Pietro D`Agostino, dicono di lui. In cucina e dintorni

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Pietro D`Agostino, dicono di lui. In cucina e dintorni
Pietro D’Agostino, dicono di lui.
Garbo e misura. E tanto senso del gusto. Mi piace Pietro D’Agostino
perché ha trovato il giusto equilibrio tra la figura di cuoco e quella di ristoratore.
Roberto Bentivegna, Passione Gourmet 2010
Piero ha gli occhi da scugnizzo, è veloce, e soprattutto si diverte come
un matto a cucinare. Questa cosa si vede e si percepisce nei piatti e nella
conversazione.
Luciano Pignataro, Wine Blog 24 aprile 2012
Prendete uno chef giovane, dallo stile culinario inconfondibile, disposto
naturalmente a integrare tradizione con modernismo. Uno un pò cocciuto,
intransigente in quanto a qualità. È Pietro D’Agostino.
Maria Elena Dipace, Mixer giugno 2012
In cucina e dintorni
Quello di Pietro è un modo intelligente di esprimere il sud, prendendo
tutto il meglio dei prodotti isolani e filtrandolo con la sensibilità del grande
interprete. Non è l’unico modo vivaddio, ma è un modo.
Roberto Bentivegna, Passione Gourmet 2010
I piatti sono calibrati con precisione micrometrica, preparati con il gusto
dell’insieme e presentati con l’amore per il colpo d’occhio che restituisce il tutto
con la parte, senza trascurare la contagiosa verità dei profumi dell’isola, dalla
crema di zucca con ricotta e bottarga di spada, ai gamberi avvolti nel lardo, agli
spiedini di pesce con il mais e tre salse diverse. Subito alla mente il
mediterraneo, le tolde delle barchesse incrostate di salsedine, la macchia
spazzata dal vento; il vicino oriente, il sangue della pescheria di Catania, i
profumi gialli del Nord Africa; il bagliore del sole di mezzogiorno, la mollezza dei
crepuscoli sugli scogli. Oh certo, discorrerai anche del punto di cottura dei
mezzi paccheri con crostacei e mollica di pane, o di quel tortino di pistacchi con
la salsa si zafferano. Oppure verserai bei bicchieri da una delle bottiglie della
carta molto siciliana, ma anche il resto, a prezzi nemmen troppo “taorminesi”.
Oppure preferirai alzare il telefono, e fermarti anche la prossima volta.
Stefano Caffari, Dissapore 2010
Lo chef ha la consapevolezza di sa’ fare, di chi ha la padronanza della tecnica e
conoscenza delle materie prime,di chi non ricerca virtuosismi fine a se stessi
ma basa la sua cucina sui sapori primarie sul 100% gusto.
Paolo Mandelli, 2013
Storia de ”La Capinera”
Questa è la storia di una capinera, planata a Taormina in via Nazionale,
dopo essersi levata in volo da qualche polverosa edizione di Verga... «Avevo
visto una povera capinera chiusa in gabbia: era timida, triste, malaticcia; ci
guardava con occhio spaventato; si rifugiava in un angolo della sua gabbia»,
scriveva la penna del grande catanese. Ad aprirle i battenti nel 2003,
dedicandole il suo ristorante, ci ha pensato Pietro D’Agostino, partito anch’egli
lungamente in volo prima di ritrovare il suo nido a Taormina.
Alessandra Meldolesi per Identità Golose
Sul lungomare di Spisone, alle pendici della rupe di Taormina, ruotando
pigramente il timone della vettura ti resta il tempo per gettare un’occhiata a uno
dei panorami più struggenti del mondo, l’Isolabella. Ecco, quella bellezza lì ti
accompagna alla soglia della Capinera – stretta tra la Nazionale e la ferrovia –
e ne rimangono frammenti alle finestre. Di quella bellezza lì dev’essere denso il
cuore di Piero d’Agostino che porta in tavola niente di funambolico e tutto di
giustezza, misura, linearità. A partire dalle linee chiare dell’arredo, dei tovagliati
e delle stoviglie, dell’ampio menù dedicato in gran copia al frutto della pesca.
Con un occhio alla Sicilia su cui cammini, e non potrebbe essere diversamente
solo se ti sfugge un’occhiata fuori della finestra.
Stefano Caffari, Dissapore 2010
Smack smack smack. Che piacere poter prenotare alle 22, quando la
maggioranza dei ristoranti italiani da Roma in su ha già chiuso le cucine
imponendo ai clienti orari conventuali. Smack smack smack. Che bella la storia
di Piero D’Agostino e delle sorelle Cinzia (sommelier) e Giorgia che rilevano
uno stanco locale di mare e lo rivoltano come un calzino. Smack smack smack.
La Sicilia.
Luciano Pignataro, Wine Blog- 24 aprile 2012
La Capinera è un locale che può mettere d’accordo tutti ed è la testimonianza
che si può fare impresa al sud anche proponendo una forma di alta cucina
Roberto Bentivegna, Passione Gourmet 2010
Tre fratelli, grande professionalità e perfetta gestione delle
materie prime. Sono gli ingredienti del successo del ristorante La Capinera di
Taormina
Maria Elena Dipace, Mixer giugno 2012