8 novembre 2005 - Comune di Agrigento

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8 novembre 2005 - Comune di Agrigento
VERBALE DELLA SEDUTA CONSILIARE DEL COMUNE
DI AGRIGENTO DEL 08/11/05
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Chiamiamo l’appello. Sono 19 presenti, 11
assenti, la seduta è valida. Propongo quali scrutatori della seduta i Consiglieri
Galvano, Gramaglia e Calabrese. Chi è d’accordo rimanga seduto, chi è contrario si
alzi. Il Consiglio approva.
Prendiamo atto che in questo momento entra il Consigliere Salsedo. Continuiamo
con la trattazione del Piano Particolareggiato del Centro Storico. Abbiamo stabilito
nella Conferenza dei capigruppo di oggi che continueremo con la trattazione degli
emendamenti, posto che la discussione di carattere generale è stata affrontata in più
sedute, quindi adesso dovremmo entrare nel merito degli emendamenti. Già il primo
lo abbiamo esitato, ce n’è ancora altri 33 da esaminare. Quindi, per darci un metodo,
peraltro ne avevamo discusso in precedenza, si illustreranno gli emendamenti, si
può intervenire solo sull’emendamento e quindi poi procediamo con la votazione
degli emendamenti. Architetto Campanella, possiamo andare avanti con il secondo
emendamento.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Iniziamo con il secondo emendamento che è stato
proposto dal gruppo Principato, Salsedo e altri. Vi leggo il testo dell’emendamento:
“Realizzare un parcheggio autobus e autovetture per i turisti nello slargo di via Santo
Stefano, via XXV Aprile, terreno libero a monte a ridosso dei civici 138 e 100 e
contestualmente organizzare una scala mobile in direzione nord – sud, di
collegamento tra la medesima via Santo Stefano e la piazza Don Minzoni”. Per
questo emendamento l’Ufficio ha espresso parere favorevole, perché si tratta della
realizzazione di un parcheggio di un terreno senza pendenze, già al piano, e una
scala mobile che è possibile sotto l’aspetto progettuale a condizioni che ora vado a
leggere: “In ordine all’emendamento si esprime parere favorevole con le seguenti
precisazioni: il parcheggio di cui all’emendamento può essere realizzato
aumentando la dotazione di questo tipo di attrezzatura senza che il verde diminuisca
in maniera significativa. Per quanto riguarda la scala mobile, la stessa può essere
prevista in applicazione di un comma aggiuntivo all’articolo 27 delle norme di
attuazione, che così deve recitare: previa elaborazione di studio di fattibilità,
progettazione esecutive e pareri favorevoli degli enti preposti alla tutela dei vincoli,
negli spazi liberi è consentito realizzare una scala mobile di collegamento tra la via
XXV Aprile e piazza Don Minzoni, evitando soluzioni geometriche elementari e
dissonanti con la morfologia dei luoghi”.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Chiede di intervenire il Consigliere proponente
Principato, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PRINCIPATO – Signori Consiglieri, signori Assessori, io volevo un
attimo ritornare sul primo emendamento che è articolato in tre parti: B1, B2 e B3. Sul
primo emendamento ci siamo espressi su tutti e tre. Siccome l’emendamento N. 1
racchiudeva tre subemendamenti, volevo capire se già questo Consiglio si era
espresso su tutti e tre gli emendamenti.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, abbiamo già fatto una votazione.
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CONSIGLIERE PRINCIPATO – Il primo emendamento riguardava il collegamento
tra piazza Don Minzoni e la via XXV Aprile. Il secondo emendamento era riaprire la
via Neve al transito veicolare, come B1, e il B2 definire la zona a traffico limitato dei
quartieri principali Atenea, San Girolamo, Cattedrale, Gamez, Foderà e San
Francesco.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Noi lo avevamo votato nel suo unicum, quindi
già il Consiglio si è espresso su questo emendamento. Peraltro avevamo già anche
letto il parere articolato per ciascun subemendamento.
CONSIGLIERE PRINCIPATO – Non avevamo votato singolarmente?
L’emendamento proposto dal sottoscritto riguardava 4 aspetti di quell’emendamento.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Era unico e l’abbiamo votato nel suo
complesso.
CONSIGLIERE PRINCIPATO – Quando feci un excursus sull’emendamento avevo
detto che consegnavo una tavola, facente parte integrante a specifica del primo
emendamento, come collegamento Piazza Don Minzoni e via XXV Aprile, che
questa sera consegno a questo ufficio.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Peraltro è notizia di oggi che questa strada è
stata finanziata, io sono stato uno di quelli a votare a favore di questo
emendamento. Le do atto che aveva ragione.
Il parere l’abbiamo letto. Se non ci sono altri che devono intervenire, possiamo porre
ai voti questo emendamento, che ha il parere favorevole degli uffici. Prego
Consigliere Licata.
CONSIGLIERE LICATA – Signor Presidente, colleghi Consiglieri. Ho sentito con
attenzione l’emendamento. In parte mi può anche trovare favorevole, però non
riesco a capire nell’ottica generale come si possa inserire questo emendamento. Io
posso capire se il progettista in un piano organico decide di fare a corona nel Centro
Storico dei posteggi ben precisi e poi decide, attraverso scale mobili, tra l’altro che è
un suggerimento dato pure dal CRU, portare gli eventuali ospiti, in questo caso
turisti, da valle verso monte, verso il costone dove insiste via Duomo. Ripeto, in
un’ottica generale si potrebbe anche capire, però, messo come soluzione tampone,
tanto per fare qualcosa e cercare di aggiustare il Piano, mi sembra una cosa che
non ha né senso né coda e né testa. Ripeto, in un’ottica generale potrebbe anche
andare, però l’ottica generale va completata con altri interventi. Quali sono gli altri
parcheggi tutti attorno al Centro Storico che possono essere fruiti dagli utenti e dai
turisti? In atto ne abbiamo ben pochi, anzi, forse il progettista non ne ha previsto.
Potrei anche ricordare male. Sarebbe opportuno, quindi, in questa fase discutere
pure la eventualità di creare altri parcheggi attorno al Centro Storico, potere creare
altre possibilità di vie di penetrazione o pedonale oppure con scale mobili verso il
Centro Storico, ma ripeto, in un’ottica complessiva di un disegno ben preciso che in
questo progetto del Piano Particolareggiato del Centro Storico non riesco
assolutamente a intravedere. Quindi, in questa fase, che è quella del dialogo tra i
consiglieri comunali per cercare di apportare dei miglioramenti a questo Piano
Particolareggiato, per evitare che lo stesso possa essere bocciato dal CRU, perché
così come è sicuramente sarà bocciato, perché basta prendere un vocabolario
italiano, ad esempio ho preso lo Zanichelli, alla voce rielaborazione dice una cosa
ben precisa, rifare nuovamente con criteri diversi. Tutto l’intervento è stato rifatto,
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mancano i criteri diversi a cui ispirarsi. I criteri sono stati mantenuti, gli stessi erano
nell’elaborazione originale, gli stessi sono in quest’altra elaborazione che in atto ci
viene proposta. Sono state apportate in quei criteri sbagliati di allora delle correzioni
che il CRU ha ritenuto opportuno perché erano troppo evidenti, il verde pubblico, la
viabilità, i parcheggi, tutto quello che il CRU a suo tempo aveva evidenziato. Ripeto,
in questa fase però manca la visione globale, la visione completa, il perché bisogna
creare questo parcheggio, in che ottica va inserito e gli altri parcheggi
eventualmente dove li dobbiamo fare. Grazie.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Per dichiarazione di voto chiedeva di
intervenire il Consigliere Calabrese.
CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie signor Presidente, colleghi Consiglieri,
signor Assessore. Io intervengo perché preannunzio, visto che la scorsa volta su
questo Piano è stato detto di tutto e di più, non me ne vogliano i colleghi consiglieri
che si sono prodigati a presentare gli emendamenti per cercare di migliorare questo
Piano e preannunzio la mia astensione dal dibattere, condividere eventualmente gli
emendamenti, perché comunque ritengo che il Piano nella sua interezza merita di
essere rielaborato. Gli emendamenti, pur andando nella direzione di cercare di
migliorarlo in effetti poco incidono e siccome al voto finale dovrei esprimere un voto
di netta bocciatura di questo Piano, ritengo inutile perdere ancora tempo su questi
emendamenti e su questo Piano, quindi preannunzio la mia astensione dal votare gli
emendamenti e preannunzio il mio voto finale contrario al Piano stesso.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Passiamo ai voti per appello nominale: chi è
d’accordo dica sì, chi è contrario dica no. Proclamo l’esito della votazione: 14 voti
favorevoli, 5 astenuti. Il Consiglio approva.
Possiamo procedere con il terzo emendamento. Prego Architetto Campanella.
ARCHITETTO CAMPANELLA – L’emendamento N. 3 parla anche esso di
parcheggi ed è diviso in diversi punti: “Individuare i parcheggi interni per i residenti
nelle aree inedificabili e negli slarghi esistenti, razionalizzandone e disciplinandone
l’uso con zonizzazione e autorizzazione da inserire nelle norme di attuazione, con
possibilità di presentare progetti anche da parte dei privati”. Si elencano qui di
seguito alcune aree: aree attualmente abbandonate in via Garibaldi in prossimità
della salita San Giacomo, area a valle di via Garibaldi di fronte la Chiesa Santa
Caterina, area di risulta di demolizione di fabbricati. Largo lungo la via delle Mura in
prossimità del campetto San Michele, largo dietro la Chiesa il Purgatorio, accessibile
dalla via Foderà già in atto autorizzata a parcheggio, via San Giacomo dietro ex
Distretto militare, via Gioieni in direzione verso via XXV Aprile, a sinistra scendendo
tra i civici 183 e 185, via Gioieni in direzione verso via XXV Aprile, sempre
scendendo a sinistra tra i civici 191 e 193, via Gioieni in direzione verso la via XXV
aprile, quindi sempre scendendo, a destra di fronte al civico 235, area compresa tra
la via Gioieni e la via Imera, area limitrofa al perimetro del Centro Storico, piazzale
Rosselli, Santa Croce, San Michele”. Su questo emendamento l’Ufficio ha dato per
alcuni punti parere contrario, e specifico le motivazioni, e per altri punti parere
favorevole.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – A questo punto dobbiamo procedere con
singole votazioni dei subemendamenti.
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ARCHITETTO CAMPANELLA – L’emendamento si divide in 8 punti, alcuni hanno
fattibilità per essere eseguibili e quindi noi siamo propensi a dare parere favorevole,
altri hanno delle motivazioni precise per cui non è possibile tecnicamente…
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Io preferirei fare due singole votazioni, una
votazione per quanto riguarda quel gruppo di subemendamenti per i quali l’Ufficio ha
espresso un parere favorevole e un’altra votazione di quei subemendamenti per cui
è stato espresso un parere contrario.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Per il punto A, che riguarda area attualmente
abbandonata in via Garibaldi in prossimità della salita San Giacomo, per intenderci,
su questo l’Ufficio ha dato parere contrario, in quanto l’area di via Garibaldi, in
prossimità della salita San Giacomo, è destinata dal Piano di Santa Croce al PEP,
scelta che appare abbastanza oculata rispetto al Piano di Santa Croce, quindi è fuori
del perimetro del Centro Storico che noi andiamo a discutere questa sera. Poi per il
punto B, area a valle di via Garibaldi, di fronte la Chiesa Santa Caterina, se non
sbaglio dovrebbe essere quell’area dove c’era quel fabbricato che è stato demolito,
su questo l’Ufficio esprime parere favorevole in quanto l’area può essere destinata a
parcheggio a raso, perché già di fatto è un piano. Sul punto C, largo lungo via delle
Mura in prossimità del campetto San Michele, il parere è contrario in quanto lungo la
via delle Mura già sono previsti i parcheggi richiesti, vedi tavola 5.10. Per quanto
riguarda il punto D, largo dietro la Chiesa Purgatorio, accessibile dalla via Foderà,
già in atto autorizzata a parcheggio, parere favorevole. L’area può essere destinata
a parcheggio a raso, in quanto già di fatto è così. Per il punto E, via San Giacomo
dietro ex Distretto militare, parere contrario in quanto trattasi di piccolo slargo,
analogo a molti altri del Centro Storico, che può essere adibito a parcheggio, a
prescindere da prescrizioni urbanistiche. In atto molti di questi slarghi sono utilizzati
a parcheggio. Anche questo potrebbe essere favorevole, lo posso anche correggere.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Quindi a questo punto il parere è favorevole.
Abbiamo esitato il punto E, andiamo avanti.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Poi ci sono F e G che sono tutti e due su via
Gioieni, direzione verso via XXV Aprile e per il punto F e G l’Ufficio esprime parere
favorevole. Possono essere previsti piccoli parcheggi che non comportino
consistenti sbancamenti, quindi, lungo l’asse della strada. Poi c’è il punto H, via
Gioieni in direzione verso la via XXV Aprile a destra. H e I sono tutti e due uguali,
quindi I, area compresa tra la via Gioieni e la via Imera, su questo l’Ufficio esprime
parere di improponibilità in quanto si tratta di area esterna al Piano Particolareggiato,
perché il limite del Piano Particolareggiato è lungo la via Gioieni a monte. Poi per
l’ultimo punto: “Area limitrofa al perimetro del Centro Storico, piazzale Rosselli,
Santa Croce e San Michele”, contrario in quanto le aree citate o sono esterne al
perimetro del Centro Storico o non sono individuabili.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – A questo punto possiamo fare due votazioni
distinte, una che riguarda tutti quei punti per i quali l’Ufficio ha espresso il parere
favorevole e sono il punto B, il punto D, il punto E, di cui l’Architetto Campanella ha
modificato il parere ed è diventato favorevole, il punto F, il punto G. Poi faremo una
successiva votazione per quanto riguarda i punti A, C, H, I e J, che sono quei punti
per i quali l’Ufficio ha espresso parere negativo. Procediamo con la votazione. La
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possiamo fare per alzata e seduta. Chiede di intervenire prima della votazione il
Consigliere Licata che ne ha facoltà. Prego.
