29-lapprendimento per adulti in sanita pubblica con

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29-lapprendimento per adulti in sanita pubblica con
L’APPRENDIMENTO PER ADULTI IN SANITÀ PUBBLICA CON
MOODLE: L’E-LEARNING DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ
Donatella Barbina, Debora Guerrera, Alfonso Mazzaccara
1
Istituto Superiore di Sanità, Ufficio Relazioni Esterne, Roma
donatella.barbina@iss
FULL PAPER
ARGOMENTO: Ambito sanitario
Abstract
Negli ultimi anni, a seguito del crescente interesse assegnato all’e-learning in ambito
sanitario, si sono aperti nuovi scenari e sono state avviate sperimentazioni finalizzate a
coniugare metodi didattici attivi con gli strumenti messi a disposizione dai Learning
Management System (LMS). In questo lavoro l'attenzione è incentrata sull'uso di tali
strumenti in funzione di una didattica di tipo attivo, ispirata ai principi del Problem Based
Learning (PBL), metodo didattico utilizzato nella formazione a distanza (FAD) in sanità
pubblica dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Il PBL negli anni è stato progressivamente
rimodulato in funzione della formazione a distanza, fino allo sviluppo di un modello a
elevata interattività, realizzato attraverso gli strumenti messi a disposizione da Moodle
2.2.
Keywords – Problem Based Learning, e-learning, Moodle, Formazione in sanità pubblica
1
LA FORMAZIONE A DISTANZA IN SANITÀ PUBBLICA DELL’ISTITUTO
SUPERIORE DI SANITÀ: ESPERIENZE E METODO DIDATTICO
La prima esperienza nel campo della formazione a distanza dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS)
risale al 2004, con un corso sperimentale che ha ospitato più di 6000 iscritti. A partire da quella prima
esperienza, il gruppo di lavoro FAD dell’ISS si è impegnato nella ricerca di modelli che permettessero
di coniugare metodi formativi attivi, come il Problem Based Learning (PBL), già utilizzato nei corsi
residenziali, con gli strumenti più avanzati dell’e-learning, erogando così percorsi innovativi nel campo
della formazione in sanità pubblica. Dopo accurate valutazioni, nel 2005 è stata adottata la piattaforma
Moodle, in quanto la più rispondente alle necessità imposte dall’esigenza di tradurre il PBL in modalità
a distanza. A oggi (2012) sono stati erogati più di 10 percorsi formativi (corsi di formazione promossi
dal Ministero della Salute, corsi di perfezionamento o master a livello universitario), per un totale di
oltre 60 moduli didattici che hanno ospitato complessivamente più di 15.000 iscritti. Tutti i corsi hanno
consentito ai partecipanti di ottenere crediti formativi ECM, in linea con il programma nazionale per
l’educazione continua in Medicina o crediti formativi universitari (CFU).
Il metodo didattico utilizzato dall’Istituto Superiore di Sanità rappresenta un'evoluzione del Problem
Based Learning (PBL), introdotto in Canada negli anni ’60 presso l’Università McMaster per la
formazione residenziale in campo medico [1][2][3]. Il PBL favorisce il processo di acquisizione di
competenze e lo sviluppo di capacità di Problem Solving nei discenti attraverso la soluzione di casi
che riproducono situazioni realistiche, proposti dal tutor/facilitatore all’inizio del percorso formativo [1].
Il metodo prevede che l’apprendimento, favorito dal lavoro collaborativo in piccoli gruppi [3], avvenga
come conseguenza dello sforzo per colmare la lacuna tra quanto è utile sapere e quanto già si
conosce per risolvere un dato problema. Il facilitatore, figura chiave del PBL, invita I partecipanti ad
analizzare il problema e a condividere le proprie conoscenze ed esperienze pregresse con il gruppo.
Il PBL, che negli anni si è prestato a diverse interpretazioni e a sviluppi metodologici [4] [5] [6], nella
sua forma più fedele al modello originale mantiene i famosi 7 passi, così schematizzabili:
1. chiarire i termini del problema
G. Fiorentino (Ed) – MoodleMoot Italia 2012 - Livorno – 2012 – ISBN 978-88-907493-0-8
2.
