Perché sprecare se

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Perché sprecare se
Perché sprecare
se...
Emergenza acqua
Dal ciclo dell'acqua dipendono sia le
condizioni climatiche e ambientali, sia i
processi di fotosintesi e respirazione, che
rendono possibile la vita sul nostro
pianeta.
L'acqua è il composto più comune sulla
superficie terrestre, di cui ricopre i tre
quarti, ma oltre il 97% del suo volume
totale (stimato in circa 1,4 miliardi di
Km3) è costituito di acqua salata.
Meno del 3% è costituito di acqua dolce
(il cui volume è stimato in circa 36 milioni
di km3), il 70% della quale è allo stato
solido, quasi tutta nei ghiacciai
dell'Antartico e della Groelandia, e il 30%
allo stato liquido.
Ma oltre il 98% si trova nel sottosuolo, ed
è quindi solo parzialmente accessibile,
mentre un'altra percentuale si trova nella
biomassa.
L'acqua dei fiumi e dei laghi che
costituiscono la più importante risorsa
idrica per le attività umane, rappresenta
circa l'1% dell'acqua dolce allo stato
liquido, meno dello 0,01% della quantità
globale di acqua.
La maggior parte dell'acqua - il 68% di
quella consumata su scala mondiale, agli
inizi degli anni '90, continua ad essere
impiegata per uso agricolo, ma, mentre
questa percentuale sta calando, stanno
crescendo quelle destinate ad uso
industriale e domestico, che
rappresentano rispettivamente il 24% e
l'8% del consumo totale.
In generale, la percentuale di acqua
destinata ad uso agricolo è maggiore
nelle regioni meno sviluppate; quella
destinata ad uso industriale e domestico
è maggiore nelle regioni più sviluppate.
Nel giro di mezzo secolo, dal 1950 al
2000, la disponibilità annua pro capite di
acqua si riduce di tre quarti in Africa, di
quasi tre quarti in Sud America, di due
terzi in Asia, di oltre la metà in Australia,
Oceania e nel Nord e Centro America, di
quasi un terzo in Europa.
A conferma delle osservazioni, si da di
seguito la disponibilità annua procapite
per le diverse zone del globo terrestre al
variare del periodo
Acqua. Uno spreco tutto italiano
Benchè la superficie terrestre sia coperta
per il 71% da acqua, l'acqua dolce
potenzialmente disponibil rappresenta
solo lo 0,008% dell'acqua totale. Ad
aggravare la situazione si sono aggiunti
dal 1950 in poi inquinamento, incremento
demografico e, soprattutto, lo
sfruttamento incontrollato di questa
preziosa risorsa da parte dei paesi più
sviluppati con il risultato di una riduzione
del 40% delle risorse idriche pro capite.
Conseguenza diretta? 1,4 milioni di
persone non hanno accesso all'acqua
potabile e più di 2 miliardi pur avendone
accesso ne subiscono gli effetti negativi
causati delle cattive condizioni sanitarie
della stessa (in particolare 20 milioni di
bambini all'anno muoiono per l'acqua
insalubre).
E guardando al futuro la situazione non
pare in miglioramento. Alcune previsioni
affermano che la
domanda d'acqua entro il 2050
raddoppierà e a questo punto la domanda
mondiale d'acqua
supererà le disponibilità di acqua dolce
del pianeta portando i 2/3 della
popolazione a
dover affrontare una seria carenza di
acqua potabile.
Quello che sconvolge (o comunque
dovrebbe far riflettere), dati alla mano, è
l'andamento fortemente sbilanciato dei
consumi.
Il consumo giornaliero medio della
popolazione dei PVS (paesi in via di
sviluppo) si aggira sui 20 litri, contro i 213
litri Italiani e i 600 litri Usa con il risultato
complessivo di un consumo dell'88% delle
risorse idriche da parte dell' 11% della
popolazione mondiale.
E l'Italia in particolare? Secondo i dati forniti
dall'EUROSTAT l'Italia è il paese con più
elevato livello di consumo d'acqua per usi
domestici dell'Unione Europea, con 78 m3 /
anno per abitante. (dei 213 litri d'acqua
potabile consumati quotidianamente,
infatti,solo 3 servono per bere
Acqua significa vita
Questa affermazione è scontata ma oggi
nel mondo più di un miliardo di persone
sono costrette a utilizzare acqua
contaminata, uno dei principali veicoli di
malattie, mentre oltre due miliardi non
hanno accesso a servizi igienico-sanitari di
base.
Ogni anno le malattie legate all'uso di
acqua non potabile costano la vita a 1,6
milioni di bambini, la maggior parte dei
quali sotto ai 5 anni. Milioni di donne
percorrono ogni giorno molti chilometri a
piedi per approvvigionarsi d'acqua,
impedite a svolgere i lavori domestici e
numerosi bambini, ma soprattutto bambine,
sono impossibilitati ad andare a scuola per
aiutare i genitori in questa attività
quotidiana.
Acqua significa vita, significa progresso
sociale ed economico. Le regioni in via di
sviluppo, come l'Africa subsahariana, sono
quelle più a rischio: una persona su due
viene colpita da malattie dovute alla
mancanza o alla cattiva qualità dell'acqua
mentre le stime indicano che un contadino
africano dispone meno di 20 litri di acqua al
giorno, ossia meno della metà del
fabbisogno minimo giornaliero di 50 litri,
ritenuto necessario dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità.
Acqua non potabile e condizioni igienicosanitarie carenti sono all'origine di
un'elevata incidenza di malattie infantili,
quasi tutte prevenibili.
L'indisponibilità di beni primari, come
acqua e servizi igienici di base ha inoltre
un costo economico rilevante: si stima
che in Africa vengono perse annualmente
oltre 40 milioni di ore lavorative utilizzate
nel trasporto dell'acqua
Senza acqua è impossibile sfuggire alla
spirale di miseria delle infezioni.
Acqua significa poter bere, poter
cucinare, lavarsi, irrigare il terreno.
Se le donne evitano di percorrere lunghe
distanze alla ricerca dell'acqua avranno
più tempo da dedicare alla famiglia e ad
attività che consentono di aiutare il
bilancio familiare, mentre potrà diminuire
la mortalità infantile causata dal consumo
di acqua non potabile.
acqua è vita
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Sistema non invasivo
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acqua di mare
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