CONSIGLIERE LICATA – Signor Presidente, è una valutazione sull’intero
emendamento, la legge 70 del 76 all’articolo 20 recita testualmente che il Comune di
Agrigento, anche in rapporto alle finalità previste dalla legge 28 settembre 66 N. 749
5 giugno 74 la N. 283, è autorizzato a redigere un Piano Particolareggiato del Centro
Storico della città, avente come obiettivo il recupero sociale, culturale, funzionale e
ambientale dei monumenti ivi esistenti. Sicuramente creare dei parcheggi va verso
questa direzione, però manca il quadro generale. Normalmente prima si fa il
recupero sociale, culturale, funzionale e ambientale. Funzionale in questo caso
sarebbero i parcheggi, però in un disegno complessivo generale di miglioramento
della situazione. Andare a fare poi, invece, uno studio sulla carta, come stiamo
facendo con questo emendamento, vedere dove sono degli slarghi e proporli come
dei parcheggi è assolutamente sbagliato, perché bisogna fare un discorso, invece,
più preciso. Bisogna dire in questi slarghi dove vogliamo fare dei parcheggi quali
sono i monumenti e i palazzi che vi insistono. (voce fuori microfono) Allora peggio
ancora, stiamo facendo un lavoro perfettamente inutile, perché i parcheggi vanno
creati in seguito a quello che noi vogliamo fare nel Piano Particolareggiato del
Centro Storico. Prima si porta avanti una idea e poi si vede come poterla completare
anche con i parcheggi. In questo caso noi stiamo andando a valle direttamente,
stiamo creando sulla carta dei parcheggi dove ci sono degli slarghi, senza darne
nessuna motivazione, se non quella di fare parcheggi e senza verificare
effettivamente se questi parcheggi sono finalizzati al recupero sociale, culturale,
funzionale e ambientale dei monumenti ivi esistenti. (voce fuori microfono) Non è un
discorso di posti, io sto facendo una valutazione generale. Ora forse entreremo pure
nelle problematiche inerenti ai vari posti. Ripeto e insisto. Il lavoro che bisogna fare è
completamente diverso. Un Piano deve occuparsi di tutto a 360 gradi. Noi qui,
invece, a valle stiamo facendo un discorso sulla carta, ci sono degli slarghi, facciamo
posteggi. È una operazione a mio parere sbagliata, per cui anche in questo caso noi
ci asterremo, grazie.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Possiamo procedere con la prima votazione
del gruppo di subemendamenti che hanno parere favorevole. Per alzata e seduta:
chi è d’accordo rimanga seduto, chi è contrario si alzi. Astenuti Calabrese, Bottone,
Arnone, Lauricella, Hamel e Licata. Il resto sono favorevoli, quindi il Consiglio
approva.
Passiamo alla votazione sempre per alzata seduta del secondo gruppo di
subemendamenti per i quali l’Ufficio ha espresso parere contrario e per alcuni
addirittura l’improponibilità. Quindi, per alzata e seduta: chi è d’accordo rimanga
seduto, chi è contrario si alzi. Contrari tutti, astenuti Vetro, Calabrese, Licata, Hamel,
Lauricella e Arnone, quindi il Consiglio respinge.
Possiamo passare all’emendamento N. 4.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Si propone il recupero monumentale della Porta di
mare e quello ambientale dell’area circostante di concerto con la rete Ferrovia Italia,
attraverso un progetto particolareggiato che contempli i collegamenti verticali con
impianti di risalita, ascensore, scale mobili, di servizio pubblico, previa approvazione
da parte della Soprintendenza, sotto determinate condizioni che prevedono
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l’inserimento oculato dei suddetti impianti, strutture come arredo funzionale e
realizzati con determinate modalità e materiale specifici. È un emendamento
generico che dà l’idea sull’intervento che si vuole fare esclusivamente sulla Porta di
mare che collega la parte che è interessata dal Piano della Ferrovia. Su questo
emendamento l'Ufficio ha espresso parere favorevole con le seguenti precisazioni:
“Quanto richiesto nell’emendamento può essere previsto in applicazione del comma
aggiuntivo all’articolo 27 delle norme di attuazione”. In pratica si collega
all’emendamento precedente, al numero 2, per come proposto con l’emendamento
N. 2, che così deve recitare a sostituzione ed integrazione, previa elaborazione di
studio di fattibilità progettazioni esecutive e pareri favorevoli degli enti preposti alla
tutela dei vincoli. Negli spazi liberi è consentito realizzare: a) una scala mobile di
collegamento tra la via XXV Aprile e piazza Don Minzoni, evitando soluzioni
geometriche elementari dissonanti con la morfologia dei luoghi; b) il recupero
monumentale della Porta di mare e quella ambientale della area circostante, con
collegamenti verticali, ascensore e scale mobili, di servizio pubblico, impiegando
soluzioni e materiali compatibili con l’ambiente. Sostanzialmente con l’emendamento
proposto, il parere favorevole va a integrare l’articolo 27 delle norme di attuazione.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prego Consigliere Licata.
CONSIGLIERE LICATA – Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vi informo che
questo emendamento va contro quanto previsto dal CRU. Il CRU dice testualmente
che nell’elaborato c’è un’assenza di proposte adeguate di sistemi di trasporto
meccanizzati, collegati ai parcheggi esterni al di fuori dei percorsi viari collaudati. Il
CRU non dice di fare delle scale mobili dentro il Centro Storico, dice semplicemente
di fare delle scale meccanizzate tra eventuali parcheggi in periferia al Centro Storico
e il Centro Storico, che è cosa ben diversa. Quindi, attenzione, perché approvando
questo si va contro le famose direttive del CRU a cui voi tanto tenete.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Il parere è favorevole. Procediamo con la
votazione per appello nominale anche perché è uscito qualche consigliere e ne è
entrato qualche altro, quindi per avere contezza di chi è presente. Per appello
nominale: chi è d’accordo dica sì, chi è contrario dica no. Proclamiamo l’esito della
votazione: sono 15 voti favorevoli, 7 astenuti, il Consiglio approva.
Possiamo procedere con l’ulteriore emendamento.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Emendamento N. 5. Testo dell’emendamento: Si
propone di inserire le aree pubbliche commerciali ricadenti nel perimetro del Centro
Storico, approvate con delibera N. 42 dell’1/04/2004 del Consiglio comunale, con
eventuali ulteriori integrazioni, normando la loro realizzazione con prescrizioni
univoche, per mezzo della redazione di uno specifico elaborato tecnico. Il parere
dell’Ufficio è favorevole, però sempre con le seguenti precisazioni: “Premesso che la
delibera di Consiglio comunale N. 42 dell’1/04/04, a cui fa riferimento il consigliere
proponente, in effetti non riguarda area del Centro Storico, che invece sono trattate
dalla delibera Consiglio comunale N. 55 del 26/06/2003 e che tali aree sono: la via
Atenea, via Giambertoni, piazzale Aldo Moro, via XXV Aprile, via XXV Aprile bis.
L’emendamento è accoglibile con l’inserimento di apposito articolo all’interno delle
norme di attuazione, il quale preveda il recepimento della deliberazione in Consiglio
comunale 55 del 26/06/03 per quanto concerne le localizzazioni e il
dimensionamento, e inoltre che prescriva le strutture per il commercio sulle aree
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pubbliche nell’ambito del Centro Storico, in aggiunta a quanto prescritto dal
regolamento approvato dalla delibera di Consiglio comunale N. 43, devono essere
autorizzate a seguito di presentazione di dettagliato progetto, elaborato
conformemente alle disposizioni dell’articolo 4 delle norme di attuazione per quanto
applicabile, progetto che sarà sottoposto all’esame della Commissione Edilizia
comunale, che deve valutare con particolare attenzione l’aspetto estetico delle
predette strutture”. Quindi, il parere è favorevole, però condizionato a questa
valutazione da inserire un apposito articolo da integrare nelle norme di attuazione,
che recepisca la delibera di Consiglio comunale N. 55 del 26/06/2003 e che venga
integrato con l’aggiunta di questa norma che poc’anzi ho detto.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prego Consigliere Licata.
CONSIGLIERE LICATA - Nel parere del CRU, a proposito del commercio, c’è una
prescrizione ben precisa, che dice: “Mancanza di proposte valide per una
rivitalizzazione socio – economica del Centro Storico che vadano oltre la
riproposizione degli assi commerciali più consolidati”. Quindi, al di là di quelle vie
che già sappiamo che ha enumerato pure l’Architetto Campanella, via Atenea, via
XXV Aprile, piazzale Aldo Moro, nel progetto andavano individuati altri percorsi
pedonali e non, che potevano essere trasformati in assi commerciali con dei negozi
oppure, come in questo caso, con dei chioschi e così via. La mancanza di tutto
questo è chiaro che ci fa esprimere un giudizio sicuramente negativo anche su
questo emendamento. Per cui la scelta che noi abbiamo fatto in questa fase è quella
di astenerci e ci asterremo anche su questo emendamento.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Poniamo ai voti l’emendamento così come è
stato formulato e con le precisazioni che ha posto l’Ufficio. Per appello nominale: chi
è d’accordo dica sì, chi è contrario dica no. Proclamiamo l’esito della votazione: 16
voti favorevoli, 6 astenuti, il Consiglio approva.
Andiamo avanti con l’altro emendamento.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Emendamento N. 6. Destinare ad attività ricettiva,
ricreativa e ristorativa della piazzetta Purgatorio, della piazza antistante la Chiesa
San Pietro, della via Atenea, della via Empedocle in prossimità dell’allargamento
realizzato per parcheggio, della piazza Duomo, della salita Madonna degli Angeli, in
altre vie o piazze di particolare pregio architettonico e/o ambientale. Per questo
emendamento l’Ufficio ha espresso parere contrario. Quanto proposto
nell’emendamento non risponde alle finalità del Piano Particolareggiato. Inoltre le
attività ricreative non sono precluse dall’attuale normativa”. Siccome l’emendamento
parla di ricettiva, che non si capisce bene come la piazzetta può essere ricettiva,
ricreativa e ristorativa.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Principato.
CONSIGLIERE PRINCIPATO – Presidente, la precisazione che voglio fare è che
nella via Empedocle abbiamo una struttura precaria che funziona per circa otto mesi
l’anno. Questo è un angolo che potrebbe essere rivisto in questo Piano
Particolareggiato. Abbiamo l’area antistante il Purgatorio, dove solitamente nel
periodo estivo c’è un chiosco per allietare le serate. Noi abbiamo più avanti ancora,
in altre zone della via Atenea, degli angoli che possono essere adibiti a questo tipo
di iniziative. Abbiamo l’area antistante la Chiesa quella sconsacrata di San Pietro,
quell’area stessa potrebbe essere annessa per una ulteriore attività. (voce fuori
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microfono) Tenuto conto che c’è qualcosa che non corrisponde a quelle finalità di cui
lei parla, togliamo le cose che sono incompatibili e possiamo anche approvarlo.
Grazie.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Noi comunque nel parere contrario alla fine
diciamo: “Inoltre le attività ricreative non sono precluse dall’attuale normativa”.
Quindi, quando ci sono le possibilità negli slarghi che ci sono e che le ditte
eventualmente che sono esercenti della zona fanno richiesta, si possono
automaticamente autorizzare in tempi e modi previsti, per cui un emendamento di
questo genere, che parla in una situazione un poco generale, con ricettività,
ricreatività e ristoratività, è chiaro che non può secondo noi come Ufficio essere
accettato, anche perché le eventuali attività ricreative a cui io sono convinto che si
riferisce l'emendamento, non sono precluse dall’attuale normativa.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Arnone.
CONSIGLIERE ARNONE – Colleghi, l’illustrazione che ha fatto il Consigliere
Principato del suo emendamento mi suscita qualche preoccupazione perché io non
ritengo che si possa in sede di Piano del Centro Storico decidere e determinare
all’interno del Centro Storico l’utilizzazione di aree apparentemente precarie, ma
decidendola con lo strumento urbanistico diventano permanenti per finalità del tipo di
quelle indicate dal Consigliere Principato. Ha fatto un esempio che mi ha stimolato a
intervenire, il Consigliere Principato, e l’esempio è di ciò che avviene in via
Empedocle, dove molto a limite può essere tollerabile la utilizzazione del parcheggio
pubblico a mò di pizzeria all’aperto da parte di questo locale nel periodo estivo. Ma
nel periodo invernale e tra l’altro nel periodo attuale, soltanto in relazione alle
eccezionali condizioni climatiche di questo periodo si può ritenere minimamente
accettabile che quell’esercente occupi una pubblica strada. Dalle parole del
Consigliere Principato noi andiamo verso una stabilizzazione di questo utilizzo della
piazza, dello spiazzo, dello slargo, del posteggio, che tra l’altro a me pare
francamente contrario anche all’ordine pubblico, anche a una funzionalità della
circolazione stradale, perché lì abbiamo creato una situazione per la quale, chi deve
servire i tavoli deve costantemente attraversare via Empedocle e fare avanti e
indietro. Io francamente le cose che vedo ad Agrigento le vedo solo ad Agrigento, e
sono uno che un po’ il mondo lo ha girato. Ma francamente a Roma non ho mai visto
uno che attraversa costantemente una strada. (voce fuori microfono) A Trastevere
persone che attraversano le strade, dove ci sono le automobili per portare servizi ai
tavoli, non ce ne sono. (voce fuori microfono) Ci possiamo scommettere le case e le
automobili come facevamo quando eravamo ragazzini, andiamo a Trastevere e
vediamo dove è questa via dove si viene a interferire con il traffico automobilistico
con i vassoi delle pizze e delle birre per servire ai tavoli. Si vedono queste cose solo
ad Agrigento, ove il clientelismo governa e la fa da padrone. E se questo è tollerabile
nei mesi estivi, nei quali la città è scarica di automobili, di persone che devono fruire
del parcheggio, certamente nel resto dell’anno tutto ciò è fonte di disordine. Poi
comprendo che ha dei costi smontare l’area e allora si tende a non farla smontare al
soggetto interessato. Ma tutto questo è immettere logiche personalistiche e
privatistiche nell’amministrazione della cosa pubblica. Noi dobbiamo comprendere
che via Empedocle è una arteria essenziale del traffico cittadino e come tale deve
essere considerata. Solo avendo soggetti scriteriati alla guida del traffico e della
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viabilità della città di Agrigento possono avvenire simili situazioni, perché se vi
fossero soggetti che definiscono i piani di viabilità secondo criterio, certamente
quell’attività sarebbe al massimo limitata ai mesi estivi, come anche è ovvio che una
cosa è consentire al Pub al limite di occupare quella strada nel mese di agosto o nel
mese di luglio, altra cosa è consentire che questo avvenga a novembre, a dicembre
e a gennaio, con tutti i problemi che questo crea. Ed è ovvio che il cittadino modello
non va a chiedere raccomandazioni perché la strada sia adibita a strada e chi invece
vuole appropriarsi a uso privatistico e commerciale di una strada pubblica, va
cercando tutte le rattedde, tutte le raccomandazioni, tutti i favoritismi di questo
mondo. Questa è la realtà. E che oggi si voglia inserire la logica del favoritismo
persino all’interno del Piano del Centro Storico per chiudere la partita contro la città
e a favore di Tizio e di Caio che devono permanentemente utilizzare in via
privatistica pezzi di strada, a me pare che sia estremamente grave. Se questo serve
ad arricchire la città di Agrigento e ad alimentarne la vocazione turistica nei momenti
a ciò deputati, allora è un discorso. Qualcuno indicava la piazzetta San Pietro, se
deve servire a una definizione di piazzetta San Pietro che è un bel punto di
belvedere dei mesi estivi alla fruizione turistica è un discorso e siamo tutti d’accordo,
se invece deve servire ad altre operazioni, siamo ovviamente o si deve essere
ovviamente radicalmente contrari. E non ci si può che associare al parere… (voce
fuori microfono) Sono operazioni, Consigliere Principato, lo sappiamo benissimo. Si
intende per operazioni quella pratica affaristica, che l’affarista di turno mira a portare
a compimento all’interno del Comune di Agrigento, ottenendo provvedimenti
amministrativi di favore in danno dell’interesse pubblico. Questo è nel vocabolario
italiano il sinonimo di operazione applicata, non alla chirurgia e alla medicina, ma al
Comune di Agrigento. Detto questo, evitiamo di inserire nel Piano del Centro Storico
dinamiche che al Piano non appartengono, né possono appartenervi. Lì ha
perfettamente ragione il tecnico Architetto Campanella nel rilevare la natura
impropria dell’emendamento che immette all’interno del Piano contenuti che al Piano
non possono assolutamente appartenere.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prego Consigliere Casesa.
