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Da : ”La vita quotidiana a Roma” di Jérome Jarcopino Editori Laterza “Impero – Viaggio nell’impero di Roma seguendo una moneta” di Alberto Angela Edizioni Mondadori (circa 100 d.C.) Città Quartieri : abitazioni, negozi, magazzini Camera da letto Mestieri : mestieri femminili, alimentazione, abbigliamento, edilizia, trasporti, navi, pulizia e manutenzione magazzini Toilette e acconciature Cura del corpo delle Matrone Indumenti Oggetti Monete Calendario Giustizia (Damnatio Memoriae), diritto e politica Società: Classi sociali ed ordini, Famiglia, Fidanzamento, Matrimonio, Divorzio, Morte : Calendario romano Schiavi e loro compiti Scuola Divertimenti ; Panem et ciercenses, Anfiteatro, Teatro, Passeggiate giochi e piaceri, Terme Elargizioni Militari Deità Città : Dal II sec. a.C. i romani costruirono città applicando il sistema ortogonale di Ippodamo di Mileto, che sarà l’impianto più diffuso nelle città conquistate e rifondate come proprie colonie. Gli assi principali detti cardo o decumano, furono eletti ad assi viari più importanti. Le nuove città sorgevano principalmente in zone pianeggianti ed all’incrocio di grandi vie di comunicazione. Roma inoltre ripartì il territorio in proprietà agrarie dalla forma regolare, con le note “centuriazioni”. Una suddivisione che, seppur in maniera discontinua, sopravvive ancor oggi nell’orientamento delle divisioni proprietarie. Per primi i Romani dimostrarono capacità di pianificare vaste aree senza perdere di vista la visione complessiva del territorio in loro possesso, e il disegno del territorio divenne anch’esso strumento di governo delle popolazioni conquistate e funzionale alle esigenze dell’Impero. pomerium : sacro solco scavato attorno all’area che doveva contenere la città e che si interrompeva solo dove andava situata una porta. umbilicus Urbis: nei pressi dell’arco di Settimio Severo c’è ancora la base circolare che sosteneva l’”ombelico della città”, cioè del mondo miliarium aureum: poco distante dall’umbelicus Urbis, una colonna rivestita di bronzo che dava il punto zero di tutte le vie imperiali che si irradiavano dal Foro per ogni dove. Quartieri : Abitanti : sotto Antonino si stima fossero circa 1.200.000 actus : vie in cui poteva passare solo un carro alla volta album : deriva da albus (bianco). Era un muro su quale l’amministrazione di una città scriveva editti ed altre info. Quando ciò che vi era scritto non era più attuale, veniva cancellato imbiancandolo con della calce. ager romanus : territorio rurale, annesso alla cinta di Roma, e che si fermava alla frontiera delle città limitrofe angiportus : semplici passaggi balneum : bagno privato calidarium : terme - ipocausi : apparecchi di riscaldamento con 1 o 2 fornelli - ipocausto : camera del calore cartibula : oggetti preziosi della casa castella : vasche in cui decantava l’acqua dell’acquedotto cauponae : locande cenacula : appartamenti, in affitto, dei caseggiati clivi : strade in collina, rampe (Clivus Capitolino) congiarium : libro in cui si teneva conto delle persone indigenti a cui andava gratuitamente il grano (150.000 al tempo di Cesare) convivia : banchetti conductores foricarum : appaltatori del fisco. Si interessavano delle latrine a pagamento cubiculum : stanza per il ricovero giornaliero dei pazienti (tipo “day hospital”) curiae : rioni. Al tempo di Romolo dovevano essere circa 30 domus : appartamento di proprietà - Disposizione stanze in ordine invariablile : fauces, atrium, alae, triclinium, tablinum, peristilio foricae : latrine (sedili in marmo disposti ad emiciclo sotto i quali scorreva l’acqua) ganeae : “case” dissimulate anche nelle popinae horrea : magazzini disposti lungo le rive del Tevere insulae : caseggiati, divisi in 5 o 6 appartamenti (cenacula) itinera : vie accessibili ai soli pedoni lacus : pozzo nero maeniana : balconi margines, crepidines : marciapiedi murus sanctus : mura della prima fondazione, costruite con rito etrusco, in cui vengono gettate nel tratto scavato lungo il solco, pietre terminali, una immagine aniconica del dio Terminus (da cui mura sante ed inviolabili). Poi, per santificarne l’inviolabilità, veniva sacrificata una bambina e poi sepolta sotto la soglia della porta Mugonia. Il sacrificio dell’inviolabilità riproponeva l’uccisione di Remo che aveva voluto scavalcare il solco di Romolo? pergulae : logge che poggiavano sui portici pomerium : cinta di Roma, falsamente attribuita a Servio Tullio popinae e thermopolia : osterie. Nella Via dell’Abbondanza a Pompei vi era un cartello che segnalava le 3 “donzelle” (asellae) addette alla popina regionari : raccolta di libri contenenti notizie riguardanti i diversi quartieri (vici) di Roma e l’accrescimento della popolazione scamna : banchi - subsella : sgabelli – sellae : sedie senza braccioli semitae : sentieri di max 10 piedi (2,90 metri) sternendae viae : selciato suspensure : pile di mattoni, nell’ipocasto, per facilitare il calore tabernae : botteghe e magazzini ricavati al pianterreno delle insulae taberna unguentaria : profumeria viae : vie in cui 2 carri potevano incrociarsi o superarsi. Larghezza tra i 4,80 e i 6,50 metri vici : quartieri delimitati dalle vie che li circondavano : Vico magistri : sindaco dei vici Camera da letto : arca : cassa per stoffe e denaro (solitamente in camera da letto) cubiculum : camera da letto (era di piccole dimensione e con imposte cieche che, chiuse, davano oscurità completa. Aperte esponevano alla pioggia cubiculo : addetto alla camera da letto cubile : letto, giaciglio culcita, cervical : guanciale la cui imbottitura (tormentum) era di fieno (per i poveri) e di lana o di piume di cigno per i ricchi lansanum : vaso da notte lecticuli : lettini ad una piazza - lectus genialis : a 2 piazze per coppie di sposi – triclinia : a 3 piazze per stanza da pranzo lodices : trapunta o copriletto policromo e damascato (polymita) da porre sul operimentum scaphium : pitale. Esistevano diversi modelli, ad esempio, di argilla (matella fictilis) o d’argento incastonato di pietre thalamus : camera nuziale toral : scendiletto da porre davanti al letto (ante torum) che spesso gareggiava in lusso con i lodices. torus : materasso che poggiava su cinghie e rivestito da 2 coperte o tappeti (tapetia) : strangulum (per poggiarsi) e operimentum (per coprirsi) la quasi totalità dei lavoratori romani sospendeva il lavoro alla sesta od alla settima ora. Se facciamo equivalere a 45 minuti nostri l’ora romana del solstizio d’inverno ed a 75 minuti quello d’estate, la giornata lavorativa romana era di circa 7 ore in estate e di 6 in inverno Mestieri anularii : mercanti di anelli aquarii : portatori d’acqua (designati come gli ultimi degli schiavi) - dolia : giare per l’acqua argentarii : venditori di gioielli ma anche coloro che si occupavano di banche e di cambi (le operazioni bancarie erano interdette alle donne) aurifices : orafi