La cattedrale di sabbia

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La cattedrale di sabbia
Fronte del porto
di Marzio Moschin
Nadep/Ifa
La cattedrale di sabbia
Dai depositi alle stive
delle navi, l’attività
terminalistica dedicata
alle rinfuse è la
specializzazione del
gruppo ravennate,
che ha diversificato la
propria attività in due
soggetti dall’anima
comune. Quella di un
parco mezzi completo
e affidabile
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i troviamo nella zona industriale sud del porto San
Vitale di Ravenna, al seguito di Alvaro Gerardo, titolare della società Ifa, braccio operativo
del Gruppo Nadep. L’uomo ha nelle
sue corde la cordialità energica della
gente di queste parti, il sorriso appena ruvido della Romagna che guarda al suo porto con devozione e coscienza critica, consapevole della radice vitale che rappresenta. È Alvaro
Gerardo a occuparsi personalmente del parco macchine delle due anime aziendali, scegliendo le tipologie
e i modelli più adatti alle operazioni
svolte quotidianamente sulle banchine e nei depositi merci. Le flotte Ifa e
Nadep sono opera sua e la cura che
mette nella selezione e nel controllo
dei mezzi ricordano quasi il vincolo di
fedeltà che lega un capitano al suo
equipaggio.
A questo punto le presentazioni ufficiali sono d’obbligo. La Naval Depositi
srl – Nadep – è una società nata nel
1976 a Ravenna come realtà di servizio per le attività commerciali del porto. L’insediamento prescelto ha contribuito negli anni alla fortuna dell’azienda: localizzato in uno dei punti interni
della Pialassa Piomboni, con il tempo si è rivelato un approdo molto funzionale alle operazioni terminalistiche
che riguardano ogni tipo di rinfuse.
Del gruppo Nadep fa parte la società
Ifa, dalla struttura operativa insediata
sul lato sinistro del canale Candiano;
la sua attività di terminal operator è
stata inaugurata nel 1996.
Da sinistra, Alvaro Gerardo, titolare di Ifa
srl, e Gianfranco Fabbri, amministratore
unico del Gruppo Nadep
stro lavoro, privilegiando l’uno o l’altro
materiale a seconda del periodo”.
Tutte le strutture operative delle due
aziende sono rinnovate costantemente, con la dotazione attenta e
puntuale di macchine e attrezzature
per lo sbarco, la movimentazione e
la lavorazione delle merci. “Entrambi
i terminal fungono da case di spedizione e magazzini titolari dell’Autorizzazione di Deposito Doganale di
tipo ‘C’ e di Temporanea Custodia,
abilitati anche alla gestione e alla cu-
stodia di merci come deposito fiscale in sospensione IVA – precisa ancora Gianfranco Fabbri – La nostra
organizzazione è composta da tecnici e operatori di grande esperienza,
in grado di presiedere al coordinamento rapido e preciso delle operazioni di sbarco delle merci. Abbiamo
una nostra squadra interna di gruisti
e un’officina attrezzata per risolvere
qualsiasi problema funzionale delle
macchine che compongono la flotta Nadep-Ifa”.
Nadep e Ifa svolgono in sinergia le attività di sbarco, imbarco, magazzinaggio, insacco, macinazione, vagliatura
e miscelazione delle rinfuse, insieme a
tutte le operazioni accessorie che riguardano in modo specifico la tipologia
di merci trattata. “Ci siamo dedicati in
modo prevalente ai fertilizzanti naturali, a cereali e sfarinati e poi alle materie prime per l’industria ceramica e del
vetro, ai materiali ferrosi, legno, sale e
altre varietà ancora – ci spiega Gianfranco Fabbri, amministratore unico del
Gruppo Nadep – Naturalmente sono la
congiuntura economica e il ciclo stesso
delle attività di sbarco a condurre il noL’area operativa Ifa dispone di una banchina da 274 ml con batimetria di 10,50 m
Le operazioni di sbarco delle rinfuse sulla banchina Ifa. Le prime fasi prevedono
l’impiego di gru portuali e tramogge
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Efficienza in banchina
“La nostra area operativa è molto vasta – ci mostra Alvaro Gerardo, nel percorso che va dalla zona accessoria alla
banchina – Nadep ha uno stabilimento di 100.000 m2 (40.000 di magazzini
coperti e 60.000 di piazzali), mentre Ifa
può contare addirittura su 170.000 m2,
sempre divisi in 50.000 di magazzini
coperti e 120.000 di piazzali. Tutte le
aree coperte e scoperte possono essere divise in celle tramite paratie mobili. L’impegno richiesto ai nostri mezzi
è pesante e differenziato”.
