LA POTENZA DELLA VOCE FEMMINILE Due voci a confronto.

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LA POTENZA DELLA VOCE FEMMINILE Due voci a confronto.
LA POTENZA DELLA VOCE FEMMINILE
Due voci a confronto.
In un epoca in cui la donna era posta ai margini della società, in un epoca in cui molti
conflitti culturali vietavano certi confronti e certi scambi, in un epoca in cui tutto
aveva bisogno di una svolta interiore e in cui tutti avevano bisogno di urlare il proprio
pensiero e le proprie emozioni, ecco che la musica, tra gli anni cinquanta e settanta,
diventa la molla scatenante di un movimento che poi non avrà mai fine.
Le voce della donna non è ancora del tutto ascoltata in molte realtà ma alcune di loro
si distinguono dal coro e urlano al mondo, sottoforma di note, il loro dolore, la loro
gioia, il loro amore, la loro passione e tante altre cose scuotendo gli animi di tutto il
mondo. Un anima che ancora oggi ci appartiene. Questa volta ne mettiamo due a
confronto, due stelle del firmamento musicale diverse tra loro ma tanto simili....
JANIS JOPLIN E ARETHA FRANKLIN.
CENNI BIOGRAFICI
Aretha Franklin è una cantautrice statunitense, nata il 25 Marzo 1942. La sua
carriera ha attraversato più di cinquant'anni passando per il gospel, il jazz, il blues,
l'r&b, il rock, il pop e il funky.
Nonostante l'educazione, data dal padre reverendo, fosse ferrea, Aretha non ha mai
rinunciato al sogno di cantare e come poche donne all'epoca ha proseguito la sua
strada. Le sofferenze che l'avevano colpita soprattutto nei primi anni della sua
adolescenza e della sua vita privata non le hanno impedito di suonare il suo
pianoforte e di fare ascoltare la sua voce che riusciva ad entrare nell'anima di tutti
cantando qualsiasi nota e qualsiasi genere. Non a caso tutti noi la conosciamo come
"Regina del Soul" o "Lady Soul".
La sua vera fortuna è giunta dopo i suoi primi cinque album pubblicati negli anni
cinquanta cui non se ne perceviva ancora la vera essenza. Tale svolta avviene infatti
nei primi anni sessanta con la firma del contratto discografico con la Columbia
Records. Ricordiamo uno dei suoi primi 45 giri "Rock a bye your boy with a dixie
Melody" di cui se ne può gustare la vera anima in un live del 1964 dove si nota
un'Aretha al quanto imbarazzata al piano ma tanto forte nella sua voce.
La sua carriera prosegue con alti e bassi soprattutto a ridosso degli anni settanta ed
inizi anni ottanta dove quasi scompare dalle scene. La rinascita avverà nel pieno di
questi anni con successi dal tocco meno blues e con la partecipazione al film dei
Blues Brothers con un suo vecchio successo,"Think", che la portano dinuovo in cima
alle vette delle classifiche.
Ci sono, inoltre, eventi anche di pochi minuti che rimarranno per sempre nella storia
delle musica live come, ad esempio, la sua bellissima interpretazione di "Nessun
dorma" del 1999 improvvisata in meno di 24 ore in sostituzione a Pavarotti colto
purtroppo da un malore, in uno show televiso americano.
Janis Joplin è una cantante statunitense nata il 19 Gennaio 1943 e deceduta il 4
Ottobre 1970. Nata nel Texas Janis è una delle artisti femminili più importanti al
mondo nella storia della musica.
Carattere ribelle ma fragile allo stesso tempo, nata col blues nelle vene, terminati gli
studi cominciò ad esibirsi in vari locali in maniera anche un po improvvisata;
inizialmente lei prediligeva il disegno ma pian piano la voce del blues e del rock che
erano in lei diventarono la sua ragione di vita. Nei primi anni sessanta infatti con
quello che sarà il chitarrista dei Jafferson Airplane, registrò alcuni dei più famosi
standard blues: la sua anima era fondamentalmente nera ed era incredibile come
riuscisse ad entrare a pieno nel pezzo.