3.
4.
5.
6.
7.
definire il problema
analizzare il problema
sistematizzare le ipotesi
formulare obiettivi di apprendimento
studio individuale
soluzione/comprensione del problema
Durante le fasi 1-5 i discenti lavorano in piccoli gruppi con un facilitatore, analizzando il problema nelle
sue possibili cause, condividendo le conoscenze pregresse su di esso e identificando il fabbisogno
formativo necessario per spiegare o risolvere il problema. La fase di studio individuale (fase 6)
prevede che il discente metta in atto le azioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi formativi
prefissati dal gruppo. Questa fase può essere svolta secondo diverse modalità: ricerca bibliografica,
lezione tradizionale, esercitazione pratica, consultazione di esperti. Il gruppo si riunisce nuovamente
durante la fase 7, dove quanto acquisito nella fase di studio individuale (fase 6) viene applicato alla
spiegazione o soluzione del problema.
A partire dalla sua ideazione, in un processo di continua evoluzione e riadattamento a contesti diversi,
il PBL si è dimostrato uno strumento flessibile e dinamico. Sulla scia di questa dinamicità, in anni più
recenti, il PBL si è prestato a una rimodulazione in funzione della formazione a distanza, come è
dimostrato dal crescente numero di lavori scientifici reperibili tramite le maggiori banche dati, anche di
ambito sanitario. Anche a livello italiano, oltre all’esperienza dell’ISS, iniziano a farsi strada progetti
che riproducono il PBL all’interno della formazione a distanza [7].
2
IL PBL E L’E-LEARNING: VERSO UN MODELLO A ELEVATA INTERATTIVITÀ
La trasposizione di questo metodo didattico nella modalità FAD ha comportato la definizione di nuovi
percorsi e strumenti per l’apprendimento. L’utilizzo della piattaforma Moodle, grazie alla sua
flessibilità, disponibilità di strumenti e filosofia di fondo, basata sui principi del costruttivismo, ha
impartito una spinta decisiva al processo di rimodulazione del PBL verso una nuova specificità nel
contesto dell’e-learning. Progressivamente sono stati sviluppati nuovi modelli didattici, improntati a
una sempre maggiore aderenza al PBL originale e a diversi livelli di interattività tra discenti e
facilitatori, attraverso i più idonei strumenti di Moodle [8] [9] [10]. Sinteticamente, finora sono stati
sviluppati tre modelli: a bassa, intermedia ed elevata interattività. La scelta del modello da adottare
per ogni singolo corso è stata influenzata da fattori di ordine diverso, tra cui il numero dei partecipanti.
Infatti, nel caso di corsi rivolti a un’utenza vasta, con migliaia di iscritti, non è stato possibile creare un
ambiente collaborativo e interattivo, con scambi in piccoli gruppi con il facilitatore e attività in modalità
sincrona. Il percorso PBL è stato in ogni caso riprodotto in piattaforma, ma in totale
autoapprendimento.
Lo sviluppo più recente e più avanzato della rielaborazione della metodologia PBL su piattaforma
Moodle (2.2) dell’ISS è rappresentato dalla componente a distanza “La continuità assistenziale” del
Master Universitario biennale in Governo Clinico per la Medicina Interna, che prevede un impegno
complessivo di 475 ore. La componente a distanza è suddivisa in quattro moduli (Il distretto,
L’assistenza domiciliare, Il monitoraggio a distanza, Il case management). La prima edizione è stata
erogata dal 28 settembre 2009 al 2 aprile 2010 (33 partecipanti) [8] e la seconda (39 partecipanti),
iniziata a febbraio 2012, è in fase di conclusione (ottobre 2012). Quest’ultima edizione ha consentito
una riproduzione più “avanzata” del modello utilizzato nella prima edizione, potenziando le attività
collaborative, la condivisione e gli aspetti comunicativi, elementi cruciali del PBL. Nella Tabella 1
vengono descritti i passaggi cruciali del PBL nella loro “traduzione” in piattaforma con gli strumenti di
Moodle, secondo il modello a elevata interattività.
