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GIALLE
notizie dalla Federazione Nazionale Profumieri
FENAPRO
INNOVARE SENZA RISORSE
È IMPOSSIBILE
FILO DIRETTO
Per far sentire la vostra
voce scrivete a:
FENAPRO
Corso Venezia, 49
20121 Milano
Stando a quanto emerso dall’Osservatorio
Confcommercio, tra gennaio e ottobre dello
scorso anno, nel comparto cosmetici e articoli di
profumeria, a fronte di 414 aperture di punti
vendita ci sono state 1097 chiusure, con un saldo
negativo pari a 683 unità. La crisi, è fatto noto, sta
falcidiando i negozi indipendenti, piegati da spese
fisse sempre più alte e da una pressione fiscale
tra le più alte al mondo. La necessità di adattarsi
al cambiamento, di individuare business model
più aderenti alla mutata situazione di mercato, per
quanto indispensabile, non può far dimenticare
che spesso il percorso di rinnovamento è tarpato
dall’impossibilità di far fronte a costi di gestione
schiaccianti e da una crisi di liquidità che si fa
drammatica a causa di un sistema bancario che
eroga credito con il contagocce. “L’imprenditore
che innova è anche quello che esce prima e
meglio dalla crisi e innovare oggi deve essere alla
portata di tutti”. Parole giustissime quelle di Carlo
Sangalli, ma vanno anche trovate le risorse per
poter innovare.
www.fenapro.it
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CommerCio,
il saldo
è sempre più
in negativo
sono sempre più numerose le imprese del
terziario Che Cessano l’attività rispetto
alle nuove isCrizioni. a riportarlo è il
Consueto osservatorio ConfCommerCio
sulla demografia delle imprese.
di Giovanna Maffna
L’Osservatorio Confcommercio è uno
strumento di analisi quadrimestrale sui
cambiamenti nella struttura produttiva del
terziario e fotografa il mercato di riferimento
attraverso il monitoraggio dei fussi mensili
delle iscrizioni e delle cancellazioni di
imprese presso gli uffci delle Camere di
Commercio collocate sul territorio. L’ultimo
- al momento in cui scriviamo - pubblicato,
mette in evidenza come da gennaio a
ottobre dello scorso anno siano sparite 260
imprese al giorno. Nei primi dieci mesi del
2014, infatti, il saldo tra aperture e chiusure
è negativo di quasi 78mila unità e in leggero
aumento rispetto allo stesso periodo
dell’anno scorso (-76.489); saldi negativi e in
peggioramento si rilevano anche nei singoli
comparti - commercio al dettaglio
alimentare e non alimentare (-25.600),
alloggio e ristorazione (-13.759), altre attività
di servizi (-26.272) - con l’unica eccezione
del commercio ambulante che rispetto al
2013 registra una crescita del numero di
imprese, presentando un saldo positivo tra
iscrizioni e cessazioni pari ad oltre 1.600
unità; alla base di queste dinamiche
negative, il protrarsi della recessione e la
crisi dei consumi delle famiglie, i cui effetti si
sono esplicati indistintamente sull’intero
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territorio nazionale con saldi negativi in tutte
le regioni e una riduzione particolarmente
consistente al Sud.
il saldo nel
Comparto bellezza
Nello specifco, con riferimento al comparto
cosmetici e articoli di profumeria, ecco
quanto emerge dall’Osservatorio: tra
gennaio e ottobre del 2013, il comparto ha
registrato 376 nuove iscrizioni e 1130
cessazioni, con un saldo negativo di -754.
Lo scorso anno, invece, a fronte di 414
iscrizioni, sono 1097 gli esercizi che hanno
chiuso, con un saldo negativo pari a 683
unità. Particolarmente consistente è stato il
saldo negativo del Mezzogiorno (-26.287
imprese) e del Nord-ovest (-20.980
imprese). Rispetto allo stesso periodo del
2013 solo nel Nord-ovest il saldo negativo si
è attenuato grazie ad un calo delle
cancellazioni. A livello regionale, nei primi
dieci mesi del 2014, Lombardia, Veneto,
Liguria, Toscana, Umbria, Calabria e
Sardegna si distinguono per una riduzione
del proprio saldo negativo rispetto al 2013.
