Pisa nera

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Pisa nera
Revisione 1.1, febbraio 2009
Pagina 2 – Pisa Nera – Indice generale
1. Introduzione......................................................................................................................................3
1.1 Alcune note sulla pubblicazione..........................................................................................3
2. Un breve quadro nazionale...............................................................................................................5
2.1 Casapound............................................................................................................................5
2.2 Blocco Studentesco..............................................................................................................7
2.3 Forza Nuova.......................................................................................................................11
2.4 La Destra............................................................................................................................14
3. Neofascismo a Pisa dagli anni '80 al 2007......................................................................................15
4. L'attuale galassia dell'estrema destra pisana...................................................................................17
4.1 Casapound..........................................................................................................................17
4.2 Blocco Studentesco............................................................................................................19
4.3 Laboratorio99 e la sede di via Lalli...................................................................................19
4.4 La “Palestra Popolare Primo Carnera”..............................................................................20
4.5 Azione Giovani..................................................................................................................20
4.6 Il “Comitato Piagge e dintorni”.........................................................................................21
4.7 La Destra – Gioventù Italiana ...........................................................................................22
4.7.1Fronte della Nova Gioventù............................................................................................24
4.8 Forza Nuova – Lotta Studentesca ......................................................................................24
4.9 Fiamme Nere......................................................................................................................26
4.10 La Rete Nera – I siti di destra...........................................................................................26
5. Cronologia......................................................................................................................................29
6. Contributi........................................................................................................................................33
6.1 Partito della Rifondazione Comunista – Pisa.....................................................................33
6.2 Coordinamento dei Collettivi.............................................................................................34
6.3 Circolo Agorà.....................................................................................................................36
6.4 Alcuni antifascisti della Valdera........................................................................................37
6.5 Assemblea Spazi Autogestiti – Lucca................................................................................39
7. Rassegna Stampa............................................................................................................................42
Pagina 3 – Pisa Nera – 1. Introduzione
1. Introduzione
Gli ultimi mesi sono stati teatro a Pisa, così come in passato in altre parti d'Italia1, di una escalation di violenza, atti di teppismo e attentati da parte di gruppi di matrice neofascista.
Tutto questo nella totale noncuranza delle istituzioni, che hanno rifiutato di prendere sul serio il problema e non hanno saputo dare altra risposta che cercare di ricondurre il tutto al logoro teorema degli “opposti estremismi”.
Per questo abbiamo deciso di fare un'inchiesta che ricostruisce la mappa della destra pisana, i gruppi che ne fanno parte, le relazioni, i contenuti propagandati e le azioni intraprese. Questo lavoro di ricerca è basato su documenti ufficiali, riporta dichiarazioni di personaggi pubblici comparse sui giornali e iniziative che questi gruppi hanno rivendicato. E' necessario fare delle valutazioni politiche sulla reale pericolosità di questi individui, alcuni dei quali peraltro rivestono cariche istituzionali di primo piano nella scena politica locale e che devono assumersi la responsabilità della militanza o quantomeno dei rapporti che stringono con associazioni al margine della costituzionalità. Mettiamo questo lavoro anche al servizio delle istituzioni, perché si apra una seria fase di riflessione politica, partendo dal presupposto imprescindibile del rispetto dei valori costituzionali e del loro essenziale fondamento nell'antifascismo. Leggerete infatti in queste pagine informazioni essenziali per comprendere le radici profonde della politica e della cultura di movimenti che, dietro la facciata di iniziative su temi sociali come la casa, l'acqua, il caro­vita, la liberazione dei popoli oppressi, nascondono l'omofobia, il razzismo, la violenza e il più becero nazionalismo. Inoltre è essenziale superare la superficie patinata di presentabilità di facciata per scavare nel magma delle pratiche reali, nella lettura dei loro forum, nella cultura propagata dai loro video, dai loro concerti. Nonostante l'abilità dei dirigenti e dei personaggi politici più esposti di dissociarsi, la realtà dei fatti li vede pienamente solidali con un contesto di violenza, fisica e verbale, che non si risparmia mai slogan apologetici nei confronti del passato regime fascista.
Il nostro obiettivo non è schedare le persone né vendicarsi degli attentati, bensì mettere in guardia la società civile e le istituzioni sul problema concreto che queste persone rappresentano. Il nostro obiettivo è impedire che a Pisa si generi una situazione simile a quella di Lucca, dove la sottovalutazione del problema ha provocato, negli ultimi anni, fatti estremamente gravi che hanno messo a seria prova la convivenza civile della città. Tra questi citiamo i più odiosi come lo stupro di una attivista lesbica e diversi episodi di aggressione ad alcuni militanti di sinistra che, in un caso, hanno sfiorato l'omicidio.
Gennaio 2009, Laboratorio delle disobbedienze Rebeldía – Pisa
1.1 Alcune note sulla pubblicazione
Questa è la versione 1.1 del Dossier “Pisa Nera”, pubblicata nel febbraio 2009. Rispetto alla prima, sono stati corretti alcuni refusi, grazie anche alla collaborazione di chi ci ha segnalato gli errori, che ringraziamo. Probabilmente seguiranno versioni aggiornate, espanse e corrette. Sul sito di Rebeldia 2 è sempre possibile scaricare l'ultima versione aggiornata. Vorremmo che questo documento di 1 Un sito su cui trovare notizie aggiornate sulle aggressioni dei gruppi di destra in Italia è www.ecn.org/antifa
2 www.rebeldia.net
Pagina 4 – Pisa Nera – 1. Introduzione
denuncia divenisse uno strumento frutto della collaborazione collettiva, per questo invitiamo tutti i lettori a inviare segnalazioni, aggiunte o correzioni all'indirizzo [email protected].
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2. Un breve quadro nazionale
Apriamo il dossier con una carrellata sulla storia recente dei gruppi e dei partiti di estrema destra in Italia, con una visione non legata agli eventi nelle singole città. Crediamo che avere uno sguardo d'insieme sia fondamentale per capire avvenimenti e dinamiche sui particolari territori, i quali talvolta sono espressione più di equilibri e decisioni nazionali che locali.
2.1 Casapound
Se già l'esplicito riferimento al Ventennio sarebbe sufficiente a invocare il reato di apologia di fascismo, e a chiedere quindi l'immediata messa fuori legge di tale associazione, la storia di questo movimento ne rivela in maniera ancora più chiara la matrice violenta e la pericolosità sociale. Casapound è il nome di un edificio occupato il 27 dicembre 2003, nel quartiere Esquilino a Roma, da un gruppo di giovani che fa riferimento all'area ONC (Occupazioni non Conformi3) e OSA (Occupazioni Scopo Abitativo) e che provengono dall'esperienza di Casa Montag, un'occupazione alle porte di Roma che fece da prova tecnica prima dello sbarco in centro. La “non­conformità” del movimento consiste nell'unire la politica delle occupazioni a dei riferimenti ideologici di matrice fascista con un riferimento privilegiato alla “Carta del Lavoro”4 elaborata dal regime. L'occupazione prende il nome dal poeta filofascista americano Ezra Pound e ne sposa le teorie economiche5 producendo un progetto di legge denominato Mutuo Sociale. Diverse le attività tenutesi a Casapound negli anni: decine di presentazioni di libri, conferenze su temi quali l'Iran, la tragedia di Ustica, l'11 settembre, azioni umanitarie come la raccolta giocattoli per i bambini sopravvissuti alla tragedia di Beslan6. Gli aspetti culturali e l'impegno sociale rendono estremamente complesso il fenomeno di questa destra sociale militante ed impegnata. La loro capacità di costruirsi una facciata accattivante si scontra però con le numerose contraddizioni interne della loro pratica e della loro teoria. Un esempio clamoroso: le loro posizioni riguardo al razzismo. In un loro comunicato ufficiale 7, rinnegano completamente di incitare all'odio razziale: “Casapound Italia è contro l'immigrazione perché la ritiene dannosa a livello economico­sociale e distruttiva a livello identitario [...] solidarizza con i popoli che lottano per la libertà e per la salvaguardia della propria identità. Una corretta informazione avrebbe rilevato come Casapound Italia, negli ultimi mesi ha promosso in 3 La sigla ONC è un chiaro riferimento all'Opera Nazionale Combattenti, ente nato dopo la prima guerra mondiale che, una volta fascistizzato sotto il regime, divenne di grande importanza e fu il maggior realizzatore delle opere di bonifica in Italia, in particolare nell'Agro Pontino. 4 Manifesto programmatico emesso dal Gran Consiglio del Fascismo nel 1927, che portava a compimento i principi del corporativisimo, dopo l'approvazione nell'anno precedente della legge concepita dal giurista di matrice nazionalista Alfredo Rocco, la quale stabiliva che le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori dovessero far capo a organismi statali superiori, le corporazioni, che avrebbero dovuto coordinare i vari aspetti della produzione e disciplinare, in uno spirito di superiore interesse nazionale, i rapporti delle diverse gerarchie dei produttori, vietando lo sciopero e la serrata. 5 Scritti di Pound sull'economia: “L'ABC dell'Economia” (1933); "L'impatto del Credito sociale" (1935) e "A che serve il denaro?" (1939), oltre ad alcuni frammenti, tutti editi in un volume della Bollati Boringhieri. Gli anni e gli argomenti ci riportano alla ricca fioritura di scritti di eretici e riformatori monetari degli anni venti­trenta, spesso sprovvisti di adeguato bagaglio analitico e di capacità persuasiva e però di solido intuito e vigorosa tensione etica. 6 Il 1° settembre 2004 la Scuola Numero Uno (SNO) della città nord­osseta di Beslan fu occupata da terroristi ceceni. L'occupazione finì il 3 settembre con una strage di civili.
7 Datato 24 ottobre 2008 e relativo ad un processo intentato contro di loro a Teramo.
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tutta la Nazione la causa del popolo tibetano, del popolo Karen8 oltre ad esprimere fattiva solidarietà alla popolazione Osseta aggredita dall'esercito georgiano”. Queste posizioni sono sostenute anche nel Programma di Casapound nazionale, che incita alla cooperazione internazionale per evitare alla radice, contro la dittatura delle multinazionali, il problema dell'immigrazione dai paesi del terzo mondo in Europa e in Italia. Ma, nel paragrafo 17 dello stesso programma (“Assicuriamo i mezzi di difesa alla nostra sovranità nazionale”), queste opzioni di sostegno trovano il loro contrappeso in altre, inquietanti richieste. L'opposizione all'onnipotenza americana si concretizza in un appello alla costruzione di un'alternativa europea (ma di chiara matrice militarista e aggressiva9) a cui si affiancano, al contempo, una serie di proposte ispirate alla rinascita di una volontà di potenza tutta italiana: “potenziamento del nucleo di difesa nazionale [...] ripristino della leva obbligatoria per tutti, uomini e donne, al compimento del 18° anno di età10 [...] Non devono essere previsti rinvii scolastici oltre il diploma. Il servizio militare deve essere un servizio operativo armato sul modello svizzero con richiami quinquennali di addestramento fino al compimento del 45° anno di età”; infine “l’Italia non deve avere limitazioni su nessun sistema d’arma: dalle portaerei alle armi nucleari”. Il tutto corredato da un piccolo accenno, che quasi sparisce tra gli altri, al ripristino della geopolitica degli «anni Trenta» verso il Mediterraneo e l’Oceano Indiano. Ossia, un richiamo celebrativo ai fasti del colonialismo fascista, il terreno in cui il regime sperimentò a pieno la propria ideologia razzista. Fu infatti nelle colonie dell'Africa orientale che venne varata una prima legislazione razziale discriminatoria e segregazionista11. Quanto alla libertà di autodeterminazione dei popoli, quasi mezzo milione di uomini e mezzi militari moderni vennero lanciati dall'Eritrea e dalla Somalia alla conquista dell'Etiopia. L'Italia di Mussolini adoperò anche i gas, terrorizzando la popolazione locale, senza per questo riuscire né ad abbreviare la guerra né ad imporre, dopo la conquista, il controllo sul territorio. L'Etiopia non venne mai interamente pacificata e la resistenza costrinse gli occupanti a mantenere ingenti forze militari impegnate per la repressione, condotta con sanguinose campagne di grande «polizia coloniale» 12.
Ma l'ambiguità, e questo è il suo pericolo, è nel codice genetico di Casapound. All'interno dello stabile di via Napoleone III è stata allestita una sala prove intitolata a Massimo Morsello, cantautore e voce della destra sociale italiana la cui biografia ha molto da dire sulle radici del movimento. Nato in una famiglia della borghesia di Roma, membro dell'associazione politica giovanile Fronte della Gioventù e successivamente del FUAN, un'organizzazione di destra di studenti universitari meno dipendente, rispetto al FdG, dal partito politico di riferimento. Era una sorta di laboratorio politico dell'estrema destra italiana sul finire degli anni '70.
Durante gli anni '70 Morsello viene incriminato e condannato per varie ragioni, tra cui spicca la sua appartenenza al gruppo terrorista neofascista dei Nuclei Armati Rivoluzionari, a 9 anni e 11 mesi, che non sconterà, rendendosi latitante.
8 Lo Stato Karen è una divisione amministrativa della Birmania. La città capitale è Pa­An. Il controllo della zona è oggetto di disputa fra l'esercito separatista Karen e il governo birmano.
9 “Creazione di un comando strategico europeo per lo sviluppo di una difesa militare autonoma dell’Europa in sostituzione della N.A.T.O [...] sviluppo e potenziamento dell’aerospaziale italiano ed europeo”.
10 “Il servizio può essere svolto nelle forze armate o nella protezione civile. Per il servizio nelle forze armate, deve essere creato un settore femminile senza limitazioni d’impiego operativo, ma gestito esclusivamente da donne.”
11 “Al di là del razzismo implicito in ogni colonialismo, il regime fascista – prima ancora di emanare in patria le più note disposizioni razziali antisemite – tentò di ristrutturare l'intera vita coloniale sulla base del principio della discriminazione della popolazione autoctona da quella italiana.” (v. nota successiva).
12 De Grazia V., Ruzzato S. (a cura di), Dizionario del Fascismo, Torino, 2002­2003 (voce: Colonialismo).
Pagina 7 – Pisa Nera – 2. Un breve quadro nazionale
Dopo la strage della stazione di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980, Massimo Morsello, Roberto Fiore (leader di Terza Posizione) ed altre sette persone sono condannate per associazione sovversiva. Fuggono dapprima in Germania, poi in Libano, ed in seguito si trasferiscono a Londra. La magistratura italiana richiede immediatamente l'estradizione dei due, rifiutata dalle autorità britanniche, poiché i crimini di cui erano accusati rispondevano, secondo l'opinione del governo presieduto da Margaret Thatcher, ad una natura politica.
All'inizio del loro esilio, Morsello e Fiore sbarcano il lunario con lavori precari in ristoranti. Nel 1986 inizia una controversa attività imprenditoriale che in breve tempo frutterà loro ingenti guadagni ed un piccolo impero finanziario.
Grazie all'amicizia ed al supporto di vari esponenti dell'estrema destra inglese, fondano la "Meeting Point", ribattezzata successivamente “Easy London”. Easy London è una società che fornisce impiego e alloggio a giovani studenti e lavoratori intenzionati a vivere e lavorare a Londra per periodi più o meno lunghi di tempo. I profitti della società arrivano ai 15 milioni di euro e sono in parte utilizzati per il finanziamento di Forza Nuova e di gruppi ultrà violenti legati all'estrema destra. Easy London è ancora attiva.