brattiari : inauratores : mercanti di battiloro. Ponevano un grano d’oro fra due pelli di animale e le battevano sino ad ottenere una sottile lamina calcatores : schiavi che pestavano l’uva caupones : albergatori cohortes urbanae : piccole postazioni di polizia urbana creata da Augusto. Un po’ come i nostri commissariati cursus publicus : servizio postale con corrieri a cavallo eborarii : lavoratori dell’ avorio mango : mercante di schiavi margaritarii : mercanti di perle marmorarius : marmista o mercante di marmi mensores frumentarii : misuratori di grano che dovevano usare una rasiera (rutellum) o moggio regolamentare. ostiarii : portieri. Passavano di proprietà con l’edificio pigmentarii : profumieri e droghieri piscatores : pescatore mentre piscatrix era il grossista di pesce o pescivendolo portitores : doganeri controllavano la professio, lista dei beni portati in viaggio. Quelli strettamente necessari al viaggio non erano tassati praefectus annonae :capo della struttura amministrativa che gestiva l’annona. Vero e proprio “ministro del grano” che era addetto alla distribuzione (frumentatio) ma anche al reperimento del grano dalla Sicilia, Sardegna, Nord Africa rosarii, violarii : fiorai che intrecciavano corone che poi si potevano acquistare dai coronarii setaciaria : ronde notturne munite di torce sicari : assassini - efractores : svaligiatori - raptores : grassatori specularii : fabbricanti di specchi speculatores : corrieri che utilizzavano il sistema “cursus publicus” inventato da Augusto per far viaggiare la posta del governo (vedi : diploma, mansio, mutatio) tabellarius : il postino portava con sé una tavoletta con scritte le indicazioni per trovare l’indirizzo (es. : a destra dopo il tempio di Vesta, etc.) urinatores : dal verbo urino (tuffarsi sott’acqua), come i sommozzatori vigiles : guardiani notturni, divisi in battaglioni in diverse zone della città ed addetti a spegnere incendi zetarii : spazzini Mestieri femminili al periodo degli Antonini le dame cercavano di copiare gli uomini ma non erano seguite dalle donne comuni che si dedicavano sì alla musica, lettere, scienze, diritto, filosofia o sport per riempire gli “ozi”, ma non si abbassavano ad un mestiere amanuensis : copista a veste : cameriere addette al vestiario per le matrone lanipendae : negoziante di lana libraria : segretaria lupa : prostituta, da cui i lupanari erano i luoghi deputati al piacere sessuale mercenario - quadrantaria : prostituta da 4 soldi medicae : dottoresse, 4 contro 51 medici negotiatrix leguminaria : fruttivendola notaria : stenografa nutrix : balia obstetrix : levatrice piscatrix : pescivendola (rare) sarcinatrix : sarta sericariae : negoziante di seta tonstrix, ornatrix : pettinatrice vestifica : modista, 1 sola contro una ventina di vestifici alimentazione : companaticum: ciò che si mangiava con il pane frictiliae : chiacchiere (frittelle di carnevale) fructuarii : mercanti di frutta garum: popolare salsa nauseabonda fatta con interiora di pesce, che veniva stoccata in anfore, e venduta in tutto il Mediterraneo lupinarii : mercanti di lupini molinarius : mugnaio olitores : mercanti di legumi ed ortolani allo stesso tempo pastillarii : confettieri peponarii : mercanti di meloni pistor : panettiere saliginarii : pasticcieri vinarii : venditori di vino ambulanti. Se ne andavano di vicus in vicus abbigliamento birrus : lungo mantello di lana con cappuccio, per la stagione fredda caligae : calze pesanti caligarii : confezionavano stivali da uomo corarii : conciatori fabri tignarii : carpentieri fontani : lavandai fullones : folloni . Utilizzavano la terra da follone (un argilla adatta a pulire) e, mescolandola a cenere e piante saponarie, ottenevano il sapone infectores : coloro che erano in grado di alterare i colori originali delle stoffe lacerna : leggero mantello per la buona stagione lintarii : confezionavano abiti di lino offectores : coloro che rinforzavano, con i loro ingredienti, i toni originali delle stoffe provenienti dall’Oriente palla : scialle femminile paenula : poncho di cuoio, reso impermeabile dal grasso, per ripararsi dalla pioggia pelliones : pellicciai plumarii : ricamatori purpurarii, flammarii, crocotarii, violarii : tintori le cui specialità erano pari al numero di coloranti vegetali, animali o minerali usati derivazione dei colori : bianco (gesso della saponaria o sali di tartaro), giallo (dallo zafferano o reseda), nero (noce di galla), azzurro (guado), rossi chiari e scuri (robbia, oricello o porpora) sagarius : negoziante di sai e mantelli sautores : calzolai – quelli per donna erano invece i fabri solarii, baxiarii serarii : lavoratori della seta strophium : reggiseno, fascia di morbida pelle di daino tintores, offectores, infectores : tintori udones : sandali umbrella : da umbra, perché riparava dal sole e non dalla pioggia vestiarii : sarti di abiti edilizia structores : muratori subrutores : impresari delle demolizioni vestiarii : sarti di abiti trasporti e strade (i carri venivano riempiti di notte perché si poteva circolare in città solo di notte) birota : carretto a 2 ruote per max 2 persone carruca : carrozza a 4 ruote con un telone di copertura, sulla quale si sale da dietro e gli occupanti (max 7) si siedono l’uno di fronte all’altro catabolenses : carrettieri cisiarii : cocchieri convinnus : carro a 2 ruote e molto maneggevole cursor : guidatore che a terra tiene i cavalli per le briglie. Da qui il cursore che, in un editor del PC, guida verso la prossima lettera diploma : lettera che autorizzava un corriere a cambiare cavalli (mutationes e mansiones). Veniva data solo a viaggiatori con incarichi pubblici essedum : carretto più grande ed elegante iumentarii : conduttori di bestie da soma muliones : mulattieri raeda : carro a 4 ruote scoperto strade : curator :soprintendente alla manutenzione delle strade glarea strata : via di ghiaia e brecciolino, per i tratti che fuoriescono dalle vie più importanti gomphus : cippo, paracarro. Serviva per scendere o salire da cavallo o da un carro. mansio : paragonabile ad un motel. Distanti fra loro 40-50 Km, percorso di una giornata di viaggio miliarum aureum : colonna rivestita di bronzo dorato, collocata da Augusto ad una estremità del Foro romano. Vi sono indicate le distanze da Roma ed i più importanti punti dell’Impero. mutatio : stazione di posta imperiale e per cambio cavalli. Solo per agenti governativi, ma anche per gli altri se le stanze erano momentaneamente libere pietre miliari : distanti tra loro 1000 passi, cioè 1 miglio romano (1478,2 passi). 