Terapia del soffio
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Terapia del soffio
La terapia del soffio del Maestro Inoue Muhen Alla fine degli anno ’80 il maestro Muhen ha partecipato a una sesshin di Scaramuccia e durante una sua successiva visita ha tenuto un seminario sulla Terapia del Soffio. Dopo avere appreso la sua terapia ho avuto diverse occasioni di utilizzarla, convincendomi della sua efficacia nella cura di tanti dolori e malattie. Pur non essendo personalmente un guaritore di professione, ritengo che la conoscenza della TdS, indipendentemente dall’uso che ognuno ne vorrà fare, sia utile per risolvere in maniera semplice situazioni anche disperate. Prima di passare ad illustrarla, è fondamentale sapere che è sempre meglio, ove possibile, avere una diagnosi da persone qualificate, per poter lavorare sulla malattia o il semplice dolore e per coadiuvare l’uso di altre medicine specifiche. È una terapia che comunque può essere messa in pratica e alla prova nel momento in cui si incontra una persona che abbia qualche dolore dovuto ad artrosi o reumatismi e che abbia degli impedimenti ad alzare un braccio. Si potrà sperimentare che dopo alcune serie di soffi si potrà liberare il movimento del braccio constatando da sé stessi la bontà del metodo usato. Il miglioramento delle persone può variare da una all’altra, dipendentemente dalla gravità della sua condizione, dall’età, dal suo carattere, etc. Può anche succedere che qualcuno, dopo averlo trattato per una settimana, non migliori e poi, all’improvviso, senza rendersene conto, cominci a sentirsi meglio. Può bastare in alcuni casi anche una sola applicazione al giorno, fino a quando si vede un miglioramento. Subito dopo avere soffiato è normale che si abbia una reazione alla cura, anche febbre, stanchezza e maggiore dolore. Ci sono però casi di malattie gravi, come il cancro e l’AIDS, in cui la TdS non funziona. Essa può solo servire ad alleviare la sofferenza del malato. Metodo di applicazione È sufficiente soffiare sui punti dolenti per 21 volte per 10 cicli. Si possono fare quanti cicli si vuole, ma ne debbono essere eseguiti almeno due. Le mani vanno appoggiate con le dita distese sulla parte da soffiare e il soffio deve essere eseguito tra le mani. Sulla parte del corpo su cui si soffia deve essere disteso un leggero panno possibilmente di cotone. Durante il soffio il terapista deve seguire un proprio ritmo senza soffiare troppo forte o troppo debolmente. Aspettare di avere ben digerito il pasto prima di soffiare perché si deve eseguire una respirazione addominale. Dopo avere soffiato è molto importante fare un lieve massaggio con la mano sopra il punto. Tenere la mano per il tempo che si impiega a recitare una delle seguenti invocazioni: Prajna Paramita, Emmejiku Kannon, Om Mani Padme Um, oppure la propria invocazione preferita. La terapia ha effetti positivi sia per il malato che per il terapista. Muhen aveva ottanta anni quando è venuto a Scaramuccia e pratica questa terapia per 56 ore al giorno. Da quanto mi risulta, ora che di anni ne ha novanta sta ancora molto bene e continua a soffiare! È importante che in questo modo si possano aiutare molte persone a stare meglio. Problemi specifici e applicazioni Allergia I punti da trattare sono tre: i due punti ai lati del naso sopra le narici ed il punto in mezzo alla fronte fra le sopracciglia. Artrosi Ci sono dei punti particolari, per esempio l’articolazione della spalla, sui quali il soffio è molto efficace. Altre volte riguardano altre articolazioni, come il gomito, i polsi e le falangi.Basta premere con i pollici e soffiare dove si sente dolore. Per quanto riguarda la parte inferiore c’è una linea interessante che è la linea del reumatismo. Facendo sdraiare la persona su un fianco si prova a premere partendo dal fianco e percorrendo l’osso dal bacino, fino al ginocchio e alla caviglia. Soffiando poi sui punti più dolorosi. Asma Un punto dell’asma è nella fossetta del collo e l’altro punto è poco più sotto, circa due centimetri, in cima allo sterno. Questi punti non sono dolorosi e dopo avere soffiato non si deve massaggiare. Circolazione Soprattutto le vene varicose. Trovare i punti dolenti e soffiare. Anche premere la linea posteriore della gamba aiuta la circolazione. Un punto importante è quello dietro il ginocchio, che va premuto delicatamente. Cuore