Programma Specifico di Prevenzione 2015-2017

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Programma Specifico di Prevenzione 2015-2017
Programma
Specifico di Prevenzione
2015-2017
Programma
Specifico di Prevenzione
2015-2017
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
INDICE
NOTA INTRODUTTIVA ............................................................. 5
QUADRO ECONOMICO E NORMATIVO ...................................... 6
Quadro economico ............................................................... 6
Quadro legislativo ................................................................ 8
Unione europea ................................................................. 8
Ordinamento nazionale ..................................................... 9
I RISULTATI IN PROSPETTIVA .............................................. 11
Obiettivi di Riciclo e Recupero ........................................... 11
ATTIVITA’ ISTITUZIONALI.................................................... 13
Imballaggi in plastica immessi al Consumo ....................... 13
Raccolta differenziata ........................................................ 14
Attività di promozione sul territorio ................................... 17
Selezione ........................................................................... 17
Riciclo ................................................................................ 19
Riciclo di rifiuti di imballaggi di origine domestica .......... 19
Riciclo imballaggi da Commercio e Industria................... 22
Riciclo non gestito - Operatori Indipendenti ................... 23
Recupero Energetico .......................................................... 24
Utilizzo della plastica in acciaieria................................... 25
Utilizzo della plastica in gassificazione ........................... 26
ATTIVITÀ A SUPPORTO DELLA GESTIONE ............................. 28
I polimeri negli imballaggi e principali applicazioni ........... 28
Prevenzione ....................................................................... 29
Intercompetizione tra materiali da imballaggio ................. 33
Ricerca e Sviluppo.............................................................. 34
Attività internazionale ....................................................... 35
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Comunicazione................................................................... 35
Audit e Controlli ................................................................. 36
Sistemi Informativi ............................................................ 37
Certificazioni ...................................................................... 38
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NOTA INTRODUTTIVA
Dal 1° Gennaio 2015 è in vigore il nuovo Contributo Ambientale CONAI
sugli imballaggi in plastica pari a 188 €/ton.
L’adeguamento si è reso necessario a fronte della sostanziale stabilità
dell’immesso -e quindi dei ricavi derivanti da CAC- cui si contrappone
l’aumento dei volumi trattati e quindi dei costi generati -a partire dalla
raccolta e a cascata lungo tutta la catena operativa-.
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QUADRO ECONOMICO E NORMATIVO
Quadro economico
Il primo step di analisi, necessario per inquadrare l’evoluzione delle
attività del Consorzio nel prossimo futuro, muove dall’evoluzione prevista
per l’economia italiana e internazionale.
Secondo le stime della Banca d’Italia1, nel complesso del 2014, sulla base
degli indicatori finora disponibili, il PIL dell’Italia si è ridotto dello 0,4 per
cento (-1,9 nel 2013). L’attività economica tornerebbe a espandersi in
maniera moderata all’inizio del 2015, per poi rafforzarsi lievemente nei
trimestri successivi. Le
proiezioni per il biennio
2015-16 prefigurano un
graduale
ritorno
alla
crescita
in
Italia
quest’anno e una più
robusta espansione nel
2016:
nello
scenario
centrale
la
crescita
sarebbe dello 0,4 per
cento
quest’anno
e
raggiungerebbe l’1,2 il
prossimo (vedi tabella).
L’attività
economica
verrebbe sostenuta dall’orientamento espansivo della politica monetaria e
dalle misure disposte nella legge di stabilità, che riducono il cuneo fiscale;
beneficerebbe inoltre della graduale accelerazione degli scambi
internazionali, del deprezzamento del cambio e della flessione del prezzo
del petrolio.
La domanda globale e il cambio favorirebbero le esportazioni, anche a
seguito della recente manovra di quantitative easing da parte della BCE,
gli investimenti potrebbero tornare a crescere gradualmente con un
miglioramento delle condizioni di offerta del credito. I consumi
continuerebbero ad aumentare con un lento rafforzamento del mercato
del lavoro.
Tuttavia, lo scenario descritto continua a essere soggetto a elevata
incertezza e, pur in presenza di questi segnali di ripresa, al termine
dell’orizzonte di proiezione il prodotto si collocherebbe ancora oltre sette
punti percentuali sotto il livello del 2007.
Un quadro più favorevole potrebbe risultare dall’espansione del bilancio
dell’Eurosistema e da una ripresa più accentuata della domanda estera o
da un miglioramento della fiducia. Fiducia che, stando allo stato d’animo
1
BANCA D’ITALIA “Bollettino Economico n°1/2015”, gennaio 2015
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dei consumatori e delle imprese appare in miglioramento, come mostra il
seguente grafico:
Fonte: ISTAT “FIDUCIA DEI CONSUMATORI E DELLE IMPRESE”, 26 Febbraio 2015
Si spinge anche oltre Prometeia2, ad oggi l’unico istituto che fornisce una
proiezione al 2017, che prevede un +1,4 per cento sia per il 2016 che per
il 2017, anche se il processo di riduzione della disoccupazione procederà
con lentezza e il tasso di disoccupazione sarà ancora superiore all’11 per
cento nel 2017.
Meno ottimiste le previsioni dell’IMF3, che per il nostro paese prevedono
un +0,4 per cento nel 2015 e +0,8 per cento nel 2016 (al ribasso di
mezzo punto sulle precedenti di ottobre).
I driver in questo scenario sono quelli di un’economia internazionale
spinta dal ribasso dei prezzi e del petrolio e contemporaneamente frenata
dal rallentamento di quei paesi che sugli introiti della vendita del petrolio
hanno edificato le loro fortune e che hanno per lungo tempo fatto da
traino per le economie esportatrici come la nostra. Per l’area Euro, nella
quale persiste una crescita debole, è di un qualche aiuto la politica di
svalutazione nei confronti del dollaro che sostiene la competitività
dell’export.
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Prometeia “Rapporto di previsione”, gennaio 2015
IMF “World Economic Outlook Update”, 20/01/2015
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Quadro legislativo
Unione europea
Il 2014 si è chiuso con la presentazione del programma di lavoro della
nuova Commissione europea guidata da Juncker. Il programma delinea le
azioni puntuali che la Commissione Europea intende mettere in atto nei
prossimi 12 mesi per favorire occupazione, crescita e investimenti. Le
nuove iniziative che l’esecutivo si impegna a portare avanti, in linea con
le dieci priorità politiche indicate dal Presidente Juncker, sono
complessivamente 23.
Il pacchetto tuttavia propone contestualmente il ritiro o la modifica di ben
80 proposte preesistenti, tra cui il noto pacchetto sull’economia circolare
presentato il 2 luglio 2014 il cui ritiro è stato poi definitivamente
formalizzato il 26 febbraio. Entro la fine del 2015 dovrebbe vedere la luce
una nuova e più ambiziosa proposta di revisione di questo capitolo della
direttiva “rifiuti”.
E’ il caso di ricordare che il provvedimento, che conteneva al suo interno
la proposta di revisione della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti
di imballaggio, era stato licenziato dall’esecutivo dopo un laborioso iter,
contrassegnato dalla realizzazione di tre distinti studi e la consultazione
dei principali portatori di interesse cui aveva fatto seguito una
consultazione pubblica on line, conclusa nel mese di settembre del 2013.
All’interno del provvedimento le proposte legislative riguardavano, oltre
alla revisione della direttiva imballaggi, la rivisitazione delle direttive
rifiuti e discariche. Le misure proposte prevedevano il riciclaggio del 70%
dei rifiuti urbani e dell'80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a
partire dal 2025, il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili. Con
riguardo specifico agli imballaggi la proposta di revisione della direttiva
94/62/CE e s.m.i. prevedeva per la plastica due distinti obiettivi minimi:
45% entro il 2020 e 60% entro il 2025, da calcolarsi al netto degli scarti
di processo, indicazione che si applicava indistintamente a tutti gli
obiettivi previsti nella proposta di direttiva.
Nel corso dell’anno è comunque proseguito l’iter di approvazione della
proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio che modifica la
direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio per quanto
riguarda la riduzione del consumo di borse di plastica in materiale
leggero. E’ stato raggiunto in Trilogo4 un accordo politico che prevede che
i governi possano scegliere se introdurre una tassa sulle borse di plastica
monouso entro la fine del 2018 oppure adottare misure atte a ridurne
l'uso. Una posizione comune formale verrà adottata in una fase ulteriore,
quando i giuristi-linguisti avranno messo a punto il testo.
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In ambito europeo, i "Triloghi" o Trilogues (Trialogues) sono riunioni informali tripartite.
In essi vi partecipano i rappresentanti del Parlamento Europeo (PE), del Consiglio e della
Commissione Europea
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Da menzionare infine che l’esecutivo Ue ha provveduto ad integrare con il
Regolamento 202/2014/UE, in vigore dal 14 marzo 2014, l’elenco dei
materiali e degli oggetti in plastica autorizzati a venire a contatto con
alimenti.
I materiali non conformi alle nuove regole potranno essere
commercializzati fino al 24 marzo 2015 a condizione che siano stati
legalmente immessi sul mercato prima del 24 marzo 2014. Dopo tale
termine potranno restare sul mercato fino all’esaurimento delle scorte.
Infine, con il Regolamento 1234/2014/Ue, che modifica gli allegati IIIB, V
e VIII del Regolamento (CE) n. 1013/2006 del Parlamento europeo e del
Consiglio relativo alle spedizioni di rifiuti, si consente l’esportazione verso
il recupero delle frazioni di plastica non separabile, ottenute dal
pretrattamento di imballaggi compositi per liquidi, e dei rifiuti di etichette
laminate autoadesive. Il regolamento è in vigore dal 9 dicembre 2014,
ma applicabile retroattivamente dal 26 maggio 2014.