Casapound ha di recente lanciato un appello a tutti i movimenti che sono sorti in Italia ispirandosi all'esperienza romana: “Da diverso tempo ormai, Casapound ha valicato i confini del territorio romano in cui ha visto la luce. Oggi, di fronte alla maturità di una comunità militante italiana sempre più preparata e attiva, abbandona in maniera ufficiale la sua dimensione territoriale per assumere un carattere e una struttura nazionale.” Non si tratterà di un partito ma di un'associazione che – citazione testuale – “si propone di sviluppare in maniera organica un progetto ed una struttura politica nuova, che proietti nel futuro il patrimonio ideale e umane che il fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio”. Che il caso pisano voglia essere un tassello in questo percorso di costruzione sembra trovare un'assonanza inquietante nella successiva dichiarazione di intenti della nascente organizzazione, che non disdegna, anzi, promuove, un rapporto organico con la politica istituzionale (“Progetto e struttura che vogliamo impegnati all'interno dei partiti politici di riferimento, nell'incessante attività di renderli snelli, agili e puliti e non “al passo coi tempi”, ma in vantaggio netto di quattro o cinque anni rispetto ad essi”). L'intrecciarsi di relazioni portato avanti dentro il “Laboratorio99” (vedi p. 19) nella nostra città sembra fornire il terreno di coltura ideale per la concretizzazione di questo progetto.
Dunque, gli avvenimenti pisani degli ultimi mesi non sono casuali. E' pericoloso cadere nella retorica degli opposti estremismi soprattutto perché si rischia di semplificare una realtà complessa e preoccupante. Non siamo davanti ad azioni spontaneistiche di un gruppo di giovanissimi scalmanati. Che gli autori materiali dei gesti siano o meno pienamente consapevoli, esiste una volontà precisa da parte di un'area politica tutt'altro che ingenua di sfruttare un momento di crisi sociale durissima per incanalare il disagio a suo favore. Anche coloro che a Pisa si presentano democraticamente alle elezioni come rappresentanti degli studenti nei nostri licei dichiarando la loro appartenenza a Blocco Studentesco devono fare i conti con questa storia, dal momento che i legami tra Casapound e il Blocco, sia nella sua sezione universitaria che in quella delle scuole superiori, sono organici, dichiarati ed espliciti.
2.2 Blocco Studentesco
Blocco Studentesco è stato il movimento degli studenti delle scuole superiori della Fiamma Tricolore, dalla quale è uscito nel 2008 con l'espulsione dal partito di Gianluca Iannone. La Pagina 8 – Pisa Nera – 2. Un breve quadro nazionale
affiliazione del BS al gruppo neofascista romano è sufficiente a caricarlo dello stesso fardello di accuse, ma alcune aggiunte sembrano di rigore. Davanti infatti ad una tendenza a mantenere un facciata istituzionale proponibile (tutt'al più ingenuamente ideologica, come nel programma relativo alle scuole superiori), sono i molti rimandi ad altre realtà associative e la lettura delle comunicazioni interne, dei forum di discussione presenti nei siti di entrambe le associazioni, a rivelarne lo spirito. Uno spirito da cui sono sempre pronte a dissociarsi, attribuendo le derive peggiori a pochi facinorosi13, ma che dimostrano di voler sostenere in un doppio gioco costante che nasconde i peggiori appelli alla violenza. Gli episodi del 29 ottobre in piazza Navona ne sono una testimonianza. Un camioncino carico di un arsenale di spranghe viene fatto infiltrare dentro la manifestazione di piazza degli studenti che protestavano contro i tagli del governo alla scuola e all'università. Le aggressioni fasciste ai danni di alcuni studenti sono sfociate in una inevitabile rissa, che la polizia non ha fatto niente per evitare. Questa connivenza delle istituzioni rende la vicenda ancora più preoccupante. Si avvicinano tempi di crisi e il rischio di un'esplosione sociale è preventivamente scongiurato dal governo fomentando tensioni che possano consentirgli di far scadere tutto nella dinamica degli opposti estremismi.
Foto 1: Un momento dell'aggressione di Blocco Studentesco a Piazza Navona, il 29 ottobre 2008
13 Sul “caso” dell'incursione notturna nella sede della RAI seguita agli scontri di Piazza Navona del 29 ottobre, Iannone, ora in veste di portavoce di Casapound, mantiene questa duplice faccia: “Nessuna scusa per la 'passeggiata futurista' in Rai, che è stato un gesto forse impulsivo, ma assolutamente pacifico e privo di qualsiasi portata intimidatoria. Un gesto, tengo a sottolineare, che Casapound rivendica senza rimpianti. Il mio chiedere venia era relativo non a un atto compiuto ma all'imbarazzo per l'avere con la nostra azione forse ingenerato dei timori, che sono e restano del tutto immotivati e forse frutto di un pregiudizio ideologico. E, ancora di più, a rimarcare le distanze da altri gesti, quelli sì stupidamente intimidatori, come le telefonate arrivate alla redazione di 'Chi l'ha visto?', che non appartengono allo stile del nostro movimento [...]”
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Foto 2: Militanti del BS durante gli scontri di Piazza Navona.
Che non si tratti di ansie da complotto lo confermano le tremende dichiarazioni dell'ex­Presidente Cossiga, che ha rivelato col candore di chi è convinto della propria impunità quale siano state in situazioni analoghe le soluzioni scelte dalla politica:
Cossiga, pensa che minacciando l'uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato? «Dipende, se ritiene d'essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c'è il granitico Pci ma l'evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».
Quali fatti dovrebbero seguire? «Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno».
Ossia? «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece? «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che? «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che... «Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
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Anche i docenti? «Soprattutto i docenti».
Presidente, il suo è un paradosso, no? «Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero. «Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio14».
Come se non bastasse, all'azione di Piazza Navona è seguita una marcia notturna dentro le sedi della Rai, in segno di protesta nei confronti della redazione di Chi l'ha visto?, reo di aver mandato in onda dei filmati sugli scontri. All'episodio si sono poi aggiunte delle telefonate minatorie in cui membri della stessa redazione hanno ricevuto minacce rivolte contro le loro persone e contro i loro affetti familiari. A queste evidenze, si aggiunge il magma sommerso delle relazioni intrecciate da queste realtà con il pulviscolo della destra più violenta. Tra i rimandi dei loro siti, una libreria on­line, “Testa di Ferro”, e le sue proposte: Pound, analisi non banali della situazione economica e finanziaria attuale, esoterismo (testi delle Edizioni Mediterranee), varie storie dell'Impero romano. Certo, chiunque sia un minimo scafato coglie il programma culturale che sta dietro, ma niente è nell'ambito dell'illegalità. Solo quando si va a vedere i gadget in vendita tutto diventa molto più esplicito: abbiamo la felpa “Eja” e “Dux­Fascio”, toppe “fascio” e “RSI”, il calendario “un fascio di mesi”, le cartoline “nel dubbio mena”, “saluti romani”, “rupe tarpea”. Ma ancora, a testimoniare non un progetto politico ma l'aria che respirano, tra i “laboratori d'azione” indicati nel sito di Casapound c'è il riferimento alla Federazione nazionale Cinghiamattanza. Cinghiamattanza è un “gioco” praticato dai giovani neofascisti che consiste nel colpirsi a vicenda a colpi di cinghia senza un motivo particolare, cercando di fare più male possibile all'avversario. Di questa pratica riportiamo una descrizione proveniente dal sito della federazione, che ne comprende il regolamento:
cosa non è cinghia mattanza
cinghiamattanza non è frustrazione, non è sfogo insensato, non è voglia di fare del male in maniera gratuita. Cinghiamattanza non è odio cieco, eccesso sadico, escamotage per scatenare masochismo represso. Cinghiamattanza non è una valvola di sfogo per la tua debolezza...
cosa è cinghiamattanza
Cinghiamattanza è una danza macabra che si fa tra camerati. E' espressione plastica di stile, forza e portamento. Cinghiamattanza è onore, è lotta di strada ma sottesa da un'etica, caciara costruttiva, sudore e volontà. Cinghiamattanza in ultima istanza (aguzza la vista) è un atto d'amore...
regolamento
1) evitare scenari di gioco di ampiezza eccessiva, troppa dispersione = poche cintate; prediligere ambienti ristretti dove pijàsse a cinghiate con stile e eleganza d'altri tempi
2) la cinta va usata senza fibbia: questa danza macabra si fa 14 Da "GIORNO/RESTO/NAZIONE" di giovedì 23 ottobre 2008
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tra camerati, e con la diligenza del buon padre di famiglia
3) niente oggetti contundenti al di fuori della cinta, contatto fisico diretto ridotto al minimo necessario
4) si può cintare dalla testa in giù. faccia e collo compresi...
5) la danza va eseguita preferibilmente a dorso nudo, ma non è strettamente necessario
6) codice cavalleresco vuole che il duello sia preceduto da regolare provocazione/sfida: è caldeggiato il ricorso alla vecchia cara logica dei "compari", ma è vietato imbottire col ferro il guanto (siate corretti perdio...)
7) pur apprezzando la logica del duello, la direzione preferisce tuttavia scontri epici (scontri tra gruppi di persone: in tal caso la dichiarazione di guerra va presentata da uno o più delegati di una squadra al rappresentante dell'altra; all'ambasciatore va riconosciuto un salvacondotto per tornare sano e salvo a casa, vale a dire: niente cintate preventive al delegato nella logica del "portarsi avanti col lavoro"...)
8) i filmati dovrebbero riportare la data o quantomeno la città di provenienza. esempio pratico "for dummies": "cinghiamattanza­
COMO 07"
9) il duello segue le regole dell'onore, del coraggio e del rispetto
10) ultimo ma non per importanza, goliardia a manetta: se nun fa male nun fa ride, quindi non è cinghiamattanza...
2.3 Forza Nuova15
Forza Nuova si è formata inizialmente come un movimento di base all'interno della Fiamma Tricolore, per poi diventare partito. La scissione dalla Fiamma avvenne quando Pino Rauti iniziò a osteggiare la distribuzione fra i suoi iscritti del bollettino Foglio di Lotta di Fiore e Morsello.
Forza Nuova viene fondata il giorno 29 settembre 1997 – scelto perché San Michele Arcangelo, patrono della Guardia di ferro, il movimento nazionalista e antisemita rumeno di Codreanu a cui FN si ispira esplicitamente – con un meeting a Cave (RM) organizzato da Francesco Pallottino, ex skinhead e leader della band Intolleranza. Si caratterizza da subito per il forte richiamo al fascismo storico e al cattolicesimo integralista, aggregando il dissenso giovanile della Fiamma Tricolore, frange di skinhead e nuclei autonomi.
15 Parte di questo paragrafo è tratto da: Forza Nuova. (28 gennaio 2009). Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 31 gennaio 2009, 11:12 da http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Forza_Nuova&oldid=21672904. Pagina 12 – Pisa Nera – 2. Un breve quadro nazionale
Foto 3: Una manifestazione di Forza Nuova
Forza Nuova si colloca da subito a destra del Polo delle Libertà con l'obiettivo, a livello locale, di allargare i propri contatti su campagne concrete contro l’immigrazione, l’aborto, la criminalità, e di tenere insieme l'ala della destra conservatrice­tradizionalista con quella sociale­antagonista.
Obiettivi programmatici dichiarati
Il movimento politico dichiara di puntare alla "ricostruzione nazionale" mediante il raggiungimento di otto obiettivi16:
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l'abrogazione della legge sull'aborto
una politica sociale che favorisca la crescita demografica e la famiglia tradizionale
il contrasto dell'immigrazione ed il rimpatrio degli immigrati giunti da poco tempo in Italia la messa al bando della massoneria e di tutte le sette segrete, unitamente alla fuoriuscita dalla Nato ed allo sganciamento dall'orbita statunitense
la lotta contro l'usura e l'azzeramento del debito pubblico
il ripristino del concordato tra Stato e Chiesa del 1929 e la difesa dell'identità nazionale
l'abrogazione delle leggi Mancino e Scelba17, che da Forza Nuova vengono considerate liberticide
la formazione di corporazioni per la difesa dei lavoratori.
Il movimento di Roberto Fiore si contraddistingue anche per il dichiarato antieuropeismo. Secondo Fiore, infatti, con il Trattato di Lisbona, la sovranità nazionale sull'imposizione fiscale sarebbe minacciata, i salari dei lavoratori diminuirebbero, verrebbe meno l'indipendenza militare del Paese e aumenterebbe l'immigrazione; le legislazioni più favorevoli all'aborto, all'eutanasia, alle coppie di omosessuali, alla ricerca scientifica (come ad esempio sulla clonazione umana), militare e medica, dovrebbero essere accettate da ogni Stato e ciò sarebbe pertanto incompatibile con l'ideologia nazionalista che ispira il movimento.
16 Punti Fermi ­ 8 Punti per la Ricostruzione Nazionale. Forza Nuova. 17 Legge 20 giugno 1952, n. 645, che istituisce il reato di apologia del fascismo.
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Foto 4: Una manifestazione di Forza Nuova
L'esordio alle elezioni politiche
All'inizio del 2001 il movimento può contare su appena 2500 iscritti e quaranta sezioni sparse in tutta Italia. Alle elezioni politiche del 2001 Forza Nuova si presenta nella quota proporzionale della Camera nelle circoscrizioni Veneto 1 e Campania 1, e in un certo numero di collegi uninominali del Senato di Lombardia, Lazio e Campania, con risultati quasi ovunque inferiori all'1% dei voti.
Le azioni concrete
Il 1° aprile 2000 circa 200 persone partecipano al presidio indetto dai sindacati confederali a Gallarate per denunciare il tentato (all'epoca) omicidio di Ion Cazacu, l'edile rumeno bruciato dal suo datore di lavoro. Una decina di naziskin di Forza Nuova cerca lo scontro ma sono costretti a ritirarsi.
Episodi di violenza come questi saranno sempre più frequenti dal 2000 e vedranno spesso coinvolti singoli o piccoli gruppi di aderenti a FN. Tali episodi finiranno per mettere in cattiva luce il partito di Forza Nuova, tanto da sollecitare da più parti il governo a provvedere per sciogliere il movimento, richiesta tuttavia rifiutata.
A favorire la grande visibilità del giovane movimento contribuisce il Gay Pride che si tiene a Roma il 1° luglio 2000, anno del Giubileo. Per FN è l'occasione per poter manifestare le proprie posizioni contro l'omosessualità con un corteo parallelo, che sfoggia lo striscione “Gay al Colosseo? Sì... ma coi leoni dentro!”.
Il 23 agosto fa scalpore l'invito rivolto a Fiore di partecipare a un dibattito sull'aborto all'interno del tradizionale meeting di Comunione e Liberazione.
Il 22 dicembre Andrea Insabato, ex militante dei NAR, fa scoppiare una bomba nella sede de Il Manifesto. FN smentisce legami con l'attentatore, ma per la prima volta il movimento conquista le prime pagine di tutti i giornali. Il 30 settembre 2006 Insabato salirà sul palco del “Campo d'Azione” di FN e terrà un appassionato e delirante discorso.
La stagione di Alternativa Sociale (2003­2006)
Dal 2003 al 2006 FN stringe una collaborazione elettorale con altri due movimenti di destra radicale. Sotto la leadership di Alessandra Mussolini viene creato il cartello di Alternativa Sociale, al quale aderiscono, oltre Forza Nuova, il Fronte Nazionale di Tilgher ed Azione Sociale della stessa Mussolini. Col simbolo di AS partecipa alle elezioni europee del 2004, alle regionali del 2005 e alle politiche del 2006. In quest'ultimo caso, AS raggiunge un accordo con la coalizione del centrodestra Pagina 14 – Pisa Nera – 2. Un breve quadro nazionale
italiano, la Casa delle Libertà, che pone però il veto alla candidatura dello stesso Roberto Fiore, considerato come personalità "impresentabile".
