Dr. Renzo Rozzini - Quaderni del Ministero della Salute
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Dr. Renzo Rozzini - Quaderni del Ministero della Salute
“Criteri di appropriatezza clinica, tecnologica e strutturale nell’assistenza all’anziano” Roma, 18 gennaio 2011 La RSA Renzo Rozzini Dipartimento di Medicina Interna e Geriatria, Istituto Ospedaliero Fondazione-Poliambulanza Brescia La RSA Uno dei “miti” che è stato per anni riproposto nelle discussioni sulla rete dei servizi è stato quello che voleva la permanenza a tutti i costi dell'anziano al proprio domicilio. Tale obiettivo, che pure resta primario, è tuttavia difficilmente raggiungibile nella nostra organizzazione sociale. La RSA "Le Nursing Homes sono figlie bastarde delle case della carità e degli ospedali, ed esprimono le peggiori caratteristiche dei due genitori. Sono viste come l'ultima spiaggia, allo stesso modo degli ospedali del 19° ° secolo. Lo stereotipo è quello di un luogo brutto, puzzolente, popolato di persone fragili, spesso affetti da demenza grave. Molte di queste istituzioni potrebbero essere paragonate a quelle per malati mentali descritte da Pinel". (Kane e Kane, 2000) La RSA •Aspetti generali – Definizioni – Flussi demografici – Caratteristiche cliniche dei pazienti •Criteri generali sull’organizzazione •Il governo degli degli accessi: le UVG •Standard assistenziali •Il ruolo del medico •I nuclei Alzheimer •Conclusioni La RSA •Aspetti generali – Definizioni – Flussi demografici – Caratteristiche cliniche dei pazienti •Criteri generali sull’organizzazione •Il governo degli degli accessi: le UVG •Standard assistenziali •Il ruolo del medico •I nuclei Alzheimer •Conclusioni La RSA Le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) sono Istituti di ricovero, una volta denominati Case di Riposo o Strutture Protette, che accolgono persone anziane non autosufficienti, non più in grado di rimanere al proprio domicilio per la compromissione anche molto grave delle loro condizioni di salute e di autonomia. Secondo la normativa nazionale la RSA deve offrire agli ospiti, per ricoveri temporanei o a tempo indeterminato: • una sistemazione residenziale con una connotazione il più possibile domestica, organizzata in modo da rispettare il bisogno individuale di riservatezza e di privacy e da stimolare al tempo stesso la socializzazione tra gli ospiti; • tutti gli interventi medici, infermieristici e riabilitativi necessari a prevenire e curare le malattie croniche e le loro riacutizzazioni; • un'assistenza individualizzata, orientata alla tutela ed al miglioramento dei livelli di autonomia, al mantenimento degli interessi personali ed alla promozione del benessere. La RSA • Lo sviluppo dell’autonomia regionale ha portato ad una moltiplicazione dei modelli di assistenza residenziale ( e alla relativa molteplicità di definizioni). Per superare le difficoltà indotte dalla multiformità delle logiche regionali il gruppo di lavoro n. 12 del progetto Mattoni ha proposto la seguente classificazione secondo diversi livelli di complessità: • Livello R1 – Assistenza sub-intensiva in regime residenziali (hospice, comi, etc.) • Livello R2 – Assistenza residenziale ad elevata integrazione sanitaria • Livello R2D – Assistenza residenziale specialistica per soggetti con demenza senile • Livello R3 – Assistenza residenziale a bassa integrazione sanitaria La RSA Classificazione ISTAT: Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA): presidi residenziali per anziani non autosufficienti o persone disabili che necessitano di un supporto assistenziale specifico e di prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative. L’assistenza fornita prevede un livello medio di assistenza sanitaria, integrato da un elevato livello di assistenza tutelare e alberghiera; Residenze Sociosanitarie (RS): presidi residenziali destinati prevalentemente ad anziani non autosufficienti, dotati di personale medico e infermieristico specializzato. Le prestazioni offerte sono ad alta integrazione sociale e sanitaria e perseguono l’obiettivo di ottenere il massimo recupero possibile delle capacità