Da ultimo merita un cenno la Decisione 2014/955/UE con la quale la
Commissione europea ha predisposto il nuovo elenco europeo dei rifiuti
con terminologia "allineata" alle più recenti discipline europee sulle
sostanze e le miscele, che sarà applicabile a decorrere dal 1° giugno
2015.
Ordinamento nazionale
L’ultimo semestre è stato caratterizzato da un’intensa attività normativa.
Con il DPCM 17 dicembre 2014 è stato pubblicato in GU il nuovo Modello
unico ambientale (Mud), che gli operatori del settore dei rifiuti dovranno
utilizzare per effettuare, entro il 30 aprile 2015, la consueta dichiarazione
ambientale annuale. Il nuovo modello si è reso necessario sulla base di
diverse esigenze: correggere alcuni refusi presenti nel DPCM 12 dicembre
del 2013; migliorare le istruzioni al fine di un corretto utilizzo; aggiornare
la normativa di riferimento in considerazione della parziale operatività del
Sistri.
Il 31 dicembre 2014 si è chiuso con il consueto provvedimento
“Milleproroghe”, il D.L. 192/2014 n. 192, convertito con L. 27 febbraio
2015, n. 11. Esso estende anzitutto al 31 dicembre 2015 il periodo
transitorio del Sistri (il cd. doppio binario che prevede la convivenza tra il
tradizionale regime cartaceo, obbligatorio e il Sistri) ma rende operative
le sanzioni per la mancata iscrizione o l'omesso pagamento del contributo
dal 1 febbraio 2015. Il provvedimento proroga poi al 30 giugno 2015 la
data di decorrenza del divieto di conferimento in discarica dei rifiuti con
PCI (potere calorifico inferiore) superiore a 13.000 kJ/Kg.
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Il 13 novembre 2014 è stato infine approvato in prima lettura dalla
Camera il DDL d’iniziativa governativa “Disposizioni in materia ambientale
per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso
eccessivo di risorse naturali”, attualmente all’esame in sede referente
della 13ª Commissione permanente del Senato (Territorio, ambiente,
beni ambientali). Il provvedimento spazia dal programma nazionale di
mobilità sostenibile alla Nomina Direttori parchi nazionali (art.2),
passando attraverso la fissazione di criteri ambientali minimi negli appalti
pubblici per le forniture e negli affidamenti di servizi, anche alimentari, la
previsione di incentivi per la Green economy del riciclo e riutilizzo e di
misure per incrementare la raccolta differenziata e il riciclaggio, solo per
citare alcune delle disposizioni contenute nel provvedimento. Si tratta
sostanzialmente di una sorta di “agenda verde” omnicomprensiva che
interviene in maniera disorganica proponendo l’introduzione di svariate
modiche al vigente sistema di gestione degli imballaggi che, è l’auspicio,
saranno vagliate attentamente dal legislatore nel prosieguo dell’iter al
fine di valutarne ex ante le prevedibili ricadute economiche, gestionali ed
ambientali.
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I RISULTATI IN PROSPETTIVA
Obiettivi di Riciclo e Recupero
Le variabili che incidono sul calcolo degli obiettivi di riciclo -l’immesso al
consumo, il riciclo consortile ed il riciclo indipendente- rivelano più di uno
scostamento, e non tutti dello stesso segno, rispetto alle previsioni dello
scorso Programma Specifico di Prevenzione.
L’immesso al consumo registra nel 2014 un incremento superiore alle
aspettative. Ciò, unito a un moderato ottimismo delle prospettive
economiche, porta a descrivere un trend in crescita della variabile che
costituisce il denominatore del calcolo (salvo l’effetto del sensibile calo
atteso a seguito della graduale scomparsa degli shopper monouso).
Il riciclo indipendente risente viceversa del ridimensionamento registrato
a consuntivo nel 2013 (vedi paragrafo dedicato).
Il riciclo consortile si era posto obiettivi molto sfidanti che possono dirsi
sostanzialmente raggiunti (anche qui si rimanda al paragrafo specifico),
ma resta tutta la difficoltà di tradurre efficientemente in prodotti avviabili
a riciclo la mole di raccolta che cresce quantitativamente, ma il cui mix
qualitativo è spesso non del tutto funzionale al riciclo. Il tema è
particolarmente sfaccettato ed è stato già affrontato in altri documenti: la
finalità del riciclo e del fine vita in generale è solo uno degli aspetti cui
risponde la funzionalità, anche ambientale, dell’imballaggio. Nel ciclo di
vita dell’imballaggio che, ricordiamolo, non nasce come oggetto in sé ma
come strumentale alla merce imballata, rientrano considerazioni come il
risparmio di risorse (per l’imballaggio e per la merce), la conservazione e
la durabilità (e quindi la diminuzione di sprechi), il rispetto di norme
igienico-sanitarie, l’utilizzo di materiali rinnovabili, ecc. Accade quindi
sempre più spesso che la tecnologia degli imballaggi risponda sempre
meglio alle esigenze sopra descritte, solitamente con soluzioni ad alto
valore aggiunto ed ingegnerizzazione spinta dei processi e dei prodotti,
ma con imballaggi che, una volta divenuti rifiuto, nella loro complessità
trovano difficoltà ad essere valorizzati o, almeno in prima battuta,
introducono una discontinuità nei processi consolidati della filiera. Si
spiega così il fenomeno ormai visibile da alcuni anni per cui la raccolta
aumenta solitamente a tassi maggiori del riciclo. Riciclo “tradizionale”
(CPL e FILM) che sembra aver raggiunto livelli di maturità di difficile
ulteriore incremento e avvio a riciclo di nuove frazioni realizzabile con
sforzi (tecnologici, economici, logistici) marginalmente sempre maggiori
ed in condizioni di domanda stagnante per le applicazioni finali.
In questo contesto il recupero fa da contraltare alle difficoltà che incontra
il riciclo. Non solo sottraendo il rifiuto alla discarica, data l’insufficienza
impiantistica in molte aree del paese, ma anche indirizzandolo verso le
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forme di recupero più efficienti. La sommatoria degli sforzi della filiera
porta ad un risultato complessivo in linea con la media europea.
Tabella di sintesi obiettivi (ton)
2014
2015
2016
2017
2.082.000
2.103.000
2.124.000
2.145.000
RICICLO COREPLA
466.725
506.364
530.779
556.476
RICICLO INDIPENDENTE
323.140
326.520
330.830
334.140
TOTALE RICICLO
789.865
832.884
861.609
890.617
37,9%
39,6%
40,6%
41,5%
RECUPERO ENERGETICO COREPLA
349.027
371.714
389.744
408.652
RECUPERO ENERGETICO RSU
578.000
578.000
578.000
578.000
TOTALE RECUPERO ENERGETICO
927.027
949.714
967.744
986.652
44,5%
45,2%
45,6%
46,0%
IMMESSO AL CONSUMO
Incidenza %
Incidenza %
RECUPERO TOTALE
Incidenza %
1.716.892
82,5%
1.782.598 1.829.354 1.877.269
84,8%
86,1%
87,5%
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ATTIVITA’ ISTITUZIONALI
Imballaggi in plastica immessi al Consumo
I principali fattori che influenzano l’immesso al consumo nel breve
periodo sono5:
Produzione industriale: Dopo l’ulteriore flessione verificatasi nel 2014, la
produzione dell’industria manifatturiera è prevista in ripresa. Si tratta
ancora di sviluppi piuttosto contenuti (compresi tra +1,6 e +1,8%), di cui
beneficeranno vari importanti settori di impiego, quali Film per
palletizzazione, sacchi industriali e imballaggio protettivo.
Consumi delle famiglie: Anche in questo caso si è di fronte a un leggero
miglioramento della situazione. Le previsioni indicano una crescita di poco
superiore al +1%.
Evoluzione del quadro normativo relativo alle vendita di shopper: Il
bando alla vendita degli shopper monouso non compostabili è da tempo
effettivo e da settembre 2014 è entrato in vigore il regime sanzionatorio
nei confronti dei contravventori. Vi è ancora una diffusa tolleranza, ma si
avverte comunque un progressivo calo dell’uso dei sacchetti di PE anche
nei piccoli esercizi commerciali e nei mercati. Ne beneficiano gli shopper a
base di polimeri compostabili, ma soprattutto le borse riutilizzabili il cui
impiego si è ormai consolidato, indipendentemente dal materiale con sui
sono prodotte. Il risultato è un considerevole ridimensionamento di
questo mercato.
A livello di polimeri, non vi saranno scostamenti rilevanti nei confronti del
2014, con l’eccezione del PE, per il quale è previsto un calo dell’ordine del
2% in funzione della riduzione del mercato dei sacchetti monouso non
compostabili, e dei polimeri compostabili, che conosceranno viceversa un
consistente sviluppo.
La componente sostituzione di altri materiali di imballaggio, che nel
passato recente ha contribuito in misura non secondaria a sostenere
l’immesso del packaging in plastica, avrà nel prossimo futuro una
influenza scarsamente significativa sull’evoluzione del consumo di
imballaggi plastici nel periodo considerato. Vi sono ancora margini di
penetrazione nel campo degli accessori per imballaggio, in particolare per
quanto riguarda la sostituzione delle etichette in carta da parte di quelle
avvolgenti (wrap around) o a manicotto (sleeve) a base di vari Film
plastici, ma i volumi coinvolti sono comunque relativamente modesti.
Da un punto di vista meramente quantitativo, non ci si aspettano grandi
novità né sul fronte dell’ulteriore riduzione del rapporto peso
imballaggio/peso contenuto, né su quello del riuso.