L'esperienza elettorale, tuttavia, è deludente. Alternativa Sociale deve fronteggiare un risultato del tutto scoraggiante, che non gli garantisce l'attribuzione di alcun seggio in Parlamento.
In occasione delle elezioni politiche 2008 Forza Nuova ha presentato liste appoggiate dal Movimento Idea Sociale di Pino Rauti, mentre Azione Sociale ha aderito al Popolo della Libertà. Il MIS si è fatto portavoce di alcune istanze che sono state inserite nel programma di Forza Nuova. I punti cardine di questa campagna elettorale sono stati: lotta alla mafia (proposta del commissariamento delle regioni Sicilia, Campania e Calabria), blocco dell'immigrazione, nazionalizzazione di Alitalia e delle autostrade, l'abolizione dei privilegi della classe politica e una politica demografica con aiuti alle famiglie e la revisione totale della legge 194 sull'aborto.
Il partito ha ottenuto lo 0,30% alla Camera e lo 0,26% al Senato. Non è stato eletto alcun parlamentare. Roberto Fiore è diventato deputato al Parlamento europeo in seguito alle dimissioni obbligatorie di Alessandra Mussolini, eletta alla Camera.
2.4 La Destra
La Destra nasce nel novembre 2007 da una scissione della corrente di Alleanza Nazionale guidata da Francesco Storace. La rottura avviene principalmente per la scelta annunciata da Fini di sciogliere il partito dentro il nascente Popolo delle Libertà. La corrente di Storace fa parte della destra del partito, e la fusione con Forza Italia viene visto come un pericolo per i valori e le posizioni della destra sociale. I principi ispiratori del partito sono fondamentalmente tradizionalisti e nazionalisti: «destra identitaria, sociale, popolare, nazionale». Non disdegna espliciti riferimenti al fascismo e ne rivaluta molti aspetti, si pone molto più in continuità con l'esperienza del fascismo regime "di stato" rispetto agli altri gruppi dell'area, che guardano più ad un fascismo "rivoluzionario". Alle elezioni politiche del 2008 La Destra si presenta in coalizione con Fiamma Tricolore e il Fronte Sociale Nazionale di Tilgher (il quale nel dicembre 2008 entra a far parte dell'Ufficio politico e dell'Esecutivo politico de La Destra, portandosi dietro tutto il Fronte), prendendo il 2,43% alla camera e il 2,09% al senato. Candidata premier e punta di diamante della campagna elettorale è Daniela Santanchè, la quale ha recentemente abbandonato la formazione a favore del PDL, in polemica con la posizione del partito di non­alleanza col centro­destra. La struttura giovanile de La Destra si chiama Gioventù Italiana. Il nome è un riferimento alla Gioventù Italiana del Littorio: «La Gioventù Italiana del Littorio (GIL) fu un'organizzazione giovanile fascista, fondata nel 1937, con lo scopo di accrescere la preparazione spirituale, sportiva e militare dei ragazzi italiani fondata sui principi dell'ideologia del regime», come si legge sul sito di Gioventù Italiana Pisa18.
18 http://gioventuitalianapisa.blogspot.com
Pagina 15 – Pisa Nera – 3. Neofascismo a Pisa dagli anni '80 al 2007
3. Neofascismo a Pisa dagli anni '80 al 2007
Una trattazione del neofascismo a Pisa dalla Liberazione a oggi non solo non sarebbe alla nostra portata, ma esulerebbe dagli scopi di questo dossier. A Pisa dal 1946 è presente il MSI, come in tutte le città d'Italia, che rimane in sordina vedendosi pressoché ogni comizio contestato, come in tutte le città della Toscana; sono di passaggio in città vari personaggi dell'eversione nera; è per impedire il comizio del fascista Niccolai che Franco Serantini scende in piazza il 7 maggio 1972 e viene catturato e assassinato dalla polizia.
Limitandosi all'ultimo trentennio, la tradizione antifascista della città fa sì che non ci siano molti avvenimenti da annotare. Ci limitiamo ad alcuni flash sparsi.
Nel 1982 i fascisti si ammazzano fra di loro: in via di Gello viene ucciso il “camerata traditore” Mauro Mennucci, reo di aver fatto scoprire il rifugio di Mario Tuti in Costa Azzurra. A sparare è Pasquale Belsito, militante di spicco e ultimo latitante dei Nar: verrà arrestato a Madrid nel 2001.
Finché esisterà il MSI esisteranno le sue organizzazioni giovanili, non tanto a livello universitario quanto a livello delle scuole superiori. In Fare Fronte militano tanti figli della buona borghesia pisana, che oggi ritroviamo ai vertici del Pdl o in affermati studi di professionista.
Negli anni Novanta nella curva dell'Arena Garibaldi campeggia lo striscione “Skinheads”. Niente croci celtiche o saluti romani: il tifo pisano non tollererebbe questo tipo di manifestazione. A un derby viene rammentato dai “cugini” livornesi, che rivolgono ai pisani lo striscione “dal Macchia Nera in città alla nera macchia in curva”: touché. Le teste rasate bazzicano il negozio Poison e il pub Happy Drinker; verso il 2000 il gruppo e lo striscione scompaiono senza lasciare traccia. Fascisti organizzati, allo stadio, non se ne vedranno più; al massimo dalla gradinata parte qualche “buuu” ai giocatori di colore.
Anche a Pisa apre Easy London, l'agenzia tramite la quale si finanzia Forza Nuova. Il gioco dura poco, tutti ormai conoscono l'arcano, e al posto di Easy London si installa presto un'altra agenzia di viaggi completamente slegata da Easy London.
Nel 1995 due gravi atti di razzismo in rapida successione scuotono la città dalle fondamenta: un bambino rom riceve in regalo da uno sconosciuto un libro di favole, che gli esplode fra le mani provocando ferite solo lievi. Dopo un mese, tocca a una bambola fare da trappola per due piccoli rom che chiedono l'elemosina a un semaforo: Emran, 3 anni, perde un occhio, mentre a Sengul, 13 anni, viene amputato il braccio destro. Il sindaco di Cascina aveva già ricevuto una lettera scritta con un normografo e firmata "Fratellanza bianca" che preannunciava attentati contro i nomadi. Nella piana pisana vengono presto arrestati degli appassionati di armi ed esplosivi, a casa dei quali viene trovato l'armamentario necessario per preparare ordigni e materiale di propaganda nazista; non fanno parte di nessun gruppo organizzato.
Coltano, nei pressi della base americana di Camp Darby, è teatro di un raduno annuale di nostalgici. Qui nel 1945 furono internati in un campo di prigionia alleato, per circa sei mesi, 35.000 soldati della Repubblica Sociale Italiana. Nel 1996 per la prima volta i reduci e i loro eredi si ritrovano per commemorare internati e caduti e viene eretto il famoso “cippo”. L'invito viene allargato ad altre associazioni d'arme che con Coltano poco c'entrano, inoltre al raduno si presentano anche giovanissimi e skinhead, tutto ciò svela il carattere di adunata fascista e, nonostante gli espliciti divieti della Questura, si coglie l'occasione per sfoderare saluti romani e canzoni del Ventennio. Alcuni antifascisti si recano a Coltano ma vengono respinti dalle forze dell'ordine. Il copione si ripete ogni anno con poche variazioni, sempre più stancamente e con numeri sempre più esigui ma Pagina 16 – Pisa Nera – 3. Neofascismo a Pisa dagli anni '80 al 2007
sempre con la presenza di dirigenti locali di Alleanza Nazionale. Il cippo viene danneggiato più volte e nel 2001 il Comune ne ribadisce il carattere abusivo.
Nel 1998 l'MSI­FT di Rauti tiene a Pisa la manifestazione nazionale “Fuori la Nato dall'Europa” con comizio finale del segretario. Una imponente contromanifestazione cittadina sfila per le vie del centro; alcuni manifestanti si staccano nel vano tentativo di raggiungere la piazza del comizio, blindatissima.
Nel 1999 l'Università di Pisa propone una lapide commemorativa del filosofo fascista Giovanni Gentile; sono più di tre anni che Luciano Violante ha sdoganato i “ragazzi di Salò” scoperchiando il vaso di Pandora, e ormai tutto è lecito. Non la pensa così gran parte di Pisa, che respinge con forza l'ipotesi fino a far ritornare l'Università sui suoi passi. Nella primavera del 2001, in occasione delle elezioni universitarie l'area di Azione Universitaria, vicina alla "destra sociale" di AN e capeggiata a Pisa da Diego Petrucci, chiama a raccolta non solo i suoi, ma anche diversi camerati toscani, che non sono né studenti né appartenenti ad AN. I giovani fascisti si piazzano provocatoriamente nell'atrio della facoltà di Lettere, davanti ai seggi, ostentando croci celtiche e provando ad intimidire gli studenti mentre si svolgono le votazioni. Ne scaturisce una inevitabile discussione, interviene anche il preside della Facoltà Gianfranco Fioravanti per allontanarli. Così gli estremisti di destra passano alle vie di fatto: ne fanno le spese sette studenti, colpiti dalle cinghie borchiate che la squadraccia si sfila per picchiare, e lo stesso preside di Lettere. Il clima di tensione prosegue nel pomeriggio a Scienze Politiche e Giurisprudenza; l'università e la città tutta si mobilitano contro i fascisti.
Il nuovo millennio vede ogni tanto su qualche muro volantini del Fronte Nazionale di Adriano Tilgher, fra cui un apparente inno alla multietnicità “viva le differenze”, smentito da “ognuno a casa sua!”. Pagina 17 – Pisa Nera – 4. L'attuale galassia dell'estrema destra pisana
4. L'attuale galassia dell'estrema destra pisana
Anche a Pisa, città di radicata tradizione antifascista, negli ultimi anni hanno cominciato a prendere piede formazioni di estrema destra. Una delle prime a comparire in zona è stata Forza Nuova con l’apertura della sezione di Pontedera. Ogni volantinaggio ed ogni iniziativa promossa da FN a Pisa rimandano a questa sede.
Più di recente, “La Destra” di Storace ha trovato una sua sistemazione in una sede a Riglione, ex circolo di AN passato al nuovo partito. Infine, Casapound e Blocco Studentesco hanno trovato uno spazio politico con l’appoggio di una multiforme associazione che raccoglie diverse anime della destra pisana, “Laboratorio99”. Grazie anche alla comune provenienza di questi gruppi (con la parziale eccezione di Forza Nuova ­ vedi sezione nazionale), le successive scissioni prodotte non impediscono un alto grado di comunicazione e interscambio tra le varie componenti. Queste collaborazioni fioriscono in modo particolare a Pisa.
Alleanza Nazionale sperimenta abili strategie per richiamare al suo seno, in una forma ambigua e non esplicita, gran parte delle forze più estremiste che da essa, negli anni, si sono separate. I gruppi collaborano, promuovono insieme iniziative, firmano volantini, trovano nell’associazione di via Lalli (come sarà spiegato a p. 19) un terreno di riflessione e azione politica comune. La strategia del partito, mai esplicita, è di offrire una copertura politica e una legittimazione a movimenti che, come abbiamo già visto, sono molto abili nel difendere la loro immagine pubblica dall’accusa di estremismo, ma che, conosciuti più in profondità, rivelano la loro vera anima: razzismo, omofobia, violenza, autoritarismo. In una parola, fascismo.
4.1 Casapound
A seguito dell'espulsione dal partito di Gianluca Iannone, la base militante esce da Fiamma Tricolore per confluire in Casapound, e contestualmente il 29 maggio 2008 Fiamma Tricolore Pisa si scioglie per dare vita a Casapound Pisa e per dare «inizio di una nuova stagione politica per l’area non conforme nella nostra città». La scissione è annunciata tramite un comunicato firmato da Andrea Mion (commissario federale di Fiamma Tricolore), Gabriel Villar (responsabile Blocco Studentesco Pisa) e Matteo Pacini (responsabile settore droghe Fiamma Tricolore).
Avendo la forma di associazione piuttosto che di partito, non esiste un organigramma pubblico di Casapound Pisa, né tanto meno una sede ufficiale. Sicuramente un punto di riferimento logistico è la sede di Laboratorio99 in via Lalli, viste le numerose iniziative organizzate in comune ed il fatto che la struttura giovanile di Casapound, ovvero Blocco Studentesco, vi svolge attività quali il mercatino dei libri. Questo viene confermato dalla conferenza stampa di cui leggiamo sui giornali del 4 settembre 2008, a cui partecipano Andrea Porcaro D'Ambrosio (consigliere provinciale di AN), Diego Petrucci (consigliere comunale PDL) e Gianluca Villani (Blocco Studentesco).
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Foto 5: Manifestazione di Casapound Pisa contro il caro vita
Entrambi i siti di Casapound Pisa19 sono stati aperti nel settembre 2008 e mai più aggiornati da allora. I comunicati, le rivendicazioni e gli annunci vengono diffusi principalmente attraverso altri siti: oltre a quelli di area come Vivamarfarka20 e laboratorio99.com, tutti i comunicati vengono pubblicati su pisanews.net.
Pisanews.net è un sito molto spartano di notizie locali, per lo più legate al Pisa Calcio. Tutti gli articoli in cui sono riportati i comunicati di Casapound vengono poi copiati da Pisanews e diffusi sui siti dei gruppi di destra. Tra le attività pubblicizzate sul sito di Casapound Pisa evidenziamo per il suo nome il progetto "Iter Militiae ­ Viaggi Camerati".
Il 25 giugno 2008 Casapound Pisa prova la sua prima uscita pubblica: su Internet viene annunciato un presidio nel quartiere popolare di Sant'Ermete a difesa di una coppia italiana sotto sfratto. L'iniziativa è promossa insieme con Laboratorio99 e Amore per Pisa. Viene convocato un presidio dalle forze antifasciste e nessuno dei promotori si presenta sul luogo. Viene riannunciata un'altra iniziativa il 30 di giugno che, come la prima, non avrà mai luogo.
Nella notte tra il 29 ed il 30 giugno vengono appesi venti manichini impiccati in diversi luoghi della città contro il caro dei mutui e degli affitti. È un'iniziativa che Casapound ripropone in tutta Italia per sostenere la campagna del Mutuo Sociale. Piuttosto che un comunicato di Casapound, è un articolo pubblicato su Pisanews a cantare le lodi dell'azione. L'articolo viene subito ripreso dai siti dell'estrema destra.
Il 13 dicembre 2008 viene annunciata una distribuzione di pane e pasta da parte dei gruppi di Casapound toscani, ma a Pisa non accade nulla. La notte del 18 dicembre 2008 Casapound Pisa mette in atto una campagna simile a quella dei manichini, simulando l'uccisione di un Babbo Natale in piazza Guerrazzi. I volantini riportano lo slogan "la mia banca ha ucciso Babbo Natale" (Foto 5).