psico-motorie degli ospiti (es. Residenze Protette e Comunità alloggio per anziani); Residenze Assistenziali (RA): presidi residenziali destinati prevalentemente ad anziani autosufficienti. Gli ospiti delle strutture beneficiano di prestazioni assistenziali, ricevono assistenza alberghiera completa e sono stimolati a prendere parte ad attività ricreative e culturali (es. Case di Riposo). Characteristics of 833 elderly patients resident in 7 NHS according to glicemic status (DIRSA Group). Pz with Diabetes Patients Age (mean ± SD) Body Mass Index Gender (male), MMSE (0-30) * Pts with Severe Dementia (MMSE ≤ 5) Barthel Index (0-100) (mean ± SD) Previous myocardial infarction Congestive Heart Failure Atrial Fibrillation Hypertension Prior ischemic stroke N=183 N (%) PZ without diagnosis of diabetes Normal glicemic value Impaired fasting glucose N=552 N=98 N (%) N (%) 82.0 ± 8.5 24.6± ±5.1 51 (27.9) 12.4 ± 9.3 38 (31.7) 37.6 ± 33.9 84.1 ± 8.3 22.9± ±4.9 123 (22.3) 11 ± 10.5 203 (36.8) 36.6 ± 33.3 82.1 ± 8.4 24.7± ±5.9 27 (27.6) 11 ± 9.5 33 (33.7) 35.7 ± 32.1 29 (15.8) 35 (19.1) 30 (16.4) 114 (62.3) 42 (23.0) 62 (11.2) 75 (13.6) 81 (14.7) 300 (54.4) 114 (20.7) 11 (11.2) 11 (11.2) 15 (15.3) 50 (51.0) 21 (21.4) unpublished Underlying status Robust Frail With dementia Frail and with dementia Dying M Gillick, 2000 La RSA Le RSA sono diventate, nel corso degli anni, la risposta assistenziale per gli anziani fragili, con una chiara tendenza verso una maggior gravità clinico-assistenziale degli ospiti che non sembra aver ancora trovato un equilibrio. Dati relativi alla realtà delle nursing home statunitensi dimostrano che negli ultimi 20 anni il numero degli ospiti con più disabilità alle ADL è aumentato dal 71,8 all'89,9% e quello dei pazienti con incontinenza dal 55 al 75%. Nello stesso periodo l'età media è passata dall’82 all’86 e la percentuale di disturbi cognitivi rilevanti dal 61 al 78 %. Secondo i dati dell’annuale rilevazione ISTAT, al 31 dicembre 1999 i non autosufficienti ospiti nei presidi erano 140.889; dopo sette anni il loro numero è salito a 162.229. Contemporaneamente, nel periodo esaminato il numero di autosufficienti in strutture diminuiva, contribuendo a contenere la crescita complessiva di ospiti nelle strutture residenziali. 2010 2010 La RSA Variazione del numero di posti letto disponibili nelle RSA a livello nazionale (dati ISTAT): RSA: Residenze Sociosanitarie: Residenze Assistenziali: 2000 2006 ∆% 71.359 85.490 90.522 93.878 94.843 75.033 (+22.519) (+9.353) (-15.489) Evoluzione nel tempo delle condizioni di gravità degli ospiti delle RSA dell’ASL di Brescia. Classe SoSIA Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6 Classe 7 Classe 8 gennaio 2004 dicembre 2006 dicembre2008 26,61% 4,13% 28,47% 3,85% 4,84% 9,05% 14,88% 8,16% 29,49% 3,53% 32,82% 3,63% 5,71% 2,73% 15,46% 6,62% 33,02% 2,52% 33,67% 3,09% 6,02% 2,19% 14,27% 5,91% Per la definizione della classe SoSIA, strumento adottato dalla Regione Lombardia che valuta la gravità clinica/complessità assistenziale, vengono presi in considerazione gli indicatori relativi a mobilità, cognitività e comorbilità. A classe maggiore corrisponde complessità minore. L’evoluzione nel tempo delle condizioni di gravità degli ospiti di RSA dal 2004 al 2008 evidenziano uno spostamento verso le classi Sosia più impegnative. Il 5,91% del totale degli ospiti appartenente alla classe 8 ed il 14,27% alla classe 7 (dati relativi al 2008) evidenziano che almenouna parte (attorno al 20%) degli ospiti attuali potrebbe trovare risposta anche in altra tipologia di servizio (dati non pubblicati). La RSA Problemi aperti: Fabbisogno di posti letto all’interno delle singole Regioni: •Il fabbisogno di posti letto non sempre risponde alle sole caratteristiche cliniche dell’utenza, ma anche dalle condizioni socio-economiche della popolazione (la presenza di molto vecchi, l’organizzazione dell’habitat, il livello di povertà, le possibilità di trasporto, ecc.) e dalla presenza di soluzioni assistenziali alternative. Infatti, l'offerta limitata di sistemi di protezione direttamente forniti al domicilio dell'anziano è la determinante