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Plastic Consult “L’immesso al consumo di imballaggi plastici (2014-2018)” studio
realizzato per COREPLA
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Ovviamente nel medio periodo continueranno ad agire i cambiamenti
degli stili di consumo che la lunga crisi non ancora terminata ha messo a
dura prova. A titolo di esempio si cita l’offerta agguerrita di piccole
apparecchiature di depurazione e additivazione da installare nelle singole
abitazioni. Inizialmente è stata rilevata una notevole rigidità della
domanda, ma la crisi economica e la contrazione del reddito delle famiglie
hanno determinato una situazione di oggettiva necessità di risparmio che
si è sovrapposta alle istanze ambientalistiche portando a una erosione del
mercato dell’acqua minerale imbottigliata, ciò che fa prevedere in
prospettiva una flessione della domanda di PET. Sempre da istanze di tipo
ambientale si sta profilando una minaccia per gli articoli monouso in PS e
PP, il cui impiego nella refezione scolastica è in fase di ripensamento e
sono ormai frequenti i casi di ritorno a stoviglie tradizionali, lavabili e
riutilizzabili. Le ripercussioni sul consumo di imballaggi sono però
piuttosto modeste6.
Tabella immesso al consumo (kton)
2014
2015
2016
2017
IMMESSO AL CONSUMO
2.082
2.103
2.124
2.145
di cui Domestico (HH)
1.314
1.354
1.368
1.381
768
749
756
764
di cui Commercio & Industria (C&I)
Nella lettura della tabella, si tenga conto che la distinzione tra circuito
“Domestico” e circuito “Commercio e Industria” (industria, distribuzione,
settore alberghiero e ristorazione) è una convenzione che non va presa
alla lettera in quanto è legata al canale seguito dall’imballaggio nel pieno
della sua funzionalità, ma non è detto che rispecchi la destinazione
dell’imballaggio una volta divenuto rifiuto. In altre parole, la distinzione
tra imballaggio destinato a C&I e imballaggio destinato al consumo
domestico tende a sfumare lungo il ciclo di vita dell’imballaggio fino a
risultare non adeguata quando la merce diventa rifiuto: alcune attività
riferibili a C&I (piccolo commercio, mense, uffici, HORECA) generano
rifiuti che il produttore conferisce il più delle volte nel circuito urbano
tramite i meccanismi di assimilazione e così pure i beni durevoli acquistati
dai cittadini (es.: GDO elettrodomestici e fai da te) generano rifiuto di
imballaggio domestico.
Raccolta differenziata
Il rinnovo nel corso del 2014 dell’Accordo Quadro ANCI – CONAI e
dell’Allegato Tecnico Imballaggi in Plastica ha introdotto, oltre ad un
aumento dei corrispettivi da riconoscere ai Convenzionati, significative
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Plastic Consult “L’immesso al consumo di imballaggi plastici (2014-2018)” studio
realizzato per COREPLA
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modifiche gestionali rispetto al passato che dispiegheranno il loro effetto
dal 2015 al 2019.
Per quanto riguarda la struttura dell’Accordo Quadro la principale novità,
relativa a tutti i Consorzi di filiera, è stata una decisa rifocalizzazione
della gestione delle convenzioni in capo ai Comuni con la definizione di
vincoli molto precisi per la delega del convenzionamento (e alla
riscossione dei relativi corrispettivi) ad altri soggetti.
Per quanto riguarda nello specifico la filiera COREPLA sono stati adottate
regole volte a favorire a partire dal 2015 il conferimento diretto a CSS
COREPLA del materiale raccolto dai Comuni (con l’innalzamento dei limiti
qualitativi di impurità ammesse in ingresso sui flussi monomateriale e
multimateriale leggero) e che nel contempo valorizzino le raccolte
qualitativamente migliori (retribuendo la sola frazione di imballaggi in
plastica e riaddebitando direttamente ai Convenzionati con conferimento
monomateriale, il costo complessivo di gestione delle frazioni estranee
conferite).
A livello nazionale la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica
segue un trend in aumento per il 2014 del 7,9%: si prevede per il 2015
un aumento del 7,5% e per gli anni successivi un aumento intorno al 5%.
La tabella mostra gli andamenti previsti per i prossimi tre anni.
Scendendo nel dettaglio per macroarea si ipotizzano una stabilizzazione o
moderato aumento per le regioni settentrionali ed un più marcato
aumento per quelle centrali e meridionali.
Tabella Evoluzione della raccolta per area 2015 2017 (t)
AREA
NORD OVEST
variazione %
NORD EST
variazione %
CENTRO
variazione %
SUD
variazione %
ISOLE
variazione %
TOTALE ITALIA
variazione %
2014
2015
2016
2017
254.061
264.223
272.150
284.366
4,5%
4,0%
3,0%
4,5%
216.354
227.961
233.660
241.837
7,0%
5,4%
2,5%
3,5%
158.154
179.505
195.660
205.442
13,2%
13,5%
9,0%
5,0%
156.360
174.340
188.234
203.480
11,5%
11,5%
8,0%
8,1%
44.645
45.760
46.675
48.075
2,5%
2,5%
2,0%
3,0%
829.574
891.790
936.380
983.200
7,9%
7,5%
5,0%
5,0%
Il Consorzio infine, con l’attiva collaborazione di Regioni e Province,
prosegue nell’impegno a supportare le Amministrazioni Pubbliche nelle
attività di tracciatura e ricostruzione dei flussi, nell’individuazione delle
problematiche legate alla raccolta e nell’intervento concreto per la
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Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
risoluzione delle stesse partecipando anche a progetti specifici in singole
realtà che vogliano modificare il proprio sistema di raccolta e rendendosi
disponibile
ad
individuare
aree
di
intervento
per
eventuali
sperimentazioni.
Tabella stato convenzionamento
ANNO n° convenzioni n° comuni % comuni n° abitanti % abitanti
2014
962
7.306
91%
57.254.445
96%
2015
965
7.350
91%
58.000.000
96%
2016
965
7.380
91%
58.200.000
97%
2017
968
7.400
91%
58.500.000
97%
(*) La percentuale varia in funzione del numero degli abitanti italiani rilevati dall’aggiornamento
ISTAT
Trattandosi di una realtà dinamica e in continua evoluzione anche a
seguito del rinnovo dell’Accordo Quadro, la stipula di nuove convenzioni
continuerà anche nel prossimo triennio nonostante la copertura nel 2014
riguardi già il 91% dei comuni ed il 96% degli abitanti (il più alto valore
tra tutti i Consorzi di filiera).
L’Accordo Quadro prevede infatti la necessità di rinnovo entro il 30
giugno 2015 di tutte le deleghe in essere a favore di soggetti diversi dai
Comuni pena la decadenza della convenzioni stipulate a fronte di delega
(il 60% delle convenzioni attive), ciò potrebbe comportare nel 2015 una
riduzione nel numero delle convenzioni attive con tali soggetti ed un
aumento delle convenzioni stipulate direttamente con i Comuni.
16
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
Attività di promozione sul territorio
Per il triennio 2015-2017 si prevede il proseguimento delle azioni di
promozione verso i Comuni e/o Convenzionati.
Saranno inoltre svolte azioni più mirate sulle seguenti aree di intervento:
 Supporto alle iniziative di promozione che prevedono il passaggio
della raccolta dal
multimateriale pesante al multimateriale
leggero;
 Collaborazione con Comuni e/o Convenzionati che presentano
problemi qualitativi delle raccolte;
 Progettazione di un format specifico per gli studenti delle scuole
medie e superiori;
 Restyling del portale scuola;
 Sviluppo di un progetto specifico per le raccolte sulle spiagge
durante l’estate sia per ribadire che la raccolta differenziata non va
in vacanza sia per evitare il littering.
Selezione
Occorre premettere che alla data della redazione del presente documento
è in vigore una proroga del contratto di selezione, sottoscritto nel 2011 e
scaduto il 31/03/2013. La gestione proroga non va intesa tuttavia a
parità di condizioni ma è stata essenzialmente vincolata a due importanti
presupposti:
 L’impegno da parte di tutti i CSS ad avviare la selezione dei nuovi
Prodotti SELE IPP/C (Imballaggi in Polipropilene) e SELE FIL/S
(Film di piccole di dimensioni);
 La sottoscrizione di un nuovo Indice di Performance studiato su
criteri più sfidanti in termini di avvio a riciclo del materiale
selezionato. L’ottenimento di un buon punteggio di tale indice
permette al CSS di accaparrarsi più materiale pressato da
processare.
Di conseguenza, nonostante la fase di transizione, il 2014 ha registrato
più di una novità positiva. E’ innanzitutto aumentato l’impegno profuso
dai CSS che hanno investito in impiantistica ed in tecnologia automatica.
In prospettiva tutti i CSS dovranno arrivare entro la fine del 2015 a
dotarsi di almeno 3 detettori; uno dei quali dedicato al Polipropilene che
per le sue intrinseche caratteristiche di eterogeneità di pezzatura e
manufatti che lo compongono diversamente non sarebbe selezionabile.
Anche per quanto riguarda il SELE FIL/S, i CSS stanno adottando diversi
metodi per massimizzare la produzione. Al momento il prodotto sta
riscuotendo un discreto successo nonostante le difficoltà che si registrano
nell’eliminazione di alcuni frazioni, considerate dannose in fase di riciclo,
ma di difficile eliminazione durante il processo di selezione. Tra le frazioni
17
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
problematiche, si ricordano i biopolimeri e i Poliaccoppiati utilizzati
nell’industria alimentare del fresco e del surgelato (LDPE + PA).
Prende sempre più piede anche la selezione del VPET (Prodotto costituito
da vaschette in PET). Al momento i CSS interessati sono 7.
Sempre con il fine di aumentare i quantitativi di materiale avviato a
riciclo e per valorizzare sinergie tra il mondo della selezione e quello del
riciclo, sono state intraprese alcune iniziative studiate su misura per
alcuni impianti di selezione che si sono impegnati a cernire dei Prodotti
costituiti da Plastiche miste su specifiche definite dal cliente, il tutto
ovviamente senza perder di vista la sostenibilità economica
dell’operazione.