19 http://pisanonconforme.wordpress.com, http://rassegnanonconforme.blogspot.com
20 www.vivamafarka.com
Pagina 19 – Pisa Nera – 4. L'attuale galassia dell'estrema destra pisana
4.2 Blocco Studentesco
Le prime tracce di Blocco Studentesco a Pisa risalgono al 2007: nell'Istituto Tecnico Commerciale Pacinotti due rappresentati studenteschi sono simpatizzanti di Blocco Studentesco, come altri due nell'Istituto per Geometri Santoni. In entrambi i casi gli eletti si presentano all'interno dell'unica lista candidata. Ma la scuola in cui Blocco Studentesco è maggiormente presente è il Liceo Classico Galilei: anche qui nel 2008 vengono eletti dei rappresentanti.
Nel settembre 2008 il Blocco annuncia un mercatino di libri usati per le scuole superiori, all'interno della campagna nazionale "Lo Spaccio"21. Il mercatino si svolge nella sede di Laboratorio99, che ne è copromotore, assieme ad Amore per Pisa. Blocco Studentesco propone come soluzione al caro­
libri l’introduzione di un “testo unico regionale”. È lecito chiedersi chi si occuperebbe, secondo BS, di redigere il “pensiero unico” in materie come la storia o la filosofia.
Un giorno dopo l'aggressione di piazza Navona da parte di BS agli studenti in mobilitazione contro il DL Gelmini, il 30 ottobre, durante un corteo studentesco a Pisa, tre studenti vengono allontanati dalla manifestazione perché militanti di BS. I Collettivi degli studenti medi ricordano che Blocco Studentesco, lungi dall'essere un gruppo "apolitico", è un'organizzazione di estrema destra e che la loro partecipazione ai cortei contro la riforma Gelmini è puramente strumentale, per questo non accetteranno la loro presenza 22. 4.3 Laboratorio99 e la sede di via Lalli
Laboratorio99 è un’associazione culturale che ha la sua sede ufficiale in via Lalli n° 10, in pieno centro storico a Pisa, proprio di fronte alla Questura, e cura l’edizione di una rivista pubblicata sotto lo stesso nome. Buona parte della redazione del giornale, la cui direzione ufficialmente si trova a Migliarino in via Salvo D’Acquisto, così come appare dal suo sito ufficiale, è composta da persone impegnate attivamente, con ruoli di responsabilità, all’interno prima di Alleanza Nazionale e poi del PDL, tutti appartenenti alla corrente nazionale della “destra sociale” che a Pisa è minoranza nella dirigenza di AN. Il direttore è Sem Petrucci, padre di Diego, a sua volta membro del direttivo redazionale della rivista e consigliere comunale di AN; anche Filippo Bedini è consigliere comunale mentre Andrea Porcaro D’Ambrosio è consigliere provinciale dello stesso partito; Francesco Fischetti è presidente provinciale di Azione Giovani. Il giornale, il cui ultimo numero risale al febbraio 2008, si occupava prevalentemente della politica interna del partito, ma lasciava al contempo spazio alle iniziative di gruppi appartenenti alla complessa costellazione della nuova destra locale. L’associazione, sostenuta attivamente da Azione Giovani, oltre a svolgere una attività culturale, si occupa della politica pisana nei suoi aspetti istituzionali e sociali. Una rapida rassegna delle iniziative portate avanti negli ultimi anni rivela però contatti continuativi e organici con molte delle costole locali di svariati gruppi di matrice neofascista di cui abbiamo parlato precedentemente. Per un elenco completo delle iniziative proposte dal gruppo di via Lalli rimandiamo alla cronologia in appendice al volume. Ci limiteremo qui a sottolineare quelle più significative.
Come già visto nel paragrafo 4.1, il 25 giugno 2008 Laboratorio99 promuove insieme con Casapound e Amore per Pisa un presidio contro lo sfratto di una famiglia di italiani che non avrà 21 Il Tirreno, 4 settembre 2008, Articolo 9 nella Rassegna Stampa
22 http://www.pane­rose.it/files/index.php?c3:o13350 Pagina 20 – Pisa Nera – 4. L'attuale galassia dell'estrema destra pisana
mai luogo per la contestazione degli antifascisti. Il 1° settembre, le stesse sigle aprono il mercatino dei libri scolastici usati nella sede di via Lalli, annunciando l’iniziativa in una conferenza stampa a cui prendono parte D’Ambrosio, Diego Petrucci e Gianluca Villani responsabile del Blocco Studentesco.
Alla luce di quanto già detto su Casapound e Blocco Studentesco a livello nazionale, è necessario chiedere a Petrucci e a coloro che militano dentro un partito istituzionale come Alleanza Nazionale come giustifichino il loro appoggio deliberato a organizzazione di questo genere. Che clima si vuole introdurre a Pisa? Simili operazioni poggiano sull’ignoranza della gente e sulla capacità delle nuove destre di mascherare il loro vero volto, ma è ora che chi pretende di stare dentro il quadro istituzionale renda conto delle sue scelte.
Nonché dei suoi atteggiamenti apertamente intolleranti. Il 3 ottobre Laboratorio99, Azione Giovani e il “Circolo per la libertà” indice un presidio in Piazza Santa Caterina contro il “racket dei parcheggiatori abusivi”. Tutti gli immigrati presenti in piazza vengono allontanati preventivamente dalla polizia, per evitare tensioni. A poca distanza, la polizia assicura lo svolgimento dell'iniziativa. Quando questa sta per concludersi, un gruppo di antifascisti cerca di interromperla. La situazione degenera rapidamente con i militanti di Azione Giovani che si allontanano in macchina e gli antifascisti caricati dalla polizia.
4.4 La “Palestra Popolare Primo Carnera”
Oltre alle posizioni esplicitamente politiche, anche alcune note “di costume” aiutano a comprendere in quale clima culturale questi gruppi si muovano. Il 17 ottobre il sito di Laboratorio99 annuncia e sponsorizza l’apertura presso le scuole Fibonacci, in via San Francesco, della “Palestra Popolare Primo Carnera”, gestita ufficialmente da un non meglio identificato “Circolo Icaro”. Risponde allo stesso nome un’analoga esperienza romana sotto l’egida di Casapound. Le attività sportive sono promosse qui a Pisa al motto di “disciplina, impegno e forza di volontà: questi i valori che ci distinguono dalla massa”. A frequentarla, per lo più minorenni tra i 14 e 17 anni. Vengono spontanee alcune domande: quale modello pedagogico, quali valori e quale cultura possono essere propagandati in uno spazio che ha simili presupposti?
4.5 Azione Giovani
Azione Giovani è la struttura giovanile di Alleanza Nazionale. Nella home page del sito della sezione pisana (http://agpisa.interfree.it) campeggiano, in cima alla lista dei "Documenti", il «Testamento di Benito Mussolini», il «Compendio della dottrina fascista», e una croce celtica in bella vista. Ad AG è legata la lista universitaria Azione Universitaria (Azun). Pagina 21 – Pisa Nera – 4. L'attuale galassia dell'estrema destra pisana
Foto 6: Una manifestazione di AG Pisa
Come già visto nel paragrafo 4.3, il 3 ottobre 2008 AG, assieme a Laboratorio99 e Amore per Pisa, organizza un volantinaggio in piazza Santa Caterina “contro il racket dei parcheggiatori abusivi”.
Le scritte sui muri dell'aula AM1 che "rivendicano" l'attentato al Newroz del 23 ottobre successivo fanno riferimento esplicito agli eventi di piazza Santa Caterina: “Carogne, 20 contro 4! Pagherete caro! Vi è piaciuta la botta!? Fiamme Nere” (vedi Articolo 13 nella Rassegna Stampa).
Fra i vari articoli pubblicati sul sito di AG Pisa, tre sul conflitto israelo­palestinese parlano di «lobby ebraiche», di carrarmati e attacchi «ebraici» anziché israeliani, e chiedono di intervenire militarmente per «rendere innocuo Israele». Si tratta di posizioni chiaramente antisemite che non hanno niente a che vedere con le critiche al sionismo e alla politica dei governi israeliani.
4.6 Il “Comitato Piagge e dintorni”
Riportiamo il testo di un comunicato diffuso il 9 novembre 2007 da Africa Insieme, Laboratorio delle disobbedienze Rebeldía, Associazione Mezclar riguardo il “Comitato Piagge e dintorni”.
Un "comitato di cittadini" che, nel quartiere Piagge di Pisa, protesta contro la "baraccopoli" di rumeni sotto il Ponte delle Bocchette. I residenti della zona che "non ne possono più". La gente che si mobilita.
Sembra vero, e invece è una bufala. Lo hanno scoperto gli attivisti di alcune associazioni aderenti al Progetto Rebeldía: Africa Insieme, Laboratorio delle disobbedienze Rebeldía, Associazione Mezclar. Che hanno rovistato nel blog del Comitato Piagge e dintorni, scoprendo cose interessanti...
[...]
È importante, però, distinguere le proteste dei cittadini – spesso non condivisibili, ma comunque espressione di bisogni reali – da operazioni politiche di manipolazione e strumentalizzazione.
Apprendiamo per esempio che nella zona delle Piagge si sarebbe costituito un “comitato” che si oppone alla presenza di due pacifici insediamenti di rumeni nella zona. Scorrendo rapidamente il blog del Comitato, si scopre che il Presidente ha Pagina 22 – Pisa Nera – 4. L'attuale galassia dell'estrema destra pisana
un suo sito internet: nella prima pagina figura un volantino di Azione Giovani – l’organo giovanile di AN – mentre tra i “siti consigliati” appaiono Alleanza Nazionale, Azione Giovani Pisa, Destra Sociale, Documenti sulla Repubblica Sociale Italiana (sic!) e Laboratorio99 (rivista di cultura locale animata dai consiglieri comunali della destra). In un commento sul blog del Comitato, poi, il proprietario del terreno nel quale abitano i cittadini rumeni lamenta l’occupazione abusiva della sua proprietà: se si “clicca” sul nome di questo cittadino, appare il sito della sezione locale di “Azione Giovani”. Esempi di questo tipo potrebbero continuare: praticamente tutti coloro che partecipano alle attività “virtuali” del comitato – quelli, cioè, che gestiscono il suo sito internet – hanno legami con la destra cittadina.
Sono note le posizioni di Alleanza Nazionale in merito al cosiddetto fenomeno delle “baraccopoli”: per quanto ci riguarda, le abbiamo sempre contestate, opponendo in modo pacifico ma fermo le ragioni dei diritti e dell’inclusione sociale. Ciò che però ci sembra inaccettabile, è che un partito politico si mascheri dietro un “comitato di cittadini”, proponendosi come l’unica voce legittima di un quartiere e alimentando un clima di odio e di intolleranza.
Il 19 novembre il cosiddetto comitato organizza una fiaccolata alle Piagge; è l'unica iniziativa di rilievo, assieme a un tentativo di raccolta firme per lo sgombero dei rumeni. Dopo pochi giorni il Comitato annuncia, guarda caso, l'adesione al presidio organizzato dalla destra pisana in via Mascagni (una zona di Pisa completamente diversa dalle Piagge). I post sul blog del Comitato poi si diradano, fino a che la maschera viene gettata del tutto: poco prima delle elezioni amministrative di aprile 2008 uno invita esplicitamente a votare Patrizia Paoletti Tangheroni, candidata a sindaco per il Pdl. E' l'ultimo post del “Comitato Piagge e dintorni”. Il sito viene poi abbandonato, tanto che, scaduti i termini, adesso non è più raggiungibile; del cosiddetto comitato non si sentirà mai più parlare. Il sito ed il comitato sono strumenti, e hanno esaurito la loro funzione.
Come volevasi dimostrare. Vi sarà una resurrezione in prossimità delle elezioni del 2013?
4.7 La Destra – Gioventù Italiana L'organizzazione giovanile de La Destra a Pisa inizia a prendere forma il 19 dicembre 2007: si tiene a Montecatini Terme il primo ritrovo regionale toscano, pubblicizzato con volantini che recitano: «Dichiarazione di guerra al sistema ­ giovani in marcia. Gioventù Italiana marcia su Montecatini» (e qualcuno che risponde all'appello in rete dicendo di «essere fiero di essere fascista»)23. Viene pubblicizzata una prima iniziativa sul tema dell'acqua pubblica il 13 gennaio 2008 nella «sede provinciale provvisoria» de La Destra in via Fiorentina a Pisa, nella frazione di Riglione. Questa sede era di AN prima della scissione, e diventerà presto sede definitiva del nuovo partito, dal momento che praticamente tutti gli iscritti di questo circolo lasceranno il partito di Fini per andare con Storace. Il segretario provinciale Busceti negli anni '90 faceva parte, assieme all'attuale consigliere di AN Petrucci, di Azione Universitaria. Sul proprio sito Gioventù Italiana, l'organizzazione giovanile de 23 http://gioventuitalianapisa.blogspot.com
Pagina 23 – Pisa Nera – 4. L'attuale galassia dell'estrema destra pisana
La Destra, pubblica campagne contro la legge Scelba e chiede di «buttar giù i campi nomadi abusivi» e cacciare i rom perché «stranieri». Durante la primavera 2008 il partito e la sua formazione giovanile sono per lo più impegnati nella campagna elettorale. Oltre alle alleanze sul piano nazionale con Fiamma Tricolore e Fronte Nazionale, è da registrare nelle sezioni de La Destra di Pisa, Livorno e Massa l'ingresso del movimento “Repubblica Sociale Italiana ­ Continuità Ideale”24. Questa collaborazione nasce a seguito di un incontro tra Busceti, il presidente RSI­CI Buti ed il vicepresidente Griselli. «L'adesione è stata determinata dalla completa accettazione da ambo le parti dei principi e dei valori che caratterizzano entrambi i movimenti». Busceti si dichiara inoltre felice per aver compiuto un passo verso la riunificazione dei gruppi di destra in Italia. Del resto, che i militanti de La Destra abbiano nostalgie del ventennio, si può vedere anche dalle Foto 8 e 9 a pagina 28.
Al ballottaggio per l'elezione del sindaco di Pisa, La Destra prenderà accordi con Patrizia Paoletti, candidata PDL, che porteranno all'apparentamento.
Conclusa la campagna elettorale, superato il congresso e consumato l'abbandono della Santanchè, il 24 ottobre 2008 Gioventù Italiana Pisa espone uno striscione al ponte delle Bocchette in ricordo della rivolta di Budapest contro il regime filosovietico. La sera stessa avvengono l'attentato al Newroz e la sua rivendicazione sui muri dell'aula AM1 dei Collettivi universitari. Gioventù Italiana si dichiara estranea ai fatti e chiede che venga punito chi ha ideato e commesso «lo stupido gesto». Il 6 dicembre i militanti de La Destra scendono in Piazza del Carmine, in Corso Italia, con un banchetto sulla campagna dell'acqua pubblica. Vengono fatti allontanare dalla polizia a causa delle proteste di numerosi antifascisti. Decisa a riprendersi lo spazio politico, La Destra convoca una manifestazione di profilo nazionale nello stesso luogo, con lo stesso tema, il 10 gennaio (Foto 7). Il volantino di convocazione si sofferma pesantemente su quanto avvenuto nel dicembre precedente, tanto da sembrare più una sfida ed una provocazione che un'iniziativa sull'acqua: si parla di dare una «risposta concreta» e si chiede l'intervento di tutti i giovani per «ribadire con forza» il proprio diritto a manifestare.
