chopin, viaggio ultramondano

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chopin, viaggio ultramondano
CHOPIN, VIAGGIO ULTRAMONDANO
Musiche di Fryderyk Chopin (1810-1849)
Poesie di Hermann Hesse (1867-1962)
H. Hesse, Talvolta
F. Chopin, Notturno in si bemolle minore op. 9 n. 1
H. Hesse, Il ramo fiorito
F. Chopin, Scherzo in si bemolle minore op. 31 n. 2
H. Hesse, Nell’andare a dormire
F. Chopin, Notturno in do diesis minore op. 27 n. 1
F. Chopin, Notturno in re bemolle maggiore op. 27 n. 2
H. Hesse, Allegro
F. Chopin, Scherzo in do diesis minore op. 39 n. 3
F. Chopin, Polonaise in la bemolle maggiore op. 53
H. Hesse, Notte d’estate
F. Chopin, Polonaise Fantaisie in la bemolle maggiore op. 61
H. Hesse, Adagio
F. Chopin, Andante spianato in sol maggiore op. 22
Sonia Grandis voce recitante
Rosita Mariani danza contemporanea
Michele Fedrigotti pianoforte
Il progetto di questa sera è nato nel 2013 come recital pianistico per il Festival “Dante 20121” di
Ravenna. L’occasione dantesca ha sollecitato una riflessione su quanto istanze “ultramondane”
permeino la drammaturgia del “teatro interiore” di Chopin, dalla riflessione sulla mortalità umana
all’idea di una “Patria”, un’identità originaria, a cui nel viaggio terreno l’anima aspira a ritornare e
ricongiungersi.
Le presenze di pulsioni, memorie, idee, che generano nella scrittura pianistica gesti, strutture, in
un’interazione sempre rinnovata tra forma ed improvvisazione, ad esprimere una retorica, un’arte
del dire, che ha le sue matrici fondamentali nelle figurazioni e strutture bachiane ed arte della
diminuzione ed ornamentazione barocca da un lato, e nell’importanza di una melodia che manifesta
evidentemente l’amore di Chopin per il belcanto italiano e Bellini dall’altro, costituiscono il tessuto
dell’espressione di un ascolto interiore, di forze, di dialettiche, che sono la materia vivente
dell’animo romantico e della sua centratura sulla sua stessa natura, percorso ed individuazione, a
manifestare uno spazio di pensiero e di emozione che assume, nell’approfondimento della relazione
con un interiore potente, mutevole e invasivo, una valenza pre-simbolista.
Tutto ciò ha permesso un accostamento alle tematiche dantesche, un gioco che ci porta in un
percorso dall’“inferno” degli scherzi, tra presenze “demoniche” e promesse di redenzione e
resurrezione, al “Paradiso” dello splendore di una “Gerusalemme celeste”, città interiore, delle
Polacche, celebrazione di, o aspirazione ad, una Patria vittoriosa e liberata.
Qualche osservazione ad esemplificazione: il secondo scherzo, op. 31, è strutturato come una
riflessione sulla morte, nella continua presenza del suo inciso iniziale, frammento, anche nella
scrittura parallela a due mani, del continuum di memorie confuse del presto finale della Sonata op.
35, quella, appunto, caratterizzata dalla marcia funebre; nel terzo scherzo l’imperio del dramma
delle ottave iniziali, dopo l’introduzione affidata ad oscure presenze, ha il contraltare nella
promessa, o aspettativa, di una redenzione, di una resurrezione, nel “corale” centrale illuminato
dalla Grazia di una luce che discende sulle umane tribolazioni a lenirle e risolverle; il come questa
dialettica si risolva, tra speranze e disillusioni, certezze e dubbi, è affidato ad un finale insieme lirico,
travolgente e grandioso, tipico degli scherzi come di molte altre composizioni chopiniane.
Un’altra chiave di lettura è proponibile attraverso il significato precipuo delle tonalità in cui le
“parole” della drammaturgia chopiniana trovano espressione: tutta la parte di “inferno” gioca tra il
si b minore del notturno op. 9 n. 1 e dello scherzo op. 31 (e della correlata Sonata op. 35), il Do #
minore dello scherzo op. 39 e del notturno op. 27 n. 1, ed il Re b maggiore, relativo di Sib m ed
omologo maggiore di Do # m, luogo della risoluzione dei problemi, nella liberazione sospesa della
perfezione di dialogo d’amore a due voci del notturno op. 27 n. 2, e in molte parti dialettiche di
tutti i brani in Si b m. Il “Paradiso” è affidato invece al La b maggiore della Polacca op. 35, “eroica”
e della Polonaise fantaisie op. 61, ultima polacca, in cui la struttura si scioglie in un continuum di
pensiero, a testimoniare, come è tipico dell’improvvisazione, un percorso insieme di idee e di
emozioni che nasce nell’ascolto, nel momento presente, delle istanze che si propongono alla
coscienza e chiedono espressione e comunicazione.
