parla con tanta emozione, è
anche perché è cavaliere dell’Ordine del Santo Sepolcro, e, che, in questo modo, ha
potuto, con discrezione, portare la sua pietra all’edificio.
E con questa nuova illuminazione che la celebrazione ha avuto inizio, davanti ad
un’assemblea numerosa e raccolta. Nella sua omelia, fra Artemio Vítores ha ricordato le origini della festa, ricordando il 14 settembre 335 quando ebbe luogo la dedicazione della basilica costantiniana della Risurrezione. Una festa che, nella Chiesa
primitiva ancora impregnata di cultura ebraica, si iscriveva nel solco spirituale della
festa di Sukkot (festa delle capanne o dei Tabernacoli, spesso chiamata Festa delle
Tende). È, però, sulla follia della Croce, trono di Gesù Nazareno re dei Giudei, che
fra Artemio ha voluto centrare la sua riflessione. La croce sembra essere una totale
assurdità, un ‘suicidio della ragione’ secondo l’espressione del filosofo Nietzsche.
È questa croce, tuttavia, che sfoggiamo, che esaltiamo perché è il fondamento della
nostra fede. Gesù regna mediante la croce. Il Cristo è stato crocifisso per la tua salvezza, per la mia. Proprio questa salvezza ottenuta non con la spada ma con il legno
della croce che l’assemblea ha festeggiato oggi. Non c’era, dunque, nell’adorazione
della croce che ha concluso la celebrazione, la venerazione del dolore ma il riconoscimento della salvezza che ha ottenuto al genere umano. È questo che consente ai
cristiani di cantare O croce, unica nostra speranza.
MAB
Tre mesi di fraternità nel convento di Latachieh
Abbiamo vissuto tre mesi di fraternità con un gruppo di giovani della nostra parrocchia, i più legati alle nostre attività parrocchiali. Nel nostro convento e nel nostro
giardino si sono radunati dal mattino alla sera tutti i bambini con i loro maestri, e il
tempo trascorreva così velocemente che per tutti sono stati una gioia questi tre mesi
nella parrocchia del Cuore di Gesù.
Quasi 80 ragazzi hanno partecipato ai corsi che sono stati organizzati dalla nostra
GIFRA. I ragazzi sono stati divisi in cinque gruppi di attività: palestra, calcio, disegni, ballo, musica. Tutti hanno vissuto l’esperienza della vita comunitaria, come
un periodo intenso in cui sperimentare la gioia dello stare insieme, come occasione
straordinaria di crescita. Un’esperienza di vita comune ha un suo punto forza proprio
nel riuscire a dare un volto nuovo al quotidiano, almeno per un determinato tempo,
dopo la chiusura dell’anno scolastico.
fra Salem Younes ofm
106
Cinque giorni di esperienza francescana a Knayeh
Aiutati dagli esempi che ci vengono dai fioretti, insieme ai giovani di san Francesco abbiamo vissuto in un campo del nostro convento a Knayeh, un’esperienza sotto
le tende. Maestro è bello per noi stare qui; facciamo tre tende…: ci dice il vangelo
della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, e noi seguendo la via di san Francesco verso Cristo abbiamo fissato il programma in cinque temi: La grazia del lavoro
secondo san Francesco; la difficoltà nella nostra vita quotidiana; la pace interiore; la
via e la verità.
Abbiamo sviluppato e approfondito questi argomenti in alcuni giorni in cui, aiutati
dai responsabili della GIFRA, ognuno ha verificato la sua esperienza personale per
vedere come migliorare la propria vita quotidiana.
L’accento è caduto sulla necessità di raggiungere un sapiente equilibrio tra le dimensioni ordinarie della vita e gli elementi straordinari legati all’esperienza di vita
comune. La vita comune risulta un valore aggiunto che arricchisce e può modificare
la vita quotidiana. Importante è essere consapevoli che la vita comune non è una
dimensione della vita ordinaria, questa considerazione ci ha aiutato a non cadere
nell’illusione che quello che pensiamo di vivere o abbiamo vissuto in esperienze
del genere possa essere la nostra condizione ordinaria di vita. Di solito, ci si rende
immediatamente conto, al termine della nostra esperienza che abbiamo vissuto insieme.
fra Salem Younes ofm
Una festa
Francesco
per vivificare l’attrattiva per
Cristo
e san
Per la Custodia di Terra Santa, la solennità di san Francesco riveste sempre un
carattere particolare. Oltre le grandi pulizie che presiedono ai ricevimenti, pulizie
rese un po’ difficili a San Salvatore di Gerusalemme dai lavori che si continuano a
svolgere dall’infermeria alla Curia, è soprattutto nella preghiera che i frati si sono
preparati già da qualche giorno a festeggiare il Poverello alla sequela del quale si
sono messi.
I primi vespri, presieduti dal Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa,
sono tradizionalmente l’occasione in cui i professi temporanei rinnovano i loro
voti. Erano dieci quest’anno. Prima di avanzare verso il Custode, quest’ultimo si è
loro indirizzato per ricordar loro, come a tutti i numerosi frati presenti, a che cosa
s’impegnassero. Basandosi sul messaggio del Ministro Generale dell’Ordine, ha
ricordato loro che san Francesco invita a scegliere radicalmente tra Dio ed il mondo.
Si è francescano nella Chiesa e lo si è nella vita conventuale anche se numerose
comunità della Custodia sono composte da tre frati al massimo. Un fratello, è un
dono di Dio.
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Dopo i vespri, si è fatta memoria del Transito di san Francesco prima che la festa
proseguisse tra i seminaristi francescani ed i loro invitati, i seminaristi del Patriarcato
latino, i seminaristi salesiani ed i seminaristi dei Padri bianchi.
Se, alla vigilia, per i vespri, la chiesa era piena, era colma per la santa messa del
4 ottobre. Presieduta secondo la tradizione da un domenicano, fra Guy Tardivy op,
priore del convento di santo Stefano, in presenza di Sua Beatitudine il Patriarca di
Gerusalemme Fouad Twal, del Custode di Terra Santa, con circa 90 sacerdoti, la santa messa ha riunito dalle più importanti personalità fino ai più umili, dai più giovani
ai più anziani, dai Consoli generali delle quattro Nazioni latine protettrici dei Luoghi
santi (Francia, Spagna, Belgio ed Italia) o dai loro rappresentanti fino ai parrocchiani
di Gerusalemme ed ai religiosi e alle religiose di numerose congregazioni presenti a
Gerusalemme.
Tutti erano uniti in un cuor solo per rendere grazie al Signore per il dono alla Chiesa di san Francesco. Il coro Magnificat della Custodia ha assicurato i canti ai quali
l’assemblea si è unita con una sola voce.
Il nuovo direttore dell’École Biblique, fra Hervé Ponsot op, ha tenuto l’omelia.
Ha invitato l’assemblea a guardare al di là della poesia dei Fioretti per seguire san
Francesco sul cammino della rinuncia all’immagine di sé. Questa rinuncia non è
solo pena, si tratta anche di riposo con Gesù, di gioia con Francesco, di pace e misericordia con Paolo. (…) Accettiamo di rinunciare a quello che crediamo di essere,
per ritrovarci tali quali Dio ci vuole e ci conosce.
Rimaneva solo, durante il seguito della celebrazione, di riconoscere Cristo nella
sua Eucaristia. Tutti, ancora una volta sedotti da Cristo e dal cammino aperto da
san Francesco per seguirlo, si sono ritrovati dietro l’invito di fra Pierbattista per un
rinfresco; poi la comunità di San Salvatore e i suoi invitati hanno condiviso un pasto
fraterno.
MAB
Inaugurazione della nuova
College di Amman, Giordania
cappella del
Terra Sancta
1948: In Medio Oriente avvengono cambiamenti importanti. Dopo la spartizione
della Palestina e dopo la prima guerra arabo-israeliana, Gerusalemme, la Città Santa,
viene divisa in due parti: la zona araba e quella israeliana. Tra le conseguenze più
importanti che coinvolgono la Custodia di Terra Santa ci sarà la chiusura della più
prestigiosa scuola di tutto il Medio Oriente: il Terra Sancta College di Gerusalemme,
dove studiavano insieme - in buona armonia e rispetto reciproci - ebrei, cristiani e
musulmani.
I francescani, fiduciosi nella Provvidenza, affrontano questa difficoltà, e coscienti dell’importanza di una buona educazione anche come azione pastorale verso le
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comunità cristiane locali, subito, già nel 1948, apriranno un nuovo centro di studi
ad Amman e, un anno dopo, un altro Collegio di Terra Santa nella Città Vecchia di
Gerusalemme.
Alla fine di maggio del 2008 il Collegio di Terra Santa di Amman ha celebrato
solennemente il 60º anniversario della sua fondazione, alla presenza del Custode e di
numerosi francescani, di molte alte personalità della Giordania insieme al principe
Hassan, alcuni ministri del Governo, e degli ex allievi del Collegio.
10 ottobre 2008: A coronamento di questa festa e ad appena un mese dell’inaugurazione del nuovo corso, è stata benedetta la nuova cappella del Collegio. Accanto a
quella già esistente, molto più grande e che viene riservata agli avvenimenti di rilievo e con grande partecipazione di allievi e fedeli, la nuova cappella ha una capienza
più limitata, destinata ad accogliere un massimo di 50 persone, allo scopo di offrire
un ambiente adatto anche all’insegnamento della religione cristiana. Gli allievi dei
diversi corsi avranno così la possibilità di approfondire la loro fede cristiana in momenti e tempi speciali, guidati dal direttore del collegio.
La cappella, costruita dall’architetto Maher Ghanam, è abbellita dalle vetrate della
ditta Domus Dei, di Albano Laziale (Roma), eseguite da Analise Calì.
La cappella è stata benedetta durante l’Eucaristia presieduta da fra Rashid Mistrih,
Direttore del College di Amman; tra i concelebranti fra Artemio Vítores, Vicario
della Custodia di Terra Santa, e Mons. Michael F. Crotty, Chargé d’Affaires della
Nunziatura Apostolica della Santa Sede ad Amman.
Il Vicario custodiale, che ha tenuto l’omelia in italiano, tradotta in arabo da fra Bernardo, Vicedirettore del Collegio, ha ricordato ai presenti la celebrazione in questi
giorni del Sinodo dei Vescovi che ha per tema la Bibbia nella vita del cristiano e della
Chiesa, mettendo in risalto la necessità di trasmettere e di far amare la Parola di Dio.
Il Collegio di Terra Santa ha un dovere speciale verso i suoi allievi in questo campo,
perchè conoscendo il Vangelo si conosce Cristo. La fede in Cristo, poi, deve essere
testimoniata con la vita, perché tutta la comunità circostante possa essere edificata
dall’amore che i cristiani sono tenuti a manifestare, e tutti possano trasmettere la
pace e il bene augurato da San Francesco.
Benedetta la cappella, al termine della Santa Messa, il Direttore del Collegio, fra
Rashid Mistrih, ha ringraziato tutti i presenti e specialmente coloro che hanno collaborato al buon andamento di questo progetto, invitando tutti a continuare la festa
con un’agape fraterna.
fra Artemio Vítores ofm
Celebrazione del 60º di ordinazione di fra Giuseppe Incelli
Beirut 1º novembre. È stato un piacevole dovere celebrare il 60º anniversario di
ordinazione sacerdotale del nostro confratello fra Giuseppe Incelli, in Custodia da
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73 anni, molti dei quali passati nel convento di Beirut. Ci ha aiutato il gruppo degli
amici italiani che partecipa regolarmente alla santa Messa il sabato sera, che fra Giuseppe celebra in italiano. Finita l’estate e dopo la festa di San Francesco, ripreso il
ritmo consueto della vita parrocchiale, abbiamo scelto insieme di festeggiare questo
importante anniversario il 1° novembre, festa di tutti i Santi.
Gli amici si sono passati la voce e tutti hanno collaborato con gioia e buona volontà. I confratelli di Harissa sono stati invitati a partecipare; si è fatto fronte ad alcuni
imprevisti, ma alla fine, sabato 1° novembre, dopo la Messa in lingua francese, si è
preparata la chiesa per la celebrazione del giubileo. La partecipazione dei numerosi
convenuti è stata affettuosa e devota. Tra i fedeli si notavano alcuni militari del contingente italiano della forza dell’ONU, incaricati della sorveglianza del porto, non
lontano dal convento.
Fra Giuseppe Incelli, commosso, ha celebrato la Messa con voce ferma nonostante gli ottantasei anni, ringraziando il Signore per la lunga vita che il Signore gli ha
concesso di spendere a servizio della Terra Santa, comprendendo in essa il Libano
e la Siria.
Durante la liturgia della Parola, ci ha sorpreso l’ingresso dell’Ambasciatore d’Italia. Sapevamo che era in patria, ma - ci spiegherà più tardi - appena sceso dall’aereo
si è diretto subito verso la nostra chiesa. Ci teneva ad essere presente per onorare un
frate italiano che ha servito per tanti anni il Medio Oriente!
Fra Giuseppe, al termine della Messa, ha voluto ricordare le principali tappe del
suo servizio in Terra Santa, dal suo arrivo dall’Italia a 13 anni. Non ha mancato di
ringraziare la Custodia di Terra Santa, soprattutto i confratelli che lo hanno accompagnato durante tutto questo tempo. Il suo discorso, che è allegato a questa cronaca,
è stato salutato da un sentito applauso espressione dell’affetto nostro e delle tante
persone convenute. E poi, con un altro applauso abbiamo salutato fra Angelico Pilla
che quest’anno ha celebrato i 50 anni di sacerdozio.
L’atmosfera di festa non ha distolto la nostra mente dal ricordo di fra Michele Piccirillo, che è stato richiamato alla casa del Padre in questi giorni. Per il Signore mille anni sono come un giorno. L’importante è renderli fecondi con la grazia di Dio.
Dopo la Messa la festa è proseguita nel divano del convento, dove la tavola è stata
imbandita con diversi piatti preparati a casa, e condivisi per la gioia di tutti, stretti
affettuosamente intorno al nostro carissimo fra Giuseppe.
fra Joseph Costantin ofm
Fra Giuseppe Incelli ci racconta i suoi 60 anni di sacerdozio
Nel lontano 1948, il 4 luglio fui ordinato Sacerdote insieme ai cinque compagni del
Corso di Teologia, nella nostra Chiesa parrocchiale di Santa Caterina a Betlemme, da
Mons. Vincenzo Giallad.
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Sono trascorsi, da allora, 60 anni di attività varie al servizio della Custodia nella
quale ero entrato con altri otto compagni di Ferentino nell’ottobre dell’anno 1935,
come aspiranti nel collegio serafico di Emmaus-Koubeibeh. Dopo la quarta ginnasio,
giudicati già maturi dai Superiori, fummo mandati a Nazareth per l’anno di noviziato: era il primo di ottobre del 1939.
Nel giugno del 1940, 1’Italia entrò in guerra unendosi alla Germania, contro l’Inghilterra e la Francia. Dagli Inglesi, padroni della Palestina, fummo dichiarai Personæ non grate. Rastrellarono tutti gli Italiani della Galilea unendoli sul piazzale
della polizia di Nazareth e nel pomeriggio del 12 giugno ci spedirono su quattro
autobus scortati da poliziotti armati, Inglesi e Arabi. a Gerusalemme.
Noi francescani, secondo ordini presi dai Superiori maggiori, fummo accompagnati nel nostro convento di San Salvatore. Il giorno dopo, festa di Sant’Antonio,
protettore della Custodia, fummo portati nel convento di Emmaus, che divenne il
nostro Campo di Concentramento N.12 e qui rinchiusi. Eravamo sotto l’ordine e
la sorveglianza di due Ufficiali inglesi e sette poliziotti arabi. Fummo registrati e
schedati. Il mio numero in ordine alfabetico era 66. Confesso che fummo fortunati,
perché - tolta la libertà politica, e la presenza della polizia - eravamo a casa nostra.
La nostra situazione venne ad essere quella del più grande convento di Terra Santa.
Con i ragazzi del collegio eravamo 150 persone, con a capo un Padre Guardiano,
fra Podagrosi Pierpaolo. La vita religiosa riprese subito il suo aire con tutti i doveri
ad essa inerenti. Noi i novizi potemmo continuare il nostro noviziato, e iniziare gli
studi di filosofia. Anche gli altri studenti proseguirono i loro studi fino alle rispettive
consacrazioni sacerdotali secondo le nostre Costituzioni.
Poi, finalmente, terminata la guerra, ciascuno tornò al suo convento di prima. Io
ed i miei compagni passammo un anno ad Ain-Karem e gli ultimi quattro anni a
Betlemme per lo studio della Teologia. La domenica del 4 luglio del 1948, fummo
ordinati Sacerdoti dal Vescovo di Gerusalemme, mons. Vincenzo Giallad.
Da allora, come vi ho detto, sono passati 60 anni di sacerdozio a servizio della
Custodia di Terra Santa, ed ora sono in attesa del suono della campana… che mi
annuncia il tempo di tirare in barca i remi e rimettermi nelle mani misericordiose
del Signore che personalmente ringrazio infinitamente del bel dono della vocazione
religiosa e della chiamata al suo servizio. Il cristiano deve sempre ringraziare il Signore. Il ringraziare è sentirsi coscienti del dono ricevuto. Chiedo anche perdono per
tutte le volte che non ho saputo corrispondere alla sua grazia.
Voglio ringraziare tutti i Frati della Custodia di Terra Santa, specialmente quelli
che mi hanno guidato ed aiutato. In modo speciale, ringrazio il Guardiano fra Joseph Costantin che ha tenuto tanto a voler commemorare con una festa questo mio
anniversario. Io personalmente avrei preferito lasciar passare sotto silenzio questa
data, come hanno fatto gli altri tre compagni vivi. Uno di noi è gia da diversi anni in
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riposo nella casa del Signore. Naturalmente un grande ringraziamento va a tutti voi
qui presenti, che vi siete uniti a noi religiosi nel ringraziare il Signore per quanto ha
fatto per me. Lo prego con tutta sincerità perchè faccia scendere copiosa su di voi la
sua grazia e la sua benedizione.
Professioni solenni: l’Amore di Dio li ha chiamati
Sabato 11 ottobre 2008, sette frati hanno emesso la Professione Solenne nell’Ordine dei Frati Minori della Custodia di Terra Santa nelle mani di fra Pierbattista
Pizzaballa, Custode.
Non abbiate paura dunque di consegnare la vostra vita nelle mani di Dio. Lo
Spirito Santo è l’autore della vostra vocazione. Nella forza dello Spirito avrete il
coraggio di lasciare tutto per seguire il Signore (Mt 19, 27). Ed è solo nella gratuità
dell’amore che, avendo lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli,
o campi per il nome di Gesù, riceverete cento volte tanto e avrete in eredità la vita
eterna (cf Mt 19, 29), ha loro detto fra Pierbattista nell’omelia.
Lasciare i loro paesi l’hanno già fatto; fra di essi infatti si contano: due italiani,
un americano, un siriano, un messicano, un argentino, e anche un arabo israeliano.
Lasciare le loro famiglie, l’hanno fatto; eppure le loro famiglie o qualche familiare,
hanno potuto circondarli alcuni di loro con il loro affetto durante la celebrazione.
Quanto agli altri, dal cielo o sulla terra, che non hanno potuto esserci, essi erano ben
presenti nel cuore di ciascuno dei Professi.
Per quanto riguarda il centuplo, i sette giovani frati non sono stati delusi: anticipo
del cielo, la chiesa era piena. Piena di frati francescani che sono venuti da tutte le
comunità per unirsi alla preghiera; piena di fratelli e sorelle di tutti i continenti, laici
o religiosi, ma anche di tutte le realtà della Terra Santa a servizio delle quali essi si
sono impegnati per sempre. In effetti, a fianco dei parrocchiani arabi palestinesi pregavano anche alcuni membri della comunità cristiana di espressione ebraica, ebrei
israeliani o no. Senza contare quanti si sono voluti unire spiritualmente a questa celebrazione, innanzitutto le Clarisse di Gerusalemme e in maniera tutta particolare suor
Geneviève che questa stessa mattina ha festeggiato i suoi settant’anni di professione
solenne,
Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, ed aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi
anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché totalmente vi accolga colui che totalmente a voi si offre (Lettera a tutto l’Ordine,
28-29). I frati hanno prolungato la gioia del loro dono accogliendo tutti gli ospiti per
un buffet nel salone dell’Immacolata a San Salvatore. I canti di festa, arabi e messicani, si sono mescolati alla gioia, al riso, allo scambio di auguri.
MAB
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Questi i nomi dei professi solenni:
- fra Agustín Guadalupe Pelayo
- fra Alessandro Coniglio
- fra Badie Elias
- fra Carlos Gabriel Molina
- fra Haroutiun Simonian
- fra John Savage
- fra Oscar Mario Marzo.
Festa
nazionale spagnola: problematiche circa i valori
religiosi
Pochi sanno, al di fuori della Spagna, che la tradizione riconosce a Saragozza
il privilegio di essere il più antico luogo di culto europeo dedicato alla Madonna.
Numerosi santuari mariani sono sorti a seguito dell’apparizione della Madre di Dio
ma nessuno ha il carattere antico o la particolarità di quello di Saragozza. Questa
data commemora anche la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo
nel 1492. Ed è stata scelta come festa nazionale e giorno dell’ispanidad. A Gerusalemme, è tradizione celebrare questo giorno in preghiera con una messa solenne
presenziata dal Console generale di Spagna.
Il suo connazionale, fra Artemio Vitores, il Vicario custodiale, ha presieduta la
Santa Messa del giorno alla presenza di alcuni rappresentanti della comunità spagnola.
Nella sua omelia, ha anche ricordato che questo giorno commemora l’incendio che
devastò, 200 anni or sono, il Santo Sepolcro. Quest’incendio ha segnato l’inizio
dell’allontanamento delle Nazioni cattoliche dalla causa dei luoghi santi poiché
la politica anticlericale dell’occidente, frutto della Rivoluzione francese, ha loro
inoculato il virus della laicità.
In teoria, non dovrebbe esistere alcuna antinomia tra religione e Stato perché
la laicità dello Stato è un principio legittimo se è concepita come distinzione tra
comunità politica e comunità religiosa ed i cristiani sono i discepoli di Colui che
pronunciò questa frase lapidaria: Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel
che è di Dio, ha proseguito fra Artemio prima di continuare e di auspicare, come il
Santo Padre, una laicità aperta.
È, dunque, in un raccoglimento religioso e pacificato che è potuto risuonare
nella chiesa di San Salvatore l’inno nazionale spagnolo, la Marcha Real (la Marcia
reale).
Si tratta sempre di una festa molto commovente, ha dichiarato il Console Generale, il sig. Ramon Ansoain. Questa festa ci ricorda la storia del nostro paese, come
ha sottolineato il vicario custodiale, nonché il suo ruolo nell’evangelizzazione dell’America e la diffusione della cultura ispanica. Secondo il Console Generale, la
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comunità spagnola posta sotto la giurisdizione del Consolato Generale di Gerusalemme (che comprende Gerusalemme ed i territori palestinesi) conta tra i 4 e i 5.000
membri. La maggior parte ha dei legami con delle comunità religiose. C’è, però,
anche a Gerusalemme ed in Israele, una comunità ebrea spagnola. In Spagna, ebraismo, cristianesimo ed islam hanno lasciato una profonda impronta nella cultura.
Oggi, giorno della festa nazionale, non è il momento di dividerci ma quello di unirci. Non c’è posto per dei muri ma solo per dei ponti, ha concluso fra Artemio.
MAB
Presidente FIFA a Betlemme
Lunedì 27 ottobre. Nella tarda mattinata, la Piazza della Mangiatoia si è popolata
di giornalisti. Verso le 10.30 davanti alla basilica della Natività è arrivato il corteo di
automobili della polizia e di rappresentanti governativi dell’Autonomia Palestinese.
L’interesse di tutti era rivolto verso un personaggio con la kefia, cioè il copricapo
in colori palestinesi, tenuto sulle spalle. A Betlemme è arrivato un altro presidente!
ma questa volta non si è trattato di un capo di Stato ma del presidente della FIFA,
Federazione Internazionale delle Associazioni Calcistiche. Joseph Blatter. in visita
privata per la prima volta in Terra Santa, entrava nel santuario della Natività. Con
altri membri della delegazione, accompagnato dai rappresentanti delle tre comunità
dello Status quo, ha visitato la basilica e la Grotta della Natività, la chiesa di Santa
Caterina e le grotte appartenenti ai francescani. Uscendo dalla chiesa un giovane palestinese ha presentato al Presidente della FIFA un pallone chiedendogli un autografo. Al termine della breve visita tutta la delegazione è entrata nel salone del convento
francescano dove agli ospiti è stato offerto un caffé.
JK
Il Cardinale Zen,
vescovo di Hong
pellegrinaggio annuale al Giordano
Kong,
ha presieduto il
Un diacono croato che prega in italiano, un argentino in arabo, un cinese in latino,
un messicano in italiano, un russo in ebraico… state assistendo ad una liturgia della
Custodia di Terra Santa. Questo giorno, l’ambiente è meno solenne del consueto
poiché la Santa Messa è celebrata sotto la tenda sulle rive del Giordano.
Questo giovedì 30 ottobre, circa 700 pellegrini si sono recati in pellegrinaggio, a
cadenza annuale, sul luogo del battesimo di Cristo. Il Cattolicesimo mostrava tutti
gli aspetti variegati del suo viso con un centinaio di cristiani di Bombay (India), quasi 200 portoghesi, un gruppo di italiani che percorrono 15-20 chilometri a piedi ogni
giorno nell’ambito del loro pellegrinaggio, degli Spagnoli, dei Belgi, dei Polacchi,
dei Coreani, degli Africani ecc. senza dimenticare i cristiani del paese che rappresentano alcune parrocchie di Betlemme, Beit Sahour, Cana, Nazareth, Gerusalemme.
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Tutti erano uniti nella preghiera presieduta dal Cardinale Joseph Zen sdb, vescovo
di Hong Kong, assistito da Mons William Slattery ofm, vescovo di Kokstad, in Sud
Africa e dal vicario custodiale, fra Artemio Vitores, in presenza dei rappresentanti
dei Consolati Generali del Belgio, d’Italia e di Spagna.
Il cardinale ha iniziato la sua omelia con le parole: Sono felice di rappresentare qui
tutto il popolo cinese. 1 400 000 000 di anime!!! Una popolazione dove la cristianità è molto minoritaria, 1,7 %, ovvero all’incirca 25 milioni di persone - cifra che
induce comunque a riflettere. Ha, di seguito, sviluppato una breve meditazione sul
battesimo di Gesù.
I pellegrini abituali di quest’evento hanno notato una novità quest’anno: i lavori in
corso, realizzati dal ministero israeliano del turismo, per sistemare il sito nella prospettiva di un’apertura più ampia ai pellegrini in questa zona di confine che si trova
sotto stretta sorveglianza militare. Rimane solo da riqualificare il fiume Giordano
proprio per restituirgli la sua dignità e la purezza delle sue acque.
Dopo la Santa Messa, una parte dei pellegrini si è recata al Monte della Tentazione
dove, dopo la preghiera, i monaci ortodossi hanno loro offerto un meritato rinfresco.
MAB
Abbiamo conosciuto la tomba di fra Michele Piccirillo
Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nel paese di Moab, secondo l’ordine
del Signore. Fu sepolto nella valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet- Peor; nessuno
fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba (Dt 34, 6)
Sabato 1° novembre, nella festa di Tutti i Santi, noi abbiamo saputo il luogo della
tomba di fra Michele Piccirillo.
Non l’avremmo voluto. Non così velocemente. Vederlo, però, inumare lì, alla sommità del Monte Nebo ci ha donato un po’ di conforto. Come per fra Girolamo Mihaic
(Abuna Germana - † 1960), all’origine della rinascita del Memoriale di Mosè nel
1935 e sepolto, anche lui, nel cortile del convento, seppellire fra Michele sul Monte
Nebo è come riunirlo al suo grande amore.
Sarebbe semplicistico ridurre l’opera di fra Michele al lavoro compiuto su questa
collina di Giordania ma questo posto lo riassume bene, sia per quanto riguarda il suo
lavoro, sia per quanto riguarda la sua persona.
Là, egli viveva il suo amore per la Terra Santa, attraversata ma anche contemplata;
là, la passione per la ricerca archeologica che ha tradotto in realtà qui come in altri
luoghi; là, il fascino per le Sacre Scritture, quello che svelano e quello che ancora
nascondono; là, l’amore per l’arte, per tutte le arti, di tutti i tempi; là l’amore per gli
uomini, tra i quali, al primo posto veniva la sua famiglia, i suoi fratelli francescani
che amava accogliere (e far lavorare); là, l’amore delle sue squadre di operai, come
115
di tutti i volontari venuti ad aiutarlo e quello degli alunni delle scuole di mosaico
(quella di Madaba e quella di Gerico). Là, l’amore per il Signore che ha celebrato
nella liturgia di questo santuario unico e del quale i lavori in corso gli stavano tanto
a cuore al punto che furono sospesi aspettando il suo ritorno.
Amava. Era e rimane amato. A riprova, le molteplici chiamate telefoniche e testimonianze che arrivano da ogni dove allo Studium Biblicum della Flagellazione, alla
Custodia, alla Delegazione di Roma.
Ad ulteriore riprova, in Italia le chiese piene, sia alla camera ardente sia ai funerali
nella basilica di Sant’Antonio ed in questo giorno in Giordania, nella parrocchia di
Sweifieh. Dall’operaio ai ministri fino al Principe, avrà, ancora una volta, radunato
attorno a sé tutti quelli che ha toccato.
Un relazionarsi che poteva a volte essere un po’ rude, come l’ha scritto uno dei suoi
amici, Franco Cardini: Era un uomo caritatevole, ma odiava il compromesso e amava la verità: non era raro, dunque, vederlo essere polemico con chiunque cercasse
di alterarla. All’occorrenza, visto che era dotato di una personalità prorompente e
indomabile come ha ricordato il Custode, Pierbattista Pizzaballa, a Roma, poteva
anche avere qualche attrito con i suoi amici od i suoi confratelli della Custodia.
I suoi fratelli della Custodia sono venuti numerosi, provenienti da tutta la Terra
Santa ma anche dalla Giordania, dalla Siria, dimostrando così il loro affetto, il loro
rispetto e la loro ammirazione.
Numerosi sono coloro che gli hanno ceduto il primo posto. Alcuni, come fra Eugenio Alliata e fra Carmelo Pappalardo sul Monte Nebo, come fra Stefano De Luca
a Magdala, proseguiranno la sua opera scientifica come egli stesso aveva proseguito
quella dei suoi pari, fra Sylvester Saller († 1975), fra Bellarmino Bagatti († 1990)
e fra Virgilio Corbo († 1991). Senza dimenticare l’attuale lavoro di fra Stanislao
Loffreda e di fra Giovanni Loche, anche loro archeologi della Custodia.
Alla frontiera di Beit Shean, c’è un gruppo di una quarantina di persone, in maggioranza francescani, che si presenta. Sono arrivate proprio all’ora d’apertura. Ma
li si fa aspettare con il pretesto di un guasto del computer. L’attesa di prolunga e
mette in pericolo la presenza alla celebrazione eucaristica. Dopo due ore di attesa,
si sa che si arriverà a metà messa. Un gruppo rinuncia e torna indietro, la morte nel
cuore. Ventiquattro persone rimangono. Impiegheranno, da controllo a controllo, da
un lato e dall’altro del confine altre due ore, malgrado gli interventi presso i Ministeri israeliani e giordani e malgrado l’intervento del Palazzo reale. I naufraghi di
Beit Shean, però, tengono duro, vogliono essere presenti almeno all’inumazione sul
Monte Nebo, a due ore di macchina da lì. In linea d’aria, la distanza che separa Gerusalemme dal Monte Nebo è di 47 chilometri. Impiegheranno otto ore per recarsi
da un punto all’altro.