Foto 7: Manifestazione del 10 Gennaio a Pisa. Lo striscione recita "Stop alla violenza rossa"
24 http://ladestrapisa.blogspot.com
Pagina 24 – Pisa Nera – 4. L'attuale galassia dell'estrema destra pisana
Giungono da varie parti d'Italia un'ottantina di persone. Tra di loro ci sono anche membri di Forza Nuova. Questa volta la mobilitazione antifascista si muove tempestivamente e presidia la piazza prima dell'arrivo de La Destra, che viene fermata dalla polizia all'ingresso della città per motivi di ordine pubblico. La manifestazione verrà dirottata in un albergo fuori città; i militanti verranno infine scortati al casello autostradale 25. Il segretario provinciale Giuseppe Busceti il giorno dopo si lamenterà sui giornali del comportamento della polizia nonostante avessero «rispettato tutte le prescrizioni: niente croci celtiche»26. Sul sito di Storace27 partono i commenti di solidarietà, con i dirigenti de La Destra che tra loro si chiamano «camerati». Nonostante l'ipotesi di un unico partito tra Destra e Fiamma Tricolore sia sfumata a causa del non eccellente risultato elettorale e dell'uscita di Casapound, quest'ultima si prodiga nell'esprimere solidarietà.
4.7.1
Fronte della Nova Gioventù
Il Fronte della Nova Gioventù è un'associazione attiva a Carrara. Nasce nel 2000 come Nova Gioventù, un gruppo interno ad Azione Giovani, per poi separarsi dal partito e prendere un nome con un più esplicito riferimento all'MSI e al suo Fronte della Gioventù.
Dopo aver avvicinato in varie iniziative e cortei vari gruppi di estrema destra (Fiamma Tricolore, Casapound), nel 2008, pur senza nessun comunicato ufficiale, i vertici massesi della struttura stringono uno stretto collegamento con Gioventù Italiana Pisa in quanto studenti dell'Università della nostra città, ed entrano nell'organizzazione: tra di essi Luca Lorenzi (il presidente di FdNG, che farà parte del Comitato Promotore de La Destra Pisa) e Francesco Erwin Poggi (responsabile della segreteria organizzativa).
Sul sito del FdNG28, oltre alla storia dell'associazione, sono presenti croci celtiche, foto di pellegrinaggi a Predappio, materiale storico e commemorativo sul fascismo e sul nazismo, digressioni su razzismo e revisionismo storico.
Tra i link del sito del FdNG si trova thule­toscana.com, sito gestito da Erwin Thule, alias Giuseppe Poggi. Il sito propone contenuti negazionisti e sostiene tesi della non esistenza delle camere a gas e dell'Olocausto, foto e descrizioni delle armi della Wermacht, articoli in difesa della razza ariana, gli immancabili Protocolli dei Savi di Sion, riferimenti ad un inquietante «Einsatzgruppe Thule­
Toscana» (gli Einsatzgruppen erano i gruppi delle SS che nella seconda guerra mondiale si occupavano dell'«annientamento di ebrei, zingari e commissari politici»). Poggi ha anche firmato un appello affinché il noto negazionista Robert Faurisson potesse tenere una conferenza all'Università di Teramo29.
4.8 Forza Nuova – Lotta Studentesca Nell'aprile 2005 Forza Nuova apre anche a Pontedera la sua sede con l'usuale sistema del franchising. Roberto Fiore inaugura la sede, la cui presenza da subito viene contestata. Il Sindaco di 25
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http://www.inventati.org/rebeldia/movimenti/presidio­antifascista.html Vedi Articolo 18 nella sezione Rassegna Stampa
http://www.storace.it
http://www.fdng.org
Fonte: http://21e33.blogspot.com/2007/09/lappello­per­la­liberta­di­lezione­di.html
Pagina 25 – Pisa Nera – 4. L'attuale galassia dell'estrema destra pisana
Pontedera ne chiederà la chiusura per motivi di ordine pubblico ma la Prefettura non accoglierà la richiesta. Una volante delle forze dell'ordine ne sorveglia l'entrata 24 ore su 24. Sempre nel 2005 FN effettua un blitz all'ospedale, dove si sperimenta la pillola abortiva RU486. Non ci si limita al presidio e al volantinaggio: all'alba qualcuno sale nel reparto di ginecologia e tappezza la porta d’ingresso con una trentina di volantini che definiscono la RU486 “un omicidio”, criminalizzando e offendendo donne già in difficoltà.
In occasione del presidio anti­aborto del 2005 si svolge una delle numerose iniziative antifasciste. Tre anni dopo alcuni militanti scopriranno di essere stati denunciati per diffamazione per il contenuto di un volantino, secondo la consueta prassi forzanovista. Le attività pubbliche si limitano a qualche volantinaggio sgrammaticato, alcune cene di finanziamento, il tentativo fallito di organizzare una fiaccolata anti­immigrati a dicembre 2007, un sito e un forum che da subito cadono in abbandono e soprattutto il continuo tentativo di radicarsi su un territorio che li rifiuta e dove altri gruppi concorrono a occupare la nicchia di estrema destra. In particolare Forza Nuova tenta sempre più spesso la penetrazione nei quartieri della periferia di Pisa diffondendo nottetempo volantini contro l'immigrazione e i Rom, fra cui uno di plauso alle politiche anti­immigrati del sindaco Filippeschi.
Occorre ricordare che nella provincia di Pisa opera Marzio Gozzoli, fascista anche per tradizione familiare, direttore della rivista "Ordine Futuro", vicesegretario nazionale di Forza Nuova, candidato presidente alla Regione per Alternativa Sociale e campione di lotta all'omosessualità. Riportiamo per curiosità il regolamento a cui devono attenersi i militanti pisani di Lotta Studentesca, organizzazione giovanile di Forza Nuova, che riprende il nome dal nucleo originario con cui nel 1976 esordì la futura Terza Posizione. Il regolamento30 è stato pubblicato sul forum ufficiale di FN l'11 novembre 2008.
NUOVO REGOLAMENTO MILITANTI Comportamento da adottare nella vita privata: ­ Evitare stili di abbigliamento quali emo, gabber, stracciosi o terrorizzatori; evitare mode massificanti, quella definita “truzza”, evitare il colore roseo e ovviamente abbigliamento feminile per i militanti maschi; evitare gadjet quali vistose catene e piercing facciali. Sono graditi stili casual o sportivi. ­ Regolarsi con le bibite alcoliche, tener conto di un “amor proprio”. Molto consigliato l’esercizio fisico, di qualsiasi natura. ­ Essere puntuali agli appuntamenti o alle iniziative stabilite, mostrare il massimo della serietà e del rispetto. ­ Avere lo stimolo di approfondire la propria conoscenza ­ I militanti saranno divisi in 1° e 2° grado: I militanti di primo grado sono quelli che godono della piena fiducia dei dirigenti, quelli che hanno mostrato una piena integrazione alla cultura del movimento: I militanti di secondo grado sono quelli che hanno aderito di recente, o quelli che hanno mostrato nel corso del tempo atteggiamenti scorretti riguardo al regolamento interno, o semplicemente chi non è ancora ben integrato con la cultura del movimento. Compito del militante di 2° grado è impegnarsi per raggiungere il primo. 30 Link: http://www.forzanuovaforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=3553
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4.9 Fiamme Nere
Il 24 ottobre 2008 una bomba carta viene lanciata da un'auto nel cortile dello Spazio Antagonista Newroz31. L'atto viene rivendicato con alcune scritte sul muro dell'aula autogestita AM1. La firma è “Fiamme Nere”, che compare per la prima volta in città accompagnata da una croce celtica.
“Fiamme Nere” non è invenzione pisana. Uno stemma con fiamme nere brillava sul bavero della divisa degli Arditi nella prima guerra mondiale, poi su quella della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, il corpo paramilitare del Partito Fascista ai bei tempi che i nostalgici rimpiangono; parimenti anche il canto “Fiamme Nere” nasce con gli Arditi per poi diventare di fatto inno fascista. L'ultima unità in grigioverde a portare queste mostrine era stata la tristemente nota milizia collaborazionista della Guardia Nazionale Repubblicana durante la Repubblica Sociale Italiana; nel 2005 le fiamme nere ricompaiono sulle mostrine del 9° reggimento “Col Moschin” e provocano perciò una interrogazione parlamentare.
Le “Fiamme Nere” sono quindi un simbolo e un nome caro ai fascisti, una sigla di cui nessuno ha l'esclusiva e che infatti compare spesso. Ad esempio, se si digita “fiamme nere” su Google e si segue uno dei primi link che appaiono, si arriva al sito Habbo, un gioco on­line con struttura di social network. Qui troviamo appunto il gruppo "Fiamme Nere" che partecipa ad una sorta di guerra simulata tra gli utenti. Il fondatore di questo gruppo è “ForzaPisa87”. Cercando di nuovo “forzapisa87” in Google, troviamo i due indirizzi mail [email protected] e [email protected], che appartengono entrambi a Daniele Arnone, del Coordinamento Regionale de La Destra.
ForzaPisa87, ovvero Daniele Arnone, è l'autoproclamato “duce” del gruppo “Fiamme Nere”, “1 dei 3 grandi gruppi Fasc di Habbo”. I tag di ForzaPisa87 comprendono “facsismo” (sic) e “libertà”; fra quelli del suo gruppo, che ha per motto una frase di Mussolini, vi sono appunto “Benito Mussolini” e “nazionalsocialismo” (!). Si sprecano poi richiami al fascismo in tutta la combriccola informatica.
4.10 La Rete Nera – I siti di destra
Praticamente ogni gruppo, partito, sezione giovanile locale o nazionale dei movimenti di destra ha il suo blog nel quale pubblica i propri comunicati. Nella maggior parte dei casi, c'è un netto contrasto tra il tono dei comunicati (preciso, formale, attento ai termini e alle parole usate), e il tono dei commenti, dove in maggior libertà ritornano slogan, frasi e termini di tradizione fascista. Oltre ai siti più o meno ufficiali, ci sono altri luoghi dove questi gruppi si incontrano e comunicano: alcuni sono siti "di area", non legati ad un partito ma semplicemente orientati verso destra, altri totalmente generalisti.
Tra i primi, probabilmente il più conosciuto è Vivamafarka (vivamafarka.com), un forum gestito da Gabriele Adinolfi, fondatore di Terza Posizione. Oltre a raccogliere notizie e fare rassegna stampa, su Vivamafarka è possibile assistere a discussioni tra i vertici del neofascismo italiano: ad esempio Adinolfi, che scrive con il nickname di "Metapolis", e Iannone che si firma "geronimo". Ladestra.info non è ufficialmente legata al partito La Destra, ma è un raccoglitore di notizie e di appuntamenti per tutta l'area della destra sociale e radicale. Il sito rimanda ad un forum chiamato Avanguardia Legionaria32 che espone nel logo una croce celtica. Entrambi i siti sono registrati da Luca Lorenzi, militante di La Destra Pisa.
31 Vedi Articolo 12 e 13 nella Rassegna Stampa
32 http://www.avanguardialegionaria.com/
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Tra i siti di discussione e notizie che non sono unicamente di destra, uno dei più frequentati dai neofascisti è PoliticaOnLine (politicaonline.net). POL ha un forum che contiene varie sezioni per le varie aree politiche. Nella sezione "Destra Sociale" il 9 dicembre 2008 sono apparsi due commenti in una discussione sulla cacciata de La Destra da Corso Italia il 6 dicembre precedente (tra l'altro a partire da un articolo di pisanews.net). Il primo, firmato "Erwin", recita: «fra qualche giorno avreanno un sorpresa....» (sic). Il secondo, firmato "AntiSIM", dice «Arriva la bomba che scoppia e rimbomba». È inquietante il rapporto tra questi commenti e l'attentato alla sede di Rifondazione avvenuto appena 3 giorni dopo, nella notte tra l'11 ed il 12. L'utente Erwin, in precedenza molto attivo, è stato poi cancellato dal sito, ed il suo commento non è più visibile. Ormai onnipresente in ogni ambiente, anche Facebook ha un ruolo nella diffusione di notizie e nell'aggregazione dell'estrema destra. Sfidando la policy del sito, su FB sono stati creati numerosi gruppi di chiaro stampo fascista o razzista: "Ilduce.net", "NO ALLE COPPIE MULTIRAZZIALI", "una chiesa in medio oriente per ogni moschea in Italia", "MEGLIO UN GIORNO DA FASCISTA CHE UNA VITA DA TRONISTA", "ONORE AI CADUTI DELLA R.S.I.", "TERZA POSIZIONE", "Nuova Destra Sociale ­ Identità, Tradizione, Rivoluzione", "Amici di Zio Benito".
Foto 8: Alessandro Balocco, responsabile regionale di Gioventù Italiana per il Piemonte, ad un congresso di GI
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Foto 9: Luca Lorenzi (La Destra Pisa), al centro, si fa fotografare con una celtica su fondo rosso, in un chiaro richiamo alla svastica nazionalsocialista
Facciamo notare che numerosi dirigenti de La Destra, alcuni dei quali presenti alla manifestazione del 10 gennaio a Pisa, sono iscritti a tutti o alcuni dei gruppi citati sopra. Ad esempio, Alessandro Balocco (Foto 8), torinese e responsabile regionale di Gioventù Italiana per il Piemonte, presente alla manifestazione del 10 gennaio, è iscritto ad ognuno di questi gruppi e si dichiara fan del generale delle SS Heinrich Himmler. Invece Luca Lorenzi (Foto 9), de La Destra Pisa, è iscritto ai gruppi “Benito Mussolini, il DUCE...un uomo che ha fatto grande l' ITALIA 1883­1945”, “quelli che hanno il cuore nero...e credono in BENITO MUSSOLINI!” e “Coloro che portano, o hanno portato la CELTICA al collo”. Segnaliamo infine il caso di Saverio Pellegrini, de La Destra Pisa, che al gruppo “Io odio Gianfranco Fini” (che contesta Fini da destra per il suo professato antifascismo) ha aggiunto un fotomontaggio del Presidente della Camera davanti all'ingresso del lager di Auschwitz, con sotto la scritta: “Torna a casa tua!” (Foto 10).
Foto 10: Fotomontaggio di Gianfranco Fini ad Auschwitz, di Saverio Pellegrini (La Destra Pisa)
Pagina 29 – Pisa Nera – 5. Cronologia
5. Cronologia
23/1/2007: manifesti di Fiamma Tricolore, che in questo periodo compaiono in città, vengono affissi anche sui totem pubblicitari del circolo Agorà.
30/1/2007: scritta “Agorà ebrei” con croce celtica sui muri di via Bovio.
12/5/2007: in centro città un diciassettenne viene pestato da un gruppo di coetanei per futili motivi. Pare che i responsabili siano il gruppo di noti fascistelli che bazzica il CEP, già protagonisti di varie intemperanze.
24/8/2007: il circolo Tognetti del PRC in via Pietrasantina viene imbrattato con una svastica a firma “Bulldog Lucca”, gruppo di ultras di estrema destra protagonisti di vari episodi criminali che verrà sgominato da una inchiesta di polizia pochi mesi dopo.
2/9/2007: l'annuale messa "in ricordo dei caduti e di tutti gli internati" della Repubblica Sociale Italiana nel campo di prigionia americano di Coltano è occasione per il ritrovo di nostalgici della RSI giovani e vecchi. A celebrarla è don Marchesini, già cappellano militare della scuola Allievi ufficiali di Oderzo della Guardia Nazionale Repubblicana. "L'atmosfera, come sempre, era allietata da canzoni del nostro passato": non è difficile immaginare quali.
Novembre 2007: Blocco Studentesco rivendica l'elezione (all'interno di una lista unica) di due rappresentanti degli studenti all'ITC Pacinotti e all'ITG Santoni.