Il finale, possibile comunione con un “Sè” ritrovato, tra memoria di infanzia, di un femminile
materno che è per Chopin la parte, l’anima polacca, la madre (il padre era francese) e lo splendore
di una melodia e di un’ornamentazione “celesti”, è invece affidato al Sol maggiore dell’Andante
spianato. C’è da aggiungere e sottolineare che la serata di oggi è arricchita ulteriormente da altri due
elementi, la Parola e la Danza, attraverso la presenza luminosa e aperta dell’orizzonte delle poesie di
H. Hesse, che dichiaratamente amava molto la musica di Chopin, affidate alla parola amica di Sonia
Grandis, e della “traduzione in tempo reale” in danza contemporanea del movimento di Rosita
Mariani, che si mette a disposizione della musica, a costituirne un altro piano, visibile, di
espressione, in una ricerca di condivisione con il pianista di una relazione con la sua matrice,
immateriale. Queste indicazioni, frammentarie, ci danno solo un primo spunto, un avvio iniziale, su
un cammino di ascolto, “viaggio ultramondano”, che la musica di Chopin questa sera ci propone,
in una costante ricchezza ed imprevedibilità, e che siamo dunque invitati a percorrere.
Buon viaggio!
Talvolta
E se l’idea è nata per quel Dante,
e sue celebrazioni ravennati,
non par indegno ch’anche un principiante
scriva due versi, che concatenati
giochino un po’ su questi temi alti
che in queste note vengono accennati...
Son gesti della mano, sono salti,
sono carezze ai tasti bianchi e neri,
che manifestan, sì che ben risalti,
il gioco di presenze e di pensieri
che anima Chopin ed il suo spirto,
in un percorso di moti sinceri,
a volte doloroso, oscuro ed irto,
a volte liberato nel respiro,
che incoronando lui d’alloro e mirto
induce in quei ch’ascolta gran sospiro
condividendo i moti di quell’alma
ch’angeli e demoni conduce in giro..
Benigna la tempesta spazzasse via le nebbie grigie!
Talvolta, quando un uccello canta
O un alito di vento percorre i rami
O un cane abbaia nel casolare più sperduto
Non posso che ascoltare e ascoltare e tacere.
La mia anima torna indietro nel tempo
E quando, e sono mille anni d’oblio,
L’uccello e l’alito di vento
Mi somigliavano ed erano miei fratelli.
La mia anima diventa un albero
E un animale e una trama di nuvole.
Mutata e straniera ritorna
e mi interroga... Come rispondere?
Il ramo fiorito
Incessante, e quà e là,
Si affanna il ramo fiorito nel vento,
Incessante, e su e giù,
Si affanna il mio cuore uguale a un bambino
Fra giorni chiari, giorni bui,
Far volere e rinunciare.
Così, fino a quando i fiori non saranno dispersi
E il ramo non sarà carico di frutti,
Fino a quando il cuore, sazio di fanciullezza,
Non avrà la sua pace
E ammetterà: pieno di passione e non inutile
È stato l’inquieto gioco della vita.
Pria che s’arrivi, infine, a quella calma,
che accoglie l’uom che Patria, Sè, ritrova,
troviamo l’ossessione della salma,
Me stanco per la giornata trascorsa,
Amichevole, la notte stellata deve accogliere
Il mio ardente desiderio,
Come un bambino stanco.
che giornalmente oscura si rinnova,
a cui s’oppone, vivo e dilettoso
Eros, signor di gioe dell’alcova;
Mani, cessate dall’operare,
Fronte, dimentica ogni pensiero,
Ora i miei sensi
Vogliono sprofondare nell’assopimento.
Ma alfin chi può risplendere è l’Amore
che pur struggente, e ancor, a tratti, dubbio,
s’afferma nella Luce, ed è Signore!
MdC
Notte d’estate
O notte d’estate fiammeggiante di oscurità!
Violini invitanti nel fresco giardino,
Sfere di luce fioriscono in archi morbidi, delicati.