CONSIGLIERE CASESA – Presidente, io volevo un po’ dissentire dalle
considerazioni di Arnone. Non voglio entrare nel merito delle considerazioni del
Consigliere Arnone, ma sottopormi fondamentalmente alla indicazione
dell’emendamento da parte dei consiglieri e mi sembra che non sia assolutamente
questa la considerazione che ha definito Arnone, affaristica e interessistica. Non
penso che sia questa. Io voglio interpretare il parere contrario da parte del
progettista, solo per una ragione, cioè il Piano del Centro Storico e l’Ufficio non può
esprimere un parere per una attività ricettiva, ricreativa e ristorativa, cioè ritengo che
sia fuori la dimensione logica della discussione che stiamo approvando, ma con
questo vengo incontro all’emendamento proposto dai consiglieri, perché nulla vieta
all’Amministrazione in quelle aree di destinarla, ma non come destinazione, di
organizzare, realizzare, istituire delle iniziative legate alla ristorazione, alla
ricreazione e alla attività ricettiva. Sostanzialmente il Piano del Centro Storico…
l’Ufficio esprime un parere contrario per queste ragioni, ma nulla vieta
all’Amministrazione di organizzare in quei posti attività del genere. Quindi io voterò
contrario all’emendamento perché l’Ufficio esprima una valutazione giusta, fuori
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dalla dimensione urbanistica. Non può l’Ufficio esprimere una valutazione sulla
destinazione ricettiva e ristorativa, ma nulla vieta in futuro che quelle aree, sia
l’Amministrazione che il privato possa in quei posti organizzare delle iniziative che
sono quelle che chiedono loro. Quindi il parere mio è contrario, ma è contrario
adeguandosi a quanto ha prescritto l’Ufficio.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Licata.
CONSIGLIERE LICATA – Anche per questo emendamento c’è qualcosa da dire.
Non voglio entrare nel merito del singolo locale che insiste in una di queste zone.
Penso di avere capito però perfettamente a che cosa si riferivano i consiglieri che
l’hanno proposto, dicendo attività ricettiva, ricreativa, ristorativa. Ricettiva è
sicuramente per accogliere i turisti che nel giro della loro città si recano in un certo
posto, ricreativa e ristorativa per rifocillare questi turisti. Però, ripeto, manca sempre
il disegno generale. Tutto questo poteva avere un senso in un disegno generale ben
preciso. Quale poteva essere il disegno generale? Creare dei parcheggi attorno il
Centro Storico. Per esempio uno a sud, via Luigi Sturzo, uno a nord, via XXV Aprile,
uno a ovest all’Addolorata, sotto, a valle l’Addolorata, e un altro a est. Da lì i turisti
presi, che arrivavano con i pullman, con dei pullman navetta, possibilmente a
metano, venivano portati nel Centro Storico, in queste vie elencate dai consiglieri
comunali, dove c’erano dei posti di ricezione, dei posti ricreativi e ristorativi per
questi turisti, da dove poi questi turisti, in una tappa finale o a piedi attraverso
percorsi dedicati di penetrazione verso il Centro Storico oppure mediante scale
mobili, potevano andare nel Centro Storico per visitarlo. Quindi, ripeto, manca la
visione completa nei singoli emendamenti, così come in tutto il Piano
Particolareggiato del Centro Storico. In una visione completa se ci vogliamo mettere
questo ben venga, però manca la vision di tutto il Piano Particolareggiato del Centro
Storico. Quindi, anche in questa fase ci asteniamo.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Mi pare di capire che non ci sono altri
interventi. Possiamo procedere con la votazione per appello nominale: chi è
d’accordo dica sì, chi è contrario dica no. Proclamiamo l’esito della votazione: 5 voti
favorevoli, 13 contrari, 7 astenuti, il Consiglio respinge.
Andiamo avanti con l’emendamento N. 7.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Testo dell’emendamento: “Integrare quanto
previsto circa l’espropriazione dei fabbricati adiacenti ai siti delle emergenze
monumentali, architettoniche e archeologiche con una norma che preveda al
bisogno l’inserimento di ulteriori riconosciute espropriazioni tendenti ad aumentare la
fruibilità dei beni architettonici, il patrimonio culturale degli stessi trasmesso e la
sicurezza delle aree circostanti. Tale inserimento potrebbe essere effettuato su
semplice proposta della Sovrintendenza o su richieste valutate dalla Commissione
urbanistica Centro Storico, senza la necessità di espressione di voto da parte del
Consiglio comunale”. Il parere dell’Ufficio è contrario. Il Piano in generale non
prevede espropriazioni di fabbricati adiacenti alle emergenze architettoniche di
riferimento e non si ritiene che debba esserci una estensione della normativa in tal
senso.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Chi è d’accordo dica sì, chi è contrario dica no.
Proclamo l’esito della votazione: 4 voti favorevoli, 15 voti contrari, 6 astenuti, il
Consiglio respinge.
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ARCHITETTO CAMPANELLA – Emendamento N. 8. Si propone di inserire l’uso
abitativo dei piani terra e dei seminterrati, qualora con opportuni accorgimenti
vengano garantite le condizioni igienico sanitarie. Ciò in considerazione che tali
ambienti costituiscono un’antica caratteristica della nostra tradizione, che esistono
piani terra o seminterrati facenti parte integrante di appartamenti a più piani e altri
che si affacciano in altre parti del perimetro dell’edificio a quota più elevata. I piani
terra e i seminterrati sotto la garanzia delle condizioni igienico sanitarie potrebbero
essere destinati a locali per la residenza diurna o per la residenza transitoria.
Quanto sopra anche alla luce della normativa introdotta alla legge regionale N. 4 del
2003 che all’articolo 18, norme per il contenimento del consumo di nuovo territorio,
consente oltre al recupero abitativo dei sottotetti, anche quello dei seminterrati. Per
questo emendamento l’Ufficio esprime parere contrario in quanto l’articolo 25
comma secondo, lettera B delle norme di attuazione che noi stiamo votando, quindi
inseriti già all’interno del Piano Particolareggiato del Centro Storico consente
l’utilizzazione residenziale dei piani terra o seminterrati, subordinandola a specifiche
condizioni di natura igienico sanitaria e specificatamente si dice che prospettino su
spazi aperti di caratteristiche tali da assicurare condizioni ambientali adeguate o a
condizione di essere sempre rialzati di almeno un gradino rispetto alla quota della
strada o dello spazio aperto antistante. Si specifica inoltre che l’articolo 18 comma 4
della legge regionale 4/03 fa esplicito riferimento al rispetto di tutte le prescrizioni
igienico sanitarie riguardanti le condizioni di abitabilità previste dai regolamenti
vigenti. Voglio specificare che il parere è contrario in quanto le norme richieste
dall’emendamento sono già inserite dentro il Piano. Quindi noi sui piani terra, nel
rispetto delle norme regolamentari igienico sanitarie abbiamo già inserito le norme
per la utilizzazione, la fruibilità di tutti quei locali di piano terra che hanno i requisiti.
Quindi già queste sono norme inserite dentro il Piano.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Per alzata e seduta: chi è favorevole si alzi, chi
è contrario rimanga seduto. Favorevoli: Salsedo, Principato, Galvano, Di Maida,
Gramaglia, Capraro. Astenuti: Calabrese, Vetro, Licata, Hamel, Lauricella,
Mandracchia. Il resto sono contrari. Sono 6 voti favorevoli, 6 astenuti e 14 voti
contrari. Quindi il Consiglio respinge.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Emendamento N. 9. Premesso che per sagoma
dell’edificio dovrebbe intendersi l’insieme dei volumi costituiti fuori terra con
riferimento alle quote attuali esistenti rispetto alle strade e che il volume di un edificio
comprende sia quello individuato dalla suddetta sagoma, cui si aggiunge quello dei
volumi seminterrati o interrati, si propone che il volume utilizzabile nelle
ristrutturazioni corrisponde a quello che si ottiene dopo l’eliminazione di alterazioni e
superfetazioni della sagoma dell’edificio e possa comprendere quello delle stesse da
potere utilizzare, nell’ambito del volume convenzionale per il miglioramento delle
condizioni igienico sanitarie o degli impianti tecnici, anche con volume interrato o
seminterrato. Analogamente per i volumi eventualmente recuperati dalla diminuzione
parziale delle sagome e demolizione parziale dei volumi, consentite dall’articolo 15
delle norme di attuazione, lettera D ed E. Si propone inoltre di prevedere nelle
norme la possibilità di leggere variazioni delle sagome, qualora dall’analisi storica
delle stesse e da una qualificata proposta di progettazione venga riconosciuta la
validità dell’intervento. L’ufficio esprime parere contrario in quanto le norme di
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attuazione, quindi le norme stesse del Piano, all’articolo 15 prevedono la possibilità
di interventi mirati anche alla demolizione ed eventuale ricostruzione del fabbricato,
mantenendo sagoma, volume, area di sedime e caratteristiche dei materiali di quello
preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla
normativa antisismica. Si specifica inoltre che le diminuzioni di cui alle lettere D ed E
dell’articolo 15 sono dovute alla ricomposizione di morfologie originarie e quindi i
relativi volumi non possono essere recuperati, se non producendo altre alterazioni. Il
concetto di volume convenzionale non si ritiene sia applicabile a edifici del Centro
Storico, dove gli stessi hanno una loro configurazione che deve essere rispettata o
deve essere ricomposta in caso di eliminazione delle superfetazioni. Quindi, per
questo motivo il parere è contrario, perché qui noi come ufficio diamo una ulteriore
limitazione a quelli che possono essere le interpretazioni, specificando che la norma
stessa all’articolo 15 non prevede altro che l’eventuale riedificazione, ove è
consentito, dell’immobile esistente nella sua originaria realizzazione. Quindi, con
l’eliminazione delle eventuali superfetazioni che vengono dimostrate.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Per appello nominale: chi è d’accordo dica sì,
chi è contrario dica no. Proclamiamo l’esito della votazione: 5 voti favorevoli, 11 voti
contrari, 7 astenuti, il Consiglio respinge.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Emendamento N. 10. Si propone a integrazione di
quanto previsto dall’articolo 23 delle norme di attuazione la possibilità di accogliere
studi particolareggiati di isolati, di cortili, a seguito di indagini storiche o giustificate
scelte progettuali. Gli stessi potranno essere predisposti anche dall’Ufficio Tecnico
Comunale. Anche per questo emendamento il parere è contrario, in quanto
l’emendamento fa riferimento all’articolo 23 delle norme di attuazione, forse in modo
improprio. Comunque si osserva che la possibilità richiesta, quindi l’intervento su
isolati, è prevista dall’articolo 33 delle nostre norme stesse di attuazione. Per cui
quello che viene richiesto con l’emendamento già è inserito dentro le nostre norme
stesse.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prendiamo atto che l’emendamento viene
ritirato.
Andiamo avanti con l’emendamento N. 11.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Si propone di contemplare i limiti dell’applicazione
delle leggi sulle barriere architettoniche, laddove non è possibile attuare
l’accessibilità nei percorsi pubblici, l’adeguamento delle unità immobiliari dovrebbe
ammettere delle tolleranze. Anche su questo emendamento il parere è contrario in
quanto le tolleranze richieste circa le barriere architettoniche sono già previste dalle
leggi e dai regolamenti degli specifici settori e comunque la legge 104/99 articolo 11
prescrive che i Comuni adeguino i regolamenti edilizi alla normativa. Una norma
regolamentare non può derogare a una norma di legge.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prendiamo atto che l’emendamento N. 11
viene ritirato dal Consigliere proponente che è il Consigliere Principato.
Andiamo avanti con l’emendamento N. 12.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Si propone di specificare gli incentivi di cui
all’articolo 37 delle norme di attuazione. L’Ufficio esprime parere contrario in quanto
l’emendamento fa riferimento all’articolo 37 delle norme di attuazione, mentre
dovrebbe fare riferimento all’articolo 36. Si osserva che gli incentivi di cui è detto
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possono essere predisposti di volta in volta durante le azioni promozionali, secondo
le provvidenze che vengono a mano a mano emesse. L’emendamento è sempre del
gruppo che abbiamo discusso poco fa, è l’ultimo emendamento.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prendiamo atto che l’emendamento N. 12
viene anche in questo caso ritirato.
Passiamo all’emendamento N. 13.
ARCHITETTO CAMPANELLA – A questo punto devo fare una premessa. Noi come
ufficio dall’emendamento 13 all’emendamento 21 abbiamo espresso un parere unico
in quanto sono tutti emendamenti proposti dal Consigliere Avvocato Arnone, che
hanno una tematica simile, per cui ci siamo un pochino uniformati a questa tematica
e abbiamo dato il parere unico.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Io inviterei il Consigliere Arnone di fare una
sintesi di questi emendamenti e poi lei potrà illustrare il suo parere. Poi possiamo
subito passare alla votazione di tutti gli emendamenti dal 13 al 21.
