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RESPONSABILITA’ RESPONSABILITA UNA CANZONE PER TE – GIOVANI Titolo: Cantante: Album: Anno: Lo scrutatore non votante Samuele Bersani L'aldiquà 2006 Commento Il cantautore della “piadina piadina romagnola” non finisce mai di stupirci con la poesia e la sua vena ironica nel raccontare . Questo singolo estratto dall'album “L'aldiquà” è una simpatica descrizione e denuncia di coloro che non si schierano schierano mai e con nessuno pur di non sporcarsi le mani, ma non perdono comunque occasione di commentare o agire banalmente. È il ritratto di chi nella vita è incapace di essere coerente e non è capace di assumersi nessun tipo di responsabilità, di chi non sa prendere rendere decisioni responsabili, sia nei propri confronti che nei confronti degli altri. Il videoclip propone un cartone animato surreale e stilizzato incentrato intorno al personaggio di “Greyman", un uomo grigio (segno e simbolo di mediocrità), un personaggio che prende spunto dall'«incoerenza» di un reale amico del cantante di «Cattolica, « , che ha fatto lo scrutatore scrutato ma non vota da dieci anni». 32 RESPONSABILITA UN FILM PER TE – GIOVANI Titolo originale: originale Gran Torino Regia Clint Eastwood Regia: Cast: Clint Eastwood, Cory Hardrict, John Carroll Lynch, Geraldine Cast: Hughes, Brian Haley, Brian Howe, Nana Gbewonyo Paese USA 2008 Paese: Uscita Cinema: 13/03/2009 Genere Azione, Drammatico Genere: Durata 116 min Durata: Trama È la storia di un veterano della guerra in Corea che perde sua moglie e che è distaccato dai figli e dalle loro famiglie. Non è neppure gradita la presenza del giovane parroco dal quale la moglie si è fatta promettere, prima di morire, che lo avrebbe confessato. confessato. Walt Kowalski è un uomo burbero, duro, solitario, che non sopporta di avere il suo quartiere ormai pieno di “musi gialli”, asiatici di etnia Hmong, e tantomeno gli fa piacere averli nella casa accanto alla sua. È proprio Tao, l’adolescente Hmong suo vicino di casa a correggerlo e ad insegnargli molte cose dopo che il ragazzo aveva tentato di rubargli la sua Gran Torino del 1972. Riflettiamo insieme: “Perché diventa responsabilità mia adesso?” Film molto apprezzato dalla critica che lo ha definito: “Il complesso ritratto - in pieno stile Eastwood - di un uomo che ha fatto dell'odio verso i diversi la sua ragione di vita” (Giancarlo Zappoli). Ci permettiamo di non concordare a pieno con questa espressione, proprio nella sua parola fondamentale e di sostituirla con il suo esatto contrario: “Il complesso ritratto - in pieno stile Eastwood - di un uomo che ha fatto dell’amore dell’ verso i diversi la sua ragione di vita”. È vero: la storia è quella di un uomo accecato dai ricordi di morte legati alla guerra, gu un uomo che non riesce ad avere relazioni neanche familiari, un uomo che sembra odiare chiunque e soprattutto i diversi da lui che definisce “musi gialli”, “topi di fogna”, “maledetti barbari”. Lo definisce bene il giovane parroco quando gli dice “Direi “ rei che lei ne sa più della morte che della vita”. vita È forse questa la frase che lo stimola a cercare di essere qualcosa d’altro. Perché, in verità, questa è la storia di un cambiamento:: da uomo che vive per la sua macchina, Walt si trasforma in uomo che muore per delle persone. 33 RESPONSABILITA L’episodio di partenza del cambiamento è il tentato furto della sua Gran Torino, della cosa a cui Walt tiene di più: questo costringe Tao a riscattarsi anche contro la volontà dello stesso Walt. La frase simbolo del cambiamento è la risposta di Walt all’ennesimo invito della sorella di Tao a casa loro: “Oggi potrei anche bere con degli estranei anziché bere da solo”. Walt si schioda dalla sua sedia in terrazza ed entra nell’intimità di un’altra casa e poco dopo dirà (riferendosi a Tao): “Perché diventa responsabilità mia adesso?”