Ride colei che danza con me.
Furtivo mi allontano. I rami
Di alberi in fiore albeggiano pallidi.
Oh, qualsiasi piacere ben presto si esaurisce,
Solo ildesiderio arde senza posa.
Splendide feste delle notti d’estate
Della mia giovinezza, dove siete finite?
Ogni danza, per quanto io sia lieto,
Scivola via senza calore, il meglio manca.
O notte d’estate fiammeggiante di oscurità,
Per una volta fammi vuotare la coppa colma di sogni
Del piacere fino all’ultima goccia,
Che io mi possa saziare e finalmente mi taccia!
Adagio
Nell’andare a dormire
troviam poter tremendo e spaventoso
di quei demon che ci squassano il cuore,
in modo perentorio e tempestuoso...
Un paese straniero mi circonda,
Strappandomi lontano dalla patria
Mi trascina senza meta la potente onda del destino.
O föhn, scaccia le nuvole,
Strappane il velo
Che la luce mi illumini gli incerti sentieri!
E l’anima incustodita
Vuole vagare in voli liberi
Per vivere in insondabile profondità
Nell’aura magica della notte.
Allegro
Il manto di nuvole si squarcia; dal cielo fiammante
Erra una luce inceta sulle valli abbacinate.
Trascinato dal föhn tempestoso
Con passo già stanco fuggo
Attraverso una vita gravata di nubi.
Oh, se sempre almeno per attimi
Fra me e la luce eterna
O sogno dammi quanto il giorno sottrasse;
Di notte, quando la volontà soccombe,
Le forze liberate prorompono,
Conformandosi a un presagio divino.
Il bosco mormora e il fiume, e il cielo blu notte
Dell’anima vigile è percorso da lampi d’estate.
Dentro di me e fuori di me
Sono invidioso, il mondo e io siamo uno.
Una nuvola percorre il mio cuore,
Un bosco sogna il mio sogno,
La casa e il pero mi raccontano
La saga dimenticata della comune infanzia.
Correnti risuonano in me, e dirupi danno ombra,
La luna e una pallida stella sono i miei fedeli
compagni di gioco.
Ma la mite notte
Che si china su di me con quiete nubi,
Ha il volto di mia madre,
Sorridendo mi bacia con infinito amore,
Scuote sognante, come in tempi passati,
La sua cara testa, e i capelli
Ondeggiano nel mondo, e vi tremano
Guizzando pallide miriadi di stelle.
(da Hermann Hesse, Musica e solitudine, traduzione di Paola Maria Filippi, ed. Reverdito)
SONIA GRANDIS
Si diploma in recitazione con premio e medaglia d’oro all’Accademia dei Filodrammatici di
Milano con Ernesto Calindri. Si laurea in Lettere all’Università Cattolica con una tesi sullo
spettacolo barocco segnalata al Premio Ludovico Zorzi e pubblicata.
Lavora in teatro, televisione, radio e cinema.
Docente di Teoria e Tecnica dell’interpretazione scenica presso il Conservatorio “G. Verdi”
di Milano, si occupa anche di teatro musicale e regia lirica.
Recentemente ha curato la regia del primo testo teatrale in lingua veneta, Laude della Passione,
ad Arco di Trento.
Con l’Associazione Kairos e il pianista Michele Fedrigotti collabora da anni in concerti
spettacolo (tra cui Le Giardiniere, dedicato alle donne del Risorgimento milanese).
Ha al suo attivo molti reading con la giornalista e scrittrice Valeria Palumbo e il gruppo
Cantarstorie sui temi del femminile. Ha partecipato come assistente e come attrice al docufilm su Gesualdo da Venosa O dolorosa gioia, regia di Francesco Leprino.
Curerà la regia de I Promessi Sposi di Ponchielli, evento di chiusura delle manifestazioni Expo
del Conservatorio di Milano.
ROSITA MARIANI
Dopo una carriera professionale come danzatrice, negli anni sta sviluppando il suo lavoro di
ricerca in ambito sia didattico sia performativo, mettendo al centro del suo interesse
l’universalità del corpo e l’unicità della persona: a partire dall’anatomia umana, esplora
l’incontro di movimento, danza, musica, teatro, immagine, con l’idea che ogni persona abbia
un corpo con una danza dentro.
Si occupa parallelamente di creazione coreografica, con lucylab.evoluzioni, compagnia di
cui è direttrice artistica dal 2004, e di formazione, attraverso attività didattiche rivolte a
professionisti, a giovani danzatori, a persone interessate all’esperienza del movimento, a
bambini. L’educazione attraverso il corpo e la danza è, in questo momento, uno dei suoi
interessi principali.