19/11/2007: dopo lo stupro di una ragazza alle Piagge, Azione Giovani, Alleanza Nazionale e il cosiddetto “Comitato Piagge e dintorni”, con alla testa Petrucci e Logli, promuovono una fiaccolata di protesta.
30/11/2007: uno sparuto drappello a nome delle multiidentità Azione Giovani, Alleanza Nazionale, Laboratorio99, Amore per Pisa, e finanche “Comitato Piagge e dintorni” (un po' fuori zona...) presidia la galleria Gramsci in Via Mascagni al motto “riappropriamoci della città, via gli spacciatori”. La cittadinanza è invitata ad accendere candele sul balcone: non se ne vede nessuna.
1/12/2007: ragazzini con bandiere di Fiamma Tricolore, capeggiati da un energumeno sulla cinquantina, tentano un volantinaggio nel piazzale della Stazione, ma vengono allontanati dall'accorrere in massa degli antifascisti.
9/12/07: Forza Nuova organizza, con dovizia di pubblicità, una fiaccolata anti­immigrati a Pontedera e una conferenza con don Giulio Tam, prete lefevriano, clericofascista integralista. La Questura prima concede l’autorizzazione, poi la revoca, confinando nella loro sede qualche decina di neofascisti convenuti dalla Toscana, protetti da un imponente schieramento di polizia. Fuori, alcune centinaia di antifascisti di tutta la provincia percorrono in corteo la città e presidiano le sedi di partiti e movimenti. 9/3/2008: Storace inaugura la sede de “La Destra” a Riglione.
5/4/2008: “corsa futurista” (ovvero, slogan e volantini) per il mutuo sociale di Fiamma Tricolore Pisa al mercato di via Paparelli.
12/4/2008: nottetempo, mani ignote dipingono una croce celtica sulla porta del circolo ARCI Agorà in via Bovio e spargono volantini in tema intorno al furgone del circolo e in altre zone della città. Il totem pubblicitario dell'Agorà in Corso Italia viene semidistrutto.
Pagina 30 – Pisa Nera – 5. Cronologia
13/4/2008: La Destra, insieme a Fiamma Tricolore, candidata presidente Sonia Avolio, ottiene il 2% dei voti alle amministrative pisane. Al secondo turno si apparenterà alla candidata Patrizia Paoletti del Pdl.
28/5/2008: la polizia arresta sette giovani, accusati di aver pestato per futili motivi e ferito gravemente un ragazzo all'uscita da una discoteca due mesi prima. A casa di uno di loro viene trovato un piccolo arsenale fra coltelli e manganelli, e una mazza con scritte fasciste e il profilo di Mussolini.
29/5/2008: comunicato di scioglimento di Fiamma Tricolore Pisa. La sezione cittadina si schiera in blocco al fianco di Gianluca Iannone, espulso dal partito per contrasti col segretario Romagnoli, e si trasforma di fatto in Casapound Pisa
13/6/2008: Azione Giovani, Laboratorio99, Amore per Pisa e Circolo della Libertà, con alla testa i rispettivi federali, si improvvisano vigilantes e presidiano piazza del Duomo e dintorni contro i venditori ambulanti stranieri.
25/6/2008: Casapound, Laboratorio99 e Amore per Pisa annunciano un presidio a S. Ermete per difendere una coppia italiana a loro vicina minacciata di sfratto – vicenda peraltro dai contorni assai poco chiari. Probabilmente a causa del partecipato contropresidio indetto dalle forze antifasciste cittadine, il presidio non si tiene.
29/6/2008: “Casapound Pisa” replica in città la performance nazionale dei manichini impiccati nottetempo contro l'usura e il caro­affitti.
30/6/2008: annunciato ritorno a S. Ermete con tanto di rinforzi dal resto della Penisola; nella realtà il presidio non si tiene, probabilmente visto che si è preferito ripiegare sulla performance dei manichini.
19/7/2008: Alleanza Nazionale presenta il libro “Gli orfani di Salò” nella sala consiliare del Comune di San Giuliano Terme, intitolata al partigiano Uliano Martini. Nei giorni precedenti, appena saputa la notizia, gli antifascisti si mobilitano, ma ciò non impedisce l'autorizzazione del Sindaco all'uso della struttura, anche su pressione dei vertici del PD nazionale; la sala viene quindi occupata dalla mattina da alcune decine di militanti che vengono allontanati in malo modo dalla Polizia, che è accorsa in gran forze e blinda l'intero paese, e si ricongiungono col presidio che li attende all'esterno. La Polizia impedisce di entrare nella sala durante l'evento persino ad un consigliere del comune di Rifondazione Comunista.
31/7/2008: Forza Nuova volantina alla Cella contro case ai Rom, alloggi popolari agli extracomunitari, e contro gli immigrati in genere.
9/8/2008: Casapound appende in città uno striscione pro­Tibet e alcune bandiere tibetane.
1/9/2008: Blocco Studentesco, insieme a Laboratorio99 e Amore per Pisa, organizza il mercatino dei libri scolastici usati presso la solita sede di via Lalli, sponsorizzato da Diego Petrucci che convoca anche la conferenza stampa di presentazione.
7/9/2008: nuova messa a Coltano. Officia il rito don Giulio Tam, lo stesso dell'iniziativa a Pontedera, già cantore delle Crociate, recitatore di rosari contro l'immigrazione, candidato con Alternativa Sociale; presente don Marchesini. Il tutto si conclude con un "saluto cameratesco". Tendiamo ad escludere che si sia trattato di una stretta di mano. 3/10/2008: Azione Giovani, Laboratorio99 e i Circoli della Libertà volantinano in Piazza S. Caterina contro il presunto “racket dei parcheggiatori abusivi”. Tensione con alcuni antifascisti e Pagina 31 – Pisa Nera – 5. Cronologia
intervento pesante delle forze dell'ordine con cariche e una incredibile caccia all'uomo nelle vie del centro.
17/10/2008: il fantomatico “Circolo Icaro” apre in via Fibonacci la Palestra Popolare Primo Carnera, che mutua il nome da analoga esperienza pugilistica romana legata a Casapound.
24/10/2008: Gioventù Italiana appende uno striscione al ponte delle Bocchette per ricordare la rivolta di Budapest del 1956.
24/10/2008: una bomba carta viene lanciata da un'auto nel cortile dello Spazio Antagonista Newroz mentre si prepara una serata musicale; il botto assorda tutta via Garibaldi. Fortunatamente in quel momento tutti sono all'interno dell'edificio. L'atto viene rivendicato con scritte sull'aula autogestita AM1: “vi è piaciuta la botta?” e “Carogne, 20 contro 4! Pagherete caro!” (riferita all'episodio di piazza Santa Caterina); la firma è “Fiamme Nere” e una croce celtica.
30/10/2008: tre studenti noti per l'appartenenza al Blocco Studentesco vengono allontanati dal presidio contro la legge 133 in piazza Garibaldi.
21/11/2008: Forza Nuova Pisa plaude sui muri, con un volantino sgrammaticato, all'”ordinanza antiborsone” del Sindaco Filippeschi, in risposta alla manifestazione antirazzista convocata per il 22.
26/11/2008: in una sola notte, alcuni attivisti vengono rinchiusi dentro Rebeldía con un lucchetto al grido di “viva il Duce”; vengono tracciate nuove scritte inneggianti al fascismo sull'aula AM1; al Newroz viene imbrattato il graffito che ricorda Sciascià e il cancello viene divelto.
6/12/2008: Gioventù Italiana in corso Italia regala bottiglie d'acqua (peraltro ignorando i problemi connessi all'acqua in bottiglia) nell'ambito della cosiddetta campagna per l'acqua pubblica. I neofascisti vengono allontanati dalla polizia dopo l'arrivo di alcune decine di militanti di sinistra accorsi grazie al passaparola.
9/12/2008: sul forum di Politica on line, fra i commenti ai fatti di corso Italia, “Erwin” scrive “fra qualche giorno avranno una sorpresa”. Il commento e l'utente verranno fatti sparire alcuni giorni dopo. Rimane invece il post di “AntiSIM”, che cita Johnny Dorelli: “arriva la bomba che scoppia e rimbomba”.
11/12/2008: alla vigilia dello sciopero generale, viene incendiato il portone della sede di Rifondazione Comunista: le fiamme non penetrano all'interno, i danni sono limitati. Poco lontano viene rinvenuta una tanica, a conferma della premeditazione.
13/12/2008: Casapound aveva annunciato distribuzione in grande stile di pane a prezzo simbolico contro il carovita. Nessuno li ha visti.
18/12/2008: Casapound Pisa augura buone feste con un manichino di Babbo Natale “ucciso dalle banche e dal carovita” in piazza Guerrazzi, ripetendo al solito una performance già inscenata in altre piazze italiane.
19/12/2008: Forza Nuova avrebbe distribuito “Pane al popolo” al mercato di Pontedera.
10/1/2009: La Destra organizza un presidio “per l'acqua pubblica” in centro città, anche per replicare alla cacciata del 6 dicembre, chiamando rinforzi da tutta Italia. La Pisa democratica presidia però la piazza in massa, dalla mattina, e le forze dell'ordine confinano l'ottantina di fascisti prima nel parcheggio di via Pietrasantina, poi in un albergo di periferia. Il gerarca Storace dà in escandescenze, i vertici del partitino meditano un ritorno in grande stile, il sindacato di polizia Consap si schiera con La Destra.
Pagina 32 – Pisa Nera – 5. Cronologia
14/1/2009: nel pieno della crisi di Gaza vengono lanciate uova piene di vernice rossa contro la facciata della sinagoga di Pisa.
16/1/2009: al CEP appaiono volantini densi di contenuto: “Immigrazione: ora basta! CEP libero: padroni a casa nostra!”, a firma Forza Nuova Pisa ­ Nucleo CEP, anche se i contatti sono quelli della sede di Pontedera.
18/1/2009: Lotta Studentesca, a Pisa come in altre città, compie "un'azione simbolica per sensibilizzare sul problema della sicurezza negli edifici scolastici": i portoni di alcune scuole vengono sbarrati con nastro bianco e rosso e cartelli di pericolo.
24/1/2009: in città compaiono manifesti di Casapound, affissi anche alle Piagge in prossimità delle abitazioni dei rumeni lungo il fiume.
Pagina 33 – Pisa Nera – 6. Contributi
6. Contributi
Abbiamo chiesto ai gruppi e alle associazioni cittadine colpite dalle recenti azioni squadriste e pubblichiamo di seguito quelle pervenuteci.
6.1 Partito della Rifondazione Comunista – Pisa
Almeno a memoria di chi scrive gli attacchi e gli attentati della destra alle sedi pisane di Rifondazione Comunista sono un fatto nuovo ed inedito. Vi era stato qualche atto intimidatorio come un “raudo” fatto scoppiare dinanzi alla porta della sede del circolo di San Miniato nelle vacanze di natale di qualche anno fa, e una svastica disegnata sul muro esterno del circolo “Tognetti” di Via Pietrasantina nell’estate del 2007. Mai però si era arrivati ad atti squadristici come l’incendio al portone del 12 dicembre che, a nostro avviso, era mirato a fare danni ben peggiori, evitati solo perché lungo la scala che porta dal portone al primo piano, dove hanno sede gli uffici, non c’è nessun tipo di materiale infiammabile. Credo che, purtroppo, sia facile capire cosa sta alla base di quanto è successo. Partirei dal 13 e 14 aprile del 2008, cioè dalle elezioni politiche che hanno riportato Berlusconi, la Lega e fascisti più o meno “post” al governo del Paese: nel nostro campo è stato definito il giorno della sconfitta storica della sinistra. Per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana non siedono nel Parlamento italiano né un senatore né un deputato non dico comunista, ma nemmeno semplicemente di sinistra. Io credo, però, che l’analisi che dovremmo fare è ben più complessa e considerare quei maledetti 13 e 14 aprile come il triste epilogo di un processo di trasformazione della [fu] sinistra italiana cominciato almeno con la “svolta della Bolognina del PCI”, ma che mostra le prime avvisaglie già negli ultimi anni di storia del partito comunista più grande d’occidente. Non mi interessa ragionare qui di cosa abbia significato questo in termini di rappresentanza istituzionale di questo o quel partito, ma casomai quanto quei processi hanno significato in termini di semina nella società e nelle coscienze, anche e soprattutto in settori che storicamente si sentivano rappresentati dalla “nostra parte”. Venir meno alla difesa di principi basilari come l’antifascismo, che dovrebbe costituzionalmente essere la fondamenta, la religione civile non solo della sinistra ma dell’intero arco democratico; abdicare rispetto al principio universale per cui tutti i cittadini sono uguali dinnanzi alla legge per introiettare la dottrina della “tolleranza zero”, mettendo all’indice l’immigrato in quanto tale come potenziale criminale; incrinare l’unità di classe per contrapporre il lavoratore indigeno contro quello immigrato sono i semi velenosi gettati sul terreno fertile di una società sempre più impregnata dalle paure, acuite dalla crisi economica. Si obietterà: ma che c’entra tutto questo con la sconfitta della “nostra parte”? E cosa con quanto accaduto ultimamente nella nostra città? C’entra eccome, perché se quelli sopra citati sono i valori fondanti per i quali la sinistra si è storicamente battuta ponendo un argine culturale e democratico al crescere di sentimenti estranei al trinomio libertà, fraternità ed uguaglianza, il venirne meno ­ attraverso non tanto il cambio di nomi e simbologie, ma nella pratica politica ­ ha spianato autostrade al crescere di sentimenti di destra. Certo, se lo chiedete ai dirigenti di quelle forze dicono che chi fa questo tipo di ragionamento è fuori dal mondo, non sa quel che dice. Peccato che nessuno si è inventato che ad ogni campagna elettorale centrodestra e centrosinistra fanno a gara a chi è più bravo a combattere l’immigrazione clandestina, chi è più giustizialista, chi è più difensore dell’italianità, sbandierata magari anche avallando in modo bipartisan le missioni militari “umanitarie”, un ossimoro stomachevole sempre usato per coprire le guerre di aggressione. Ma così la destra incassa, ringrazia e cresce. E cosa c’entra con Pisa? C’entra Pagina 34 – Pisa Nera – 6. Contributi
perché chi ha governato la nostra città fino a qualche anno indietro, sebbene esponenti di forze politiche nazionalmente protagoniste di quelle trasformazioni, si è avvalso della collaborazione di un tessuto sociale innervato da una rete solidaristica, fatta di associazioni, cooperative e realtà sociali che avevano dato un contributo fondamentale affinché gli enti locali praticassero politiche di accoglienza e integrazione che, pur tra mille limiti e con le immancabili eccezioni, avevano fatto di Pisa una città tendenzialmente accogliente e tollerante. E infatti qui non si erano mai visti i segni evidenti della presenza e dell’insediamento sociale della destra estrema. Da un po’ di tempo, purtroppo, non è più così. La nascita del PD, l’ultima di quelle mille trasformazioni, non solo rende estraneo quel partito ed un generico campo della sinistra, non solo si teorizza l’equidistanza tra il lavoro e l’impresa: si sceglie un altro tipo di elettorato, andandolo a contendere all’altro campo copiandogli i programmi. Ecco a Pisa il “patto per la sicurezza” ­ siglato in consiglio comunale con un accordo bipartisan PD – PDL e ignorando quel ricco tessuto sociale ­ risponde pari pari a quella logica, a quell’opzione strategica. Ecco che il concedere la sala consiliare del comune confinante di San Giuliano per la presentazione di un libro revisionista viene “giustificato” con la libertà di pensiero e di espressione, così come concedere una piazza nel centro storico di Pisa per parate nostalgiche è diventato naturale mentre chi vi si oppone viene additato dai vertici istituzionali come antidemocratico. Viceversa non si concede la biblioteca comunale per la presentazione di un volume che ripristina la verità storica sulla vicenda delle foibe. Invece di prosciugare l’acqua nella vasca dove sguazza il pesce della destra, si apre la fonte che la alimenta. Una pratica legittimatoria che non ci deve far meravigliare se poi chi a sinistra ha deciso di non omologarsi diventa bersaglio di atti non più solo intimidatori e simbolici, ma anche volti a far male come la bomba carta al Newroz e l’incendio al nostro portone.