1 passo era però inteso come 2 passi, a completamento del ciclo di camminata stationes : stazioni di polizia via strata : cammino lastricato, da cui via e strada ----------------------- navi : belciarii : alzai (l’alzaia è una fune che serve a tirar a riva i battelli contr’acqua su pei fiumi o canali) carina : carena, chiglia caudicarii : conducenti di zattere ciconiae : speciali gru nei porti citrarii : ebanisti (lavorano legno pregiato, come l’ebano) domini navium : costruiscono, equipaggiano e mantengono navi fabri aerari, ferrarii : metallurgici del ferro e del bronzo fabri navales : ingegneri o riparatori di navi - curatores navium : difficile la distinzione fra commerciante e capitalista gubernaculum : timone e clavus è la barra del timone horrea : magazzini nei porti: horrea candelaria (riempiti di torce), horrea chartaria (per rotoli papiracei); horrea piperataria (per il pepe) lenuncularii : battellieri lintrarii : canottieri navicularii : armatori che si differenziavano fra loro per la città di origine prua e puppis : pru e poppa restiones : funari (costruivano funi) saburrarii :caricatori di zavorra scapha : piccola imbarcazione a remi che trascinava le navi porto scapharii : cabotieri (esercitano il cabotaggio navigando di porto in porto lungo la costa) stuppatores : calafati (rendevano impermeabili gli scafi delle navi) pulizia e manutenzione magazzini baiuli : portatori custodiarii : guardiani geruli : facchini saccarii : scaricatori Toilette - Acconciature : Uomini : (non portavano copricapo, salvo a ripararsi da sole e pioggia forti, con la toga o pallium) calmistrum : stilo di ferro per inanellare la capigliatura. In una guaina di metallo, veniva riscaldato sotto la cenere ardente dai ciniflones circitores : aiutanti del barbiere cultri o cultelli : coltelli di ferro per radersi o tagliarsi le unghie. Venivano affilati su una pietra molare (laminitana) umettata con saliva depositio barba : cerimonia che si svolgeva la prima volta che la barba di un giovane cadeva sotto le lame del tonsor ed offerta a divinità dropacista : colui che passava il dropax, linimento depilatorio fatto di resina e di pece forfex : forbici di ferro le cui lame erano provviste di un perno comune nel mezzo e di anelli di presa alla base. Poco preciso. involucrum : camice di battista (linteum) o di mussola (sindom) per dare più protezione rispetto alla mappa mappa o sudarium : semplice salvietta per proteggere gli abiti durante l’acconciatura. novaculae : rasoi in bronzo per gli etruschi ed in ferro per i romani e quindi difficilmente recuperati poiché divorati dalla ruggine psilothorum : ingrediente tratto dalla brionia ad uso depilatorio. tonsor – tonsores : barbiere. La toilette dei romani eleganti era affidata a lui (barba da radere e capelli da acconciare). Ci voleva coraggio! La loro bottega chiudeva all’undicesima ora poiché esigeva il tempo libero dei clienti. Gli altri artigiani chiudevano alla 6° o 7° ora. tonstrina : barberia. Così stipata di gente all’alba, all’ora ottava, che diveniva luogo di convegno. Ha un giro di panche e specchi. splenia lunata : nei e difetti di pelle che venivano dissimulati incollandovi sopra dei dischetti di stoffa volsella : pinze depilatorie cura corporis delle Matrone : andando a letto conserva la biancheria intima, il perizoma, la fascia del seno (strophium, mamillare), o la guaina (capetium), la tunica capilli indici : merci soggette a dogane nel periodo imperiale, data l’enorme quantità di capelli importati dall’India capsa o alabastrotheca : scrigno, talvolta d’argento, con cassettini contenenti vari vasetti colori : bianco (gesso e biacca) per fronte e braccia – ocra, o fucus, o feccia di vino per labbra – nero (fuligo) o polvere di antimonio per ciglia crines, galeri, corymbia : trecce posticce per matrone con calvizie flabellum : ventaglio di piume di pavone, di solito di un bel verde allegro, per scacciare le mosche (muscarium) lavatio : vasca da bagno privata (per i ricchi) mantellae : catini mappa : legata al braccio, serviva per detergere dal viso polvere e sudore (orarium, sudarium). Anche tovaglia mitra : diadema muccinium : fazzoletto che compare però verso la fine del II sec. d.C. Probabilmente prima usavano la mappa mundus muliebris : toilette ornamenta : pettini o spille (fibulae), collane (monile), catenelle (catenellae), ciondoli (pectoral), anelli per le caviglie (periscelides) ornatrix ,ornatrices : pettinatrice/i pallium : grande mantello quadrato dalle pieghe regolari e di tinta splendente pedisequa :ombrello (umbrella, umbraculum), tenuto nell’altra mano o da una damigella od anche da un amico galante reticulum : reticella per capelli sapo :sapone. Di derivazione gallica :”saipo” specula : specchi di rame, argento o vetro ricoperto di piombo stola : in fondo alla quale è cucito un gallone (instita) ricamato in oro ed indossata sopra la tunica (segno di condizione elevata) supparum : lungo scialle sino ai piedi a coprire spalle e tunica titulus : benda che si allargava nel mezzo della fronte a formare un cono (simile a quella dei flamini) vestis : vestiario vitta : nastro rosso porpora per capelli zona : cintura che annoda la tunica Indumenti : amictus : specie di sopravvveste che si portava solo durante una parte del giorno (in cui si avvolgevano ed in greco si chiamava epiblemata) calcei : scarpe di cuoio con corregge incrociate caligae : stivaletti completamente chiusi Cinctus Gabinus : la toga ai tempi di Romolo, di cui un lembo ricopriva il capo, alla maniera di Gabii, l’antica città lungo la via Prenestina crepidae : sandali di cuoio intrecciato trattenuti da una striscia di pelle che passava in asole indumenta : si portano di notte e di giorno (endumenta in greco) laticlavio : striscia di porpora che bordava la tunica dei senatori. paenula è una lacerna (lungo mantello, portato sopra la tunica, per ripararsi da pioggia e freddo) completata da un cappuccio (cucullus) pallium : sostituisce nel II sec d.C. la toga, ed è colorato solae : sorta di sandali da capuccini la cui suola era tenuta da lacci avvolti al collo del piede subarmalis vestis : veste bianca dei pretoriani, simbolo di purezza. Hanno uno scorpione sullo scudo a ricordare la riorganizzazione operata da Tiberio, sotto la costellazione dello Scorpione (nel mese di Giugno). subligaculum o licium : non è una mutanda ma un semplice perizoma di lino ed annodato alla vita subligaria : mutande simili a morbidi perizomi che girano attorno alla vita e passano poi fra le gambe avvolgendo le parti intime subucula : tunica intima (chi aveva freddo ne indossava 2 o 3) , usata durante l’Impero, sopra la quale si indossava la tunica exterior synthesis : sostituisce la toga per i pranzi. Semplice come la tunica nella parte superiore ed ampia come la toga nella parte inferiore. toga : nome dato all’amictus durante la Repubblica. Da tegere = coprire. Era un semicherchio di lana bianca di 2,70 mt di diametro tunica : più tardi, indumentum per eccellenza ed indossato sopra il licium. Camicia di lino o lana formata da 2 pezzi cuciti assieme. Quella dei militari era più corta di quella dei civili, e quella dei semplici cittadini più corta di quella dei senatori. tunica talaris : utilizzata dalle donne e poteva arrivare sino ai talloni Oggetti : calamistrum : ferro caldo per arricciare i capelli dolia : giare di terracotta interrate ed usate per la maturazione del vino che spesso veniva annacquato, perché troppo forte, e dolcificato con miele forfex :tenaglia dentaria per l’estrazione dei denti lucubrum : lucignolo di toppa e cera da cui lucubrazio (elucubrazione) e lucubrare (elucubrare) mappae : strofinacci perticae, munite in cima di spongia (spugna) per pulire il soffitto e le colonne praetexta : contenitore circolare contenente un amuleto che difendeva dalle malattie. Lo si metteva al collo dei bambini. rhizagra : dal greco, “afferra radice”, tenaglia speciale che si utilizzava se si spezzava la corona del dente e si doveva estrarre la radice sapo :sapone. Di derivazione gallica :”saipo” scopae : scope torculum : torchio xenia : regali da dare agli ospiti di una cena. Regole di ospitalità del mondo greco. Monete nel periodo augusteo : da una barra del materiale, si ricavano “fettine” che saranno sagomate (arrotondate) e pesate (il valore allora è dato dal peso del metallo). Il “tondello” verrà poi riscaldato e posto su un’incudine circolare al cui al centro vi è il conio con la figura cesellata dell’imperatore. Un secondo schiavo porrà sul tondello un cilindro metallico con l’altro conio, quello del rovescio, su cui vi sono scritte e figure. Un terzo schiavo darà la martellata con un una possente mazza. Un aureo (moneta d’oro) corrisponde a : 25 denari (moneta d’argento) 100 sesterzi (moneta di bronzo) 200 dupondi (moneta di bronzo) 400 assi (moneta di rame) 800 semissi (moneta di rame) Calendario : Ai tempi di Romolo i mesi erano 10 : Martius (31), Aprilis (30), Maius (31), Iunius (30), Quintilis (31), Sextilis (30), September (30), October (31), November (30), December (30 – il mese richiama infatti il numero 10). Nei primi tempi l’anno terminava il 23 Dicembre, festa dei Terminalia, e non a fine mese. Perché? Gli antichi ritenevano che la gravidanza umana durasse 274 giorni. Tra il 15 Marzo e l’alba del 24 Dicembre (che deve quindi essere il dies natalis. Quello di Cristo, testimoniato dal IV sec. d.C., cadrà un giorno dopo) vi sono infatti 274 giorni. Fra la fine del 23 Dicembre ed i il capodanno il 15 Marzo, si interponeva un periodo caratterizzato dalla sterilità causata dal parto. Numa Pompilio aggiungerà nel 713 a.C. i mesi di gennaio (29) e febbraio (28), passando così dai 304 ai 355 giorni Giulio Cesare, nel 46 a.C., con il calendario giuliano porterà i giorni a 365 ed introdurrà l’anno bisestile. Nel 44 a.C. Quintilis diviene Julius in suo onore. Nel 8 a.C. Sextilis diverrà Augustus in onore dell’imperatore Augusto. Giorni importanti : calende (1° giorno di ogni mese e della luna nuova), none (giorno del 1° quarto), idi (giorno della luna piena). None ed idi erano mobili a seconda della durata del mese. Anni : agli inizi della Repubblica Romana non si contavano ed erano individuati con il nome del console in carica. Solo nella tarda Repubblica si iniziò a contarli dalla fondazione di Roma (ab urbe condita) ed in alcune iscrizioni l’anno è seguito da AVC (Ab Urbe Condita). La V era la U. Ore : il giorno iniziava al levar del sole e l’intervallo di tempo tra alba ed il tramonto era diviso in 12 horae, Il periodo di luce della giornata era così diviso in 12 ore, sia in estate che in inverno, per cui la durata delle ore era variabile. – hora prima era la prima ora dell’alba - hora duodecima era l’ultima ora di luce al tramonto - ora sexta o meridies (mezzogiorno) indicava il punto mediano. Nella vita militare la notte era divisa in 4 vigiliae o turni di guardia, di 3 ore. calendario romano : dopo la riforma giuliana del 46 a.C., fu riferito alla rotazione terrestre attorno al sole. 12 mesi di ordine e lunghezza come gli attuali e nome dei giorni assegnati da Cesare. Alla fine de IV sec. a.C. la giornata era divisa in due parti :una prima e l’altra dopo mezzogiorno. Al periodo di Pirro la mattina veniva divisa in mattina ed antimeriggio (mane e ante meridiem) ed il pomeriggio in pomeriggio e sera (de meridie e suprema). Solo nel 263 a.C. (al periodo della 1° guerra punica) venivano introdotti l’orologium e le ore dei greci. Le ore non erano divise in 60 minuti per cui si estendevano tra l’intervallo compreso tra la precedente e la successiva. Tale intervallo non era invariabile ma estensibile da un capo all’altro dell’anno. calendae :1° giorno di ogni mese e rappresentava il momento in cui si pagavano i conti (da cui calendario e libro contabile) fasti : un vero e proprio calendario civile in cui era lecito dedicarsi alle attività pubbliche. Nefasti invece se per motivi religiosi non era lecito fasti consulares (elenchi dei magistrati) - fasti pontificales (atti ufficiali) - fasti triumphales (le vittorie militari) funus publicum : funerali a spese dello Stato che attestano la considerazione che si aveva del defunto. idi : il 13 e 15 di ogni mese làudatio funebris : discorso commemorativo per celebrare le virtù del defunto. none : il 5 ed il 7 di ogni mese Giustizia, Diritto e politica officiales : personale degli uffici di amministrazione condanne : ad metalla (in miniera, nelle cave, fino a morire), ad gladium (damnatio in ludum gladiatorium, cioè nel Colesseo a combattere con gli altri come lui), ad bestias. Per gli humiliores, ovvero la classe più bassa, c’è la pena di morte. foedera : trattati di alleanza, di pace, di commercio con i vari popoli con cui i romani venivano in contatto (vedi : 508 a.C. e 493 a.C.) cursus honorum : ordine sequenziale degli uffici pubblici tenuti dall'aspirante politico sia nella Repubblica Romana che nei primi anni dell'Impero de vi : legge parte della Lex Plautia de vi (70 a.C.) che colpiva chi commetteva atti brutali ai danni di altri cittadini Damnatio Memoriae : condanna inflitta agli hostes (nemici) con la eliminazione delle memorie e delle notizie che li riguardavano, dai documenti alle iscrizioni, alle opere, se aveva ricoperto incarichi particolari. Il Senato poteva decidere di cancellare dalla storia l’esistenza di personaggi giudicati scomodi e scellerati, vietando addirittura alle famiglie di tramandare il prenome. Molte le figure politiche, militari e culturali colpite, anche se in seguito riabilitate per ragioni propagandistiche da successori o discendenti : il prefetto Seiano (20 a.C.-31 d.C.), l’imperatore Caligola (12-41), l’imperatore Nerone (37-68) e la madre Giulia Agrippina (15-59), l’autore Marco Anneo Lucano (39-65), l’imperatore Commodo (161-192) e sua moglie Bruzia Crispina (?