Hotel Lucchesi - I luoghi del commercio

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Hotel Lucchesi - I luoghi del commercio
Hotel Lucchesi
L.no della Zecca Vecchia, 38
[email protected]
www.hotelplazalucchesi.it
Tipologia: alberghi
Classificazione: tradizionali
L'Hotel Plaza Lucchesi ha alle spalle una lunga storia che inizia nel 1860, anno in cui
inaugura la sua attività turistica sul lungarno della Zecca Vecchia.
Nei suoi locali si trovava già nel XV secolo lo “Spedale del Ceppo” e, secondo quanto
raccontano alcuni storici della città, anche una magione dei Templari, attiva fino al XIII
secolo.
Il “Ceppo”, cioè l’Ospedale dei Santi Filippo e Jacopo, fu fondato dalla Compagnia di San
Niccolò che soprintendeva a tutte le elemosine raccolte nei “ceppi”, appunto. Il “ceppo” era
infatti un tronco d’albero cavo dove i fedeli introducevano le monete per i poveri; a Firenze,
inoltre, si chiamava così quel supporto a forma di piramide dove si ponevano i piccoli doni
e le “chicche” per i bambini in occasione del Natale.
La prima denominazione dell'albergo, ”Pensione Lucchesi”, deriva dal nome di famiglia dei
suoi fondatori, Demetrio ed Emilia Lucchesi, i quali lasciarono poi al figlio Ermenegildo il
compito di guidare la struttura nel nuovo secolo.
All'epoca, l’edificio contava soli due piani ma, come riportano alcune cartoline di allora, era
già dotato di ogni comfort ‘moderno’, un vero lusso per quegli anni: luce elettrica,
ascensore, riscaldamento centrale e garage! La Pensione Lucchesi, insieme a pochissimi
altri alberghi, è presente anche nel primo elenco telefonico della città, del 1884; il suo
numero telefonico era il 732. Come riporta una targa ancora esistente in albergo, il 21
settembre 1890 il re Umberto I° assiste dai locali dell'hotel a una gara di fuochi pirotecnici,
documentata anche da una lettera di ringraziamento alla Pensione Lucchesi da parte
dell'allora sindaco Francesco Guicciardini.
Gli anni del primo Novecento sono folli e scintillanti: le 20 camere dell'albergo vedono
passare di lì artisti e viaggiatori di ogni sorta. Tra questi, vi è lo scrittore inglese H.D
Lawrence che, nel 1926, soggiorna per alcune settimane al Lucchesi con la moglie e le
due figlie, proprio mentre sta scrivendo il suo capolavoro “L'amante di Lady Chatterley”.
Per restare in tema letterario, anche Vasco Pratolini, nel 1946, menziona la Pensione
Lucchesi nel suo “Cronache di Poveri Amanti”, ambientato nei primi anni '20 durante
l'avvento del Fascismo: la Pensione Lucchesi è più volte menzionata al suo interno,
poiché i carbonai di Via del Corno dovevano provvedere ai suoi rifornimenti.
Durante la seconda Guerra Mondiale, anche il Lucchesi assiste alla devastazione e alla
distruzione dei ponti della città; ciò nonostante non si lascia abbattere e riparte il prima
possibile con la sua attività ricettiva.
Nel 1952, negli anni d'oro della ricostruzione, l’hotel è sottoposto alla sua più importante
ristrutturazione: l'albergo viene infatti annesso all'edificio adiacente ed
innalzato di due piani; tutt’oggi resta visibile la differenza tra la vecchia scala in ferro
battuto e pietra serena del primo piano e quella nuova, di marmo, dei due piani superiori.
La storia moderna del Lucchesi parte dunque proprio da qui, dal momento in cui prende la
denominazione “Plaza Lucchesi” ed abbandona lo status di “pensione”. In questo stesso
periodo, cambia anche la proprietà dell'albergo, passata prima alla Famiglia Bonazza e poi
ai Possenti, propietari in quegli anni anche del Grand Hotel Cavour.
Tra la fine degli anni '50 e la metà degli anni '60, complice la vicinanza dei migliori teatri
fiorentini, si fermano al Lucchesi tantissimi ospiti illustri di quegli anni splendidi e
indimenticabili: da Domenico Modugno a Delia Scala, da Walter Chiari a Gino Bramieri,
passando per la cantante Milva, gli 'Amici Miei' Philippe Noiret e Ugo Tognazzi e tantissimi
altri. In quel periodo, soggiorna al Plaza Hotel Lucchesi anche un giovane politico francese
di nome Francois Mitterand.
Il destino ha però in serbo una sorpresa: la notte del 4 novembre 1966, proprio sul
Lungarno della Zecca Vecchia, l'Arno rompe gli argini alle 7:29 del mattino, portando
morte e devastazione in tutta la città. Particolarmente colpita ne risulta la Biblioteca
Nazionale Centrale, proprio accanto all'Hotel, ricordata per le migliaia di “Angeli del fango”,
volontari arrivati da ogni parte d’Italia e del mondo per salvare l’immenso patrimonio di
archivi, libri, documenti storici e opere d'arte custoditi al suo interno. L'albergo non è
certamente risparmiato dall’alluvione e subisce ingenti danni alle strutture; come tutta la
città, però, con grande spirito si rimette presto in sesto e torna ad essere operativo solo
dopo poche settimane.
Il nuovo Plaza Hotel Lucchesi nasce da queste premesse e ancora oggi rappresenta uno
degli alberghi storici, simbolo della città.