Dedita da diversi anni allo studio dell’anatomia esperienziale, approccio somatico al
movimento che ha modificato il suo modo di insegnare e di creare, ha iniziato recentemente
la formazione in Anatomia Esperienziale Body-Mind Centering® presso Leben Nuova. Da
tre anni pratica Qi gong. È membro del Conseil International de la Danse dell’Unesco.
Il suo incontro con la danza è avvenuto dopo esperienze formative diverse tra cui
espressione corporea, ginnastica artistica, mimo e teatro fisico. La sua formazione,
intrecciatasi fin dal suo inizio con il lavoro di danzatrice e focalizzatasi a lungo su principi e
metodologie provenienti dalla danza contemporanea di matrice americana , è avvenuta
prevalentemente in Italia e per un periodo negli Stati Uniti; ha attraversato fasi diverse, dal
balletto all’improvvisazione radicale, alla ricerca di una profondità dello sguardo insieme al
gusto per la sorpresa che viene dal movimento.
Danza professionalmente dal 1987. Ha collaborato per lunghi periodi con le coreografe
Deborah Weaver, Teri J. Weikel e Ariella Vidach - a.i.e.p., partecipando attivamente ai loro
percorsi di ricerca. Come danzatrice free lance ha lavorato in produzioni di Robert Wilson,
Roberto Castello - Aldes, Studio Azzurro e al Teatro Alla Scala di Milano. Dal 1995
collabora con altri artisti alla realizzazione di progetti performativi. Ha danzato in Italia,
Francia, Svizzera, Germania, Slovenia, Repubblica Slovacca, Malta. Alcuni suoi lavori video
sono stati programmati in festival di cinema e di settore in Italia, Francia, Colombia, Brasile.
Dal 2000 è docente in corsi di formazione professionale per danzatori e per insegnanti.
Tiene regolarmente seminari e conduce laboratori di sperimentazione e ricerca per danzatori
e per curiosi del movimento. Ha collaborato con istituzioni scientifiche come docente in
seminari accreditati ECM e con l’Accademia di Belle Arti di Brera. Collabora stabilmente
con CSC Anymore di Bergamo e con il Bloom di Mezzago. Conduce laboratori sul corpo in
movimento e la danza nella scuola pubblica.
MICHELE FEDRIGOTTI
Compiuti gli studi musicali presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, diplomandosi in
pianoforte e clavicembalo a pieni voti e lode, ed in composizione e direzione d’orchestra,
svolge un’intensa attività musicale, come pianista, compositore, direttore d’orchestra e
didatta, con un’attenzione particolare a F. Chopin ed all’improvvisazione. Insegna pianoforte
e materie correlate dal 1976 (Civica Scuola di Musica di Milano, poi dal 1995 Conservatori di
Lecce, Piacenza, Ferrara, Milano, Alessandria, Novara, sede attuale). Per un decennio è stato
direttore pedagogico e artistico dell’Accademia Vivaldi di Locarno (CH). Tra gli enti ed
istituzioni italiani e stranieri con cui ha collaborato ricordiamo il Teatro alla Scala, i
Pomeriggi Musicali, l’Angelicum, Milano Classica, l’Università Cattolica a Milano, il Teatro
La Fenice di Venezia, il Festival dei Due Mondi di Spoleto, i Teatri Comunale di Bologna e
di Firenze, il Teatro dell'Opera di Genova, il Teatro Regio di Parma, il Teatro Gioco Vita di
Piacenza, l’Autunno musicale di Como, il Teatro nazionale di Varsavia, il Wielki Teatr di
Poznan, l’Orchestra sinfonica della Radio e Televisione rumena di Bucarest, l’Orchestra
Filarmonica ceca di Praga, l’Orchestra Nazionale della Moldavia, la Royal Philarmonic di
Londra, Telethon Svizzera. La sua vita professionale è stata caratterizzata da numerose
collaborazioni con artisti di diverso ambito tra cui Carla Fracci, i cantanti F. Battiato, Alice,
Giuni Russo, i registi Giuseppe Piccioni, Giacomo Campiotti, Alina Marazzi, gli attori
Edmonda Aldini, Moni Ovadia, Ferruccio Soleri, i conpositori L. Abatangelo, L. Chailly, F.
