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Stringhe: Istruzioni per l’uso
© by Gadan.
Author: Gianni aka DJ Deepspace ([email protected])
Traduzione riveduta, corretta e ampliata del documento ISFA “String
Figures Terminology” [1]. Alcune figure sono anche prese dal libro di Camilla
Gryski “Jeux de Ficelle” [2], altre dal libro di Richard Darsie “String Games”
[3].
1
Stringhe
La stringa è un cappio
chiuso su se' stesso fatta
con un cordino di una certa
lunghezza. La misura della
lunghezza
del
cordino
prima di formare il cappio
chiuso viene data in
“bracciate” intendendo con
questo termine la distanza
Figura 1: Misura delle Bracciate
tra la punta delle dita della
mano destra e la punta delle dita della mano sinistra quando si tengono le
braccia spalancate come in Figura 1. La maggior parte delle figure puo'
essere fatta agevolmente usando un cordino di lunghezza 1. Alcune semplici
figure riescono meglio con cordino da ½, altre con cordini piu' lunghi, anche
fino a 3. Sara' la sensibilità dell'esecutore a capire, in assenza di indicazioni,
quale lunghezza usare per eseguire una determinata figura. Una lunghezza
di 2B indicherà una stringa lunga 2 bracciate.
2
Come costruire la stringa
Figura 2: Fusione
Figura 3: Giunzione
Per giuntare le estremità di un
cordino fatto di fibra sintetica (nylon,
poliestere) si puo' usare la fiamma di una
candela o di un accendino per farne
fondere le estremità Figura 2. Quando le
estremità sono fuse si avvicinano in
modo da farle incollare Figura 3. Evitare
che il cordino abbia delle torsioni su se’
stesso, cosa che renderebbe difficile
l’esecuzione delle figure. Fintantoché il
materiale di giunzione e' ancora caldo e
malleabile, si fa rotolare tra le dita come
in Figura 4 in modo da ugualizzare la
saldatura. Vanno benissimo i classici
Figura 4: Ugualizzare la saldatura [2]
cordini da 3 o 4 mm oppure le corde che si usano per le tende veneziane. Se
il cordino e' fatto con fibre naturali, tipo il cotone, si puo' giuntare con della
colla vinilica oppure si puo' far fondere un po' di cordino sintetico e bagnare
con questo le estremità del cordino di cotone. Se il cordino e' bianco si puo'
poi colorare usando pennarelli indelebili di vari colori per ottenere un effetto
“arcobaleno”.
3
Le Dita
S
D
Le dita di ogni mano sono numerate da
1 a 5 a partire dal pollice.
S sta per sinistra e D per destra.
Per esempio:
• 3 significa “dito medio di
entrambe le mani.”
• S1 indica “pollice sinistro”
• D4 indica “anulare destro”
Figura 5: Numerazione dita
4
Comandi e nomi dei cappi
I cappi vengono chiamati
in
base
al
dito
che
circondano. In Figura 6 si
puo’ vedere la “Apertura A”;
qui c’e’ un cappio 1, un
cappio 2 e un cappio 5 per
ogni mano. Quando si fanno
le figure i cappi vengono
Figura 6: Nomenclatura dei cappi
sovente sottoposti ad operazioni
quali Rilascio, Trasferimento,
Rotazione,
Condivisione
o
Navajo.
Rilasciare il cappio 1 vuol dire...
“Lasciare uscire il cappio dal dito
1 (pollice) di ogni mano e quindi
allontanare le mani in modo da
Figura 7: Rilascio del cappio
tendere la stringa.” Figura 7
Per trasferire un cappio da un dito ad un altro si usa il comando rimuovere.
2, da sotto, rimuove
il cappio 1 vuol
dire...“il dito 2, da
sotto,
entra
nel
cappio del dito 1 e il
dito 1 rilascia il suo
cappio” Figura 8.
Figura 8: Rimuovere cappio da sotto
Un cappio puo’ anche
essere rimosso da
sopra, in questo caso
il
cappio
viene
invertito Figura 9.