Per quanto riguarda l’attività di controllo, al fine di aumentare l’efficacia
delle verifiche presso i CSS è stata raddoppiata la rotazione delle società
di analisi e rivisto il trattamento economico a favore di una maggior
presenza sul territorio dei coordinatori di area. Tutti i CSS disporranno
nel 2015 del servizio di presidio. E’ stato rivisto interamente il processo
dei campionamenti a destino sia c/o i Recuperatori che c/o i Riciclatori.
Rispetto all’anno precedente in cui il servizio logistico era totalmente
affidato a due operatori esterni, è stato portato a termine un processo di
parziale insourcing, andando ad avvalersi di un solo fornitore esterno. Il
servizio ha assorbito senza particolari difficoltà le principali novità
introdotte dal nuovo ANCI-CONAI dimostrandosi puntuale ed efficace.
Sempre con riferimento alla distribuzione del materiale pressato, che
avviene sempre con il meccanismo delle offerte migliorative che
prevedono l’assegnazione del materiale ai CSS più performanti che si
impegnano a sostenere i costi di trasporto, sono state introdotte alcune
novità. La più importante riguarda l’allargamento del raggio d’azione
entro il quale i CSS possono interagire con i Centri Comprensoriali, al fine
di rendere competitive anche a quelle aree geografiche a limitata
presenza di CSS.
La trattativa per il rinnovo del Contratto di selezione è stata avviata
subito dopo la chiusura dell’accordo ANCI – CONAI e si prevede di
terminarla entro i 31 marzo 2015.
Tra i contenuti qualificanti oggetto del rinnovo contrattuale citiamo:
 la rivisitazione delle specifiche dei Prodotti in un quadro di giusto
compromesso tra la migliore qualità ottenibile e le richieste dei
clienti Riciclatori;
 la rivisitazione delle specifiche dei sottoprodotti concentrata nel
dimezzamento delle tolleranze dei materiali nobili erroneamente
non selezionati nei Prodotti specifici;
 la revisione dell’impianto delle penali e l’eliminazione dei premi
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Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
 i corrispettivi di selezione studiati con un aumento della forchetta
tra sottoprodotti e prodotti;
 I CSS che più crederanno nella “selezione attiva” del materiale in
ingresso saranno di fatto premiati economicamente ed avranno la
possibilità di aumentare le proprie marginalità grazie alla
possibilità di intercettare più materiale pressato tramite le offerte
migliorative (e relativo Indice di Performance);
 entrano in piena operatività obblighi ben definiti in termini di
bilancio di materia e di programmazioni che vengono allargate
oltre che a tutti i Prodotti, anche ai Sottoprodotti;
 La Certificazione per la sicurezza OHSAS 18000 diventa a tutti gli
effetti obbligatoria per il CSS e gli eventuali appaltatori.
Riciclo
Riciclo di rifiuti di imballaggi di origine domestica
I prodotti della famiglia CPL (Contenitori in Plastica per Liquidi) a base
PET e HDPE sono ormai più che consolidati e sono avviati a riciclo
attraverso il sistema di aste online anch’esso da tempo strutturato a
garanzia di trasparenza e imparzialità nelle assegnazioni dei lotti. Le
nuove tecnologie e l’esperienza pluriennale nel riciclo, rendono il mercato
delle materie prime seconde ottenute (scaglie e granuli pronti per la
“messa in macchina”), un settore qualitativamente affidabile, soprattutto
per il loro impiego in alcune applicazioni. In particolare il riciclato da CPL
a base PET, trova ormai impiego anche in applicazioni per la produzione
di imballaggi ad uso alimentare (vaschette e bottiglie). Il fatto che oggi
sia possibile realizzare bottiglie in PET per il confezionamento di bevande
utilizzando fino al 50% di PET riciclato è una dimostrazione dei passi
compiuti dall’industria del riciclo, che ha messo a punto processi di
decontaminazione e di recupero delle caratteristiche tali da rendere
questi materiali di riciclo sicuri per il consumatore anche nel più severo
degli impieghi, quello a contatto con alimenti.
Tuttavia, la sempre maggiore diffusione dei contenitori in PET per
applicazioni non-food (prodotti per la cura della casa e della persona)
potrebbe rappresentare un ostacolo per il riciclo di questo polimero in
applicazioni a diretto contatto con alimenti. La maggior parte dei processi
di riciclo che hanno ottenuto parere positivo dall’Agenzia Europea per la
Sicurezza Alimentare (EFSA) e che sono in attesa di autorizzazione a
livello europeo secondo il regolamento (EC) 282/2008 prevedono un
contenuto massimo del 5% di contenitori non-food nel PET alimentato al
processo (limite non tassativo ma raccomandato da EFSA stessa). Per
venire incontro alle esigenze dei Riciclatori di PET destinato al contatto
con alimenti che necessitano di alimentare i propri impianti con scaglie
che rispettino tale limite del 5%, nel corso del 2014 COREPLA ha deciso
di affiancare alla normale analisi merceologica la verifica della
19
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
percentuale di contenitori in PET non-food nelle frazioni conformi dei due
prodotti CTL e CTA. L’analisi è condotta con un criterio conservativo: se
un contenitore non può essere ricondotto chiaramente ad una
applicazione food viene considerato come non-food. I risultati non sono
vincolanti ma consentono di mettere a disposizione dei clienti COREPLA
una base di dati utile per effettuare scelte sui lotti di bottiglie da
alimentare ai propri impianti e sull’ottimizzazione dei processi (rimozione
degli eventuali contenitori in PET non-food in eccesso o diluizione con
scarti industriali “puri”, tempi di permanenza in impianto, ecc.) necessari
per rispettare il limite.
Attraverso il sistema delle aste on line è altresì commercializzato l’articolo
Film (essenzialmente LDPE) che è caratterizzato da un mercato che soffre
di maggiore discontinuità in relazione alle fonti alternative di
approvvigionamento di materiali simili, come ad esempio il Film
industriale e/o il telo agricolo.
Fuori dal campo aste si collocano invece quei prodotti che per valore,
quantità o perché sono ancora in fase sperimentale non sono idonei a tale
forma di commercializzazione.
Considerato che il flusso di raccolta:
 continua ad avere un trend di sensibile crescita;
 si impoverisce sempre di più di CPL;
 si arricchisce di imballaggi complessi da selezionare (CPL in PET
opachi, CPL in PET con etichetta coprente, CPL neri, vaschette
multistrato, ecc.);
per raggiungere gli obiettivi di riciclo in un quadro di efficienza, COREPLA
dovrà assumere sempre di più un approccio market oriented.
Pertanto per il prossimo triennio si continueranno a valorizzare quanto
più possibile sia in termini di quantità che di qualità:
 il prodotto IPP ( imballaggi in polipropilene) costituito da imballaggi
rigidi in PP che nel corso del 2014 ha cessato lo status di prodotto
sperimentale per diventare di normale selezione. Si tratta di un
prodotto per il quale la domanda da parte dell’industria è superiore
alle attuali capacità di selezione da parte di COREPLA. Il riciclo del
polipropilene rigido da imballaggi post consumo è una delle
eccellenze italiane. Partito con un progetto pilota nel 2012, oggi è
una realtà consolidata, attraverso la selezione degli imballaggi in
polipropilene rigido, che nel resto d’Europa non sono quasi mai
raccolti, COREPLA oggi è in grado di fornire alle aziende riciclatrici
la materia prima per la produzione di polipropilene di riciclo, per il
quale esiste una forte domanda da parte delle aziende produttrici
di manufatti in plastica;
20
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
 il prodotto FIL/S (Film di poliolefine di formato inferiore A3),
costituito da imballaggi flessibili di dimensioni inferiori a quelle di
un foglio A3, per il quale la qualità è ancora troppo variabile sia
tra i diversi CSS che all’interno dello stesso CSS. Pertanto lo
sviluppo è ancora in fieri; anche se le specifiche risultano
finalizzate, la qualità del FIL/S è ancora inadeguata alle esigenze
dei Riciclatori. Sono quindi tuttora in corso sperimentazioni per
migliorare la qualità della selezione. Un grosso aiuto potrebbe
derivare dalla disponibilità di tecnologie di selezione automatica
utilizzabili anche per gli imballaggi flessibili;
 Imballaggi misti in MPO (misto di poliolefine) di diverse
composizioni
Il raggiungimento di questi obiettivi passa per la sinergia con la funzione
Selezione del Consorzio. Sinergia che, come già descritto nell’apposita
sezione, sì è tradotta nell’introdurre nel contratto standard di selezione
alcuni elementi estremamente innovativi.
Per quanto riguarda altri materiali oggi poco riciclati, si tratta di creare la
filiera selezione – riciclo – utilizzo; questo spesso comporta il
superamento di ostacoli tecnici oppure è ostacolato dalla mancata
convenienza economica del processo, che renderebbe le plastiche di
riciclo molto più costose dei materiali vergini o di altri materiali riciclati
(es. da scarti industriali o preconsumo) e quindi di scarso appeal per
l’industria. Non è possibile fare un discorso di carattere generale, ciascun
materiale va valutato in maniera a sé stante, analizzando problematiche
ed opportunità. Per questa ragione COREPLA, come risultato di un dialogo
continuo tra i diversi attori delle filiera, ha in corso numerose
sperimentazioni con l’obiettivo di mettere a disposizione delle aziende
riciclatrici i materiali che, una volta riciclati, possano soddisfare le
esigenze delle industrie utilizzatrici.
In questa ottica è intenzione comune ad esempio consolidare e migliorare
i risultati incoraggianti ottenuti dalla sperimentazione di selezione e riciclo
dei prodotti termoformati a base PET sia mono materiale che multi
materiale (vaschette in PET) con la collaborazione di una azienda che ha
sviluppato una tecnologia proprietaria per il riciclo di questi imballaggi,
non compatibili con gli impianti di riciclo delle bottiglie in PET. La ricerca
continuerà anche nel corso del 2015 ed i volumi potrebbero aumentare,
dal momento che l'azienda interessata sta realizzando un nuovo impianto
in Austria, che si andrebbe ad aggiungere a quello esistente in Spagna.