principale della domanda di allocazione nelle residenze. Tipo di assistenza fornito. •Le RSA devono “specializzarsi” in nuclei al cui interno curare individui con problematiche cliniche simili? •Devono essere strutture residenziali che forniscono assistenza sanitaria a soggetti non assistibili a domicilio, o devono anche rappresentare un riferimento erogatore di servizi per la comunità (centri diurni, ambulatori, assistenza domiciliare)? •Devono prevedere posti letto per degenze temporanee di sollievo o dedicarsi soltanto alla residenzialità stabile? •Devono porsi come alternativa, a minor costo, rispetto a strutture lungodegenziali riabilitative? La RSA •Aspetti generali – Definizioni – Flussi demografici – Caratteristiche cliniche dei pazienti •Criteri generali sull’organizzazione •Il governo degli degli accessi: le UVG •Standard assistenziali •Il ruolo del medico •I nuclei Alzheimer •Conclusioni Criteri generali sull’organizzazione Secondo il “Progetto obiettivo anziani” del 1992, l’obiettivo nazionale di posti letto di strutture residenziali da realizzare entro il 1995 era pari al 6% degli anziani ultrasessantacinquenni (420.000) di cui il 2% (140.000) garantito dalle RSA. Tale obiettivo successivamente non è stato più aggiornato; quel 2% oggi significherebbe oltre 200.000 posti letto nelle RSA per anziani. Criteri generali sull’organizzazione Le RSA, in particolare quelle di nuova costruzione, vanno preferibilmente localizzate in zone già urbanizzate, integrate con il preesistente contesto, o ben collegate mediante mezzi pubblici a centri urbani, al fine di evitare ogni forma di isolamento. Di particolare interesse risultano le iniziative di ristrutturazione o riconversione di edifici già esistenti localizzati nei centri storici e la presenza di spazi verdi per attività motorie e ricreative, dove possibile. Le RSA, sulla base di standard dimensionali, possono essere ricavate anche presso aree e spazi resi disponibili dalla riduzione di postiletto ospedalieri. La capacità recettiva deve essere non inferiore a 20 e non superiore a 120 posti articolata in nuclei da 20 soggetti (DPR 14/1/1997). L’organizzazione per nuclei o moduli appare la più idonea a garantire l’assistenza residenziale a gruppi di ospiti di differente composizione, nonché per il razionale impiego del personale e per la utilizzazione delle risorse. I moduli possono essere da 20 posti (ogni 4 moduli, uno di 10-15 posti va riservato alle demenze). La RSA •Aspetti generali – Definizioni – Flussi demografici – Caratteristiche cliniche dei pazienti •Criteri generali sull’organizzazione •Il governo degli degli accessi: le UVG •Standard assistenziali •Il ruolo del medico •I nuclei Alzheimer •Conclusioni Il governo degli accessi. Le Unità di Valutazione Geriatrica All’ UVG (distretto) spetta il compito di ricevere la domanda di intervento, di analizzarla, di valutare la condizione di auto/non autosufficienza e di esprimere un orientamento assistenziale. Per favorire l’efficacia e l’appropriatezza delle prestazioni socio-sanitarie necessarie a soddisfare le necessità assistenziali dei soggetti destinatari, l’erogazione delle prestazioni e dei servizi è organizzata di norma attraverso la valutazione multidimensionale del bisogno e la definizione di un piano di lavoro integrato e personalizzato e la valutazione periodica dei risultati ottenuti. La valutazione multidimensionale deve essere effettuata con appositi strumenti validati per la misurazione dei problemi/bisogni sanitari, cognitivi psicologici e sociali dell’ospite al momento dell’ammissione e periodicamente (vedi indicazioni del gruppo di lavoro n. 12 del progetto Mattoni). L’attribuzione dell’ospite al corretto livello di assistenza dovrà avvenire mediante strumenti di analisi del case-mix assistenziale derivati dai dati della Valutazione Multidimensionale. Il governo degli accessi. Le Unità di Valutazione Geriatrica Il gruppo di lavoro n. 12 del progetto Mattoni e la commissione LEA non sono riusciti ad ottenere dalla Regioni il consenso sull’adozione di un unico strumento di Valutazione Multidimensionale e di analisi del