CONSIGLIERE ARNONE – Presidente, a questo punto io illustro tutti i miei
emendamenti e il ragionamento non può che essere un ragionamento di carattere
politico e intendo leggerli, i miei emendamenti, perché con buona probabilità questi
emendamenti provocheranno, dopo che il Consiglio comunale prevedibilmente li
respingerà e saranno portati al CRU, probabilmente porteranno da parte del CRU,
alla nuova bocciatura di questo Piano, perché questi emendamenti non sono delle
modifiche puntuali che si fanno al Piano Rizzo chiedendo questo o quell’altro, come
legittimamente hanno fatto i colleghi che mi hanno preceduto. Sono degli
emendamenti che affrontano ognuno un aspetto delle gravissime carenze di questo
Piano, carenze che rendono il Piano inutile e che lo viziano irrimediabilmente. Nel
proporre i miei emendamenti, non posso che partire brevemente dal voto del CRU.
Il CRU nel bocciare per la prima volta il Piano Particolareggiato dell’Ingegnere Rizzo,
proposto dall’Amministrazione Sodano e approvato dal Consiglio comunale, scriveva
come è noto: “Il CRU, Comitato Regionale dell’Urbanistica, presso l’Assessorato
Territorio e Ambiente della Regione Siciliana è del parere che il Piano del Centro
Storico di Agrigento sia da restituire per la rielaborazione totale, poiché il contenuto
dello stesso Piano non rispecchia le finalità della legge regionale 70/76 e successive
modifiche e integrazioni. I miei emendamenti spiegano, certificano, ricostruiscono,
documentano, argomentano, comprovano, accertano che quanto è stato richiesto
dal CRU non è stato posto in essere, per cui il Piano Rizzo oltre a non servire
assolutamente a niente alla città di Agrigento, è distante mille miglia dalle norme
che devono disciplinare i piani dei Centri Storici e quindi i Centri Storici. I piani dei
Centri Storici sono strumenti che devono non tanto disciplinare fatti di edilizia, cioè di
cemento, di cazzuole, di muratori e di prospetti, ma devono soprattutto essere
strumenti che promuovono lo sviluppo e la rivitalizzazione dei Centri Storici. Il Piano
Rizzo è oggi un semplice programma di interventi edilizi, squadra, filo a piombo,
geometri, carpentieri, un semplice programma di interventi edilizi che peraltro
ricalcano in modo esatto gli interventi edilizi che da decenni sono autorizzabili ed
assentibili all’interno del Centro Storico. E’ lo stesso Ingegnere Rizzo che nel
riportarci il Piano scrive che il suo Piano, dopo la bocciatura del CRU e dopo la sua
apparente rielaborazione, non è un vero e proprio Piano Urbanistico, elemento di
promotore, di sviluppo e rivitalizzazione, bensì, testualmente leggo, insieme di
13
norme di tutela, cioè insieme di norme che disciplinano attività di carattere edilizio.
Nella peggiore delle ipotesi siamo in presenza di uno strumento urbanistico che
tenta di trasformare le case storiche della città di Agrigento, gli agglomerati storici
della città di Agrigento, i quartieri storici della città di Agrigento in abitazioni nello stile
contemporaneo, cioè per certi aspetti questo Piano fa violenza alla struttura storico
urbanistica della città di Agrigento ed è redatto con una grande ignoranza di quanto
è avvenuto in Italia in questi anni, in Italia ma anche in Europa, cioè nei paesi ove
l’urbanistica è connessa alla storia e all’arte, per cui si può parlare di Centri Storici.
Chi vuole vivere nel Centro Storico a Bologna, a Firenze, ad Assisi, a Roma, ma
anche ad Ortigia, ma anche a Ragusa Ibla, ma anche a Palermo, a Napoli o a
Matera, si adatta mentalmente al fatto che vuol vivere nel Centro Storico, che
significa non potere avere la viabilità che si ha nei quartieri satellite, non potere
avere le comodità tecnologiche che si hanno nei quartieri moderni, ma il fascino del
Centro Storico è dato anche da questo, vie strette, vie pedonalizzate, cortili, case
che al loro interno hanno un certo tipo di struttura. I paesi e i comuni di cui ho parlato
poc’anzi, da Firenze, a Matera, ad Assisi, a Ragusa Ibla, a Ortigia, non fanno
l’operazione che ci vuole proporre il Piano Rizzo, manteniamo la facciata del palazzo
antico e dietro la facciata lo demoliamo completamente e costruiamo un palazzo
moderno. Quella è un’altra operazione, è una operazione sbagliata, è una
operazione che non ha senso, nei Centri Storici vanno mantenute le tipologie
tradizionali. Non è pensabile, se non su un piano di crassa ignoranza tecnica, volere
ricreare in una città medievale o islamica gli standard abitativi delle città
contemporanee, pena la scomparsa delle stesse città medioevali. Eppure anche
questo dovrebbe essere merito di analisi di questo Consiglio comunale. Occorre
riflettere che i Centri Storici delle più importanti città d’arte d’Italia e d’Europa sono
densamente popolati da parte di cittadini, molto spesso peraltro abbienti e facoltosi
che però percepiscono pienamente la diversa qualità dell’abitare all’interno del
Centro Storico e in un quartiere moderno e apprezzano pienamente la bellezza del
vivere all’interno di un Centro Storico, all’interno di costruzioni di edifici antichi
debitamente ristrutturati e restaurati. Tutto questo nel Piano che voi vi accingete a
votare non c’è e non c’è per responsabilità politiche assolutamente evidenti, che
partono da lontano e arrivano all’attuale amministrazione che voi consiglieri del
centrodestra siete qui a sostenere. L’Ingegnere Rizzo ha avuto l’incarico di questo
Piano oltre trent’anni addietro, non avendo alcuna esperienza e alcuna competenza
specifica in materia di Centri Storici. Ottenne questo Piano essendo solo e soltanto
un giovane ingegnere elettromeccanico bene ammanigliato con la politica locale. I
Piani che hanno reso belle città siciliane come Ragusa o Siracusa sono, invece,
frutto di investimenti, di professionalità rilevanti ove le amministrazioni, nel dare gli
incarichi, non hanno guardato alle cuginanze, alle parentele, alle clientele, alle
amicizie, ma hanno scelto professionalità acclamate con curricula di tutto rispetto e
di tutta evidenza. Mi si potrebbe dire: ma questo errore di scegliere Rizzo fu fatto da
chi governava Agrigento quando la gran parte di noi avevano i calzoni corti, come
me, che li ho portati esattamente fino all’anno in cui Rizzo ottenne il Piano del
Centro Storico, al quarto Ginnasio, o alcuni addirittura non erano nati, come i
consiglieri Mandracchia, Burgio, Vetro, Salsedo e altri ancora. L’errore fu fatto oltre
trent’anni addietro, ma se errare è umano, perseverare è diabolico e Piazza
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diabolicamente ha perseverato contro la città di Agrigento. Dopo la bocciatura del
Piano Rizzo da parte del CRU, in quei termini di bocciatura tecnica, di bocciatura in
senso letterale e scolastico, perché quel Piano non era un Piano meritevole,
neanche lontanamente la sufficienza, occorreva avere il buon senso e la dignità
politica per cambiare registro e nominare un’équipe progettuale in grado di
realizzare il Piano del Centro Storico. Occorreva fare una cosa semplicissima, dire:
Ingegnere Rizzo, lei trent’anni fa quando ha avuto il Piano non aveva nessuna
esperienza in materia di Centri Storici. Ci dica, Ingegnere Rizzo, se in questi
trent’anni oltre al Piano del Centro Storico di Agrigento lei si è occupato di altri Centri
Storici di qualsivoglia città d’arte, in Italia, in Sicilia, ma anche in Tunisia, in Algeria,
in Marocco, dovunque nel mondo, e alla risposta inequivocabilmente negativa: “non
mi sono mai occupato di Piani di Centro Storico, di città d’arte” che non poteva che
venire, e non può che venire dall’Ingegnere Rizzo se glielo chiedessimo oggi,
occorreva dire: “Ingegnere Rizzo, noi amiamo la città di Agrigento, le vogliamo bene,
ma amiamo di più la città di Agrigento. Le vogliamo tanto bene, ma amiamo tanto di
più la città di Agrigento, i suoi monumenti, i suoi palazzi, il suo Centro Storico.
Quindi, Ingegnere Rizzo, la salutiamo caldamente e il Piano lo affidiamo a una
équipe vera di professionisti esperti in Centri Storici che queste cose le hanno
realizzate”. Sarebbe anche stato semplice commissionare il Piano alla stessa équipe
progettuale del Piano Regolatore Generale. E avremmo a questo punto discusso di
altro. Tutto questo l’Amministrazione Piazza, prigioniera con ogni evidenza di logiche
clientelari non lo ha fatto, ha preteso arrogantemente e contro ogni buon senso che
l’Ingegnere Rizzo redigesse nuovamente il Piano del Centro Storico. Lo ha preteso e
questo sarà merito di successive discussioni, anche quando con ogni evidenza il
rapporto fiduciario tra l’Ingegnere Rizzo e il Comune di Agrigento doveva ritenersi
irrimediabilmente incrinato, con una sentenza di condanna pesante nei confronti
dell’Ingegnere Rizzo per reati in danno del Comune di Agrigento. Neanche questo è
stato sufficiente. Allora andiamo nel merito degli emendamenti che io presento
affinché il Piano venga rielaborato, affidando l’incarico a un professionista vero,
esperto in Centri Storici. Il primo emendamento recita: “Lo studio storico delle
dinamiche insediative rappresenta il punto di partenza di un Piano di recupero. Se
non si comprendono a fondo i tempi e i modi nei quali la città si è sviluppata, tutto il
resto delle analisi tipologiche, aggregative, eccetera, vengono falsate e quindi i
successivi interventi progettuali finiscono per essere arbitrari. Anche in riferimento
alla nuova proposta di Piano, possiamo riproporre la prima considerazione che nel
97 espresse il CRU nel bocciare il Piano Rizzo e che qui vi leggo, riportandola
testualmente: “Nonostante il numero di elaborati, dedicati alle analisi, si deve
evidenziare una inadeguata ricostruzione delle fasi dello sviluppo storico del centro.
La qualcosa ha comportato approssimazioni nella classificazione dei tipi edilizi. Tutta
questa parte secondo il CRU allora e secondo noi oggi, va completamente rivista
con un approccio scientifico”. Tutto questo lo chiedeva il CRU e l’Ingegnere Rizzo si
è guardato bellamente dal farlo. Il primo emendamento che io pongo in votazione è,
appunto, quello che ho appena illustrato. Presidente, per quanto mi riguarda si
possono votare in un momento finale, in modo che una votazione sarà per appello
nominale e le altre per alzata e seduta.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Li esponga, così li votiamo…
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CONSIGLIERE ARNONE – L’emendamento 2 così recita: “La tavola 2.1.8 del
Piano aggiunge tutta una serie di analisi molto importanti sui vuoti urbani, spazi e
percorsi pubblici e privati, ma lo fa in modo grossolano. Questo tipo di analisi è
fondamentale per un corretto recupero del tessuto urbano, che non è fatto solo di
case, cioè di cemento, di conci di tufo e di costruzioni, ma anche di spazi aperti, di
non costruito, in particolare in una città come Agrigento, dove è ancora evidente
l’impianto islamico nella parte occidentale dell’abitato. Nelle città islamiche gli spazi
aperti erano fondamentali, sia per la distribuzione degli accessi alle case, che dal
punto di vista sociale. Le case si affacciavano sui cortili, che erano spazi di
mediazione, luoghi di socializzazione per il nucleo familiare allargato, ma chiusi agli
occhi indiscreti degli estranei. Questo retaggio culturale ha caratterizzato la nostra
società e in particolare i rapporti di vicinato degli abitanti di quartieri come il Rabato e
la Terra vecchia. Per queste ragioni è necessario approfondire lo studio di questi
spazi a partire dal loro ruolo sociale, per arrivare fino al recupero delle tracce delle
pavimentazioni tradizionali, se si vuole pervenire a un corretto recupero del tessuto
urbano”. Questo è il secondo emendamento che, appunto, voglio ribadirlo, mette in
luce l’assoluta carenza di analisi storico e urbanistica contenuta in questo piano.
Una città storica non è composta da unità abitative, è composta da un contesto di
spazi in parte costruiti in parte non costruiti, gli slarghi, le piazze, i cortili. Tutto
questo andava assunto dal Piano, andava studiato anche in termini architettonici,
come dice l’emendamento, mancano ad esempio gli studi sulle pavimentazioni che
sono un altro dato importante. Quando noi vediamo in televisione, nelle trasmissioni
dei gialli di Camilleri del Commissario Montalbano le bellissime immagini di Noto, di
Ragusa Ibla, di Modica, di quelle zone, dobbiamo capire che dietro quella bellezza
non vi è la bacchetta magica, vi è lo studio di tecnici e di amministratori che hanno
realizzato i Piani non, scusate l’espressione, per fottersi laute parcelle miliardarie,
non consegnando nessuna qualità alla città, bensì per consegnare ai posteri
bellezza, qualità estetica, vivibilità, tutto quello che noi vediamo anche attraverso
quei programmi televisivi. Io vi vorrei fare riflettere come sarebbe stato ben più
naturale che il Commissario Montalbano, l’attore Zingaretti, si fosse mosso, essendo
le vicende ambientate ad Agrigento, Monte Lusa – Vigata - Porto Empedocle, nel
nostro Centro Storico e dobbiamo ringraziare l’Ingegnere Rizzo e chi per trent’anni lo
ha mantenuto qua dentro e soprattutto lo devono ringraziare Ragusa Ibla, Modica,
Noto, se Zingaretti le riprese le ha fatte nella Sicilia orientale, pur ambientando
teoricamente i suoi luoghi nelle nostre vie e nelle nostre strade, perché sono state
devastate in questi anni dalla mancata programmazione, dal mancato studio, dai
mancati interventi. E oggi noi ci accingiamo a compiere un altro insensato
passaggio. Il Piano Rizzo significa la morte della città islamica ad Agrigento, della
cultura urbanistica islamica ad Agrigento, perché Rizzo non vede l’Urbanistica, non
vede gli spazi, non vede i cortili, non vede l’insieme, vede il palazzo, il cemento, con
una cultura, chiamiamola tale, meramente ed esclusivamente di carattere
ingegneristico, quasi da geometra principale.