Ciclo PBL - FAD
Passi 1 – 4
Analisi del problema
Passo 5
Identificazione degli
obiettivi
diapprendimento
MoodleMoot Italia 2012
Descrizione
Riformulazione della situazione presentata,
identificazione del focus del problema e
condivisione delle conoscenze ed esperienze
pregresse in relazione al problema
Autovalutazione del bisogno formativo
individuale attraverso l’identificazione dei
propri obiettivi di apprendimento in relazione
alla problematica proposta e la loro
condivisione all’interno del gruppo per la
selezione di quelli prioritari
Traduzione nella piattaforma
Moodle
Discussione in aula virtuale e/o
scambio attraverso forum
Discussione in aula virtuale e/o
scambio attraverso forum per
l’identificazione degli obiettivi di
apprendimento. Selezione degli
obiettivi di apprendimento prioritari
attraverso un feedback
2
Passo 6
Ricerca e condivisione
di materiale didattico
Passo 7a
Elaborazione e
presentazione di una
soluzione individuale
del problema
Passo 7b
Costruzione della
soluzione condivisa dal
gruppo
Raccolta autonoma, condivisione nel gruppo e
selezione dei materiali necessari a colmare il
gap conoscitivo rispetto agli obiettivi di
apprendimento, per arrivare a una possibile
soluzione del problema. Integrazione con
ulteriore materiale didattico selezionato dai
docenti
Presentazione di una possibile soluzione
individuale al problema, attraverso una
rielaborazione delle conoscenze acquisite,
argomentando le risposte in base all’analisi
del problema condotta e alle domande aperte
poste con taglio applicativo al termine del
testo del problema.
Presentazione di una soluzione condivisa
attraverso la rielaborazione critica dei punti di
forza delle soluzioni individuali
Caricamento dei materiali raccolti nel
database, loro valutazione attraverso
un feedback per selezionare quelli di
maggior rilevanza all’interno del
gruppo
Presentazione della soluzione
individuale attraverso il workshop o in
aula virtuale
Valutazione tra pari dei lavori
presentati e identificazione della
soluzione più esaustiva tramite
workshop o in aula virtuale, eventuali
integrazioni tramite forum per la
costruzione della soluzione condivisa
dal gruppo
Tabella 1 – I sette passi del ciclo PBL con gli strumenti di Moodle
Attraverso i diversi strumenti di comunicazione di Moodle (forum, messaggistica e aula virtuale), in
questo percorso il facilitatore stimola la massima interazione e lo scambio di esperienze tra i
partecipanti del gruppo, formato da 5-7 partecipanti, con una modalità tendente a riprodurre il contesto
del lavoro di gruppo residenziale.
Al termine del ciclo, il facilitatore e il docente, tramite la risorsa Moodle Compito offline, forniscono la
valutazione formativa sulla soluzione condivisa. Il docente valuta la correttezza dei contenuti affrontati
nella soluzione condivisa dal gruppo, mentre il facilitatore utilizza criteri che riguardano la qualità della
formulazione della soluzione individuale (coerenza con gli obiettivi specifici, completezza, logica della
struttura, chiarezza della presentazione). Sempre attraverso la risorsa Compito offline, i facilitatori
inviano a ogni singolo partecipante un link a un foglio di calcolo di Googledocs, costantemente
aggiornato sulla partecipazione a ogni singola attività richiesta. Infine, si rende disponibile in
piattaforma il Tutorial del docente, contenente una sintesi dei principali argomenti affrontati e
un’ipotesi di soluzione del problema, che permette ai partecipanti di confrontarsi rispetto alle soluzioni
individuali e condivise.
Anche gli strumenti di valutazione sono stati riadattati alla modalità e-learning. Nella Tabella 2 sono
sintetizzati gli strumenti di valutazione e gli strumenti di Moodle utilizzati.