Battiato, C. Galante, M. Tutino, R. Cacciapaglia, D. Lorenzini, L. Einaudi, E. Morricone, A.
Nidi, A. Nunez Allauca, G. Pio, T. Rinesi. Come compositore è autore tra l’altro di una
Cantata (“Cristo e i Giudici”), di musiche per il teatro ed il cinema (“Il sassofono”, “La vita
che vorrei”, “Giuseppe Moscati l’amore che guarisce”, “Un’ora sola ti vorrei”, “Per
sempre”) e di musiche per CD e spettacoli per l’infanzia: “Pepè e Stella” (2006) “Ranocchio”
(2009), “Chien bleu” (2010), “Piccolo Asmodeo” (2012), “La Pietra e il Bambino” (2013), “I
musicanti di Brema” (2012), “Sette veli intorno al re” (Sony Music 2004). Ha fondato nel
2009 l’Associazione musicale Kairòs, per la diffusione della cultura musicale, di cui è
presidente. Dall’inizio del 2014 è direttore artistico dell’Orchestra da camera Milano Classica,
con cui si ricorda, per l’inaugurazione della stagione 2010/11, l’esecuzione del Concerto op.
11 di F. Chopin su Broadwood del 1849.
Associazione “Amici di Milano Classica”
XXIII STAGIONE CONCERTISTICA 2014-2015
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Consiglio direttivo
Maria Candida Morosini presidente
Sandro Boccardi, Stefano Caldi, Sergio Giuli, Roberto Turriani
Soci promotori
Laura Bianco, Maria Candida Morosini, Vincenzo Sironi
Palazzina Liberty – Largo Marinai d’Italia, Milano
sabato 30 maggio ore 21.00
Nell’ambito di Forse quel giorno – Settimana di Cultura Polacca
MOŻE W TYM DNIU – Omaggio a Wisława Szymborska
Soci sostenitori
Paolo Beltrame, Angelo Binda e Giancarla Salmaso, John W. Buss,
Stefano Filippo Caldi, Chiara Buss Fumagalli, Giuseppe e Mariangela Cappelletti,
Nico Cerana, Massimo De Giuli, Faustina Bassani, Franca Sironi,
Maria Angela Visentini
Soci ordinari B
Martha Barzano-Waser, Antonio Cao, Maria Ceppellini, Emanuela Crescentini,
Anna Feltri, Carla Ferrari Aggradi, Sergio Giuli, Miranda Mambelli, Lia Mangolini,
Arnaldo Masserini, Ada Mauri, Liliana Nicodano Mutti, Maria Simonetta Pavan,
Marisa Pogliago, Nerina Porta, Franco Salucci, Franco Schönheit,
Ada Somazzi Mellace, Luciana Tomelleri, Paola Valagussa,
Anne Marie Wille, Brigitte Zanetti
Soci ordinari A
Antonia Ausenda Fattori, Mario Bazzini, Giovannella Bazzini Salvadori,
Enrico Bigliardi, Donatella Bisutti, Fabrizio Brambilla, Claudio Buzzi,
Piera Caramellino, Carlo Cattaneo, Paolo Clerici, Nicoletta Contardi,
Alfredo Cristanini, Sig.ra Dallera, Maria Grazia Dominici Inzaghi,
Isabella Dominici Inzaghi, Maria Elisa Ettorre, Reldo Ferraro, Modesta Ferretti,
Pietro Fornari, Enrica Garcia Bonelli, Matilde Garelli, Giuliana Giardini Clerici,
Alessandro Grazzi, Franco Groppi, Vittoria Groppi Civardi,
Maria Luisa Guatteri Vismara, Maria Laura Locati, Marisa Malerba,
Elena Manzoni Di Chiosca, Francesca Montanari, Maria Elisa Massagrande,
Lilli Nardella, Rosanna Pagnini, Letizia Pederzini, Roberta Podestà,
Anna Maria Prearo Chiolini, Marina Presti, Pierina Ranica, Roberta Rossi,
Anna Rosso, Noris Sanchini, Maria Luisa Sangalli, Nadia Scarci, Annamaria Spagna,
Giuliana Tongiorgi, Maria Teresa Traversi, Roberto Turriani, Ernesto Vismara
In collaborazione con Consolato Generale di Polonia in Milano
CHOPIN, VIAGGIO ULTRAMONDANO
Musiche di Fryderyk Chopin
Poesie di Hermann Hesse
Sonia Grandis voce recitante
Rosita Mariani danza contemporanea
Michele Fedrigotti pianoforte
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