Emendamento N. 3: ”La tavola 2.2.4 zone di unità morfologica, tende ad individuare
i quartieri storici. Un’analisi di questo tipo è estremamente importante se è
strettamente connessa con lo studio delle dinamiche insediative e di conseguenza
con un’analisi tipologica. In questo elaborato si distinguono sei quartieri, San
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Gerlando, Municipio, San Francesco, Petricalli, Madonna degli Angeli e Monte dei
Pegni, considerati zone di unità morfologica distinte. Si tratta di un grave errore,
dovuto a una scarsa conoscenza delle dinamiche insediative, nonché a una
sbagliata lettura delle tipologie edilizie e degli spazi aperti. Secondo i dettami della
disciplina e dello studio delle dinamiche insediative, ad Agrigento possono
individuarsi tre zone di unità morfologica, la terra vecchia composta dal quartiere del
Duomo di epoca barocca e dalla città islamica murata Hisn, che oggi possiamo
individuare tra via De Castro fino a Piazza Sinatra, da San Giacomo a via Matteotti;
la terra nuova composta dal quartiere dei Mundi, che si sviluppa tra il
quattordicesimo e il quindicesimo secolo, attorno al Monastero di Santo Spirito e dal
più tardo quartiere San Francesco; il Rabato, composto dal Rabat, quartiere islamico
fuori le mura che andava dall’Addolorata alla Porta di Mare, a sud dell’attuale via
Garibaldi e dal quartiere di Santa Croce, nato nel diciassettesimo secolo a nord
dell’attuale via Garibaldi. Questo tipo di analisi va completamente rifatta, perché
manca la comprensione delle regole insediative, cioè del modo in cui si sono
sviluppati i tessuti edilizi in un quartiere piuttosto che un altro è pregiudizievole per
la corretta individuazione degli interventi di recupero più adatti. Non si possono
curare nello stesso modo un passerotto ed un cavallo, pur essendo entrambi
animali”. Anche questo emendamento è di estrema importanza, perché mette in luce
l’assoluta carenza di analisi tipologica nell’inquadrare la storia urbanistica della città
e dei suoi quartieri.
Emendamento 4: “La tavola 2.3.26, che riporta lo schema della struttura muraria,
sembra la riedizione di una tavola del vecchio Piano bocciato, che era frutto a sua
volta della composizione di planimetrie catastali. Ora come allora vi sono alcune
differenze tra la rappresentazione cartografica e la realtà, dovute alle continue
manomissioni avvenute negli ultimi quarant’anni. Nella tavola manca, peraltro, una
informazione fondamentale per la corretta individuazione delle categorie di
intervento, e cioè la distinzione tra unità edilizie e unità immobiliari. Per fare questo,
però, la tavola deve essere realizzata attraverso il rilievo puntuale delle unità
immobiliari, così come per esempio si è fatto nel Piano di Ortigia, altrimenti diventa
inutile”. Anche questo emendamento è assolutamente rilevante per comprendere in
che misura il Piano Rizzo sia un pessimo Piano meritevole di bocciatura. Manca il
rilievo puntuale delle singole unità immobiliari. I piani pregiati, noi indichiamo quello
di Ortigia ad esempio, che è esattamente coevo al Piano del Centro Storico di
Agrigento, sono previsti dalla medesima legge del 77, che prevedeva finanziamenti
per questo e per quello, criteri e regole per questo e per quello, il Piano di Ortigia
propone un rilievo puntuale delle unità immobiliari, cioè i tecnici sono andati edificio
per edificio e lo hanno censito, lo hanno rilevato, lo hanno messo su carta, lo hanno
disegnato e ne hanno dato le regole. Qui tutto questo ovviamente manca e
Zingaretti si fa riprendere nel Commissario Montalbano da quelle parti.
Emendamento 5: “La tavola 2.4.1 individua le destinazioni d’uso limitandosi al Piano
Terreno. Esercizi pubblici, abitazioni, magazzini, box auto, depositi. Non si
comprende perché non ha ampliato l’analisi oltre al Piano Terreno, almeno al Piano
tipo”.
Emendamento 6: “Nella tavola 2.4.2 sono individuate le attività non compatibili con
la struttura antica. Si tratta di un’analisi grossolana, limitata alle attività localizzate
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nelle grandi strutture: Distretto militare, Tribunale, Questura. Mentre nel Centro
Storico le attività non compatibili sono ben più numerose e spesso relative all’edilizia
minore. Bisognerebbe, inoltre, distinguere tra quelle attività che sono incompatibili
con la tipologia edilizia dell’immobile che le ospita e quelle che sono incompatibili
con il contesto urbano in cui si trovano. Mancanza di parcheggi, difficoltà di accesso,
eccetera, eccetera. Rispetto alle prime, infatti, l’unica soluzione è lo spostamento in
un altro luogo delle stesse, mentre nel secondo caso si potrebbe anche ovviare,
rafforzando la dotazione di attrezzatura e servizi. Appare, quindi, evidente come
questa analisi debba essere molto più approfondita e soprattutto debba contenere in
questa fase l’indicazione delle attrezzature da delocalizzare e quelle che possono
essere mantenute. Per ragioni di omogeneità le informazioni di questa tavola vanno
riportate in quella delle destinazioni d’uso, altrimenti si rischiano errori gravi o
indicazioni incomprensibili, come nel caso del Liceo Empedocle. Viene indicata
come attività incompatibile, ma non si comprende rispetto a cosa sia incompatibile il
Liceo Empedocle. L’edificio è contemporaneo ed è nato come attrezzatura
scolastica. Se l’incompatibilità viene riferita al contesto urbano, ma non si capisce
per quale ragione vengono contestualmente considerati compatibili gli adiacenti uffici
comunali di via Pino di Agrigento”. Anche questo emendamento è un emendamento
assai rilevante, perché dimostra, appunto, in che misura questo Piano venga a
negare la sua funzione primaria di elemento promotore di sviluppo e di
rivitalizzazione. Cosa dovrebbe fare un Piano? Indicarci ove le attività economiche,
le attività umane, le attività sociali devono svolgersi o non devono svolgersi. Questo
dovrebbe essere funzione del Piano indicare quali vie destinare a un certo tipo di
commercio e quali no, quali vie destinare all’attività scolastica e quali no, in quali vie
insediare contenitori culturali e quali no. Tutto questo dovrebbe essere merito del
Piano e dovrebbe essere una attività molto puntuale. Il Piano Rizzo invece si limita a
fare questo soltanto per alcune grandi strutture e non lo fa per quanto riguarda le
attività diffuse e l’edilizia minore. Peraltro quando dà delle indicazioni negative, non
spiega neanche se queste indicazioni negative sono superabili mediante
realizzazione di standard, ad esempio servizio o attrezzatura di parcheggi o perché
incompatibili tout court.
Emendamento 7. La tavola 2.4.3 ripropone le tipologie edilizie del tessuto urbano ed
è di difficile comprensione. Non si capisce cosa si intenda per palazzo a rifusione
integrata e palazzo a rifusione non integrata. La differenza sembra legata all’aspetto
estetico più che all’articolazione funzionale. La semplice tipologia palazzo non è
prevista, dando per scontato che sia stata in ogni caso frazionata in più unità
immobiliari. Non esiste inoltre alcuna differenza tra i palazzi e i palazzetti ben più
presenti dei primi nel Centro Storico di Agrigento in ragione dell’assenza di una vera
aristocrazia negli ultimi due secoli della storia della città. In una tavola come questa
bisognerebbe, inoltre, evitare di confondere le tipologie edilizie originarie che
bisognerebbe conservare o tentare di recuperare, palazzo, con le trasformazioni
che hanno subito. Nelle indicazioni di queste ultime si fa peraltro confusione tra il
frazionamento, manomissione tipicamente riferita ai palazzi che vengono suddivisi in
più unità immobiliari e la rifusione, manomissione tipicamente riferita all’edilizia
minore, quando attraverso l’unione di più unità edilizie, si ottengono unità immobiliari
più grandi. Soprattutto gli interventi di rifusione che nei tessuti storici del sud Italia
18
hanno spesso originato unità edilizie che vengono definite ad albero. Vanno studiate
con un maggiore dettaglio per individuarle correttamente. Se ciò non avviene, come
nel caso del Piano in questione, questo tipo di analisi diventa fuorviante. Anche
questo è un aspetto tecnico rilevante che il Piano Rizzo nega, confermandosi ben
distante dalla normativa in materia.
Emendamento 8. La tavola 2.4.4 elenca i manufatti in stato di abbandono. Questo
tipo di informazioni vanno incrociate con lo stato di conservazione, come specificato
in premessa, infatti la disaggregazione di informazioni correlate può originare gravi
errori in fase di previsione e di interventi.
Emendamento 9. La tavola 4.2 rappresenta il quadro di unione degli isolati e delle
unità edilizie, l’analisi di base per costruire questa tavola, come chiarito
nell’emendamento 7 a proposito degli interventi di rifusione, manca quasi del tutto.
Ciò comporta numerosi errori nella distinzione tra unità edilizie e immobiliari e di
conseguenza molta approssimazione nella corretta individuazione delle categorie di
intervento.
Emendamento 10. La tavola 4.3.4 elenca gli interventi edilizi consentiti, cioè le
categorie di intervento per il recupero edilizio ai sensi della legge regionale 71/78.
Appare immediatamente evidente come il risanamento conservativo sia l’eccezione,
mentre la gran parte dell’edilizia minore venga destinata alla ristrutturazione edilizia,
seppure distinta in conservativa e intensiva. Se l’esigenza a cui si vuole rispondere è
quella di consentire maggiormente la rifusione tipologica, è pericoloso inventarsi una
specificazione della ristrutturazione edilizia conservativa. È invece necessario
approfondire le analisi tipologiche e aggregative per individuare, caso per caso, tutte
quelle unità edilizie, seppure soggette al risanamento conservativo per le quali è
possibile consentire una limitata rifusione tipologica che garantisca il necessario
aumento della superficie utile. Come già chiarito in premessa, infatti, non è
trasformando in abitazioni, dallo stile contemporaneo le case storiche che si
rivitalizzano i Centri Storici, quanto piuttosto creando le condizioni economiche per
una nuova residenzialità. Questi emendamenti sono tutti emendamenti tecnici, che
mettono in luce le carenze tecniche del Piano e il mancato adeguamento del Piano
alle indicazioni fornite dal CRU.
Emendamento 11. Anche nella tavola 5.1, che rappresenta il programma di
interventi per la cultura, è stato scelto un profilo minimalista. Viene proposto un
circuito museale sostanzialmente composto dagli spazi espositivi già esistenti, Santo
Spirito, o in fase di recupero, Museo Civico, Santa Maria dei Greci, con la semplice
aggiunta della Chiesa di San Girolamo. In coerenza con quanto già votato dal
Consiglio comunale in fase di adozione del nuovo P.R.G., bisogna invece costruire
un importante circuito museale. Questa previsione, attraverso il recupero edilizio e la
rifunzionalizzazione dei grandi edifici specialistici civili, peraltro si tratta di edifici in
gran parte di proprietà pubblica, potrebbe da un lato innescare un processo di
riqualificazione del tessuto edilizio storico, dall’altro creare un indotto economico
capace di favorire una nuova residenzialità e ancora rispondere all’enorme
fabbisogno di strutture espositive in una città che conserva la maggior parte delle
proprie collezioni nei magazzini. Creare uno stretto legame funzionale tra la Valle dei
Templi e il centro urbano, realizzando quelle simbiosi generalmente auspicate, ma
non favorite dai tre strumenti urbanistici attualmente in discussione: P.R.G., Piano di
19
recupero del Centro Storico e Piano del Parco. Nelle città d’arte europee si
destinano a fini espositivi i grandi edilizi specialistici, palazzi, monasteri dotati di
corte centrale. Nel Centro Storico di Agrigento gli edifici di questo tipo sono pochi:
“Boccone del Povero, Caritas, Istituto Granata, Istituto Schifano, Casa dei Filippini” e
di solito coincidenti con i palazzi e i monasteri di maggior pregio artistico e storico
dei secoli XV e XVIII. Il Piano di recupero ha previsto per questi edifici, che meglio
risponderebbero per tipologie ed ubicazione alle esigenze espositive di un museo
invece altre destinazioni. Il Piano li destina quasi tutte a strutture per terze età o a
scuole, come si può vedere nelle tavole 5.2, 5.4, 5.5. Si ritiene indispensabile
rivedere complessivamente tutta questa parte delle previsioni di Piano. Questo
emendamento, l’emendamento undicesimo, offre una risposta alle considerazioni
volontaristiche e velleitarie che alcuni consiglieri del centrodestra hanno proposto
nella ultima seduta del Consiglio comunale, proprio in relazione al Piano del Centro
Storico, dicendo: approviamo il Piano, approvando il Piano si fa lo sviluppo,
approvando il Piano si fa il turismo, approvando il Piano si fa la città d’arte. Noi
siamo entrati nel merito, ad esempio questo Piano, anche rispetto alla prospettiva
turistica collegata alla valorizzazione degli aspetti di Agrigento quale città d’arte, è
assolutamente carente. È addirittura carente e in controtendenza anche rispetto alla
volontà che questo Consiglio comunale lo scorso anno ha espresso nell’indicare il
Centro Storico come sede di un circuito museale, cioè come sede di un grande
circuito di musei che dovrebbero attrarre turisti e mantenere il turista che si reca ad
Agrigento per un periodo congruo, al fine di modificare la tendenza del turismo mordi
e fuggi. L’Ingegnere Rizzo nella sua frenetica attività di progettista di tutto e del suo
contrario non ha trovato il tempo per definire il circuito museale della città di
Agrigento. E poiché il Piano è veramente un’insieme di carte affastellate e
arraffazzonate, come si suol dire, noi abbiamo indicazioni in controtendenza di
quelle che sono le direttive, le prassi, le tendenze dell’urbanistica all’interno dei
Centri Storici. I migliori edifici, quelli che più si presterebbero all’utilizzo museale
turistico, Boccone del Povero, Caritas, Granata, Schifano, Casa dei Filippini,
vengono ad avere delle destinazioni del tutto incongrue come terza età o scuole,
invece di avere le ben più significative e remunerative dal punto di vista economico
per l’intera città, indicazioni di carattere artistico museale. Ma quando il piano lo si fa
alla sanfasò esce questo e ancora peggio di questo. Anche sul punto
l’emendamento chiede di rivedere tutte queste indicazioni.