Strumento di valutazione
Pre e post-test (questionario a scelta
multipla)
Presentazione della soluzione del
problema individuale
Feedback tra pari sulle soluzioni
individuali
Costruzione della soluzione condivisa
del gruppo
Feedback del facilitatore e del docente
sulla soluzione di gruppo
Questionari sull’autoefficacia percepita
nella soluzione dei problemi (compilati
all’inizio ed alla fine della FAD)
Test certificativo (questionario a scelta
multipla, temporizzato, tentativi multipli)
Strumento
di Moodle
Quiz
Modalità di
valutazione
Individuale
Finalità della
valutazione
Formativa
Workshop /
aula virtuale
Workshop
Individuale
Formativa
Gruppo
Formativa
Forum / aula
virtuale
Forum
Gruppo
Formativa
Gruppo
Formativa
Feedback
Individuale
Formativa
Quiz
Individuale
Certificativa
Tabella 2 – Strumenti per la valutazione del percorso formativo con Moodle
Infine, come in tutti corsi FAD finora erogati dall’ISS, al termine del percorso è stato inserito un
questionario di valutazione della qualità percepita. Ulteriori strumenti per raccogliere l’opinione e il
feedback dei partecipanti durante l’erogazione permettono un monitoraggio costante sull’andamento
MoodleMoot Italia 2012
3
dei corsi. Questo strumenti, insieme al test finale di valutazione delle conoscenze acquisite, sono
indispensabili per la valutazione dell’efficacia degli stessi corsi FAD erogati.
3
ELEMENTI DI BASE NELLA PROGETTAZIONE: UNA SINTESI
Come si è detto, le iniziative di riproduzione del PBL nella FAD sono molteplici e molto diversificate
nell’interpretazione che danno del modello originario. Ma, infine, quale modello scegliere per un corso
PBL a distanza per la formazione in ambito sanitario? Come coniugare il rigore e le regole ECM per la
formazione continua in medicina, il consolidato impianto metodologico del PBL con i più avanzati
strumenti dell’e-learning, sempre restando all’interno dei famosi 7 passi? E ancora, come venire
incontro al senso di isolamento e all’ansia dei discenti, che chiedono una maggiore “presenza” dei
docenti e un ruolo più direttivo del facilitatore, se non maggiori istruzioni su come e cosa studiare?
Quale dunque deve essere infine il grado di vicinanza al PBL, quali sono i requisiti irrinunciabili che ci
permettono di affermare che un corso a distanza è progettato secondo i principi del PBL o
quantomeno è ispirato a tale metodo didattico? In letteratura troviamo diverse interpretazioni della
traduzione su web del PBL, che, tuttavia, insistono su un limitato numero di elementi caratterizzanti,
considerati cruciali [11].
Nella dinamicità che caratterizza quest’ambito, sulla base dell’esperienza dell’ISS e dell’analisi della
letteratura sull’argomento, possiamo individuare alcuni punti fermi che devono essere considerati nella
progettazione di corsi a distanza ispirati al PBL:
3.1
I sette passi
Come in tutti i corsi realizzati dall’ISS, nella quasi totalità delle esperienze di applicazione del PBL a
distanza descritte in letteratura vengono mantenuti i 7 passi, benché la loro resa avvenga secondo
modalità diverse, tra cui quella blended. La durata del ciclo PBL può variare in relazione a fattori
diversi. Nella sua forma tradizionale il ciclo viene svolto in 3-5 giorni, ma nella modalità a distanza, che
può prevedere sia attività di tipo sincrono che asincrono, il tempo a diposizione deve essere
necessariamente superiore. Un intero ciclo, in un modello che preveda anche attività sincrone, non
può svolgersi in meno di due settimane.