Meno positivo invece l'esito della sperimentazione di selezione e avvio a
riciclo del PS rigido. Data la bassa quantità di PS in ingresso, si è reso
necessario sottoporre il materiale a più cicli di selezione con rivelatori
automatici per ottenere un materiale di purezza adeguata, per poi però
non disporre della massa critica necessaria all'alimentazione ad un
21
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
impianto di riciclo. Di conseguenza, pur essendo tecnicamente fattibile,
l'avvio a riciclo del PS rigido risulta essere insostenibile economicamente.
Infine, è in fase di avvio un progetto il cui obiettivo è verificare la
fattibilità dell’attivazione sperimentale di un circuito di raccolta dedicata
di un flusso omogeneo costituito dai rifiuti di stoviglie in plastica
provenienti dalla ristorazione collettiva per il successivo ritiro del
materiale raccolto da parte di COREPLA e l’avvio a riciclo finale.
Per un commento relativo al “prodotto” SRA, si rimanda all’apposito
paragrafo “utilizzo della plastica in acciaieria”.
Tabella Riciclo domestico (ton)
PRODOTTO
2014
2015
2016
2017
191.906
192.660
193.801
195.589
HDPE
64.408
64.507
64.901
66.141
FILM
53.378
58.486
61.295
64.252
1.622
1.720
1.803
1.890
127.107
158.990
178.980
198.604
11.405
12.000
12.000
12.000
449.826
488.364
512.779
538.476
PET
CASSETTE
IMBALLAGGI MISTI
SRA
TOTALE RICICLO
Riciclo imballaggi da Commercio e Industria
La rete di Piattaforme predisposta per il conferimento degli imballaggi in
plastica da Commercio e industria (le c.d. “PIA”) continua a ramificarsi
pur necessitando di una migliore copertura territoriale. L’ottica rimane
quella della sussidiarietà, fornendo
una soluzione alle imprese che
devono conferire un rifiuto di imballaggio e non sanno a chi rivolgersi ma
senza intervenire nei meccanismi di mercato. Le aziende possono
rivolgersi ad una rete di recuperatori accreditati presso cui conferire
gratuitamente –a certe condizioni- il loro rifiuto post-consumo. La rete,
nei limiti del possibile, è sinergica e integrata con il circuito di carta e
legno. I quantitativi conferiti al circuito PIA non vengono contabilizzati nel
riciclo consortile in quanto il dato MUD è rilevato presso il riciclatore finale
(le PIA quasi sempre si occupano di cernire e valorizzare il rifiuto che poi
viene ceduto al Riciclatore finale).
Prosegue inoltre l’impegno di COREPLA nell’avvio a Recupero/riciclo dei
quantitativi provenienti da circuiti dedicati. I circuiti interessati sono
quello dedicato ai fusti, taniche e cisternette ed ai relativi impianti di
recupero (le c.d. PIFU) e quello dedicato al Polistirolo Espanso ed ai
relativi impianti di recupero (le c.d. PEPS). Tale impegno si traduce sia in
22
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
un aumento di quantitativi intercettati che in un numero sempre maggiori
di Impianti coinvolti.
PEPS: con decorrenza agosto 2014 è stato riconosciuto alle PEPS un
incremento del 10% del corrispettivo unitario. Contestualmente nel 2014
sono state perfezionate 2 nuove convenzioni; una in Emilia Romagna e
l’altra in Abruzzo. Tali situazioni hanno di fatto ampliato il servizio di ritiro
rivolto ai produttori del rifiuto, in particolare per quanto concerne il
comparto delle aziende agricole utilizzatrici di seminiere in PS. Si registra
altresì un significativo aumento di polistirolo proveniente dal circuito
diretto della Raccolta differenziata e quindi consegnato dal Convenzionato
(flusso B). L’incremento dei volumi di raccolta del 2014, rispetto a quelli
del 2013, ammonta a circa il 29%.
PIFU: anche in questo caso le Piattaforme, che sono essenzialmente
riunite in tre Associazioni di Categoria (ANRI, ARI E CONFIMA), hanno
beneficiato di un aumento pari al 95% del NIC su base annua. Nel corso
del 2014 si registrano alcune fusioni in ordine a cessioni di ramo
d’azienda; in agosto è stata perfezionata una nuova convenzione in
Lombardia. L’incremento registrato di materiale avviato a recupero nel
2014 rispetto al 2013, è stato pari al 9%.
PEPS e PIFU, a differenza delle PIA, sono Riciclatori finali e pertanto i
quantitativi da loro riciclati sono computati nel riciclo consortile e non
contabilizzati nel riciclo indipendente.
Riciclo non gestito - Operatori Indipendenti
Al conseguimento dell’obiettivo di riciclo contribuisce in modo consistente
l’attività operata dai cosiddetti “Operatori Indipendenti”, ovvero il circuito
di aziende che operano in un circuito di raccolta, cernita e riciclo senza
intervento diretto del Consorzio (come invece accade per il circuito
domestico). La loro attività è prevalentemente legata al riciclo di
imballaggi provenienti da C&I, caratterizzati da alta omogeneità
tipologica e qualitativa, bassa presenza di frazione estranea ed elevata
concentrazione geografica (aree industriali, distretti produttivi ad alta
concentrazione di PMI, centri commerciali e poli logistici).
Nello specifico della metodologia di calcolo, COREPLA registra
l’andamento delle quantità di rifiuti di imballaggi in plastica in ingresso ai
Riciclatori finali provenienti dagli operatori del settore. Ciò come richiesto
dalla legge che rende per legge responsabili i produttori di imballaggi in
plastica e della relativa materia prima degli obiettivi di riciclo/recupero.
Tale rilevazione viene effettuata a partire dai Modelli Unici di
Dichiarazione ambientale (MUD) compilati ogni anno dalle aziende
riciclatrici opportunamente elaborati statisticamente. I MUD sono
disponibili con circa 12 mesi di ritardo sulla chiusura dell’anno di
riferimento.
23
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
Il consuntivo derivante dall’elaborazione delle ultime dichiarazioni MUD
consolidate, relative al 2013, registra un sensibile calo dell’attività. La
quota di riciclo effettuata all’estero (leggasi prevalentemente far east),
sempre nel 2013, è stata pari al 27,4%.
La stima dell’anno appena chiuso e la previsione per gli anni successivi è
basata su metodi statistici che tengono conto della serie storica
consolidata e delle principali variabili macroeconomiche previsionali.
Evoluzione del Riciclo da Commercio e Industria (kton)
kton
500
400
343
300
322
375
379
338
357
364
321
323 327 331
334
367
337
272
200
100
0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Recupero Energetico
Nell’ambito delle attività svolte all’interno della funzione Recupero
Energetico si intende continuare da un lato con le attività di scouting di
soluzioni alternative alle quali indirizzare parte dei residui da avviare a
recupero energetico, dall’altro diminuire il deficit di catena attraverso la
negoziazione di prezzi sempre più competitivi per allocare tali residui.
Sulla base di queste linee guida è stato possibile, ad esempio, depositare
un brevetto relativo al processo di produzione di un gas combustibile
ottenuto da miscele di residui derivanti dalla selezione di imballaggi in
plastica. COREPLA è comproprietaria al 35% del brevetto, insieme al
gestore dell’impianto pilota con il quale si è svolta la sperimentazione ed
al CONAI.
Anche il D.lgs. n. 22 del 14 febbraio 2013, sebbene non abbia trovato
ancora applicazione, complice la crisi economica che ha colpito in
particolare il settore dell’edilizia e quindi la produzione di cemento, è
orientato nella medesima direzione. Infatti il Regolamento recante la
disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto per alcune specifiche
tipologie di combustibile solido secondario (CSS), una volta che il
24
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
comparto industriale del cemento sarà ristrutturato, dovrebbe
comportare una maggiore valorizzazione del potenziale energetico di
alcune tipologie di rifiuti quali, principalmente, quelle a prevalente
matrice plastica attraverso un utilizzo sostenibile. Ciò include,
evidentemente, anche un risparmio di CO2 contabilizzato attraverso il
minor utilizzo di combustibile fossile.
In aggiunta, un utilizzo sostenibile del CSS nei cementifici potrebbe
portare l’Italia a confrontarsi con altri Paesi europei quali la Germania
dove l’indice di sostituzione calorica è mediamente del 61% contro l’8%
dell’Italia che pur ha un potenziale del 50%.
Dal punto di vista economico l’utilizzo di un combustibile solido
secondario in sostituzione di uno fossile comporterebbe una riduzione dei
costi di gestione dei rifiuti che andrebbe a ripartirsi sulle amministrazione
pubbliche locali e quindi indirettamente sui cittadini.
Tabella recupero energetico (kton)
PRODOTTO
SOTTOPRODOTTI
SCARTI DI LAVORAZIONE
2014
2015
2016
2017
342.132
371.714
389.744
408.652
6.895
RECUPERO ENERGETICO COREPLA
349.027
371.714
389.744
408.652
RECUPERO ENERGETICO RSU
578.000
578.000
578.000
578.000
927.027
949.714
967.744
986.652
TOTALE RECUPERO ENERGETICO
Utilizzo della plastica in acciaieria
Anche nel corso del 2014 è continuata la fornitura di ca. 12.000 t di
agente riducente per acciaieria (Secondary Reducing Agent) all'acciaieria
austriaca Voestalpine di Linz.
L'acciaieria di Linz ha una produzione di ghisa annua di circa 2.750.000
tonnellate ottenute attraverso l'utilizzo di circa 825.000 tonnellate di
coke. Grazie all'utilizzo di 220.000 tonnellate di SRA in sostituzione del
coke si sono risparmiate poco meno di 200.000 tonnellate di coke e
117.000 tonnellate di CO2.