Ultimo emendamento è l’emendamento dodicesimo che così recita: “Cancellata già
nel 97 la realizzazione della grande infrastruttura viaria sopra il Piano ferrato, il tema
della mobilità è quasi scomparso dal Piano Rizzo. La tavola 5.7, programma di
intervento per viabilità e parcheggi, tradisce già nel titolo l’errore sul piano culturale
che sta alla base della genericità delle previsioni. Ormai da decenni non si parla più
di viabilità quanto piuttosto di mobilità urbana, essendo ormai acclarato che tutti i
mezzi destinati allo spostamento di uomini e merci su gomma, su ferro, su apparati
meccanizzati di risalita, sono parte di un unico sistema, quello della mobilità. Il Piano
si limita a individuare alcuni parcheggi lungo la periferia del Centro Storico,
localizzazioni peraltro condivisibili e due scale mobili, la prima di via Pino di
Agrigento, la seconda in via Barone. Per il resto non c’è quasi nulla. Quello della
mobilità, invece, è un tema strategico per rendere accessibile e quindi appetibile il
20
Centro Storico, sia per i nuovi residenti che per i flussi turistici. Questo programma di
interventi va riempito a partire dagli obiettivi principali, l’accesso ai poli di attrazione
turistica, aree monumentali e circuito museale, l’equilibrio tra l’attraversamento
veicolare, le zone a traffico limitato, la funzione scambiatrice dei parcheggi periferici,
il recupero e la rifunzionalizzazione del piano ferrato alla luce delle previsioni del
P.R.G.. Il Consiglio ha infatti già adottato un Piano che prevede lo spostamento della
Stazione centrale e quindi la sottoutilizzazione dell’attuale piano ferrato. Si potrebbe
immaginare un progetto integrato finalizzato alla realizzazione di un grande parco
urbano. Come si può evincere dai dati riportati dallo stesso Piano, vi è grande
carenza di verde pubblico in Centro Storico, che conservi solo due linee di
metropolitana di superficie e per il resto serva a ricongiungere la periferia sud della
città con il Centro Storico. Una zona verde per il tempo libero ma dotata di mezzi
meccanici di risalita capaci di connettere l’area di via Dante, via Acrone, via
Callicratide, via Manzoni con il Centro Storico”. Vedete, colleghi Consiglieri, gli
emendamenti che io ho letto sono frutto di un lavoro di équipe urbanistica coordinata
dall’Architetto Mimmo Fontana e realizzato dal gruppo di intelligenze che ruota
attorno all’Associazione Legambiente che, mi sia consentito di dirlo, perché anche
confermato dal dibattito cui stiamo assistendo all’interno del Consiglio comunale in
sede di Piano di Centro Storico e qui in precedenza abbiamo assistito in sede di
Piano Regolatore Generale, Legambiente è l’unico soggetto collettivo, l’unico
soggetto politico che in questa città organicamente, sistematicamente elabora
proposte, idee, visioni, progetti, disegni relativi allo sviluppo di Agrigento. E in questo
emendamento N.12 la nostra équipe tecnica opera un disegno di grande interesse,
di grande bellezza, di grande utilità e, se vogliamo, anche ovvio, a poco prezzo, che
viene a saldare una serie di questioni e a risolverle positivamente. Anche su nostra
proposta il Consiglio comunale ha previsto lo spostamento della Stazione centrale e
quindi si libera uno spazio assolutamente ampio e significativo ai piedi del Centro
Storico di Agrigento. Il Piano avrebbe dovuto investirsi, lavorarci, elaborare, sfruttare
per la città questa idea, sfruttarla anche nei termini delle proposte di Legambiente, la
realizzazione di una grande area verde con due linee di metropolitana interna in
questa vasta area che collega la parte di via Empedocle con la parte sottostante alla
linea ferrata, recuperare il degrado di questa area che è composta da molte migliaia
di metri quadrati occupate dalle ferrovie e farne un polmone di vitalità, di attrazione
turistica, di opportunità per gli agrigentini, un grande parco urbano nel cuore della
città, collegato con gli strumenti di tecnologia che le città più moderne pongono a
disposizione dei cittadini, anche in Sicilia. Io ancora non ho avuto modo di utilizzarla,
ma ad Erice hanno realizzato la teleferica per collegare il Centro Storico con le altre
parti. Questo Piano avrebbe potuto pensare le scale mobili, le teleferiche, gli
strumenti di mobilità che sono essenziali in una città d’arte come Agrigento e che
possono connettere tutte queste zone che oggi sono altamente invivibili. Qualcuno di
voi provi a posteggiare la notte in via Dante o in via Manzoni. Tutte queste cose che
noi abbiamo illustrato nel nostro emendamento a proposito della viabilità, sono cose
che rendono appetibile il Centro Storico, lo rendono fruibile per gli abitanti, lo
rendono affascinante e godibile per il turista. Sono tutte cose che si possono fare
con grande facilità. Se ci fosse l’Ingegnere Rizzo lì, io gli chiederei: “Mi scusi, ma lei
niente ha pensato di realizzare al posto della linea ferrata che passa sotto via
21
Empedocle, visto che il Consiglio comunale ha votato lo spostamento della Stazione
centrale? Non ha pensato a qualche soluzione per la città di Agrigento? Non ha
pensato a un parco urbano? Non ha pensato a una metropolitana di superficie? Non
ha pensato a connettere questa zona con le zone alte del Centro Storico?”. Tutto
questo non c’è e in effetti questo Piano è degno di ciò che è stata nei trent’anni
passati, nei trentacinque anni passati la città di Agrigento, una città amministrata da
incompetenti, arraffoni, maneggioni, ben distanti da qualsiasi anelito culturale,
maneggioni e arraffoni che si sono avvalsi per spendere il denaro che lo Stato ci ha
fornito per il nostro sviluppo, di personale tecnico ad altissimo tasso di incompetenza
e di incapacità, tant’è che a distanza di trent’anni stiamo a tutt’oggi discutendo di un
incarico dato nella prima metà degli anni 70 e di un Piano che fa letteralmente
schifo. Vi ringrazio.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Possiamo procedere con la votazione degli
emendamenti dopo che esprime il parere l’Architetto.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Per come ho detto poc’anzi, noi come Ufficio, in
merito agli emendamenti del Consigliere Arnone, abbiamo dato un parere unico per
quanto riguarda gli emendamenti che vanno dal 13 al 21. Poi per gli emendamenti
22, 23 e 24 abbiamo dato un parere singolo per la specifica proposta. Quindi io
passerei a leggere il parere che è relativo agli emendamenti dal 13 al 21: “Trattasi di
osservazioni critiche essenzialmente rivolte all’analisi dello stato di fatto che hanno
semplicemente ricalcato le problematiche già evidenziate dal CRU. Il progetto di
Piano Particolareggiato persegue le finalità della riutilizzazione e risanamento del
Centro Storico secondo determinate procedure necessarie per restituire ai ceti
sociali che se ne sono nel tempo allontanati, non solo i propri monumenti, ma anche
il patrimonio di abitazioni, servizi e forme che nel loro insieme rappresentano il cuore
della città e la sua cultura urbanistica, economica e sociale. Al fine di intervenire sul
tessuto edilizio urbano è stata eseguita un’analisi basata ad individuare le
caratteristiche tipologiche edilizie riportate in una serie di allegati contenenti tutte le
informazioni sui singoli isolati, relativamente alla loro identificazione con il numero di
elevazioni fuori terra alle condizioni igienico statiche al momento del rilevamento,
allo stato della proprietà, alle condizioni d’uso e ai valori architettonici. Gli elaborati di
analisi, in particolare le tavole 4.3 ex numero 100, interamente riveduto e
aggiornato, tavola 2.1.4 elenco delle emergenze storiche – architettonico ambientali
con le indicazioni storiche e la tavola 2.1.5 analisi storico – critica e bibliografia sui
principali complessi architettonici evidenziano per come specificato nella relazione
tecnica del progettista gli elementi morfologici, funzionali e costruttivi che
caratterizzano i tipi edilizi, al fine di un approfondimento necessario per la
valutazione delle dinamiche insediative. Infatti tali caratteristiche consentono di
identificare il periodo storico di formazione dei singoli manufatti, i caratteri stilistici e
costruttivi dei manufatti edilizi, gli elementi comuni di natura funzionale e costruttiva,
la tipologia di intervento progettuale ammissibile, la natura e la consistenza del
tessuto connettivo urbano. Vedi pagine 10, 11 e 13 della relazione generale.
L’analisi della struttura fisica esposta nei particolari con la tavola della serie 4.3 per il
progettista è la base dell’individuazione del perimetro e della consistenza delle unità
edilizie. In questa nuova stesura progettuale, facendo riferimento anche a quanto
evidenziato dal CRU, sono state utilizzate come supporto cartografico di riferimento
22
le aerofotogrammetrie in scala 1:2000 e in scala 1:500 aggiornate al 1999, le ultime
che abbiamo in possesso. Inoltre la nuova cartografia è stata anche utilizzata per le
nuove riproposizioni progettuali inerenti le attrezzature, la viabilità e il verde. In
particolare si ritiene che per l’emendamento 13 l’approfondimento in merito allo
studio storico delle dinamiche insediative sia stato opportunamente eseguito. Per
l’emendamento 14 lo stesso evidenzia che le analisi affrontate dal progettista con le
tavole 2.1.8 sono da considerarsi molto importanti sui vuoti urbani. Si ritiene che
tale argomentazione sia stata opportunamente eseguita. L’emendamento N. 15 si
evidenzia che nella tavola 2.2.4 sono stati individuati 8 quartieri storici e non 6 per
come viene detto. In merito alle zone di unità morfologica si ritiene che tale
considerazione abbia una natura prettamente didattica, che comunque non possono
interferire con una corretta individuazione degli interventi di recupero più adatti. Per
l’emendamento N. 16 si ritiene che lo studio condotto con la tavola N. 2.3.26 sia
sufficientemente esplicativa in merito alle indicazioni da dare per l’analisi di Piano
nel suo complesso. Per l’emendamento 17 si rileva che l’analisi per i piani superiori
al piano terra è riportato all’interno delle tavole serie 4.3 in cui si fa riferimento anche
alle previsioni progettuali. Per l’emendamento 18 si ritiene che la tavola 2.4.2 sia
indicativa per le attività localizzate nelle grandi strutture. In merito al riferimento agli
uffici di via Pino di Agrigento si ritiene che questi siano delle piccole unità facenti
parti di un grande edificio a carattere residenziale ed è pertanto irrilevante sul carico
urbanistico. Per l’emendamento N. 19 si ritiene che la tavola 2.4.3
sia
sufficientemente comprensibile e di rilevanza in merito allo studio complesso sulle
analisi condotte dal progettista. Stesso discorso per l’emendamento N. 20 e 21. Per
le su esposte indicazioni e considerazioni si esprime parere di regolarità tecnica
contrario, nella considerazione anche che si è in presenza non di veri e propri
emendamenti consistenti in una precisa proposta soppressiva, modificativa o
aggiuntiva di cui è l’oggetto di deliberazione.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Se non ci sono interventi, possiamo procedere
con la votazione dell’emendamento N. 13 che facciamo per appello nominale: chi è
d’accordo dica sì, chi è contrario dica no. Per dichiarazione di voto il Consigliere
Casesa.
CONSIGLIERE CASESA – Il mio sarà un voto contrario, non ad un emendamento
complessivo, ma a delle discussioni e delle riflessioni che ha riportato il Consigliere
Arnone, il quale mi ha fatto molto riflettere, sognare, quasi volare, appassionare, ma
non mi ha minimamente convinto. Le sue elucubrazioni sono solamente
considerazioni, riflessioni, pensieri e rivestono un carattere, come egli stesso ha
detto, culturale, storico, didattico, scolastico, che ricordano la conquista e l’arrivo
degli arabi, degli spagnoli, dei francesi, degli svevi, dei normanni e dei greci. Il
parere dell'Ufficio è contrario per queste ragioni, perché non sono emendamenti né
propositivi né aggiuntivi, né modificativi, ma sono delle considerazioni. Io rispetto il
lavoro che hanno fatto insieme il gruppo di riferimento al Consigliere Arnone, cioè
Legambiente, ma non mi hanno minimamente convinto. Io continuo ad avere fiducia,
continuo a credere a questo Piano e continuo ad esprimere in negativo il voto a
questi emendamenti o all’emendamento singolo per le considerazioni che ho già
detto. Sono solamente considerazioni, riflessioni e pensieri. Per queste ragioni il mio
voto sarà contrario.
23
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ci sono altri consiglieri che devono fare
dichiarazioni di voto? Prego Consigliere Licata.
CONSIGLIERE LICATA - Signor Presidente, colleghi Consiglieri, una dichiarazione
di voto molto breve sarà la mia. Espresso il mio parere negativo su tutto l’impianto
del Piano Particolareggiato del Centro Storico, è chiaro che gli emendamenti
proposti dal Consigliere Arnone volevano essere un momento di riflessione per tutta
l’aula. Capito l’andamento dell’aula che non ne vuole assolutamente tenere conto e
che vuole portare a tutti i costi, costi quel che costi, questo Piano Particolareggiato a
definizione, è chiaro che io non posso fare altro che anche in questa fase astenermi,
ma l’astensione non significa assolutamente non condividere gli emendamenti
presentati dal Consigliere Arnone, significa semplicemente mantenere quella mia
posizione, ossia che in atto così come è strutturato il Piano Particolareggiato troverà
sicuramente una sonora bocciatura al CRU e considerato che la maggioranza non
vuole assolutamente discutere e portare delle variazioni, è chiaro che io mi devo per
forza astenere. Sarà tutta responsabilità della maggioranza.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Procediamo con la votazione per appello
nominale: chi è d’accordo dica sì, chi è contrario dica no. Proclamo l’esito della
votazione: 2 voti favorevoli, 13 voti contrari, 7 astenuti, il Consiglio respinge.
Passiamo alla votazione dell’emendamento N. 14 per alzata di mano: chi è
d’accordo alzi la mano, chi è contrario no. Sono 2 voti favorevoli, 14 voti contrari, 6
astenuti, il Consiglio respinge.
Votiamo sempre per alzata di mano l’emendamento N. 15: chi è favorevole alzi la
mano, chi è contrario no. A favore sono sempre Arnone, Capraro. Astenuti sempre
gli stessi e il resto contrari. Quindi sono 2 voti favorevoli, 14 no, 6 astenuti, il
Consiglio respinge.
Votiamo per alzata di mano l’emendamento N. 16: chi è d’accordo alzi la mano, chi è
contrario no. Sono 2 voti favorevoli, 14 voti contrari, 6 astenuti. Il Consiglio respinge.
Votiamo per l’emendamento N. 17: chi è favorevole alzi la mano, chi è contrario no.
Sono 2 voti favorevoli, 14 voti contrari, 6 astenuti, il Consiglio respinge.
Votiamo l’emendamento N. 18 per alzata di mano: chi è d’accordo alzi la mano, chi è
contrario no. Sono 2 voti favorevoli, 14 voti contrari, 6 astenuti. Il Consiglio respinge.
Votiamo l’emendamento N. 20 per alzata di mano: chi è d’accordo alzi la mano, chi è
contrario no. Sono 2 voti favorevoli, 14 voti contrari, 6 astenuti, il Consiglio respinge.
Emendamento N. 21. Per alzata di mano: chi è d’accordo alzi la mano, chi è
contrario no. Sono 2 voti favorevoli, 14 voti contrari, 6 astenuti. Il Consiglio respinge.
