Back again! - SCI Editrice
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Back again! - SCI Editrice
Eventi Benati Back again! A più di 15 anni dall’interruzione dell’attività e dall’utilizzo dei marchi BEN e Benati, in coincidenza con il 50° anniversario della sua fondazione, rinasce il marchio più amato del movimento terra nazionale. In queste pagine, il racconto di una grande epopea industriale n di Alberto Finotto 34 M T G I U G N O 2 0 1 1 U n’emozione non si dimentica, anche quando si è costretti a interromperla a causa di contingenze non emendabili. Per Isabella Maria Bacchini l’emozione di una vita si chiama ancora Benati. Nel tempo, ne ha curato le braci, in modo che non si spegnessero del tutto. Il nome di quello che fu un simbolo nell’empireo dei costruttori italiani del movimento terra alimenta con forza perfino l’immaginario evanescente ed effimero della “rete”. Sono migliaia le pagine di discussione dedicate ai modelli di serie che “fecero l’impresa” Benati; una gam- ma apprezzata in ogni latitudine, in grado di acquisire negli anni il piglio autorevole dei grandi protagonisti del Construction. Oggi a quelle macchine sono dedicati forum comparativi, annotazioni assidue, ricordi di un’epopea legata inestricabilmente alle vicende di una grande famiglia imolese e all’uomo che guidò l’ottocentesca Benati a una seconda vita sul palcoscenico del mondo, il compianto Renato Bacchini, imprenditore geniale e innovativo che abitò da ospite di riguardo una delle stanze più luminose nella grande casa manifatturiera della meccanica made in Italy. n Da sinistra, Isabella Maria Bacchini e il marito, Luigi Taroni industriali. Nel 1957 gli fu affidata la curatela del fallimento che riguardava la Benati di Imola, una piccola azienda di attrezzature per aratri le cui origini datavano addirittura al 1887. Intuendone le potenzialità mio padre cercò un’impresa che potesse rilevarne le sorti, assicurandole un futuro contro il fallimento; la trovò nella ditta Orsi di Tortona. Quest’ultima accettò l’accordo e, di lì a poco, affidò proprio a mio padre l’incarico di direttore generale della “nuova” Benati. Purtroppo, nell’arco di due anni la Orsi fu coinvolta in una crisi irreversibile e fallì”. Quest’anno la storia industriale di un’azienda ancora tanto amata sta preparando finalmente la nuova scena d’esordio e dietro al paravento dei preparativi c’è ancora lei, la figlia entusiasta e combattiva di Renato Bacchini, Isabella Maria, per oltre 20 anni al fianco del padre-condottiero di un’avventura straordinaria. La incontriamo a Imola, nel suo elegante studio professionale, sommerso da un turbinio di foto e documenti che accompagnano quell’emozione mai dimenticata che ci siamo fatti raccontare dalla sua viva voce. Dottoressa Bacchini, la storia della “grande Benati” iniziò da suo pa- dre, che si interessò, quasi per caso, alle sorti di una piccola azienda dell’imolese. “Mio padre fu un valente soldato. Durante la Seconda guerra mondiale si guadagnò parecchi riconoscimenti; ottenne anche la Medaglia d’Argento al Valore Militare, come tenente nel reparto di Osservazione Aerea. Lo dico per sottolineare il carattere dell’uomo, coraggioso e caparbio nelle sfide più difficili che la vita gli presentava. La Benati per lui fu una sfida; anzi, la sfida fondamentale della sua vita. Dopo la guerra aveva ripreso la sua attività di commercialista, come revisore dei conti e sindaco per diverse società Suo padre, comunque, non si perse d’animo... “Volle continuare, comunque, da solo. Chiese aiuto alla Cassa di Risparmio di Imola, con una proposta rivoluzionaria per quei tempi; non volle prestiti, ma offrì all’istituto di credito l’opportunità di entrare direttamente nel capitale sociale dell’azienda. Così il 14 aprile del 1961 fu creata ufficialmente la Benati Spa. Di lì a poco, fu portato a termine un progetto seguito quasi in contemporanea alla rifondazione della società: quello della prima macchina dedicata esclusivamente al movimento terra. Così nacque il leggendario escavatore cingolato MAX 80”. Il primo di una lunga serie di macchine ancora indimenticate da chi G I U G N O 2 0 1 1 M T 35 n Renato e Marta Bacchini (a