-193), sua madre Giulia Soemia (180-222) e sua moglie Aquilia Severa. Società, Famiglia, Fidanzamento, Matrimonio, Divorzio, Morte : Classi sociali : suddivise in 3 categorie : Patrizi (da pater), il ceto dominante – la Plebe (plebs), il popolo – Schiavi Ordini : equites, ordine sociale e militare basato sul censo Nomi femminili : nell'antica Roma il nome delle donne era costituito dal femminile del gentilizio paterno; ne consegue che le sorelle di, ad esempio, Clodio si chiamavano tutte e tre Clodia. Per distinguerle si aggiungeva un aggettivo al nome : maggiore, minore, prima, seconda e così via. agnatio : parentela legittima, ma solo quella di discendenza maschile (II sec. d.C.) coëmptio : vendita fittizia in cui il padre plebeo “emancipava” la propria figlia al marito cognatio : parentela per parte di donna comissatio : gara di brindisi conferratio : offerta solenne da parte degli sposi di una torta di farro a Giove Capitolino cum manu : tipo di matrimonio in cui donna sfuggiva alla manus dei suoi ascendenti, ma cadeva poi sotto l’autorità assoluta del marito. Il fidanzato andava dal futuro suocero a chiedere la “mano” della figlia e lei passava poi sotto la sua patria potestà. Il marito poteva ripudiare la moglie. intestato : diritto alla successione coniuctio sanguinis : claves ademit, exegit :il marito esige le chiavi di casa dalla moglie ripudiata abducere uxorem : frase che rompeva un legame “cum manu” e che rimandava la moglie dai parenti actio rei uxoriae : azione civile con la quale la donna, con il divorzio, rivendica la propria dote, mediante azione civile (sotto Augusto), però : honestiores : borghesi del tempo (suddivisi però in altre categorie) humiliores : lo strato più basso dei cittadini ingenui : uomini nati liberi iustae nuptiae : nozze legittime Kayròs : Dio di origine greca che rappresenta .. l’attimo fuggente lautissimus homo : uomo in tutto alla moda (così era presentato Trimalcione nel romanzo di Petronio) modicae facultateLatinos : modeste possibilità - latifundia : latifondi nenie : lamentazioni funebri in versi, intonate dai parenti durante le esequie in lode del defunto ordo : categoria con almeno 400.000 sesterzi patria potestas : autorità del padre sui figli. Ma nel III sec. d.C –“patria potestas in pietate debet, non in atrocitate consistere” princeps : titolo per l’Imperatore, perché si avvicina agli dei in quanto incarnazione della legge e depositario degli auspici propter liberos : parte della dote della moglie che poteva essere ritenuta dal marito per l’allevamento dei figli propter impensas : parte della dote della moglie che poteva essere ritenuta dal marito per danni causati da scupio propter res amotas : parte della dote della moglie che poteva essere ritenuta dal marito per malversazioni propter mores : parte della dote della moglie che poteva essere ritenuta dal marito per la sua cattiva condotta. preficae : in epoca più tarda, erano le donne appositamente assoldate, in sostituzione dei parenti, per le lamentazioni funebri scrinia : ministri imperiali senatori : categoria con almeno 1.000.000 di sesterzi sine manu : tipo di matrimonio in cui la donna restava sottoposta al tutore detto legittimo (scelto alla morte dell’ultimo dei suoi ascendenti). Apparve alla fine della Repubblica. Il potere sulla donna rimaneva alla famiglia di origine. Anche la donna poteva ora ripudiare il marito. viritim : adulti maschi vir egregius : titolo per i semplici procuratori vir perfectissimus : titolo per i prefetti vir eminentissimus : titolo per i prefetti del pretorio (usato più avanti per i Cardinali) vir clarissimus : titolo spettante ai Senatori ed ai loro figli Morte : la morte era una faccenda pubblica: più fastoso era il funerale, più potente erano il defunto e la sua gens. Seppellire decorosamente i morti era un principio fondamentale per i romani: il destino dell’anima di un defunto incombeva su familiari e amici, se un cadavere non veniva sepolto, o le esequie non erano celebrate secondo il rituale specifico, si pensava che l’anima del defunto non trovasse pace e continuava a vagare sulla terra angosciando i vivi. La gloria di un individuo ricadeva sulla sua famiglia, i parenti avevano l’obbligo di dimostrare le virtù civiche dello scomparso, esaltando la propria famiglia. I riti funerari consistevano in quattro parti fondamentali: 1) L’esposizione pubblica del cadavere (al momento del decesso, avveniva il rito dell’ultimo saluto: uno dei familiari coglieva l’ultimo respiro del moribondo con un bacio e gli chiudeva gli occhi, ripetendo tre volte il suo nome); 2) Il corteo (la processione, pompa, era ordinata e diretta dal “Dissignator); 3) L’elogio funebre (la processione percorreva tutta la città e sostava nel Foro dove aveva luogo l’elogio funebre); 4) La cerimonia del rogo (dopo l’elogio funebre, il morto veniva accompagnato sul luogo dell’estremo ufficio. La sepoltura era seguita dal banchetto funebre, il Silicernium, a cui erano invitati tutti i partecipanti del corteo). Tombe: molte erano allineate sulle strade consolari, ed alcune lapidi sulla via Appia portano le scritte “Titiena uxor viro” (La moglie Tiziena al suo uomo) – Sulla tomba di una bambina: “Terra sis illi laevis / fuit ella tibi” (Terra, sii leggera su di lei, lo fu lei su di te) - Sulla tomba di un cane: “Raedarum custos, numquam latravit inepte; nunc silet et cineres vindicat umbra suos” (Guardiano dei carri, non abbaiò mai invano; ora tace, un’ombra amica veglia sulle sue ceneri) – Poiché erano esposte al pubblico ed anche ad eventuali oltraggi, si legge pure: “Qui hic minxerit aut cacarit habeat deos Superos et Inferos iratos” (Chiunque venga qui a pisciare o a cacare si scontri con l’ira degli dei superi e inferi). Schiavi e loro compiti : ab admissione : coloro che introducono i visitatori presso il padrone aliptae : massaggiatori balneatores : bagnini liberti ab ornamenti : addetti ai gioielli – a fibulis : per spille – a margaritis : per perle magirus : schiavo cuoco nomenclatores : coloro che annunciano il nome del visitatore ornatores : parrucchieri puer : servitore Lucipor = schiavo di Lucio peculium: borsellino personale dello schiavo che, con il denaro accumulato, si poteva comperare la libertà, divenendo un liberto stigma : tatuaggio con il quale si marchiava uno schiavo fuggito e ricatturato. Sulla fronte si incidevano 3 lettere m: FUG (fugitivus). Se vi era impressa solo la F, stava a significare fur (ladro). Se invece vi era CF per cave furem, significava “Attenti al ladro!”