La sua fortuna arrivò poco dopo, tramite l'incontro con un impresario che la presentò
alla Big Brother and the Holding Company la quale stava cercando una cantante. Da
qui ebbero inizio una serie di concerti per la California che le diedero notorietà fino al
suo vero trionfo, quello della partecipazione di Janis e la band al Festival Pop di
Monterey con una speciale interpretazione di un successo di una delle sue cantanti
ispiratrici, Big Mama Thornton.
Quelle che ancora la riconfermavano una grande interprete furono due cover
"Summertime" e "Piece of my heart", tutt'ora i successi di punta dell'artista in tutto il
mondo.
Alla fine degli anni sessanta Janis decide di intraprendere la carriera solista. Lavora
cn due band diverse e con l'album "Pearl" arriva numero uno in classifica,
rimanendoci per molto tempo.
Tra i suoi live e le sue partecipazioni ricordiamo il concerto di Woodstock al quale
moltissimi artisti diedero il loro contributo con la loro musica, il concerto fu
organizzato in memoria di Martin Luther King e fu uno dei movimenti hippy più
grande ed attualmente ancora uno dei più famosi al mondo. Janis era ormai
conosciuta per la lotta a favore dell'uguaglianza fra bianchi e neri.
Al contrario di Aretha Franklin, Janis Joplin non può ancora regalarci emozioni con
la sua voce: il 4 ottobre 1970, infatti, muore per overdose. Le sue ceneri furono
sparse nell'oceano Pacifico.
Aretha, Janis e il blues
Il blues è nato nella prima metà dell'800 dalla voce disperata di schiavi africani che
cantavano durante le loro infinite ore di lavoro per conto dei bianchi. Durante tutte
queste ore nascevano canti che paralvano della loro condizione sociale, alcuni erano a
sfondo sessuale, altri raccontavano di situazioni personali; sempre comunque tutto
legato al periodo in cui non c'era uguaglianza fra neri e bianchi e in cui il razzismo
aveva purtroppo un ruolo importante. Col passare degli anni gli animi si facevano
sempre più accesi, le lotte contro questa discriminazione diventavano sempre più
frequenti e gradualmente la situazione è migliorata. Nel frattempo il blues non veniva
solo cantato ( si potevano identificare i canti in quella che definiamo scala
pentatonica) ma anche suonato; i primi strumenti utilizzati erano l'armonica, la
chitarra e il violino e successivamente, con l'evoluzione e la divulgazione completa
del blues,tutti gli altri strumenti.
Nei suoi primi approcci alla musica live Janis usava l'autoharp uno strumento a corde
pizzicate e questo dimostra come il blues fosse già ben radicato in lei fin dalla
nascita. Il suo stile era più blues di strada a volte sofferente a volte più rock e pieno di
energia e di voglia di rivalsa sul mondo; Aretha era più posata forse perchè cresciuta
in una famiglia con educazione più rigida e suonava il pianoforte, probabilmente il
suo strumento principale fin dall'inizio della sua carriera; il suo stile era meno
aggressivo ma energico e spaventosamente bella dal punto di vista dell'estensione
vocale, caratteristica per il quale, in effetti, è stata notata subito da molti. Entrambe
avevano il potere di catturare con la loro voce e di fare scomparire qualsiasi lotta
esistente fra uomo e donna riguardo la parità di diritti e qualsiasi lotta razziale. Janis
in effetti è stata una bianca sempre a favore dell'uguaglianza tra bianchi e neri e
Aretha è nera. Una delle tante cose che legano le due artiste e che portano a riflettere
sulla potenza della musica e su come la voce possa unire e non dividere. Questo
infatti era quello che, come forse potrete constatare dai molti brani blues, questa
musica voleva creare fin dalla sua nascita.