Figura 9: Rimozione cappio da sopra
Siccome durante l’esecuzione di una figura, le mani e le dita non sono
sempre in posizione verticale, e’ bene definire in dettaglio che cosa si intende
per “da sopra” e “da sotto”. Con l’espressione “da sopra” si intende che la
punta del dito che prende il cappio entra nel cappio dalla parte della punta del
dito che tiene il cappio mentre con “da sotto” si intende che la punta del dito
che prende il cappio entra nel cappio dalla base del dito che tiene il cappio.
Gli esperti usano anche il termine “distale” (distal) per indicare da sopra e
“prossimale” (proximal) per indicare da sotto.
Per attorcigliare un cappio si usa il comando ruotare. Un cappio puo’ essere
ruotato lontano da te (nella direzione del dito 5) Figura 10 oppure verso di te
(nella direzione del dito 1) Figura 11.
Figura 10: Ruotare cappio S2 un giro completo
lontano da te
Figura 11: Ruotare cappio S2 un giro completo
verso di te
Un cappio puo’ anche essere ruotato di mezzo giro in entrambe le direzioni,
ma questo richiede di far scivolare fuori il cappio dal dito utilizzando l’altra
mano, farlo ruotare di mezzo giro su se stesso e rimettere il cappio nel dito da
dove era stato tolto. La rotazione in alcuni casi si trova anche indicata con il
simbolo > oppure < per indicare rispettivamente rotazione verso di te o
lontana da te; per esempio il comando 2 >> indica “rotazione di un giro
completo verso di te delle dita 2” mentre 1 < indica “mezzo giro lontano da te
delle dita 1”.
Per passare un cappio in una mano attraverso un cappio nell'altra mano si
usa il comando scambia.
Scambia i cappi 2, inserendo
2 da sopra, passando D
attraverso il cappio S vuol
dire... “Tieni le punte delle
dita insieme e inserisci il
dito sinistro 2, da sopra (cioè
dal lato della punta del dito),
nel cappio del dito destro 2...
quindi togli il dito destro 2 da
questo cappio e inseriscilo,
da sopra, nel cappio in
basso del dito sinistro 2
(cioè il cappio piu' vicino alla
Figura 12: Scambio
base del dito) e fai scorrere il
cappio basso fuori dal dito sinistro sopra il cappio superiore (cioè il cappio
piu' vicino alla punta del dito) quindi allontana le mani per completare lo
scambio.” Figura 12
Per creare due cappi a partire da uno, si usa il comando condividi.
Figura 13: Condividi
Condividi il cappio 1 inserendo per primo D1 vuol dire: “Tieni le mani
avvicinate e inserisci il dito destro 1, da sotto, nel cappio del dito sinistro
1...quindi togli il dito sinistro 1 e inseriscilo, da sotto, in entrambi i cappi del
dito destro 1 ... poi separa le mani. Il movimento katilluik inizia in questo
modo.
Per passare un cappio attraverso un secondo cappio sullo stesso dito, si usa
il comando navajo.
Navajo i cappi 2 vuol
dire:
“Con
l'aiuto
dell'altra mano (o delle
labbra)
sollevare
il
cappio inferiore del dito 2
sopra il cappio superiore
del dito 2 e rilasciarlo
Figura 14. In Figura 15 e’
mostrato il Navajo di 1.
Figura 14: Navajo
Questo termine e' stato
coniato nel 1912 da Kathleen Haddon dopo aver notato che questa tecnica e'
comune tra le popolazioni Navajo nel sud-est americano.
Figura 15: Navajo di 1 [2]
5
Nomi delle stringhe e comandi.
Ogni cappio e' costituito da
una stringa lontana (l) e da
una stringa vicina (v). La
stringa l o v prende il nome
dal dito attorno al quale
passa. Figura 16
Esempi:
2v vuol dire: “la stringa
vicina del cappio di tutte le
dita 2.”
S2l vuol dire: “la stringa
lontana del cappio sul dito
sinistro 2.”
Figura 16: Nomenclatura cappi
Quando si fa una figura, le stringhe sono prese su, agganciate su, o
agganciate giu...