case-mix. È stato comunque individuato un set minimo di informazioni necessario ad alimentare il Flusso Informativo Residenziale che rappresenta una base dati comune ai più diffusi strumenti in uso e può essere da essi alimentato automaticamente. Di conseguenza il DM 17.12.2008 prevede che il flusso informativo nazionale possa essere alimentato indifferentemente da uno dei tre strumenti validati dal Ministero (RUG, SVAMA, AGED), nonché da eventuali diversi strumenti già adottati dalle Regioni, a condizione che per gli stessi vengano prodotti idonei file di transcodifica che ne documentino l’idoneità ad alimentare correttamente il flusso informativo nazionale. Il flusso dovrà essere a regime dal 1 gennaio 2011. Il governo degli accessi. Le Unità di Valutazione Geriatrica Il lavoro prodotto dalle commissioni ministeriali appare di grande valore perché getta le basi per una comune metodologia di lavoro che possa portare allo sviluppo di una cultura e di una prassi dell’assistenza residenziale che appare sempre più necessario in un settore assistenziale che già in alcune regioni ha superato per numero di posti letto quello ospedaliero. Imponendo precisi criteri e tempi per la alimentazione del flusso informativo nazionale, obbliga di fatto le regioni ad adottare una regolamentazione del settore organica ed allineata ai principi generali del decreto. La RSA •Aspetti generali – Definizioni – Flussi demografici – Caratteristiche cliniche dei pazienti •Criteri generali sull’organizzazione •Il governo degli degli accessi: le UVG •Standard assistenziali •Il ruolo del medico •I nuclei Alzheimer •Conclusioni Standard assistenziali Le singole Regioni applicano e misurano gli standard assistenziali secondo criteri non sempre assimilabili. In linea di massima il parametro più comunemente utilizzato è quello dei “minuti di assistenza giornaliera”, intesa come somma totale del potenziale di assistenza espresso dalle unità di personale in servizio nella struttura nell’arco delle 24 ore. I minuti di assistenza sono l’indicatore più comunemente utilizzato per qualificare il livello di assistenza erogata, presupponendo una correlazione tra l’entità delle risorse messe in campo e la intensità e qualità del servizio che ne deriva. Nei minutaggi di assistenza vengono in genere conteggiati solo le figure di assistenza al paziente: personale infermieristico, operatori socio-sanitari (OSS o OSSS), terapisti della riabilitazione, animatori. Viene escluso dal conteggio il personale amministrativo e tecnico-logistico di supporto. Standard assistenziali Vengono conteggiati i minuti effettivamente lavorati ogni giorno, su media mensile, dal personale impiegato. Alcune regioni utilizzano indicatori leggermente differenti (numero di addetti per posto letto, turnistica specifica etc.), che sono tuttavia riconducibili allo stesso concetto. Gli standard di assistenza utilizzati variano in media dai 90 ai 150 minuti/die, con importanti differenze tra le diverse regioni, non sempre giustificate dai livelli di complessità assistenziale delle strutture. Standard previsti dal documento della Commissione LEA Prestazioni * Standard qualificanti ** R1 Guardia medica: h 24 Assistenza medica: 300 minuti / die per nucleo Infermiere: h 24 Assistenza globale > 210 min /die per ospite di cui infermieristica > 90 min/die per ospite R2 Assistenza medica: 160 minuti / die per nucleo Infermiere h 24 Assistenza globale > 140 min / die per ospitedi cui infermieristica > 45 min / die per ospite R2D Assistenza: 120 minuti / die per nucleo Infermiere h 12 Assistenza globale > 140 min / die per ospitedi cui infermieristica > 36 min / die per ospite R3 Assistenza medica: 80 minuti / die per nucleo Infermiere h 8 Assistenza globale > 100 min / die per ospite di cui infermieristica > 20 min / die per ospite assistenza assistenza assistenza assistenza Standard previsti dal documento della Commissione LEA L’applicazione degli standard assistenziali tiene conto del layout organizzativo e delle dimensioni globali della struttura. Nelle strutture di dimensioni più piccole appare quasi sempre necessario adottare standard più