Ricordiamo,ad esempio, come le donne non avessero la benchè minima
considerazione in molti ambiti; nella musica del seicento solo le monache del
monastero e le nobildonne potevano cantare o comporre musica. Le altre erano
completamente discriminate perchè considerate di bassa preparazione culturale e
incapaci di poter conquistare quindi posizioni più elavate ed in particolare chi osava
cantare o comporre veniva colpevolizzata di oscenità e disonestà. Fortunatamente
tutto ciò col passare degli anni è cambiato e soprattutto nella musica la donna ha
acquistato una notevole posizione; notiamo come la sensibilità femminile abbia dato
spazio a fantastiche creazioni, a composizioni davvero interessanti e a voci
indimenticabili. Aretha e Janis e il loro stile hanno lasciato il segno ma tante
fantastiche artiste hanno lasciato un ricordo indelebile nella storia della musica blues,
jazz, suol e rock ed il tutto nato da un estremo bisogno di farsi ascoltare e di donare al
mondo ciò che si cela nell'universo femminile. Per citarne alcune tra le più celebri
ricodiamo in ordine casuale di tempo, di stile e genere: Etta James, Koko Taylor, Big
Mama Thornton, Bessie Smith, Odetta, Grase Slick, Billie Holiday, Patty Smith, Joan
Baez, Edith Piaf, Ella Fitzgerald, Nina Simone, Nico, Joni Mitchell, Tracy Chapman,
Mina, Withney Huston, Pj Harvey, Alanis Morissette, Ani Difranco, Sinneàd
O'Connor, Tori Amos, Elisa, Bjork, Sarah Vaughan, Carole King e tantissime altre!Ci
vorrebbe un libro per parlare di ogni cantante donna che ha lasciato la priopria orma
sul sentiero della musica!
Le carriere a confronto: Aretha, Janis e i loro più grandi successi.
Dal 1967 al 1969 succedono mille cose nel mondo, i cambiamenti crescono e così
anche nella musica nascono rivoluzioni e provocazioni vere e proprie. Tanti gli artisti
e i giovani studenti che prendono parte a tutto ciò e che contribuiscono a tutti i
cambiamenti che avverrano negli anni successivi. Ora soffermiamoci sul cammino
artistico che Aretha e Janis fanno, quasi parallelamente, inconsapevoli di quello che
poi sarà considerato un autentico patrimonio nel mondo della muscia internazionale.
La vera nascita artistica di Aretha avviene il 27 gennaio del 1967 quando il produttore
Wexler le fa registrare " I never loved a man, the way I love you". La giovane
cantante ha un pathos talmente forte che Wexler se ne innamora, un pathos
evidentemente assimilato dall'educazione paterna. Questo le permetterà di avere
grande successo e di proseguire il cammino verso cui lo stesso Wexler si presterà ad
accompagnarla fino all'esordio mondiale. Un brano struggente tanto che in molti la
definiranno l'erede di Dinah Washington!
Lo stesso anno, pochi mesi dopo ciò, Janis propone dal vivo una fantastica sua
reinterpretazione di "Ball and Chain" originariamente della statunitense Big Mama
Thornton con la sua prima band Big Brother and The Holding Company ad uno dei
più importanti festival dell'epoca, il Festival Pop di Monterey, ottenendo un grandioso
successo tanto da quasi oscurare la versione originale; forse fu d'aiuto il fatto che
l'autrice del brano era una delle sue muse ispiratrici. Continuando il cammino con le
due artiste a fianco citiamo ora "Like a natural woman": una canzone stupenda dal
punto di vista ritmico e di testo; scritta da Carole King e Gerry Goffin è una delle più
belle interpretazioni di Aretha sotto suggerimento del produttore Wexler. Nel 1967 la
canzone esplode e riconferma Aretha come una delle cantanti afroamericane più di
talento di quegli anni. Il brano è così bello che successivamente molte altre artiste si
sono cimentate in questa cover riscuotendo un grande successo. A cavallo tra questo
anno e il 1968 c'erano un ansia di libertà e tensione emotiva della comunità
afroamericana da non dimenticare e Aretha era l'unica donna che era riuscita ad
imporsi con la sua voce nonstante la sua giovane età. Ricordiamo infatti che gli
afroamericani che si imponevano nel mondo della musica erano pressochè uomini
come, ad esempio, James Brown.