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Ad Amman, per la messa, furono aspettati fintanto che fu possibile far attendere
le personalità, tra le quali il Ministro della Cultura, il rappresentante, a Madaba, del
Ministero dell’archeologia e delle antichità giordane, il rappresentante del Principe
Hassan, un rappresentante del Waqf, gli Ambasciatori d’Italia e di Spagna. E stato
S.B. Mons. Fouad Twal che ha presieduto la celebrazione, circondato dal Custode di
Terra Santa, Pierbattista Pizzaballa, dal vicario custodiale, fra Artemio Vítores, dai
sacerdoti francescani arrivati dalla Giordania e dalla Siria e da un consistente gruppo
di preti del patriarcato tra i quali fra Michele si era fatto degli amici in 40 anni di
servizio in Terra Santa ed in Giordania. Ugualmente, tutte le Chiese orientali erano
presenti con uno o più loro membri. La messa è stata celebrata in arabo; è stata la
Messa del giorno della Festa di Tutti i Santi, ma i canti sono stati quelli adatti ad una
messa funebre.
La chiesa era gremita e la devozione era la stessa da parte dei cristiani e dei musulmani. Dopo la celebrazione, il corteo funebre ha preso la strada di Madaba e del
Monte Nebo, andando il più lentamente possibile, sempre in attesa dell’autobus proveniente da Beit Shéan. Con più di un’ora di ritardo sull’orario previsto, quando è
finalmente arrivato l’autobus, dalle porte della proprietà si è potuto alla fine portare
fra Michele nella sua ultima dimora.
L’inumazione si è svolta in privato, nella pena ma anche nella speranza. Quella che
fra Michele aveva visto in Mosè, scrivendo di lui: [è stato] seppellito con negli occhi
la visione di speranza che aveva contemplata dall’alto della montagna.
Fra Michele riposa, ormai, nella terra del Monte Nebo, accanto a fra Girolamo
Mihaic sulla tomba del quale deponeva sempre dei fiori malgrado il caldo che spesso
opprime il luogo.
Prima di questo, ha percorso un’ultima volta i viali del santuario, portato a spalle
dai suoi amici. Un momento particolarmente commovente. Un’ultima volta, ha fatto
una sosta ai piedi dell’immensa croce che domina il sito e la valle. E là che il Custode, Pierbattista Pizzaballa, ha benedetto una prima volta il feretro. Un’ultima volta è
entrato nel convento. Era circondato da tutti e circondato non è una vana parola. Gli
abitanti dei villaggi dei dintorni, gli operai con i quali ha tanto lavorato si stringevano attorno alla sua bara sia per mostrargli il loro affetto, sia perché erano incapaci
di separarsene. Per un lungo momento, né la famiglia, sua sorella ed i suoi fratelli
presenti, né la sua famiglia francescana hanno potuto avvicinarla. Michele era loro,
il loro maestro, il loro fratello, il loro Abouna.
Far entrare il corpo di fra Michele Piccirillo in Giordania non è stato uno scherzo.
È stata la prima volta che uno straniero, morto in terra straniera, ha dovuto essere
inumato in Giordania. I Ministeri interessati non conoscevano dunque la procedura,
non sapevano nemmeno se questo fosse possibile. Ci è voluto un intervento del Palazzo reale e del Re in persona per venire a capo degli ostacoli amministrativi.
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All’uscita del convento, il Custode, il vicario custodiale, la famiglia di fra Michele,
il sindaco del villaggio aspettavano i partecipanti per ricevere le condoglianze. Malgrado l’ora tarda, però, si ripartiva solo con il contagocce.
La sua famiglia e i suoi fratelli francescani sono rimasti anche loro. Si scambiavano dei ricordi. Difficili da testimoniare di fronte alle telecamere ed ai microfoni. Ci
sono gli occhi arrossati dalle lacrime, le voci contratte dall’emozione. “Era un vulcano sempre in eruzione”. “Impiegheremo dieci anni per portare a termine tutto quello
che aveva intrapreso: gli scavi, i lavori, i progetti, gli articoli, i libri”. “E una perdita
immensa per la Custodia”. “Non si tratta solo di una perdita per la Custodia, si tratta
di una perdita per la visibilità, la conoscenza ed il riconoscimento della Terra Santa.
Ha talmente contribuito in diverse maniere a farla conoscere ed amare!”. “Bisogna
andare avanti. - dichiarava il Custode - Un nuovo periodo si apre per la Custodia.
Dobbiamo testimoniare l’amore che padre Piccirillo portava alla Terra Santa. Dobbiamo mantenere viva la sua opera e proseguirla, nello stesso spirito, con lo stesso
entusiasmo, la stessa passione, anche se questo deve essere in un modo nuovo perché
padre Piccirillo è insostituibile”.
I naufraghi di Beit Shean hanno celebrato la Messa nella cappella del convento.
La santa Messa della festa, quella di Tutti i Santi, tutti quelli che sono oggi presso
Dio. Nel frattempo, la tomba di fra Michele era visitata senza sosta, in silenzio. Di
là si poteva vedere, con il calar del sole, le colline ammantarsi di colori, paesaggio
di inebriante bellezza.
Mosè è morto sulla bocca di YHWH dice letteralmente il testo ebraico. Mosè è
morto su ordine di Dio traducono gli uni, in un bacio di Dio interpreta il Talmud.
In un bacio, Dio ha ordinato a Michele Piccirillo di tornare a casa. Con il Salmista
vogliamo dire: Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del
Signore sono limpidi, danno luce agli occhi (Salmo 19).
MAB
Da una montagna dalla quale Mosè gettò uno sguardo di speranza sul futuro,
anch’io provo a guardare avanti vedendo tanti giovani pronti a vivere in pace in un
mondo che non ne può più di guerre e di odio.
fra Michele Piccirillo, Francescano
Grandi lavori a San Salvatore: L’infermeria
Iniziati al principio dell’estate, i lavori dell’infermeria custodiale nel convento di
San Salvatore a Gerusalemme sono giunti a termine.
Lunedì 3 novembre. La benedizione dei locali nuovi di zecca ha avuto luogo alla
conclusione dei vespri celebrati nella cappella dell’infermeria.
L’infermeria è stata installata al terzo piano del convento 50 anni fa’. Meritava
quindi un rinnovo. Ma queste spese, come ha sottolineato il Custode Pierbattista
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Pizzaballa, sono state sostenute per il conforto dei frati anziani che vivono lì.
Infatti tutte le stanze sono state completamente rifatte e adattate a fini medici. La
necessità della evacuazione completa dell’infermeria durante i lavori è stata uno
sconvolgimento per i frati anziani, spostati a un piano inferiore, così come per il
personale di assistenza e la comunità di San Salvatore.
Tutti hanno dovuto adattarsi e sopportare qualche disagio. Ma il disagio ha avuto
anche i suoi lati positivi, il meglio dei quali deve essere conservato, ha sottolineato
il Custode. Ha permesso sia ai frati anziani che ai giovani di vivere gli uni con gli
altri, creando uno spazio per una maggiore interazione e per il reciproco ascolto. I
nostri anziani sono il nostro tesoro ha sottolineato fra Pierbattista. A questo punto
della vita la loro forza può diminuire, ma c’è una ricchezza di esperienza, di vita
umana e spirituale, di relazione con il Signore, che deve essere condivisa prima di
tutto con i più giovani. Il nostro tesoro consiste nell’esperienza di tutti i frati che ci
hanno preceduto, nella loro passione e nel loro amore per questa terra. Un amore
che continua ad essere vissuto in questa età della vita, in questa infermeria, certo
in modo differente - nella preghiera, nell’offerta del sacrificio - e siamo certi che
questo non sia meno prezioso rispetto all’attività di molti altri.
Il Custode ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato al rinnovo dell’infermeria:
l’architetto, il responsabile dei lavori, tutti gli operai, il personale di assistenza che ha
dimostrato tanta capacità di adattamento, il Guardiano di San Salvatore, fra Antoni
Szlachta. I fratelli dell’Infermeria sono parte di questa comunità ha ricordato ad
ognuno.
Dopo la benedizione i dodici frati ospiti permanenti dell’Infermeria e fra Jad, il
responsabile di questo servizio, hanno fatto gli onori di casa nella visita dei locali.
Tutti i frati si sono riuniti poco dopo per cenare insieme nel refettorio al piano terra,
gustando una ricca cena araba offerta dall’architetto e dalla compagnia che ha diretto
i lavori. I frati anziani hanno riguadagnato i loro locali ma, grazie all’ascensore
costruito lo scorso anno, quelli che vogliono possono continuare ad andare al refettorio
e al divano conventuale. Quanto ai frati più giovani, sono caldamente invitati a non
mancare di visitare regolarmente i loro confratelli più anziani per condividere con
loro momenti di scambio fraterno.
MAB
Il carisma francescano in tempo di cambiamento epocale
L’Ordine dei Frati Minori sta vivendo da qualche anno un’esperienza di
rinnovamento, riflettendo sulle proprie radici spirituali e cercando maniere originali
d’incontro con il mondo contemporaneo. La riscoperta della grazia delle origini
vuole essere uno stimolo a guardare in avanti, per costruire un futuro migliore.
Per ricevere impulsi efficaci in questa direzione la Custodia ha accolto la vista
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di fra Massimo Fusarelli, Segretario Generale Formazione e Studi dell’Ordine dei
Frati Minori, per un breve ma intenso ciclo di conferenze. A Nazareth e Betlemme fra
Massimo ha animato due incontri con le comunità religiose locali, sul tema Restituire
con la vita il dono della vocazione, in cui ha offerto una riflessione penetrante e
avvincente sul tema della vocazione francescana.
A Gerusalemme invece fra Massimo ha tenuto una conferenza su un argomento
di più ampio respiro, e la Sala della Madreperla è stata appena sufficiente ad
accogliere il numeroso uditorio. Moltissimi frati, religiose e laici sono intervenuti,
attratti dall’argomento e dalla fama dell’oratore. La riflessione, molto avvincente,
si è focalizzata sul tema Il carisma francescano nell’attuale cambio d’epoca.
Comprendiamo l’attualità del carisma francescano solo se lo intendiamo come una
forma particolare di accesso e di comprensione del Vangelo, a partire non tanto da
un’idea, sia pure teologica, quanto da un’esperienza vissuta. A partire da questa
intuizione iniziale l’oratore ha descritto la visione francescana del mondo come uno
sguardo capace di una lettura positiva del mondo e delle culture che lo abitano.
San Francesco ha visto il mondo alla luce dell’amore evangelico, tanto da essere
un uomo dell’altro mondo, pienamente inserito nel suo tempo proprio perché
pellegrino e forestiero verso la città futura, costruita da Dio stesso e non da mani
d’uomo. Da quest’attitudine profetica a vedere il mondo alla luce di Dio deriva la
capacità francescana di abitare le diverse situazioni storiche, assumendo le sfide che
successivamente si presentano. Sono stati indicati, tra i tanti possibili, alcuni nuclei
della spiritualità francescana, necessari per abitare il nostro tempo e fecondarlo di
vita evangelica. L’incontro con il lebbroso, determinante per la vocazione del giovane
Francesco, appare come paradigmatico dell’incontro con Dio attraverso i fratelli.
Anche l’esperienza del lavoro appare tipica della novità francescana. Il lavoro era per i
primi frati un modo di vivere la dimensione sociale ed offrire un esempio illuminante
di vita nella fede. Così pure la sensibilità francescana verso il creato, lungi dal ridursi
a un banale ecologismo alla moda, deve rivelare la ricchezza del cosmo inteso come
città dell’uomo, occasione di vivere il perdono e la riconciliazione. La vera armonia
con il creato passa attraverso la pace con gli uomini. Per questo la dinamica della
pace passa attraverso la penitenza, che appare come quel capovolgimento che porta
l’uomo da una vita istintiva incentrata sul proprio Io a una vita interamente soggetta
e abbandonata alla signoria di Dio.
Un vivace dibattito ha fatto seguito alla conferenza, dimostrando come tutti questi
temi appaiano vitali per il futuro della vita francescana e per una comunicazione
sempre più efficace del vangelo. Nel cammino della fede nessuno può illudersi
di essere arrivato alla meta. Per questo è salutare sapersi rimettere in discussione,
cercando stili di vita più autentici e creativi.
fra Carlo Serri ofm
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La Custodia ha celebrato il settecentesimo anniversario
della morte del beato Giovanni Duns Scoto
Su iniziativa dello Studium Biblicum, si sono svolti i festeggiamenti per
l’inaugurazione dell’anno accademico. Ogni anno, tale inaugurazione ha luogo in
occasione della festa del beato Duns Scot. Essa assume, in questa fine 2008, una
veste più solenne in virtù del settecentesimo anno della sua morte.
Sabato 8 novembre, in mattinata, la sala dell’auditorium di San Salvatore era gremita di frati francescani, cappuccini, religiosi e religiose, venuti per ascoltare le tre
conferenze della giornata.
Quella, magistrale, di Paolo Martinelli ofmcap su San Francesco d’Assisi e la
fede: attualità di una esperienza cristiana. Quella di fra José Carballo ofm, Ministro
Generale dell’Ordine, Il Beato Giovanni Duns Scoto (1266-1308) segno profetico
per l’Ordine Francescano e per la Chiesa (1266-1308). E quella di fra Frédéric
Manns ofm, Echi dal Sinodo sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della
Chiesa.
Il giorno seguente, domenica 9 novembre, al Getsemani ha avuto luogo la Messa
solenne presieduta dal Ministro Generale, fra José Rodriguez Carballo ofm, accompagnato dal Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, dal vicario custodiale
fra Artemio Vítores e dal provinciale della provincia di Santa Edvige di Polonia, fra
Waclaw Stanislaw Chomik. Oltre ai frati della Custodia, insegnanti o studenti dello
SBF, e ai seminaristi francescani, erano presenti anche 48 frati francescani polacchi,
in pellegrinaggio con il loro provinciale, e sotto la guida di fra Eleazar Wronski, loro
compatriota proveniente dalla medesima provincia e in servizio presso la Custodia.
L’eucaristia è stata dunque concelebrata da un centinaio di sacerdoti.
Nell’omelia, il Ministro Generale ha ricordato che Duns Scot è stato in grado,
grazie allo studio, di alimentare il dialogo tra la conoscenza e la devozione, la contemplazione e la ricerca, la scienza e la carità. In questo senso, può essere considerato ancora oggi, sia per i francescani sia al di fuori dell’Ordine, un maestro e una
guida.
La presenza dei frati polacchi della provincia di Santa Edvige, invitati per il pranzo
a San Salvatore, è stata un’occasione per il Custode di Terra Santa di consegnare la
medaglia del pellegrino al loro provinciale, fra Waclaw Stanislaw Chomik. Il Custode si è anche rivolto ai frati, dopo il pranzo, per presentare loro la realtà della
Custodia.
Attualmente, 22 frati francescani polacchi sono presenti in Terra Santa, dei quali 4
appartengono alla Provincia di Santa Edvige.
MAB
121
Una Domus Ecclesiæ a Kfar Shemhariahu (Herzelia)
No, non è un reperto archeologico, ma una realtà quanto mai viva. Si tratta della
residenza dell’ambasciatore nigeriano Mr. Dada Olisa che - dal 2 giugno 2007 egli mette a disposizione per la comunità cattolica, in maggioranza composta da
filippini ed indiani che prestano servizio nella zona di Herzelia, Herzelia Ha Pituah e
Nof Yam. Per tanti anni il servizio pastorale si è svolto nella palestra dell’American
International School (AIS), che si trovava a Kfar Shemhariahu. Alcuni sabati,
a quel tempo, si registrava la presenza di 2-300 fedeli, e nelle feste erano 400 e
più. Da quando l’AIS si è trasferita nella zona di Netania, è difficile e costoso da
raggiungere per gli immigranti dai paesi del cosiddetto terzo mondo. L’ospitalità
dell’ambasciatore nigeriano è giunta quindi come una provvidenza di cui ringraziamo
il Signore. Desidero fare notare che anche senza strutture materiali, questa comunità,
che è veramente in continuo cammino, si raduna alla vigilia del giorno del Signore,
il sabato sera, animata da profonde motivazioni di fede.
Un frate o chi per lui, passa a prendere la signora Jossy Fabros: lei è puntuale, con
una valigia dove c’è l’occorrente per la celebrazione della santa Messa. Si arriva a
casa dell’ambasciatore, si prepara l’altare da campo, molto povero, si trasportano le
sedie dalla rimessa al bellissimo prato della residenza. Mentre la signora Jossy dà
lezione di catechismo a qualche bambino di lingua inglese, il coro prova i canti che
devono essere eseguiti; i lettori intanto si preparano a leggere bene le Letture del
giorno. Parecchi, aspettando l’inizio della Messa, fanno la loro preparazione remota
seduti sui gradini del giardino.
La Messa viene celebrata con tutta solennità. È interessante notare come questo
popolo in cammino, soprattutto quelli che hanno preso a cuore questo servizio,
continuano a compierlo col dovuto distacco umano, cioè fanno tutto per il Signore,
senza considerare ed essere influenzati dal numero variabile delle presenze. Al
termine della Messa tutti tornano alle case delle famiglie dove prestano sevizio.
Molti di loro, hanno avuto solo alcune ore libere, che hanno voluto dedicare con
tutto il cuore al Signore come azione di grazie.
I frati di Giaffa, da che è stata spostata l’AIS hanno fatto tutto il possibile per
trovare un altro posto per accogliere queste riunioni di preghiera. Si sono rivolti ai
vari centri sociali, al Municipio di Herzelia, al ministero degli interni tramite l’ufficio
delle religioni, perché venisse messo a disposizione un posto per questi cristiani. E
questo con l’approvazione e a conoscenza dei superiori. Purtroppo, fino ad ora, non
vi è stato nessun risultato positivo.
Queste mie parole, vogliono essere un ringraziamento al Signore per la fede e la
perseveranza di questi poveri che ci insegnano a pregare anche senza strutture stabili.
E nello stesso tempo manifestare una sincera riconoscenza al Signor ambasciatore
della Nigeria S. E. Dada Olisa che con tanta disponibilità ha aperto la sua casa a
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questi fedeli, andando contro l’attuale corrente del politicamente corretto. Che il
Signore benedica lui e tutta la sua famiglia e soprattutto benedica il suo paese, la
Nigeria.
Per la cronaca questo servizio di celebrazione della santa Messa a Kfar Shemhariahu
è prestato generalmente dagli attuali frati di Giaffa. Sarebbe però ingiusto non
ricordare gli altri frati che per tanti anni hanno offerto il medesimo servizio, spinti
dall’amore verso i poveri, operando questo ministero senza sentirlo come un di più
anche se si aggiunge agli impegni ufficiali. Ricordo fra Antonio Luto, fra Philip
Pavich, fra Raffaele Bonanno, fra Mark Hurst, fra Brian McTommoney, fra Peter
Vasko, fra David M. Jaeger, fra Abdel Masih F. Fahim, fra Cormac McAtteer, fra
Stanko Perovich, fra Fabian Thom, fra Malaky Brogan, fra Athanasius Macora,
fra Benjamin Owusu, fra Andrew Arhin. Spero proprio di non omettere nessuno.
Qualcuno già sta nella gloria beata.
Il frate di Terra Santa deve essere testimone dell’amore di Dio e prestare il servizio
della carità a 360 gradi a tutta la Chiesa, senza tener conto di nazionalità, etnie e
gruppi. Questo è il suo DNA. Questo è il desiderio di San Francesco, totus catholicus,
soprattutto qui in Oriente.
fra Arturo Vasaturo ofm
direttore della scuola secondaria di Terra Santa a Giaffa
Gli ulivi del Getsemani sono pieni di vita
I pellegrini li veneranno, i turisti li ammirano. Si stima che abbiano più di 2.000
anni. Sono gli ulivi del Getsemani. Dietro i loro cancelli, trascorrono i giorni tranquilli
e felici che meritano vista la loro veneranda età. Protetti nel loro recinto, guardano
passare decine di migliaia di pellegrini ogni anno. Delle mani, delle braccia si tendono
- malgrado cancelli e grate - ma loro rimangono impassibili alla pietà concupiscente
dei pellegrini che desiderano cogliere un piccolo ramoscello dai loro rami.
I pellegrini, preda di un tale desiderio, si dicono che, in fronde così belle, un
ramoscello in meno non si noterà. Sono in migliaia, però, ad avere la stessa cattiva
idea e tutti i ramoscelli non riuscirebbero a soddisfare la loro pietà distruttrice e gli
alberi stessi non sopravivrebbero molto a lungo. Sarebbero, dunque, vissuti tanto
per finire sotto gli assalti ripetuti di pellegrini incoscienti? Intoccabili, sono più
venerabili e meglio venerati.
In questa mattinata di novembre, però, gli alberi frusciano, si scuotono e si
divertono dell’assalto che è fatto loro. E giorno di festa. Loro, gli antichi vegliardi,
rivelano tutto il loro vigore. Consegnano i loro frutti che gravavano così tanto da
qualche settimana. Sotto lo sguardo meravigliato dei passanti, tutto l’anno, hanno
lavorato in silenzio per prepararli. Oggi, si uniscono alle risa, alle discussioni e
danno a profusione le loro olive.
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Tradizionalmente, è dopo le prime piogge che si raccolgono le olive in Terra
Santa. Nonostante la scarsa pluviometria di Gerusalemme - è piovuto solo quattro
o cinque volte da settembre - i membri della comunità Vita Nuova di Nazareth
(New life) si attivano, approfittando della festa che rappresenta questa raccolta un
po’ eccezionale. Sono in cinque e hanno l’onore di procedere alla raccolta. Allora,
scuotono, accarezzano i rami per raccoglierne i frutti. Scalano questi alberi millenari
i cui tronchi nodosi per la vecchiaia si prestano facilmente a questo gioco.
Ancora otto anni fa, erano degli operai, cristiani e musulmani, a lavorare al
posto loro. Facevano la raccolta come in un qualunque oliveto. Noi lo facciamo
nella gioia e nella preghiera, spiega Nabil, il portavoce della comunità. Abbiamo
chiesto ai francescani di poter fare questa raccolta perché si tratta del segno della
nostra incarnazione e noi che viviamo a Nazareth, viviamo di questa spiritualità
dell’incarnazione. A Nazareth, Maria ha detto: Fiat, sia fatta la tua volontà. Qui, in
questo giardino, Gesù ha detto: Fiat, sia fatta la tua volontà. Questi due Fiat, questi
due abbandoni alla volontà di Dio, ci sono valsi la Salvezza.
La nostra spiritualità è fondata su questa frase del Vangelo di san Giovanni:
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Incarniamo,
non solo in modo spirituale, in questo Luogo Santo, questo desiderio di donarsi
interamente, fino all’ultima goccia, come l’oliva dà tutto il suo olio.
Vita Nuova è una piccola comunità composta di arabi cristiani di differenti
confessioni. Grazie al mistero dell’Incarnazione, operano e pregano per l’unità della
Chiesa. Un’unità senza confusione, ciascuno è rispettato nella diversità del suo rito
e le celebrazioni che animano con i loro canti, lo sono sempre nella tradizione della
Chiesa che li accoglie. Si fanno tutto a tutti perché sono dappertutto a casa loro. Sono
loro ad animare la preghiera della processione settimanale, il sabato sera alla Basilica
di Nazareth, accompagnati dalla comunità brasiliana Shalom. A mezzogiorno, Nabil,
Denise, Nisriin, Samia, Farhah s’interrompono. In cerchio, ai piedi di un albero,
cantano la preghiera dell’angelus, una preghiera a loro particolarmente cara.
I pellegrini di passaggio non credono ai loro occhi e le macchine fotografiche sono
sempre più sollecitate. No, la Terra Santa non è un museo, ma un luogo di vita e che
vita!
Ci vorranno cinque giorni per finire la raccolta della decina d’olivi del piccolo
giardino. Non sono gli unici che la Custodia di Terra Santa possiede sul pendio della
collina. Qualche giorno prima, sono i membri del gruppo ecumenico di Teologia della
Liberazione palestinese (Sabeel) che hanno raccolto i frutti degli alberi del giardino
che si trova dell’altro lato della strada che accoglie numerosi gruppi di protestanti in
occasione di celebrazioni all’aria aperta; ci sono anche quelli del Romitaggio.
Che si farà di quelle olive? La sorte è diversa a seconda che provengano dagli
alberi più vecchi o dal resto della proprietà. Queste ultime saranno in parte torchiate
124
presso l’abbazia cistercense di Latroun ed il loro olio servirà alle lampade dei santuari. I noccioli delle olive del giardino degli ulivi propriamente detto serviranno ad
alcune famiglie di Beit Sahour per farne dei rosari che verranno in seguito offerti dal
Custode di Terra Santa a qualche pellegrino di riguardo. Il lavoro di snocciolatura è
interamente manuale. Con quel che rimane della polpa, si farà dell’olio, anch’esso
destinato ad essere offerto in piccolissime boccette. Tesori altamente ambiti.
Nei viali intorno al giardino degli ulivi, i pellegrini elemosinano un ramoscello,
un’oliva, una foglia, a coloro che vedono darsi da fare nel sacro recinto. Sono, però,
in centinaia a susseguirsi: per questo a tutti si deve dire di no. I portinai del sito vigilano in modo implacabile, con grande disperazione dei pellegrini, ma perché coloro
che li seguiranno abbiano ancora la felicità di contemplare degli alberi pieni di vita.
Per la strada, un ragazzino spera di far felice la gente vendendo dei rami, pescati non
si sa dove, in cambio di alcune monete.
MAB
I cattolici di Terra
stessa preghiera
Santa,
latini e orientali, uniti in una
19 novembre. In conclusione del Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio nella vita
e nella missione della Chiesa, l’Assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa
(A.O.C.T.S.), riunita in occasione della sua Assemblea generale, ha invitato i seminaristi e gli studenti degli istituti biblici e dei seminari, i religiosi e le religiose, i
novizi e il clero diocesano, a una celebrazione eucaristica in onore di san Paolo, in
quest’anno a lui consacrato. La Messa ha avuto luogo nella Basilica di Santo Stefano, il solo luogo in Terra Santa1, come ha ricordato nella sua omelia padre Guy Tardivy op, priore del convento domenicano, che reca traccia di una cappella consacrata
all’Apostolo delle Nazioni.
L’invito degli Ordinari ha suscitato una risposta molto positiva, visto che ad accompagnare Sua Beatitudine mons. Fouad Twal, presidente dell’A.O.C.T.S., durante la bellissima liturgia animata dai seminaristi salesiani, vi erano oltre 70 preti e 12
vescovi, tra cui il nunzio apostolico mons. Antonio Franco. I sacerdoti di ciascun
rito sono stati invitati ad indossare gli ornamenti liturgici a loro propri. È stato il latino ad accomunare i celebranti nella preghiera eucaristica, mentre i canti e le letture
hanno risuonato in altre lingue. Al termine della celebrazione, c’è voluto un po’ di
tempo prima che l’atrio della basilica si svuotasse completamente: tutti erano entusiasti e felici per il fatto di essere riuniti insieme.
L’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa riunisce la Chiesa cattolica di
rito latino, greco, maronita, siriano, armeno, caldeo. La Custodia di Terra Santa ne è
un membro a pieni diritti.
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In questi due giorni di Assemblea generale, il programma degli Ordinari, oltre un
punto sulle attività legate alla celebrazione dell’anno paolino, comprendeva anche
un punto sui mezzi di comunicazione sociale. Un aspetto, questo, caro all’Assemblea
degli Ordinari, che ha messo in opera, nel 2008, un sito internet dell’Holy Land Catholic Communications Centre. È stata quindi l’occasione, per la Custodia di Terra
Santa, per presentare il lavoro realizzato dal Franciscan Multimedia Center.
MAB
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I francescani si ricorderanno che san Paolo è stato imprigionato nella fortezza Antonia e che nella chiesa della Flagellazione si trova uno dei rari altari in Terra Santa
dedicato a san Paolo (cfr. Att 22,24 - 23,30).
Esercizi spirituali della Conferenza Episcopale del Cile in
Terra Santa
15-21 novembre. La Conferenza Episcopale del Cile è venuta in Terra Santa per fare
gli esercizi spirituali prima di compere la visita romana ad limina Apostolorum.
Tra i vescovi cileni erano presenti S.E. il Cardinale Francisco Javier Errazuriz,
arcivescovo di Santiago e il Presidente della Conferenza Episcopale cilena S.E. Rev.
ma mons. Alejandro Goic Karmelic.
Il 20 novembre nel santuario delle Beatitudini, i vescovi hanno incontrato il
Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa. L’incontro è durato un’ora e
mezza. La Conferenza episcopale si è dettagliatamente informata sulla realtà della
Custodia, allo scopo di coinvolgere sempre di più la Chiesa cilena a favore delle
iniziative della Terra Santa. Da notare che secondo gli ultimi studi in Cile ci sono
almeno 400 mila palestinesi emigrati da Betlemme, Beit Jala e dintorni, aumentando
l’immigrazione dopo il 1948. In Cile questa scelta dei vescovi ha suscitato grande
interessamento da parte dei mass-media e di tutta la popolazione, dal momento che
coinvolge due realtà molto vive in Cile, quella palestinese e quella ebraica, anche se
è una minoranza.
Ovviamente i vescovi hanno dato a questa visita un’impostazione del tutto
spirituale.
fra Sergio Olmedo ofm
Dialogo interreligioso in Israele
Alla fine di novembre 2008 si è tenuta una conferenza che ha visto riuniti attorno
alla stessa tavola i rappresentanti di tutte le principali religioni presenti in Israele.
È stata la seconda volta che tutte queste autorità, ebree, cristiane, musulmane e
druse, si sono riunite con un fine comune: lottare contro la violenza sul territorio di
Israele.
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Ciascuna di queste religioni è divisa al suo interno in più correnti, e le correnti
principali di ciascuna di esse si trovava rappresentata.
Aldilà dei discorsi, l’aspetto più sorprendente dell’ incontro è stato senza dubbio
il clima positivo nel quale si sono trovati i rappresentanti di tali religioni. Dispiace
soltanto il vuoto mediatico attorno all’avvenimento…
Per i cristiani ha preso la parola Sua Beatitudine il Patriarca greco-ortodosso
Theophilos III. È per gentile concessione del patriarcato greco-ortodosso che possiamo pubblicare questo testo.
Mab
Un’Eucaristia
Piccirillo
di
Ringraziamento
per
fra
Michele
Martedì 25 novembre. La chiesa di San Salvatore era gremita per la messa celebrata
30 giorni dopo la morte di fra Michele Piccirillo.
Il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, alla presenza del nunzio
apostolico, mons. Antonio Franco, è stato accompagnato da un centinaio di preti.
La celebrazione ha riunito cristiani, ebrei e musulmani, religiosi e laici, stranieri
provenienti da molti paesi, palestinesi e israeliani, sapienti illustri e semplici amici.
Nella sua omelia, fra Claudio Bottini, Decano della Facoltà dello Studium Biblicum
Franciscanum, ha ricordato che fra Michele era noto per essere un contestatore, ma
che ancora una volta ha saputo creare unanimità intorno a sé.
L’omelia, dopo gli omaggi alla levatura intellettuale di padre Piccirillo, di cui fa
eco anche la stampa internazionale, ha fatto rivivere il frate minore, l’uomo feriale e
la testimonianza di una vita religiosa altrettanto edificante.
Per tutti coloro che comprendevano l’italiano, questo ricordo è stato commovente.