. tonsores : barbieri velarii : coloro che sollevano i tendaggi all’entrata dei visitatori A tavola : mappae (tovaglie, usate da Domiziano in poi), trulla (mestolo), ligula (cucchiaio), cochlear (cucchiaino a punta per vuotare uova e conchiglie): Le forchette non esistevano. Il tovagliolo lo disponevano davanti a sé, ma per evitare di sporcare la coperta del letto e talvolta era anche utilizzato per portarsi via i bocconi (apophoreta) migliori che non avevano avuto il tempo di consumare. Se le portate erano 7 (fercula) si dividevano in antipasti (gustatio) che erano annaffiati con del vino con miele (mulsum), 3 primi piatti, 2 arrosti e il dessert (secundae mensae). Il vino era conservato mescolandolo a resine e pece e servito in anfore, con tappi di sughero od argilla, sulle quali una etichetta (pittacium) indicava origine ed annata. Il contenuto era versato, filtrandolo con un passino (colum), in un cratere dal quale poi veniva attinto con le coppe. Il rutto era consentito ed un atto di civiltà giustificato dai filosofi. Alle cene di Trimalcione erano consentite anche emissioni rumorose di altri gas. analectae : coloro che riportano indietro i piatti a lagona : coppieri che reggono l’anfora – a cyato : porgono la coppa cena : era il pasto principale e, se veniva offerta da gente agiata, aveva luogo in una stanza a parte, il triclinium che ha una lunghezza doppia della larghezza e trae il suo nome dal letto (lectus) a 3 posti (triclinia) sul quale si stendevano gli invitati. Se la tavola era quadrata, vi erano 4 triclinia. Se invece era rotonda un solo letto (stibadium) a formare un arco di cerchio per max 9 invitati. I più illustri occupavano le estremità. coci : cucinieri dulciari : confettieri fornicarii : addetti ai forni jentaculum : colazione costituita generalmente di pane e formaggio. Per Plinio il Vecchio era solo uno spuntino (cibum levem et facile) nomenclator : era il maggiordomo che annunciava i nomi degli invitati e i ministratores portavano piatti e coppe a tavola pistore : panettieri prandium : per la maggior parte si riduceva ad un pezzo di pane accompagnato da carne fredda, verdura, frutta ed un po’ di vino. Per Plinio il Vecchio era invece solo una merenda (deinde gustabat) e non era necessario né preparare la tavola (sine mensa) e nemmeno lavarsi le mani dopo (post quod non sunt lavandae manus) pregustatores : degustano bevande e cibi per provarne l’innocuità structores : maggiordomi responsabili dell’ordinazione dei pasti triclinari : valletti addetti alla sala da pranzo Scuola : grammaticus insegna in greco e latino, si fa l’emendatio (critica orale di testi) – explanatio (analisi frase per frase o verso per verso) - enarratio (commentario di fine lezione), ma anche mitologia, musica, storia, geografia magister : insegnante il litterator insegna nella ludus litterarius = scuola primaria verranno in seguito il grammaticus e il rethor Distrazioni : nanni : nani oriones : buffoni saltatrices : danzatrici synphoniaci : coristi Panem et circenses Circo Flaminio (221 a.C,) : 400x260 mt. - Circo Massimo misurava 600x200 mt. (255.000 posti) aurigae, agitatores : cocchieri, mantenuti dalle factiones assieme a :doctores et magistri (garzoni ed allenatori) medici (veterinari), sarcinatores (sarti), carceres : scuderie – factiones erano invece le scuderie che si contrapponevano : factio albata (i bianchi), prasina (verdi) , veneta (azzurri), russata (rossi) cavea : pista per la corsa con le bighe (2 cavalli, trighe, quadrighe, e 10 cavalli = decemiuges) – spatia : giri di pista (di solito 5 ogni gara = missus ) epulum : banchetto (con sparsiones e missilia :leccornie e buoni d’acquisto) servito alla chiusura e durante lo spettacolo funales : i 2 cavalli di una quadriga che non erano attaccati al giogo come i cavalli centrali, bensì ad una corda (funis) ludus : gioco metae : traguardi pulvinar : palco d’onore sellarii (sellai), conditores (guardiani), succonditores (palafrenieri), spartores (strigliatori ed abbeveratori), iubilatores (per eccitare le mute con grida) septem ovam : grosse uova in legno che segnalavano le fasi della gara. In seguito accompagnate da delfini in bronzo. sponsio : scommesse. I poveri usavano le loro sportula, ovvero le elargizioni fatte quotidianamente dal patrono Ave, Imperator, morituri te salutant. I macelli cessarono, con l’avvento del Cristianesimo, il 1° Ottobre del 326 in cui Costantino prescrisse di commutare in lavori forzati ad metalla le condanne ad bestias, abolendo quindi la fonte di reclutamento per la gladiatura habet : “le ha prese” - hoc habet : “questa volta le prende” esclamazioni del pubblico verso il gladiatore contro il quale avevano scommesso hoplomachia : duelli fra gladiatori. Era detto prolusio o lusio se si trattava di una simulazione con armi rese inoffensive lanisti : impresari ai quali era affidato il compito di organizzare i munera libitinarii : coloro che portavano via in barella il gladiatore ucciso (i servi, travestiti da Caronte o da Ermete Psicopompo, si assicuravano della sua morte con colpi di mazzuola sulla fronte e quindi chiamavano i libitinarii) lorarii : staffilatori che dovevano eccitare l’ardore omicida con grida come verbera (colpisci), iugula (sgozza), are (brucialo) moeniana : 3 serie di gradini al di sopra del podium. La 1° era separata dalla 2° da una doppia cintura di praecinctiones (corridoi circolari o pianerottoli) munus, : dono che obbliga ad uno scambio (dalla radice mei = dare in cambio). Plurale : munia - Inizialmente era un sacrificio umano, poi celebrazione munera : spettacoli offerti dagli imperatori o dai magistrati locali nei circhi o nei fori. Dal 52 a.C.trovarono posto negli anfiteatri dall’alba al crepuscolo munera sine missione :combattimenti nei quali nessuno doveva scampare. Se un duellante moriva ne subentrava un altro (tertiarius o suppositicius) naumachia : combattimento navale pallati : povera gente, vestita di stoffe scure, che seguiva lo spettacolo dalle terrazze più alte e lontane podium : piattaforma protetta da una balaustra, sulla quale erano disposti sedili per i privilegiati probatio armorum : controllo delle armi per eliminare spade con taglio o punta smussata. La scelta delle coppie duellanti avveniva per sorteggio rudis : sciabola di legno che veniva consegnata ai gladiatori, a testimonianza dei loro successi, e che ne determinava la loro liberazione scutum e spatha (scudo e spada usati dai sanniti), parma e sica (rotella e pugnale usati dai traci), marmillones (forniti di un casco con dipinto sopra un sportulae : combattimenti intensi e di breve durata, in cui la strage veniva compiuta con ritmo spaventoso venationes : erano le cacce che i gladiatori erano chiamati a fare quando nell’anfiteatro venivano riversate bestie feroci. Quando c’erano i tori, venivano gladiatori : sono divisi in istruttori ed allievi ed usano armi differenti, secondo le loro attitudini gladiatori meridiani : erano reclutati esclusivamente fra ladri, assassini, incendiari. I loro delitti avevano procurato il castigo di morire nell’anfiteatro (noxii ad gladium ludi damnati) la venatio del mattino e la hoplomachia del mezzogiorno erano momenti di atrocità eccezionali. La morte era inevitabile e l’abilità inutile perché contrapponeva un uomo armato ad un altro vestito di sola tunica. Poi quello armato veniva disarmato e contrapposto ad uno armato, e così via. pesce di mare, murna. I loro antagonisti erano i retiarii, con rete e tridente) agitati dei drappi rossi (gesto che ripeteranno i toredor spagnoli) per eccitarli. 