sinistra) in un’edizione del Samoter negli anni Ottanta n Renato Bacchini con le autorità intervenute all’inaugurazione del Samoter (foto di archivio) ricorda nei minimi dettagli la produzione Benati. “Possiamo solo fare una sintesi e sarà sempre parziale anche questa. Nel 1962, all’escavatore MAX 70 seguì il lancio del MAX 80, un cingolato completamente idraulico, che ha rappresentato il modello di base per la maggior parte delle macchine costruite negli anni seguenti dalla maggior parte delle case produttrici internazionali. Fu avviata anche la prima serie di pale meccaniche e anche qui l’ambizione di mio padre alzò il tiro tecnologico dell’azienda; sempre all’inizio degli anni Sessanta, dalla sede di Imola uscì la prima pala gommata completamente progettata e realizzata dagli stabilimenti Benati: la BEN 35 Industrial. Nel 1963, poi, furono realizzati i primi due modelli di terna, uno dei futuri prodotti di punta per il mercato internazionale: l’equipaggiamento vide l’implementazione di una soluzione innovativa come quella del famoso retroescavatore ‘giraffa’”. gie diversificate, con un complemento esaustivo di attrezzature ed equipaggiamenti per i diversi settori di mercato. Si può dire che la gamma Benati era una delle più vaste a livello mondiale. Tra le maggiori novità va ricordato senz’altro il modello BEN Multiworks 140, la prima pala cingolata con torre rotante: rappresentava una soluzione assolutamente inedita per la categoria, un progetto ripreso in seguito dai principali produttori giapponesi. Nel 1975, con la BEN 2000 apparve sul mercato la prima terna idrostatica a quattro ruote motrici di uguale diametro, che continuò la fortunata serie cominciata nel 1963, destinata a proporsi come prodotto di punta della gamma Benati fino alla prima metà degli anni Ottanta”. Il periodo d’oro, poi, cominciò nei primi anni Settanta. “Il successo sul mercato italiano delle prime macchine Benati incentivò lo sviluppo di modelli sempre nuovi, al punto che, proprio all’inizio degli anni Settanta la gamma poteva considerarsi completa. I nostri clienti potevano contare su una scelta di tipolo36 M T G I U G N O 2 0 1 1 La diversificazione delle serie di macchine, intanto, aveva portato Renato Bacchini alla creazione di altrettante società dedicate a ogni prodotto specifico. “Tra il 1967 e il 1970 mio padre creò, in successione, un gruppo vero e proprio di aziende collegate alla società originaria, attribuendo a ognuna una produzione specifica, in modo da razionalizzare le linee di lavorazione e di montaggio. La capofila Benati Spa rimase come sede di produzione degli escavatori cingolati, conservando la direzione commerciale globale per tutta la gamma di macchine, la direzione amministrativa e la gestione del magazzino ricambi. La seconda azienda del gruppo, la Ben Spa, fu costituita nel 1969 a Bubano di Mordano (Bo), per la produzione della serie completa di pale gommate. Nello stesso anno si aggiunse al gruppo la Mond-Ben Spa, con sede a Portomaggiore (Fe) – dedicata alle terne e alle pale cingolate – e la Ma.Ter Spa, sempre a Bubano di Mordano, rivolta al progetto e alla realizzazione di macchine speciali (contraddistinte dalla sigla IM). Alle macchine vere e proprie, poi, si aggiunse anche la componentistica, prodotta dalle società Faco Oleodinamica e Unit Spa. La prima era una realtà importantissima rivolta alla produzione e alla commercializzazione di componenti oleodinamici: in questo caso la componentistica (cilindri, servocomandi idraulici, giunti rotanti) veniva montata sulle macchine del Gruppo e commercializzata, ancora, all’esterno, sul mercato delle macchine operatrici agricole e da cantiere. La Unit Spa invece era dedicata alla produzione della componentistica meccanica per le macchine del marchio, commercializzata anche per altri produttori di macchine agricole e industriali”. Quale fu l’evoluzione del mercato per Benati in quegli anni? “Il successo delle nostre macchine, dalla metà degli anni Settanta ai primi Eventi n L’escavatore cingolato BEN 310HD anni Ottanta, fu tale da collocare Benati al secondo posto assoluto come produttore italiano di macchine movimento terra dopo la FIAT e al terzo