Ha rivelato a molti lo spirito di fede con il quale fra Michele ha vissuto le sue ultime
settimane. Per tutti gli altri, al termine della celebrazione e sulla via della sala dell’Immacolata, è stato distribuito un libretto in cui viene ripercorsa, a grandi tratti, in
inglese o in arabo, la vita di fra Michele Piccirillo.
Nella sala dell’Immacolata, dopo le condoglianze, una gran parte dell’assemblea
si è ritrovata per rivedere le opere di padre Piccirillo grazie al film italiano Tessere
di Pace di Luca Archibugi. Un film dedicato al suo lavoro di restauro di mosaici e a
come padre Piccirillo ha voluto farne un veicolo di pace in un medio oriente senza
frontiere. Un documentario magnifico, che ha ricevuto, nel terzo festival internazionale di film archeologico capitello d’oro, il capitello d’argento.
Era come se fosse qui, la sua voce, il suo volto, le sue mani callose, la sua passione per l’arte del mosaico, e il risultato del suo lavoro: dei mosaici restaurati, che
rivelano il loro splendore dall’Egitto alla Siria, passando per la Giordania, Israele e
i territori palestinesi.
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Potremmo noi dire se l’uditorio fu più affascinato dal suo lavoro oppure da questo
nuovo insegnamento di padre Piccirillo?
Lasciandolo e allontanandosi malvolentieri, non resta che riprendere le parole di
padre Bottini: La sua vita è stata piena di senso e vissuta intensamente. (…) Possiamo affermare che, per lui, valgono le parole di Gesù morente sulla croce: - Tutto
è compiuto -, malgrado la sensazione d’incompiutezza di fronte ai tanti progetti in
cantiere e alle prospettive ancora aperte. Il vuoto non potrà non sentirsi, ma la nostra tristezza troverà consolazione e il nostro cammino riceverà vigore dal ricordo e
dalla speranza di ritrovarci tutti un giorno nel Regno di Dio. Questo è ciò che speriamo. Che l’Onnipotente e il Misericordioso ce lo conceda. Amen! Alleluia!
MAB
Consiglio Internazionale dei Formatori dell’Ordine
francescano sul tema: L’integrazione tra la Formazione
iniziale e gli Studi oggi nell’Ordine
24 novembre - 3 dicembre. I Segretari per la Formazione e gli Studi delle Conferenze
dell’Ordine dei Frati Minori si sono incontrati a Murcia, Spagna, per il dodicesimo
Consiglio Internazionale per la Formazione e gli Studi, al fine di riflettere sul tema
dell’integrazione tra la Formazione iniziale e gli Studi. La Custodia, che è una
Conferenza ad instar, è stata rappresentata da fra Noel Muscat, Segretario custodiale
per la Formazione e gli Studi.
La prima parte del Consiglio ha visto la presentazione delle relazioni di ognuno dei
Segretari delle 14 Conferenze dell’Ordine, insieme con un aggiornamento statistico
per ogni Entità. È abbastanza chiaro che oggi, nell’Ordine, c’è una diminuzione
numerica di candidati per la vita francescana, evidente anche in molte Entità
che normalmente non hanno mai sofferto per mancanza di vocazioni. Tuttavia i
partecipanti hanno anche notato che nella maggior parte delle Province e Custodie i
criteri per il discernimento vocazionale vengono applicati con sempre maggior cura,
e che la qualità delle formazione e degli studi migliorano grazie a un sincero sforzo
da parte di tutti i responsabili.
I Segretari hanno poi visitato l’Istituto Teologico di Murcia, affiliato alla
Pontificia Università Antonianum, e che offre la specializzazione in Teologia
Fondamentale. Ed è stato presentato da un suo rappresentante l’Istituto Teologico
Francescano di Petropolis, in Brasile, che offre la specializzazione in Teologia
dell’Evangelizzazione.
Al Consiglio ha partecipato il Rettore Magnifico dell’Antonianum, fra Johannes
Baptist Freyer, presentando una riflessione dettagliata sulla situazione degli studi e
dei centri di studio nell’Ordine, sottolineando la struttura internazionale dell’Antonianum, che oltre al centro di Roma, ha altre facoltà sparse per il mondo, tra cui la
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nostra Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia di Gerusalemme. Il Rettore ha parlato dettagliatamente sul processo di Bologna, valido nei paesi dell’Unione Europea,
che garantisce un iter di studio uniforme e riconosciuto da tutti i paesi firmatari. Il
Vaticano ha firmato l’accordo a favore di tutte le Università Pontificie, incluso l’Antonianum. Il sistema, chiamato anche European Transfer Credits System garantisce
un metodo di insegnamento nuovo e dinamico, che distribuisce il numero di ore per
ogni credito in modo che l’insegnamento in classe comprenda un terzo del tempo,
lasciando al docente e agli studenti l’impegno di programmare gli altri due terzi in
letture, ricerca, lavori scritti e seminari. L’implementazione di tale accordo sarà un
processo difficile che richiederà una vera conversione di mentalità da parte dei docenti e degli studenti.
Per integrare il lavoro di formazione e studi in modo sempre più efficace, alcuni
relatori hanno offerto delle piste di azione. I relatori, provenienti dall’Università di
Murcia o da altri centri accademici dell’Ordine, hanno parlato della formazione dei
giovani di oggi, degli elementi della tradizione intellettuale francescana nella cultura
attuale, della formazione iniziale e studi con uguali opportunità per frati chierici e
laici, e dello studio nell’Ordine a partire dall’approfondimento della Ratio Studiorum OFM e della lettera Il sapore della Parola.
fra Noel Muscat ofm
Nazareth: inaugurazione del nuovo centro parrocchiale
Che cosa fai? Ma vieni! Te lo giuro, è magnifico, raggiungici! Prima che cominciasse l’inaugurazione, le porte del nuovo centro parrocchiale erano aperte. Le signore
della Legio Mariæ, come un flusso inarrestabile di formiche operaie, continuavano a
portare tutte le pietanze che avevano preparato per il buffet. Alcuni curiosi avevano
approfittato di questa apertura per visitare il centro. E non ne uscivano più. Uno di
questi, incollato al telefono, invitava gli amici: vieni, non crederai ai tuoi occhi! E
sono circa 700, se non di più, coloro che sono accorsi e non hanno creduto ai loro
occhi. Il nuovo centro parrocchiale di Nazareth è splendido. È magnifico! È troppo!
Veramente, ringraziamo il Santo Padre e tutti i cristiani tedeschi e la Custodia.
Era da molto tempo che la parrocchia latina di Nazareth aspettava questo centro
di Azione Cattolica. Pur essendo la più grande parrocchia latina del Medio Oriente,
essa disponeva solo di una casa parrocchiale, ampia ma tuttavia insufficiente per i
suoi 7000 fedeli. Erano i locali della scuola di Terra Santa a supplire tale carenza,
senza poter offrire però tutte le comodità del nuovo centro, spiega il parroco, fra
Amjad Sabbara.
Come è stato ricordato nei discorsi, la parrocchia e i suoi ultimi due parroci, fra
Arturo Vasaturo e fra Maroun Younan, avevano richiesto personalmente e lavorato
per questa costruzione, mentre la Custodia aveva messo a disposizione il terreno e
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supervisionato i progetti. Restavano da regolare due questioni, e non di poco conto:
il permesso di costruire, per il quale il sindaco di Nazareth, il sig. Ramez Jaraisy
spinse a favore - cosa che non pare essere andata da sé - e il denaro, più di un milione
e mezzo di euro...
La quasi totalità della somma è frutto della generosità congiunta dei fedeli tedeschi e del Santo Padre Benedetto XVI. I primi, in occasione del viaggio del Papa in
Germania, avevano fatto una colletta, mentre il secondo, non appena ebbe ricevuto
questo regalo dai suoi compatrioti, pensò di donarlo, specificando di voler destinare
tale donazione ai cristiani di Terra Santa che vivono in Israele. Così è avvenuto che
un milione di euro è stato messo a disposizione di tale progetto, e inviato al Custode
nel dicembre 2006.
Quando poi una delegazione di Vescovi tedeschi venne a posare la prima pietra, nel
febbraio 2007, sapendo che il milione di euro non sarebbe bastato a coprire l’intera
spesa del progetto, aggiunse un’ulteriore donazione, di circa 300.000 euro. La Custodia, che ha in carico la parrocchia di Nazareth, ha provveduto a completare le spese. Ma anche i cristiani di Nazareth hanno voluto partecipare: hanno infatti raccolto,
tramite una colletta, 200.000 shekel (40.000 euro), che hanno permesso l’acquisto di
attrezzature sportive High Tech.
Spero che il Papa venga a visitare il suo centro! ha detto una parrocchiana entusiasta. Nell’attesa, è una sua foto a renderlo presente nel pensiero pieno di gratitudine
della folla che si accalca. Difatti, senza bisogno di chiamare tanta gente per telefono,
la gente è già qui. Arrivata in anticipo e già impaziente. Uomini, donne, bambini,
religiosi e religiose, venuti ad accompagnare il Custode di Terra Santa per l’inaugurazione. Lui, il Custode… ha saputo, mentre era in viaggio verso Nazareth, che la
sua presenza era richiesta per una riunione importante la sera stessa, a Betlemme,
con il Presidente dell’Autorità Palestinese. È stato così sostituito dall’economo della
Custodia, fra Dobromir Jasztal. Anche il vescovo greco-cattolico per la Galilea,
mons. Elias Chacour, ci teneva a partecipare alla cerimonia. Il centro parrocchiale,
infatti, sarà aperto ai cristiani senza distinzione di confessione, come già avviene per
il centro di Betlemme. In Galilea come nei Territori palestinesi, i cristiani sono la
minoranza delle minoranze, e ciò favorisce l’avvicinamento.
Mons. Elias Chacour ha preso parte attiva nella cerimonia d’inaugurazione. Dopo
che fra Dobromir ha pronunciato le preghiere di benedizione e che l’assemblea ha recitato il Padre Nostro, lui, insieme al parroco fra Amjad e al Sindaco, hanno sciolto il
nodo, inaugurando così ufficialmente il centro. Poi, mentre fra Dobromir procedeva
alla benedizione di tutti i locali, che sono parecchi, la gente si è spostata nell’auditorium, dove avrebbero avuto luogo i discorsi. La sala era talmente piena che si doveva
guardare dalle finestre o cercare di ascoltare dalle porte. E la gente era raggiante di
gioia. Nessuno è stato dimenticato nei ringraziamenti, men che meno il Santo Padre,
sempre presente in foto.
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Ora non resta che arredare il centro, poiché ben presto questo accoglierà ogni sorta
di gruppo, di tutte le età, per la formazione spirituale, così come umana, o artistica.
È importante, per i nostri giovani, disporre di un luogo d’incontro dove possano
frequentarsi nelle condizioni migliori, spiega fra Amjad. E prosegue: La parrocchia
di Nazareth è molto attiva: entro breve partirà un nuovo gruppo, la fraternità di
Maria di Nazareth, per l’accompagnamento spirituale delle giovani coppie. Appena
sposati, avranno un incontro mensile sul modello delle équipes Notre Dame.
Contiamo già tre fraternità, vale a dire trenta coppie. E poi ci sono la scuola del
Bambino Gesù, e, per i più grandi, i Fioretti di san Francesco. Il Cristianesimo qui
è molto vivace, e sta aumentando di numero.
Le sfide non mancano, per questi cristiani arabi palestinesi di nazionalità israeliana,
come si qualificano loro stessi. Il nuovo centro parrocchiale sarà la testimonianza
della loro capacità di vivere e difendere questa identità multipla, nella gioia e nella
fede.
MAB
Visita del presidente della repubblica italiana a Betlemme
27 novembre 2008. Un pomeriggio assolato ha accolto il presidente della Repubblica
Italiana Giorgio Napolitano e la moglie Clio in una Betlemme in festa. Napolitano
ha iniziato la giornata tenendo una lectio magistralis all’università ebraica di
Gerusalemme e ha concluso la mattinata incontrando il leader dell’Autorità Palestinese
a Betlemme, giungendo nel primo pomeriggio alla Basilica della Natività. Il Custode
fra Pierbattista Pizzaballa ha accolto all’ingresso della piazza della Natività la coppia
Presidenziale. Il piazzale era gremito di gente con bandiere palestinesi e italiane e
primi ad attendere e dare il benvenuto al Presidente sono stati i bambini delle scuole e
i loro insegnanti. Napolitano e la signora Clio li hanno salutati, stringendo numerose
mani e ricambiando i saluti che gli studenti hanno rivolto in lingua italiana, prima di
arrivare all’ingresso della Basilica. Qui ad attenderli c’era Malak (Angela in italiano)
una piccola palestinese che ha accompagnato il Presidente e la moglie per tutta la visita
alla Basilica, vestita con il tipico abito palestinese e i colori nazionali. Il Guardiano,
fra Jerzy Kraj, e le altre due autorità religiose rappresentanti delle comunità che
condividono la Basilica della Natività hanno accolto ufficialmente gli illustri italiani;
fra Raffaele Caputo li ha guidati all’interno della basilica. Con devozione hanno
visitato la grotta della Natività e l’altare della mangiatoia, interessandosi alla stella
e dell’altare dei Magi; poi sono entrati nella chiesa di Santa Caterina incontrando i
frati del convento di Betlemme e tante religiose italiane. Fra Marcello Badalamenti
ha offerto agli illustri ospiti, a nome del Noviziato, un piccolo presente. All’altare
del Bambino Gesù e della Vergine hanno acceso, come è tradizione, una candela e
hanno sostato un istante in raccoglimento. Usciti nel chiostro c’è stata occasione
131
per una foto con i frati della Custodia. Un breve saluto agli italiani presenti in città
e che operano nel territorio nella sala delle conferenze a Casa Nova, con semplici
parole per ogni italiano incontrato: così è conclusa la breve ma molto familiare visita
betlemmita. L’atmosfera è stata di vera festa, come se una coppia di amici venisse ad
incontrare i propri vicini e per i religiosi e religiose italiani lontani da casa da decine
di anni è stato certamente un gioioso incontro di famiglia.
A. & M.
I francescani di Terra Santa rinnovano tutti insieme i loro
voti
Il 2009 sarà l’ottocentesimo anno dalla fondazione dell’Ordine dei frati Minori da
parte di san Francesco d’Assisi. Per il terzo anno consecutivo, i francescani della
Custodia di Terra Santa si sono ritrovati nelle proprie regioni, per una celebrazione
in preparazione di questo giubileo.
Per la Terra Santa, il Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, ha presieduto due
celebrazioni; una per la Galilea, l’altra per Gerusalemme e dintorni.
Nazareth, che ha inaugurato la festa, ha riunito una trentina di frati di fronte ad
una ventina di fedeli e religiose legati alla spiritualità del Poverello di Assisi, tra
cui la comunità Shalom che ha animato i canti. La disposizione dell’antico abside
bizantino, la presenza di Maria e dell’Annunciazione, la gioia del suo Fiat, hanno
conferito alla recitazione dei vespri e alla Messa un carattere familiare e intimo.
Contrasto tangibile con il Fiat del Getsemani. Un buon centinaio di francescani,
qualche raro fedele, i canti della Messa in latino e la roccia dell’Agonia si sono
aggiunti alla solennità.
Non c’è stato nemmeno lo stesso spirito di festa a caratterizzare la celebrazione
che ha visto riunito tutti i frati attorno al Vangelo. Loro ai quali è donata la grazia di
vivere in Terra Santa, il quinto vangelo.
Il Custode, fra Pierbattista Pizzaballa ha rivolto loro qualche parola: In questa
celebrazione, noi pensiamo a quei due Fiat, quello di Maria e quello di Gesù, che
hanno inaugurato la storia della nostra Salvezza e, in certo senso, la nostra storia
personale. Di sicuro abbiamo detto, all’inizio del nostro cammino, il nostro Si con
passione, forse con un po’d’incoscienza, non sapendo esattamente ciò che significava.
E ci sono stati di sicuro, nella nostra vita, dei richiami al Fiat del Getsemani, più
doloroso, nell’obbedienza che la fede richiede.
Tre anni fa abbiamo ricevuto il Tao, che è il segno della conversione di Francesco;
l’anno scorso abbiamo ricevuto la Regola; quest’anno riceviamo il Vangelo che
ha illuminato la conversione di Francesco e che ha radicalmente cambiato la sua
vita, e la nostra. Vogliamo anche, questa sera, rinnovare il nostro Fiat, la nostra
professione.
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Se guardiamo alla nostra vita, ai nostri occhi appariranno sicuramente tante
debolezze. Tuttavia, fermarsi là sarebbe una mancanza di fede. Dobbiamo infatti
guardare le nostre vite con gli occhi di Dio stesso. Non siamo stati scelti in quanto
perfetti. E non siamo qui perché la vostra vita è perfetta. Siamo qui semplicemente
perché Lui ci ha scelti e chiamati, malgrado le nostre debolezze, e siamo invitati a
rimanere fedeli a questa chiamata.
Il Signore non ha bisogno di strumenti perfetti, Lui ha bisogno di cocci, noi siamo
tutti limitati, ma siamo qui perché qui Dio ci ha condotti. Ed è questo l’oggetto della
nostra gratitudine. Noi non siamo qui perché siamo bravi, o perché le nostre fraternità sono perfette, ma perché nel suo disegno d’amore e di gratuità, Lui ci ha scelti
e ci ha messi qui.
Possiamo ora rinnovare i nostri voti con passione, con il desiderio di rinnovare questo Si, questo dono, questa consacrazione che ci rimette all’esempio di san
Francesco d’Assisi. Con le nostre paure, le nostre fatiche, le nostre incomprensioni,
le nostre e anche quelle delle nostre fraternità. Ma allo stesso tempo con la nostra
gratitudine. Il Signore può trasformare l’acqua in vino, e se qualcuno diceva non c’è
più vino, ecco che il Signore ci trasforma.
Dopo queste parole, tutti i frati presenti, in ginocchio, hanno rinnovato con forza e
a una sola voce i loro voti, in un momento di grande intensità.
Al termine della celebrazione, hanno ricevuto un libretto preparato dagli studenti,
che simboleggiava il dono del vangelo.
Per noi Frati minori al servizio della Terra Santa, questo impegno è ancora più
coinvolgente e più appassionante, per il fatto che possiamo seguire le orme di Cristo
non solo in spirito, ma vivendo nei luoghi storici della Salvezza.
Buon giubileo a tutti i frati!
MAB
Visita pastorale a Tiro e Deir Mimas
30 novembre. Inizia il tempo dell’avvento, tempo di preparazione al Santo Natale.
Fra Maroun Bassil, dei Padri Cappuccini, viene a cercarmi al mattino presto a Beirut
per una visita a Tiro e Deir Mimas. Secondo quanto deciso dalla Custodia, dopo le
feste di Natale, fra Joseph Costantin, sottoscritto!, prenderà l’incarico di queste due
parrocchie e questa visita mi permette quindi di rendermi conto della situazione sul
posto.
Conosco bene la piccola parrocchia di Deir Mimas, avendola servita per circa 15
anni. Mentre di Tiro conosco solo il convento nella vecchia città, dove facevo visita
a fra Luca, che era allora il curato e direttore della piccola scuola.
Il viaggio fino a Tiro dura quasi un’ora, con un tempo molto bello. Il Padre mi
fa visitare i locali, il convento e la scuola. Come per tutti gli edifici della zona, i
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danni della guerra del 2006 sono stati riparati con gli aiuti dell’emirato del Qatar.
Restano da fare alcune riparazioni. Il piccolo convento è stato ristrutturato dai Padri
Cappuccini.
Alle 8.30 si celebra la Messa, partecipata da un piccolo gruppo di fedeli. I cristiani
frequentano le loro Chiese, ciascuno secondo il proprio rito.
Dopo la Messa si riprende la strada per recarci a Deir Mimas, un’oretta di tragitto.
Si celebra la Messa alle 11. Anche qua pochi fedeli, ma è forse perché il vescovo
greco cattolico celebra i sei mesi di anniversario della morte del curato melchita
Abouna Samir.
Con fra Maroun, si visita il piccolo convento restaurato dai Padri Cappuccini, dopo
i danni subiti durante la guerra del 2006.
Prima di riprendere la strada del ritorno si passa a salutare alcune famiglie in lutto,
e si dimostrano molto contente della nostra visita.
Così verso l’una si rientra a Beirut, ciascuno nel suo convento. È il primo contatto
dopo 6 anni di assenza: i bambini sono cresciuti, e ho trovato il villaggio di Deir
Mimas con un aspetto migliore.
Non ho potuto incontrare molta gente, ma conto di farlo alla prossima circostanza,
riunendo i parrocchiani per partecipare con loro alcuni problemi e discuterne
insieme.
fra Joseph Costantin ofm
Il ciclo di Natale inaugurato a Betlemme
Andando a prendere la luce al presepe nella grotta della Natività, e accendendo con
quel fuoco la prima candela della ghirlanda dell’Avvento, il Custode, fra Pierbattista
Pizzaballa, ha inaugurato il ciclo di Natale a Betlemme.
La festa del giorno era cominciata con l’entrata solenne del Custode di Terra
Santa nella città della Natività. Il corteo, dopo gli auguri d’usanza, è partito da San
Salvatore, ha fatto una tappa a Mar Elia, è passato davanti alla tomba di Rachele e ha
raggiunto l’Azione Cattolica, da dove tre gruppi di scout, due di Betlemme e uno di
Nazareth, lo hanno accompagnato. Sul luogo della mangiatoia lo attendeva la folla,
i frati francescani, e, nelle prime file, il parroco fra Samuel Fahim, accompagnato
dal Ministro del Turismo Khouloud Doubaibes, dal Governatore del distretto il sig.
Salah Al Tamari e dal sindaco di Betlemme, il dottor Victor Batarseh.
In questa giornata assolata, già l’attesa è stata gioiosa, e l’entrata non è stata da
meno. Si potevano scorgere sorrisi su ogni viso. Sotto la chiesa parrocchiale, il
Custode ha indossato gli ornamenti liturgici viola. Stupore dell’assemblea: Siete in
lutto?; No, stiamo per recitare i primi vespri d’Avvento. Quest’anno, in effetti, santa
Caterina ha definitivamente lasciato la prerogativa al Signore.
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L’antica tradizione voleva che questo tipo d’entrata si facesse in occasione della
festa della parrocchia, di cui la patrona è santa Caterina d’Alessandria. Ma il 25
novembre cadeva spesso durante la settimana, e quindi l’aspetto pastorale era meno
evidente. Così, nel 1982, con il permesso delle Chiese prendenti parte allo Statu Quo,
greca ortodossa e armena, così come con quello delle autorità civili, è stato deciso
che la festa venisse celebrata la prima domenica dopo santa Caterina. Ora, la liturgia
dedicava già questa domenica sia al Cristo Re, sia alla prima domenica d’Avvento.
Da quest’anno in avanti, si rende a santa Caterina ciò che è di santa Caterina, e
la comunità francescana canta i primi vespri della sua festa il 24 novembre, e a
Cristo ciò che è di Cristo, celebrando in questo giorno, conformemente al calendario
liturgico, i primi vespri della prima domenica d’Avvento.
È d’altronde l’attualità della città di Betlemme, decisamente già orientata verso
il Natale. In settimana, il Custode di Terra Santa ha infatti incontrato il Presidente
dell’Autorità Palestinese, Abu Mazen (Mahmoud Abbas) per invitarlo, come vuole
la tradizione, alla Messa di Natale, il 24 dicembre. Al termine di questo incontro, il
Presidente ha fatto una sorta di regalo alla Basilica della Natività. Dopo più di 200
anni che viene trascurato, il tetto della Basilica è decisamente malmesso. Poiché
le Chiese non hanno saputo trovare un accordo per la sua riparazione, è stato il
Presidente dell’Autorità Palestinese, in qualità di autorità civile del luogo e prendente
parte allo Statu Quo, che ha spinto per un’intesa sulla questione. A tal proposito, le ha
convocate tutte. E l’accordo tanto auspicato da tutti è stato raggiunto all’unanimità.
Ci si può dunque attendere, nei prossimi mesi, di vedere l’inizio dei lavori nella
Basilica.
Per il momento, è la municipalità di Betlemme che si dà da fare per dare alla città
i colori del Natale, e per accogliere i pellegrini e i turisti, attesi numerosi in questo
periodo. Le attività civili e religiose si moltiplicano, nell’attesa di poter celebrare la
nascita del Signore nella stessa città in cui venne alla luce.
Prima di lasciare Betlemme, per la stessa strada da cui era venuto, il Custode ha
celebrato la Messa della prima domenica d’Avvento, questa volta con la parrocchia,
presiedendo la Messa delle 9. Santa Caterina non è stata comunque dimenticata,
poiché, al momento dell’incensazione all’inizio della liturgia, è stato incensato il suo
altare.
In chiesa, la candela accesa della corona di Avvento brilla per ricordarci che qui
è sorta la luce che brilla nelle tenebre. Fra quattro settimane, la festa raggiungerà il
suo culmine.
MAB
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Giornata di studio sui francescani in
istituti di cultura israeliani
Terra Santa
per due
Ogni anno il Centro per i rapporti ebraico-cristiani di Gerusalemme, in
collaborazione con l’istituto culturale Yad Ben Zvi, organizza un paio di giornate
di studio sulle realtà cristiane di Gerusalemme. L’iniziativa è rivolta a un pubblico
selezionato di israeliani, impegnati nel campo dell’educazione. Le giornate si
articolano in conferenze al mattino, organizzate in coordinamento con le realtà
cristiane coinvolte, ed incontri e visite che occupano il resto della giornata, per dar
modo ai partecipanti di avvicinare dal vivo la realtà presentata.
L’anno scorso è stata la volta del Patriarcato Greco Ortodosso e delle altre
comunità ortodosse meno numerose. Quest’anno il programma prevede uno studio
sulla Custodia di Terra Santa e sul Patriarcato Latino.
La giornata dedicata alla Custodia si è svolta il 2 dicembre scorso. Eccone la
cronaca redatta da una delle organizzatrici.
***
Il Centro per i rapporti ebraico-cristiani di Gerusalemme (Jcjcr) si occupa della
promozione della reciproca comprensione tra la popolazione israeliana e quella
cristiana in Terra Santa: organizza incontri di carattere culturale-educativo, congressi
sulle diverse realtà cristiane e ricerche. Lo Yad Ben Zvi è, invece, un ente governativo
che prosegue la tradizione del secondo Presidente dello Stato di Israele, Yizhaq Ben
Zvi, ed è impegnato nella ricerca su Erezt Israel (la Terra di Israele), sulla comunità
ebraica e sulla sua vita a Gerusalemme e in tutto il Paese.
I due enti stanno collaborando a un progetto comune - articolato in diverse
giornate - riguardante le varie comunità cristiane in Terra Santa. Le giornate di
studio comprendono conferenze ed escursioni presso le istituzioni cristiane, in piena
collaborazione con le loro autorità ecclesiastiche e comunitarie.
Martedì 2 dicembre scorso ha avuto luogo la giornata di studio dedicata alla
Custodia di Terra Santa. Vi hanno preso parte circa 200 persone e sarebbero state
molte di più se non fosse stato posto un limite alle iscrizioni.
La prima parte della giornata - presso la sede dello Ben Zvi nel quartiere di Rehavia,
a Gerusalemme - è stata occupata dalle conferenze. Fra Oscar Marzo, che già aveva
collaborato all’organizzazione del congresso, ha parlato della storia della Custodia
e delle sue attività, dando rilievo alla custodia dei Luoghi Santi, all’accoglienza e
alla cura dei pellegrini, all’azione pastorale in favore della locale comunità cristiana,
al lavoro nelle scuole, all’Istituto Musicale Magnificat e ai nuovi progetti relativi al
convento di San Salvatore, agli alloggi ed altro.
Yisca Harani, ricercatrice e studiosa del cristianesimo, ha invece presentato i francescani come promotori di cultura - hanno portato la cultura occidentale in Medio
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Oriente - ed anche come veri e propri creatori di norme culturali in Terra Santa. La
Harani ha messo in risalto l’importanza dei francescani nella creazione di una mappa della Terra Santa (per il numero elevato di Luoghi Santi riscattati e custoditi dai
frati) e della loro influenza su fenomeni come, ad esempio, la pratica della Via crucis,
diffusasi poi anche presso popolazioni cristiane non cattoliche. Parallelamente i francescani hanno portato in Terra Santa modernità, tecnologia, medicina, architettura.
Sono stati tra i primi a trasmettere in diretta televisiva la Messa della notte di Natale
su un canale internazionale, così come recentemente hanno realizzato un centro multimediale e un sito internet all’avanguardia.
Yisca ha anche affrontato il tema del grande cambiamento nei rapporti dei francescani con gli ebrei avvenuto dopo la costituzione dello Stato di Israele (1948) e
all’indomani del Concilio Vaticano II (1962-1965). A riprova di questo ha citato le
parole innovative pronunciate dal Custode di Terra Santa tre anni fa a Tel Aviv durante un convegno sulla Shoà.
Il dott. Amnon Ramon ha parlato dei legami della Custodia con lo Stato di Israele.
Ramon ha descritto sia le tensioni e le difficoltà nei rapporti prima che nascesse lo
Stato, sia i timori di carattere teologico riguardanti la collocazione degli ebrei nella
teologia preconciliare. Vi era poi anche un timore concreto circa il destino delle pietre vive (cioè i membri, palestinesi, della locale comunità cristiana) sia per quanto riguardava la loro condizione in seno allo Stato ebraico, sia la loro situazione in tempo
di guerra. I timori erano anche dettati dal fatto che inizialmente l’ideologia socialista
e comunista erano molto diffuse in Israele e venivano percepite come una minaccia
per l’esistenza stessa della Chiesa in questa terra. Amnon ha anche descritto le offese
e i danneggiamenti subiti dalle chiese nel corso della guerra arabo-israeliana del
1948. Ha inoltre messo in evidenza il mutamento verificatosi nei rapporti IsraeleCustodia a partire dal 1967, quando molti dei siti della Custodia passarono in zona
sottoposta al controllo israeliano e nella vita della Chiesa cattolica si diffondevano
i cambiamenti teologici introdotti dal Concilio da poco concluso. La Custodia è cosciente dell’importanza fondamentale che riveste lo Stato di Israele. Dagli Accordi
di Oslo (1993) in poi, e particolarmente negli ultimi anni - ha rimarcato Ramon -, si
è verificato un cambiamento significativo tra Custodia, da un lato, e Israele ed ebrei
dall’altro. La Custodia ha numerose sfide da affrontare: cura delle scuole e delle
comunità cristiane, ma anche cura dei molti religiosi che operano all’interno della
Custodia stessa. Oltre a ciò Amnon ha sottolineato le sfide per Israele, segnalando
che è interesse israeliano - e nostro obbligo in quanto israeliani - prendersi cura e
sostenere la presenza cristiana e francescana, il loro contributo economico in campo
turistico e, ovviamente, quello nel campo della ricerca archeologica nel Paese.
La prima parte della giornata si è conclusa con l’intervento della dott.ssa Nitsa
Yarum, psicoanalista, che ha tentato di presentare la complessa figura di san Fran137
cesco attraverso due eventi significativi della sua vita, la conversione del cuore e la
ricezione delle ferite della crocifissione (le stimmate).