Adesso leggiamo il parere relativamente agli emendamenti 22, 23 e 24.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Per l’emendamento 22 l’Ufficio esprime parere
contrario. Di fatto tale problematica è stata già affrontata in sede di parere della
Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, con il parere favorevole
reso per il progetto di P.P. Centro Storico riproposto a seguito della rielaborazione.
Infatti con il predetto parere vengono espressamente riclassificati gli interventi
consistenti per l’edificato esistente e in particolare si legge: “Tutto quanto sopra,
questa Soprintendenza è del parere che il progetto di recupero del Centro Storico è
condivisibile con le modifiche e le prescrizioni di seguito riportate e relative agli
elaborati 4.3.4 interventi consentiti e/o prescritti e 7.1 norme di attuazione.
Intervento individuato all’articolo 14, ristrutturazione a carattere conservativo si
24
riconfigurano secondo quanto previsto dall’articolo 13, risanamento, con la
possibilità di sostituzione di parti strutturali degli elementi orizzontali e verticali e
comunque nel rispetto del mantenimento dei caratteri architettonici originari, cantoni,
stipiti, fregi, marciapiedi, edicole, lunette, portali, eccetera. Gli interventi individuati
all’articolo 15, ristrutturazione edilizia a carattere intensivo si riconfigurano secondo
quanto previsto dall’articolo 14 con la possibilità di qualche variazione dei caratteri
formali e delle aperture e degli accessi dei piani terra, sia in termini di dimensione
che di posizione, tali da non stravolgere le peculiarità architettoniche. Qualora
l’intervento di ristrutturazione a carattere conservativo riguarda unità edilizie
altamente degradate, in tale ipotesi si prescrive il parere della Soprintendenza
preventivamente.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Mettiamo ai voti l’emendamento N. 22 per
alzata di mano: chi è d’accordo alzi la mano, chi è contrario no. Sono 2 voti
favorevoli, 14 voti contrari, 6 astenuti, il Consiglio respinge.
Emendamento N. 23.
ARCHITETTO CAMPANELLA - L’Ufficio esprime parere contrario. In merito alle
destinazioni d’uso, gli edifici per mostre, si osserva che la casa dei Filippini, ex
Istituto Tecnico, è destinata a tale scopo. Per gli altri edifici citati nell’emendamento
vale il comma terzo dell’articolo 29 delle norme di attuazione, il quale prevede una
flessibilità che appare opportuna in relazione allo sviluppo di specifiche esigenze che
si possono manifestare nel tempo o che l’Amministrazione intende avviare sulla
base di programmi integrati per la fruizione della Valle dei Templi e il Centro Urbano,
per come specificato nell’emendamento proposto.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Poniamo ai voti l’emendamento 23 per alzata
di mano: chi è d’accordo alzi la mano, chi è contrario no. Sono 2 voti favorevoli, 14
voti contrari, 5 astenuti, il Consiglio respinge.
Emendamento N. 24.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Anche per questo emendamento l’Ufficio esprime
parere contrario in quanto per quanto riguarda la viabilità e i parcheggi, con la nuova
stesura riproposta dal progettista, gli stessi sono stati conformati alla volontà
espressa dal CRU con il voto 603 del 98. Questo Ufficio Tecnico, con la relazione di
accompagnamento al Piano, ha specificato inoltre che vengano riproposti il
completamento dei parcheggi pluripiano, esistenti lungo la via Gioieni e mai
completati, in quanto si ritiene che agli stessi sia data la particolare conformazione
altimetrica dei siti e si inseriscano in modo armonico con il tessuto esistente; che
vengano ulteriormente individuati e inseriti in modo armonico alcuni parcheggi,
anche di modeste dimensioni, nell’ambito del tessuto urbano esistente; che vengano
ulteriormente individuati alcuni collegamenti viari e di raccordo all’interno del Centro
Storico. Per quanto riguarda il recupero e la rifunzionalizzazione del Piano ferrato, si
specifica che il P.R.G. prevede l’utilizzazione attuale della Stazione centrale e non lo
spostamento della stessa. Evidentemente il programma di utilizzare la rete
ferroviaria come linea metropolitana di superficie resta sempre valido, anche alla
luce della nuova stazione prevista a Fontanelle e recentemente approvata dal
Consiglio comunale nell’ambito dell’approvazione del progetto generale per la
velocizzazione della tratta Palermo – Agrigento.
25
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Poniamo ai voti l’emendamento N. 24. Per
alzata di mano: chi è d’accordo alzi la mano, chi è contrario no. Sono 2 voti
favorevoli, 14 voti contrari, 6 astensioni, quindi il Consiglio respinge.
Passiamo adesso alla trattazione dell’emendamento N. 25.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Questo emendamento è proposto di nuovo dal
gruppo che ha precedentemente presentato gli emendamenti prima del Consigliere
Arnone. Testo dell’emendamento: “Si propone di inserire tra gli elaborati, di cui
all’articolo 4 delle norme di attuazione, il fascicolo del fabbricato attestante la
consistenza dello stato attuale, delle condizioni statiche e l’analisi per
l’approntamento dei rimedi da adottare nella ristrutturazione. Per questo
emendamento l’Ufficio ha espresso parere favorevole. Tra gli elaborati di cui
all’articolo 4 delle norme di attuazione, può essere introdotto il fascicolo del
fabbricato, ma soltanto dopo che la Regione Siciliana avrà legiferato in proposito. Il
parere è favorevole.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Per appello nominale: chi è d’accordo dica sì,
chi è contrario dica no. Proclamiamo l’esito della votazione: sono 17 voti favorevoli,
3 astenuti, il Consiglio approva.
ARCHITETTO CAMPANELLA - Emendamento 26. Si propone che il tracciato
planimetrico che individua e definisce la perimetrazione nel Centro Storico coincida
con i confini di particelle catastali e di unità immobiliari interne e in via cautelativa
inglobi anche le aree relative ai piani di recupero di Santa Croce e San Michele. Per
questo emendamento l’Ufficio ha espresso parere contrario. Il Piano
Particolareggiato del Centro Storico ha un suo perimetro definito dal precedente
P.R.G. ancora vigente, approvato con il D.A. 374 dell’89, che è stato confermato
anche dal nuovo P.R.G., adottato dal Consiglio comunale con le ultime delibere, la
54 del 94 e la 108 del 2005. Inoltre il Piano Particolareggiato di Santa Croce e di
San Michele sono stati definiti nei loro perimetri e approvati all’Assessorato
regionale con il D.A. 1288 dell’88. Eventuale inglobamento degli stessi all’interno del
Piano del Centro Storico deve essere opportunamente proposto dalla
Amministrazione e approvato dal Consiglio comunale. Il parere è contrario.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Per appello nominale: chi è d’accordo dica sì,
chi è contrario dica no. Esito della votazione: sono 4 voti favorevoli, 14 voti contrari,
4 astenuti. Il Consiglio respinge.
Passiamo all’emendamento N. 27.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Con riferimento a quanto previsto dall’articolo 6
delle norme di attuazione, si propone di non porre limiti di superficie agli
accorpamenti di unità immobiliare, purché sia dimostrata la necessità per gli usi
richiesti dal progetto o qualora si tratta di eccedenze derivanti dallo stesso
accorpamento, che va a determinare la funzionalità delle nuove unità immobiliari.
Anche su questo emendamento l’Ufficio ha espresso parere contrario. La variabilità
tipologica è stata definita dal progettista in relazione alle varie possibilità di
intervento per come definite con le schede allegate al Piano, con gli elaborati N. 431,
432 e 433.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Per alzata di mano: chi è favorevole alzi la
mano, chi è contrario no. Favorevoli Capraro, Principato, Salsedo, Gramaglia, Di
Maida. Poi astenuti Calabrese, Rizzopinna, Licata, Mandracchia e Vetro. Il resto
26
sono tutti contrari. Sono 5 voti favorevoli, 5 astenuti, 12 voti contrari, il Consiglio
respinge.
Andiamo avanti con l’emendamento N. 28.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Testo dell’emendamento: “Si propone che gli
aggiustamenti dei solai di cui all’articolo 15 delle norme di attuazione siano definiti in
relazione all’adeguamento dei parametri abitativi e igienico - sanitari e il limite
dell’intervento di cui alla lettera B venga posto esclusivamente sulle conseguenti
variazioni delle caratteristiche estetiche e formali dei prospetti. Le definizioni di cui
all’articolo 15 appaiono sufficientemente precise. Inoltre, per come previsto dalla
Soprintendenza con il parere favorevole del 10/12/03 l’articolo 15 viene declassato
ad articolo 14 ed esattamente: gli interventi individuati all’articolo 15, ristrutturazione
edilizia a carattere intensivo si riconfigurano secondo quanto previsto dall’articolo 14.
Quindi vengono ulteriormente salvaguardati gli interventi. Il parere è contrario perché
già le norme lo integrano e lo contemplano.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prendiamo atto che l’emendamento viene
ritirato dal Consigliere proponente Principato.
Passiamo all’emendamento N. 29.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Si propone nella sostituzione ripristino edilizio
conservativo, di cui all’articolo 16 delle norme di attuazione, in caso di demolizione e
ricostruzione, il disegno delle facciate, il sistema delle aperture e le coperture di cui
alla lettera B possano avere tolleranze, seppur minime, atte al miglioramento dei
parametri igienico - sanitari. Il parere è favorevole, da inserire come comma
aggiuntivo all’articolo 16 delle norme di attuazione. Il parere è favorevole.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Chi è d’accordo alzi la mano, chi è contrario
no. Esito della votazione: 18 voti favorevoli, 4 astenuti, Licata, Calabrese, Arnone e
Bottone. Il Consiglio approva.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Emendamento N. 30. Si propone che per la
riconfigurazione delle facciate, recupero ambientale di cui all’articolo 18 delle norme
di attuazione, la normativa venga applicata anche laddove non specificatamente
indicato su segnalazione della Commissione Edilizia
del Centro Storico, a
salvaguardia di qualche eventuale svista e non soltanto per tutti gli edifici per i quali
sono indicate alterazioni nelle apposite schede ed ove è esplicitamente prescritto
l’intervento di ripristino delle facciate. Su questo l’Ufficio esprime parere contrario, in
quanto la Commissione speciale per il Centro Storico, stabilita ai sensi dell’articolo 4
della legge regionale 70/76 prevede interventi mirati agli edifici dichiarati a interesse
storico, artistico e monumentale, nonché quelli di pregevole caratteristica
architettonica.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Passiamo alla votazione per alzata di mano:
chi è favorevole alzi la mano, chi è contrario no. Favorevoli Principato, Salsedo,
Gramaglia, Mandracchia, Di Maida, Capraro. Astenuti Calabrese, Licata, Vetro,
Rizzopinna. Il resto sono tutti contrari. Quindi sono 6 voti favorevoli, 4 astenuti, 12
voti contrari, il Consiglio respinge.
Sono rimasti gli ultimi 4 emendamenti, che votiamo in questa seduta. Dopo di che
proporrei di fare la dichiarazione di voto finale e quindi la votazione definitiva il
prossimo Consiglio comunale, giovedì prossimo, su tutto il Piano del Centro Storico,
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anche perché poi ci sono degli ulteriori 4 o 5 emendamenti tecnici degli uffici, cioè
una modifica al dispositivo.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Emendamento N. 31. Con riferimento a quanto
previsto dall’articolo 23 delle norme di attuazione, si propone che nelle
ristrutturazioni, escluso per gli edifici con peculiari caratteristiche storico ambientali,
vengano ammessi anche infissi in alluminio preverniciato nelle tipologie e nei colori
tradizionali: verde scuro, marrone, testa di moro e azzurro. Inoltre consentire la
sostituzione di discendenti anche in ghisa. Infine che le terrazze siano proporzionate
ai locali prospicienti, dai quali sono posti a servizio. L’Ufficio esprime parere
favorevole, però limitatamente all’uso di infissi in alluminio preverniciato nei colori
tradizionali, che sono inseriti nell’ambito dei prospetti del Centro Storico, come verde
scuro, marrone, testa di moro, misto legno e tipo legno.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Mettiamo ai voi l’emendamento con la
precisazione che ha testé fatto l’Ufficio. Quindi per alzata di mano: chi è accordo alzi
la mano, chi è contrario no. Astenuti Calabrese, Arnone, Bottone e Licata, contrario
Capraro, il resto sono tutti a favore. Esito della votazione: sono 4 astenuti, 1 voto
contrario, 17 voti favorevoli. Il Consiglio approva.
Emendamento N. 32.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Emendamento 32. Negli interventi di recupero su
aree compromesse, di cui all’articolo 26 delle norme di attuazione, si propone di
accogliere iniziative e progetti per il recupero ambientale e per il ripristino di punti di
belvedere per la valorizzazione di aree urbane significative e per le finalità di
promozione turistica. Il parere è favorevole. L’emendamento si ritiene accoglibile con
le precisazioni necessarie da aggiungere all’articolo 26 delle norme di attuazione.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Chi è favorevole alzi la mano, chi è contrario
no. Astenuti Calabrese, Licata, Bottone e Arnone. Il resto sono favorevoli.
Proclamiamo l’esito della votazione: sono 4 astenuti e 17 voti favorevoli. Il Consiglio
approva.
Emendamento N. 33.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Emendamento 33 proposto da Licata, Lauricella,
Hamel. Prevedere un centro espositivo polivalente all’interno del Centro Storico tra
Santa Croce, Addolorata e Parco dell’Addolorata, al fine di consentire una
rivitalizzazione del Centro Storico e dell’intero comparto della zona ovest della città e
creazione dei relativi servizi. Il parere è contrario in quanto il Piano prevede quanto
richiesto dall’emendamento con intervento nei cortili (p.i. pronuncia non chiara) per
come specificato nella tavola 5.10 programma di intervento e attrezzature esistenti,
elaborato riepilogativo. Già queste iniziative sono state inserite.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prego Consigliere Licata.