. La domanda racchiude in sé già una volontà: quella di prendersi cura di quel ragazzino che Walt ha imparato a guardare con occhi diversi e al quale insegnerà la gratuità. Questo prendersi cura è per la vita, che abbraccia tutti gli ambiti e che cambia quest’uomo profondamente facendogli sperimentare l’amore per il diverso a tal punto da sacrificare la propria vita. Una vera e propria responsabilità intesa come risposta d’amore concreta verso il fratello, l’amico… cosa ci ricorda qualcosa tutto questo? Un uomo che si fa ammazzare per liberare delle persone dalla schiavitù della violenza? Gv 15, 9-17 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Amare l’altro, prendersi cura di lui, essere amici, fratelli significa essere disposto a donare a lui quello che di più prezioso abbiamo. Walt se ne accorge quando si scopre disposto a dare a Tao la sua Gran Torino e lo concretizza salvando la vita a lui e alla sua famiglia con la sua morte. 34 RESPONSABILITA UN LIBRO PER TE – GIOVANI Titolo Io non ho paura Titolo: Autore Niccolò Ammaniti Autore: Anno:: 2001 Edizione Einaudi Edizione: Recensione Durante una calda estate, in piccolo paese del sud Italia, Michele gioca con i suoi amici e, da bravo fratello maggiore, si porta dietro anche la sorellina. Per prendersi cura di lei, caduta durante una gara,, perde la sfida con gli amici e viene costretto a fare “ la penitenza “, che consiste nell’esplorare una vecchia casa diroccata. L’impresa non è semplice ma il bambino non può tirarsi indietro ed esporsi alla derisione degli amici. Durante l’esplorazione cade accidentalmente dentro una buca, la caduta non ha conseguenze fisiche ma porta ad una scoperta incredibile “Era la gamba di un bambino. E un gomito spuntava dagli stracci. In fondo a quel buco c’era un bambino.” ( pag. 33 ). Michele tiene segreta la sua scoperta ma inizia a porsi delle domande: che ci fa un bambino in una buca? Chi lo tiene li? La curiosità lo spinge a ritornare nella casa… Questa decisione segnerà l’inizio di un legame tra i due bambini ma anche l’avvicinamento di Michele al mondo degli gli adulti. Infatti tutti gli abitanti del paese, compresi i suoi genitori, sembrano impegnati in qualcosa di segreto. Mettendo insieme tutti gli indizi riuscirà a ricostruire quanto è accaduto. Tutto ciò lo porterà a scontrarsi con la cattiveria degli adulti adulti ma soprattutto a fare scelte importanti. Personaggio su cui focalizzarsi Michele è un bambino di nove anni e tutto il suo mondo è rappresentato dal paese in cui vive. A differenza della sua famiglia non sente stretti i confini del paese. Adora sua madre, attende il rientro del padre, spesso fuori per lavoro e si prende cura della della sorella più piccola, da bravo fratello maggiore. Un giorno per caso si imbatte in Filippo, un bambino della sua stessa età, che però non può correre con lui in bicicletta o giocare nei campi, perché viene tenuto prigioniero, incatenato dentro una buca. Michele non capisce cosa sta accadendo intorno a lui, pensa però che 35 RESPONSABILITA ci deve essere un motivo valido se un bambino viene trattato in quel modo, come un animale. L’incontro diventa il suo segreto e, nonostante il timore iniziale, si prende cura di Filippo “mi sono tolto la maglietta e l’ho bagnata con l’acqua e ho cominciato a pulirgli il viso” (pag 117) va a trovarlo, e gli porta del cibo cercando di spiegargli alcune cose. Filippo diventa sempre più importante per Michele, che inizia a trascurare gli altri amici, per passare molto tempo con il piccolo prigioniero e cercando di capire, da solo, quella strana