In virtù di questo generale sentimento di rivalsa e quasi nel pieno della rivolta
studentesca francese, esce il suo primo album live. Ricordiamo infatti, che gli
studenti in Europa scelsero come emblema rivoluzionari personaggi come Che
Guevara; in America succedeva che "Respect" interpretata con incredibile grinta da
Aretha Franklin, diventava l'inno delle battaglie giovanili e quindi per le bianche la
rivendicazione dei propri diritti e per le afroamericane la lotta per le pari dignità. La
canzone era stata scritta da Otis Redding ed appena sei mesi dopo, Aretha non esitò a
reinciderla facendo così esplodere le vendite del singolo. Ben 7 milioni di copie
vendute! Il ritmo è incalzante, i fiati ed i cori completano la bellezza della sua voce.
La voce di Aretha combacia in maniera impeccabile al ritmo e urla acuti di "rispetto"
tanto da farlo diventare uno dei classici del suo repertorio. Gli animi sono sempre più
infuocati quando lo stesso anno Janis decide di interpretare in chiave rock un altro
brano, uno dei più grandi successi coverizzati da tantissime altre cantanti donna e qua
ci si potrebbe soffermare un po di più. "Piece of my heart" fu scritta da Jerry
Rogovoy e Bert Berns e pubblicato e interpretata in chiave soul dalla sorella di
Aretha, Erma Franklin. Ecco che questo avvenimento più che un confronto sembra
essere un legame del destino! Lo stesso brano cantato da due voci straordinarie. La
versione di Erma era più delicata, la voce diversa, molto soul (anche se meno
fortunata della sorella come successo), quella di Janis aveva suoni più grezzi e
psichedelici e la canzone diventò così famosa nella sua interpretazione che
attualmente tutti la ricordiamo in questo modo. Erma addirittura non riconobbe la
sua canzone a primo ascolto e la voce graffiante di Janis spezza il fiato perchè seppur
non dotata di chissà quali grandi estensioni, entra direttamente nel cuore, nella testa e
nelle vene, esattamente come il blues che scorreva nelle sue.
"Chain of fools" fu scritta da Don Covay nel 1967 e contenuta nell'album "Lady
soul", un album che conquista il disco d'oro e che tutt'ora è considerato uno dei
migliori nella popular – music. Il ritmo (sicuramente dallo stile meno rock) è un soul
travolgente non veloce, ma entra nella testa e la voce di Aretha fa muovere chiunque
la ascolti. Forse quello di cui la gente evidentemente aveva bisogno era proprio una
voce come la sua, era proprio un anima che cantava facendo danzare, ma senza essere
invasiva. Mentre il mondo era in subbuglio anche Janis prendeva delle decisioni
importanti, come quella di intraprendere la sua carriera solista nel 1968. Questa sua
decisione venne resa quasi pubblica con l'uscita di un grande classico da lei
reinterpretato in chiave assolutamente inusuale rispetto a quelle già state proposte da
molte artiste.
Parliamo di "Summertime" scritta da G.Gershwin, un brano jazz classico che lei riuscì
a trasformare in qualcosa dalle sonorità acide e sporche, sonorità che ben si
sposavano con la sua emotività e momento di passaggio. Ricordiamo anche una
stupenda interpretazione durante il famoso Festival di Woodstock in memoria di
Martin Luther King con il chitarrista Jimy Hendrix. Un altra icona delle musica rock
di quei tempi che in molti hanno considerato la parte omonima al maschile di Janis
Joplin. Erano dei Sex Symbol nonostante non fossero i classici belli da copertina. Ma
con il loro sound, il loro modo di interpretare e di fare accendere gli animi
oscuravano ciò che era lo steorotipo di bellezza dirigendo la moda verso altre
direzioni. Summertime entrò nell'album "Chip Trills" ed è uno di maggiori classici
della sua carriera.