Uno dei modelli Italgru del parco
macchine Ifa preleva dalla stiva un
escavatore Volvo adibito al carico di
farine animali
Il terminal portuale Nadep dispone di
una banchina da 240 ml (metri lineari)
con batimetria di 6,71 m. L’altro terminal portuale collegato, quello che
fa capo a Ifa dispone invece di una
banchina da 274 ml con batimetria di
10,50 m. Ciascuno dei due terminal
dispone di gru portuali (tra 40 e 65 t
di portata nominale), attrezzature per
il carico/scarico (benne, tramogge con
aspirazione per merci polverose), pese a ponte adibite esclusivamente alla pesatura delle merci a terra (in modo da non ostacolare o rallentare in
alcun modo le operazioni di sbarco).
Gli impianti a nastri trasportatori – dotati di un sistema di pesatura elettronica – scaricano direttamente all’interno di due grandi magazzini coperti o in quattro grandi tramogge per
scarico su camion per consentire lo
stoccaggio in tutta l’area del terminal.
“L’attività di sbarco/imbarco si svolge
quotidianamente con il supporto del
nostro personale o con il coinvolgimento di maestranze esterne – ci informa
Alvaro Gerardo, indicando le operazioni in corso per lo sbarco di un carico proveniente dalla Cina – Negli stabilimenti Nadep e Ifa le merci rinfuse
sono ricaricate, immagazzinate o distribuite nelle aree esterne (nel caso
di materiali da costruzione come l’argilla, ad esempio); in seguito, i materiali vengono pallettizzati e conferiti in
cisterne e container dopo le necessarie operazioni di insacco, miscelazione, vagliatura e macinatura”. La struttura Ifa comprende anche un raccordo ferroviario che si snoda all’interno
dello stabilimento per 1.600 m, composto da due binari derivati collegati
all’asta principale.
Una “scelta aperta” per le gru
La scelta di gru portuali per Nadep e
Ifa ricade da anni su un marchio collaudato come Italgru, per modelli della
portata da 40 e 63 t: si tratta di macchine che presentano una torretta girevole disegnata in modo da ottenere
una distribuzione degli sforzi calibrata e una rotazione a 360°; all’interno
dell’elemento sono alloggiate la sala
macchine e le parti di contrappeso,
oltre agli attacchi della torre e del cilindro idraulico. “Il sistema di rotazione
di queste gru conferisce alla torretta
un movimento continuo e dolce, sotto
qualsiasi condizione operativa – ci mostra Alvaro Gerardo – Questo avviene
grazie alla dotazione di una ralla ad
alta capacità di carico e a due gruppi motoriduttori idraulici inseriti nella
parte anteriore”. Ogni singolo gruppo
motoriduttore della gru è costituito da
un motore idraulico integrato con un
riduttore epicicloidale valorizzato da
un freno di tipo negativo lamellare a
sblocco idraulico, utilizzato anche come freno di stazionamento e di emerRIS marzo/aprile 2011
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L’area Nadep comprende uno stabilimento di 100.000 m2,
mentre Ifa può contare addirittura su 170.000 m2, divisi in 50.000
di magazzini coperti e 120.000 di piazzali. Tutte le aree coperte
e scoperte possono essere divise in celle tramite paratie
genza. La sala macchine è suddivisa in due vani dove sono
alloggiati l’argano, i quadri elettrici e il motore diesel.
La protezione dalle particelle di acqua e polvere è garantita
dalla presenza di un sistema di ventilazione con filtri antipolvere e dalla collocazione esterna del sistema di raffreddamento dell’acqua motore e dell’olio idraulico.
Tutte le gru portuali Italgru presentano una torre in struttura aperta, compatta e abbattibile, progettata per un’alta
resistenza alla torsione e alla flessione. “La struttura può
essere abbassata fino al livello del terreno e ciò comporta alcuni vantaggi fondamentali – aggiunge Gerardo –
Il braccio può essere abbassato a terra senza alcuna restrizione e, nel caso di interventi rapidi di manutenzione,
l’accessibilità alle parti superiori risulta facile e immediata.
Tornando all’operatività, la gru può traslare sotto ostacoli di una certa altezza e, ritraendo gli stabilizzatori, anche
attraverso spazi ridotti, adattandosi ai più diversi contesti di lavoro”.
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