storia. Quando il suo segreto viene scoperto, Michele è costretto a scegliere tra il suo nuovo amico e il giuramento fatto a suo padre: deve quindi abbandonare l’amico. Non riesce però a disinteressarsi della sorte di Filippo e alla fine non esiterà ad andare contro il padre e rischiare in prima persona. Si può vedere in Michele una grande attenzione verso l’altro, questa qualità compare prima nei confronti della sorella e poi anche verso Barbara, una sua amica, alla quale evita una penitenza umiliante. Ma è soprattutto nei confronti di Filippo che questo aspetto emerge, infatti spesso pensa al bambino rinchiuso al buio, che non può giocare e non può contare su nessuno, solo su di lui. Possiamo dire che in un certo senso si sente responsabile dell’amico, ma non si ferma al solo pensiero, infatti, si prende concretamente cura di Filippo, basti pensare a quando corre da lui per comunicargli che i genitori lo stanno cercando e che sua madre gli vuole bene. Con la sua presenza protettiva e rassicurante cerca di restituirgli la dignità che gli adulti, in nome di facili ricchezze, cercano di togliergli. Non solo non ha paura di affrontare situazioni pericolose ma soprattutto non ha paura dell’altro; nonostante i loro mondi siano lontani lo accoglie nella sua vita e se la lascia stravolgere da lui. Riflettiamo insieme Partendo da una meditazione personale, nella quale lasciarci provocare dal brano di Mt 25,31-46 si può continuare con una condivisione, tenendo conto delle seguenti domande: • • • Noi siamo capaci di far entrare l’altro nella nostra vita? Il fratello ci vive accanto con la sua storia, i suoi sogni, le sue fatiche. La nostra presenza è amorevole o indifferente? La fraternità è una splendida palestra in cui allenarsi a sentirsi responsabili gli uni degli altri. Sono consapevole di ciò e vivo questo aspetto oppure, egoisticamente, penso solo al mio cammino personale? 36 RESPONSABILITA UN’OPERA D’ARTE PER TE – GIOVANI Titolo: Le tre età della donna Autore: Gustav Klimt (1862(1862 1918) Anno: 1905 Tecnica: Olio su tela Dove si trova: Galleria Nazionale d’arte Moderna, Roma Commento Questo dipinto è una delle poche opere presenti in Italia di Gustav Klimt il celebre pittore austriaco che fu il primo e più prestigioso protagonista del movimento secessionista viennese. Nel 1911, nell'ambito delle celebrazioni per il cinquantenario dell'Unità dell'Unità d'Italia, fu organizzata una mostra internazionale e in quest'occasione Le tre età della donna di Klimt fu acquistato dallo Stato Italiano, che la destinò appunto alla Galleria d'Arte Moderna romana, da poco istituita. Si tratta di un'opera della maturità urità di Klimt: le figure sono asciutte, sintetiche ed il decorativismo geometrico si materializza in forme che ricordano sete raffinate e pietre preziose. Sulla grande tela quadrata Klimt spartisce lo spazio in un fondale orizzontale ribassato e luccicante, luccicant addossato al buio che si apre al di là di esso, mentre le figure sono strette in un angusto spazio decorativo al centro del quadro. Il tema è una rivisitazione, in chiave simbolica, delle tre fasi della vita femminile: l'infanzia, la maternità e l'inevitabile l'inevitabile declino della vecchiaia. Il diverso sentimento della vita è suggerito dalle posizioni assunte dalle figure e dalla scelta di rappresentarle nude su vari livelli di un fondo privo di dati naturalistici. Il pittore ritrae l’anziana di profilo, per evidenziare, ev attraverso un forte realismo del modellato, la deformazione provocata dal tempo sul corpo. La rinuncia ad aprire gli occhi sulla realtà, l'impotenza di fronte a quello che riserva il futuro si manifesta nel gesto disperato di coprirsi il volto con con le mani. La giovane