CONSIGLIERE LICATA – Signor Presidente, colleghi Consiglieri, prendo atto dei
pareri che mi danno gli uffici perché a questo punto devo ricordare un altro parere
che mi era stato dato in sede di discussione del Piano Regolatore Generale. In
quella sede, se voi ricordate, abbiamo discusso di un Polo espositivo che doveva
essere allocato tra l’Addolorata e il Centro Storico, Addolorata non solo il quartiere
dell’Addolorata, Addolorata Parco, Addolorata quartiere e Santa Croce quartiere. In
quella sede mi fu dato parere mezzo positivo e mezzo negativo. Il parere mezzo
positivo veniva dato dal fatto che veniva riconosciuta in realtà la bontà di un Polo
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espositivo portato nel Centro della città, però mi si diceva in quella fase che andava
bene solo per la parte che riguardava il Parco dell’Addolorata, mentre non andava
bene per il quartiere dell’Addolorata e Santa Croce perché riguardavano il Centro
Storico e in quel momento non ci potevamo interessare del Centro Storico. È chiaro
quindi che ci troviamo di fronte a quella difformità che ho sempre evidenziato
quando ho detto che questo Consiglio comunale sta commettendo un grave errore
nel non trattare tutti i Piani, il Piano Regolatore Generale, il Piano Particolareggiato
del Centro Storico in particolare in modo adeguato e contemporaneamente tra l’altro,
perché così ci troviamo a dei veti incrociati tra i progettisti del Piano Regolatore
Generale e i progettisti del Piano Particolare del Centro Storico che si incrociano con
dei pareri… in realtà il parere me lo sta dando l’Ufficio, però le progettualità trovano
grossa difficoltà ad essere approvate perché il progettista del Piano
Particolareggiato del Centro Storico in questa fase non ne ha assolutamente tenuto
conto di un Polo espositivo e nemmeno mi può convincere il fatto che è già previsto
nel Piano Particolareggiato la possibilità negli spiazzi, negli slarghi del Centro
Storico di creare delle piccole esposizioni, non le posso nemmeno chiamare Polo
espositivo. Però vi volevo ricordare da che cosa nasceva questa esigenza di creare
un Polo espositivo. Noi abbiamo già discusso nel Piano Regolatore Generale di un
grosso Polo espositivo che deve venire nella direttiva di Licata, nella S.S. 115 dopo il
Villaggio Mosè. E quel Polo espositivo è già stato approvato. Però, per rivitalizzare il
Centro Storico, in quella fase sembrava opportuno pure creare un Polo espositivo
nel Centro Storico della città, o quantomeno a margine del Centro Storico della città,
tanto è vero che abbiamo approvato pure un emendamento di creare una stazione
sotto l’Addolorata. Se voi vi ricordate sotto l’Addolorata passa la linea ferrata. Si
parlava in quella fase di fare pure il tratto di superficie che andava dall’Ospedale fino
alla Stazione centrale e doveva essere considerato pure come metropolitana. Per
cui abbiamo approvato all’unanimità pure una stazione di questa ipotetica
metropolitana che si dovrebbe fermare in questa stazione. Quindi, ora stiamo
facendo un passo indietro. Però volevo chiarire meglio il mio concetto. La esigenza
del Polo espositivo da che cosa nasce? Nel 2010 si darà inizio alla zona di libero
scambio. Cosa significa zona di libero scambio? I 12 paesi che insistono sul
Mediterraneo, compresa l’Italia, assieme a 10 paesi che si trovano nei cosiddetti
paesi Peco, che sono i paesi extraeuropei centro – orientali, daranno vita, dopo
quello che è successo a Barcellona, a una unica unità, per cui non ci saranno più
dazi nei commerci tra questi paesi e ci sarà libertà di potere fare liberi scambi. La
città di Agrigento si trova perfettamente sguarnita in questa ipotesi del 2010 perché
in atto, siamo nel 2005, quasi nel 2006, non abbiamo ancora discusso di cosa può
fare Agrigento in questa ipotetica, che poi tanto ipotetica non è, ma in questa futura
evenienza. E allora vi informo che già i due centri marinari, che sono gli interporti,
sono stati allocati a Bicocca, quindi vicino Catania, e a Termini Imerese per quanto
riguarda la zona di Palermo. Quindi, Agrigento è stata completamente esclusa. Per
quanto riguarda le autostrade è inutile parlarne. Sull’aeroporto ne possiamo
discutere, ma tutti voi sapete come è la situazione. Sulla favola di Agrigento e i 7
vagoni ne abbiamo già parlato ampiamente e quindi è inutile tornare su questa
favola. Quindi Agrigento si troverebbe completamente al di fuori di tutto. Quale
migliore occasione di creare un polo di incontro che Agrigento mette a disposizione
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per i capitali, per le merci, per i prodotti finiti. Agrigento non ha nulla da mettere a
disposizione se non il posto, la struttura, dove i capitali si possono incontrare, dove
le idee si possono incontrare, dove i capitali che hanno il libero scambio, dove le
idee che hanno il libero scambio, dove le merci che hanno il libero scambio si
possono incontrare. Questa secondo me era una soluzione ideale per potere portare
qualche novità ad Agrigento, non solo dal punto di vista turistico, ma anche dal
punto di vista commerciale, per potere inserire nel 2010 la città di Agrigento a pieno
titolo in questa nuova idea che si sta sviluppando. Fatta questa premessa, e qua
posso anche anticipare il mio voto finale, quindi faccio un discorso più ampio…
(voce fuori microfono) Va bene, lo facciamo giovedì, perché io non condivido
assolutamente questa premura che si ha nel portare avanti un Piano quale può
essere il Piano Particolareggiato del Centro Storico in modo così veloce,
praticamente in tre sedute, quattro sedute lo stiamo approvando. Voglio ricordarvi
che nella città di Ragusa, per esempio, il Sindaco non so di che parte politica è, se è
di destra o di sinistra, non lo so e non lo voglio sapere, so soltanto che è un Sindaco
che sicuramente appartiene a un partito ben preciso, che è il partito del buonsenso,
quello che sta mancando questa sera in questo Consiglio comunale. Perché?
Perché questo partito del buonsenso del Sindaco di Ragusa cosa ha fatto nei mesi
scorsi? Ha unito a discutere tra di loro tutte le categorie imprenditoriali della città di
Ragusa, tutti gli ordini professionali, ingegneri, architetti, collegi dei geometri, i
sindacati, le unioni industriali, per discutere di cosa si vuole fare del Centro Storico e
come si può sviluppare questa possibilità che ha la città di Ragusa per loro, per noi
Agrigento, di portare avanti con sviluppo reale e non fittizio come stiamo facendo
questa sera, approvando questo Piano Regolatore Generale. Quindi, nel non
condividere assolutamente il parere che mi è stato dato dagli uffici, perché c’è una
grossa contraddizione tra quanto mi è stato detto allora nell’approvazione del Piano
Regolatore Generale, vi invito ancora una volta a riflettere, prima di dare un giudizio
definitivo a questo Piano. Stiamo facendo degli errori. Uno degli errori è sicuramente
non prevedere un Polo espositivo che possa essere allocato tra il Parco
dell’Addolorata, che si presta benissimo a questa tipologia di attività, e la parte
marginale del Centro Storico. Allora, se vi ricordate, nella discussione del Piano
Regolatore Generale vi avevo parlato che era una zona ben servita, marginale, c’è
la strada provinciale N. 1 che è fuori dalla città di Agrigento, c’è il Teatro di
Pirandello che può essere utilizzato a queste finalità, perché è molto vicino al Parco
dell’Addolorata, c’è il parcheggio pluripiano che si trova qui in piazza Sinatra che può
essere utilizzato come parcheggio anche per questo Polo espositivo. Vedo,
purtroppo, che di tutto questo non se ne vuole parlare. Dobbiamo approvare per
forza questo Piano. Va bene, approvatelo. (voce fuori microfono) Consigliere
Principato, non voglio fare un dibattito, però lei ha perfettamente ragione. Difatti ero
tentato, così come sono tentato per l’altro emendamento, di ritirarlo perché sto
vedendo che è perfettamente inutile e se non si portano questi correttivi sarà
sicuramente bocciato, ma non la mia correzione, per carità, la mia assolutamente
no.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Per alzata di mano: chi è d’accordo alzi la
mano, chi è contrario no. Esito della votazione: favorevoli Arnone, Capraro. Astenuto
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Licata, Calabrese, Rizzopinna, Vetro. Il resto tutti contrari. Quindi sono 2 voti
favorevoli, 4 astenuti, 16 voti contrari, il Consiglio respinge.
Ultimo emendamento N. 34.
ARCHITETTO CAMPANELLA – Emendamento 34 proposto sempre da Licata,
Lauricella, Hamel. Prevedere la localizzazione dell’Università nel Centro Storico. Per
questo emendamento l’Ufficio esprime parere favorevole, a condizione che venga
apportata una integrazione nelle norme di attuazione all’articolo 29, nel senso di
potere disporre di alcuni edifici a carattere pubblico per l’uso universitario.
Evidentemente tale indicazione deve essere limitata a qualche istituto universitario e
non certamente all’università nel suo complesso.
CONSIGLIERE LICATA – Prendo atto del voto favorevole che mi danno gli uffici. È
da un po’ di tempo che vi avviso su questa anomalia che c’è tra il Piano Regolatore
Generale e il Piano Particolareggiato del Centro Storico. Mi dispiace ripetere sempre
le stesse cose, però purtroppo le devo ripetere. Il progettista del Piano Regolatore
Generale, Imbesi, ha sempre detto: “È un peccato non portare l’Università nel
Centro Storico”. Però, siccome io lo trovo fuori dal Centro Storico, non ne posso
assolutamente fare nulla, lì è, lì resta e io non ci posso fare niente. Il progettista del
Piano Particolareggiato del Centro Storico cosa dice? Non lo trovo dentro, non
posso fare assolutamente niente perché è fuori, quindi resta lì dove è. Quindi noi
senza interessarci assolutamente e senza avere mai iniziato un dibattito serio
sull’Università, ci troviamo con una Università che si trova in quel di Calcarelle, in
una zona perfettamente anonima, dove dire che quello è un Polo universitario ce ne
vuole di coraggio. Basta andare a vedere quello che c’è, le strade di accesso quali
sono, cosa si vede da quel posto. Si vedono forse i templi? No. Si vede il mare?
Nemmeno. E allora quello può essere il simbolo di Agrigento? Assolutamente no. Un
Centro Storico è tale e si identifica con i contenuti che ha. L’Università è senz’altro
uno di quei contenuti che stanno benissimo nel Centro Storico, anzi, mi meraviglio
come mai il progettista non lo abbia preso in considerazione, perché al punto 2
“Obiettivi del Piano e metodologia progettuale”, dice che uno dei suoi obiettivi era
quello di valorizzare il Centro Storico come Polo di attrazione culturale. Qual è il
migliore opificio che produce cultura se non l’Università? E allora perché il
progettista non ne ha tenuto conto per potere portare questa Università nel Centro
Storico? Sarebbe stato importantissimo. Sono d’accordo in parte con gli uffici.
Nessuno pretende di avere tutti i servizi nel Centro Storico, difatti la mia idea era ben
precisa. Ho appreso con notevole soddisfazione che il CUPA aveva acquistato l’ex
ospedale che c’è in via Atenea per farne la sede istituzionale. Ricordatevi che noi ai
margini del Centro Storico abbiamo degli altri edifici importanti, ad esempio il
vecchio carcere. Che cosa c’è di meglio di quel contenitore per potere fare una
biblioteca o una mensa e con tutti i locali che ci sono a disposizione dei momenti di
incontro per gli studenti? Un altro locale, ne abbiamo discusso pochissimo in realtà,
che è ai margini del Centro Storico è il vecchio ospedale in via Giovanni XXIII. Se ne
sono sentite
tante proposte che si sono fatte. Ho detto proprio questo.
Evidentemente eri distratto, ho detto ai margini del Centro Storico, oltre al carcere,
abbiamo pure il vecchio ospedale, in via Giovanni XXIII, il quale si presterebbe
sicuramente molto bene per potere fare attività didattiche anche come aule, come
laboratori e così via. Però la cosa che più mi impressiona è la mancanza di
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discussione che non c’è stata assolutamente per quanto riguarda queste grosse
problematiche della città di Agrigento. Il partito del buonsenso non c’è
effettivamente, non esiste. Poi altri locali che potevano essere adibiti, invece, nel
Centro Storico sono quasi tutti quelli di proprietà della Curia, l’ex Gioieni per
esempio. Voi capite l’importanza che poteva avere portare l’Università nel Centro
Storico, significava rivitalizzare il Centro Storico con i giovani. Tutti i giovani
avrebbero sicuramente invaso il Centro Storico e voi sapete benissimo che dietro
l'Università ci sono servizi, come potrebbero essere i bar, i posti di ristorazione, i
posti di incontro. E quale meglio occasione è quella di portare l’Università nel Centro
Storico per poterla rivitalizzare? Ebbene, di tutto questo non ne stiamo parlando.
Tutto ci sta scorrendo sulle spalle senza bagnarci nemmeno. Non ci stiamo
nemmeno accorgendo che piove. Fatta questa premessa, ringrazio gli uffici per
avermi dato questo parere positivo. Ora io vi sto chiamando a una grossa
responsabilità, abbiamo una proposta purtroppo fatta dall’opposizione, un parere
favorevole fatto dagli uffici, se voi siete sempre dell’avviso di bocciare per forza gli
emendamenti, allora fatelo, ma attenzione, ne dobbiamo parlare seriamente. Questa
è una cosa importante per la città di Agrigento, per cui vi invito a iscrivervi tutti al
partito del buonsenso. Grazie.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Per alzata di mano: chi è d’accordo alzi la
mano, chi è contrario no. Sono 19 favorevoli, 2 astenuti. Il Consiglio approva.
Chiedeva di intervenire il Consigliere Arnone, prego.
CONSIGLIERE ARNONE – Signor Segretario Generale,
volevo rivolgermi
soprattutto alla sua persona. Il Presidente del Consiglio, accogliendo la istanza
formalmente da me presentata, ha inserito all’ordine del giorno della prossima
seduta il punto relativo al piano delle farmacie del Comune di Agrigento e alla
allocazione di una nuova farmacia nella zona via Mazzini, Quadrivio, via Imera. È
essenziale affrontare la discussione mandando il relativo verbale all’Assessorato alla
Sanità il prossimo 17 novembre, quando è stata fissata una conferenza dei servizi
con la partecipazione anche del Comune di Agrigento, per cui è urgente affrontare
questa discussione. Per affrontare la discussione abbiamo la necessità di avere i
documenti e siccome all’interno dell’Ufficio Tecnico del Comune è invalsa la moda di
impedire al Consiglio comunale di trattare gli argomenti non fornendo i documenti, io
mi vedo costretto, in relazione all’urgenza che vi è, a rassegnarle la necessità che la
sua persona si faccia parte diligente e faccia depositare entro un paio di giorni,
presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale, tutti gli atti relativi a questa
imminente conferenza dei servizi. Ritengo che la mia richiesta sarà formalizzata
domani mattina anche dal Presidente in modo da potere operare utilmente su questo
tema.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Mi pare di capire che molti consiglieri vogliono
votare questa sera tutta la delibera. (voci fuori microfono) Allora propongo di rinviare
i lavori del Consiglio comunale a giovedì prossimo alle ore 19:00. Chi è d’accordo
rimanga seduto chi è contrario si alzi, il Consiglio approva.
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