elevati per assicurare la necessaria turnistica su 24 ore ed i servizi di coordinamento. Gli standard mettono in luce l’esigenza di disporre di nuove figure professionali oltre all’infermiere (OSS, OTA, ASA), in grado di svolgere le funzioni fondamentali di cura dell’ospite e di sorveglianza. La RSA •Aspetti generali – Definizioni – Flussi demografici – Caratteristiche cliniche dei pazienti •Criteri generali sull’organizzazione •Il governo degli degli accessi: le UVG •Standard assistenziali •Il ruolo del medico •I nuclei Alzheimer •Conclusioni Il ruolo del medico Secondo quanto stabilisce il DPR 14 gennaio 1997 strumenti fondamentali dell’organizzazione sono la Valutazione Multidimensionale (VMD), il Piano di Assistenza Individuale (PAI), e la struttura Multiprofessionale delle Equipes (MP). Il ruolo del medico La VMD è lo strumento base per la lettura, interpretazione, programmazione dei problemi dell’ospite. L’orientamento attuale è sempre più rivolo all’utilizzo di strumenti validati in ambito internazionale, gestibili su supporti informatici, confrontabili su banche dati di grandi dimensioni, capaci di sviluppare un profilo gerarchico dei problemi ed impostare i profili di trattamento. Il ruolo del medico Il PAI (Piano di Assistenza Individuale) è il programma di lavoro organico dell’equipe multiprofessionale: è costruito a partire dalla VMD e definisce obiettivi, condivisione (anche con i familiari) assegnazione di compiti, parametri e strumenti di monitoraggio e verifica. La costruzione del PAI costituisce il primo passaggio del lavoro dell’equipe multiprofessionale, deve essere sviluppato con il contributo di tutti gli operatori che interagiscono quotidianamente con l’ospite e sono in grado di riferire sui suoi specifici bisogni e comportamenti. Il PAI prevede obiettivi generali e particolari, con attività definite assegnate ai singoli operatori e con momenti di condivisione. Elemento strategico del PAI è la sua discussione e condivisione con i familiari, anche perché rappresenta un momento di forte presa d’atto delle sue reale condizioni e dei suoi bisogni, nonché di comprensione del lavoro dell’equipe. Le riunioni periodiche di aggiornamento del PAI rappresentano il fulcro del piano di lavoro stesso, soprattutto se sono l’occasione per condividere osservazioni e informazione essenziali per modulare e correggere il lavoro dei singoli. Il ruolo del medico L’equipe MP è formata dall’insieme degli operatori. La sua operatività non si risolve semplicemente nelle riunioni periodiche e nella costruzione e gestione del PAI, ma in una filosofia di lavoro condivisa e nella circolazione continua delle informazioni. L’equipe MP supera il modello gerarchico delle professioni realizzando un piano confronto orizzontale. Il ruolo del medico Le strutture residenziali sono strutture delle rete territoriale ed il paziente deve ricevere l’assistenza da parte del suo medico di medicina generale (MMG). I farmaci, le prestazioni specialistiche, gli ausili e i presidi sanitari sono garantiti dal SSN. L’organizzazione dell’assistenza medica di base in RSA presenta tuttavia spesso notevoli problematiche logistiche ed organizzative. Per questo molte strutture si dotano comunque di un proprio sistema di assistenza medica, anche quando la cosa non è espressamente richiesta dalla normativa regionale. Vi sono il letteratura numerosi dati sia italiani che europei e americani secondo i quali la presenza di un team medico stabile all’interno delle residenze per anziani garantisce più elevati risultati di salute. In particolare permette di ridurre drasticamente i ricoveri ospedalieri degli ospiti, fenomeno che da una parte aggrava il funzionamento del pronto soccorso e, allo stesso tempo, è fonte di grave stress e disagio per l’ospite, senza che sia realmente difesa la sua salute. Il ruolo del medico Donna di 92 anni. Vive in RSA da un anno in condizioni di completa dipendenza (Barthel Index: 5/100) e compromissione cognitiva molto grave (CDR 5). Nell’ultimo anno è stata ricoverata in Ospedale tre volte. Ha una figlia di 72 anni che fa da supervisione. Da sei mesi disfagia che