madre invece si offre frontalmente alla visione, in contrasto con l'altra figura: il nudo risulta piatto nel rilievo e luminoso nella colorazione quasi a evocare una dimensione sacra, un’allusione alla maternità della Madonna 37 RESPONSABILITA a cui sembra riferirsi anche il coronamento di fiori collocato sulla testa; un serpente stilizzato, mimetizzato con il drappo trasparente avvolto intorno alle gambe, indica il male sempre in agguato, il pericolo incombente in ogni momento della vita. La bimba, infine, assorbita totalmente nella figura materna, è ritratta di tre quarti con il corpo paffuto e arrotondato, abbandonata in un sonno profondo. Nell'opera il senso dell'allegoria si espande dalla condizione della donna alle fasi della vita, all' inevitabile scorrere del tempo, contro il quale l'unico rimedio è la sacralità della maternità che eterna la vita5. Personaggio su cui focalizzarsi I personaggi su cui porre l’attenzione sono tre: l’anziana, la donna e la bambina. Stanno tutte e tre al centro della tela, in posizioni differenti ma con lo stesso atteggiamento. Sono tutte nude, tranne la donna al centro che ha un drappo leggero che le copre la parte inferiore delle gambe. Un particolare rimane nascosto per tutte: di nessuna si vedono gli occhi. Per le due figure giovani come se ci fosse la spensieratezza e l’incoscienza di non guardare, per l’anziana come a non voler ricordare tutto il tempo passato. Ciò che colpisce ed interessa è la posizione in cui si trovano le tre figure. La donna anziana si trova in piedi di lato, curva su se stessa e col viso celato. Sembra si appoggi alla donna più giovane al centro dell’opera, verso la quale protende la testa quasi fino ad appoggiarsi sulla sua spalla. La giovane donna al centro ha il corpo leggermente proteso verso l’anziana, sulla quale sembra lei questa volta appoggiarsi per sorreggere il peso che le grava sull’altra spalla: la bambina che le dorme in braccio tranquilla. Ad osservare la donna anziana sembrano esserci centinaia di piccoli occhi dorati, poco interessati, indifferenti, mentre sopra le giovani troneggiano occhi grandi, spalancati, vividi, curiosi. "Le tre età della donna" racconta all'osservatore la storia di una vita: passato, presente e futuro inscindibilmente collegati. L’artista ha voluto rappresentare sia il passare del tempo, ma anche il “peso” che presente, passato e futuro hanno l’uno sull’altro e la RESPONSABILITA’ che ogni figura ha sull’altra: responsabilità rispetto all’equilibrio che si mantiene solo se l’una si appoggia all’altra, responsabilità nell’avere occhi aperti, chiusi o nascosti, responsabilità nel vivere la propria storia, la propria vita e metterle a disposizione per gli altri che ne trarranno giovamento, infine responsabilità della propria vita sulla vita altrui; l’opera sembra dire: dove non arriverai tu, ci sarò io! Riflettiamo insieme (Dinamica pittorica) L’idea che emerge dall’opera è che siamo gli uni in stretta relazione con gli altri a prescindere dall’età, dalla forma fisica e dalla posizione che ricopriamo nella società, nella nostra famiglia e anche nella nostra fraternità. Ogni istante della nostra vita richiede la responsabilità prima di essere e poi di agire, consci di ciò che si sta vivendo. 