1, sopra cappio 2, prende
su 5v vuol dire: “Passare il
dito 1 di ogni mano lontano
da te sopra il cappio del
dito 2 quindi con il lato del
dito 1 dove c'e' l'unghia
prendere (da sotto) la
stringa vicina del cappio del
dito 5 e ritornare il dito 1
Figura 18: Prendere su una stringa
nella posizione originaria.”
Figura 17: Agganciare su
2, sopra 5v, aggancia su 5l vuol dire: “Passare il dito 2 di ogni mano lontano
da te, sopra la stringa vicina del cappio sul dito 5, quindi, con il lato
polpastrello del dito 2, catturare la stringa lontana del cappio sul dito 5 e
ritornare il dito 2 nella sua posizione originale, in questo caso ruotandolo di
mezzo giro verso di te.” Figura 17
Figura 19: Agganciare giu'
5, sotto 2l, aggancia in giu' 2v, chiudendosi verso il palmo vuol dire: “Con il
lato polpastrello del dito 5 di ogni mano, spingere verso il basso sulla stringa
vicina del cappio del dito 2 di ogni mano finché la punta del dito 5 tocca il
palmo.” Figura 19
Nota: Tutte le azioni sono eseguite simultaneamente da entrambe le mani. Se invece
il numero del dito, del cappio o della stringa e' preceduto da S oppure D, l'azione
deve essere eseguita solo sulla mano indicata.
6
Aperture
6.1 Posizione di base
La posizione di partenza per la maggior
parte delle figure è la posizione di base o di
riposo ed è la stessa posizione che le mani
riprendono dopo ogni movimento (quando si
dice ritornare in posizione). La posizione è con
le mani parallele, le palme una verso l’altra, dita
verso l’alto, Figura 20.
Figura 20: Posizione di partenza o di riposo. [2]
6.2 Posizione 1
Mani in posizione di partenza, la stringa
forma cappio su 1, le mani allontanate per
tendere la stringa, Figura 21
Figura 21: Posizione 1 inizio. [2]
5 prende su 1l e ritorna in posizione;
questa e’ la posizione 1, Figura 22. La
stringa che attraversa il palmo della mano
(cioè per esempio va da 1S a 5S) si
chiama “stringa palmare”; quella che
unisce due dita di mani diverse (cioè per
esempio va da 1S a 1D) si chiama anche
“stringa trasversale”
Figura 22: posizione 1 fine. [2]
6.3 Apertura A
Tantissime figure iniziano con
l’apertura A; questa apertura si
esegue cosi’: si parte dalla
posizione 1 poi 2D prende su la
stringa palmare sinistra e ritorna in
posizione Figura 23.
Figura 23: Apertura A passo 1. [2]
poi 2S prende su la stringa palmare
destra all’interno del cappio 2D e
ritorna in posizione Figura 24
Figura 24: Apertura A passo 2. [2]
Questa è l’apertura A Figura 25. Se
si esegue la sequenza invertita (cioè
prima 2S prende su la trasversale
destra e poi 2D prende su la
trasversale sinistra) l’apertura si
chiama “Apertura B”. Se invece di 2
si usa 3 per prendere la stringa
palmare,
l’apertura
si
chiama
“Apertura Giapponese”.
Figura 25: Apertura A. [2]
6.4 Apertura di Polso
L’apertura di Polso e’ analoga alla Apertura A (o B) eccetto che invece di
prendere su la stringa palmare con 2, la si prende su con l’intera mano e il
cappio viene portato sul dorso del polso invece che sul dorso di 2. Questa
apertura viene usata per esempio nella figura della “Porta Apache”
6.5 Apertura Navajo
Prendere la stringa sulle punte di 2
lasciando penzolare verso il basso la
stringa 2l, Figura 26.
Figura 26: Apertura Navajo: Passo 1. [3]
Passare 1S sotto la stringa 2v e
agganciare su la stringa 2l di destra
prendendola dal lato esterno (destro).
Ritornare in posizione continuando a
lasciar penzolare verso il basso la stringa
2l , Figura 27.