Ovviamente qui nessuno si fa intimidire. Pisa continua a possedere quella ricchezza straordinaria di cui parlavo poco sopra, non sarà certo un Sindaco che la ignora l’elemento che ci farà arrendere. Insieme a tutti questi continueremo a lavorare per la costruzione di una società di liberi ed uguali.
Roberto Cini
Segreteria Provinciale di Rifondazione Comunista
6.2 Coordinamento dei Collettivi
IL NEOFASCISMO TRA CRISI, ONDA E PAURE.
29 Ottobre : a Roma, durante un corteo di studenti medi contro l'approvazione della legge Gelmini, una cinquantina di “camerati” del blocco sudentesco e di Casapound, prendono la testa del corteo a forza di colpi di spranga. In un video su “Repubblica online” una serie di immagini emblematiche mostra lo stesso gruppo scandire lo slogan “noi la crisi non la paghiamo”. Torniamo indietro di qualche giorno:
23 Ottobre : a Pisa, in un corteo di ventimila persone, gli universitari attraversano le strade della città, insieme a genitori, bambini e studenti medi, uniti dalla voglia di resistere agli attacchi portati al mondo della formazione. Durante il percorso lo spezzone del Polo Carmignani Occupato, decide di entrare alla Sapienza, il palazzo simbolo dell'ateneo, occupandolo simbolicamente per tre giorni. La notte seguente viene lanciata una bomba carta contro lo Spazio Antagonista Newroz e appaiono scritte di stampo fascista sui muri dell'aula AM1, aula autogestita dal Coordinamento dei Collettivi Universitari da più di dieci anni.
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La nostra riflessione sui nuovi rigurgiti fascisti a Pisa parte necessariamente da questi due episodi, visti dalla prospettiva di realtà di movimento universitaria. Lo facciamo non solo per l'aspetto emotivo, perchè vivevamo in quel momento su noi stessi la più grande mobilitazione universitaria degli ultimi vent'anni, ma perchè le tempistiche di questi eventi denotano la volontà dei fascisti di sfruttare a proprio vantaggio i momenti di “alta” dell'onda, nel tentativo di inserirsi nello spazio politico apertosi con la crisi. Dobbiamo cioè riflettere su come questi gruppi cercano di inserirsi nel contesto sociale di mobilitazione permanente, per capire come il nuovo fascismo prova a cavalcare i bisogni e le paure dei soggetti sociali. Il movimento fascista ha da subito provato a fare entrismo all'interno dell'onda, questo è successo anche a Pisa tra gli studenti medi. In una prima fase ha provato a giocare con l'etichetta di “movimento apolitico” che era stata imposta dai mass media all'onda per ridurla ad un fenomeno giovanilista e qualunquista, così da poter prendere parte alle mobilitazioni con strutture come il Blocco Studentesco. In una seconda fase, quando di contro emerse tutta la potenza politica dell'onda, primo soggetto politico a far indietreggiare il governo, il tentativo è stato quello di delegittimarla, provando a farla passare come movimento ideologico, fortemente egemonizzato da “gruppi dell'estrema sinistra” e dei “centri sociali”. In questo modo si cercava di polarizzare il conflitto in atto come guerra fra opposti estremismi, screditando l'onda davanti all'opinione pubblica. A prova di queste analisi basta leggere le dichiarazioni di Cossiga o gli articoli di giornali certamente schierati come Libero, Il Giornale e il Corriere della Sera.
Il tentativo di polarizzare la questione non arriva però esclusivamente dagli ambiti tradizionalmente conservatori: è oggettivo che lo stesso Partito Democratico voglia far passare l'antifascismo militante come prodotto di estremismi da annullare. Questo perchè i movimenti che lo praticano, ormai unici nel panorama apatico e corrotto della politica nazionale, sono gli stessi che portano avanti istanze di rifiuto della rappresentanza e che si confrontano alla pari con tutti i governi, perchè non ci sono governi amici. I movimenti antifascisti sono gli stessi che lottano all'interno delle comunità territoriali per la difesa dei beni comuni e sono gli unici a creare reale conflitto sociale e a dare risposte ai bisogni della gente. Il conflitto, come espressione diretta e senza intermediari di istanze concrete, fa paura a tutte le forze istituzionali perchè non può essere ricondotto al dibattito politico irreale massmediatico e quindi non può essere controllato. Ma il discorso non è semplicememte mediatico: la crisi è contemporaneamente causa e prodotto delle mobilitazioni sociali. Da qualsiasi prospettiva la si voglia vedere, la crisi porta con sé rischi e opportunità. All'interno della crisi vengono riscritti e si evolvono i meccanismi di governance e controllo globale, così come i rapporti sociali. Tutte le forze politiche che si mettono in gioco in questo meccanismo leggono nella crisi anche l'opportunità di rivolgere a proprio favore il mutamento in atto, e i fascisti sono un importante pedina del gioco, dalla parte del potere.
Se da parte nostra le lotte di questi mesi dimostrano la voglia di scardinare gli attuali meccanismi decisionali verticisti, c'è anche chi risponde alla crisi in senso restauratore, per creare uno stato sociale che sia in grado di ammortizzarne i costi, ma che consenta di superarla con un rafforzamento del potere costituito e con la limitazione delle libertà e dei flussi migratori.
Gruppi come Casapound si ritrovano cosi a lavorare sostanzialmente in parallelo al governo, con una propaganda che mira a cavalcare le paure della gente amplificate dalla crisi. In una società moltitudinaria come la nostra la paura è un sentimento comune, dovuto al senso di smarrimento che ci pervade non appena facciamo capolino fuori dall'ambito soggettivo, ogni volta Pagina 36 – Pisa Nera – 6. Contributi
che ci scontriamo direttamente con i mutamenti dirompenti in atto nei modi di vita. Questi mutamenti sono un problema difficile da risolvere ed è facile scaricare il senso di impotenza su un nemico comune, anche se questo è irreale o non costituisce per niente un pericolo. Sia esso il fantasma del terrorismo, o “l'invasione” dei migranti sulle nostre coste. Così una deriva autoritaria e securitaria viene accettata dai più perchè garantisce la “sicurezza”, anche se priva di diritti. L'unico diritto per cui vale la pena battersi è quello alla sopravvivenza, mentre le libertà individuali e politiche sono un lusso, se non un pericolo per la società.
Casapound è l'espressione del nuovo fascismo “sociale”. La sua facciata pubblica è fatta di battaglie sul diritto alla casa “per gli italiani”, di campagne razziste e xenofobe che che accusano gli immigrati di “rubare il lavoro agli italiani”, di distribuzione di pane e pasta a prezzi popolari. Pane e pasta italiani in risposta all'elemosina della social card. Ma per quanto si dicano “fascisti del terzo millennio”, le pratiche del lato “privato” rimangono le stesse: pestaggi e accoltellamenti. Spesso tra compagni si parla di educazione politico­sentimentale. Pensare a quale sia quella dei fascisti ci può aiutare a riconsiderare tanti episodi, che vengono fatti passare come atti teppistici, come gesti di ragazzi esagitati, ma che in realtà sono militanti della destra estrema. Accade così che a Verona, un gruppo di ragazzi che non sono propriamente militanti, ma emulano l'area del “Veneto Fronte Skinheads”, ammazzano Nicola Tomassoli per non avergli dato una sigaretta.
Ogni volta che parliamo di pratiche antifasciste dobbiamo quindi evitare di riferirci al solo aspetto “privato” del fenomeno, ma legarlo all'aspetto pubblico. La sfida dei movimenti è quella di dare risposte concrete ai bisogni delle persone, ma consapevoli che per esorcizzare le paure ingiustificate che affligono la società, bisogna il più possibile uscire dall'ambito di nicchie di resistenza, affrontare le paure in ambito pubblico, insomma provare a creare una nuova socialità. Se il fascismo è corollario reazionario della crisi, la sfida sta proprio nell'affrontare la crisi, nello starci dentro e viverla come opportunità di cambiamento.
6.3 Circolo Agorà
I FASCISTI ALLA PORTA DEL CIRCOLO AGORÀ.
Una grave minaccia e danneggiamenti fascisti contro il circolo A.R.C.I. agorà di Pisa.
Sabato 12 aprile 2008, mentre volgeva al termine il concerto serale di Giulio D'Agnello e la lettura di brani dell'ultima opera letteraria di Alessandro Scarpellini, mani ignote spargevano all'imbocco di Via Bovio volantini con il simbolo della croce celtica tutti intorno al furgone del circolo e veniva tracciata con una bomboletta spray la stessa croce sulla porta a vetro del n. 48, uno dei due ingressi del circolo stesso.
Per puro caso non siamo venuti in contatto con gli autori di questa inquietante provocazione.
Durante la stessa notte, e per la seconda volta in poche settimane, il totem del circolo agorà piazzato in corso Italia è stato semidistrutto.
La "visita" serale e i danneggiamenti ai totem sono state solo alcune di una serie di provocazioni di chiara marca nazi fascista contro l'agorà.
Prima i manifesti della fiamma tricolore a coprire completamente il totem piazzato in Corso Italia, poi la scritta "agorà ebrei" firmata con una svastica a pochi metri dal circolo. Il 12 aprile '08 i Pagina 37 – Pisa Nera – 6. Contributi
fascisti si sono spinti direttamente alla porta del circolo mentre all'interno un centinaio di soci stavano seguendo un importante evento culturale.
Ripetiamo l'appello a tutte le forze democratiche ed antifasciste della città di Pisa per una più stretta sorveglianza contro queste provocazioni.
Abbiamo denunciato pubblicamente al Prefetto di Pisa questa escalation di provocazioni.
Abbiamo chiesto attraverso i nostri legali che venissero messe a disposizione le immagini riprese dall'incredibile sistema di telecamere piazzate in centro storico le quali ­ come al momento della loro installazione ebbero a dichiarare alcuni gestori del circuito ­ possono evidenziare anche gli ingredienti nei piatti dei clienti dei ristoranti del centro. Ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta.
Ci auspichiamo di non dover subire nel prossimo futuro le conseguenze di altre provocazioni, minacce e, dopo la scritta di sabato 12 aprile, possibili aggressioni da parte di questi lugubri figuri
Il circolo agorà è uno dei presidi democratici ed antifascisti, da sempre ci battiamo per difendere i valori della Costituzione nata dalla Resistenza partigiana.
Non ci faremo intimidire da chi oggi persegue di nuovo l'ideologia di morte che insanguinò il mondo con guerre, massacri, torture e campi di sterminio.
Vogliamo rispondere a queste provocazioni parafrasando una bella poesia di Piero Calamandrei, dicendo ai fascisti di oggi che ".. Su queste strade se vorrete tornare ai nostri posti ci ritroverete, morti e vivi con lo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre RESISTENZA"
Il direttivo del circolo agorà di Pisa. 6.4 Alcuni antifascisti della Valdera
Querelati per un volantinaggio contro Forza Nuova a Pontedera
Dopo che nella Primavera del 2005 il movimento di estrema destra Forza Nuova ha aperto una sede a Pontedera, numerose volte i vari gruppi antifascisti della Valdera e dell’intera provincia di Pisa hanno contestato, con forme sempre pacifiche, le attività e l’ ideologia di tale partito.
Mai però, prima dell’estate 2008, alcun militante antifascista era stato addirittura perseguito penalmente per aver espresso le proprie libere opinioni in merito alla presenza di Forza Nuova in Valdera. Infatti nel luglio 2008 è stato recapitato a casa di tre giovani un Decreto Penale di condanna per avere “diffamato” Forza Nuova, addirittura distribuendo dei semplici volantini; ma ricostruiamo i fatti con ordine.
Sabato 19 Novembre 2005 alcuni militanti di Forza Nuova effettuarono un’azione davanti all’ospedale Lotti di Pontedera, in cui, sventolando bandiere nere, distribuirono per l’intero pomeriggio volantini contro l’aborto, contro l’autodeterminazione femminile e nello specifico contro la sperimentazione a Pontedera della pillola abortiva RU486.
La settimana successiva, sabato 26 Novembre, per rispondere a tale iniziativa, per difendere il diritto alla libera scelta delle donne e per denunciare quale fosse la vera ideologia di FN, fu organizzato un volantinaggio lungo Corso Matteotti, nel centro di Pontedera, da parte dei Giovani Comunisti del PRC. In tale occasione la Digos, si avvicinò ai quattro giovani che stavano distribuendo il testo e li identificò, non tanto adducendo un particolare reato, quanto per identificare chi fosse presente, alla luce del fatto che, poco distante, era in corso un’altra iniziativa di FN.
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A questo punto occorre fare un salto di quasi tre anni, nel luglio 2008, per sapere che i soggetti identificati quel pomeriggio erano stati querelati da parte del segretario nazionale di FN Fiore per diffamazione. In particolare uno dei quattro ragazzi era minorenne sia all’epoca dei fatti sia tutt’oggi e non è stato quindi denunciato, mentre gli altri tre (che oggi non appartengono più ai GC ma ad altre organizzazioni tra cui Rete dei Comunisti e Sinistra Critica) si sono visti recapitare a casa l’avviso del fatto che era già esecutiva una condanna per diffamazione nei loro confronti e che era stata loro inflitta un’ammenda di 1000 euro a testa, anche se esente dal pagamento grazie all’indulto. Le frasi incriminate per determinare il reato di diffamazione, senza entrare troppo nel merito, erano tutte relative all’ideologia neofascista, alle pratiche ed alla simbologia proprie di Forza Nuova.
Da notare che durante i quasi tre anni del procedimento i tre imputati non erano affatto a conoscenza del fatto che qualcuno stesse indagando e decidendo sul loro conto; inoltre altra cosa abbastanza singolare è il fatto che Fiore, nel querelare, abbia scelto i tre singoli individui, “rei” in fondo solo di distribuire dei fogli, non curandosi del fatto che chi aveva scritto ed autorizzato tale volantino era pur sempre un partito politico, di cui fra l’altro compariva pure il simbolo nel testo; segno questo che la scelta di FN è stata quella di provare a colpire i “singoli”, poiché più facilmente colpibili, anziché le organizzazioni politiche, che difficilmente sarebbero danneggiate. Immediatamente i tre giovani antifascisti, di concerto con le organizzazioni politiche coinvolte, hanno deciso di opporsi al Decreto Penale di condanna e di scegliere pertanto di rifare il processo daccapo, nella convinzione che durante le varie udienze sarà possibile dimostrare l’innocenza di chi non ha avuto altre colpe se non quella di distribuire dei volantini in cui denunciava la natura di FN e di praticare l’antifascismo con modalità del tutto pacifiche.