si è aggravata da una settimana. Da due giorni tosse, iperpiressia (39 °C) e sopore. PA: 90/70, FC: 120/min, FR: 36/min. OR →sospetta polmonite basale dx Il ruolo del medico Quesiti: • È appropriato un quarto ricovero ospedaliero sapendo che la prognosi della paziente è certamente sfavorevole a breve? • È appropriata la terapia antibiotica considerando da un lato la prognosi sfavorevole e dall’altro il rischio di resistenze che il suo impiego comporta? • È indicato l’uso di SNG (Sondino Naso Gastrico), il posizionamento della PEG, per la nutrizione enterale totale? Il ruolo del medico Anche al di là dei problemi di emergenza, il paziente in una struttura residenziale geriatrica deve essere valutato con periodicità; il medico ha contatti continuativi con lo staff assistenziale che, prima del medico stesso, rileva le modificazioni sintomatologiche, dello stato funzionale o del comportamento, cioè i segni di un'incipiente patologia acuta. La diagnosi deve essere sempre fatta (o quanto meno il problema del raggiungimento della diagnosi deve essere sempre posto; le decisioni sul procedere o meno ad un work-up procedurale devono essere formalizzate e un trattamento intensivo deve essere messo in opera in risposta alla "crisi"; solo così è possibile evitare che una malattia d'organo diventi d'organismo e che vi siano alte probabilità di una non adeguata ripresa funzionale. La RSA dovrebbe operare in stretta collaborazione con un ospedale (collaborazione che non può essere saltuaria, ma fondata su un rapporto che dovrebbe essere convenzionale). Il ruolo del medico Non vi è un consenso diffuso sul punto di equilibrio tra interventi clinici all’interno della RSA e ricovero ospedaliero. E’ necessario superare la tendenza ad affrontare con i limitati strumenti diagnostici e terapeutici delle strutture residenziali tutti i problemi clinici; solo un reparto ospedaliero adeguatamente attrezzato può rispondere a taluni bisogni sanitari anche di un ospite di una struttura residenziale. Se, in presenza di una grave patologia acuta, l'anziano viene mantenuto in una struttura non dotata di strumenti adeguati per effettuare una diagnosi ed una terapia delle singole alterazioni, il rischio di una prognosi infausta o di una grave perdita della funzione sarà elevatissimo. Non si deve però dimenticare che lo stesso pericolo viene corso dal paziente se ricoverato in strutture ospedaliere non qualificate per la diagnosi e cura dell'anziano. L’ospedalizzazione deve essere mantenuta per il minor tempo possibile, poiché può provocare di per sé effetti negativi sulla salute del paziente anziano (delirium, compromissione del senso di fame e di sete, complicanze da prolungato allettamento, ecc.). La struttura residenziale deve essere pertanto attrezzata al precoce accoglimento del paziente ospedalizzato. La RSA •Aspetti generali – Definizioni – Flussi demografici – Caratteristiche cliniche dei pazienti •Criteri generali sull’organizzazione •Il governo degli degli accessi: le UVG •Standard assistenziali •Il ruolo del medico •I nuclei Alzheimer •Conclusioni I nuclei Alzheimer Per Nucleo Alzheimer si intende un’area di degenza e di vita specificamente dedicata a soggetti con disturbi cognitivi e del comportamento, strutturato in modo da costruire intorno al pazienti un “ambiente protesico” che faciliti l’orientamento e limiti le interazioni critiche tra il paziente e l’ambiente. Il Nucleo Alzheimer prevede ambienti ed arredi specificamente progettati, oltre a codici colore, strumenti di controllo ambientale, e soprattutto il “giardino alzheimer”, spazio di libero uso, ricco di stimoli sensoriali, che faciliti il controllo del wandering. Alcune Regioni, come la Lombardia hanno previsto la realizzazione di questi nuclei nell’ambito della organizzazione delle RSA. Il DM 17 dicembre 2008 li prevede come livello assistenziale a se stante. Gli studi realizzati sull’argomento hanno dimostrato un migliore adattamento dei pazienti, una riduzione delle pratiche di contenzione fisica e farmacologica, un minor burn-out degli operatori. I nuclei Alzheimer La relativa limitazione dei finanziamenti per