posto per le vendite in Italia dopo i colossi industriali Fiat e Caterpillar. L’Italia ha sempre fatto la parte del leone nel fatturato complessivo della società, con una quota che oscillava, negli anni, dal 50% al 70%. Alla fine degli anni Settanta, il settore dell’export raggiunse comunque il n L’escavatore cingolato BEN 525 40%. Negli anni Sessanta già si vendeva nei paesi nell’Est europeo, soprattutto in Romania, Jugoslavia e Bulgaria. Quest’ultima, poi, divenne il nostro mercato estero principale: il nome Benati era praticamente sinonimo di macchine movimento terra! Alla Fiera Tecnica Internazionale di Plovdiv (un appuntamento fisso per la nostra azienda), nel 1985 dedicarono una commemorazione solenne a mio padre, due anni dopo la sua scomparsa (avve- nuta prematuramente il 26 settembre 1983). Il mercato estero, comunque, fu seguito a tutto campo da Benati, con un impegno diretto assiduo. Negli anni 1968-69 mio padre portò a termine due accordi importanti: in Spagna costituì una joint-venture con Guria, costruttore nazionale di primo piano nel movimento terra; fu un sodalizio che durò per tutti gli anni Settanta: la Guria acquisì il nostro know-how per realizzare una serie di macchine sulla G I U G N O 2 0 1 1 M T 37 dre e il sopravvento di una grave crisi del settore. Così, la Benati fece il suo ingresso nella galassia Fiat alla fine degli anni Ottanta, per arrivare all’interruzione dell’utilizzo del marchio il 31 dicembre 1995”. Lei parla di interruzione e non di epilogo definitivo. La Benati, infatti, rinasce grazie alla sua iniziativa! “Nel dicembre 2010 ho costituito la Benati Group. La mia intenzione è quella di continuare una tradizione industriale di famiglia che non si è mai spenta. I nostri clienti non ci hanno mai dimenticati, dopo che l’azienda ha cessato la produzione. Hanno scorta della gamma Benati, da commercializzare sul mercato domestico. Un’altra partnership fu siglata in Argentina, con la società Tortone Spa, per la produzione di pale ed escavatori cingolati e gommati, su licenza Benati. Negli anni Ottanta, poi, la vocazione internazionale dell’azienda portò alla costituzione di due importanti società controllate: la Benati Usa Inc., a Upper Marlboro, nel Maryland, per la commercializzazione del marchio negli Stati Uniti e nel Canada, e la Benati U.K. Ltd, dedicata alle vendite nel Regno Unito”. Intanto la gamma Benati cresceva, con innovazioni continue, importanti. Quali furono i punti fondamentali dello sviluppo di gamma? “Come ho già anticipato prima, la produzione di escavatori passò dai modelli originari MAX alla serie BEN, che avviò la grande stagione degli escavatori cingolati CS e CSB, dal modello 90 al grande 910 da 102 t, la macchina più impegnativa mai prodotta negli stabilimenti Benati. Il best seller della linea dei grossi ecavatori cingolati, comunque, rimase il 610, un modello da 60 t operative che riuscì a conquistare un mercato importante come quello dei paesi arabi. Negli anni Ottan38 M T G I U G N O 2 0 1 1 n La pala cingolata Benati 716 ta, poi, Benati fu il primo costruttore a progettare e produrre una serie di pale cingolate idrostatiche, a controllo elettronico. La divisione macchine speciali, poi, realizzò piccole serie di macchine destinate alle opere ferroviarie, al settore della compattazione di rifiuti, ai lavori negli altiforni delle acciaierie, alla movimentazione di legnami e rottami ferrosi, alle opere di perforazione e fondazione. La grande fortuna delle terne Benati sul mercato internazionale, poi, intensificò l’interesse del gruppo Fiat all’acquisizione dell’azienda, dopo la morte di mio pa- cercato le macchine Benati sul mercato dell’usato, chiedendo in modo costante ricambi e consulenze. Oggi il marchio rinasce, con la proposta imminente di nuove macchine movimento terra: sono in fase di allestimento i prototipi di una pala gommata e di due escavatori cingolati di media dimensione, con i colori giallo, nero opaco e blu “BENATI”. Non voglio anticipare di più perché oggi la mia volontà è quella di riservare agli amici della Benati il regalo di un’emozione che riprende il suo corso, nel cuore di tutti quelli che ci sono sempre stati vicini”.