5000 vittime in un solo giorno per l’inaugurazione del Colosseo vomitoria : camminamenti in pendio (aperture negli spalti) nei quali la gente si “riversava a fiotti”, da cui il nome. Anfiteatro Circo Massimo dominus faccionis : padrone della scuderia di cavalli factiones : scuderie (come quelle della formula uno). Erano 4 : prasina (verde), russata (rossa), albata (bianca) e veneta (azzurra) hortatores : uomo a cavallo che dà indicazioni sulla posizione dei rivali lunula : portafortuna a forma di mezzaluna con le punte rivolte verso il basso. Veniva appeso tra i finimenti dei cavalli mappa : panno bianco che viene sventolato per segnalare la partenza morator : stalliere della corsa dei cavalli naufragium : incidente di corsa pompa circensis : sfilata di tutti gli atleti impegnati nelle gare della giornata e seguiti da due quadrighe pulvinar : tribuna imperiale a forma di piccolo tempio e posta sulle gradinate del Circo Massimo spina : parte centrale del Circo Massimo attorno alla quale giravano i cavalli. Ricoperta di marmi pregiati e serpentino dalla tonalità verde sparsores : personale addetto a lanciare secchiate di acqua per raffreddare i mozzi delle quadrighe durante la corsa Teatro il colore delle maschere identificava il sesso (maschile la bruna e femminile la bianca) dei personaggi, mentre quello dei costumi ne identificava l’azione e la condizione sociale (bianchi :i vecchi - multicolori : i giovani - gialli : le cortigiane – purpurei :i ricchi – rossi :i poveri – domini gregis : capocomici che entravano in gara fra loro ed erano riuniti in compagnie (greges). Le parti femminili erano recitate da maschi. le tragedie romane erano suddivise in parti dialogate (diverbia) ed in recitativi e canti (cantica) loca : unità di misura per i posti a sedere in un teatro. 40 mila loca = circa 27 mila posti (teatro Pompeo del 55 a.C. con i suoi 160 mt. di diametro) pyrricharii : comparse che si muovevano su ordine del solista dei cantica o secondo la cadenza scabellarii : strumentisti dell’orchestra symphoniaci : eseguivano la replica e riprendevano le arie del solista tunica corta : gli schiavi - una clamide :i soldati - pallio arrotolato per i parassiti e screziato per i mezzani. Passeggiate, giuochi e piaceri aleae : dadi - tali : ossicini con le facce numerate che venivano gettati in una ciotola (fritillis), sul terreno o su una tavola da gioco (alveus) aleatores : giocatori chiramaxium : carriola a mano, altro tipo di mezzo di trasporto dei romani duodecim scripta : il tritrac dei romani. Il movimento delle pedine (calculi) era subordinato alle cifre date dai dadi o dagli ossicini latrunculi : gli scacchi dei romani in cui le mosse delle pedine dipendevano dalle previsioni e dall’abilità del giocatore. La scacchiera aveva 60 quadrati e le pedine di colore e formato diverso. lettica : lettiga – era portata sulle spalle da sei od otto siriaci micatio : la morra navia aut capita : testa o croce - par impar : scommesse sul pari e dispari degli ossicini, dei sassolini, delle noci che il giocatore nascondeva nel pugno sella : portantina usata perlopiù dalle matrone per le loro visita ed era possibile leggere o scrivere durante il percorso sponsiones : scommesse, giuochi d’azzardo tabulae lusoriae : dama che si improvvisava tracciando righe sul terreno o incidendole sul pavimento (vedi sotto le arcate della basilica Giulia e al Foro) Terme mens sana in corpore sano (Giovenale) l’apertura dei bagni era annunciata dal sonaglio del tintinnabulum. Al tempo di Domiziano e Traiano era permessa la promiscuità poi, con l’aumentare degli scandali, Adriano (tra il 117 e 138) emise un decreto in base al quale : lavacra pro sexibubus separavit i bagni furono separati secondo i sessi. Poiché però frigidarium, tepidarium e caldarium erano unici, probabilmente furono assegnati orari diversi a uomini e donne. : bagno privato. Solo nelle case dei ricchi apodyteria : spogliatoi balnea : bagno privato. Solo nelle case dei ricchi ceroma : unguento fatto d’olio e di cera utilizzato dai lottatori per spalmarsi la pelle, poi ricoperta di cenere per evitare che sgusciasse. labrum : recipiente contenente acqua calda per aspergere la pelle madida di sudore e poi raschiarla con lo strigile (strigilis), un raschietto metallico tepidarium : larga stanza a volta con temperatura tiepida. Stava tra i frigidarium a nord ed il caldarium a sud. Quest’ultimo era preceduto da camere (sudatoria, laconica) la cui temperatura provocava una traspirazione da bagno turco ed era riscaldata dai vapori circolanti tra le suspensurae sotto il pavimento. trochus : corsa dietro il cerchietto diretto da un bastoncino forcuto detto “chiave” Elargizioni : accipientes : sono i beneficiari della frumentatio. Avevano una tessera in legno o piombo con su scritto : nome, arcata dove avveniva la distribuzione ed il giorno. Erano circa 200.000 persone che accedevano mensilmente alla frumentatio (per cui erano necessarie 84.000 tonnellate di grano all’anno). L’annona era la struttura amministrativa che gestiva la cosa. La distribuzione gratuita avvenne dal 58 a.C. con la Lex Clodia Frumentaria. frumentatio : distribuzione mensile gratuita di 35 kg. di grano che corrispondevano a 5 modii (1 modius = circa 6/7 Kg). Si deve essere iscritti nelle liste ufficiali della distribuzione. Bisognava essere cittadini romani e residenti a Roma. Erano esclusi donne e bambini. sportula : elargizione, mancia fatta dai ricchi ai loro clientes che sostavano fuori dalle loro case. Talvolta era cibo oppure soldi Militari : legione : dispone di 300 cavalieri, divisi in 10 turmae da 30 elementi ciascuna centurie : composte di 60 elementi disposti su 6 file per astati e principi e di 30 su 3 file per i triari. In battaglia la prior precedeva la posterior consoli :il comando supremo in battaglia spettava a due consoli con ciascuno 2 legioni ed un fronte operativo. Per necessità si univano agmen quadratum :disposizione dei soldati in marcia su un territorio ostile. Disposti su 3 colonne parallele. Ognuno portava 2 pali per il castrum ballistarii : erano gli addetti alle tormenta ed appartenevano alla categoria dei soldati assegnati a compit speciali (immunes) caliga : calzatura tipica, un sandalo molto resistente, con una suola di 20 mm costituita da vari strati di cuoio. In inverno imbottita di pelliccia. Cardiophylax :pettorale i bronzo su base di cuoio, in alternativa alle corazze (lorica hamata) ed anatomica. Per lo schieramento manipolare castrum : campo di forma quadrata o rettangolare che veniva allestito. A protezione un fossato largo 1,5 mt e profondo 1 cohortes praetoriae : guardia pretoriana. Venne stanziata dal prefetto del pretorio Seiano nel 23 d.C. Erano dei privilegiati perché lavoravano nell’Urbe, a contatto con la famiglia imperiale, e non dovevano andare sul limes a combattere. Percepivano uno stipendio pari al doppio di quello dei legionari, pur prestando 4 anni in meno di servizio (16 anziché 20). Sarà congedata da Costantino e sostituta da un nuovo corpo armato : scholae palatinae. contuberium : camerata costituita da 8 uomini (aumentava lo spirito di corpo). 