i servizi territoriali non ha permesso un’adeguata espansione di questa modalità assistenziale e i Nuclei Alzheimer (NA) non hanno avuto una sufficientemente omogenea diffusione. Tra le ragioni che hanno portato alla sperimentazione di unità specializzate per l’assistenza ai soggetti con demenza in RSA vi sono primariamente considerazioni di tipo clinico, che evidenziano come l’ambiente svolga nel paziente con demenza un importante ruolo di compenso e stimolo ma, al contempo, possa essere invece elemento che accentua i deficit cognitivi e le alterazioni comportamentali. Le modificazioni ambientali non incidono sulla storia naturale della malattia e sul declino delle funzioni cognitive, ma riducono i problemi comportamentali (quali agitazione, affaccendamento, wandering, aggressività, insonnia), i sintomi psicotici e rallentano il declino delle capacità funzionali dei soggetti con demenza. I nuclei Alzheimer Il primo obiettivo di ogni ambiente terapeutico è assicurare che gli utenti non subiscano alcun danno. L'ambiente di un Nucleo Alzheimer deve aiutare il paziente, attraverso la progettazione degli spazi, gli arredi, l'organizzazione e i programmi delle attività, a "sapere chi è" e "sapere dove è". I diversi ambienti devono essere chiaramente riconoscibili (con l'utilizzo di colori, simboli, indicazioni), i percorsi devono essere facilitati (da indicazioni colorate e simboli) e le forme ripetitive eliminate. Un altro degli elementi portanti nella realizzazione di questi nuclei è la formazione di uno staff specificamente preparato all’approccio ed alla cura di questi malati, al fine di aiutare tali operatori (medici, infermieri e tutto il personale assistenziale) a riconoscere i disturbi comportamentali ed a ricercarne le possibili cause, a mantenere il più a lungo possibile l’autonomia di questi pazienti tramite una stimolazione continua delle attività della vita quotidiana (es: stimolazione a vestirsi da soli e a mangiare da soli), ad uniformare le procedure mediche ed assistenziali tramite un assessment geriatrico multidimensionale che permettesse una visione complessiva ed univoca del paziente da parte di tutti gli operatori. La formazione dello staff include l’acquisizione delle metodiche per ridurre gli stimoli uditivi eccessivi, i rumori acuti (come le voci del personale e dei caregiver), i movimenti troppo veloci o bruschi. Enfasi è stata posta sulla sensibilità e gentilezza da usare nell’assistere queste persone e sulla possibilità di terapie non-farmacologiche nel trattamento dei disturbi comportamentali; a questo si aggiunge l’attenzione specifica da porre nell’introito alimentare dei malati e nella prevenzione delle cadute, nonché nella promozione e nel mantenimento delle performance funzionali tramite attività di animazione e di coinvolgimento attivo di queste persone. 31 dec, 2010 The Vanishing Mind Giving Alzheimer’s Patients Their Way, Even Chocolate PHOENIX — Margaret Nance was, to put it mildly, a difficult case. Agitated, combative, often reluctant to eat, she would hit staff members and fellow residents at nursing homes, several of which kicked her out. But when Beatitudes nursing home agreed to an urgent plea to accept her, all that changed. Disregarding typical nursing-home rules, Beatitudes allowed Ms. Nance, 96 and afflicted with Alzheimer’s, to sleep, be bathed and dine whenever she wanted, even at 2 a.m. She could eat anything, too, no matter how unhealthy, including unlimited chocolate. I nuclei Alzheimer I profili professionali previsti dagli standard gestionali sono medico, infermiere, fisioterapista, animatore o educatore e ausiliario che realizzano uno standard assistenziale di superiore di circa un terzo a quello realizzato dagli stessi profili professionali negli altri nuclei della RSA. L'organico di un NA con 20 posti letto deve essere tale da consentire tre presenze a tempo pieno e una part time nella mattinata, tre presenze piene nel pomeriggio e una presenza di notte per ciò che riguarda il personale di assistenza, cui vanno aggiunte un terapista della riabilitazione a part time ed un medico a 18 ore alla