La fase di recessione-stagnazione, che ha
caratterizzato gran parte del 2014, non
sembra destinata a mutare radicalmente nei
prossimi mesi, stante la debolezza di tanti
indicatori congiunturali, alcuni dei quali
segnalano un peggioramento. Continua a
deteriorarsi a novembre il clima di fducia
delle famiglie, che da agosto non mostra
segnali di inversione di tendenza. E i
consumi di Natale saranno inevitabilmente
in linea con l’andamento attuale.
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presenza
digitale,
istruzioni
per l’uso
in linea generale, è possibile identifiCare
tre diversi ‘livelli’ Caratterizzanti
la presenza online di un negozio,
riChiedendo un CresCente impegno e
impatto su attività anChe offline.
impatto soCial
Anche i social media rappresentano
un’importante occasione per rafforzare la
visibilità, notorietà e reputazione del negozio,
aumentare le possibilità e occasioni di
dialogo con clienti e potenziali clienti,
rafforzare il posizionamento sui motori di
ricerca, in particolare per le pagine prodotto,
creare una ‘community’ di appassionati
attorno al proprio negozio, ascoltare i clienti
e raccogliere suggerimenti utili per offrire un
servizio migliore. Cerchiamo di capire perché
nel dettaglio. Rafforzare la visibilità, notorietà
e reputazione del negozio è importante?
Certamente sì, perché un negozio
disponibile a esporsi in prima persona
potrebbe essere percepito come più
affdabile, contribuendo a ridurre la diffdenza
legata all’immaterialità del web. Così come
aumentare le possibilità e occasioni di
dialogo con clienti e potenziali clienti, anche
quelli che non necessariamente cercano
oggi di acquistare, ma che potrebbero farlo
in futuro. Diventa poi fondamentale anche
rafforzare il posizionamento sui motori di
ricerca, in particolare per le pagine prodotto,
spesso condivise nelle conversazioni, e
creare una ‘community’ di appassionati
attorno al proprio negozio con cui sviluppare
relazioni profttevoli al di là del negozio o del
sito web. I social media insegnano: sono
diventati uno strumento potentissimo per
creare community di clienti, e non solo
community virtuali. Nel negozio capace di
performare con le nuove sfde del mercato
valgono poi le logiche di sempre, vale a dire
ascoltare i clienti e raccogliere suggerimenti
utili per offrire un servizio migliore,
incrementare la possibilità di offrire
velocemente assistenza al cliente e
promuovere i propri prodotti stimolando il
coinvolgimento degli utenti, e generare
‘traffco’ verso il negozio.
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Essere online con una vetrina impattante
diventa prioritario per ogni profumeria.
Ma, quali sono le opzioni che possono
guidare la scelta? Proviamo,
sinteticamente, a indicarvele. La prima
opzione, la più ‘basic’, consiste nello
sviluppare un sito web affdandosi a un
tecnico competente e che abbia già
esperienza in materia. Velocità,
freschezza, forte interazione con il
pubblico, non sono che alcune delle
caratteristiche che il sito deve avere. La
seconda opzione, più articolata rispetto
alla prima, integra la presenza del negozio
sul web con un forte coinvolgimento
dell’utenza, la sua proflazione e la
conseguente personalizzazione della
relazione e del servizio offerto, per
rafforzare il legame con clienti che hanno
comprato e potrebbero decidere di farlo
nuovamente, ma anche con chi non ha
ancora deciso di comprare e potrebbe
farlo nel futuro. È il salto che fanno coloro
che decidono di trasformare il loro sito da
‘statico’ in una vetrina con strumenti di
coinvolgimento dei visitatori. La terza
opzione, che richiede un forte impegno e
ha il maggiore impatto sulle attività e sui
processi del negozio, consiste nella
vendita online.