3.2
Lavorare in gruppo con il facilitatore
Nei corsi PBL residenziali i gruppi sono normalmente composti da 8-12 partecipanti. Se, secondo
alcune esperienze, l’intero ciclo PBL a distanza può essere erogato a un numero indistinto di
partecipanti, laddove l’intero percorso può essere fruito individualmente, non essendo possibile
formare gruppi con facilitatore, secondo la maggior parte degli autori risulta imprescindibile la
riproduzione del lavoro in piccoli gruppi, dove i partecipanti apportano il proprio contributo individuale,
lavorando però anche in modo collaborativo [12]. Come già sostenuto da Knowles [13] ed evidenziato
in letteratura da una revisione sistematica sull’efficacia dei metodi didattici collaborativi [14],
l’apprendimento non avviene in isolamento, ma in collaborazione con docenti, tutor e altri discenti. La
possibilità di interagire all’interno dei piccoli gruppi di apprendimento attraverso la presenza della
figura di un facilitatore del processo di apprendimento è fortemente suggerita dalla metodologia del
PBL e, per una maggiore aderenza al modello, deve essere riprodotta nella modalità e-learning con
adeguati strumenti di comunicazione quali quelli dei forum e dell’aula virtuale, che permettano la
massima interazione e lo scambio di esperienze tra i partecipanti. Nei modelli caratterizzati da un
elevato numero di partecipanti, è impossibile creare piccoli gruppi seguiti da un facilitatore e tutto il
ciclo deve essere svolto in autoapprendimento e in modalità asincrona. Quest’ultima modalità ha il
vantaggio di raggiungere un elevato numero di partecipanti, permettendo loro di fruire in autonomia
delle risorse didattiche, secondo le modalità e i tempi ritenuti più opportuni. Inoltre, è una modalità che
sembra rispondere alla crescente domanda di corsi a distanza con crediti ECM nel contesto della
formazione continua in medicina. La scelta del modello PBL distanza, dunque (blended, in piccoli
gruppi, in modalità asincrona, con o senza tutoraggio), deve essere fatta anche in funzione al numero
di partecipanti [15].
3.3
Blended o a distanza
Per definire un corso a distanza come fondato sul PBL, è necessario associarlo a una componente
residenziale? Se alcuni autori [16] [17] [18] hanno sperimentato dei modelli dove la componente a
distanza rappresenta una sorta di “complemento” al PLB, ovvero copre una parte dell’intero ciclo,
MoodleMoot Italia 2012
4
sostenendo in alcuni casi la maggiore efficacia rispetto alla modalità totalmente a distanza [19] altre
esperienze sembrano procedere nella direzione di una completa riproduzione dell’intero ciclo in
modalità a distanza (come nell’esperienza dell’ISS).
3.4
Interattività
Certamente, la sfida maggiore è rappresentata dal grado di riproducibilità dei passi del PBL
tradizionale nel contesto dell’e-learning. Va da sé che aumentare il livello di interattività comporta una
maggiore aderenza al modello originale, ma risponde anche alla necessità di rendere il setting
formativo più interattivo, più orientato alla collaborazione tra i partecipanti. L’interattività è possibile
solo per corsi con un numero di partecipanti tale da consentire la formazione di piccoli gruppi con
facilitatore.
3.5
Docenti
Nel PBL i docenti devono rendersi disponibili a rivestire un ruolo diverso rispetto a quello svolto in
corsi tradizionali [20]. La fase di costruzione dei materiali nel PBL a distanza è molto critica per i
docenti a causa della scarsa familiarità con i metodi e le tecnologie utilizzate, ed è anche onerosa per
i metodologi, che spesso devono intervenire pesantemente su quanto prodotto dai docenti. Va dunque
prevista la presenza di un adeguato staff di esperti in contenuti, disponibili a seguire le indicazioni per
la produzione di materiali didattici adeguati (metodo, tecnica, accessibilità). Per facilitare i docenti
nella fase di preparazione di materiali appropriati al contesto didattico sarebbe opportuno farli lavorare
a distanza, usando gli strumenti messi a disposizioni dalla piattaforma che sarà utilizzata per
l’erogazione dei contenuti stessi [16]. Le risorse di Moodle permettono infatti di utilizzare la piattaforma
anche come spazio collaborativo per la costruzione dei moduli FAD secondo il metodo PBL.
Attraverso forum, data-base, feedback, i docenti, anche se geograficamente distanti, possono
collaborare attivamente alla definizione delle soluzioni didattiche piùM appropriate. Data la specificità
del metodo, e quindi anche del ruolo dei docenti, risulta imprescindibile la presenza di esperto nel
metodo PBL all’interno del gruppo di lavoro.