Abbiamo accennato ad uno degli eventi che più hanno segnato la storia del mondo.
Poco prima la morte di Martin Luther King Aretha Franklin e il marito Ted White
scrivono un pezzo intitolato "Think" il singolo che precederà l'uscita dell'album
"Aretha now". Il testo è di pura rivendicazione femminile nei confronti del proprio
uomo, ma allo stesso tempo assume anche un significato politico grazie al ripetrsi
continuo della parola "freedom" cantata a squarcia gola da voce solista e cori
d'effetto. Fu incisa il 15 Aprile del 1968, pochi giorni dopo l'assassinio di Martin
Luther King e Aretha la cantò al suo funerale dato che il pastore protestante, grande
attivista della politica statunitense, era un amico di famiglia.
Janis ha scritto poche canzoni ma tutte sono state di grande effetto probabilmente
perchè scritte di getto. Una di queste è "Move over" un blues - rock acido, sguaiato si
potrebbe dire. Con la sua seconda band, la Full – tilt Boogie band, a cavallo tra il 68
ed il 69, Janis vive un momento di pieno successo e di piena forma e con la sua voce
graffiante la canzone ha un tocco insuperabile divenendo infatti una delle tracce da
non dimenticare dell'album "Pearl" pubblicato, però, solo dopo la sua morte.
A ritmo di rock la gente impazziva mentre Janis nel 69 reinterpretava "Try" ,
stupendo tutti per il sound: un gioco tra un soul e un rock-blues che cresce man mano
che la canzone va avanti con strumenti a fiato che completano le sue performance dal
vivo con la band in divesi shows televisi. I suoi live erano sempre un crescendo di
voce, si aveva quasi l'impressione che le urla fossero fuori dal corpo! Se ne può
gustare una versione da studio, comunque, nell'album "Pearl".
Le cover di Aretha quasi oscuravano
l'originale per la freschezza e la sua
capacità di entrare a pieno nel pezzo.
Ricordiamo un altro classico come "I say a
little prayer" scritta originariamente da
Bacharach e David per Donnie Warwick nel
1967. Molte hanno reinterpretato questa
canzone forse per il tipo di arrangiamento:
leggero l'inizio e la strofa e completa
apertura di voci nel ritornello dove la voce
solista diventa una risposta continua. La sua
versione vendette più di un milione di copie
in un solo mese. Fin da bambina Aretha
aveva ispirazioni diverse e tutte di altissimo
livello come Mahalia Jackson, Marian
Williams, Clara Word, gigante del gospel, e
Art Tatum. Nochè Dinah Washington citata
precedentemente.
Chi non ha mai ascoltato l'urlo
straziante
iniziale di questa
canzone? "Cry baby" è forse uno dei
più grandi successi per i quali,anche
chi non ascolta abitualmente la sua
musica, si ferma ad ascoltarla. Una
cover straordinariamente realizzata
tanto da far quasi scomparire la vera
iniziale identità di chi l'aveva scritta.
Infatti il brano era stato registrato
anni prima da Garnet Mimms and
The Enchanters nel 1963 riscuotendo
sicuramente meno successo di quello
poi ottenuto da Janis Joplin. Anche
"Cry baby" entrerà a far parte di
"Pearl". Era un periodo fortunato
perchè con l'inizio della carriera
solista Janis dà una svolta alla sua
vita e sforna una serie di successi suoi e di cover che rimarrano per sempre nel
patrimonio della musica internazionale.