10 camerate (80 uomini), costituivano una centuria. 6 centurie costituivano una coorte e 10 coorti una legione. Le coorti non erano però tutte uguali per cui 9 coorti normali da 6 centurie = 480 uomini ciascuna. Una coorte “speciale” (prima coorte) da 800 uomini, formata da 5 centurie “doppie” di 160 uomini; 120 cavalieri per un totale di 5240 uomini dilectus : leva annuale che aveva luogo a marzo per i cittadini tra i 17 e 46 anni che non avessero prestato servizio almeno 6 volte dolabra : un arnese per tagliare le zolle contenuto nell’impedimenta. evocatus : istituto mediante il quale si poteva richiamare o fermare un cittadino che avesse già compiuto i suoi anni di servizio militare extraordinarii delecti : corpo di ausiliari scelti come guardia personale del console in età repubblicana gladius : ama a punta larga e pomello in bronzo od avorio con gli incavi per le dita, così che l'arma risultasse il prolungamento del braccio impedimenta : kit di sopravvivenza che si portava dietro ogni legionario, più dolabra e pilupe murale. Il peso si aggirava intorno ai 35-44 Kg. lorica : maglia di ferro protezione del corpo. Era appannaggio di chi poteva permettersela e sembra pesasse circa 15 Kg magister equitum : era il vice del console pilipe murale : un picchetto per scavare trincee, erigere terrapieni e fortificare il campo, contenuto nell’impedimenta. pilum : giavellotto, arma forse di origine sannita. Lungo 2 mt, di cui 1,40 in ferro ed il resto in legno plustra : carri da trasporto - carpenta : carri da combattimento praefecti : ufficiali superiori responsabili del comando delle forze alleate fornite dai socii della confederazione. praefectus castrorum : aveva a disposizione i tecnici che costruivano le varie macchine da guerra. pugio : arma da taglio simile al pugnale riforma oplitica : ascritta a Servio Tullio (VI sec.). Il reclutamento è per censo riforma manipolare : sostituisce l’oplitica. Il reclutamento per censo è sostituito da quello per età (dai 17 anni). Segue armamento e disposizione : scutum : scudo semicilindrico, rinforzato con liste di bronzo o ferro, alto 1,30 mt,e largo 80 e con umbone metallico. Sostituiva il clipeus, rotondo signiferi : portano i vessilli della legione che potevano essere : aquiferi, imaginiferi o vexilliferi sub pellibus : sotto la pelle di capra, il modo dei romani di dire quando vanno sotto le armi tormenta : macchine da getto (catapulte), diverse a seconda del sistema di lancio. Schieramento manipolare della legione Legione : poteva arrivare sino a 5mila uomini. Si basava sulla centuria composta da 80 effettivi. 2 centurie = 1 manipolo. 6 centurie = 1 coorte e 10 coorti = 1 legione. Prima schiera : hastati :– Erano i legionari più giovani e addestrati. 1200 soldati dotati di spada e pilum, sino all’avvento del gladio velites : fanteria leggera dotata di spada, casco in cuoio (galea), scudo rotondo in vimini (parma), un giavellotto a punta fine che si doveva spezzare nello scudo avversario per impedirne l’uso. Con tre schiere (triplex acies) erano disposti su 2 file davanti ad ogni schiera. Dovevano rompere li file nemiche con il lancio dei loro giavellotti. Seconda schiera : princeps : 1200 soldati disposti nella seconda fila della falange. Muniti di lunghe lance (hastae) al posto dei giavellotti. Davano il cambio ai primi. La prima e la seconda schiera si disponeva in manipoli, una centuria davanti all’altra, su 12-16 linee. Terza schiera : triarii : 600 soldati disposti nella terza fila della falange. Anche loro muniti di lunghe lance (hastae) al posto dei giavellotti. Erano i più anziani ed attendevano gli avversari su un ginocchio. Schierati in manipoli costituiti da mezze centurie. Accampamento romano (da Polibio :206 -124 a.C.) Era chiamato castra ed in grado di contenere diverse legioni, reparti alleati di socii italici e custodire i rifornimenti. Di forma quadrata o rettangolare, erano attraversati dalla Via Principalis che si incrociava con la Via Decumana ed, al centro dell’intersezione, vi era la tenda del comandante, il Praetorium, ai lati le tende dei reparti scelti e degli ufficiali e, poco distante, il mercato (Forum) e la tesoreria (Qauestorium). L’accampamento aveva 4 porte : sulla Via Praetoria c’erano la Porta Praetoria, di fronte al nemico, e la Porta Decumana, opposta a quest’ultima e usata in caso di fuga, mentre sulla Via Principalis, la Porta Sinistra e quella Dextra. Le truppe ausiliarie si trovavano tra la Via Principalis e la Porta Praetoria, mentre le legioni tra il Praetorium e la Porta Decumana. Intorno ai castra veniva scavata una trincea (Fossa) e issato un muro o un’appuntita palizzata di legno (Vallum). All’esterno venivano montate delle torrette di guardia dette Stationes. Gli accampamenti venivano costruiti in base alla durata della permanenza ed alla stagione : nei castra estivi si montavano le tende ed, in quelli invernali, i rifugi potevano essere anche in muratura. Se l’accampamento era stabile, poteva divenire anche il nucleo di una nuova città, es. :Torino, Bologna, Firenze, Lancaster e Manchester. Pene militari : cedo alteram : avanti un altro. Così era chiamato Lucilio quando impartiva punizioni a più militari come la fustigazione. fustuarium : da fustis = fascio di bastoni = fustigazione, se il militare rubava nell’accampamento, testimoniava il falso, reiterava lo stesso reato per tre volte. I soldati erano chiamati ad eseguire la condanna. Poteva capitare anche ad un’intera legione che non rispettava l’ordine del comandante, si ribellava, dimostrava codardia. E poiché era difficile punire centinaia o migliaia di persone, fu introdotta la decimazione. La prima è del 471 a.C. gradus deiectio o ignominiosa missio : espulsione dall’esercito per aver reiterato lo stesso reato più volte pecuniaria mulcta : ammenda pecuniaria Deità Vesta: era la dea custode del fuoco e simboleggiava l’eternità di Roma. L’ordine delle vestali, che dovevano custodire il fuoco, era stato fondato dal 2° re di Roma, Numa Pompilio. Le fanciulle romane, di età compresa tra i 6 e 10 anni, provenivano da famiglie patrizie di provata onestà, ed erano obbligate a mantenersi vergini per trent’anni. Al termine di quel periodo potevano sposarsi. Per un certo periodo di tempo le vestali ebbero anche l’incarico di vegliare sul Palladio, pregare per la salute pubblica, custodire i testamenti ed altra documentazione importante. I magistrati cedevano loro il passo e facevano abbassare i fasci consolari al loro passaggio, e chi avesse osato insultarle era punito con la morte. Qualora la vestale avesse violato il voto di castità, era colpevole di incestum, il seduttore veniva ucciso a nerbate, lei condotta nel campus sceleratum, dove subiva un tremendo castigo: sepolta viva, calata in una stanzetta, presso la porta Collina, L’ingresso alla stanzetta sotterranea veniva quindi ricoperto di terra.