La seconda parte della giornata si è svolta nel convento di San Salvatore e presso
altre istituzioni della Custodia. Il padre Custode ha accolto i 200 partecipanti presentando un antico firmano turco in possesso della Custodia, il registro dei pellegrini del
1561 e altri documenti d’archivio. Poi ha parlato delle attività della Custodia presenti
e future, descrivendo anche la cooperazione con le autorità politiche israeliane e
palestinesi. Il Custode ha sottolineato la dedizione dei francescani verso la popolazione locale e la loro preoccupazione per la gestione dei santuari e la promozione
dei pellegrinaggi. Dopo la calorosa accoglienza, i partecipanti si sono divisi in sei
gruppi, ognuno dei quali è stato accompagnato da una guida dello Ben Zvi e da un
frate. I gruppi hanno visitato diversi ambienti di San Salvatore, come il refettorio,
la sala delle Madreperle, la chiesa, il terrazzo e la biblioteca conventuale, dove è
stato possibile visionare alcuni rari manoscritti di epoche diverse. Altri gruppi hanno
visitato Casa Nova, il Christian Information Center, il Cenacolino, il Museo dello
Studium Biblicum Franciscanum al convento della Flagellazione e il romitaggio del
Getsemani. In ogni luogo l’accoglienza del frate responsabile è stata davvero calorosa e fraterna.
Non ci sono parole per ringraziare per questa accoglienza emozionante e la disponibilità ad aprirci le porte di ogni luogo che abbiamo visitato. L’investimento di
tempo e la dedizione nell’organizzazione degli incontri e delle visite sono stati notevoli. Poter vedere gli antichi documenti d’archivio, la biblioteca e il museo è stata
una esperienza che ha toccato il cuore. I partecipanti alla giornata di studio hanno
lasciato il convento contenti ed emozionati per l’indimenticabile esperienza.
Mille grazie al Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, e a tutti i religiosi coinvolti
nell’evento; in particolare a fra Oscar, fra Stefano, fra Agustín, fra Antonino, fra
Aquilino, fra Carlos, fra Harout e fra Ivan che hanno accompagnato i gruppi nei vari
luoghi.
Hana Bendcowsky
Catechesi a Gerusalemme
Verso la fine di maggio finiva il corso di teologia pastorale tenutosi nello Studium
Theologicum Jerosolymitanum. La professoressa, Suor Virginie Habib, responsabile
del catechismo per tutte le scuole cristiane di Terra Santa, aveva chiesto oltre l’esame, un piccolo progetto pastorale.
Tre dei suoi studenti sono andati ben oltre e insieme a lei hanno preparato un
programma da svilupparsi nel corso seguente, dopo l’estate. Questo progetto consisteva nel fondere le lezioni del catechismo delle scuole, con la guida che i frati della
Custodia di Terra Santa fanno da secoli con i pellegrini. Lo scopo principale di tale
138
iniziativa, era quello di far conoscere agli studenti, cristiani locali, ciò che è accaduto
più di duemila anni fa nella loro terra.
In questo modo l’equipe di Suor Virginie, formata da lei stessa, con i catechisti
Samir Fuad Hodaly, ‘Adel Elias Mughrabi e altri professori, con i frati francescani,
fra Badi’e Elias, fra Antonino Milazzo, fra Marcelo Cicchinelli e fra Aquilino Castillo, si sono messi a coordinare le visite.
Sono state scelte le domeniche d’Avvento, per visitare i luoghi uniti storicamente
alla nascita di Nostro Signore, per rendere più comprensibile ai giovani il vero significato del Natale.
Ogni domenica, gruppi di 60 o 100 bambini, delle diverse scuole, di una età che
va tra gli otto e gli undici anni, sono stati portati da Gerusalemme verso Beit Sahour,
al Santuario del Campo dei Pastori, proprio alle grotte dove gli angeli annunciarono
ai loro antenati che il Messia era nato nelle loro vicinanze, nella Città di Davide, a
Betlemme.
La visita alle grotte, le spiegazioni fatte dai frati in sito, erano accompagnate da
un foglietto, che con un disegno, illustrava il percorso fatto dalla Sacra Famiglia, da
Nazareth a Betlemme, il Campo dei Pastori e la venuta dei Re Magi dall’Oriente, e
la fuga in Egitto. Sul retro del foglio, le letture bibliche concernenti ogni posto hanno
reso comprensibile ai nostri ragazzi come sono avvenuti i fatti, secondo la narrazione
degli evangelisti.
Come i pastori poi, anche noi, abbiamo lasciato il Campo e siamo andati verso
Betlemme, alla Basilica della Natività, dove i bambini sono stati suddivisi in gruppetti di 30, perché potessero ascoltare meglio le spiegazioni. Arrivati in Basilica, il
nostro percorso è cominciato con un breve accenno storico sulla Chiesa della Natività, spiegando il significato dei mosaici e per poi sostare all’interno della Grotta
dove Gesù è nato. Una volta lì, tutti hanno potuto toccare con le loro piccole mani
la Stella d’argento che segnala il luogo dove Gesù è nato da Maria Vergine, poi si
sono inginocchiati per baciare il Santo Presepio o Midguar in arabo, dove fu deposto
il santo Bimbo da sua madre, appena nato. In seguito la proclamazione del Vangelo
ha reso presente ciò che è avvenuto la notte di Natale nella Grotta, a duemila anni
di distanza.
Questi momenti sono stati indescrivibili, i bambini sono rimasti senza parole.
Per la maggioranza di loro, era la prima volta che venivano alla Grotta e che qualcuno spiegava loro cosa era accaduto lì, nella loro terra (ciò vale anche per i professori).
Dopo la visita ci siamo uniti alla parrocchia per celebrare l’eucaristia, al termine
della quale, siamo andati all’Azione Cattolica di Betlemme, per condividere i nostri
panini, le patatine e non solo; infatti abbiamo dovuto rispondere a una infinità di
domande, tipo su come era Gesù, se noi frati lo avevamo visto qualche volta nella
139
Grotta, perché Gesù amava i frati, se San Francesco e Gesù erano amici… Insieme
abbiamo anche cantato, giocato, insomma ci siamo divertiti.
Nel pomeriggio per finire il nostro programma, siamo andati alla Grotta del Latte
per conoscere questo santuario, le cui origini sono legate alla santa Famiglia, e lì
abbiamo salutato il Bambino Gesù, Maria e Giuseppe che partivano per l’Egitto.
Oramai, i bambini celebreranno il Natale sapendo dove fu, e come fu quel meraviglioso evento. Per noi frati è stata una bella esperienza. Abbiamo potuto realizzare
un lavoro pastorale programmato con il Centro Catechetico Patriarcale, col quale
abbiamo insegnato ai nostri piccoli, con la nostra esperienza di guida dei pellegrini
e custodi dei Luoghi Santi, un cammino per riscoprire i misteri dell’Incarnazione di
Cristo, proprio nella loro terra.
Inoltre, queste uscite, sono state un modo per rispondere all’iniziativa nata nel Capitolo Regionale per i frati della Giudea dell’aprile scorso, nel quale si proponeva di
incrementare l’avvicinamento della popolazione locale ai Luoghi Santi.
La Madonna di Guadalupe festeggiata a Gerusalemme
Sabato 13 dicembre. Alle 15.30, la chiesa conventuale di San Salvatore a Gerusalemme è stata allietata da canti latinoamericani in onore della Vergine di Guadalupe. Con un giorno di ritardo sul calendario liturgico, la chiesa di Gerusalemme ha
infatti solennizzato la memoria della Madonna con una Santa Messa presieduta dal
Patriarca latino Sua Beatitudine Mons. Fouad Twal. Il 12 dicembre 1531 la Vergine
Maria apparve per l’ultima volta al santo indio Juan Diego (la cui memoria cade
il 9 dicembre, primo giorno delle apparizioni) e impresse miracolosamente la sua
immagine sulla tilma, cioè il povero mantello, che Juan Diego indossava. Ancora
oggi il santuario della Madonna a Città del Messico conserva questa preziosissima
immagine, unico autoritratto autentico di Maria che possediamo.
Sua Beatitudine il Patriarca Twal nella sua omelia ha ricordato come il continente
americano sia un continente mariano. Ha definito la miracolosa immagine impressa
sul manto di Juan Diego come la Santa Sindone d’America e ha sottolineato il messaggio che proviene dall’apparizione: un invito a non temere mai, nonostante ogni
situazione difficile, perché la Madonna è con noi, il Signore è con noi, e questa gioia
non può esserci tolta.
Alla celebrazione erano presenti, oltre a fedeli del continente americano e delle
isole Filippine, che onorano la Vergine di Guadalupe come loro speciale Patrona
celeste, molti fedeli della locale Chiesa gerosolimitana e tanti religiosi e religiose,
devoti della Madonna. Per onorare degnamente la Vergine Maria non poteva mancare dopo la cerimonia religiosa una festa con piatti tipici della tradizione latinoamericana.
AC
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Il Custode ha aiutato Babbo Natale a Betlemme
21 dicembre. Tra qualche giorno si celebreranno a Betlemme le solennità cristiane
della festa di Natale. Con un po’ d’anticipo, il Custode è andato a festeggiare gli inizi
del tempo di Natale nella semplicità familiare della Casa del Fanciullo.
La Casa del Fanciullo è un’opera sociale della Custodia che accoglie ragazzi esclusivamente maschi - provenienti da famiglie disagiate.
In questo suo secondo anno di vita, la Casa ha già raggiunto i suoi limiti di accoglienza. Dall’inizio dell’anno scolastico, sono 30 i ragazzi, di cui 16 alloggiati. Dai
6 ai 18 anni.
E in questo giorno sono tutti presenti, accompagnati da qualche membro delle
loro famiglie, per vivere la messa dell’ultima domenica d’Avvento. È il Custode
di Terra Santa che presiede la celebrazione, accompagnato da fra Peter Vasko della
Fondazione Francescana per la Terra Santa, che cofinanzia la Casa, insieme all’ONG
francescana italiana Associazione Terra Santa, e da fra Marwan. Commentando i
testi della liturgia del giorno, domanda: Di dove è il re Davide?. I ragazzi, intimiditi,
esitano. Allora? Di dove è il re Davide?… e iniziano ad alzarsi cori, in un gioioso
disordine: di Betlemme!
E che cos’ha fatto Davide?
Ha costruito la sua casa. E poi?
Una chiesa!
Ecco una risposta del tutto cattolica!! Il Custode sorride, così come l’assemblea.
Ha costruito una casa per Dio, un tempio.
E Dio era d’accordo?
Siiiiii
Davvero???
Silenzio… uno dei più svegli capisce che forse era meglio rispondere No. I ragazzi
ascoltano più attenti che possono il Custode, che continua spiegando loro che quando il Signore l’ha ritenuto, si è scelto lui stesso una dimora, facendo nascere Gesù
grazie al Si di Maria, e che se anche noi diciamo Si al Signore, allora, grazie a noi,
Gesù continuerà a nascere nel mondo.
La messa prosegue, animata dai canti dei bambini stessi, un piccolo coro in cui le
voci non sono tutte pienamente intonate, ma sono tuttavia unanimi nella gioia e nel
trasporto.
Al termine della messa, una bibita e un dolce riunisce tutti quanti nell’amicizia, e
nell’attesa di Santa Claus, Babbo Natale. Che alla fine arriva, portando la magia e
tanti regali. Il Padre Custode e fra Peter lo aiutano nel suo lavoro, e i bambini sono
confusi e contenti di essere così coccolati.
Qui regna un’atmosfera positiva dice il Custode. Fra Marwan, dal canto suo, esulta
141
circondato dai suoi ragazzi. Direttore della scuola della Custodia al mattino fino alle
prime ore del pomeriggio, e della Casa il pomeriggio e la sera, le giornate si sono
ancora un po’ allungate quest’anno. Prima mettevo i ragazzi a letto verso le 20.30,
e nel giro di 10 minuti dormivano tutti. Quest’anno, le mie serate continuano in un
tempo di condivisione con un ragazzo di 18 anni. Non era previsto di accogliere un
giovane della sua età. Ma è stato il suo migliore amico che è venuto a parlarmi, poi
i suoi genitori. Alla fine, il ragazzo stesso è venuto a chiedermi aiuto. Era tentato da
tutte le cattive strade che si aprono molto facilmente alla sua età. Tentato, e forse
qualcosa di più. Gli ci voleva una struttura che lo tenesse lontano. Il suo migliore
amico è venuto a vivere qui la prima settimana con lui, per aiutarlo e sostenerlo
nella sua volontà di riprendersi. Oggi, è pienamente coinvolto nella vita della Casa,
aiuta molto gli educatori e i bambini. È il fratello grande. Abita qui da 3 mesi. Il
distacco da ciò che rischiava di alienarlo è avvenuto. Gli resta ancora di prendere
coscienza delle sue responsabilità, a cominciare da quella di impegnarsi negli studi.
Affronterà la maturità quest’anno. Ma io ho buone speranze, è un bravo ragazzo.
La Casa del Fanciullo è certamente una goccia nell’oceano dei bisogni di Betlemme,
ma essa risponde alla sete di questi bambini. Ed è proprio questo che le dà valore,
agli occhi della Custodia.
MAB
Il Patriarca di Gerusalemme, Mons.
la visita del Papa in Terra Santa
Fouad Twal, conferma
23 dicembre. In occasione della conferenza stampa che si è tenuta al patriarcato
latino, Sua Beatitudine Mons. Fouad Twal ha confermato la visita del Santo Padre
Benedetto XVI in Terra Santa nel maggio prossimo, senza tuttavia precisarne le
date.
Nel suo messaggio di Natale, il Patriarca, rivolgendosi a tutti gli abitanti della Terra Santa che sono in Giordania, Palestina e Israele: cristiani locali, ebrei, musulmani, drusi, pellegrini, e tutti gli amici della Terra Santa, ha esordito con un messaggio
di speranza, cui ha subito aggiunto: questo ottimismo, però, non ci fa dimenticare
l’instabilità, la mancanza di prospettive chiare per l’avvenire, la mancanza di sicurezza.
Ha quindi lanciato un vibrante appello per Gerusalemme: La Città Santa soffre
per gli insediamenti illegali, e per l’emorragia di emigrazione dei suoi figli cristiani
verso l’estero, a causa della mancanza di pace e del deterioramento della situazione
politica. Tutto ciò non fa altro che suscitare in noi una forte apprensione per il futuro
delle nostre comunità cristiane e per le loro condizioni. E, costatando che la gravità
della situazione non tocca soltanto Gerusalemme, ha aggiunto: abbiamo, invece, un
estremo bisogno di tranquillità, serenità, fiducia reciproca e collaborazione.
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Dopo questo appello, il Patriarca ha proseguito: La seconda tragedia, davanti alla
quale non possiamo rimanere in silenzio, è quella dell’Iraq.
Il messaggio si è concluso poi con una preghiera: O Bambino della Grotta […], fa
della tua patria una terra di benedizione e di prosperità, una terra d’incontro tra i
fedeli di tutte le religioni. Nessuna nazione alzi più la spada contro un’altra nazione. Il tuo Natale sia la nascita di un’era nuova, ricca di pace, stabilità e sicurezza.
Amen!
Il Patriarca, in seguito, ha risposto alle domande dei giornalisti
Avendo evocato a più riprese, nel suo messaggio, la questione dell’emigrazione dei
cristiani, il Patriarca, alla domanda dei giornalisti, ha precisato: Noi ci rimettiamo
direttamente al Vangelo, che ci chiede di essere, malgrado l’esilità dei numeri, il sale
della Terra. Noi l’accettiamo, e faremo del nostro meglio per rinfocolare la speranza
e l’amore, presso i nostri cristiani, così che restino. È necessario ridare loro fiducia,
anche in loro stessi. È necessario che comprendano che la loro presenza qui è una
missione. E come ogni missione, ogni vocazione, comporta dei sacrifici. Il Signore
ci ha detto: Chi vuole seguire me, prenda la sua croce e mi segua. Quindi noi cristiani dobbiamo accettare il sacrificio di restare in questo luogo, malgrado le difficoltà
che incontriamo.
Com’è la situazione a Betlemme?
Non è diversa da quella di Gerusalemme, noi soffriamo allo stesso modo. Ci auguriamo che l’anno nuovo sia nuovo in tutti i sensi: che porti più speranza, più gioia,
più contatti, più dialogo, più giustizia e unità. Speriamo che questa visita del Santo
Padre ci aiuti, ci incoraggi, e incoraggi tutti quanti. Dobbiamo avere più fiducia gli
uni negli altri, e compiere atti coraggiosi per la pace e la giustizia.
E Gaza, siete preoccupati per la situazione dei cristiani?
A preoccuparmi è la sorte di tutta la popolazione di Gaza, non soltanto quella dei
cristiani. Questi ultimi fanno parte integrante della popolazione, soffrono delle stesse
difficoltà e se si avesse qualcosa di positivo, questo sarebbe per tutta la popolazione,
compresi i cristiani.
Questo blocco è ingiusto?
Se voi pensate a tutte le sofferenze, certo che è ingiusto! E non penso che sia una
soluzione, anzi, non fa che aumentare il risentimento, la disperazione. È una fabbrica
di terroristi, non è il rimedio.
Lei ha fatto un appello affinché si compiano gesti coraggiosi per la pace…
Certo: che si aboliscano tutti i check point, che si abbatta questo muro. Abbiamo
bisogno di dialogo, di ponti tra di noi, non di separazioni, di chiusure, di muri!
Riguardo la visita del Santo Padre, ha poi precisato che essa è stata decisa in seguito all’invito in primo luogo dei vescovi cattolici della Terra Santa, e poi di quello
143
delle autorità civili coinvolte, Giordania, Israele e Palestina. I giornalisti lo hanno
interrogato su eventuali condizioni preliminari che questa visita esige, e che non
saranno assolte, come la firma di un accordo tra Israele e Vaticano, le condizioni di
ottenimento del visto per i religiosi, ecc. Il Patriarca, senza negare l’importanza di
questi punti, ha risposto: Non abbiamo fatto uno scambio. Ogni visita del Papa è una
visita pastorale, ma il Papa è anche un capo di Stato, e noi speriamo che la sua visita possa far avanzare le natura delle relazioni tra tutti noi, e che essa porti a delle
risoluzioni. È noto che la commissione per gli accordi si riunirà quattro volte, da qui
alla fine di marzo, avendo poi un incontro generale nel mese di Aprile.
C’è qualcosa che potrà mettere in causa questa visita?
No. Il Santo Padre vuol venire, verrà, non abbiate paura.
Avete intenzione di metterlo al corrente della situazione?
Lui sa già tutto di ciò che noi viviamo. Non farà altro che constatarlo con i propri
occhi.
Marie-Armelle Beaulieu
Le celebrazioni di Natale sono iniziate con l’entrata solenne
del Patriarca Fouad Twal a Betlemme
24 dicembre. Le immagini della notte di Natale a Betlemme faranno il giro del
mondo. La messa di mezzanotte, celebrata qui, simbolizza di per sé la festa della
Natività.
Ecco perciò che gli occhi, e ancor più i cuori, dei cristiani del mondo intero sono
rivolti verso la città; e la gioia del Natale non ha aspettato il cuore della notte per far
vibrare le strade dell’antica città di Davide.
Alle 9 del mattino le fanfare degli scouts sfilano già per la città, i giornalisti vagano alla ricerca di testimonianze e di fotografie, i tecnici televisivi sono indaffarati, i
francescani della Custodia di Terra Santa si adoperano per fare gli ultimi preparativi
nella chiesa di Santa Caterina.
È il raccoglimento dei pellegrini che continuamente si accostano alla grotta, che dà
alla giornata la sua intensità di preghiera. Tra di essi, un’albanese, Isabella, che non
ha trovato una stanza in hotel, ed ha così dormito accolta nell’atrio di Casa Nova.
Dopo la veglia, prega in chiesa e questa mattina la troviamo ancora inginocchiata.
Non sa trovare le parole in italiano per esprimere la sua gioia interiore, ma è raggiante di pace. Grazie alla sua fede, è riuscita a ottenere il lasciapassare con il quale potrà
partecipare alla messa pontificale, e prevede di continuare con le messe dell’aurora,
celebrate nella Grotta.
La piazza della Mangiatoia è gremita di gente già da dopo mezzogiorno, quando il
Patriarca Fouad Twal, preceduto dagli scouts e da un imponente corteo di automobili, vi arriva alle ore 15. Il corteo, partito due ore e mezzo prima da Gerusalemme, ha
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percorso la strada a passo d’uomo, dopo il monastero di Sant’Elia, che segna l’inizio
dell’abitato di Betlemme, passando per la tomba di Rachele, e percorrendo l’antico
cammino dei Patriarchi.
Quest’anno, la folla degli scout ha provocato un ritardo. Si sono messi in moto al
solito orario, iniziando dall’Azione cattolica: erano tuttavia 25 i gruppi, venuti dalla
Cisgiordania e da Giaffa, che hanno sfilato nelle strade strette della Città Vecchia di
Betlemme. L’automobile del Patriarca è bloccata nel cuore di Betlemme con le 200
automobili del corteo che la precedono. Sulla piazza, i seminaristi del Patriarcato
latino e i francescani aspettano pazientemente nel vento fresco e sotto il sole.
Quando il Patriarca arriva finalmente sullo spiazzo della chiesa, è accolto dal parroco di Betlemme, fra Samuel Fahim, dal sindaco, il dottor Victor Batarseh, dalle
autorità civili e militari, mentre davanti alla porta dell’Umiltà, sarà fra Jerzy Kraj a
presiedere la liturgia dell’accoglienza.
I vespri celebrati nella chiesa di Santa Caterina sono immediatamente seguiti dalla
processione in Grotta.
Sono le ore 17, la folla di disperde. Il sole tramonta. Betlemme si offre una piccola
tregua prima di animarsi di nuovo quando il Presidente dell’Autonomia Palestinese,
Mahmoud Abbas, si presenterà in Città per condividere la cena della comunità francescana.
Le porte della basilica sono chiuse dalle ore 17.15, riapriranno alle ore 22 per la
grande notte del Natale.
MAB
È Natale a Betlemme, qui e ora
25 dicembre. È quasi mezzanotte quando padre Georges Daaboud, del Patriarcato
latino, annuncia solennemente la grande notizia, cantando: Quando in tutto il mondo
regnava la pace, Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre, volendo santificare il mondo con la sua venuta, essendo stato concepito per opera dello Spirito
Santo, trascorsi nove mesi, nasce qui in Betlemme di Giudea dalla Vergine Maria,
fatto uomo: Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la natura umana.
Allora fra John Bomah ofm solleva il velo che copriva la parte anteriore dell’altare.
Posato su un grande evangelario, con intorno le parole E il verbo si è fatto carne,
Gesù Bambino troneggia nella sua umiltà.
Sua Beatitudine il Patriarca mons. Fouad Twal, s’inginocchia davanti al divin
Bambino, le campane di ogni chiesa risuonano, la Gloria di Dio riecheggia. È Natale
a Betlemme.
Sono migliaia a essere accorsi qui per vivere quest’istante. C’è chi partecipa alla
messa solenne della chiesa di Santa Caterina trasmessa per televisione. Ci sono poi
145
quelli che vengono ai campi dei Pastori a Beit Sahour, nella grotta della Natività,
all’altare del Presepe, quello di san Giuseppe o di san Gerolamo. Tutta la notte, in
queste due città, le messe si sono susseguite senza pause. E questo avverrà anche
domani. Mentre il Patriarca celebra per i fedeli della parrocchia una messa in arabo,
i pellegrini vanno e vengono nella chiesa della Natività e alla Grotta per raccogliersi
in preghiera.
È Natale a Betlemme, qui e ora.
Nella sua omelia, il Patriarca ricorda l’importanza di questa notte: In questa notte,
il Cristo divide la storia in due: d’ora in poi c’é un prima di Lui e un dopo di Lui.
Quel che era impossibile prima di Lui diviene possibile. Questa Notte benedetta che
ha cambiato il corso della storia, la celebriamo oggi, il cuore colmo di gioia. Noi
che siamo venuti da paesi diversi, da vicino e da lontano, come i pastori, stiamo
questa notte attorno al Bambino della Grotta per adorarlo e ringraziarlo di avere
illuminato con la sua Incarnazione la nostra storia umana.
Diamo il benvenuto a questo divin Bambino! Benvenuto al messaggio di Natale,
alla gioia di Natale e ai regali di Natale che riportano il sorriso sui volti dei piccoli
e dei grandi. Questo nuovo Bambino è il frutto dell’amore dell’Eterno Padre per il
genere umano, amore che vuole per noi più di quanto vogliamo per noi stessi: la
pace, che abbiamo perduto e che ci eravamo rassegnati di aver perduto; l’ amore
reciproco, che non esiste più, al punto che è scomparso dal nostro vocabolario; il
rispetto e la dignità, che sono stati troppo spesso derisi dai cattivi comportamenti,
gli insulti e il sangue. Si, benvenuto a questo Bambino che ci ricorda l’infanzia, la
dolcezza e la tenerezza, in un mondo che ama la crudeltà, disprezza la debolezza e
la paura, e prova piacere a odiare e a mancare di rispetto.
(…) Betlemme, città di pace, dell’amore divino e della riconciliazione. Colui che
ha potuto guarire i malati e risuscitare i morti è anche capace di riunire i popoli
nella pace e nella sicurezza. Colui che ha insegnato l’amore, la giustizia e l’uguaglianza, è capace di fare della povera grotta una scuola di riconciliazione, dove i
dirigenti e i responsabili dei destini dei popoli sono istruiti sul senso del bene, della
giustizia e della stabilità.
(…) In questa notte benedetta, lanciamo alle nazioni, agli individui e alle famiglie
un appello al perdono. E che Dio, che perdona i nostri peccati, ci dia il coraggio, la
forza e l’amore di perdonare coloro che ci hanno offeso.
La Pace sia su Betlemme e su tutti gli abitanti della Terra Santa. La Pace sia su
tutti i pellegrini e i visitatori. La Pace sia su tutti coloro che cercano la pace.
Gli occhi del mondo intero sono rivolti verso Betlemme, e il cuore di Betlemme si
dona al mondo intero. È Natale a Betlemme, qui e ora. Buon Natale a tutti!
MAB
146
Giaffa: I
Natale
ragazzi della scuola secondaria festeggiano il
Come i ragazzi musulmani aspettano la festa di fine Ramadan, i nostri attendono
le festività Natalizie! I ragazzi sono contenti dei momenti di gioia, che vengono
a distendere la tensione scolastica e disciplinare. Le feste offrono il momento per
fraternizzare: gli studenti fra di loro, ma anche tra i maestri, e tra questi e gli allievi.
Nella nostra scuola abbiamo allievi musulmani e cristiani di tutte le confessioni,
anche il corpo insegnante è misto, costituito cioè da cristiani occidentali ed orientali,
da musulmani ed anche da maestri ebrei.
Abbiamo quindi tutti insieme festeggiato il Natale. I ragazzi hanno portato dalle
loro case cibo a sufficienza dalle loro case per poter condividere una cenetta insieme, dopo avere - nella mattinata - addobbato la sala della scuola con decorazioni
natalizie e con l’immancabile albero di Natale. Dopo la parola di benvenuto di fra
Arturo - direttore della scuola - e una preghiera al Signore, la festa si è svolta allietata
dalla musica eseguita dagli stessi allievi. Si sono tenute gare di cultura universale,
indovinelli, giochi con la macchina della verità; per finire con l’estrazione di numeri
fortunati che davano diritto a piccoli doni.
Ma il momento più atteso è stato… il ballo, fino alle ore 10.00 di sera. È questa
una testimonianza di fiducia che i genitori ripongano nella direzione scuola, perché è
molto difficile che qui a Giaffa i ragazzi possano divertirsi ballando senza la presenza dei genitori. La gioia dei ragazzi è stata immensa. Si sono proprio scatenati.
Alla festa hanno partecipato tutti i ragazzi e tutto il corpo insegnante, dando così
un ottimo segnale di appartenenza alla scuola. È stata una vera festa di famiglia. Pur
nella diversità ci siamo sentiti tutti uniti perchè animati dalla carità e dallo spirito di
servizio. Così come scaturisce dall’insegnamento di San Francesco. Nella situazione
politica così delicata di oggi è importantissimo conservare queste nostre scuole, isole
di vera convivenza ed amicizia dove ognuno rispetta l’altro come fratello, offrendo
un bell’esempio nella società in cui viviamo.
Alla fine, come nota educativa da mettere in risalto, gli allievi bravi e responsabili
hanno ripulito il salone, lasciandolo pulito così come l’avevano ricevuto.
fra Arturo Vasaturo ofm
Festa
di
martirio
Santo Stefano:
pellegrinaggio al luogo del suo
26 dicembre. Sul luogo della morte di Santo Stefano, nel giorno della sua festa,
numerosi francescani e fedeli si sono riuniti per commemorare la lapidazione del
primo martire della Chiesa.
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Il luogo si trova al livello inferiore rispetto alle mura di Gerusalemme, nel convento ortodosso di Santo Stefano.
Dopo la lettura degli Atti degli Apostoli relativa alla predicazione che valse la
lapidazione al martire, fra Eugenio Alliata, dello Studium Biblicum, invitando a
ammirare e imitare santo Stefano, ha spiegato anche le diverse tradizioni che circondano la festa.
Il martirologio romano celebra Santo Stefano come un uomo di fede pervaso di
Spirito Santo, primo di sette diaconi, e primo anche ad aver versato il suo sangue a
Gerusalemme. Il calendario armeno, più antico, menziona la data del 26 dicembre
come quella della sua festa. Un altro calendario di Gerusalemme, invece, chiamato il
grande lezionario agiopolita, del VIII secolo, presenta per il 27 dicembre le letture
associate alla festa: la lettura degli Atti ma anche quella del vangelo di San Giovanni Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore,
produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo
mondo, la conserverà per la vita eterna. (Gv 12, 24-25)
Dopo un tempo di raccoglimento, l’assemblea si è poi ritrovata al convento del
Getsemani, poco distante, per salutarsi attorno a una bevanda calda.
MAB
Ordinazioni diaconali a San Salvatore
27 dicembre. Nella continuità delle celebrazioni di Natale, i francescani della Custodia e i membri della comunità cattolica di lingua ebraica si sono ritrovati, sabato
27 dicembre, per l’ordinazione diaconale di fra Alessandro Coniglio ofm (francescano italiano della Custodia di Terra Santa) e Roman Kaminski (polacco ordinato per il
vicariato cattolico di lingua ebraica).
Sua Beatitudine il Patriarca Fouad Twal ha presieduto la celebrazione, accompagnato da mons. Boulos Marcuzzo, vescovo ausiliare per Israele, e dal Custode
di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, così come da una cinquantina di preti,
davanti ad un’assemblea numerosa.
In questa giornata drammatica per gli avvenimenti di Gaza, arabi ed ebrei, cristiani
e stranieri residenti a Gerusalemme, hanno pregato insieme.
Nella sua omelia, Sua Beatitudine il Patriarca, rivolgendosi specialmente ai due
futuri diaconi, ha detto: Non abbiate paura! Mettetevi al servizio della Parola di
colui che vi ha chiamato. Non è possibile né seguirlo né vivere su questa Terra senza
portare la sua croce. Ma non abbiate paura, Lui è con voi come ha annunciato.
Al termine dell’omelia, l’ordinazione, con l’imposizione delle mani e la preghiera
consacratoria; quindi i diaconi, aiutati dai loro confratelli, hanno indossato i paramenti sacri. Roman è stato aiutato da fra Apolinary Szwed, francescano e parroco
148
della parrocchia di lingua ebraica di Gerusalemme, mentre ad aiutare Alessandro
hanno provveduto fra Guillermo e fra José, ordinati diaconi nel giugno scorso.
I due nuovi diaconi, che fino a quel momento erano stati in mezzo ai fedeli, hanno
quindi preso il loro posto all’altare, dove hanno servito messa.
Dopo la celebrazione, tutti sono stati invitati a felicitarsi con i nuovi diaconi, durante il rinfresco preparato nel salone dell’Immacolata.