L'utilizzo della plastica da imballaggi post consumo (plastiche miste)
come agente riducente in acciaieria offre vantaggi ambientali ed
economici:
 minor immissione di CO2 in atmosfera rispetto all'utilizzo del coke.
Infatti si ha riduzione del 4% circa rispetto all'impiego del
combustibile tradizionale;
 minori costi di acquisto del coke.
E' poi necessario ricordare che l'utilizzo dei rifiuti plastici in acciaieria, il
cosiddetto Feedstock Recycling, secondo la normativa vigente7 viene
7
Cfr. DLgs 152/2006
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Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
valutato riciclo e non recupero energetico qualora sia già stato raggiunto
il 26% di obiettivo di riciclo meccanico; e COREPLA è già da anni al di
sopra di tale obiettivo.
Tale modalità di riciclo rappresenta inoltre una possibilità di fine vita
alternativa al riciclo meccanico per la frazione di plastiche più difficili da
riciclare in momenti di crisi dei mercati delle materie prime seconde.
Da ultimo vale la pena sottolineare come, sebbene ancora in fase
embrionale, è in itinere una sperimentazione in cui si prevede l'utilizzo di
SRA in acciaierie ad arco elettrico. In Italia il 70% della produzione di
acciaio avviene attraverso l'utilizzo di forni ad arco elettrico con i quali
sono già stati sperimentati alcuni agenti riducenti alternativi al coke, quali
ad esempio, il car fluff, pneumatici, cellulosa e altri scarti industriali. In
questo contesto la plastica, sulla base delle caratteristiche intrinseche: a)
elevato contenuto di carbonio; b) elevato potere calorifico; c) elevata
disponibilità, risulta essere il materiale più interessante da investigare.
Poiché i processi di formazione dell'acciaio anche nel caso di arco elettrico
sono del tutto simili all'altoforno, anche da questa sperimentazione ci si
attende un risparmio delle risorse naturali con conseguente saving in
termini di CO2 la cui quantificazione dovrà essere calcolata sulla base
delle evidenze sperimentali.
Utilizzo della plastica in gassificazione
Tra le soluzioni per il recupero energetico degli scarti derivanti dai
processi di selezione degli imballaggi in plastica sono stati investigati i
processi di gassificazione attraverso prove sperimentali su due differenti
impianti pilota.
Alla base di tale scelta vi sono alcuni aspetti tecnici che hanno reso la
gassificazione come valida alternativa per affiancare soluzioni più
classiche quali quelle rappresentate dai termovalorizzatori e dai
cementifici.
Negli impianti di incenerimento di rifiuti le cinetiche complesse e lente,
dovute alla tipologia ed alla eterogeneità del combustibile utilizzato,
necessitano di essere aiutate da grossi eccessi di aria rispetto a quelli
stechiometrici. Questo comporta un’elevata turbolenza con trascinamento
(così detto carry over) sia delle ceneri leggere che di una parte della
frazione fine del rifiuto incombusto, specialmente se di bassa densità
come nel caso delle plastiche. Nella gassificazione le portate dell’agente
ossidante (specialmente se aria arricchita con ossigeno) sono invece
molto più basse rispetto alla combustione diretta del rifiuto, con forte
riduzione del carry over.
Inoltre negli impianti di combustione la normativa impone una camera di
postcombustione ai fini del rispetto dei limiti per le emissioni gassose al
camino. Nei termovalorizzatori gli eccessi di aria utilizzati rendono tale
camera molto voluminosa e le alte portate dei fumi prodotti impongono la
26
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
presenza di un sistema di depurazione fumi molto voluminoso e costoso
sia come investimento che come gestione.
Nella combustione la presenza di sostanze corrosive (SOx, NOx), favorite
dall’atmosfera ossidante, danneggia le parti metalliche delle sezioni di
recupero energetico dell’impianto.
Nella gassificazione invece l’atmosfera presente nei reattori è riducente e
quindi non porta alla formazione di SOx ed NOx.
Le prove condotte hanno portato al confezionamento di un documento
costituito da un package in cui sono presenti sia il process design che il
basic design su un potenziale impianto in grado di trattare 30.000 t/anno
di plastiche con due possibili scenari relativi allo sfruttamento del syngas
prodotto, sia per la sola produzione di energia elettrica che per la
cogenerazione ovvero la produzione di energia elettrica e termica.
COREPLA nei prossimi anni sarà impegnata a diffondere i risultati di tale
ricerche nell’intento di suscitare l’interesse di imprenditori che volessero
investire in tecnologie innovative a basso impatto ambientale che
possano, insieme a quelle esistenti, minimizzare lo smaltimento di alcune
tipologie di rifiuti che hanno ancora un alto valore energetico.
27
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
ATTIVITÀ A SUPPORTO DELLA GESTIONE
I polimeri negli imballaggi e principali applicazioni
E’ sempre opportuno specificare che tutti gli aspetti affrontati in questo
documento riguardano esclusivamente il campo degli imballaggi, e che
quando si parla di “plastica” –per quanto l’accezione del termine sia
imprecisa- gli imballaggi ne costituiscono una importante (36,6% in
Europa) ma non completa rappresentazione.
Fonte: PlasticsEurope – Plastics – the Facts 2014/2015
E’ poi utile, prima di tornare a focalizzarsi sugli imballaggi, fare una breve
panoramica sui polimeri e sui loro impieghi, per uscire dalla
generalizzazione del termine “plastica”.
Il seguente schema illustra a titolo meramente esemplificativo e non
esaustivo alcune applicazioni dei diversi polimeri. Essi coprono un vasto
range di applicazioni e solo alcuni sono utilizzati per la produzione di
imballaggi.
28
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
Fonte: PlasticsEurope – Plastics – the Facts 2014/2015
Tornando al campo degli imballaggi e focalizzandoci sui dati nazionali, i
grafici che seguono mostrano la ripartizione dell’immesso al consumo in
Italia nel 2014, con la suddivisione per tipologia e per polimero:
Imballaggi per polimero
Imballaggi per tipologia
8%
26%
8%
41%
1% 4%
45%
21%
25%
21%
CPL
Altri rigidi
Imballaggi flessibili
Imballaggi di protezione/accessori
PE
PET
PP
PS/EPS
Biopolimeri
Di seguito si prendono in esame nel dettaglio alcune delle variabili che
incidono sulle dinamiche in atto.
Prevenzione
L’insieme delle misure tese a limitare l’impatto ambientale della gestione
a fine vita degli imballaggi, passa essenzialmente attraverso
l’applicazione della cosiddetta “regola delle tre R”: Riduci, Riusa, Ricicla.
Volendo uscire dalla pur efficace sintesi, le azioni per tradurre la regola in
pratica sono in sostanza:
29
Altri
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
 l’individuazione di soluzioni che rendano l’uso dell’imballaggio, o
parti dell’imballaggio, riducibili o eliminabili;
 il riutilizzo dell’imballaggio per più cicli di vita;
 la realizzazione dell’imballaggio con l’utilizzo di una minor quantità
di materia prima, a parità di capienza e caratteristiche tecniche;
 la realizzazione di un imballaggio che (per progettazione o
componenti) ne semplifichi la miglior gestione del fine vita.
E’ importante sottolineare nuovamente che le azioni sopra riportate
raggiungono ovviamente il massimo grado di efficienza se compresenti e
complementari; tuttavia accade che la massimizzazione di alcuni aspetti
possa andare a scapito di altri. Spesso, paradossalmente, a farne le
spese è proprio il riciclo che dovrebbe andare a chiudere il cerchio.
Ciò premesso, si fanno sempre più pressanti le richieste di porre freno
all’eccesso di imballaggi, in particolare di quelli secondari che in molti casi
non hanno alcuna funzione di protezione del contenuto, ma solo di
marketing e presentazione. Del resto in vari paesi europei (in particolare
la Germania), dove la clientela della grande distribuzione si avvale della
facoltà di lasciare alla cassa gli imballaggi ritenuti superflui, si è già avuto
un netto ridimensionamento del fenomeno. La ricaduta sulle materie
plastiche sarebbe comunque molto modesta in quanto gli imballaggi
secondari sono costituiti in massima parte da Film, e quindi molto leggeri,
e svolgono per lo più funzioni richieste dal consumatore: raggruppamento
di monoporzioni di prodotti alimentari (per esempio cracker o biscotti),
fardellaggio di bottiglie di acqua minerale per agevolarne l’asporto.
Vengono tuttavia spesso ritenuti superflui anche vari tipi di imballaggio
primario, o meglio si invita a ricorrere allo sfuso ovunque possibile. Già
da tempo nel trasporto delle materie plastiche si è limitato l’impiego di
sacchi, passando progressivamente al trasporto sfuso (autocisterne) o
semisfuso (sacconi e bin). Quello che ora si chiede è di passare allo sfuso
anche per i prodotti di largo consumo, per esempio i detersivi, per i quali
alcuni punti di vendita della GDO si sono attrezzati con erogatori da cui il
cliente può riempire contenitori portati da casa. Analogamente, alcune
municipalità hanno organizzato centri di erogazione di acqua potabile,
resa disponibile anche addizionata con CO2, dove i cittadini possono
approvvigionarsi gratuitamente. Un certo sviluppo ha avuto anche
l’impiego di “boccioni” per la distribuzione dell’acqua in uffici e luoghi
pubblici che hanno raggiunto una penetrazione nel 2% circa sul totale del
mercato dell’acqua confezionata, nonché la vendita “alla spina” di birra e
bevande gassate presso bar ed esercizi pubblici. Al processo di
riduzione/eliminazione dell’impiego di imballaggi in plastica sta
contribuendo in maniera determinante la messa al bando degli shopper
non compostabili decretata a partire dal 1°gennaio 2011. Le incertezze
sulla normativa, i richiami della Commissione Europea e, soprattutto,
30
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
l’assenza di sanzioni per i trasgressori, hanno finora considerevolmente
limitato l’impatto di questo provvedimento. Con l’entrata in vigore del
regime sanzionatorio si avrà tuttavia una accelerazione dell’erosione del
consumo di shopper monouso in PE, da cui trarranno vantaggio i polimeri
compostabili ma anche e soprattutto le borse riutilizzabili, che promosse
dalla GDO, sono rapidamente entrate nelle abitudini dei consumatori.