3.6
Materiali e altre risorse per lo studio
Come abbiamo detto, il PBL spinge i partecipanti a diventare i principali artefici del proprio
apprendimento (self-directed learning – SDL) secondo Schmidt [2] e quindi i materiali e gli stimoli
forniti dai docenti devono essere ponderati con attenzione, in modo da non riprodurre una modalità di
tipo “trasmissivo”. La ricerca autonoma di materiali è una delle caratteristiche distintive del PBL [21].
Se si volesse riprodurre fedelmente il ciclo del PBL a distanza, sarebbe dunque necessario stimolare i
discenti a ricercare in autonomia i propri materiali di studio, decidendo in gruppo quali selezionare per
risolvere il problema. In questo caso, il docente dovrebbe comunque selezionare i materiali di studio e
metterli a disposizione dopo che si è conclusa la fase di ricerca autonoma da parte dei discenti.
Oppure, come sostiene Savin-Baden [11], potrebbe essere utile nelle fasi iniziali offrire agli studenti
dei materiali già selezionati che li sostengano fino a quando non familiarizzano con la tecnologia e il
metodo didattico. Le risorse possono essere fornite in diversi formati e modalità (letture, podcast,
interviste, siti web, pubblicazioni scientifiche, dispense preparate dai docenti).
3.7
Facilitatori
La figura facilitatore, se non definita con chiarezza, può essere percepita in modo erroneo dai
partecipanti. Il mandato del facilitatore nell’e-learning è quello di mantenere la propria funzione di
guida e di orientamento, lasciando ai partecipanti e al gruppo il ruolo di principali artefici del processo
di apprendimento. Nelle esperienze a interattività elevata dell’ISS, soprattutto nelle prime fasi del ciclo
PBL, è frequente che al facilitatore sia richiesto un feedback sui contenuti e di assumere un ruolo
dirimente e attivo all'interno del processo di apprendimento. Va chiarito che nel contesto dei corsi a
distanza il facilitatore riveste un ruolo diverso rispetto a quello residenziale, sebbene i principi generali
e le situazioni da affrontare siano più o meno le stesse, cioè facilitare il processo di apprendimento e
fornire stimoli per il raggiungimento degli obiettivi didattici, senza intervenire sui contenuti. Ma nella
formazione a distanza il facilitatore deve soddisfare ulteriori condizioni, che fanno riferimento a
competenze di tipo psicologico, sociale, manageriale oltre che tecnologico [19]. In sostanza, deve
saper coniugare le competenze tecniche-relazionali della gestione dei gruppi, proprie del PBL, a
quelle tecnologiche dell’uso della piattaforma e-learning e dei suoi strumenti di comunicazione a
distanza. Il supporto deve essere ben calibrato e molto professionale, soprattutto nel caso di
MoodleMoot Italia 2012
5
partecipanti non abituati alla modalità e-learning. L’obiettivo è quello di ridurre il senso di isolamento
che spesso i discenti vivono nei corsi a distanza [22] [23] [24] e fornire maggiore sostegno rispetto ai
corsi residenziali [11].
3.8
Valutazione
La valutazione nel PBL a distanza è un altro punto critico. In questo contesto è necessario disporre di
adeguati meccanismi di monitoraggio continuo e di valutazione, sia delle conoscenze dirette, sia delle
altre competenze sviluppate grazie al PBL, così da ottenere un quadro il più chiaro possibile dei
risultati e rendere ancora più appealing il metodo ai discenti. I metodi di valutazione devono essere
compatibili con gli obiettivi del processo di apprendimento. Nel declinare le diverse forme di
applicazione del PBL a distanza è necessario che anche le forme di valutazione siano coerenti. Se il
ciclo prevede lo svolgimento di alcune attività, come la partecipazione alla discussione tramite forum,
è necessario che ci sia una valutazione (formativa o certificativa) anche di queste o quantomeno un
monitoraggio. Se le forme di valutazione non sono coerenti, i discenti, in assenza di un monitoraggio e
di una presenza costante del facilitatore, tendono a identificare con facilità il “codice esame” e a
puntare al suo superamento individualmente, invece di completare il ciclo di attività del PBL,
passando, per esempio, direttamente al test conclusivo senza partecipare alle attività collaborative [4].
