Slot online e poker sui telefonini dove l`azzardo
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Slot online e poker sui telefonini dove l`azzardo
Slot online e poker sui telefonini dove l’azzardo non ha frontiere GABRIELE MARTINI TORINO on chiudono le slot machine reali e in più aprono quelle virtuali. Lo sbandierato giro di vite del ministro Balduzzi, che voleva vietare i videopoker nel raggio di 500 metri dalle scuole, è destinato a restare una proposta. Manca la copertura finanziaria. Gli irriducibili dell’azzardo tirano un sospiro di sollievo e pregustano la rivoluzione in arrivo. C’è già la data: 3 dicembre 2012. Da quel giorno si potrà giocare alle slot anche online. Con soldi veri. La legalizzazione procede spedi- N Liberalizzazione al via dal 3 dicembre. La Polizia Postale: pericolo illegalità NUMERI DA CAPOGIRO In Italia nel 2011 il gioco via Web ha fatturato quasi 10 miliardi Quest’anno si arriverà a 14 I SERVER ALLE ANTILLE OLANDESI Il «nero» vale due miliardi Nella black list dei Monopoli di Stato figurano 4.416 siti Con gli smartphone sarà possibile scommettere soldi veri in qualsiasi momento e da qualunque luogo entrava con un clic. Adesso il tavolo verde sta nel taschino: è la bisca formato smartphone. Le applicazioni permettono di scommettere soldi veri in qualsiasi momento e da qualunque luogo. Così l’italiano con il vizio del poker punta forte anche sotto l’ombrellone, aspettando il tram o nella pausa caffè. La tentazione è lì a portata, 24 ore su 24. «Il gioco d’azzardo sul Web sui telefonini è il futuro. Nei prossimi anni si faranno affari d’oro», spiega estasiato il dirigente di una delle aziende leader del settore. I «big» della Rete, fiutato l’affare, hanno deciso di esplo- rare l’Eldorado. Facebook ha lanciato nel Regno Unito la sua prima applicazione per scommettere soldi veri nel rassicurante ambiente virtuale. In Italia nel 2011 l’azzardo online ha fatturato 9 miliardi e 850 milioni di euro. La crescita è vertiginosa: +100% sul 2010. Quest’anno si arri- 30 661 396 382 20 400 200 0 372 378 2000 2001 2002 2003 2006 2007 2008 2009 2010 2011 0 61 ,5 37 ,6 54 ,4 47 ,6 SPESA PRO CAPITE PER GIOCHI NELLE REGIONI ITALIANE NEL PERIODO GENNAIO-GIUGNO 2012 Abruzzo 918 euro Lazio 905 Lombardia 848 Emilia Romagna 804 10 Fonte: elaborazione LA STAMPA su dati AAMS e Istat It t 2004 2005 18 ,0 591 600 28 ,5 40 32 ,6 1.010 800 42 ,2 798 50 29 ,0 1.250 933 1.000 Fonte: elaborazione LA STAMPA su dati AAMS e Corte dei Conti 35 ,2 60 23 ,1 1.138 24 ,8 1.200 Raccolta lorda Vincite distribuite ai giocatori 70 13 ,5 1.400 Nel 2011 la spesa pro capite per giochi è 4 volte quella del 2000 e una volta e mezzo del 2007 44 ,0 80 1.600 79 ,9 SPESA PRO CAPITE DELLA POPOLAZIONE MAGGIORENNE RACCOLTA LORDA E VINCITE DISTRIBUITE PER GIOCHI E SCOMMESSE (euro, valori a prezzi costanti, 2011) 1.585 AI GIOCATORI (miliardi di euro) 61 ,5 ta: dopo scommesse sportive e poker, tocca alle famigerate «mangiasoldi». É già tutto calendarizzato, all’amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato sono al lavoro sulle autorizzazioni. Niente più processioni al bancone del bar per cambiare le monete, fra poco meno di cento giorni per mandare in fumo lo stipendio basterà un computer. Oppure un telefonino connesso a Internet. Perché il nuovo comandamento è giocare sempre e dovunque. La prima rivoluzione fu un pc connesso al Web: nasceva il casinò virtuale, non serviva lo smoking e si verà a 14 miliardi. Per le casse dell’erario è una manna. Ma bisogna vincere la battaglia quotidiana contro chi non rispetta le regole. Polizia postale e Guardia di Finanza chiudono ogni mese decine di casinò illegali sul Web. Questi siti accalappiano gli internauti offrendo bonus, giochi vietati e quote più alte. Il Tesoro quantifica il giro d’affari del «nero» in due miliardi. Ad oggi nella black list dei Monopoli di Stato figurano 4416 siti. «I portali poggiano su server nelle Antille Olandesi, a Cipro o Malta», spiegano dal Nucleo Frodi Tecnologiche della Finanza. A volte però l’oscuramento non basta: modificando manualmente le impostazioni, i giocatori riescono a «mascherare» la connessione e ad accedere ai siti bloccati. Lo scenario muta e nella guerra alle ludopatie lo Stato rischia la sconfitta. Con il boom delle scommesse via telefonino e la legalizzazione delle slot, il quadro peggiorerà. Dall’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato confermano i