settimana. L’organizzazione di nuclei assistenziali per persone affette da demenza con gravi disturbi comportamentali ha permesso un rilevante miglioramento della qualità del lavoro da parte degli operatori, che hanno la cultura, la sensibilità, il tempo per assistere gli ospiti in un ambiente caratterizzato da un forte livello di tolleranza, condizione necessaria per rompere il circolo vizioso che talvolta si instaura nelle RSA: BPSD-aggressività verso l’operatore- risposta contentiva (chimica e fisica)aggravamento dell’aggressività. Caratteristiche principali dei Nuclei Alzheimer Cosa c’è di “speciale” nelle Unità Speciali per la Demenza? • Ambiente Fisico – Riduzione degli stimoli rumorosi – Sicurezza durante il vagabondaggio – Appropriate stimolazioni sensoriali • Approccio del personale all’assistenza – Piani di cura individualizzati – Approccio “di gruppo” ai pazienti – Riduzione delle contenzioni fisiche e farmacologiche – Enfasi posta alla dignità del paziente ed allo stato funzionale • Programmi terapeutici – Attività adeguate alle condizioni cognitive e funzionali dei singoli pazienti – Attenzione posta alle attività “familiari” – Terapia occupazionale di gruppo, programmi di attività fisiche – Attività individuali • Coinvolgimento delle famiglie – Fornire informazioni e supporto di gruppo – Incoraggiare I familiari alla partecipazione alle attività ed all’assistenza. La RSA •Aspetti generali – Definizioni – Flussi demografici – Caratteristiche cliniche dei pazienti •Criteri generali sull’organizzazione •Il governo degli degli accessi: le UVG •Standard assistenziali •Il ruolo del medico •I nuclei Alzheimer •Conclusioni Conclusioni È dura nelle Case di riposo - le chiameremo spesso così: case per riposare nei giorni liberi e sempre difficili della propria esistenza. È dura per la ragione che la retta si fatica a pagare. La crisi, di nuovo, colpisce nel profondo. Mediamente, lo vedremo nel viaggio nelle Rsa-Case di riposo-Fondazioni, servono dai milletrecento ai millecinquecento euro al mese. Le pensioni, per molti, sono quelle che sono e in assenza di danaro da parte dell'ospite tocca alla famiglia. Solo che ora, la famiglia, sopporta il peso di una forte pressione economica e l'ombra della disoccupazione si allunga. Dunque, le famiglie fanno fatica e i Comuni, che dovrebbero subentrare nell'aiuto alle Case di riposo, debbono raschiare il fondo del barile per mantenersi in linea con la le regole nazionali-europee sulla stretta al bilancio. Anche sul fronte della beneficenza, i tradizionali lasciti su cui si sono rette molte di queste istituzioni, si vanno assottigliando. Tutto si tiene per via di un volontariato mai diminuito e che nel campo della difesa dell'anziano mantiene schiena diritta e una partecipazione fluente. «È il sapore del destino comune», ci hanno detto molti amministratori di Fondazioni. Sarà quel che sarà, ma senza le decine di volontari, amici, parenti, compaesani, concittadini di varie, note e anonime istituzioni volontarie, oggi non ce la faremmo a mantenere standard di qualità umana e scientifica nei nuovi e rinnovati villaggi della civiltà, queste tendenzialmente straordinarie Rsa-Case di riposoFondazioni. Conclusioni In alcune strutture si confondono il volontariato dei dipendenti e l'istituzionalità dei volontari. Si capisce qui, nella storica Casa di riposo, che la causa è comune, che la partita è una partita di vita e nulla esiste di furbo e di ambiguo nella fedeltà avanzata verso i più deboli e anziani. Bisogna andarci e starci, in una Casa di riposo, per comprendere la specificità di ognuno e una solidarietà generalizzata, per capire fino in fondo come lo Stato, nelle sue rappresentazioni locali e centrali e il cittadino di ogni piccola patria riescano a conversare sui sentimenti della civiltà vera dell'assistenza e della cura senza parlarsi tanto, come si capisce al volo che sul fronte della terza quarta e quinta età, tanto più non autosufficiente, non si scherza. Da qui, fortuna permettendo, ci si passa tutti e qui si giocano i giorni identici e forse più democratici della nostra vita (Tonino Zana, GdB, 9 gennaio 2011).