A scuola cosa si fa? - Associazione Italiana Disturbi Attenzione e

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A scuola cosa si fa? - Associazione Italiana Disturbi Attenzione e
CONVEGNO
A.I.D.A.I
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2011
A scuola
cosa si fa?
Cinzia Scheriani Dirigente scolastico- Trieste
ADHD in età
prescolare
Massimo grado di iperattività
Crisi di rabbia (“tempeste
affettive”)
Ridotta quantità ed intensità del
gioco
Litigiosità, provocatorietà
ADHD in età
scolare
Più frequente la prima diagnosi
Possibile riduzione della
iperattività
Maggiore evidenza di sintomi
cognitivi (disattenzione,
impulsività)
Difficoltà scolastiche
Assenza di paura, tendenza a
incidenti
Evitamento di compiti cognitivi
Comportamenti aggressivi
Comportamento oppositivo-
Disturbo del sonno
prolungati
provocatorio
ADHD in
adolescenza
ADHD in
età adulta
35%: superamento dei sintomi
50%: permanenza della
sindrome, attenuazione della
componente iperattiva; disturbo
attentivo, (difficoltà scolastiche, di
organizzazione della vita quotidiana),
compromissione emotiva (depressivoansiosa) e sociale, instabilità nelle
scelte scolastiche o relazionali,
condotte pericolose.
15%: permanenza della
sindrome, disturbi
comportamentali e di adattamento
sociale.
Il 50% degli adulti con pregresso
ADHD funziona normalmente.
Il restante 50% ha sintomi di
diversa intensità, a carico di
attenzione,
auto-organizzazione,
impulsività, labilità di umore,
adattamento sociale.
Complicanze secondarie
• Difficoltà relazionali
• Difficoltà scolastiche
• Bassa autostima
• Disturbi del comportamento
Eccolo… fra tanti
Ma queste cose le so!
• La scuola però va gestita e non è facile!
• Spesso non mettiamo veramente in atto
processi che in realtà sono previsti da tempo
e che, se applicati, hanno dato risultati
importanti.
• Quali possono essere? Scegliamone alcuni
che sono indispensabili non solo per i
bambini /ragazzi con ADHD.
CONTINUITA’
• NATURA E SIGNIFICATO DELLA
CONTINUITÀ EDUCATIVA:
CONTINUITÀ E DISCONTINUITÀ
DELLO SVILUPPO DELLA
PERSONALITÀ
• LA FORMAZIONE INTEGRALE
DELLA PERSONALITÀ
• Articoli 1 e 2 della legge 148/1990
• C.M. e D.M. 16.11.1992
• Programmi 1979, 1985, 1991: una
continuità definita in modo chiaro.
• Mancata o debole attuazione
• CONTINUITÀ ORIZZONTALE E
VERTICALE:
• LA CONTINUITÀ TRA LA DIVERSE
AGENZIE EDUCATIVE: SCUOLA, FAMIGLIA
ED EXTRASCUOLA (aziende sanitarie,
specialisti, terapeuti)
• LA CONTINUITÀ NELL'AMBITO DEL
SISTEMA SCOLASTICO, IN PARTICOLARE
NELL'AMBITO DELLA SCUOLA
DELL’OBBLIGO.
Continuita’ verticale
• CONTINUITÀ VERTICALE:
• -TRA SUCCESSIVI ORDINI DI
SCUOLA
• -TRA LE CLASSI SUCCESSIVE
DELLA STESSA SCUOLA
TRA SCUOLA
DELL’INFANZIA E
PRIMARIA
• LA REALTA’: GLI ISTITUTI COMPRENSIVI
• UN FILO ROSSO CHE LEGA LA CRESCITA
DEL RAGAZZO E IL SUO APPRENDIMENTO
• L’IDEA PEDAGOGICA
DELL’APPRENDIMENTO
• IL RACCORDO TRA SCUOLE
• LA MANCANZA DI UNA CERTIFICAZIONE
DELLE COMPETENZE MA……
C’e’ chi sperimenta
• Storie di continuità che divengono fatti
acquisiti, confronti tra docenti, itinerari di
conoscenza.
• Schede di “passaggio” in realtà tappe di una
storia scolastica.
• Questa diviene la base per una cocostruzione di itinerari senza brusche
interruzioni
Un esempio…..
• ..\..\pescara\SCHEDA DI
CONTINUITA.doc
La continuità …apprendimento e
crescita
• Le competenze di un bambino alla fine della
scuola dell’infanzia sono solo in piccola
parte acquisite.
• Un bambino con ADHD a volte maschera
con il comportamento dirompente le sue
competenze, a volte la nostra osservazione
non è sufficientemente accurata.
Autonomia e curricolo: una
storia, nuove idee
• La costruzione di curricoli verticali
permette la continuità e nel contempo la
riflessione sull’apprendimento di ciascun
alunno.
• Dalla prima accoglienza la riflessione sulle
competenze in progress per ogni bambino.
Ancora esempi e spunti
• Una rete di scuole che ha lavorato su queste
tematiche www.autonomiacurricolo.org
• Confronti fra docenti in gruppi misti con la
rappresentanza di tutti i gradi scolari,
discussioni sulle criticità
• Costruzione delle certificazioni delle
competenze.
E il nostro ADHD?
• Da questi percorsi nasce l’idea della “cura”
al bambino
• Dall’osservazione mirata alla costruzione di
un “Diario sociale” che preveda
documentazioni adeguate.
• Per ciascuno un P.E.P che fissi le tappe
dello sviluppo del soggetto,
l’apprendimento e le sue difficoltà.
DIARIO SOCIALE
• A volte arrivano bambini e ragazzi “senza una una
storia”
• I docenti in ogni modo devono ricostruirla
• A volte le famiglie hanno paura, ma la paura
diviene contagiosa
• I bambini non devono essere temuti ma accolti,
osservati, guidati.
• La scuola è una comunità in cui nessuno può
rimanere solo.
E poi si cresce…..
• I bambini ADHD diventano grandi,
l’inserimento nella scuola secondaria riveste
un’ulteriore criticità.
• Spetta a chi li accoglie il compito di
informarsi, conoscere e preparare “un luogo
adatto” e un clima adeguato per continuare
un percorso di vita
Si apre la porta di un’altra scuola,
di una nuova fase di vita……
Grazie per l’attenzione