5 Descrizione stilistica tratta dal sito della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma in http://www.gnam.beniculturali.it/index.php?it/23/opere/130/le-tre-et. 38 RESPONSABILITA Anche coloro che sono consideranti i più piccoli, hanno un grosso peso nell’equilibrio delle relazioni, perché possono portare un contributo importante in spazi considerati generalmente “da adulti”. E’ proprio questo il senso della presenza della figura della bambina all’interno dell’opera: la bimba ha la responsabilità di portare avanti le speranze che l’anziana e la giovane ripongono in lei. Verrà chiesto al ragazzo di scegliere una situazione, un evento, un momento bello o brutto della sua vita nel quale ha sentito di avere una responsabilità. Dovrà un nome, una data, un luogo a quest’evento, come fosse un quadro. Dovrà rappresentare graficamente questa situazione (in bianco e nero, a colori, con i pennarelli, tempere, matite, tutto ciò che avrà a disposizione!), rappresentare 3 figure e decidere dove porsi: al centro come la donna giovane o ai lati come l’anziana o la bambina. Dovrà alla fine condividere all’interno dell’intero gruppo di quale tipo di responsabilità si è sentito investito, il perché abbia scelto quella posizione, chi rappresentano le due figure che si è posto vicino e in che modo l’hanno aiutato a trovare un equilibrio e portare avanti la responsabilità. 39 RESPONSABILITA UNA DINAMICA PER TE – ADOLESCENTI IN PIEDI INSIEME (da Fluegelman) Obiettivo: Questa dinamica aiuta gli adolescenti a sperimentare atteggiamenti importanti per una cooperazione positiva. È importante che provino a mantenere il contatto l’uno con l’altro non disperdendo il loro potenziale di energie, ma armonizzandolo verso l’altra persona. persona. Occorre che imparino a lavorare in tempi uguali e a dosare le proprie forze in modo conveniente. Allo stesso tempo questa dinamica sottolinea come la cooperazione diventa difficile non appena il numero dei partecipanti cresce. Istruzioni: Sceglietevi evi un compagno che vi piacerebbe conoscere meglio. Sistematevi nella stanza e sedetevi per terra, schiena a schiena. Importante è sottolineare la decisione di procedere tutti armonizzandosi reciprocamente. Ad esempio, se un componente del gruppo arriva velocemente ve alla risoluzione di un problema, mentre tutti gli altri cercano ancora la soluzione, si potrebbe creare una spaccatura. Occorrerebbe che i più veloci frenino un pochino e diano il tempo agli altri di arrivare allo stesso scopo. Magari i più lenti,, da parte loro, possono cercare di accelerare un po’ e non farsi aspettare troppo. In questo gioco potrete imparare a concordare il vostro “tempo” con quello degli altri. Agganciate le braccia del compagno e cercate di alzarvi contemporaneamente. Non poggiate poggiate le mani sul pavimento per alzarvi; provate più volte… Parlate tra voi e cercate di stabilire se, insieme, siete riusciti a cavarvela. Siete riusciti ad alzarvi insieme? Che cosa vi ha aiutato? Cosa è stato difficile? Cercate un nuovo compagno e ripetete ripete il gioco. Come è andata questa volta? C’è stato qualcosa di diverso dalla prima volta? Ora formate gruppetti da tre; sedetevi sul pavimento, poggiate la schiena uno contro l’altro, agganciate le braccia degli altri e cercate di alzarvi tutti insieme senza senza poggiare le mani a terra. Provate più volte… Siete riusciti ad alzarvi in tre? Che cosa c’è stato di diverso dalla altre due volte? Che cosa vi ha aiutato? Che cosa è stato difficile? Scambiatevi le vostre impressioni reciproche. (Ripetere il gioco con gruppi di quattro, cinque, sette, nove, dodici partecipanti). Infine tutti insieme, in cerchio, analizziamo questo gioco. Approfondimento: - Con quanti compagni è stato difficile alzarsi tutti insieme? 40 RESPONSABILITA - Quali procedure ci hanno aiutato ad alzarci tutti insieme? Quali hanno reso le cose più difficili? È stato possibile riuscire anche con un gruppo di dodici? In che misura sono stato capace di “sintonizzarmi” sugli altri? Come abbiamo stabilito il momento di alzarci? Qualcuno ha dato un segnale? Penso che nel gruppo si proceda troppo velocemente o troppo lentamente? Chi ha il mio stesso tempo nel gruppo? 41