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contraffazione
dei prodotti
cosmetici e i canali
più coinvolti
dalla confcommercio di torino, uno
spaccato dal valore nazionale riguardo
alla percezione sul problema della
contraffazione e a quali sono i canali
più direttamente coinvolti nel fenomeno.
Lo scorso novembre, la camera di
commercio di Torino ha condotto
un’indagine sul fenomeno della
contraffazione dei prodotti cosmetici
coinvolgendo un campione di indagine di
200 famiglie collocate sul territorio, così
suddivise: 41,5%single; 19,5% coppia con
un fglio; 16,5% coppia senza fgli; 12%
coppia con più fgli; 6,5% monoparenti.
L’indagine ha fornito uno spaccato della
realtà piemontese, fornendo tuttavia non
pochi spunti di rifessione in termini generali.
i più contraffatti
Relativamente ai prodotti percepiti come più
contraffatti, l’82% del campione ha indicato
le fragranze, il 58,5% i prodotti per il
make-up, il 50% le creme di trattamento per
il viso e il corpo e, via via, i prodotti per
capelli (39,5%), i sapone e bagnoschiuma
(29,5%), i deodoranti (18%). Interpellati
invece sui luoghi in cui è più facile acquistare
prodotti cosmetici contraffatti, al primo
posto, con una percentuale del 33%, gli
interpellati hanno indicato i mercati e le
bancarelle, seguiti dall’online e dalla vendita
per corrispondenza, additati come
responsabili dal 21,5% del campione e dalle
vendite porta a porta, citati dal 9,5% degli
interpellati a pari merito con il discount. I
canali più sicuri in tal senso sono risultati
essere, rispettivamente, la farmacia, dove il
95,9% del campione interpellato ha
dichiarato che ‘non è per nulla facile
acquistare prodotti contraffatti’, e i negozi
specializzati, profumeria inclusa, (84,5%),
seguiti dai supermercati (71,5%).
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Relativamente ai luoghi d’acquisto abituali
dei consumatori, splittati per categoria di
prodotti cosmetici, la profumeria e i negozi
specializzati sono risultati essere i preferiti
per quanto riguarda i profumi e il makeup,
posizionandosi invece di poco secondi ai
supermercati e ipermercati per quanto
riguarda i prodotti di trattamento viso e
corpo. La grande distribuzione continua ad
essere il canale preferito anche per quanto
riguarda l’acquisto di toiletries e di prodotti
per capelli. Riguardo ai fattori determinanti
nella scelta di un cosmetico, al primo posto
è stata citata l’abitudine (61%), quindi il
miglior rapporto qualità-prezzo, (58%), le
offerte (27,5%), il fatto che si tratti di un
prodotto di marca (19%) e, via via, il
consiglio degli amici e la sua economicità
(4%). Relativamente all’abitudine a leggere
gli ingredienti dei cosmetici, il 40% del
campione ha dichiarato che al momento
dell’acquisto non bada agli ingredienti
contenuti, il 39% che non legge l’etichetta
perché non sa riconoscere gli ingredienti, il
34% di leggere gli ingredienti anche se ne
conosce solo una parte, mentre solo
un’esigua percentuale, il 4,5%, li legge e sa
riconoscerli. Nel caso di risposta
affermativa, è risultato che i prodotti di cui si
legge di più l’etichetta sono le creme (27,5%),
i saponi 16%, i prodotti per capelli 13% e, via
via, i deodoranti, il make-up, i prodotti per la
rasatura e i profumi. Quanto all’acquisto di
prodotti contraffatti, il 7% ha dichiarato di
averli acquistati consapevolmente; l’84,9% di
non averli acquistati e l’8% di averli acquistati
senza saperlo.
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