Figura 27: Apertura Navajo: Passo 2. [3]
Fare l’operazione speculare
della precedente utilizzando 1D
per agganciare su la stringa 2l di
sinistra, Figura 28
Allontanare
le
mani
per
recuperare la stringa penzolante
ed estendere la figura, Figura
29.
Figura 28: Apertura Navajo: Passo 3. [3]
Figura 29: Apertura Navajo. [3]
L’apertura Navajo è utilizzata, per esempio, nella figura del “Super Fulmine”
6.6 Apertura di Indice
Tenere il cappio della stringa con 2S
puntando il dito verso destra, Figura 30
Figura 30: Apertura di Indice, Passo 1. [3]
Con 1R e 2R prendere la stringa 2l e
avvolgerla con un giro attorno a 2S in modo da
avere un doppio cappio attorno a 2S, Figura 31.
Figura 31: Apertura di Indice, Passo 2. [3]
Inserire 2R, da sotto, nei cappi
grande e piccolo che avvolgono 2S,
Figura 32.
Allontanare
le
mani
per
estendere l’apertura; si avranno due
cappi attorno a 1 con le due
stringhe v che corrono parallele e le
due stringhe l che si incrociano,
Figura 33.
Figura 32: Apertura di Indice, Passo 3. [3]
Figura 33: Apertura di Indice. [3]
L’apertura di Indice è chiamata anche apertura Murray, nome che viene
dalle Isole Murray dello stretto di Torres tra l’Australia e la Nuova Guinea
dove viene comunemente usato questo tipo di apertura.
7
Estensioni
7.1 Estensione Caroline
L’estensione Caroline e’ un’operazione
abbastanza comune che si impiega nella
apertura finale di una figura; essa e’ usata
sovente nelle figure che provengono dalle isole
del Pacifico (il nome si riferisce alle isole
Caroline [5]). L’estensione inizia con 2 che si
piega e prende su 1l Figura 34.
Figura 34: Estensione Caroline, Passo 1. [3]
Sollevare 2 tenendo ferma 1l bloccandola
tra 1 e 2 Figura 35
Figura 35: Estensione Caroline, Passo2. [3]
Girare le palme verso l’esterno sempre
tenendo bloccata 1l tra 1 e 2 Figura 36
Figura 36: Estensione Caroline. [3]
8
Disfare la Figura
L’applicazione di alcuni ben noti corollari della Legge di Murphy
all’attività arrampicatoria, ha come conseguenza il fatto che, quando si cerca
di recuperare la corda dopo un tiro, o anche solo dei monotiri, questa
inesorabilmente si aggroviglia in modi che neanche a farlo apposta si
riuscirebbe e si perde sempre molto tempo nel tentativo di districarle. Un
corollario in particolare poi lega con una proporzionalità diretta l’intrico delle
corde alla fretta che si ha di terminare una via.
Analogamente anche le figure coi cordini, quando si disfanno, hanno la
tendenza ad aggrovigliare la stringa; il “disfare” la figura dunque è una delle
operazioni da imparare. Questa operazione pero’ è soprattutto un’arte e viene
lasciata come divertente esercizio a chi ha avuto la voglia di iniziare questa
attività; in fondo, se uno riesce a fare la figura ha ormai acquisito i mezzi e le
capacità per capire come si disfa, … o no? … e se poi, oltre che coi cordini, ci
si diletta anche di alpinismo, chissà che imparare quest’arte non aiuti anche a
districare meglio le corde! :o)
9
Bibliografia
[1] http://www.isfa.org/sfotm/terminology/string_figure_terminology.pdf
[2] Camilla Gryski “Jeux de ficelle” Les Editions Heritage Inc, Quebec 1988,
versione francese del libro : ”Cat’s Cradle, Owl’s Eyes: A Book Of String
Games” Kids Can Press 1983.
[3] Richard Darsie “String Games” Sterling Publishing Company, Inc. , 2006
[4] Arvind Gupta “String Games” National Book Trust, New Delhi, India
[5] http://it.wikipedia.org/wiki/Isole_Caroline