MAB
149
Fra Michele Piccirillo ofm
in memoriam
Necrologio ufficiale del decesso
Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nella terra di Moab, secondo
l’ordine del Signore
Deut 34,5
Padre Michele Piccirillo
Frate Minore, Archeologo,
Docente dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme
Casanova di Carinola, 18 ottobre 2000
† Livorno 26 ottobre 2008
La Custodia di Terra Santa e la Famiglia Piccirillo annunciano che nelle prime
ore della notte di domenica 26 ottobre Sorella Morte ha accompagnato alla Casa del
Padre Fra Michele Piccirillo, Frate Minore di Terra Santa.
I confratelli, riconoscenti per la sua infaticabile attività di professore e archeologo
dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, lodano e ringraziano il
Signore per il dono di questo loro amatissimo confratello, e pregano perché il Cristo
Risorto gli conceda la luce e la pace nella comunione eterna con il Padre.
La liturgia esequiale verrà celebrata nella Basilica di Sant’Antonio di Padova in
Roma, via Merulana 124, mercoledì 29 ottobre alle ore 10.30.
Martedì 28 ottobre verrà allestita la camera ardente presso la Delegazione di Terra
Santa in Via Matteo Boiardo 16 a Roma.
Lettere di condoglianze
Da Sua Maestà Abdullah II, ibn El Hussein, Re di Giordania
Amman 1st Thou elQida 1429 H.
29 October 2008
Your beatitude Patriarch Fouad Twal
Latin Patriarch of Jerusalem
Most Reverend Fr. Pierbattista Pizzaballa
Custos of the Holy Land
--------------------------------------------Mercy blessing and peace of God be with you,
We have received with sorrow and sadness the news of the passing away of Fr.
Michele Piccirillo, who had passed to the mercy of the Lord last Sunday, after a
life lived doing good generously and projecting principles of forgiveness.
150
We have known the deceased personally and have learned of his piercing
insights as well as his constant attention to incarnate noble human beliefs of the
Catholic Church.
We assure you of the great respect the Jordanian people have to Fr. Piccirillo
as a specialized archeologist, and we value the great contributions he has given
over a course of forty years in discovering Christian holy sites in Jordan and
Palestine. We recall his gracious services and his constant interaction with the
Jordanian society.
Fr. Piccirillo’s positive contributions will continue to inspire forgiveness and
fraternal dialogue between Muslims and Christians. He planted the virtues of
love between the two religions as they became more united and a point of respect
and appreciation.
Her Majesty queen Rania El-Abdullah shares my expressions of heartiest
condolences and sympathy to you and the family of the great deceased for this
painful loss. We ask God to rest him in peace and grant you all patience and
tolerance.
We come from God and return to God
Abdullah the second, ibn El Hussein,
King of the Hashemite Kingdom of Jordan.
Dal Presidente emerito della Repubblica italiana, Senatore Carlo Azeglio
Ciampi
La notizia della scomparsa di fra Michele Piccirillo mi ha profondamente
addolorato. avevo già avuto modo di conoscere la sua attività di archeologo,
attraverso i libri da lui scritti. successivamente, incontrandolo, ho potuto
sperimentare di persona la grande energia e la disponibilità sincera e totale che
caratterizzavano l’uomo, il sacerdote, lo studioso, l’archeologo. conservo il
ricordo di quando, nell’ottobre del
1999, fece da guida a me e a mia moglie nella
visita ai luoghi santi di gerusalemme e di quando ci accolse, un anno dopo, nella
missione francese di monte nebo il luogo da lui preferito per la riflessione, la
preghiera e i suoi studi. egli lascia all’italia, dove era nato e dove ha vissuto gli
ultimi mesi di sofferenza, un nobile esempio di spiritualità e di levatura morale. in
quest’ora di profonda tristezza ed emozione desidero manifestare ai congiunti di
fra michele, alla custodia di terrasanta e all’ordine dei francescani l’espressione
del mio cordoglio e della mia vicinanza
Carlo Azeglio Ciampi
Presidente emerito della Repubblica
senatore Carlo Azeglio Ciampi
Senato della Repubblica
00186 roma senato
151
Dal Presidente della Camera italiana dei Deputati
Con profonda commozione ho appreso la notizia della scomparsa di padre
Michele Piccirillo, straordinario archeologo della custodia francescana di
terra santa e noto biblista. Giunto a gerusalemme in giovanissima età in qualità
di novizio francescano, la sua figura rimane indissolubilmente legata agli
inestimabili scavi sul monte nebo ed al suo alto impegno a difesa della memoria
e dell’identità cristiana.
A nome mio personale e di tutta la camera dei deputati,
desidero esprimerle, reverendo padre, i sentimenti del cordoglio più profondo,
pregandola di volerli estendere alla comunità cristiana della Terra Santa, che
con la scomparsa di padre piccirillo perde una delle sue voci più autorevoli ed
importanti gianfranco fini
Segreteria del Presidente della Camera dei Deputati
00186 roma
Dalla Segreteria di Stato Vaticana
Segreteria di Stato
- affari generali
prima sezione
Reverendo padre José Rodríguez Carballo
Ministro Generale Ordine Frati Minori
via santa Maria Mediatrice 25
00165 roma
Informato
notizia dipartita padre michele piccirillo sommo pontefice desidera
esprimere at confratelli familiari et amici profonda partecipazione at dolore
per scomparsa benemerito religioso francescano conosciuto in tutto il mondo
per apprezzata et competente attività di archeologo volta at riscoperta studio
et illustrazione importanti segmenti radici civiltà cristiana culturalmente
significativi anche per popolazione non cristiana. nel ricordare intensa et feconda
opera at servizio chiesa et terra santa di così appassionato studioso bibbia et zelante
San Francesco Sua Santità ne affida anima eletta at divina bontà et di
cuore invia at quanti piangono sua morte confortatri,ce benedizione apostolica
figlio di
Cardinale Tarcisio Bertone
Segretario di Stato di Sua Santità
152
Dal Delegato apostolico in Gerusalemme, Mons. Antonio Franco
Gerusalemme, 29 ottobre 2008
Caro Padre Custode,
È con grande pena che le scrivo per presentare a lei ed alla Custodia di Terra Santa
le mie più vive condoglianze per la scomparsa del caro Padre Michele Piccirillo.
Lei si ricorderà che durante la sua recente visita in delegazione Apostolica le avevo
chiesto notizie del Padre Michele e tutto sembrava andare meglio, secondo le notizie
ricevute dai dottori. Invece la dipartita è stata fulminea.
Il decesso del compianto Padre Michele è una grande perdita, non solo per la
Custodia di Terra Santa e per lo Studio Biblico Francescano, ma per tutta la Chiesa
di Terra Santa.
Egli si congiunge ora ad uno stuolo di altri illustri Padri Francescani che, come lui,
hanno dato prestigio alla Custodia ed alla Chiesa con lo studio delle scienze bibliche
in generale, e dell’archeologia e della storia del Cristianesimo in particolare.
Il suo contributo di studioso e di archeologo che ha riportato alla luce testimonianze
splendide sulla storia del cristianesimo in Terra Santa e particolarmente in Giordania,
gli hanno guadagnato una fama internazionale ed una alta stima negli ambienti
accademici e scientifici.
Oggi, mentre rimpiangiamo il caro Padre Michele, e preghiamo per il riposo eterno,
chiediamo anche al Signore che non tardi ad inviare alla Custodia altri religiosi
zelanti che possano prenderne il posto.
La prego di partecipare il mio dolore e le mie vive condoglianze a tutti i membri
della Custodia di Terra Santa e di assicurarli del mio ricordo al Signore.
Con fraterni saluti in Cristo.
+ Antonio Franco
Nunzio e Delegato Apostolico
Dal Nunzio apostolico in Giordania, Mons. Francis Chullikatt
Baghdad, 27 ottobre 2008
Reverendissimo Padre,
Con molta tristezza ho appreso la notizia della morte di p. Michele Piccirillo ofm,
al seguito della grave malattia che l’aveva colpito.
Mi associo al lutto della Custodia di Terra Santa per la perdita di un Frate che,
non solo con le sue alte qualità accademiche, ha onorato la Famiglia Francescana e
servito con dedizione appassionata i Luoghi di Gesù.
La sua presenza ed il suo ministero sacerdotale in Giordania, presso il Convento del
Monte Nebo, ha lasciato in molti il ricordo della giovialità, dell’acutezza di spirito e
di una calda ed accogliente ospitalità, di cui anch’io ho potuto godere.
153
Il Signore non mancherà di trarre buoni frutti anche dalle sofferenze che negli
ultimi mesi p. Michele ha sopportato, accogliendolo nella Sua casa ed accordando
la benedizione del conforto a quanti qui in terra sono addolorati per l’assenza di un
caro fratello.
Con sentimenti di distinta stima mi confermo,
della Paternità Vostra Reverendissima devotissimo
+ Francis Chullikatt
Dal Ministro Generale, fra José Rodríguez Carballo ofm
Roma, 26 ottobre 2008
Carissimo fra Pierbattista, Custode,
il Signore ti dia Pace!
Desidero esprimere a te, a tutti i Frati della Custodia, ai parenti e agli amici di fra
Michele Piccirillo la mia vicinanza in questo momento di dolore e assicurarvi la mia
preghiera e quella di tutto l’Ordine, perché il Signore lo accolga nella pace e nella
gioia senza fine.
Insieme a questa supplica sale spontaneo dal cuore anche il grazie al Signore per
averci fatto dono di un tale Fratello e maestro. Vero figlio della Custodia di Terra Santa,
amò fino in fondo la martoriata terra, in cui ancora oggi le pietre sono testimonianza
viva della Parola di Dio donata all’umanità. Con la sua ricerca sul campo ci ha
aiutati a riscoprire le origini cristiane di queste terre, come testimoniano i numerosi
scavi da lui diretti e, in particolare, quelli sul monte Nebo e in terra di Giordania.
Ho avuto la fortuna di avere fra Michele come professore nella Facoltà di Scienze
Bibliche e Archeologia dello Studio Biblico di Gerusalemme, dove per lunghi anni
trasmise la sua passione per la Sacra Scrittura, l’archeologia e la vita francescana a
intere generazioni di studenti. Svolse sempre il suo lavoro considerandolo una grazia
e i risultati delle sue ricerche superarono gli angusti confini di Gerusalemme e della
Terra Santa, venendo apprezzati in tutto il mondo per l’apporto scientifico che ogni
volta portavano.
Da vero figlio di san Francesco si impegnava sempre per far diventare realtà i suoi
grandi sogni e noi, che lo abbiamo conosciuto, sappiamo che quello più grande era di
trasformare il monte Nebo, a lui così caro, da un arido cumulo di rovine in una verde
oasi di pace. Vogliamo ricordarlo così, mentre ancora lavora a questi scavi e volge il
suo sguardo sul panorama della Terra Promessa, in cui ora vive per l’eternità.
fra José Rodríguez Carballo ofm
Ministro Generale
154
Dal Patriarca greco di Gerusalemme, S.B. Mons. Theophilos III
Jerusalem Monday, November 03, 2008
No. 1109
Most Rev. Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm
Custos of the Holy Land
of the Order of Franciscans Jerusalem
--------------------------------Most Rev. Fr. Pierbattista,
Please accept Our deepest condolences on the passing away of the Most Rev. Fr.
Piccirillo.
Knowing Fr. Piccirillo personally not only as a friend but as an academic in his
field, We truly believe his presence and his work will be remembered throughout the
centuries.
His love and devotion for the Holy Land was felt by all who had the honour of
being associated with him, whether on a personal level or as colleagues promoting
what Palestinians (regardless of religion) had to offer to the Holy Land. His books
gave a great insight into the history of Christianity in the Holy Land through the eyes
not only of a Christian but throughout the eyes of an archaeologist.
Thanking you for kindly sending to Us his last publication La Nuova Gerusalemme,
We pray for the rest of his soul in Our Lord Jesus Christ.
With brotherly love in Christ,
+ Theophilos III
Patriarch of Jerusalem
Dal Patriarca latino di Gerusalemme, S.B. Mons. Fouad Twal
Gerusalemme, 27 ottobre 2008
Prot. N (1) 1719 / 08
Rev.mo Padre Pierbattista Pizzaballa,
Con vivissimo dolore abbiamo appreso la notizia della morte di Padre Michele
Piccirillo.
La chiamata improvvisa del Signore ha lasciato profonda commozione in tutti
noi.
La personalità, il lavoro di archeologo e di scrittore di Padre Michele rimarranno
vivi ed apprezzati in quanti lo hanno conosciuto a Gerusalemme, in tutta la Terra
Santa e nel mondo della cultura.
A nome dei Vescovi e del Clero del Patriarcato Latino, porgo le più sentite
condoglianze a Lei, alla Famiglia Religiosa ed ai Famigliari di Padre Piccirillo.
+ Fouad Twal,
Patriarca
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Dal Patriarca latino emerito di Gerusalemme, S.B. Mons Michel Sabbah
Washington, 26 Ottobre 2008
Qui a Washington, nel monastero dei Padri Francescani, ho saputo la notizia della
morte del caro P. Piccirilo. Partecipo al vostro dolore per la sua partenza, per me
inattesa, e alle vostre preghiere per il riposo della sua anima. P. Piccirillo ѐ stato un
fedele servitore della Terra Santa, della Cristianità e dei Cristiani. A Gerusalemme
e sul Monte Nebo e dovunque ha riscoperto le radici della fede in questa terra, egli
sarà ricordato con gratitudine. Voglia gradire, Reverendissimo Padre, le mie sincere
condoglianze con l’assicurazione delle mie preghiere. Requiescat in Pace.
+ Michel Sabbah
Patriarca em
Da Monsignor Rodolfo Cetoloni ofm, Vescovo di Montepulciano
Domenica 26 ott. 2008
Caro Padre Custode,
insieme a tanti pellegrini della mia Diocesi, a tanti sacerdoti e anche a nome di
mons. Giovanetti di Fiesole, esprimo a te e a tutta la Custodia la nostra vicinanza e
la nostra tristezza per la morte di Padre Michele Piccirillo.
Per tanti di noi è stato fratello, amico, maestro.
Specialmente questa parola maestro… nell’amore preciso, attivo, continuo a
codesta Terra Santa. Ce l’ha fatta conoscere ed amare di più perché la faceva parlare
della storia di Gesù e della Chiesa primitiva.
Anch’io personalmente devo molto a lui, oltre l’amicizia sempre pronta e forte.
Lo penso con i suoi cari Bagatti, Saller… e specialmente di fronte a quel Signore
che ce lo ha donato e che egli ci fatto intuire e conoscere più profondamente.
Questa sua scomparsa ci impegna tutti ancora di più verso codesta Terra e voi che
la custodite con ogni amore e mezzo.
Il Signore ci dia Pace!
+ Rodolfo Cetoloni ofm
Vescovo
Messaggio del sig. Giacomo Piccirillo per il trigesimo della morte di suo fratello
Al Rev.mo Padre Custode di Terra Santa ai confratelli e a tutti i convenuti.
Come voi siete riuniti nella Città Santa anche noi lo siamo a Casanova di Carinola,
insieme al nostro amato Vescovo. Siamo tutti riuniti per lo stesso motivo: elevare
preghiere al Signore per l’anima del nostro amato Padre Michele.
È in momenti come questo che comprendiamo la nostra fortuna di essere cristiani.
Pronunciando le stesse preghiere nella celebrazione della stessa funzione come ci
156
apprestiamo a fare, anche a migliaia di chilometri di distanza ci sentiamo insieme a
voi e sentiamo allo stesso modo voi con noi. Che le nostre comuni preghiere aiutino
l’anima di Padre Michele ad essere accolta alla presenza del Signore e da là continui
ad amarci tutti come ha fatto in vita.
Salvatore, Giacomo, Maria e famiglie.
Le
parole del
funebre: Roma
Padre Custode
all’inizio della liturgia
Cari fratelli,
stiamo vivendo, con fede commossa e riconoscente, un evento dal profondo
significato umano e cristiano. Affidiamo alla misericordiosa benevolenza di
Dio il nostro caro fratello, padre Michele Piccirillo. In questi giorni la stampa
e la televisione hanno evidenziato, giustamente, i suoi immensi meriti in campo
scientifico e archeologico. Ma in questa sede preferisco sottolineare un altro aspetto,
non meno vero, della sua esistenza.
Pensando alla personalità prorompente e indomabile di padre Michele, mi balena
in mente un episodio significativo della giovinezza di san Francesco. Sappiamo che il
giovane mercante assisano, alla ricerca della volontà di Dio, era entrato nella chiesa
fatiscente di San Damiano, condotto dalla misteriosa azione della grazia. Qui il
crocifisso gli aveva parlato, indicandogli la sua missione evangelica: Va’ Francesco,
e ripara la mia chiesa, che come vedi, va tutta in rovina. Tremante e stupefatto,
il giovane aveva risposto: Lo farò volentieri, Signore! Da quel momento tutte le
cose mondane persero valore ai suoi occhi, ed egli visse solo per amore del Signore
crocifisso e della sua Chiesa.
La Leggenda dei Tre Compagni, una delle più antiche narrazioni della vita di san
Francesco, descrive l’impegno ardente con cui il giovane eseguì l’ordine divino:
Francesco, rientrando in città, incominciò ad attraversare piazze e strade,
elevando lodi al Signore con l’anima inebriata. Come finiva le lodi, si dava da
fare per ottenere le pietre necessarie al restauro della chiesa. Diceva: “Chi mi dà
una pietra, avrà una ricompensa; chi due pietre, due ricompense; chi tre pietre,
altrettante ricompense!” (3Comp 21).
E così, per tutta la sua vita, con passione ed umiltà, Francesco ha continuato a
cercare pietre, per costruire la casa di Dio; non soltanto l’edificio materiale, ma la
dimora spirituale, Corpo di Cristo e Madre dei Santi.
In questo momento mi piace vedere così Padre Michele, impegnato a cercare pietre,
come san Francesco, per costruire una casa di Gesù, dove tutti gli uomini potessero
entrare e trovare la pace.
157
E quante pietre ha raccolto fra Michele, in tutta la sua vita! E con quanta fatica,
dedizione e amore appassionato! E quante ricompense, ne sono sicuro, potrà adesso
ricevere dal suo Signore! Pietre che sono servite a far conoscere Dio e la sua storia
d’amore, pietre che hanno permesso di ricostruire i passaggi di Dio nei sentieri degli
uomini… pietre vive di sapienza e di fede profonda. Padre Michele non ha percorso
solo le piazze e le strade delle città, ma ha scalato aspre montagne, si è immerso nei
deserti più infuocati, in una ricerca tenace e paziente, che non ha conosciuto soste o
esitazioni. Un fuoco gli ardeva nel cuore, e lo spingeva verso missioni sempre più
generose.
La sua non è stata solo una ricerca accademica. Anche lui, come Francesco, si
caricava di pietre elevando lodi al Signore con l’anima inebriata dalla preghiera
e dalla fede. Sapeva bene, con profonda attitudine evangelica, di lavorare per la
Chiesa, per un’opera più grande, fondata sulla roccia insostituibile che è Cristo.
Come Custode di Terra Santa voglio benedire e ringraziare il Signore che ci ha
dato questo fratello nella fede, questo maestro nella scienza, questo esempio di vita
francescana. Preghiamo perché il suo esempio illumini il nostro cammino, nella
gioiosa umiltà del servizio.
Basilica di Sant’Antonio, Roma, 29 ottobre 2008
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa.
Omelia di fra Frédéric Manns al funerale: Roma
Poi Mosè salì dalle steppe di Moab sul monte Nebo, cima del Pisga, che è di fronte
a Gerico. Il Signore gli mostrò tutto il paese: Gàlaad fino a Dan, tutto Nèftali, il
paese di Efraim e di Manàsse, tutto il paese di Giuda fino al Mar Mediterraneo e il
Negheb, il distretto della valle di Gerico, città delle palme, fino a Zoar. Il Signore gli
disse: Questo è il paese per il quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe:
Io lo darò alla tua discendenza. Te l’ho fatto vedere con i tuoi occhi, ma tu non vi
entrerai! Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nel paese di Moab, secondo
l’ordine del Signore. Fu sepolto nella valle, nel paese di Moab, di fronte a BetPeor; nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba. Mosè aveva centoventi
anni quando morì; gli occhi non gli si erano spenti e il vigore non gli era venuto
meno. Gli Israeliti lo piansero nelle steppe di Moab per trenta giorni; dopo, furono
compiuti i giorni di pianto per il lutto di Mosè.
Questo passaggio del libro del Deuteronomio Padre Michele lo ha meditato tante
volte mentre lavorava al Monte Nebo in Giordania. La figura di Mosè gli era familiare
a tal punto che ha marcato il suo carattere. La sua forza, il suo dinamismo, la sua fede
somigliavano a quelle di Mosè.
158
Padre Michele quando si presentava ai giornalisti ripeteva volentieri: sono un padre francescano di Gerusalemme. Essere professore ed archeologo era per lui secondario. La sua vocazione era di essere un francescano a Gerusalemme. In questa
definizione era contenuta la sua fede, la sua visione del mondo e la sua teologia.
Sabato scorso il sinodo dei vescovi che trattava il tema della Bibbia finiva i suoi
lavori. La notte tra sabato e domenica, Padre Piccirillo, che aveva finito da alcuni
mesi il suo ultimo libro sulla Nova Gerusalemme partiva per la Gerusalemme celeste.
Ho voluto ricordare questo legame tra il sinodo sulla Bibbia e la Pasqua di Padre
Michele perché egli stesso era un innamorato della Bibbia. In una conferenza fatta a
Torino nel 2004 egli scriveva: Esistono molti modi per accostarsi alla Bibbia e per
ricavarne il messaggio; oggi vi parlerò di un modo tutto particolare: è quello di chi,
come me, svolge la professione di geografo - archeologo.
Secondo il punto di vista di chi si occupa di queste discipline, la Bibbia è un libro
dell’antichità di cui si può dare una lettura materiale, che accantona per un momento il racconto e dà la priorità allo studio dei luoghi e dei fatti storici: la raccolta
dei dati inerenti luoghi e fatti permetterà poi di intendere con maggiore esattezza il
significato del testo biblico.
Il testo biblico può essere studiato come storia della salvezza, ma anche come
storia, e la storia per essere tale deve essere legata a un territorio e a tempi precisi.
Certamente questa è la parte iniziale del discorso biblico, sul quale poi l’esegeta
lavorerà per capire correttamente il testo.
Il sinodo dei vescovi ha trattato lo stesso problema, quello delle diverse letture
della Bibbia.
C’è di più: Padre Michele era innamorato di Gerusalemme. Con il Salmista ripeteva: È mia madre, là sono nato. Nonostante le difficoltà politiche e le tensioni che
esistono in quella parte del mondo che tutti voi conoscete, Padre Michele nel dialogo
quotidiano faceva tutto quello che poteva per essere uno strumento di pace, come lo
voleva San Francesco. Dialogo con i musulmani e dialogo con gli archeologi ebrei
che conosceva e con i quali discuteva spesso. La vocazione di Gerusalemme è di fare
di due popoli un solo popolo di figli di Dio. Essere figli di Dio significa rispettare
l’altro, la sua cultura, le sue tradizioni. Essere figli di Dio significa ricordare che tutti
saremo giudicati sull’amore concreto e quotidiano che avremo dimostrato.
Dal 1960 Padre Michele viveva in Medio Oriente fra Gerusalemme presso il Convento della Flagellazione, dove insegnava la storia e la geografia biblica nello Studio
Biblico, e il Monte Nebo in Giordania. Era direttore del Museo archeologico nel
quale sono conservati importanti materiali ritrovati negli scavi archeologici effettuati
in Terra Santa. Al Monte Nebo, dove ogni anno arrivano migliaia di pellegrini padre
Michele dirigeva le opere di scavo ed i progetti di recupero del Memoriale di Mosè.
159
Dal Monte Nebo prendevano avvio le campagne di scavi nel deserto della Giordania
dove egli aveva fatto importanti scoperte quali i monumenti bizantini dell’antica città cristiana di Madaba e le rovine di Umm al-Rasas identificata con l’antica città di
Mefàa (fortezza moabita citata nella Bibbia nei libri di Geremia e Giosuè) dove nel
complesso delle chiese di Santo Stefano sono stati riportati alla luce alcuni splendidi
mosaici risalenti ad un periodo compreso fra il sesto e l’ottavo secolo. In Giordania
padre Michele aveva anche contribuito a far nascere una scuola per il restauro del
mosaico antico.
Per queste sue conoscenze padre Michele veniva chiamato a tenere conferenze in
tutto il mondo; partecipava a numerosi congressi sull’archeologia cristiana e bizantina della quale era uno dei massimi esperti mondiali.
Padre Michele era autore di numerosi volumi dove vengono pubblicati i risultati
dei suoi lavori di scavo. Libri preziosi per la comunità scientifica internazionale in
quanto riportano scoperte che spesso costringono a riscrivere la storia o confermano
documentalmente fatti solo intuiti.
Nella presentazione del libro Abuna Michele francescano di Gerusalemme di Franco Scaglia si legge: Figura affascinante come la terra in cui ha scelto di vivere per
esplorarne i molteplici enigmi e contribuire a trasformarla in un luogo universale
di vera pace, Abuna Michele, francescano di Gerusalemme, è la massima autorità
archeologica della Terra Santa.
Padre Michele, da esperto archeologo, criticava spesso la falsa archeologia che
cerca solo scoop televisivi:
Ogni anno - scriveva - siamo di fronte a qualche falso ritrovamento importante:
prima la tomba di Caifa, poi quella di Giacomo, adesso quella di Gesù. Il fatto è che
quando arrivano notizie di questo tenore dalla Terra Santa vengono subito gonfiate
dai giornali. Ma sono solo cose commerciali senza nessun fondamento scientifico.
Duemila anni fa, un uomo, Gesù di Nazareth, figlio di un falegname, professò parole di pace, dialogo, fratellanza, tolleranza… e venne riconosciuto da molti come il
messia, da altri come profeta, da altri ancora venne messo in croce perché rivoluzionario. Oggi, i luoghi della sua predicazione sono teatro di guerra, incomprensione,
ostilità, chiusura. Luoghi sacri alle tre religioni monoteiste unite e al tempo stesso
divise da quel lembo di terra così arido e così spirituale. In questo contesto Padre
Michele ha voluto seminare la pace di Cristo.
Laudato si, mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullo omo
vivente po’ scampare. Guai a quelli che morranno ne le peccata mortali! Beati quelli
che troverà ne le tue sanctissime voluntati, ca la morte seconda no li farrà male.
Laudate e benedicite mi Signore, e rengraziate e serviteli cun grande umiliate.
Mi permetterete di concludere con un altra preghiera: a Gerusalemme, quando il
Signore richiama a se un suo servo, si dice questa benedizione:
160
Sia innalzato e santificato il nome del Signore, nel mondo da lui creato secondo la
sua volontà. Faccia regnare il suo regno nella vostra vita e nei vostri giorni, e nella
vita di tutta la stirpe di Giacobbe, ora e sempre. Benedetto il nome del Signore, sulla
terra e nell’eternità. Sia benedetto, lodato, onorato, esaltato, magnificato e glorificato il Nome del Santo, sia egli benedetto, oltre ogni benedizione e ogni canto, oltre
ogni lode e ogni consolazione che si pronunciano in questo mondo.
Grazie, Padre Michele, per tutto quello che hai fatto per lo Studio Biblico di Gerusalemme e per la Chiesa madre della città santa.
Basilica di Sant’Antonio, Roma, 29 ottobre 2008.
fra Frédéric Manns ofm
Omelia
di fra Claudio Bottini durante la
trigesimo: Gerusalemme 25 novembre
Messa
nel
Letture bibliche: Prima lettura: Dt 34,1-12: Mosè morì nel paese di Moab, secondo
l’ordine del Signore; Vangelo: Gv 19,17-18.25-30: E, chinato il capo, spirò.
Chi poteva immaginare che un giorno la Provvidenza mi avrebbe riservato la sorte
di parlare di padre Michele Piccirillo non più tra noi? Le vie di Dio sono davvero
misteriose e imperscrutabili. Padre Michele, più giovane di me di qualche mese, è
stato per me confratello, collega e amico di una vita.
Michele Piccirillo è stato onorato in misura eccezionale anche nella sua morte.
Ne hanno parlato i mezzi di comunicazione di tutto il mondo. Molti - specialmente
quelli che lo hanno conosciuto nei momenti di successo o di esposizione mediatica
- hanno messo in luce il suo coraggio e l’ardimento, che lo tenevano sempre in movimento, e le fortunate scoperte archeologiche, specialmente al Nebo e Umm al-Rasas,
che ha fatto. Non pochi hanno sottolineato la sua capacità organizzativa nel portare
avanti mostre, animare congressi, progettare e realizzare iniziative, nel pubblicare
volumi imponenti per contenuti e bellezza editoriale. Altri hanno scritto della carica
di entusiasmo col quale ha raccolto intorno a sé studiosi di fama mondiale, giornalisti e fotografi, ragazze e giovani desiderosi di fare esperienze di scavi archeologici
sul campo. Altri infine hanno detto della capacità che aveva di attirare stima, simpatia e ammirazione di personalità politiche ed ecclesiastiche.
Alla Custodia di Terra Santa e allo Studium Biblicum Franciscanum è arrivato un
fiume di messaggi di cordoglio. Io sono l’ultimo a rendergli omaggio e lo faccio per
incarico del padre Custode, che ringrazio per l’onore, anche a nome di tutti membri
della Facoltà di Scienze bibliche e archeologia che tanto deve a padre Michele. Era il
più giovane della generazione cui appartengo anch’io e con lui si conclude un tratto
importante della nostra vita.
Ringraziamo il padre Custode e i suoi collaboratori soprattutto per l’impegno profuso perché padre Michele riposasse per sempre sul monte Nebo. Così lo sentiremo
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ancora vicino e per noi, e soprattutto per i giovani che Dio e San Francesco vorranno
attirare dopo di noi in Terra Santa, sarà più facile accogliere la grazia e la fatica di far
parte di una storia che Dio stesso va realizzando e che ha fatto tappa sul Nebo dove
Mosè, uomo di Dio e profeta, si addormentò nel bacio del Signore e sul Golgota,
dove il Signore Gesù morì sulla croce per riunire tutti i figli di Dio dispersi.
Mio compito ora non è fare un elogio di padre Michele; ne ha ricevuti tanti e
ben meritati. Io voglio parlare con affetto e rispetto di un padre Michele minore o
feriale, della umanità e religiosità che io ho colto in lui vivendogli accanto per oltre
trent’anni. Ci conoscemmo nei primi anni settanta, ambedue studenti a Roma. La
conoscenza divenne poi fraterna vicinanza quando anch’io venni a Gerusalemme e
mi trovai inserito nella famiglia dello Studium Biblicum Franciscanum alla Flagellazione condividendo la vita fraterna fatta di studio, di lavoro, di responsabilità, di
progetti, di gioie, di silenzi e anche di momenti di sofferenza.
Spero di non peccare di presunzione affermando che nella vicenda di questo amico
e fratello si coglie il disegno della Provvidenza di Dio da cui lui si è lasciato portare
passandovi dentro con l’umanità e la fede che aveva avuto in sorte dalla sua famiglia
e dalla Chiesa.
Alla luce della Parola di Dio appena ascoltata voglio offrire la mia testimonianza
di fratello e compagno di strada. Non è stata casuale la scelta delle due pagine bibliche appena proclamate. Abbiamo ascoltato il racconto della morte di Mosè, servo
del Signore e per noi cristiani prefigurazione del Cristo (Eb 3,1-6; Gv 5,45-47). È
stato proclamato il racconto della morte di Gesù, Figlio di Dio e di Maria, sul monte
Calvario. Quanto queste due pagine hanno illuminato il cammino terreno di padre
Michele lo sappiamo un po’ tutti. Ora rischiarano il mistero della sua morte e confortano noi ancora pellegrini nel mondo.