timori: «Il gioco via social network può esplodere in maniera incontrollata, col pericolo di coinvolgere i minori». Stesso ritornello sui telefonini: «Oggi la tecnologia mobile espone molti più soggetti al gioco illegale», spiega Carlo Solimene, direttore della Divisione Investigativa della Polizia postale e delle Comunicazioni. Altro che vietare i videopoker vicino alle scuole: il rischio vero è che i ragazzi giochino d’azzardo tra i banchi. Liguria 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 782 2011 Molise 769 Campania 754 Trentino Alto Adige 742 Umbria 738 Marche 736 Toscana 723 Piemonte 693 Valle d’Aosta 671 Puglia 661 Veneto 626 Friuli Venezia Giulia 620 Calabria 590 Sicilia 578 Sardegna 578 Basilicata 543 M Mar Tirreno Centimetri-LA STAMPA Fonte: elaborazione LA STAMPA su dati AAMS e IIstat t t Intervista GIACOMO GALEAZZI ROMA on possiamo abbandonare a se stessi i malati di gioco». Anche in Italia sono in arrivo le applicazioni sullo smartphone per il gioco d’azzardo: ciò sottrae i soggetti a rischio dal controllo familiare e «parcellizza» l’emergenza-ludopatia allargandola ulteriormente. Andrea Riccardi, ministro per l’Integrazione con delega alla Famiglia, mette in guardia dall’escalation di «una tragedia che ha già raggiunto un milione di italiani». N Il decreto Sanità favorirà il dilagare del gioco d’azzardo sulla Rete? «Il web e la tecnologia pongono problemi nuovi al legislatore, non solo in questo campo. C’è la necessità di affinare le tecniche di intervento, soprattutto attraverso accordi internazionali. Perché si può intervenire abbastanza facilmente su un casinò online che ha la sua sede in Italia,è molto più complicato se si trova all’estero o, magari, in un Paese off-shore». “Vedo troppe vite rovinate dal gioco Il governo interverrà” Riccardi: in Italia 1,8 milioni di malati Perché oggi tanta gente si butta nel gioco d’azzardo? Come può intervenire il governo? «Non dobbiamo cadere nella tentazione di creare uno Stato etico, né in quella di fare del proibizionismo che può diventare controproducente. Possiamo e dobbiamo intervenire su due aspetti principali. Il primo: far sì che i cittadini siano pienamente informati sull’alea del gioco – di qui l’obbligo di trasparenza sulle probabilità reali di vincita – e consapevoli sui rischi del gioco d’azzardo. Il secondo: tutelare le categorie più deboli, ovvero i minori – anche con il divieto di pubblicità nelle fasce orarie o nei luoghi frequentati dai giovani – e i giocatori patologici, che vanno aiutati a uscire dal tunnel della dipendenza». Sia lei sia il presidente della Cei Bagnasco avete lanciato l’sos-ludopatia. É un allarme caduto nel vuoto? momento di difficoltà, in cerca di svago o di una speranza, poi si comincia a perdere sempre di più, ci si gioca lo stipendio, infine i risparmi: si entra in una spirale che finisce con la rovina finanziaria e familiare, con il dover vendere la casa, con il ricorso agli usurai. Gli esperti calcolano che circa 1,8 milioni di italiani soffrono di disturbi compulsivi da azzardo. È una vera dipendenza, da trattare come se ne trattano altre: il fumo, l’alcool o la droga. Ne abbiamo discusso con il ministro della Salute Balduzzi e ci siamo trovati d’accordo che bisognava intervenire». Il ministro Andrea Riccardi è il ministro per l’Integrazione con delega alla Famiglia «Credo che la voglia di azzardo sia acuita in momenti come questi di crisi economica. C’è la speranza miracolistica, il sogno di una vincita clamorosa che possa ribaltare la condizione difficile che si sta vivendo. Ma il miracolo avviene raramente, più spesso c’è il rischio di finire in una condizione da incubo». É un indicatore di una crisi morale oltreché etica? «C’è un allarme sociale piuttosto vasto su questo problema: educatori, religiosi, associazioni familiari, sindacati. Chi vive a contatto con i drammi della gente è particolarmente sensibile alla questione. Come ministro della famiglia ho ricevuto molte lettere toccanti, che raccontano di vite e di famiglie distrutte. Perché si comincia a giocare in un «Il gioco è sempre esistito. E non va demonizzato. Quello che noto è che oggi il gioco diventa sempre meno un fenomeno aggregante, collettivo, di gruppo - pensiamo alle grandi tombolate natalizie o persino alla partita a poker con gli amici – per diventare un momento estraniante: l’individuo solo, chiuso in sé stesso, di fronte a una slot-machine o a un computer».