Quanto alla riduzione del peso dell’imballaggio in rapporto al contenuto,
un risultato è stato ottenuto con l’alleggerimento dei contenitori plastici
reso possibile dalla messa a punto di polimeri e tecnologie di
trasformazione volte a migliorare le prestazioni. Risultati di particolare
rilievo sono stati conseguiti nella produzione di flaconi e bottiglie per
liquidi alimentari e non, dove si sta ancora lavorando per abbassare
ulteriormente gli spessori di parete senza compromettere l’integrità delle
confezioni durante il trasporto e la movimentazione. Sensibili
miglioramenti sono stati ottenuti anche recentemente lavorando sulla
configurazione delle chiusure e del collo della bottiglia di PET, ma
l’impressione è che il processo di alleggerimento sia oramai vicino al
massimo. Si deve anzi rilevare che, di fronte alla riduzione del peso a
parità di capacità, è in corso una progressiva diffusione dei piccoli formati
che comporta inevitabilmente un sensibile aumento del peso per unità di
contenuto che annulla di fatto l’effetto dell’alleggerimento, e anzi si
traduce in una crescita del consumo di imballaggi plastici.
Da segnalare che in alcuni settori industriali (per esempio nei prodotti per
la detergenza) è stato spinto l’uso dei concentrati, che consente di ridurre
sensibilmente il volume dei contenitori utilizzati, ed è stato introdotto il
concetto di ricarica, mettendo in commercio dei concentrati in confezioni
leggere (buste di laminati PET/PE) da diluire travasandoli nei tradizionali
flaconi, che perdono così in buona parte la loro originale connotazione di
imballaggio a perdere, potendo essere riutilizzati più volte. L’effetto di
queste politiche di riduzione degli imballaggi, avviata molti anni fa, è
ormai del tutto marginale.
Importanti
risultati
sono
stati
conseguiti
anche
nell’ambito
dell’imballaggio flessibile, dove una considerevole riduzione degli spessori
è stata resa possibile dal miglioramento delle prestazioni dei polimeri
utilizzati e della sempre maggiore diffusione delle tecnologie di
coestrusione, che consentono l’ottenimento di caratteristiche meccaniche
superiori a parità di spessore. Nel caso del Film retraibile per fardellaggio
è tuttora in corso una azione di consistente assottigliamento. Nella
maggior parte delle applicazioni sono tuttavia già stati messi in atto tutti
gli accorgimenti economicamente praticabili per limitare il consumo di
imballaggi e si può ipotizzare solo una ulteriore piccola limatura degli
utilizzi. In alcuni casi (ad es. Film per palletizzazione, dove è stato
introdotto il Film estensibile pre-stirato di spessore inferiore di oltre la
31
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
metà rispetto a quelli normalmente usati) vi è però ancora la possibilità di
conseguire una riduzione del rapporto tra il peso dell’imballaggio e quello
del contenuto, che potrebbe dar luogo a una evoluzione della domanda
effettiva di imballaggi plastici inferiore alla crescita “naturale”.
Il caso più tipico e consolidato di riutilizzo è quello dell’imballaggio a
rendere. L’Italia è tradizionalmente un paese in cui l’imballaggio a
rendere ha avuto una diffusione piuttosto limitata e praticamente nulla
nel caso degli imballaggi primari in materia plastica. Al di là dei costi e
dei problemi logistici di difficile soluzione, si deve sottolineare del resto
che l’impatto ambientale derivante dal ritorno dei vuoti e dal loro
lavaggio è generalmente di gran lunga superiore ai benefici (risparmio di
materie prime, riduzione dei quantitativi da smaltire) che se ne possono
ricavare.
Per quanto riguarda poi l’imballaggio alimentare, vale a dire la quota più
importante degli imballaggi primari in materia plastica, l’igiene e la
sicurezza sono elementi prioritari e non è pensabile il riutilizzo degli
imballaggi in assenza di una storia certa del loro uso e delle eventuali
contaminazioni a cui sono stati soggetti e di sistemi di ricondizionamento
assolutamente affidabili.
Diverso è il discorso per quanto riguarda l’imballaggio di trasporto, dove
sono stati creati vari circuiti di riutilizzo.
Uno dei principali esempi è stato quello delle cassette e cestelli per la
vendita agli esercizi pubblici e, con il sistema di consegna porta a porta,
anche ai privati, di acqua minerale e altri liquidi alimentari imbottigliati in
vetro a rendere.
Questo mercato, che ha conosciuto in passato un considerevole sviluppo,
è stato poi spiazzato dall’affermazione delle bottiglie a perdere in materia
plastica ed è da tempo plafonato, e anzi in fase di progressiva
contrazione. L’utilizzo di polimero vergine è ormai del tutto marginale, il
grosso della produzione di questi manufatti essendo alimentato da
rimacinati ottenuti dalle cassette restituite ai fornitori alla fine del ciclo di
vita utile.
Molto più recente è invece l’introduzione delle cassette riutilizzabili a
sponde abbattibili impiegate nel trasporto di ortofrutta dal produttore al
punto di vendita con una penetrazione pressoché totale presso la GDO.
Le cassette, in genere gestite da pool che coinvolgono l’intera filiera
distributiva, sono noleggiate a produttori e grossisti di ortofrutta e
compiono annualmente vari viaggi.
Un altro campo in cui è consolidato un circuito di riutilizzo di imballaggi di
trasporto è quello dei grandi contenitori in PE (cisternette di capacità
generalmente compresa tra 500 e 2.000 litri ottenute per soffiaggio o
stampaggio rotazionale), utilizzate per spedizioni, movimenti interstabilimenti o anche stoccaggio e movimentazione interna di una vasta
32
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
gamma di prodotti chimici, petroliferi e alimentari. Tale circuito è
supportato dal Consorzio attraverso la rete delle PIFU (già citato dalle
attività di riciclo). Una buona parte delle cisternette è inoltre utilizzata
come imballaggio a perdere, rimanendo presso il cliente come contenitore
per lo stoccaggio8.
Intercompetizione tra materiali da imballaggio
La sostituzione di materiali tradizionali ha contribuito in maniera decisiva
al rapido sviluppo del consumo degli imballaggi plastici nel corso degli
anni novanta, quando si è verificata una crescita esplosiva nel settore dei
contenitori per liquidi alimentari. Questa componente si è però
gradualmente smorzata in funzione della elevata penetrazione raggiunta
nell’imbottigliamento di acqua minerale e bibite analcoliche, dove ormai
la quota detenuta dai materiali tradizionali (vetro, metallo, poliaccoppiati)
è scesa a livelli tali da rendere improbabili ulteriori apprezzabili fenomeni
di sostituzione.
La messa a punto di preforme di PET a elevata barriera e con costi
accettabili rende in linea di massima accessibili altri mercati interessanti.
Una buona penetrazione è già stata acquisita nell’imbottigliamento di
succhi e bevande di frutta, dove le bottiglie di PET barriera costituiscono
una valida alternativa ai poliaccoppiati cartoncino/Al/PE e incontrano una
crescente accettazione. Si tratta tuttavia di un mercato di dimensioni
abbastanza limitate, così come quello delle conserve di pomodoro che è
attualmente in via di sviluppo.
Ben più rilevante è il potenziale rappresentato dalla sostituzione di vetro
a perdere e metallo nel settore della birra da parte delle bottiglie in PET
barriera. In Italia tuttavia questi contenitori hanno avuto scarso successo,
a differenza di quanto avvenuto nell’Europa dell’Est e, in minor misura,
anche in vari paesi dell’Europa Occidentale. E’ pertanto difficile che,
almeno nell’orizzonte temporale considerato, possa verificarsi una
penetrazione significativa.
Anche nell’imballaggio di trasporto di ortofrutta e pesce, l’utilizzo di
cassette a perdere in materie plastiche è ormai praticamente plafonato,
dopo che negli anni novanta si era verificato un massiccio processo di
sostituzione del legno, e altrettanto si può dire dell’imballaggio degli
elettrodomestici, dove il cartone ondulato è stato ormai sostituito in larga
misura dalle materie plastiche (gusci in EPS + Film polietilenico).
8
Plastic Consult “L’immesso al consumo di imballaggi plastici (2014-2018)” studio
realizzato per COREPLA
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Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
Ricerca e Sviluppo
L’attività svolta dal Consorzio, benché non di tipo prettamente
industriale, si svolge a supporto della filiera garantendo il massimo della
collaborazione sui seguenti temi:
 supporto tecnico alle aziende sulla sostenibilità degli imballaggi in
plastica. Riconoscendo che gli imballaggi devono rispondere ad
esigenze tecniche, di marketing e di costo, il Consorzio non
interviene nelle scelte delle singole aziende, ma fornisce
informazioni sulle modalità di gestione del fine vita degli imballaggi
in plastica in Italia, il loro avvio a riciclo oppure a recupero
energetico e le eventuali problematiche che una soluzione di
packaging potrebbe presentare o risolvere. Queste informazioni
aiutano le aziende ad effettuare scelte maggiormente consapevoli
in termini di sostenibilità;
 iniziative, sia a livello nazionale che internazionale, tese a
promuovere il riciclo degli imballaggi in plastica e ad assicurare che
le nuove soluzioni di packaging, che l'industria continua a
sviluppare, non vadano a discapito dei sistemi di raccolta e riciclo
esistenti. Nel corso del 2014 la funzione Ricerca & Sviluppo ha
partecipato a tavoli tecnici e gruppi di lavoro di associazioni italiane
(UNIPLAST, Plastics Europe Italia, Istituto Italiano Imballaggio,
IPPR) ed europee (EPRO);
 attività di formazione tecnica sulla sostenibilità degli imballaggi in
plastica presso scuole ed università.