Da quando padre Michele si ammalò gravemente, pochi mesi addietro, non ho cessato di pensare e riflettere sul senso di quello che stava accadendo. Alla sua morte,
cui pure avevo cercato di prepararmi conoscendo la gravità della sua malattia e vedendo di persona in ospedale fino a che punto il male lo aveva fiaccato, ho scoperto
il bene che gli volevo io, e tanti di voi con me. Del resto, la collaborazione degli anni
più recenti e le cose che mi diceva nelle nostre ultime conversazioni telefoniche,
l’ultima di soli sei giorni avanti la sua morte, mi avevano fatto capire che egli ricambiava cordialmente stima e affetto. Non dimenticherò mai la commozione che ci
prese quando lo vidi, per l’ultima volta nell’ospedale di Pisa Cisanello, sofferente ma
pieno di dignità e fiducia, il 1º settembre scorso accompagnato dall’amico comune
don Alfredo Pizzuto.
Questa premessa per dire che io desidero dire qualcosa di padre Michele come
uomo di genuina umanità e di fede solida. Ciò che dirò certamente non è tutto, ma
ha forse il pregio di venire da una esperienza personale. Solo qualche informazione
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riguardante i primi anni della vita di padre Michele proviene dai documenti della sua
cartella personale che ho potuto consultare nella Segreteria della Custodia di Terra
Santa.
Michele ha fatto da ragazzo la vita semplice e nascosta di tutti i ragazzi della nostra
generazione che portavamo nel cuore una scintilla vocazionale. A poco più di dieci
anni nell’ottobre 1955 lasciò il suo paesino, Casanova di Carinola, in provincia di
Caserta o Terra di Lavoro, per frequentare le scuole medie nel Collegio Serafico di
Terra Santa al Quarto Miglio di Roma. Motivato dal desiderio di diventare Frate di
Terra Santa si applicò con interesse e profitto allo studio dell’arabo. Quindi passò
nel Collegio Serafico di Monteripido presso Perugia per il biennio del ginnasio. Il
Rettore del tempo scriveva che il ragazzo aveva un’intelligenza vivace ed era attaccatissimo alla Terra Santa. E aggiungeva: sarà un buon religioso.
Nel 1960 lasciò l’Italia e a San Giovanni Battista di Ain Karem vestì l’abito francescano, divenendo fra Michele e facendo l’anno di Noviziato senza fatti particolari.
Durante i quattro anni di studi liceali e filosofici a Betlemme amava la letteratura e
si lasciò attirare all’arte, affascinato dall’artista francescano padre Alberto Farina (†
2005), che negli anni 1962-1964 lavorava al restauro e alla decorazione delle Grotte
di San Girolamo a Betlemme. Alla sua morte ne scrisse un commosso ricordo che si
legge nel sito web dello Studium Biblicum Franciscanum, e nel suo studio si conservano alcuni disegni e opere donatigli da padre Farina. Questo primo amore per l’arte
non lo dimenticò più e lo coltivò sempre attraverso amici e libri, ma non fu l’amore
della sua vita.
A Betlemme il giovane fra Michele nell’ultimo anno di studi liceali ebbe la sua
crisi vocazionale. Fu tentato di lasciare la vita francescana per fare altre esperienze
all’aria aperta dopo dieci anni di vita in convento e al riparo da venti contrari... I
pensieri che andava scrivendo nel suo diario e che lui stesso trascrisse per farsi aiutare rivelano che la crisi non fu facile e non durò poco. Probabilmente la saggezza
del padre Custode di Terra Santa del tempo - padre Lino Cappiello († 1971) - che
andò due volte a Betlemme per parlargli da padre e fratello e il discernimento del
suo padre spirituale lo sostennero ed evitarono che lasciasse il cammino vocazionale
intrapreso. Gli fu concesso in via straordinaria di tornare per un mese in famiglia e
da lì rientrò rinfrancato. Intanto nel mese di ottobre 1965 passò al Seminario di San
Salvatore per il quadriennio teologico. Certamente non tutto era chiaro per lui; le
relazioni dei suoi formatori dicono che era un po’ contestatore e tendente all’autonomia, ma fedele allo studio e alla vita di preghiera comunitaria, amava la liturgia e
partecipava volentieri a quella che si svolgeva nei santuari.
A Gerusalemme fece un’esperienza un po’ particolare che certamente giovò alla
sua maturazione. Lui e i suoi compagni la raccontarono in Voci d’Oriente, la rivista
ciclostilata del Seminario della Custodia di Terra Santa. Subito dopo la Guerra dei
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sei giorni con altri sei francescani e qualche altro religioso di Gerusalemme dal 10
giugno al 5 luglio 1967 fece parte di una Squadra volante di carità portando soccorso alle vittime della guerra da Gerusalemme al Giordano, da Hebron a Genin.
L’iniziativa era stata voluta dal generale israeliano Haim Herzog, comandante delle
operazioni militari della zona di Gerusalemme durante la guerra arabo-israeliana, il
quale la propose ai Capi religiosi di Gerusalemme per evitare epidemie e aiutare la
popolazione nelle sue necessità urgenti. Si conservano foto che lo ritraggono mentre
trasporta dei malati in barella. Nello stesso periodo si impegnò per sempre a vivere
da francescano facendo la professione solenne e ricevendo gli Ordini minori previsti
per accedere al presbiterato.
Lo studio delle discipline teologiche lo misero a contatto con due frati dello Studium Biblicum Franciscanum che influenzarono definitivamente il suo cammino.
Fra Emanuele Testa lo invogliò a studiare Bibbia e padre Bellarmino Bagatti (†
1990) lo appassionò all’archeologia al punto che, terminato il corso teologico e ordinato sacerdote il 5 luglio 1969, andò a studiare Sacra Scrittura al Pontificio Istituto
Biblico di Roma e quasi nello stesso tempo Archeologia all’Università La Sapienza
di Roma.
Licenziatosi in Bibbia, iniziò a lavorare in Giordania prima per la sua tesi in archeologia e poi, certamente per l’autorevole iniziativa di padre Bagatti, che chiamava padre Michele sempre affettuosamente Picci, venne incaricato di restauri e scavi
al monte Nebo. Di questo per vari anni era stato responsabile padre Virgilio Corbo (†
1991), che però era sempre più occupato con altri scavi al di qua del Giordano. Padre
Bagatti, conoscendolo da vicino, sapeva che il giovane archeologo francescano aveva bisogno di spazio e libertà di azione. Per questo con la discrezione e, perché no,
con la furbizia toscana che gli era congeniale fece di tutto perché a padre Michele si
aprisse senza restrizioni l’orizzonte archeologico della Giordania.
Intanto nell’ottobre 1974 lascia Roma per la Flagellazione diventando docente allo
Studium Biblicum Franciscanum. Qui, esuberante com’era, scalpita per aggiornare
e innovare in vari campi, a cominciare dal Museo che gli viene affidato. I confratelli
gli perdonano qualche intemperanza, perché si capisce che padre Michele vuole bene
e vuole fare perché si sente parte integrante della famiglia religiosa e accademica.
Intanto allo Studium Biblicum cominciano ad arrivare forze nuove e si costituisce un
gruppo di persone diverse ma con una formazione biblica omogenea. Si rinnovano
programmi di studio e strutture, grazie anche alla magnanimità dei Custodi di Terra
Santa che si succedono e dei loro collaboratori più stretti.
Da allora in poi per padre Michele è un crescendo di impegni: docenza, scavi
durante i mesi estivi, partecipazione a congressi. Riceve anche incarichi e responsabilità nell’ambito della Custodia. Viene da pensare che quel bisogno di muoversi
e di fare, che a volte poteva apparire eccessivo, fosse solo il riscontro di un intuito
spirituale che gli faceva percepire la brevità del tempo concesso.
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Padre Michele si fa conoscere per il carattere forte e deciso e, come si può facilmente comprendere, questo non piace sempre e non piace a tutti. Ma egli non
è persona disposta a cedere facilmente. In ogni caso, anche quando protesta o si
lamenta, non perde troppo tempo in critiche sterili. Rifugge dalle conventicole e dai
compromessi di comodo. Quando il suo carattere e i suoi modi di vedere lo portano a
scontrarsi con gli altri, egli resta sulle sue posizioni ma non identifica le persone con
il contrasto di idee. Se gli capitava di offendere, a modo suo, con un gesto o un dono
era capace di rimediare e farsi perdonare.
In padre Michele colpiva un’altra cosa. Nonostante gli impegni e le scadenze, la
mole di lavoro che si assumeva o che gli veniva affidata, quando era in convento, non
mancava mai alla celebrazione di Lodi e Eucaristia il mattino e dei Vespri la sera.
Chi vive in comunità sa che assiduità e fedeltà agli atti comuni richiedono visione
di fede e spirito di sacrificio. A padre Michele non mancavano. Periodicamente poi
scendeva al Romitaggio del Getsemani per il sacramento della Penitenza; aveva cura
della sua vita spirituale.
Chi guardava le cose superficialmente poteva avere un’impressione diversa, ma
bisogna dire che padre Michele vedeva il suo lavoro in un orizzonte geografico e
umano sempre più vasto e riusciva a trasmettere questa passione. I mosaici e la loro
storia, gli scavi e le antichità li vedeva come fattori di civiltà e di pace soprattutto per
il Medio Oriente da troppi anni afflitto da non pochi conflitti. Questa nota l’hanno
colta di più gli osservatori esterni che non noi che gli siamo stati accanto. Riteneva
uno dei momenti più belli della sua vita il giorno in cui vide la sua opera monumentale The Mosaics of Jordan diventare dono e segno di pace in occasione della firma
del trattato di pace tra Giordania e Israele il 26 ottobre 1994. Il re Hussein infatti ne
fece dono al Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, al Presidente di Israele Ezer
Weizman e al primo Ministro di Israele Yitzhak Rabin.
Pochi giorni prima di lasciarci per sempre mi chiese per telefono che alla presentazione a Roma del suo ultimo libro La Nuova Gerusalemme. Artigianato Palestinese
al servizio dei Luoghi Santi io rendessi noto il suo sogno: vedere il giorno in cui
questo libro, testimonianza bella di laboriosità e di amore alla Terra Santa dei francescani e dei palestinesi cristiani e musulmani, specialmente di Betlemme, potesse
diventare un dono e un augurio di pace dei capi del futuro Stato Palestinese alle
autorità dello Stato di Israele.
La sua non è stata una carriera fatta solo di trionfi e successi. Non gli sono mancati
delusioni e dispiaceri. In qualche caso era lui stesso a confidarsi. Così, ad esempio,
per il trafugamento di cimeli esposti in alcune mostre, per la mancata realizzazione
di un progetto da lui molto accarezzato per il santuario del Battesimo oltre il Giordano, per la scomparsa del re Hussein († 1999) dal quale aveva ricevuto quasi una
promessa per il riconoscimento del monte Nebo e dei dintorni come Parco naturale o
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Parco archeologico e per altre situazioni più personali e delicate.
Uomo di umanità sincera e di fede, padre Michele non si ripiega su se stesso né si
lascia schiacciare dalle difficoltà. Le sconfitte fanno parte dell’esistenza umana, ma
la persona è di più delle proprie vittorie e delle possibili delusioni.
Tuttavia, io penso che non gli sia bastata la sua profonda consapevolezza umana;
certamente è stata la fede ad aiutarlo ad entrare nel disegno inatteso e doloroso della
malattia per lui disposto dalla Provvidenza divina. Chi gli era più vicino gli leggeva
sul volto la sofferenza e la sorpresa, lui che aveva sempre goduto finora di ottima
salute. Siamo stati testimoni dell’affinamento umano e spirituale di padre Michele
che traspariva dalle ultime conversazioni e dai messaggi.
Quando alla vigilia dell’intervento chirurgico cui fu sottoposto in agosto andarono
a trovarlo due nostri amici presbiteri, don Antonio Canestri e don Benedetto Rossi,
chiese loro se avessero portato per lui l’Olio degli infermi. Volle confessarsi e ricevere il sacramento dell’Unzione. Qualche settimana prima di morire ci scrisse che si
era sentito avvolto dalla preghiera di tante persone come da una nube di misericordia
che lo aveva aiutato ad abbandonarsi alla volontà di Dio. Nel santuario della Flagellazione, grazie alle nostre suore e ad altre persone buone, da quando padre Piccirillo
si ammalò non vi è stato giorno in cui non si sia pregato per lui.
Abbiamo letto il Vangelo del Golgota. In tante domeniche dell’anno, quando era a
Gerusalemme, padre Michele lo si trovava sul Calvario verso le 16.30 in attesa che
vi giungesse la processione quotidiana dei nostri Frati per unirsi a loro. Contemplava
intensamente la scena di Gesù che muore sulla croce con accanto la Madre e godeva
dei mosaici per i quali negli ultimi mesi aveva fatto fare una nuova illuminazione.
Possiamo pensare che, sull’esempio e per la grazia di Cristo Signore, si è potuto
abbandonare alla volontà di Dio. E la Madre di Gesù, data in madre al discepolo
Giovanni e a tutti i discepoli del Signore Crocifisso e Risorto, lo ha aiutato amorevolmente ad entrare nell’obbedienza di fede.
Padre Michele anche nella sofferenza e nella morte è stato accompagnato da calore
umano e spirituale. Negli ultimi mesi è stato circondato da tanta fraternità amicizia
e solidarietà da parte della sua famiglia e da una schiera di persone amiche. Noi che
lo avevamo forzatamente lontano siamo stati confortati nel sapere che un nostro
fratello in San Francesco, padre Gabriele Bezzi, a Livorno gli era accanto quando
ha chiuso gli occhi a questo mondo, ha pregato per lui e lo ha benedetto; poi lo ha
rivestito dell’abito francescano per l’ultimo viaggio terreno ponendogli fra le mani
la Bibbia e il crocifisso e sul petto il Tau, simbolo dei salvati.
Mi pare di poter dire che la sua vita è stata ricolma di senso e vissuta pienamente.
A una visione superficiale, dalla quale siamo tutti tentati, la sua morte, avvenuta a
64 non ancora compiuti, può apparire immatura e lasciare una sensazione di drammatica interruzione. La fede ci dice che non è così. Padre Michele è morto, come
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abbiamo sentito di Mosè nella prima lettura, per ordine del Signore e contemplando
nella fede e nella speranza quella Terra promessa che per tutti è il regno dei cieli.
Nella stessa visione di fede possiamo affermare che anche per lui valgono le parole di Gesù morente sulla croce: Tutto è compiuto, nonostante l’impressione di incompiutezza dinanzi a tanti progetti avviati e a prospettive ancora aperte. Nel suo
misterioso disegno Dio ha dato a padre Michele di realizzare tanto, ma gli ha chiesto
di lasciare a Lui il compimento di tutto e il futuro. Non ha fatto così con il suo servo Mosè a cui diede di condurre il popolo per il deserto fino alla soglia della Terra
Promessa e di contemplarla dal monte Nebo ma non concesse di entrarvi? Non ha
chiesto Dio Padre al Figlio diletto di entrare nella gloria della risurrezione attraverso
la passione e la croce? A noi è chiesto di adorare la sua misteriosa sapienza che ogni
cosa dispone per il bene di coloro che si lasciano amare da Lui e lo riamano con
cuore sincero.
Per questo la nostra è un’Eucaristia in memoria di padre Michele in un duplice
senso: è Eucaristia, cioè rendimento di grazie a Dio a causa di lui, per la sua vita
vigorosa e intensa vissuta bene da uomo cristiano e francescano; è Eucaristia, cioè
ringraziamento per lui, a suo favore: offriamo a Dio Padre per il suo riposo eterno
il sacrificio di Cristo morto e risorto per tutti. Nella sua morte e risurrezione sono
espiati i nostri peccati e ci è data la vita senza fine.
Per i confratelli dello Studium Biblicum e della Custodia Terra Santa, per me stesso e per tutti quelli che hanno voluto veramente bene a padre Michele e con noi ne
sentono la mancanza rivolgo una preghiera. Dio ci aiuti a fare, con la fede, della sua
morte non una perdita ma una rinuncia volontaria e umile, anzi un’offerta. Il vuoto
non potrà non sentirsi ma il nostro sconforto potrà trovare consolazione e il nostro
cammino ricevere vigore dal ricordo e dalla speranza di ritrovarci tutti un giorno nel
regno di Dio.
Così speriamo. L’Onnipotente e il Misericordioso ce lo conceda. Amen! Alleluia!
Padre Piccirillo,
Nebo
l’archeologo francescano del monte
Non c’è nulla che sia meno obiettivo e più disomogeneo del tempo. Fernand Braudel ha detto una volta che se uno sostiene che il tempo è un’entità omogenea, obiettiva, perfettamente misurabile significa che non ha mai fatto all’amore e non è mai
stato dal dentista. C’è gente che campa mille anni e più ed è come se non fosse mai
esistita, come se fosse nata morta. E gente che vive pochissimo e che sa riempire la
sua vita di tante di quelle cose da renderla lunghissima. C’è una longevità spirituale
che, quando la incontri in un familiare o in un amico, illumina anche la tua vita, per
sempre.
167
Michele Piccirillo se n’è andato a sessantaquattr’anni, e le necrologie dei giornali
hanno sostenuto concordi che la sua è stata una scomparsa immatura. La vita si è
senza dubbio allungata di parecchio, negli ultimi tempi: e tuttavia, si può davvero
sostenere che un ultrasessantenne sia poi così giovane per morire?
Stando alle statistiche, sì. Ma qui le statistiche non c’entrano. Il fatto è che Michele
ha riempito la sua vita di tante cose, di tanti tesori, di tanta luce, che tutto sembra
esser passato in un attimo. E non ci si rassegna all’idea che sia morto. E pensando
a quel che ha realizzato, a quel che ha scritto, a quel che ha scoperto, a quel che ha
vissuto, si ha la sensazione che sia ancora tra noi, che non possa andarsene, che non
sia morto. Che non morirà mai. Che sia immortale.
È questa la sensazione che ho provato lunedì pomeriggio, il 27 ottobre, nella chiesa
livornese della Madonna - la chiesa dei francescani e della Custodia di Terrasanta -,
mentre assistevo alle esequie di Michele. Quando è entrata la sua semplice bara di
legno chiaro, ho avuto una stretta al cuore. Mi è dispiaciuto di non poterlo vedere
un’ultima volta, di non poterlo sfiorare in un estremo saluto. Avevo rimandato di
giorno in giorno un incontro con lui: in fondo, la distanza tra Firenze e Livorno è
breve. Così, rinviavo all’occasione di poterlo vedere più a lungo, di poterci parlare
con calma: si hanno sempre tante cose da fare. E, nell’attesa, lui se n’è andato. Inaspettatamente, certo: sapevamo che la sua malattia era grave, ma nessuno prevedeva
una fine tanto rapida. In fondo, è stato meglio così, hanno detto i medici: ma di non
averlo abbracciato un’ultima volta, io non potrò mai perdonarmi.
Eppure, mentre l’ufficio funebre procedeva, sentivo la tristezza gradualmente attenuarsi: non dico certo fino a scomparire, tuttavia una progressiva calma m’invadeva.
Ho ripensato alla bellezza della liturgia latina, a quell’altissimo, trionfale In Paradisum deducant te angeli, e me lo sono quasi figurato, padre Michele, il mio fratello
Michele, nella gloria di Dio. Il Cristo ha sconfitto la morte; e nel Cristo anche Michele l’ha sconfitta. In quella bara non c’è altro che una povera spoglia che un giorno
risorgerà trasformata in un Corpo di Gloria. Non dobbiamo più cercare tra i morti chi
vive e vivrà per sempre. Non dobbiamo più avere paura.
Michele Piccirillo era nato a Carinola di Caserta, nel 1944. Era legatissimo al suo
bel paese natale, alla sua numerosa e rumorosa, cordialissima famiglia: e, quando
tornava da Carinola a Gerusalemme, al suo convento della Flagellazione dove ha
sede lo Studium Biblicum Franciscanum, non mancava mai di portarsi dietro una
bella valigiata di mozzarelle fresche del suo paese. Ma non dimenticava mai di essere uno studioso: e, per meglio onorare Carinola, le dedicò la preziosa edizione del
diario di viaggio che alla fine del Trecento era stato scritto da un suo concittadino, il
notaio Nicola Martoni, che aveva peregrinato fino a Gerusalemme.
L’interesse per la storia del pellegrinaggio alla Città Santa e per gli edifici sacri di
essa, a cominciare dalla basilica gerosolimitana della Resurrezione e per l’edicola
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del Santo Sepolcro ch’essa custodisce, era una parte cospicua del suo lavoro di storico, di filologo e di archeologo; aveva mutuato tale interesse dal suo Maestro, padre
Bellarmino Bagatti, attento editore di testi trecenteschi di pellegrinaggio come quello del suo confratello francescano, Nicolò da Poggibonsi. E allo studio della storia
della basilica affiancava anche quello della devozione dei Luoghi Santi in Occidente,
dove la grande chiesa detta del Santo Sepolcro era stata più volte riprodotta, specie
in età medievale, in più modi e fatta oggetto di un culto sostitutivo del pellegrinaggio. Questo specifico aspetto della spiritualità cristiana occidentale lo aveva molto
attratto specie negli ultimi tempi: e in tale studio lo aveva affiancato una sua brillante
allieva italiana, Renata Salvarani. L’ultimo libro di Michele Piccirillo parla proprio
di questo, ed è un libro curioso oltre che prezioso: il suo principale argomento, difatti, è costituito dai modellini in legno d’olivo e madreperla della chiesa e dell’edicola
del Sepolcro, da sempre gloria dell’umile e raffinatissimo artigianato dei palestinesi
soprattutto di Betlemme. Ora che le circostanze politiche hanno reso tutto più duro,
e che il turismo langue, quell’artigianato rischia di perdersi e con esso rischia di svanire la prosperità di tante famiglie, la maggior parte cristiane, ma anche musulmane.
Il libro di Michele era destinato a far conoscere questo problema, a sostenere quegli
artigiani, a far sopravvivere quella tradizione.
È solo un esempio, tra i molti che si potrebbero fare, di una passione scientifica e
intellettuale che non era mai andata disgiunta dall’impegno sacerdotale, dall’apostolato francescanamente inteso anzitutto come testimonianza, da un coraggio civico
che talvolta gli aveva procurato anche qualche problema nella difficile situazione
della Gerusalemme dei tempi d’oggi. Piccirillo era uomo di carità, ma odiava il
compromesso e amava la verità: non era dunque raro che entrasse in polemica con
chiunque cercasse di adulterarla.
Eppure, non aveva nemici: al contrario. Lavorava in un ambito geografico amplissimo, tra Israele, Libano, Siria, Giordania e anche Egitto. Circolava sempre liberamente, anche nei tempi di tensione: conosceva tutti ai passi di confine e ai posti
di blocco; era amico di uomini politici arabi e di uomini di governo israeliani e li
trattava da pari a pari, era di casa alla corte del re di Giordania, era stato amicissimo
dell’indimenticabile re Hussein e molti membri della casa reale avevano imparato da
lui gli elementi di base della storia e dell’archeologia.
Ma insomma, chi era Michele Piccirillo?
Per rispondere adeguatamente, sarebbe necessario fare la storia della prestigiosa
Custodia Francescana di Terra Santa, che dalla metà del Trecento opera nel Vicino
Oriente facendo opera di testimonianza cristiana e di carità, studiando, assistendo
i cristiani locali, i pellegrini, gli ammalati, e mantenendo al tempo stesso relazioni
strette e cordiali con le comunità cristiane locali, con gli ebrei, con i musulmani.
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A partire dai primi del secolo scorso, il lavoro scientifico in seno alla Custodia
è andato precisandosi e facendosi più rigoroso. Merito precipuo di ciò è stato di
una splendida pattuglia di frati studiosi e avventurieri, veri e propri pionieri dell’archeologia cristiana di Terra Santa. Loro guida un francescano nato presso Pisa,
Bellarmino Bagatti, vissuto tra 1905 e 1990. Studioso straordinario dell’archeologia
del Nuovo Testamento, delle comunità giudeo-cristiane, del cristianesimo vicinoorientale dell’età patristica. Accanto a lui, si dovrebbe fare una lunga serie di nomi:
i padri Corbo, Alliata, De Sandoli e tanti altri, che hanno gestito nei molti e non
sempre facili decenni del secolo scorso, e continuano a farlo, una quantità incredibile
di scoperte in campo archeologico e storico.
Michele Piccirillo, arrivato giovanissimo in Terra Santa, fu l’allievo prediletto di
padre Bagatti. A Piccirillo si deve la scoperta di una quantità di chiese protocristiane soprattutto dei secoli V-VIII in tutto il Vicino Oriente e addirittura di un’intera, favolosa città carovaniera perduta, Castrum Mefa’a, quella che per gli arabi era
Umm ar-Razas. L’aspetto più affascinante e per così dire scenografico delle scoperte
di Piccirillo è costituito da centinaia di metri quadrati di preziosi tappeti musivi, la
pubblicazione dei quali lo ha reso famoso in tutto il mondo.
Ma il suo capolavoro è stato il cantiere del Monte Nebo, l’imponente sperone
roccioso che domina il deserto giordano, le steppe di Moab, e dal quale si domina la
meravigliosa oasi creata dal Giordano che si getta nel Mar Morto. Da lì, nelle sere
limpide, si scorgono da lontano le luci di Gerusalemme.
Fu dal Nebo (il Monte del Profeta, in arabo al-Jabal an-Nabi) che secondo la tradizione il profeta Mosè contemplò prima di chiudere gli occhi la Terra Promessa. Lì,
in età costantiniana, sorse una grande basilica a lui dedicata. Padre Piccirillo stava
lavorando da molti decenni a far rinascere quella basilica: ne aveva fatto uno splendido santuario-museo, attorno a cui aveva raccolto decine e decine di mosaici restaurati e accanto al quale aveva organizzato un convento-ospizio-laboratorio-biblioteca
sotto la vigna adiacente la quale, nelle sere d’estate, ricordo di aver consumato con
Michele molte lunghe, semplici, bellissime cene spesso allietate dalle mozzarelle di
Carinola, dal pecorino e dal vino che ci eravamo portati dalla Toscana […].
Fu proprio al Nebo che una sera d’inizio settembre, tardi, davanti all’ultimo goccio
di vino prima di andare a dormire (al mattino, verso le sei, ci svegliava il rombo di
due caccia israeliani ai quali avevamo ormai fatto l’abitudine), dissi a Michele che se
avessi potuto scegliere un posto dove trascorrere gli ultimi anni della mia vecchiaia,
quello sarebbe stato proprio lì, sulla montagna di Mosè, vicino alla sua uva e ai suoi
mosaici. Gli chiesi: Mi aiuterai a venir qui? Guarda che dico sul serio. Mi guardò,
sorrise e rispose: Bisogna andare dove Dio ci manda.
Dio ha disposto che lasciasse questa vita qui, nella mia Toscana, a pochi chilometri
dal paese di Perignano dove, più di un secolo fa, era nato il suo Maestro Bellarmino
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Bagatti. Che gran tessitore di trame esistenziali, che gran romanziere, è il Signore!
Ma le spoglie di Michele torneranno là.
Credo che a Michele dedicheranno delle piazze e delle strade. Mi adopererò per far
sì che accada. Ma il suo monumento sarà per sempre là, sulla montagna del Nebo.
Ricordate la scritta che a piazzale Michelangiolo ricorda Giuseppe Poggi? Volgetevi
intorno. Questo è il suo monumento. Quando salirete il Nebo, quando sarete sulla
cima del monte di Mosè, volgetevi intorno. Quello è il monumento a Michele Piccirillo, studioso, archeologo, prete, francescano.
Grazie Michele
Franco Cardini
Da quando questa mattina mi è stata data la triste notizia della tua morte, continui
a starmi sempre davanti con il tuo brioso sorriso. È vero o non è vero? No, non è
possibile che una quercia come te possa essere caduta così in fretta. Eppure proprio
questa è la realtà e quanto è dura da accettare!
Sai, la prima volta che ho sentito il tuo nome, Michele Piccirillo, fu nell’ottobre
del 1961, quando entrai nel collegio serafico di Terra Santa del IV Miglio, a Roma.
Sotto il grande eucalipto nel cortile del collegio, seduto su una panchina, c’era un
ragazzo, Pasquale Nozzolillo, credo proprio del tuo paese o sicuramente delle vicinanze, che piagnucolava ad alta voce: Voglio Michele Piccirillo, io qui non ci sto.
Qui non c’è Michele!
Ma chi è questo Michele Piccirillo? Dicevo tra me.
Il giorno dopo, insieme ai nuovi arrivati, partii alla volta di Città di Castello, cittadina che si trova nel punto più alto della regione, cuore d’Italia, la verde Umbria.
Là, la Custodia di Terra Santa, come ben sai, ospitava gli aspirantini in un vecchio
convento francescano dei frati zoccolanti, appartenente alla provincia serafica di Assisi.
Pasquale Nozzolillo non riusciva a capacitarsi: Michele Piccirillo era già da
qualche anno in Terra Santa e quindi era impossibile che potesse stare con lui. Così,
dopo qualche mese, Pasqualino, coerente con se stesso, tornava a casa sua, nel casertano. E io continuavo ancora a domandarmi chi fosse mai questo Michele da poter
condizionare la scelte di un ragazzino.
La prima volta che ti vidi, Michele, fu dopo molti anni, in quelli di teologia. Tu
arrivavi, fresco laureato, da Roma, ad insegnare nel seminario internazionale di San
Salvatore. Divoravi, correndo, i corridoi di San Salvatore; facevi la spola tra la Flagellazione e San Salvatore con una borsa sempre piena di libri.
Arrivavi spesso vestito in borghese, con jeans di qualche misura più grande per
godere piena libertà nei movimenti, con scarpe militari e la camicia sbottonata in alto
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di un bottone o due. Il tuo collo non sopportava alcuna abbottonatura e tanto meno la
camicia del clergyman che immancabilmente restava aperta, con il colletto non ti si
donava proprio! Quando prendevi note, la Bic scompariva nella tua destra massiccia
da lavoratore della terra laboris e a stento riusciva a controllare la scrittura che a
fatica seguiva la fulminea rapidità del tuo pensiero.
Davi il meglio di te stesso come brillante professore, fresco di studi. Ancora oggi
ricordo la spiegazione di Giobbe: chinare la propria intelligenza davanti davanti al
mistero di Dio. Come pure quella del ricalcitrante profeta Osea che avrebbe preferito
fare il pastore contadino pur di liberarsi del fardello di farsi portavoce della parola
di Dio. Andavi diritto all’essenziale. Nell’intervallo fra le lezioni si beveva un
espresso nella cameretta di Vincenzo. Era, però, un vero momento di fraternità e di
divisione di lavoro per la preparazione delle escursioni. Vincenzo aveva il compito
di stampare, di ciclostilare con l’allora sofisticata matrice a carbone che si serviva
di un sistema elettrico che oggi ci fa sorridere. Io avevo il compito di preparare le
mappe del percorso o le carte geografiche. Insomma, un lavoro che fatto per la prima
volta, poteva essere ritenuto bello ed interessante. Considerando però i mezzi che
avevamo a disposizione era pur sempre pesante. Il computer non era ancora arrivato.
Tu dettavi i tempi di lavoro! È chiaro che non piacevi a tutti. Eri un piccolo capo che
si imponeva. Con la semplicità di un fratello maggiore ci rendevi partecipi del tuo
ideale, della strada del lavoro che avevi intuito, della necessità urgente di riprendere
gli scavi al Nebo. Quanta gioia ed euforia procurò a tutti quanti noi la tua prima
scoperta, il mosaico della zebra e del cammello, trovato sotto uno meno significativo
nella basilica del Nebo. Se non erro era il 1976. Eri veramente pieno di entusiasmo.