Aretha rivisita un famoso blues scritto nel lontano 1937 da Roosvelt Skyes ma
portato al successo da Ray Charles nel 1959. Un blues di tutto punto, lento ma non
troppo, fiati persistenti quasi un botta e risposta tra loro e la voce; lei fantastica
nell'inserirsi con acuti da capogiro in tutta la sua potenza ed estensione fino a defluire
mentre il blues continua ininterrotto e i cori presenti le fanno da sostegno per tutto il
brano. Forse uno dei blues meglio interpretati dall'artista.
Torniamo a Janis Joplin. Una delle cover che ha spiazzato il mercato della musica a
quel tempo è stato "Me and Bobby McGee" di Kris Kristofferson. I giovani con
l'animo in piena crescita e rivoluzione col mondo avevano bisogno di una canzone
che li tenesse uniti e Janis riuscì con questa sua interpretazione. Pezzo acustico
semplice ma trascinante che man mano cresce ed aumenta di velocità in perfetta
armonia con la voce di lei e di tutti.
"Dr Feelgood" è un altro blues che Aretha propone al pubblico quasi sempre
nei suoi live. Un'altra pietra miliare della musica da riascoltare in qualsiasi
momento senza mai stancarsi. Un blues semplice e di efficacia che ha fatto
cullare mille anime presenti là con lei ed il suo pianoforte entrando con ironia
nella vita di tutti; parlando a tutti del suo bisogno di star bene senza avere
accanto un uomo che pensa solo agli affari e che è felice in questo modo.
Ancora una volta il senso di rivalsa che caratterizza le donne di quei tempi. E
per rimanere in tema si potrebbe per ultima citare la sua interpretazione più soul
di "Satisfaction" ; torniamo un po indietro, più o meno nel 68. Il famoso brano
dei Rolling Stones registrato nel 1965 lei lo ripropone nel suo inconfondibile
stile. La donna che cerca identità e soddisfazione e lei lo urla senza paura al
mondo e i giovani nei suoi live impazziscono letteralmente sotto il palco come.
ad esempio, nel live di Amsterdam del 1968. Prova ancora una volta della sua
capacità di impossessarsi di un brano e farlo rinascere dalle sue corde, nuovo e
di classe.
"Mercedes benz" forse è l'unico brano o
comunque uno dei pochi di questo
genere a non avere nessun tipo di
arrangiamento ma solo la voce.
Incredibile come di getto Janis riusciva
a colpire nel segno e questa volta con
ironia. Un ripetersi di quattro strofe ed
una richiesta esplicita, ad un certo
punto, di partecipazione di tutti a
cantare con lei; o forse una richiesta di
partecipazione alla sua vita. Con la
parola "everybody" sembra chiamar
tutti al suo cospetto, battere le mani con
lei mentre in realtà l'unica voce che
ascoltiamo è la sua e basta.
Concludiamo con il brano che, tralatro,
chiude l'album "Pearl": "Get it while
you can", sembra un segno perchè le
urla col quale spinge se stessa, la
musica che la sostiene, un blues
incalzante e struggente. Queste note sono le stesse del suo pentagramma
distorto: la sua vita. Quasi fosse un ultimo grido prima di concludere il suo
viaggio tra di noi. Mentre il mondo era in piena rivoluzione, mentre i giovani
cercavano il loro posto nella società, mentre tutto si prestava a diventare ciò che
siamo diventati, una grande artista ci lasciava abbandonata forse a se stessa,
forse non ascoltata o forse troppo fragile per continuare a lottare. Il pubblico
femminile continua a lottare, a far sentire la propria voce ma senza quella di
Janis Joplin.
Aretha Franklin alla bellezza di più di settant'anni fa ancora parte di questo coro
e vale la pena ascoltarla nelle sue ormai sporadiche esibizioni.
Come il blues queste due donne sono entrate nel sangue di tutti coloro le hanno
amate o almeno ascoltate una volta nella loro vita. Sono l'emblema della
diversità che unisce. Sono la vera prova di ciò che la musica può fare. Buon
ascolto!