Da questa vicenda possono emergere ovviamente varie considerazioni; intanto il fatto che Forza Nuova adotti la pratica di “querelare” chi fa informazione antifascista nei suoi confronti dimostra che essa ha il duplice obiettivo, da un lato, di dare una ripulita giudiziaria ai propri scheletri nell’armadio cercando addirittura una legittimazione da parte di alcuni magistrati, dall’altro che FN ne approfitta addirittura per provare a guadagnare pure qualche soldo da chi viene poi eventualmente condannato in sede civile a pagare per “risarcimento danni”. Va poi precisato che per affermazioni quasi analoghe, alcuni anni fa, la procura di Livorno aveva giustamente archiviato la posizione di alcuni antifascisti “rei”, secondo FN, di averla diffamata “a mezzo stampa”, mentre in questo caso quella di Pisa ha scelto di andare fino in fondo verso alcuni ragazzi che si sono limitati a un volantinaggio… che nessuno a questo punto si permetta più di parlare di “toghe rosse”, perché qui siamo lontani anni luce…
Nei prossimi anni, in cui questi tre militanti antifascisti dovranno subire quindi il processo per diffamazione, sarà utile alla loro causa il contributo di chiunque abbia a disposizione materiale (foto, volantini, pagine web…) che aiuti a dimostrare quanto sia realmente intollerante e totalitaria l’ideologia di Forza Nuova; naturalmente saranno messe in campo anche varie iniziative per finanziare le spese processuali dei tre denunciati. Se non altro tutto ciò servirà però anche per “fare politica” sull’antifascismo in Valdera e per ricordare a tutti quanta intolleranza e violenza possano celarsi dietro ad una croce celtica, ad una testa rasata o ad un saluto romano. Essere antifascisti oggi non può essere reato!
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6.5 Assemblea Spazi Autogestiti – Lucca
Comunicato del febbraio 2007 diffuso dal Cantiere Resistente di Lucca in occasione di una manifestazione antifascista in risposta ad una grave aggressione subita da un giovane militante di sinistra.
Il 24 febbraio 2007, verso le tre di notte, un ragazzo appartenente al Cantiere Resistente, viene inseguito per alcuni chilometri da due, forse tre, macchine piene di estremisti di destra. Il ragazzo perde il controllo del mezzo e si schianta contro alcune automobili in sosta davanti al bar Tambellini a S. Alessio. Sceso dall'auto si dà alla fuga, ma braccato da una dozzina di fascisti, viene atterrato, ricoperto di sputi, calci, pugni e infine accoltellato almeno tre volte, finché stremato non perde conoscenza. Alcune persone sopravvenute danno l'allarme, scongiurando un tragico finale. Il ragazzo si sveglia all'ospedale di Lucca dove, oltre ai numerosi punti di sutura, gli verrà nei giorni seguenti impiantata una placca per la riduzione della frattura al malleolo del piede destro e verranno ricollegati i legamenti della caviglia gravemente danneggiati.
E' questo l'ultimo di una lunga serie di episodi avvenuti a Lucca negli ultimi anni. Un'escalation di minacce, intimidazioni, aggressioni e pestaggi perpetrati da estremisti di destra, spesso collegati ad organizzazioni fasciste come Forza Nuova, Fiamma Tricolore, Naziskin, Bulldog 1998 (gruppo ultrà della lucchese). Nella Lucca "centro commerciale naturale", nella Lucca "città salotto" che si vende a turisti e cittadini abbienti, prolifera indisturbato un sottobosco di squadristi fascisti, poche decine di persone, spesso figli della Lucca bene, che hanno finora goduto dell'indifferenza, quando non di vere e proprie coperture a garanzia della loro impunità, da parte delle istituzioni. A coloro che oggi si svegliano di soprassalto, increduli che nella "pacificata" Lucca possano accadere fatti simili, vogliamo far presente che il fenomeno dell'estremismo di destra e del neofascismo è stato in questi anni spalleggiato, e spesso foraggiato, da ambienti conservatori nonché dai partiti del centrodestra, basti pensare all'alleanza alle ultime elezioni politiche tra Casa delle Libertà, Alternativa Sociale­
Forza Nuova e Fiamma Tricolore. Quando si tratta di raccattare voti Berlusconi & C. non esitano nemmeno ad organizzare manifestazioni in cui si esprime il peggio del nazifascismo attuale, tra sventolii di croci celtiche, saluti romani, svastiche tatuate, ecc. Senza andare troppo lontano, ricordiamo che nella giunta comunale di Altopascio un forzanuovista ricopre la carica di assessore.
I fenomeni a cui oggi assistiamo si nutrono anche del razzismo strisciante indotto da legislazioni discriminatorie, come la legge Turco­Napolitano che ha istituito i Centri di Permanenza Temporanea per migranti, veri e propri lager che sanciscono legislativamente l'esistenza di persone di serie B per le quali non valgono i diritti di tutti gli altri esseri umani. Si alimentano della logica securitaria proposta e propagandata indifferentemente dal centrodestra e dal centrosinistra, riassumibile nello slogan reazionario "legge e ordine", una società del controllo e della repressione (videocamere, poliziotti di quartiere, carcere) che tende a colpire i soggetti più deboli. Prosperano nell'attuale situazione di precariato generalizzato che ha progressivamente ridotto i diritti dei lavoratori, tagliato drasticamente i salari, distrutto ogni parvenza di stato sociale, eliminato ogni sicurezza di una vita dignitosa per un numero sempre più grande di persone. Lo stesso Emanuele, già colpito dai fascisti, ha subito la perdita del lavoro, non essendogli stato rinnovato il contratto a termine con il quale era stato assunto tre mesi prima. Coloro che non sono più utili alla produzione vengono automaticamente espulsi dall’attività lavorativa grazie a quelle forme precarie di contratto imposte negli ultimi 15 anni da entrambi gli schieramenti politici che si sono alternati al governo. Una società, dunque, fortemente gerarchizzata e autoritaria, in cui il potere reale è nelle mani di pochi, i quali possono disporre a proprio esclusivo vantaggio della vita stessa delle persone, devastano l’ambiente dei territori stravolgendo il vissuto quotidiano degli abitanti e mettendone a repentaglio la salute, esportano guerre in tutto il mondo. E' già, questa, una società in via di fascistizzazione.
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Sabato 17 marzo a Lucca si terrà un grande corteo antifascista indetta dal Coordinamento Cittadino Antifascista. Nell'ambito di questa manifestazione intendiamo lanciare un progetto di liberazione della nostra città. Liberazione da tutte le forme di fascismo e squadrismo e dalle connivenze con esse, ma anche dalle discriminazioni contro i migranti, dalle guerre e dall’economia di guerra, dal precariato in tutte le sue declinazioni che precarizza la vita, dalle lobbies politico­affaristico­
massoniche che dettano legge nel nostro territorio. Liberazione per conquistare spazi di agibilità politica e culturale in città, per ottenere un centro sociale autogestito che sia uno strumento di pratica ed espressione per tutte le forze più vive e propositive del nostro territorio.
Un processo di cambiamento che vogliamo costruire all'insegna dello slogan LUCCA LIBERA.
Cronologia aggiornata al febbraio 2007 delle aggressioni fasciste a Lucca
Cronologia delle aggressioni fasciste
­ 25 Aprile 2001: nel giorno della festa della liberazione il comune concede la casermetta S. Croce a Forza Nuova per un’iniziativa sul gerarca Pavolini. ­ Novembre 2002: il Comune autorizza in piazza S. Frediano un’ iniziativa di Forza Nuova contro l’ immigrazione, i muri della città vengono imbrattati con scritte xenofobe, razziste e inneggianti al fascismo. In via Beccheria accanto alla vetrina di un negozio compare la scritta “gay raus” preceduta dal nome del titolare dell’esercizio e una croce celtica. Poco dopo il negozio chiude.
­ In concomitanza con la nascita dell’ associazione “Altro Volto ­ Lucca gay e lesbica” due studentesse partecipanti sono circondate da un gruppo di noti simpatizzanti di Forza Nuova, vengono spintonate, minacciate e fatte oggetto di pesanti insulti.
­ 4 aprile 2003: manifesti e scritte di stampo fascista alla sede della CGIL in via Fillungo. Negli stessi giorni viene danneggiata la moschea del centro cittadino. Una svastica compare sul portone dell’Istituto Storico della Resistenza.
­11 Aprile 2003: Don Vitaliano della Sala, presente a Lucca per un’iniziativa, viene offeso e minacciato all’interno di un ristorante da un giovane che dichiara di appartenere a Forza Nuova.
­Luglio 2003: atti di vandalismo, croci celtiche, svastiche e minacce alla festa di Liberazione di Montecarlo.
­ 27 agosto 2003: infranta a sprangate la vetrina della libreria Baroni in via S. Paolino, dove era stato presentato un libro dall’associazione “Altro Volto”. Scritte naziste e omofobie sui muri attorno. (Esito del processo: tutti assolti).
­ 2 Settembre 2003: volantino che incita all’odio contro i Rom e i giostrai firmato “skinhead Lucca”.
­ 27 settembre 2003: l’ Amministrazione Comunale e le forze dell’ordine autorizzano Forza Nuova a tenere a Lucca il proprio raduno nazionale.
­ Ottobre 2003: in centro un giovane viene aggredito e picchiato da un gruppo di “ignoti” a volto coperto. Motivo: aver partecipato alla manifestazione contro le discriminazioni.
­ Dicembre 2003:la prima discoteca gay di Lucca è fatta oggetto di intimidazioni e minacce.
­ 31 dicembre 2003: aggrediti due giovani minorenni durante una festa da un gruppo di estremisti di destra.
­ 8 aprile 2004: in una discoteca di Antraccoli viene aggredito un giovane del Collettivo Studentesco per il Diritto allo Studio. Riporta la frattura del setto nasale ed altre ferite alla testa.
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­ 18 aprile 2004: violenza sessuale punitiva nei confronti di una ragazza lesbica da parte di due fascisti rimasti sconosciuti.
­ 15 agosto 2004: nei pressi di via Garibaldi viene aggredito e picchiato da cinque nazifascisti un membro dell’Assemblea Spazi Autogestiti. Il compagno subisce un’operazione maxillofacciale per la riduzione delle fratture e l’applicazione di una placca metallica al padiglione orbitale. Il processo contro i noti estremisti di destra è tuttora in corso.
­ 29 ottobre 2005: nel pomeriggio 25 nazifascisti si presentano davanti al S.K.A. Sankara di S. Anna. I cinque militanti presenti si chiudono all’interno e sono costretti a chiamare la polizia che si presenta solo dopo 45 minuti, quando ormai il gruppo di aggressori si è dileguato.
­ 10 dicembre 2005: intorno alla mezzanotte viene lanciato un mattone contro la finestra del Ankara mentre si sta svolgendo una festa. Il vetro si infrange e i frammenti colpiscono alcune persone lì vicino. Poche ore dopo vengono lanciate due bottiglie molotov.
­ 26 agosto 2006: intorno alle 18 in piazzale Aldo Moro a S. Concordio, si presenta un gruppo di circa 25 estremisti di destra in assetto da battaglia (catene, cinture e bottiglie rotte), per impedire con la violenza l’inaugurazione del torneo di calcio interfonico “Asi es mi futuro”. Dopo una ventina di minuti giunge sul posto un’ auto delle forze dell’ordine. Alla richiesta di identificare gli aggressori gli agenti lasciano trascorrere alcuni minuti e i nazifascisti si allontanano lentamente in gruppo, indisturbati.
­ 8 dicembre 2006: intorno alle 4 di notte un gruppo di nazifascisti sfonda il vetro di un’auto parcheggiata sotto la casa di un ragazzo di sinistra a S. Alessio e tenta di incendiarla.
­ 15 gennaio 2007: la mattina, durante le ore di autogestione, si presentano all’entrata del Liceo Artistico quattro individui di estrema destra cercando di introdursi nella scuola. I professori sbarrano il portone che viene spintonato dai quattro. Si allontanano dopo circa 20 minuti.
­ 27 gennaio 2007: nel “Giorno della Memoria” le istituzioni e le forze dell’ordine, pur avvertite con largo anticipo, consentono lo svolgimento di un concerto naziskin a Cozzano che richiama estremisti di destra di tutta la Toscana.
­ 23 febbraio 2007: all’udienza del processo per il pestaggio del 15 agosto 2004 (vedi sopra), sono presenti una ventina di naziskin di scorta agli imputati. All’interno del tribunale, indisturbati, provocano ed intimidiscono sia il ragazzo vittima del pestaggio che i presenti.
­ 24 febbraio 2007: verso le tre di notte un ragazzo appartenente al Cantiere Resistente, neonato soggetto politico impegnato nell’autogestione del territorio, viene inseguito per alcuni chilometri da due, forse tre macchine piene di estremisti di destra. Il ragazzo perde il controllo dell’auto e si schianta contro altre macchine in sosta davanti al bar Tambellini a S. Alessio. Sceso dall’auto si da alla fuga ma , braccato da dieci, forse quindici fascisti, viene atterrato, accoltellato, coperto di calci, pugni, offese e sputi finché stremato non perde i sensi. Alcune persone sopravvenute danno l’allarme, scongiurando un infausto finale. Il ragazzo si sveglia in ospedale dove oltre ai numerosi punti di sutura, gli verrà impiantata una placca per la riduzione della frattura al malleolo del piede destro e nello stesso intervento gli verranno ricollegati alcuni legamenti della caviglia danneggiati durante il pestaggio.
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7. Rassegna Stampa
Riportiamo di seguito gli articoli di particolare rilevanza comparsi sulla stampa locale. Sono stati scelti quelli che si riferiscono a apparizioni pubbliche dei gruppi di cui abbiamo parlato nel nostro dossier o agli attentati e atti di teppismo che hanno avuto luogo a Pisa.
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Articolo 1: Il Tirreno – 2 febbraio 2007
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Articolo 2: La Nazione – 17 maggio 2007
Pagina 45 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 3: Il Tirreno – 30 agosto 2007
Pagina 46 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 4: Il Tirreno – 12 novembre 2007
Pagina 47 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 5: La Nazione – 19 novembre 2007
Pagina 48 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 6: La Nazione – 30 novembre 2007
Pagina 49 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 7: Il Giornale della Toscana – 29 maggio 2008
Pagina 50 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 8: La Nazione – 20 luglio 2008
Pagina 51 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 9: Il Tirreno – 4 settembre 2008
Pagina 52 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 10: Il Tirreno – 4 ottobre 2008
Pagina 53 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 11: Il Tirreno – 7 ottobre 2008
Pagina 54 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 12: Il Tirreno – 26 ottobre 2008
Pagina 55 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 13: Il Tirreno – 27 ottobre 2008 (prima parte)
Pagina 56 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Il Tirreno – 27 ottobre 2008 (seconda parte)
Pagina 57 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 14: Il Tirreno ­ 29 novembre 2008
Pagina 58 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 15: Il Tirreno – 7 dicembre 2008
Pagina 59 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 16: Il Tirreno – 13 dicembre 2008
Pagina 60 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 17: Il Tirreno – 11 gennaio 2009 (prima parte)
Pagina 61 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Il Tirreno – 11 gennaio 2009 (seconda parte)
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Articolo 18: Il Tirreno – 11 gennaio 2009
Pagina 63 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 19: La Nazione – 12 gennaio 2009 (prima parte)
Pagina 64 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
La Nazione – 12 gennaio 2009 (seconda parte)
Pagina 65 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 20: Il Tirreno – 13 gennaio 2009
Pagina 66 – Pisa Nera – 7. Rassegna Stampa
Articolo 21: Il Tirreno – 14 gennaio 2009 (prima parte)
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Il Tirreno – 14 gennaio 2009 (seconda parte)