Volevi che tutti partecipassero a questo tuo progetto, che hai sempre ritenuto essenziale
per la natura stessa della Custodia. Avevi un tuo compito da svolgere. Invitavi tutti
ad unirsi a te per portarlo a compimento. Chi non l’accettava o proferiva lavorare
in altro campo lo lasciavi tranquillamente scegliere la sua strada. L’importante era
fare qualche cosa per il Signore, che per noi frati terrasantini consiste, tra l’altro, nel
dire il suo messaggio attraverso la voce di questa terra. Non rompevi mai i contatti
con quelli che non la pensavano come te o che sceglievano un altro tipo di attività.
Il rispetto dell’altro è stato per te sempre basilare, anche se qualche volta poteva
apparire il contrario per il tuo carattere solare e deciso. Dicevi sempre: lascialo fare;
l’importante è che faccia qualche cosa di utile e che sia soddisfatto!
Sai Michele, credo che tu abbia condensato in te il desiderio fortissimo di quel
gruppetto di frati che alla fine della II guerra mondiale si sentivano tutti un po’
archeologi. Tu l’hai fatto preparandoti e studiando. Erano quelli che erano stati nel
campo di concentramento degli italiani, organizzato dagli inglesi nel santuario di
Emmaus. Allora P. Bagatti, per tenere occupati e distrarre i frati dalla monotonia e dalle
ristrettezze della vita del campo dava loro lezioni di archeologia. Aveva entusiasmato
172
parecchi. Tutti si davano da fare per trovare qualche oggetto da portare al museo
della Flagellazione. Non mancano sull’argomento divertenti aneddoti e qualche
fioretto puramente francescano. Però, è in questa febbre di essere utile, nel voler fare
parlare questa terra che l’indimenticabile fra Michelangelo Tizzani di Massalubrese
di Salerno, chiamato bonariamente Caronte, di virgiliana e dantesca memoria, trovò,
scavando al Dominus flevit, quelle preziosissime monetine che diventarono delle
vere perle per il P. Spijkerman e gli altri frati studiosi della Flagellazione. Sei stato,
caro Michele, figlio preparatissimo delle motivazioni entusiaste e francescane dei
frati tuoi predecessori. Hai sempre ritenuto che i lavori e le scoperte dei frati fatti
in questa terra benedetta con umiltà ed abnegazione dovessero essere oggetto di
conoscenza per il mondo intero. Questo patrimonio di dati eccezionali doveva esser
messo a disposizione di tutti perché si potesse leggere in questo quinto vangelo, il
messaggio del Dio entrato nella storia: Gesù nella sua realtà, attraverso studi biblici
accompagnati da accurata e seria archeologia.
Certamente il sottoscritto è l’ultimo che può dare un parere sul tuo lavoro scientifico. Lascio agli altri questo compito. Però so che sei stato un motore che ha camminato sempre al massimo dei giri, senza mai fermarti e pensare alla tua salute. Tutto
per annunciare la verità. Non hai trovato contraddizione tra ragione e fede.
Non disdegnavi la compagnia dei frati che non condividessero il tuo lavoro. Ti sei
sempre sentito prima di tutto frate, fratello tra fratelli. Quando passavo per la Flagellazione, oltre che essere subito messo al corrente dei tuoi ultimi progetti e dei lavori
effettuati, parlandomi come a uno che fosse stato sempre al tuo fianco e conoscesse
tutto quello che tu avevi in testa in quel momento, ero obbligato quasi per forza a
passare nella tua sala di accoglienza, la camera di fronte alla tua, zeppa di libri, carte
e fotografie disordinatamente ordinate. Camera impregnata di aroma di caffé. Era
d’obbligo gustare un buon caffé espresso. Un’accoglienza tutta napoletana. Quando
ti chiesi ultimamente qualche foto, da ingrandire su tela da porre nella restaurata
scuola secondaria di Giaffa perché potessero indicare il carattere della scuola ai ragazzi cristiani e musulmani, ai maestri - cristiani, musulmani ed ebrei - ti sei messo
subito a disposizione e mi hai aiutato. A tutto tondo, come sapevi fare tu: dalla scelta
delle fotografie alla loro affissione. Tra le fotografie c’è anche la tua, quella dove
mostri dal monte Nebo la terra promessa a papa Giovanni Paolo II. Questa terra è
un dono di Dio per tutti gli uomini e per poter entrarvi bisogna veramente vivere
secondo la sua volontà.
Dicevi sempre, che ognuno di noi deve essere come l’anello di una catena legato
al passato, presente e futuro con il compito di trasmettere alle generazioni future
integro e senza contraffazione il messaggio del Signore. E di questa catena tu hai
costituito un anello ben saldo.
173
Ora che sei nel regno della realtà, nella vera terra promessa, insieme a tutti i santi
frati che hanno servito in questi luoghi santi, prega il Signore di ravvivare le motivazioni di apostolato dei frati di Terra Santa, perché siano sempre fedeli al compito
affidato loro dalla Chiesa; in particolare prega per i confratelli del nostro caro istituto
biblico della Flagellazione perché continuino senza sosta a far parlare questa terra ed
annunziare a tutti quanti gli uomini le promesse e le meraviglie del Signore.
Allora, ciao Michele: tutto questo discorso è perché volevo dirti, con tutto il cuore,
semplicemente Grazie.
fra Arturo Vasaturo ofm
Omelia funeraria di S. B.
di fra Michele Piccirillo
Mons Fouad Twal per il funerale
Con tutti i sentimenti di fiducia e di fede nella provvidenza divina, e con la rassegnazione completa nella volontà di Dio, per la perdita di nostro fratello P. Piccirillo
verso la vita eterna…
La perdita di una persona cara, ci pone in una dimensione d’inquietudine e mette
nel cuore un senso di profonda tristezza, che viene ripagato dalla certezza che ci
incontreremo nella casa di Dio, perchè «nella casa del Padre mio ci sono molte dimore» «…dove non c’è tristezza nè pianto ma felicità e consolazione…»
Ci ritroviamo per la preghiera ringraziando Dio per le grazie concesse al nostro
fratello defunto, e chiediamo a Cristo in questo momento triste di renderlo partecipe
nel Cielo, e il suo posto a Madaba, sul monte santo, in compagnia di Mosè amico e
interlocutore di Dio.
Il nostro caro defunto Padre Michele, scienziato di grande fama, di archeologia,
storia e cultura,per tutti noi è una grande perdita! Un sacerdote che ha dato alla scienza il suo significato, che il libro della parola, mediante la sabbia hai ravvivato.
O frate e monaco ascetico per Dio, Uomo di storia che i paesi hanno bandito e
dei libri sei il riferimento. Amico della terra e della sabbia, o Abuna Piccirillo a chi
piango la tua morte A chi piango la tua morte!
La tua fama ha superato i limiti dello spazio e del tempo. La tua morte è gloria per i
paesi e le patrie. L’Italia e la tua città natale ti hanno pianto, I mass media e i giornali
internazionali hanno parlato della tua scienza e le tue virtù umane e francescane.
Sei nato in Italia nel 1944, sei venuto a Gerusalemme nel 1960. Hai studiato le
sacre scritture, nella Terra Santa che hai amato come l’ha amata Cristo.
Ti sei laureato in archeologia nello studio archeologico francescano, di cui sei
diventato il direttore. E questo Studio è diventato per te un incontro con la scienza
e con la storia. I frati francescani della Custodia di Terra Santa, diffusi in tutto il
mondo ti hanno amato, perchè eri per loro un buon esempio, buon consigliere e buon
fratello.
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Dal 1973 hai diretto gli scavi archeologici e i lavori di restauro al santuario di
Mosé sul Nebo, e hai diretto scavi in tutta la Giordania, particolarmente sui resti
dell’epoca bizantina a Madaba.
Hai acquistato il rispetto, la protezione e l’amore sia da parte della famiglia reale
Hashimita, che dai ministeri della cultura e del turismo. Le tue mani erano sempre
piene d’amore sincero per la amata Giordania.
Hai pubblicato nel 1978 a Gerusalemme, il libro di Padre Sperkman, e nel 1981 il
libro «le chiese ed i mosaici di nord Giordania» e nel 1986 i mosaici della Giordania,
e riguardo al tuo libro «Chiese e mosaici di Madaba» pubblicato nel 1989, è stato
tradotto dal Patriarca Michel Sabbah con l’aiuto di P. George Saba e P. Anton ’Oda.
È il più bel regalo e il ricordo sublime che rimarrà dopo la scomparsa di un sacerdote
scienziato che ci ha amato e ha piantato la sua tenda tra di noi ed ivi ha stabilito la
sua dimora.
Ti ricordiamo ora. La storia ti ricorda, che a marzo del 2000, ti ha visto il mondo
mentre eri accanto al Papa Giovanni Paolo II durante il suo santo pellegrinaggio, gli
spiegavi il posto e mostrando la Terra Santa al Papa che stai ora con lui nel cielo. Gli
hai disegnato la mappa del passaggio nel tempo verso Gerusalemme. La tua posizione era storica e rimarrà eternamente nelle menti, e il tuo Nebo rimarrà luminoso,
cosi come era la tua vita, per accogliere capi di stato e amanti della Giordania con
sincerità di cuore e affetto.
I tuoi favori verso la Giordania sono grandi, Ti dobbiamo amore e fedeltà. Questo
lo annunciamo oggi senza ipocrisia per tutto quello che le tue mani hanno fatto. La
Giordania oggi ti rende omaggio perchè eri uno dei suoi scienziati fedeli, hai lavorato
sodo e onestemente, e hai scolpito il tuo nome sulla cartina turistica internazionale.
Madaba ti ricorda che per lei hai fondato una società per la conservazione della
sua storia, ed è attraverso te che essa è diventata famosa, a causa tua hanno prosperato il monte Nebo, Umm ar-Rasas, la Cartina di Madaba e Al Makhit cosi come
cattedrali, chiese e campane. L’arte bizantina e i reperti a cui hai dedicato la tua vita
hanno prosperato attraverso te. Mancherai alla tua scuola di mosaico e il Viale dei Re
che i primi pellegrini hanno percorso, da Gerusalemme al luogo del battesimo verso
il Santuario di Mosè. Mancherai pure a Damasco attraversando il deserto di Amon
andando al Santuario di San Paolo. Dalle chiese di Asia Minore fino al Vaticano dove
la Tomba di San Pietro.
Abuna amato O Piccirillo degli arabi. Sei un vero giordano, buono di cuore e di
parole.
Caro beduino premuroso che ci hai insegnato ad amare le pietre, le rovine, il deserto ed i mosaici, O amante del suolo del mio paese come nessuno mai prima, sulla
sua terra ti sei inginocchiato, e con le tue dita hai spazzato la polvere dei tempi, e hai
rimosso la crudeltà dell’ oblio e le tenebre della storia e la brutalità del uomo.
175
La tua mancanza ha toccato il cuore della famiglia Hashemita, Sua Maestà il Re
Abdullah ha dato le sue sincere condoglianze e il cordoglio della regina ed i principi
e di tutti i giordani.
Mancherai al Ministero del Turismo e Antichità e all’Organizzazione della Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace che ha espresso il suo cordoglio profondo,
in primo luogo il principe Hasan che ti ha conosciuto quando hai dedicato mente e
cuore preparando la strada per la convergenza dell’uomo nel dialogo interreligioso.
Ma noi cittadini giordani, ci ricorderemo sempre del tuo testamento che hai lasciato nel tuo libro cioè la conservazione dei beni culturali: « il danno che subiscono le
antichità a Madaba è la mancanza di risponsabilità nei confronti dei beni culturali»
Ti ricordi ad esempio della distruzione della fonte battesimale nel cortile della Cattedrale di Madaba, tu stavi là a guardare e non hai potuto evitare il danno.
Alla fine della tua vita hai chiuso gli occhi e voluto essere sepolto a Madaba che
sta sul monte. Madaba ti considera uno dei suoi, perchè hai nel cuore di chi ti ha
conosciuto e amato cimiteri d’amore ed altari di fedeltà.
Infine, Faccio le condoglianze a me stesso e ai miei fratelli Vescovi e al Custode
di Terra Santa e ai frati francescani, che hanno lavorato e mantenuto le antichità
cristiane in Giordania. Non dimentichiamo la prima generazione di archeologi francescani; P. Bagatti, P. Saller e P. Corbo che hanno lavorato nel campo degli scavi
archeologici e dell’esplorazione.
Ringrazio Dio e Lo glorifico che ci ha donato un sacerdote scienziato e devoto,
che ha arricchito la Chiesa e la Giordania con il suo amore e la sua scienza e fede, e
attraverso la sua grande modestà ed il dono di sè illimitato.
† Fouad Twal
Patriarca di Gerusalemme
176
Varia
Nuova sede del Vicariato apostolico di Aleppo
17 luglio. Dopo 24 mesi dalla data di inizio lavori, alla presenza delle autorità
civili e religiose, il Nunzio Apostolico tagliava il nastro di apertura della nuova sede
del Vicariato Apostolico di Aleppo. Erano presenti all’avvenimento molte persone
che hanno plaudito al lavoro fatto. Possiamo dire che la comunità di rito romano
cattolico (che in oriente si dice latina perché una volta si usava la lingua latina nella
liturgia), dallo scorso luglio ha finalmente un punto di riferimento nella sede del
Vescovo Vicario Apostolico.
Sua Eccellenza il Nunzio Apostolico ha simbolicamente installato la croce di San
Damiano nel grande salone che, per il momento, funzionerà da Chiesa per i fedeli
che vivono nella zona. La casa è stata dedicata a Maria Vergine del Soccorso, perché
ci protegga sempre da ogni pericolo e da ogni male.
La casa sorge su un terreno a forma di triangolo rettangolo. Essa comprende, oltre
la residenza del Vescovo, gli Uffici della Curia e la casa delle religiose che dirigeranno la casa. Le religiose del Verbo Incarnato sono arrivate il 10 luglio e hanno iniziato
subito il loro lavoro. È loro affidata anche la direzione del pensionato, con quaranta
posti letto, per le giovani universitarie, situato nei due piani inferiori della casa.
Sul frontone della casa una targa reca scolpito lo stemma dell’attuale Vescovo,
che rappresenta nella parte superiore lo stemma francescano e in quella inferiore la
facciata della basilica di San Simeone lo Stilita. Vi è poi in rilievo una M, per Maria
nostra Madre celeste, e il motto episcopale Iustitia in caritate.
Il 17 luglio vi è stata l’apertura ufficiale, ma molte cose restano ancora da fare,
affidate alla buona volontà delle persone che intenderanno dare il proprio aiuto specialmente per l’attrezzatura del pensionato per le giovani cristiane, provenienti dai
villaggi dell’interno del paese e che tante volte non dispongono di tutto il necessario
per affrontare gli studi.
Questa opera è stata progettata e realizzata dall’ingegnere Antoine Sckifeh, già
allievo del Collegio di Terra Santa di Aleppo, con il contributo del Comitato per gli
Interventi caritativi del Terzo Mondo della CEI, presieduto da mons. Piergiuseppe
Vacchelli: a loro un grazie profondo e sincero. Un altro grazie è doveroso rivolgere
a tutte le persone incontrate durante i miei viaggi in Italia, e che hanno voluto dare il
proprio contributo per questa opera.
Ma soprattutto, dobbiamo dire grazie al Signore che ci ha dato la forza di iniziare e
completare i lavori. A lui sia sempre levato il nostro inno di ringraziamento.
+ Giuseppe Nazzaro ofm
Vescovo e Vicario Apostolico
177
Fra Louis Bohte partecipa all’incontro GPIC a Nairobi
Durante il mese di settembre ho partecipato come rappresentante della Custodia di
Terra Santa, unitamente alla Conferenza africana OFM, all’Incontro della Commissione Africana per la Giustizia, Pace e salvaguardia del Creato (GPIC) a Nairobi, in
Kenya.
Ho portato ai frati delegati le informazioni sulla situazione attuale in Terra Santa,
sullo sfondo del conflitto che coinvolge i due Popoli che l’abitano. È stato proiettato
il documentario sull’assedio di Betlemme del 2002.
Un frate del Mozambico ha spiegato come la popolazione del suo paese subisca
l’influsso della xenofobia che sta invadendo il Sud-Africa.
I due temi più rilevanti dell’Incontro hanno riguardato la violenza in Kenya e la
malattia HIV/Aids in Kenya e nell’Africa in generale.
Per quanto riguarda la situazione del Kenya, l’informazione sul conflitto generato
in occasione delle elezioni di dicembre 2007 è abbastanza contraddittoria. Resta la
speranza in un futuro migliore. L’ex giudice Krieger che ha guidato la commissione
d’inchiesta sul conflitto, ha espresso chiaramente il suo monito: se non si cambia la
legge elettorale prima delle prossime elezioni, il conflitto dello scorso anno sarà da
considerarsi un fenomeno di poca importanza a confronto di quanto potrebbe ancora
succedere.
Da dieci anni la popolazione del Kenya chiede il cambiamento della costituzione.
Attualmente il presidente può abusare facilmente dell’attuale costituzione a proprio
vantaggio, assumendosi il potere di nomina per molte cariche dello stato. Oltre a
questo esistono altri problemi, e il divario fra ricchi e poveri del paese sta crescendo, a causa del capitalismo e della corruzione. Il salario normale arriva a 100 euro
al mese. Più del 70% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Il divario si
manifesta in ogni aspetto della vita: nei salari, nell’accesso all’educazione, nella
distribuzione dell’acqua, nei servizi sanitari; si ripercuote sulla lunghezza della vita
e nella prevalenza dei malati di HIV/Aids.
Il divario fra ricchi e poveri si è acuito dal 1964, anno in cui il Kenya divenne un
paese indipendente. I kenyani ricchi compravano tutte le migliori terre della Rift
Valley, originariamente appartenute ai Kalenji e ai Maasai, tribù che ora non possono
più vivere in quelle regioni. La resistenza contro la dominazione britannica, la Mau
Mau, ha le sue radici in queste terre, e molte persone che erano tenute prigioniere
dagli Inglesi non poterono tornare alle proprie case dopo la liberazione. In queste
regioni si sono contate molte vittime al termine del conflitto del dicembre scorso.
Ci hanno parlato di politici che incitavano i giovani a creare rivolte, corrompendoli
con il denaro. Molti giovani, al termine degli studi, non trovano lavoro e diventano
facili prede di questo abuso politico che li trasforma in membri di bande armate.
178
Appoggiano un politico per guadagnare soldi. Ho sentito che vengono loro offerti 5
$ per bruciare una casa, e 10 $ per uccidere un uomo.
Il frate cappuccino che ha introdotto l’incontro, ci ha spiegato che il sistema politico kenyano permette a questi politici che vogliono il potere, di mobilitare le etnie
locali facendo loro credere che verranno premiati se li votano. Esiste in Africa l’evidenza che suggerisce che ogni conflitto etnico è sorto a causa di una macchinazione
politica. La corruzione è un problema che riguarda tutti i livelli della società, e assorbe tutte le energie finanziarie, così che non esistono investimenti per creare posti
di lavoro.
Non si può dimenticare l’influsso del colonialismo che introdusse un sistema diverso da quello locale basato sulle tribù governate da un re, stabilì confini artificiali
che divisero le tribù e crearono istituzioni a modello europeo.
La violenza della polizia è un altro grande problema: non è possibile organizzare
una dimostrazione pacifica. La polizia interviene subito pesantemente. Recentemente la polizia kenyana è stata accusata dal Kenyan Human Rights Organisation di aver
ucciso più di 500 detenuti negli ultimi cinque anni.
La violenza fa parte della società in Kenya. Questo non significa che tutti sono
violenti. Ho incontrato il fondatore di un gruppo di preghiera per la pace e che ora è
a capo di un’organizzazione che lavora in tutta l’Africa per promuovere una cultura
di pace: People of Peace in Africa.
I rapporti tra le varie tribù si ripercuotono sulla popolazione che esse controllano.
La diffusione dell’HIV/Aids esaspera la situazione sociale.
Penso che la pratica della stregoneria sia ancora come una forza oscura che influenza tante gente, e è difficile capirlo fino in fondo.
A causa di questo ultimo periodo di grande violenza ci sono persona senza casa, ed
esiste il problema dei rifugiati. Ho incontrato alcuni di loro nei bassifondi di Nairobi.
Questa difficile situazione non è purtroppo esclusiva per il Kenya.
Il 60% della popolazione di nairobi, una città di 3 milioni di abitanti, vive nelle baracche. La popolazione complessiva del Kenya è di 34 milioni di persone. Sono andato a visitare queste baraccopoli con l’aiuto di frate Francesco. Dappertutto ci sono
molti bambini. Non hanno posti per giocare; ho notato che non ci sono adolescenti e
giovani. Non ho visto né fili per l’elettricità né rubinetti per l’acqua. Ho visto diverse
chiese. Il contatto con tanti bambini è stato bello, e i rapporti con loro sono semplici:
un bimbetto mi ha detto che i miei occhiali erano sporchi e mi ha chiesto di pulirli.
Parlando dell’HIV/Aids una dottoressa ci ha invitato a uno sguardo ottimista, insistendo che dobbiamo aiutare ad incrementare la vita. È un problema etico, che
coinvolge la morale della Chiesa e la posizione dei vescovi kenyani sul tema dei
profilattici. Le donne sono esposte in proporzione tre volte superiore agli uomini
alla possibilità di essere infettate dall’HIV/Aids. Secondo le leggi tribali esse non
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possono rifiutare l’atto sessuale, con tutte le conseguenze per quanto riguarda la
diffusione del contagio. Le persone infettate possono contare su uno o due esami
medici all’anno. Da circa quattro anni tuttavia la situazione va migliorando: le persone che riescono a fare uso dei farmaci per combattere la malattia è passato da 5mila
persone nel 2005, alle 200mila del 2008. Chi ha bisogno della cura la può trovare,
e la dottoressa ci ha citato la storia di una persona che nata contagiata dal virus vive
ancora e ha, oggi, 22 anni.
In Africa c’è una sensibilità particolare riguardo al tema dell’HIV/Aids. Per i seminaristi il testo medico della malattia è obbligatorio.
I Cappuccini hanno dato vita ad un progetto chiamato Damiette: è un’iniziativa
che non solo promuove il dialogo con i musulmani, ma prende iniziative a favore
della pace. Esiste un piano per dare inizio al progetto Damiette anche in Egitto, con
l’aiuto dei nostri frati.
Durante il mio soggiorno ho incontrato un frate indiano, Fabian, maestro di novizi
della provincia Est Africana in Uganda, che ha cura di dieci novizi. Ci ha chiesto di
pregare per il cristiani di Orissa, vittime delle violenze contro i cristiani che stanno
insanguinando quella parte dell’India a causa di fanatici Indù che vedono minacciato
il sistema delle caste. Il vescovo di Orissa ha dovuto chiudere temporaneamente 30
mila tra chiese, scuole ed ospedali.
Fra Fabian ci ha parlato dell’Uganda, paese ricco di materie prime, e del pericolo
che vengano spostate le popolazioni che vivono nelle regioni dove si vogliono sviluppare le estrazioni dei materiali da esportare.
Un frate della comunità che mi ospitava è medico e ci raccontava dei molti e a volte grossolani errori che vengono compiuti negli ospedali, non escludendo l’influsso
di riti magici.
Il giorno prima della partenza da Nairobi mi è capitato di assistere ad un episodio
positivo: si stava parlando di Islam con due frati quando uno di loro ha ricevuto la
telefonata del nuovo Imam dalla vicina moschea. Lo invitata per una visita durante
il periodo di Ramadan. Il frate ha accettato, contento di poter stare con questo Imam
che conosceva come ex cattolico ora divenuto musulmano, che ha a cuore il dialogo
tra le religioni.
Quello che ho esposto sono le circostanze in cui lavorano i nostri confratelli del
Kenya. L’incontro è stato diretto da fra Gianfrancesco Sisto, che lavora per tutta
l’Africa orientale. Tutti questi nostri confratelli meritano il nostro appoggio in questo tempo che fa prevedere un futuro così incerto.
fra Louis Bohte ofm
180
Intervista del Custode: lo scandalo della rissa tra cristiani
Santo Sepolcro
al
Resta teso il clima a Gerusalemme dopo le tensioni tra monaci armeni e grecoortodossi degenerate ieri in rissa nella Basilica del Santo Sepolcro. Lo scontro è
avvenuto durante la cerimonia annuale del ritrovamento della Croce di Gesù, portata
in processione dai monaci armeni bloccati poi, davanti all’Edicola, da un monaco
ortodosso. Un’atmosfera che è il segno di una difficile convivenza.
Noi siamo purtroppo un po’ abituati a queste situazioni ma ogni volta creano un
senso di sconcerto e disagio profondo per quanto sta accadendo, che è anacronistico,
però succede. È vero che a Gerusalemme il passato non passa mai, però c’è un limite
a tutto e questo è stato abbondantemente superato.
Molti vivono come uno scandalo quanto accaduto in un luogo santo che
dovrebbe essere proprio un luogo di unità…
Sì, è uno scandalo, dobbiamo chiamare le cose con il loro nome. Oggi i conflitti,
le incomprensioni, che sono inevitabili nel nostro ambiente, non possono essere
superate con la violenza, assolutamente. Che credibilità avremmo, soprattutto noi
cristiani, quando invitiamo tutte le parti soprattutto israeliani e palestinesi ad un
dialogo e poi facciamo queste cose? Detto questo, bisogna anche comprendere che
le culture qui sono molto diverse ed è anche vero che l’unità è una realtà alla quale
aspiriamo ma che purtroppo ancora non c’è.
Come mai ogni turbamento dello Statu quo è poi così carico di tensione?
Diciamo che, soprattutto negli ultimi due anni, tra la comunità greco-ortodossa e
armeno-ortodossa, c’è una sorta di incomprensione su tutto, ma che è più che altro
sentimentale e viscerale che ragionevole e razionale. Così tutte le cose anche i più
piccoli fraintendimenti vengono esagerati e degenerano soprattutto quando ci sono
di mezzo questi giovanotti seminaristi un po’ focosi. Ormai sono quattro o cinque
mesi che succede sempre qualcosa. Mi auguro che, dopo quest’ultimo episodio così
scandaloso, tutti facciamo un passo indietro. Il nostro compito è anche quello di
aiutare in questo.
Come è strutturato e diviso il Santo Sepolcro?
Le confessioni principali sono tre: la greco-ortodossa, la cattolica con i francescani
e l’armeno ortodossa. Poi ci sono altre tre chiese: i copti, i siriani e gli etiopi che
però hanno minori diritti, diciamo così, almeno secondo la terminologia dello Statu
quo. La Chiesa è divisa, è frazionata ma generalmente nelle proprie zone non accade
nulla. I problemi ci sono nelle zone comuni come l’Edicola, la Rotonda che sono
gestite insieme, i problemi sorgono anche quando ci sono le liturgie, su chi deve
fare cosa e dove. Lo Statu quo non è una legge scritta ma un insieme di consuetudini
che, ultimamente almeno, vengono interpretate in maniera diversa tra queste due
comunità.
181
Qual è il ruolo della custodia francescana, anche rispetto a quanto accaduto
ieri?
Noi, grazie a Dio, siamo fuori da questa contesa, abbiamo anche noi i nostri
fraintendimenti che però risolviamo in maniera diversa. Il nostro ruolo adesso è
quello di mediare in questo caso tra l’uno e l’altro, incontrarli, aiutarli a ricomporre
il dissidio. Ho in programma un incontro con il Patriarca greco ortodosso, poi
vedremo cosa potremo fare con gli armeni. È chiaro che, dopo questi episodi, bisogna
continuare; la vita è più forte di tutto, si deve ricominciare a vivere insieme.
Quale il suo auspicio?
Il mio auspicio è che, con sano realismo cristiano come lo chiamo io, i dissidi si
risolvano parlando insieme e non con la forza.
Intervista di Radio Vatican
http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=243761
Giaffa: I
giovani della parrocchia aiutano a costruire due
case nelle Filippine
Come ogni anno, alla fine di novembre, il grande salone del convento di Giaffa si
trasforma completamente per accogliere il bazar natalizio. Quest’anno rimarrà aperto dal 28 novembre al 7 dicembre. È un servizio offerto alla popolazione, cristiana e
non, per dar modo di acquistare ornamenti e oggetti natalizi come presepi, candele,
stelle, alberelli, ecc.
Il guadagno verrà poi diviso in due parti: la prima andrà a sovvenzionare parte
delle attività della scuola della domenica, e la seconda è inviata a Roma e messa nel
canestro delle offerte che arrivano da tutte le comunità cristiane del mondo per la
pontificia opera dell’Infanzia Missionaria, e va a sostegno dei bisogni dei bambini
delle Chiese più povere.
Com’è nata questa attività? Ecco la storia:
Nella parrocchia di Giaffa da anni esiste un gruppo giovanile, gli Animatori della
scuola della domenica, fondato nel 1989 da fra Abdel Masih, ed incoraggiato dal
parroco successivo, fra Ibrahim Najib. I giovani che ne fanno parte sono ragazzi
delle ultime classi liceali, e frequentano la scuola secondaria di Terra Santa.
In tutti questi anni hanno servito e continuano ancora a servire, i bambini cristiani
di Giaffa: i Latini (ossia i romano cattolici), gli ortodossi, melchiti, maroniti, copti e
protestanti. L’attività è quella normale di catechesi e di attività sociali per bambini,
offerta soprattutto nella giornata di domenica e nel periodo delle vacanze estive,
organizzando campi scuola che generalmente riescono molto bene.
Fin dall’anno 2000, come direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie e
poi, dal 2001, come parroco di Giaffa, ho cercato di allargare gli orizzonti di questi
giovani mettendo alcuni di loro in contatto con Roma, attraverso le varie riunioni
182
missionarie tenute dall’Infanzia Missionaria in Italia e in altre parti d’Europa. Il mio
scopo è stato di indirizzare le grandi potenzialità di elementi della Chiesa del Medio
Oriente verso un’azione missionaria che per me, come per il resto della Chiesa consiste nell’uscire dal ghetto della propria parrocchia, della propria comunità religiosa-sociale, la cosiddetta ta’ifa in lingua araba, per guardare verso gli orizzonti della
missione universale, nel significato genuino di testimonianza, perchè il cristiano è
testimone di Gesù davanti a tutto il mondo, esercitando soprattutto il servizio della
carità. Questa idea è parte integrante dell’insegnamento di san Francesco.
Il tutto, nella sincera convinzione che i nostri cristiani, soprattutto i giovani, ricchi
della loro esperienza storica di chiesa di Terra Santa hanno qualche cosa da dire al
mondo intero. Questo di Giaffa è un gruppo di giovani che ha spezzato le barriere
della ta’ifa, attraverso il servizio e l’esercizio della carità innanzitutto verso i bambini di tutte le chiese cristiane della Terra Santa che stanno peggio di loro. Poi il salto
di apertura, attraverso l’Infanzia missionaria, al mondo intero.