A queste attività rivolte all’esterno, si affiancano le attività di supporto
interorganizzativo:
 Supportare le altre funzioni aziendali su aspetti e problematiche
tecniche relative agli imballaggi ed ai processi di riciclo. In
particolare è stato fornito supporto all'assistenza tecnica per la
definizione delle procedure e la risoluzione di problematiche di
qualità prodotto, mentre insieme con la funzione Commerciale è
stata creata una collaborazione orizzontale con l'obiettivo di
promuovere il business;
 Gestire progetti di ricerca finalizzati ad incrementare sia la
percentuale di prodotti avviati a riciclo rispetto a quelli destinati a
recupero energetico, sia il loro valore, contribuendo a sviluppare
applicazioni e sinergie lungo la filiera.
34
Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
Attività internazionale
A livello internazionale COREPLA, in quanto membro di EPRO (European
Association of Plastic Recycling and Recovery Organizations) partecipa
alle attività orientate alla prevenzione e alla promozione del riciclo. In
particolare è attiva una piattaforma denominata EPBP (European PET
Bottle Platform): un gruppo di lavoro creato dalla filiera del PET per fare
in modo che le innovazioni nel settore dei contenitori in PET non vadano a
discapito della riciclabilità di questo polimero, in particolare di quella
bottle-to-bottle. Gli esperti operano grazie al supporto delle aziende che li
mettono a disposizione e mantengono la confidenzialità delle
informazioni, consentendo quindi alle aziende interessate di interagire
con EPBP quando le loro innovazioni di packaging sono ancora nella fase
di ricerca e sviluppo. In accordo con EPRO e riconoscendo l’importanza di
questa iniziativa, che ha ricevuto il plauso della Commissione Europea,
COREPLA ha accettato di contribuire al suo successo fornendo un esperto
che dedicherà una parte significativa del proprio tempo alla gestione dei
progetti di valutazione, dietro copertura delle spese da parte delle
associazioni che compongono EPBP (Petcore, EPRO, PRE, UNESDA ed
EFBW).
A livello normativo, nel 2015 ci sarà
la tanto attesa svolta nella
normativa che disciplina l’utilizzo dei materiali di riciclo nelle applicazioni
a contatto diretto con alimenti, con la piena entrata a regime del
regolamento (EC) 282/2008.
Con l’entrata in vigore del regolamento, le autorità nazionali degli stati
membri nei quali sono ubicati gli impianti di riciclo si troveranno a dover
effettuare ispezioni e controlli, per verificare che gli impianti operino
secondo le condizioni di autorizzazione previste per il processo. Per l’Italia
la responsabilità dei controlli ricade sulle ASL, con il coordinamento
dell’Istituto Superiore di Sanità. La Commissione Europea, rendendosi
conto della necessità di armonizzare il processo di verifica tra i paesi
membri e fornire agli ispettori le competenze necessarie, ha avviato un
progetto per la redazione dello schema della documentazione necessaria
e di una linea guida per gli ispettori, che verrà usata anche come base
per un training specifico a livello europeo. Per arrivare a questo risultato
è stata creata una Recycling task force di esperti che dovranno dare il
loro contributo, contribuendo alla redazione della documentazione in
collaborazione con i rappresentanti degli stati membri. COREPLA
partecipa a questo gruppo con un proprio esperto.
Comunicazione
Per il triennio 2015-2017 si prevede una prosecuzione delle attività di
comunicazione con l’obiettivo di consolidare sia l’immagine e il ruolo del
Consorzio che la riciclabilità della plastica, le applicazioni innovative del
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Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
settore (in particolare food) e la ricaduta economica determinata dal
comparto. Verrà dato risalto alle attività delle diverse categorie di
stakeholder, ai rapporti con le Istituzioni di riferimento e al mondo media
in generale. Verrà inoltre rinnovata l’ideazione e realizzazione di una
campagna ad hoc per il riciclo di imballaggi secondari e terziari.
Nel triennio in oggetto si prevede il proseguimento della campagna adv
rinfrescando sia spot TV che soggetti stampa, con l'inserimento di
elementi di approfondimento e di ulteriore riflessione al fine di andare a
sollecitare esigenze di informazione differenziate, utilizzando un panel di
mezzi e strumenti piuttosto articolato, corrispondente all'attuale
crescente segmentazione dei target.
Nell'ambito della comunicazione del Consorzio, le linee di sviluppo
che si intendono perseguire sono:
 Dare forma e visibilità agli sforzi delle Imprese dei settori di
riferimento in tema di riciclo e prevenzione;
 Collaborare con le Istituzioni alla realizzazione di iniziative di
comunicazione che vedono coinvolti tutti i consorzi di riciclo;
 Mantenere ed intensificare l'azione di proposizione, supporto e
contributo alle attività di comunicazione locale, in stretto contatto
con gli attori che operano sul territorio, per il miglioramento qualiquantitativo
della raccolta differenziata, integrandola per
quanto più possibile in un'azione di assistenza anche tecnica per
il miglioramento dei servizi al cittadino;
 Seguire gli sviluppi e le enormi potenzialità della comunicazione
web;
 Mantenere il positivo contatto con il mondo della scuola,
individuando modalità di intervento adeguate anche per la fascia
adolescenziale delle superiori;
 Individuare aree di intervento per iniziative speciali e progetti di
largo respiro, possibilmente in collaborazione con partner
istituzionali ed operativi nazionali ed internazionali.
Audit e Controlli
COREPLA svolge periodicamente attività di audit e controlli sui propri
clienti e fornitori volte alla verifica dell’idoneità e della rispondenza del
loro operato agli obblighi contrattuali. Per tali attività COREPLA si avvale
di Società terze certificate e con consolidata esperienza nel settore delle
verifiche e dei controlli.
In relazione alle attività di audit di Accreditamento e di Monitoraggio di
Riciclatori e Recuperatori non si prevedono significative variazioni rispetto
a quanto svolto nel corso degli anni precedenti. Per quanto riguarda le
attività inerenti i controlli di seconda parte sulle Società di analisi e
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Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
controllo operanti presso i Centri di Selezione (CSS), considerata la
recente riprogrammazione che ha comportato un aumento del numero di
verifiche e la conduzione delle stesse da parte di due differenti Società
terze, si prevede di mantenere invariato tale assetto anche nel corso dei
prossimi anni.
Sistemi Informativi
I sistemi informativi aziendali in COREPLA vengono gestiti da una
funzione specifica che supervisiona sia le attività operative e di controllo,
sia i nuovi sviluppi che vengono a mano a mano richiesti dalle altre
funzioni. Le attività operative e di controllo vengono programmate
annualmente con un Programma ICT e Sicurezza. In questo programma
sono definite le principali attività sia relative alle operazioni che alla
sicurezza. I nuovi sviluppi sono invece trainati dall’innovazione
tecnologica da un lato e dalle nuove esigenze dell’attività gestionale
dall'altro. Vengono quindi individuati una serie di progetti di evoluzione
ed adattamento che vengono eseguiti con la supervisione della funzione
sistemi informativi.
Le infrastrutture sono attualmente dislocate in un Data Center di
produzione a Milano e in un Data Center di Disaster Recovery a Torino.
Nel corso del prossimo triennio sarà effettuata una manutenzione delle
infrastrutture, sia per la parte hardware che per la parte relativa ai
sistemi operativi. Le operazioni di manutenzione riguarderanno sia il sito
di Disaster Recovery che quello della produzione. Nel contempo, in caso
di necessità urgenti, sarà reso possibile il ricorso a soluzioni in cloud in
affiancamento all'attuale configurazione.
Per la parte relativa all'adeguamento applicativo, nel corso del triennio
saranno sviluppati, secondo le esigenze ed in accordo con i piani definiti
nel corso dell'ICT Contest, sistemi applicativi afferenti a tre “linee di
prodotto”:
 Sistema informativo CEBIS, E’ il sistema centrale dell’azienda
basato su Oracle E-Business Suite. In questo sistema sono presenti
molte personalizzazioni che rendono il sistema stesso più aderente
alla realtà di COREPLA;
 La business intelligence basata su prodotto Qlikview. La business
intelligence è importante per un’analisi dei dati. Viene utilizzata da
tutte le funzioni aziendali. Il software Qlikview si basa su un
criterio associativo che rende più facile l’analisi dei dati;
 Sviluppi web-based. Oltre al sistema informativo CEBIS sono
presenti in azienda una serie di altri software (es. consorziati,
gestione presenze, portale raccolta, etc.). Questi sistemi verranno
omogeneizzati utilizzando un unico database, linguaggio di
programmazione e modalità di esecuzione.
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Programma Specifico di Prevenzione 2015 - 2017
Certificazioni
All’inizio del 2015 è stata superata la verifica effettuata dall’Ente di
certificazione secondo la norma ISO 27001 nella nuova edizione del 2013
e il Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni del Consorzio è
risultato pienamente conforme.
Per l’anno 2015 è previsto il rinnovo della certificazione secondo la norma
UNI EN ISO 9001, relativa alla Qualità.
Per il prossimo triennio, oltre al mantenimento delle certificazioni
attualmente in essere e della revisione di bilancio, sarà ancora effettuata
la certificazione flussi operata da CONAI che si incentrerà sulla
validazione dei flussi di Riciclo e Recupero analizzando anche i nuovi
processi che dovessero essere attivati.
Infine è in corso la stesura del Rapporto di Sostenibilità relativo all’anno
2014.
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