Questo rischio è ancora maggiore nel caso di corsi erogati a un elevato numero di partecipanti, dove il
percorso di apprendimento viene svolto individualmente, in modalità del tutto asincrona e senza
facilitazione. Nel modello a elevata interattività dell’ISS è stato possibile, attribuendo ai docenti un
ruolo più attivo rispetto a esperienze precedenti, integrare alcune delle attività formative, come la
costruzione della soluzione del problema di gruppo, all’interno della valutazione certificativa.
4
CONCLUSIONI
In questo lavoro si è tentata una sintesi tra diversi orientamenti metodologi e tecnologici, proponendo
un modello a elevata interattività da realizzare per progetti formativi a distanza basati sul PBL. Il
modello rappresenta lo sviluppo di un’esperienza conclusasi nel 2010 e riprodotta nel 2012, che ha
fornito, attraverso le criticità, le richieste e i suggerimenti dei partecipanti, lo stimolo per la
progettazione di un modello più avanzato, che permettesse una maggiore aderenza al PBL originale e
ulteriori strumenti collaborativi. Ovviamente, il margine di sviluppo di questo modello è molto ampio.
Le fasi residenziali, che spesso sono pensate in funzione di una familiarizzazione con il metodo e di
una discussione finale, potrebbero essere estese ad alcune delle fasi del ciclo PBL, come la fase di
analisi e di soluzione del problema, che generalmente sono percepite come più critiche dai
partecipanti.
Ulteriori sviluppi sono ipotizzabili grazie alla diffusione di strumenti del web per la comunicazione e
l’interazione tra utenti, che hanno visto una crescita esponenziale negli ultimi anni. Il termine web 2.0
definisce un nuovo modo di lavorare in modo costruttivo in rete attraverso un insieme di strumenti
come wiki, blog, podcasting, social bookmarking e RSS (Really Symple Sindacation). Esistono in
letteratura numerose esperienze di utilizzo delle funzionalità del web 2.0 per il disegno di moduli elearning. Tuttavia, in molti casi le nuove tecnologie sono applicate allo sviluppo dei materiali di studio
e non al metodo didattico. In questi casi, i partecipanti continuano a fruire di corsi a distanza dove la
didattica rimane di tipo trasmissivo, con la solo differenza che i materiali sono multimediali [12].
L’integrazione di strumenti del web 2.0 come attività interattive segna la reale svolta tra una fruizione
passiva delle nuove tecnologie e il loro utilizzo per la creazione di uno spazio didattico collaborativo.
Anche nel campo della formazione in ambito sanitario, a livello internazionale, si assiste a un’apertura
verso i nuovi strumenti tecnologici, che, pur con le dovute cautele, si sono dimostrati funzionali alla
formazione per i professionisti della salute, nelle sue diverse forme [25] [26] [27] [28]. Alcune
esperienze hanno previsto l’inserimento di podcast, wiki, blog, RSS all’interno dei percorsi formativi
tradizionali o la progettazione di corsi interamente basati sugli strumenti web 2.0.
Il modello a elevata interattività descritto, a sua volta, potrebbe essere ulteriormente sviluppato con gli
strumenti collaborativi del web 2.0. La riproduzione del ciclo PBL con gli tali strumenti, infatti, potrebbe
permettere ai partecipanti di lavorare in modo più dinamico e collaborativo, nonché di comunicare più
efficacemente all’interno dei gruppi e con il facilitatore.
In conclusione, le nuove opportunità offerte dall'espansione delle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione e dal web 2.0, hanno permesso una crescente diffusione di iniziative di formazione a
distanza in medicina. Tuttavia, per parlare di approccio innovativo e di strategie formative efficaci è
MoodleMoot Italia 2012
6
necessario che le nuove tecnologie siano allineate con precise strategie metodologiche, ovvero che
non si risolvano nella semplice produzione di materiali didattici multimediali. Tale allineamento si può
realizzare tra orientamenti didattici ispirati ai principi dell’apprendimento attivo e del costruttivismo,
come il PBL, e il Web 2.0, in quanto entrambi si basano sulla valorizzazione di abilità sociali (come la
collaborazione, l'interazione e la valutazione tra pari).
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