Questi giovani hanno maturato l’esperienza di Gesù che è diventato veramente
loro amico e parte fondamentale della loro vita. Nel corso di questi anni hanno portato avanti alcuni progetti come:
1. Sud Africa: acquisto di letti per un ospedale per bambini.
2. Liberia: fornitura di arredo scolastico per ragazzi scampati dalla guerra.
3. Betlemme: acquisto di apparecchi acustici per sordomuti.
4. Filippine: costruzione di una casetta per una famiglia povera nelle Filippine.
Amo ricordare l’ultimo progetto che mi è stato molto a cuore: la preparazione e la
vendita del calendario 2009. Il ricavato servirà a costruire una seconda casetta per
un’altra famiglia povera delle Filippine, attraverso il piano di aiuti gawad kalinga del gruppo di preghiera Couples for Christ attivo nella parrocchia di Giaffa. La
prima casetta era stata consegnata nel 2007. È questo un segno di vero amore non
soltanto verso la famiglia delle Filippine, cioè un aiuto dato a veri poveri, ma anche
un profondo avvicinamento in Gesù tra la comunità filippina di Giaffa - lavoratori
stranieri, ricca di migliaia di persone - e la comunità cristiana araba, chiesa madre. È
stato un tentativo di comunione parrocchiale attraverso un progetto di condivisione
nella carità. In Gesù, con Gesù e per Gesù vengono distrutte tutte le barriere sociali
e culturali esistenti tra le varie etnie.
Dal 2000 fino ad ora questo gruppo giovanile parrocchiale di Giaffa ha inviato a
persone bisognose nel mondo 90.482 shekel (più o meno il corrispettivo di 23.200
dollari americani). E, per quanto conosco io, questo è un dato di fatto più unico che
raro, considerando il nostro contesto giovanile.
Ringrazio il Signore, il Segretario P. Patrick della Pontificia Opera dell’Infanzia
Missionaria e tutti gli amici del segretariato di Roma per l’appoggio fraterno dato
alla realizzazione dell’Infanzia missionaria qui a Giaffa Tel Aviv. Per me è una prova
183
che anche in Terra Santa si possono eseguire progetti piloti di chiesa viva e che i
nostri giovani possano fare miracoli quando riescono a vedere Gesù nei poveri.
Pace e bene e Buon Natale.
fra Arturo Vasaturo ofm
Direttore POM di Terra Santa
Notizie dal romitaggio del Getsemani
8 novembre, ore 5.45 del mattino: un brusco inizio di giornata per il Romitaggio.
Fra Giorgio Colombini scivola sulle rocce dietro la Basilica e compie un volo per poteva essere mortale. L’Angelo del Getsemani lo ha salvato! Ricoverato all’ospedale
San Giuseppe di Gerusalemme gli vengono praticati tutti i controlli del caso e …la
testa ha resistito, nonostante la gran botta, pare proprio non ci siano gravi conseguenze: un piccolo guaio al piede destro, ingessato per un mese.
Il 13 novembre viene trasferito all’ospedale italiano di Haifa dove viene ancora
controllato da specialisti con un’accurata visita all’ospedale Rambam.
Rientra al Romitaggio il 30 novembre: con l’aiuto della fedele Daria e di altre
persone riesce sia a muoversi che ad animare alcuni momenti di preghiera che caratterizzano la vita del Romitaggio. Ed è fra Giorgio che l’8 dicembre, solennità
dell’Immacolata Concezione di Maria, presiede la celebrazione eucaristica durante
la quale Daria Severgnini* conferma in modo solenne e definitivo la sua consacrazione nell’Ordo Virginum. Erano presenti - oltre a Rosa, generosa e devota ospite
impegnata al Romitaggio - un gruppo di Ospiti ed Amici che hanno collaborato alla
riuscita di una gioiosa giornata di festa.
Si spera che prima del santo Natale, fra Giorgio possa - all’ospedale di Haifa - essere liberato dall’ingessatura che gli rende faticoso muoversi, sottoporsi ai controlli
medici, e ristabilirsi prontamente in salute in modo da ritornare a dedicarsi serenamente al Romitaggio. Perché se fra Giorgio è necessario al Romitaggio, è altrettanto
vero che a noi è necessario questo Luogo così pieno di fascino e di raccoglimento
che sa dispensare grazie e benefici spirituali a tante persone che vogliono venire a
Gerusalemme a pregare per Gerusalemme.
* Daria Severgnini, è una laica consacrata al Signore. Proviene ed è della diocesi
di Bergamo, il cui Vescovo l’ha inviata in missione al Romitaggio, che essa serve ormai da molti anni, collaborando attivamente con fra Giorgio. Il suo Vescovo, mons.
Roberto Amadei, ha delegato fra Giorgio ad accogliere la consacrazione solenne di
Daria nell’ Ordo Virginum.
184
Dalle nostre consorelle Clarisse di Gerusalemme
Monastère Sainte Claire - Gerusalemme
Avvento - Natale 2008
Carissimi, il Signore Gesù che viene a visitare il suo popolo vi doni la sua pace!
In questi giorni la sapiente pedagogia della Chiesa ci ripete incessantemente parole
di vigilanza, di conversione e, ancor più, di consolazione per volgere il nostro sguardo a Colui che viene, a Gesù che incessantemente sceglie e risceglie la sua dimora
nella povera carne della nostra umanità, nel grembo fragile della nostra libertà.
Dio che poteva fare a meno delle sue creature per dimorare tra loro, chiede il loro
concorso per rinascere e crescere in ogni anima. Così scrive la nostra - e vostra! - sr.
Marie de la Trinité! E continua nel suo Colloquio interiore (n. 188): Per crescere gli
occorre il silenzio e la luce interiore.
È di questa luce e di questo silenzio che abbiamo bisogno per ascoltare la parola
della consolazione che ha attraversato i secoli e che è giunta fino a noi: essa si è manifestata nel gemito di un Bambino, nel germogliare della Vita. È silenzioso questo
germogliare, questo venire alla luce di Dio - ora come allora; è quotidiano, ordinario,
profondamente umano…
È questo mistero nascosto di Incarnazione - opera dello Spirito e concorso umano - che ci sorprende in questa nuova stagione della vita della nostra comunità di
Gerusalemme. Il progetto di aiuto da parte delle sorelle della federazione umbra
Santa Chiara sta lentamente prendendo corpo con l’arrivo, il 22 settembre, di madre
Chiara Cristiana e di sr. Mariachiara; il 23 dicembre, antivigilia di Natale, avremo
poi la gioia di accogliere le due sorelle ruandesi suor Fransiska Mariya e suor Mariya
Rita e i primi mesi del prossimo anno suor Chiara Letizia e suor Chiara Annagrazia.
Le visite in febbraio-marzo e in ottobre-novembre della madre presidente Angela
Emmanuela Scandella hanno ulteriormente rafforzato il legame di comunione con
l’intera federazione e favorito il delicato innesto dell’aiuto. Il clima di comunione lo
abbiamo respirato anche con il polmone francese in particolare in occasione dell’Assemblea della Confederazione della clarisse a Chevilly-Laroue, cui ha partecipato
Madre Chiara Cristiana in qualità di attuale responsabile della comunità, accompagnata da suor Marie Yeshoua. Prima del rientro a Gerusalemme, madre Cristiana ha
visitato fraternamente la comunità di Nantes che da novembre ospita la nostra suor
Marie de la Croix per un anno sabbatico. Anche con la comunità delle sorelle di Nazareth abbiamo il dono di condividere più da vicino il cammino grazie alla presenza
tra noi di suor Pascal-Françoise e, nei mesi scorsi, di suor Épiphanie, ambedue alle
prese con il corso di ebraico.
Nel mese di marzo abbiamo salutato suor Claire Edith, che a conclusione del tempo di professione temporanea, ha lasciato la nostra comunità per una forma di conscrazione eremitica e che continuiamo ad accompagnare con la preghiera.
185
La mano provvidente del Signore ci sta ora guidando attraverso l’aiuto e la vicinanza fraterna dei frati della Custodia di Terra Santa e di tanti fratelli e sorelle che in
diversi modi sono per noi aiuto concreto e luogo privilegiato in cui gustare il dono
di una comunione viva che incoraggia e sostiene; in modo speciale il Custode fra
Pierbattista, i frati di San Salvatore, della Flagellazione, e della parrocchia ebraica
per la liturgia; Ettore e i volontari italiani, gli scout francesi, le Suore francescane del
Cuore Immacolato di Maria, le Suore Dorotee, vicine di casa, che da metà novembre
condividono con noi la Messa quotidiana… La carità ha davvero un volto molteplice
e parla diverse lingue! Tanta sollecitudine abbiamo trovato anche per le nostre sorelle Marie Paul e Marie Gabriel ricoverate in questo mese di dicembre all’ospedale
di Haifa.
Particolare gratitudine abbiamo per fra Carlo Serri ofm e per padre Pino di Luccio sj per il loro discreto e delicato accompagnare i passi della comunità in questo
periodo di passaggio. Il 6 novembre ci ha visitate anche fra Massimo Fusarelli
ofm, Segretario dell’Ordine per la Formazione e due giorni dopo abbiamo avuto la
gioia della visita (a sorpresa!) del Ministro Generale fra Josè Rodriguez Carballo,
accompagnato da fra Paolo Martinelli ofm capp, segno di una sollecitudine che ci
accompagna e di una parola che sempre ci sprona a vivere con fedeltà la nostra vocazione.
Nel segno di questa fedeltà, l’11 ottobre abbiamo celebrato con solennità il 70° anniversario di professione di Suor Geneviève raggiante e vivissima con la freschezza
dei suoi 96 anni! Fiducia nel Signore e nelle sorelle è la parola che ci ha consegnato
come dono dei giorni di preparazione a questo suo rinnovato Si.
Da questa Terra resa santa dal mistero grande e piccolissimo di Gesù, vi affidiamo
alle Sue mani bambine capaci nella loro fragilità di contenere ogni cosa e di cambiare le sorti dell’umanità. In modo specialissimo affidiamo a queste mani la causa
della pace tra i due popoli fratelli in mezzo ai quali viviamo condividendo le loro
angosce e speranze, gioie e sofferenze. Questa intercessione la affidiamo anche al
vostro cuore e alla vostra preghiera.
Buon Natale del Signore!
madre Chiara Cristiana
e le vostre sorelle di Gerusalemme
La Terra Santa a Montefalco
La bellezza dell’Umbria ha fatto di Montefalco una città turistica. E lo spirito del
Poverello, ha legato questa città alla storia di un Ordine che è stato da sempre testimone della vivacità della parola Evangelica, e custode dei luoghi santi. Questi fatti
ci pongono una domanda: Chi siamo?
186
Una piccola domanda, ma che nel profondo di noi stessi investe un grande spazio; ognuno di noi se l’è posta, e da quel momento ha iniziato a cambiare la propria
vita.
Dio ha amato l’uomo al di sopra di tutte le sue creature. Per salvare questa creatura
così amata ha mandato il suo unico figlio Gesù Cristo, segno della nuova ed eterna
alleanza. E Gesù ha dato all’uomo una nuova identità, un nuovo modo di essere
davanti al Creatore: lo ha trasformato da schiavo in figlio, figlio di Dio, erede del
cielo.
Con questo spirito siamo arrivati a Montefalco, nella casa dei frati minori della
Custodia di Terra Santa. Cinque postulanti e due aspiranti di differenti nazioni, lingua e cultura. Uniti dalla stessa fede, guidati dallo Spirito Santo, per iniziare insieme
un cammino verso la santità nella sequela del Cristo, umile e povero, con l’impegno
di vivere una vita fraterna, secondo gli insegnamenti di san Francesco d’Assisi, un
colosso della vita religiosa e apostolica. Il suo modo di vivere ha mostrato che la
Parola di Dio è viva e dà vita.
Il papa Giovanni Paolo II diceva: C’è un messaggio che dobbiamo proclamare al
mondo moderno, guardate a Gesù Cristo per vedere chi sei realmente agli occhi di
Dio.
Il santo padre ci invita a portare la buona novella ai popoli, come gli apostoli,
perchè noi cristiani, in virtù del nostro Battesimo siamo missionari, e quindi è nostro dovere annunciare la Parola. Così a Montefalco, nel convento di San Fortunato,
come frati minori in formazione, cerchiamo di vivere la nostra vita quotidiana, in
comunione con i contadini. Facciamo anche noi come loro: vendemmiamo per fare
il vino, raccogliamo le olive per fare l’olio, e con loro ci uniamo nella devozione ai
loro santi, nell’adorazione a Dio Creatore.
E viviamo con Dio lo spirito della nostra chiamata, l’ascolto quotidiano della Parola, nella preghiera, nella meditazione, coltivando costantemente la grazia che il
Signore ha donato a ciascuno di noi.
Come francescani, figli e fratelli del Poverello, custodi dei suoi insegnamenti e
della sua spiritualità, siamo chiamati ancora oggi dopo ottocento anni a testimoniare
con il nostro essere - non con il dire: con la concretezza della nostra vita, non con
parole - come ha fatto Francesco, il Vangelo del Signore. Guardate Gesù come uno
specchio, diceva santa Chiara, egli rifletta davanti al Creatore la sua immagine e la
nostra.
Ecco che così scopriamo chi siamo realmente agli occhi di Dio! siamo suoi figli,
eredi del regno dei cieli, figli della luce. Siamo francescani minori e soprattutto una
fraternità in formazione.
Tony Choucry, postulante
per la fraternità di San Fortunato a Montefalco
187
Da Rodi, un bilancio del 2008
Natale di fra John Luke
accompagna gli auguri di
quest’anno è stato particolarmente laborioso e fruttuoso. A maggio abbiamo partecipato al pellegrinaggio ad Assisi per la festa di Nostra Signora del Fileremo. Questa
volta eravamo accompagnati dal Sindaco, alcuni consiglieri e circa cinquanta dei
nostri fratelli greco-ortodossi incluso un coro. È stato meraviglioso ed il coro straordinario. Nella basilica, durante la santa Messa, hanno cantato due inni: uno in latino
e uno in greco. Vi era un vero senso di ecumenismo. Eravamo veramente circondati
dalle preghiere del nostro amato padre san Francesco.
Durante il 2008 abbiamo avuto la gioia di accogliere molti religiosi e prelati, come
il segretario del Cardinale di Krakovia (la nostra comunità polacca aumenta sempre
di più). Il Padre provinciale della provincia francescana Albanese ha trascorso con
noi due settimane. La numerosa comunità albanese della nostra parrocchia è stata
contenta di incontrarlo e di sentire leggere e pregare nella lingua comune. La scuola
offerta dalla parrocchia ai bambini albanesi e che funziona ogni sabato, ha un enorme successo.
Quest’anno anche la comunità filippina ha fatto funzionare, la domenica, una scuola estiva per i bambini. Loro hanno imparato la loro lingua e gli usi della loro cultura.
Si è conclusa con una recita, molto bene organizzata, e con una festa. Anche la comunità latino-americana ha formato un’associazione che si spera segua la stessa idea
di promozione della propria lingua e cultura. Qui abbiamo molte nazionalità e penso
che questa reciproca cooperazione sia di giovamento all’intera parrocchia.
Il teatro Oriens ha una grande struttura, e fu il primo cinema-teatro a Rodi. Costruito negli anni ’30, è un teatro parrocchiale, purtroppo in stato molto decadente e
rimasto chiuso per sessant’anni circa. Molti volontari, in quest’ultimo tempo, sono
venuti ad aiutare e lentamente abbiamo cominciato a rinnovarlo per un futuro uso
da parte della parrocchia e della comunità locale. Si è mostrato molto interresse in
questo progetto ed è una gioia vedere tutti insieme lavorare per il giovamento che
verrà poi per tutti noi. Abbiamo, nel teatro, una scena natalizia della Natività, che
occupa circa 50 metri: essa è ben conosciuta dalle passate generazioni di rodiesi. È
stata trascurata per molto tempo, ma ora in molti sono venuti ad aiutare per il suo
restauro. Si è formato un gruppo e si è deciso di coinvolgere anche i bambini perché
con le loro idee e i loro suggerimenti si possa creare di nuovo questa viva scena della
Natività. Sarà una gioia per le generazioni future.
Quest’anno il nostro cartoncino d’auguri mostra la funzione ecumenica che celebriamo ogni Natale. Tutte le diverse Chiese e nazionalità partecipano con inni e
letture; la celebrazione si conclude con la benedizione, cui segue una festa in cui ci
scambiamo festosamente gli auguri. Lo scorso anno tutti i bambini facevano a gara
ad accendere le candele (naturalmente con la dovuta sorveglianza) e tutti hanno rice188
vuto una piccola confezione di cioccolatini che, ve lo posso assicurare, venne molto
apprezzata.
L’interno della chiesa di Santa Maria è stato ridipinto grazie al figlio di Margaret
Ellis e della sua famiglia. L’organo della chiesa di San Francesco fu restaurato due
anni fa, quest’anno è stata la volta di quello di Santa Maria. Il lavoro è stato compiuto dalla stessa ditta italiana, e abbiamo festeggiato la fine dei restauri con un concerto
del Maestro Stefano Pellini. Il progetto è stato finanziato da uno dei nostri fratelli
greco-ortodossi. Che il Signore benedica il suo cuore generoso.
Una delle visite più memorabili di questo anno è stata quella del Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Abbiamo celebrato l’Anno santo Paolino. Insieme al nostro
Arcivescovo di Atene, i Vescovi greco-ortodossi di tutte le parti della Grecia, molti
sacerdoti e fedeli, abbiamo compiuto il pellegrinaggio alla baia di san Paolo a Lindos, obbedendo alla tradizione che dice che qui sbarcò san Paolo nella sua visita a
Rodi. È stato un momento davvero meraviglioso: abbiamo avuto l’occasione di un
colloquio privato con lui e ne abbiamo condiviso la tavola due volte.
Da ricordare anche la visita di mons. Andrew Thanya-Anan del Consiglio Pontificio per il dialogo interreligioso. È giunto con il Vescovo greco-cattolico della Grecia:
i loro giorni qui sono stati molto fruttuosi e queste visite aiutano molto ad incrementare le nostre relazioni con la Chiesa ortodossa.
Padre Mark Drew si unirà a noi qui a Rodi per i prossimi due anni: è stato al servizio dell’arcidiocesi di Atene e dividerà il suo tempo fra Rodi e Kos. Monsignor
Yousef Swaif, che è stato con noi la scorsa estate a Kos, è stato eletto Arcivescovo
dei maroniti a Cipro.
Per tutte queste molte ragioni noi ringraziamo Dio per la sua grande bontà verso di
noi, qui a Rodi. Lo ringraziamo per la generosità di molte persone capaci e di buona
volontà che offrono il loro lavoro qui, per la nostra parrocchia. Lo ringraziamo per
tutte quelle ci vengono a trovare, e per le moltissime che ci sostengono dall’estero.
A tutti un sincero buon Natale e felice Anno nuovo.
fra John Luke Gregory ofm
FFHL’s First Annual ‘Children Peace March’
Bethlehem
to
The Custody’s foundation, FFHL, has enthusiastically accepted to establish and
to sponsor a yearly march for peace by the Christian children of Jerusalem to the
Christian children of Bethlehem. This march is in conjunction with Children without
Borders, an organization headed up by Fr. Ibrahim Faltas ofm, Pastor of St. Saviors
Catholic Church in Jerusalem and sponsored by FFHL.
Ever since the Separation Wall was built, the children of Jerusalem and the children of Bethlehem have been prevented from meeting with each other despite the
189
fact that they share the same cultural, religious and ethical origins. We can truly say
that there are really no walls strong enough to separate the hearts of people who truly
want to be connected.
The children of the Holy Land belong to this land and through this march they
will be able to reconnect with each other and to perhaps reunify that which has been
divided. FFHL is hoping that through this yearly march, consciousnesses will be
raised in regards to the reality that they are living in while at the same time strengthening their identity.
The Children March for Peace took place on Saturday, December 21, 2008 where
some 200 children were bused into Bethlehem at the checkpoint by special permission from the Israeli Military authorities. At 3:00 p.m., some 200 children, including
some 20 adult staffers from Jerusalem, began the march with great fanfare, music
and singing to meet the 350 children from Bethlehem. Some of the children were
carrying signs both in Arabic and English with simple words such as fraternity, love,
forgiveness, understanding, tranquility and friendship. Each of the children was carrying balloons followed by a 60 foot Palestinian flag. The march was lead by Fr.
Ibrahim Faltas, Director of Children without Borders, Fr. Samuel Fayim, Pastor of
the Church of the Nativity, and Fr. Peter Vasko, President of FFHL.
As the two groups of children met near Manager Square, Fr. Pizzaballa, Custos of
the Holy Land, Mrs. Dabais, Minister of Tourism for the P.A., and Mayor Batarseh
of Bethlehem greeted the children amidst hundreds of local spectators. The children
of Bethlehem then gave bags of chocolate and sweets to the children of Bethlehem.
A small ceremony followed where speeches of peace and hope were made by the
children of Jerusalem to the children of Bethlehem in various languages.
FFHL dedication of ‘memorial hall’ in Bethlehem
On December l8, 2008, Fr. Pierbattista Pizzaballa, Custos and Chairman of FFHL,
dedicated the new Memorial Hall at the Church of the Nativity in Bethlehem amidst
a large gathering of local parishioners and civic dignitaries. The Hall has been under
renovations for the last six months and was recently opened. Its walls are beautifully
paneled in mahogany and houses hundreds of plaques paid for by those wishing to
have their name or the names of their loved one’s marked in perpetuity along its
walls. In the center of the room lies a beautiful mahogany altar holding a large leather bound book called the Book of Remembrance where individuals can in perpetuity
also place their names or of others in this massive which is covered by a glass case.
At the ribbon cutting ceremony, Fr. Custos was accompanied by the Mayor of
Bethlehem together with Mr. Levy and Mr. Shemesh. Fr. Custos then blessed the
entire compound. In his address, Fr. Custos stated that this new Memorial Hall, was
a great achievement for the Custody’s foundation (FFHL) as yet another means of
190
raising funding for the many projects and programs that FFHL has been implementing to help stem the exodus of our local Christians. Fr. Samuel Fayim, Pastor of the
Church of the Nativity, then stated how pleased he was with this project which began
under Fr. Amjad Sabbara, former pastor of Bethlehem and that it was a wonderful
opportunity for fellow Catholics as well as fellow Christians to have the possibility
of memorializing one’s name near the place of Christ’s birth. Fr. Peter, President of
FFHL concluded the ceremony by thanking those who came for the dedication and
for Fr. Custos who gave his approval for this endeavor. Lastly, Fr. Peter thanked Mr.
Ronny Levy, his business colleague and personal assistant at FFHL for overseeing
the project to its completion and for Mr. Avi Shemesh and Mr. Doron Halpern of
Nativity Holy Land, Ltd for their important work of fully financing this project.
“Cradling Christianity” Benefit Dinner for FFHL
The Third Annual Cradling Christianity Benefit Dinner took place in Columbus,
Ohio this past fall at St. Andrew Parish Center. A thanksgiving mass was initially
concelebrated with priests from the diocese and with the Most Reverend Thomas
J. Paprocki, DD, Auxiliary of Chicago presiding. After mass, the event began with
cocktails and a silent auction at the Center.
Towards the end of the dinner, Mr. Gene Alfonsi, co-chairperson for the dinner
called upon the Guest Speaker for the evening, His Excellency, Bishop Paprocki.
In his talk, Bishop Paprocki spoke about the importance of making a pilgrimage
to the Holy Land and how it can enhance our Christian faith and spirituality. He
also stressed the importance of interacting with the local Catholic/Christian faithful
when one is over there. They need to be given a sense of hope and dignity as well as
solidarity in their crisis that they are now facing- the crisis of the on-going emigration of the young Christians from this land.
He praise the Franciscans in the Holy Land and their foundation (FFHL) for taking up the challenge of not only bringing awareness of this problem to the faithful
of the United States but in actually providing the needed motivation for those young
Christians to remain through various programs in the fields of education, job opportunities and housing. He also thanked that initial group of pilgrims who went to the
Holy Land, saw the problems facing the Christian population first hand and began to
organize this worthwhile endeavor called Cradling Christianity so as to bring about
awareness to the Catholic and Christian faithful in the Columbus region.
Before the evening was over, Fr. Peter Vasko, President of FFHL, thanked Bishop
Paprocki for his remarks and for the 200+ participants for this evening’s event. He
also thanked the major sponsors and underwriters who were so generous in their
support of this important mission as well as the Co Chairpersons for this event, Mr.
191
and Mrs. Gene Alfonsi and their planning committee who spent many long hours
of dedication and hard work. The planning committee consisted of Monica and Don
Brown, Susan and Charles Hickey, Elizabeth and John Roach, Norma and Walter Johanni, Ardith and Chuck Mers, Jan and Foster Moffo, Julie and Andrew Naporano,
Shirley and James Powers, Libby and Dick Steadman and Fran and Ken Weise.
192
Indice
Dalla Curia Generalizia
3
Approvazione dei nuovi Statuti particolari della Custodia
3
8 novembre: celebrazione del Beato Giovani Duns Scoto: Omelia del Ministro
Generale fra José Rodríguez Carballo ofm al Getsemani
4
Nomina di fra G. Claudio Bottini a Decano dello SFB
6
Nomina di fra Najib Ibrahim a Moderatore dello STJ
7
Approvazione della nuova Ratio Formationis Custodiæ
8
Dai Capi delle Chiese di Gerusalemme
9
Messaggio di Natale
9
Statement by the Patriarchs and Heads of the Churches in Jerusalem On the current
devastating situation in Gaza
11
Dalla Curia Custodiale
Dal Discretorio del 1-6 luglio - Gerusalemme/San Salvatore
Lettera del Custode dopo il Discretorio di fine anno
Dal Discreorio del 10 e 18 settembre - Gerusalemme/San Salvatore
Dal Discretorio del 23 ottobre - Emmaus
Dal Discretorio del 4 dicembre - Nazareth
Nuovo missionario
Vestizioni
Professione semplice
Professioni Solenni
Ordinazioni diaconali
Ordinazioni sacerdotali
Uscita dal postulandato
Uscita dal noviziato
Uscita dall’Ordine
Omelia del Custode per la professione solenne: 11 ottobre
Esercizi spirituali annuali
Depliants della Custodia nei santuari
Pellegrinaggio al Giordano
Nomina per il Sinodo dei Vescovi
Visitatore per la Giordania, Libano e Siria
Lettera ai professi solenni che si preparano agli ordini sacri
Programma di Formazione Permanente per l’anno 2008-2009
Formazione in Custodia
Messaggio di Natale del Padre Custode di Terra Santa Nuovi Commissari o Commissariati di Terra Santa
Apertura di un nuovo Commissariato
Chiusura di un Commissariato
Agenda del Custode
Resoconto delle varie Segreterie per il Discretorio di fine anno
Segretario per la Formazione e gli Studi
Formazione permanente
13
13
15
19
20
21
21
22
22
22
23
23
23
23
23
23
27
28
29
31
31
32
34
38
41
42
43
43
44
46
46
51
193
Segreteria per l’Evangelizzazione
Segreteria dei Luoghi Santi
Franciscan Multimedia Center
Il sito internet della Custodia
La rivista araba
La rivista francese
53
61
72
74
76
76
Formazione permanente
78
Incontri di formazione permanente locali o zonali: Sussidi per la riflessione personale
e comunitaria
78
Incontro del mese di dicembre 2008
78
Statistiche della Custodia di Terra Santa
81
Sorella Morte
Fra Agostino (Vito Giovanni) Lovecchio ofm
Fra Kevin Kidd ofm
Fra Luis Ángel de la Fuente ofm
fra Michele Piccirillo ofm
signor Joseph Patrick Doyle
Fra Eugenio (Cesare) Tonini ofm
85
85
86
87
87
89
89
Cronaca custodiale
91
La professione solenne di fra Pierre Richa in Libano
91
Il Presidente della Repubblica di Malta decorato della medaglia d’oro del
pellegrino.
92
Benedizione dei nuovi appartamenti di Tripoli (Libano)
93
Visita di Gordon Brown, Primo Ministro della Gran Bretagna, a Betlemme
93
Betlemme e Statu quo
94
Fra Shadi Bader ofm, sacerdote in Giordania
95
Marcia francescana in Terra Santa
95
Convento di San Paolo Apostolo in Maarrat-Saidnaya
96
I Ponti di Petra
98
La Marcia francescana 2008 in Libano
99
La quarta marcia francescana in Siria
101
Parlamentari italiani pellegrini in Terra Santa
102
Uno sguardo diverso e particolare su Giaffa-Tel Aviv
104
L’esaltazione della Santa Croce sotto una nuova luce
105
Tre mesi di fraternità nel convento di Latachieh
107
Cinque giorni di esperienza francescana a Knayeh
107
Una festa per vivificare l’attrattiva per Cristo e san Francesco
107
Inaugurazione della nuova cappella del Collegio di Amman, Giordania
108
Celebrazione del 60º di ordinazione di fra Giuseppe Incelli
108
Professioni solenni: l’Amore di Dio li ha chiamati
112
Festa nazionale spagnola: problematiche circa i valori religiosi
113
Presidente FIFA a Betlemme
114
Il Card. Zen, vescovo di Hong Kong, ha presieduto il pellegrinaggio al Giordano114
Abbiamo conosciuto la tomba di fra Michele Piccirillo
115
Grandi lavori a San Salvatore: L’infermeria
118
Il carisma francescano in tempo di cambiamento epocale
119
194
La Custodia ha celebrato il settecentesimo anniversario della morte del beato Giovanni
Duns Scoto
121
Una Domus Ecclesiæ a Kfar Shemhariahu (Herzelia)
122
Gli ulivi del Getsemani sono pieni di vita
123
I cattolici di Terra Santa, latini e orientali, uniti in una stessa preghiera
125
Esercizi spirituali della Conferenza Episcopale del Cile in Terra Santa
126
Un Eucaristia di Ringraziamento per fra Michele Piccirillo
127
Consiglio Internazionale dei Formatori dell’Ordine francescano
128
Nazareth: inaugurazione del nuovo centro parrocchiale
129
Visita del presidente della repubblica italiana a Betlemme
131
I francescani di Terra Santa rinnovano tutti insieme i loro voti
132
Visita pastorale a Tiro e Deir Mimas
133
Il ciclo di Natale inaugurato a Betlemme
134
Giornata di studio sui francescani in Terra Santa per 2 istituti di cultura israeliani136
Catechesi a Gerusalemme
138
La Madonna di Guadalupe festeggiata a Gerusalemme
140
Il Custode ha aiutato Babbo Natale a Betlemme
141
Mons. Fouad Twal, conferma la visita del Papa in Terra Santa
142
Le celebrazioni di Natale sono iniziate con l’entrata solenne del Patriarca Fouad Twal
a Betlemme
144
È Natale a Betlemme, qui e ora
145
I ragazzi della scuola secondaria feteggiano il Natale
145
Festa di Santo Stefano: pellegrinaggio al luogo del suo martirio
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Ordinazioni diaconali a San Salvatore
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Fra Michele Piccirillo ofm in memoriam
Necrologio ufficiale del decesso
Lettere di condoglianze
Le parole del Padre Custode all’inizio della liturgia funebre: Roma
Omelia di fra Frédéric Manns al funerale: Roma
Omelia di fra Claudio Bottini durante la Messa nel trigesimo
Padre Piccirillo, l’archeologo francescano del Monte Nebo
Grazie Michele
Omelia funeraria di S.B. F. Twal per il funerale di fra Michele Piccirillo
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Indice
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Varia
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Nuova sede del Vicariato apostolico di Aleppo
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Fra Louis Bohte partecipa all’incontro GPIC a Nairobi
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Intervista del Custode: lo scandalo della rissa tra cristiani al Santo Sepolcro
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Giaffa: I giovani della parrocchia aiutano a costruire due case nelle Filippine 182
Notizie dal romitaggio del Getsemani
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Dalle nostre consorelle Clarisse di Gerusalemme
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La Terra Santa a Montefalco
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Da Rodi, un bilancio del 2008 accompagna gli auguri di Natale di fra John Luke188
FFHL’s First Annual ‘Children Peace March’ to Bethlehem
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FFHL dedication of ‘memorial hall’ in Bethlehem
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Cradling Christianity Benefit Dinner for FFHL
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