Il punto del cuore non è facile da trovare. È un punto doloroso alla pressione, ma non bisogna premere molto perché se ci sono problemi di cuore può fare male. È importante, solo per il cuore, che dopo avere soffiato si massaggi la zona più a lungo, anche dieci minuti. Fegato Cercare i punti dolorosi sui quali soffiare sia anteriormente che posteriormente. Influenza Soffiare sul punto al centro del capo (fontanella). È meglio se sulla fronte e sul collo viene messo un piccolo asciugamano bagnato con l’acqua fredda e strizzato. Lo stesso punto al centro del capo è anche indicato per problemi di epilessia. Ovaie ed utero Cercare il punto che fa male e soffiare quindi la zona a destra, a sinistra e centrale del basso addome. Polmoni I due punti da soffiare sono situati agli apici polmonari, sia dietro che avanti. Durante il massaggio è importante rimanere concentrati sul punto. Reni Per il diabete il punto da soffiare è nella zona alla fine delle costole. Stomaco ed intestino Soffiare sui punti dolorosi cercandoli nelle zone corrispondenti. Testa Il male di testa dipende spesso da tensione e rigidità del collo e delle spalle. Cercare i punti e soffiare, sia su questi che direttamente dove si sente dolore. Vescica Il punto da soffiare è vicino all’inguine. Altre pratiche di buona salute Il maestro Muhen ha anche illustrato tre pratiche molto semplici per mantenersi in buona salute: la Respirazione, l’Automassaggio e l’Alimentazione. Respirazione Respirando si deve immaginare che il prana dell’universo entri attraverso le narici e nella espirazione esca l’aria consumata. Il prana rimane dentro e va a depositarsi nel tanden. Da qui circola poi per tutto il corpo. La concentrazione deve essere su questo punto, senza distrarsi. Si può stare seduti nella posizione di zazen oppure in altre posizioni. È importante che la schiena rimanga diritta. In fondo anche la TdS è un modo per fare energia, solo che ciò avviene inconsciamente, perché soffiando avviene lo stesso movimento e si invia energia nell’addome. Quindi soffiare due tre persone al mattino e al pomeriggio non fa stancare perché si autoproduce energia. Molti terapisti sono spaventati dall’idea di farsi succhiare energia dalle persone che trattano. Invece con la TdS questo non avviene perché trattando si fa energia anche per sé stessi. Automassaggio Si può eseguire con un asciugamano o uno straccio ruvido, bagnato o asciutto, al mattino appena alzati. Si immerge lo straccio in una bacinella, lo si strizza e piegato si comincia a massaggiare dall’alto verso il basso, dietro, avanti in senso verticale e diagonale per una ventina di volte. Fatto il tronco e le braccia, rimetterlo nell’acqua e strizzarlo di nuovo per fare la parte delle gambe e dei piedi fino al completamento di tutto il corpo. È un massaggio molto buono per la circolazione del sangue e migliora così la nostra difesa nei confronti del freddo e dalle malattie che ne derivano. Se si hanno problemi di capillare usare uno straccio morbido fino a quando non si avrà un miglioramento generale della superficie cutanea. Alimentazione Si tratta di una sola ricetta di purificazione con il riso integrale. È indicata alle persone che soffrono di pressione alta o instabile, a chi soffre di obesità, di stitichezza, di ritenzione di liquidi, a chi ha problemi di cuore, per depurare il sangue ed in generale per mantenersi in buona salute. La ricetta da seguire è la seguente: in una pentola versare una tazza di riso integrale e quindici tazze di acqua, che è la dose per una persona. Tagliare a piccoli cubetti una carota e aggiungerla al riso. Far cuocere tutto a fuoco lento con la pentola coperta, senza aprire, per circa un’ora e mezza, due al massimo. Niente sale ma alla fine della cottura si può aggiungere un poco di salsa di soja. Si può conservare per un paio di giorni secondo la stagione riscaldando soltanto la piccola parte che si pensa di mangiare. Una tazza di riso così cucinato si prende tre volte al giorno prima di qualsiasi altro cibo, soprattutto verdure crude o legumi o quello che piace di più ma sempre in quantità ridotta. Provare per tre mesi ed anche più a lungo se ci si sente bene. Conclusioni Qualunque pratica si voglia intraprendere, sia di carattere spirituale, sportivo, artistico o terapeutico, come nel caso della TdS, è importante che si abbia un continuo monitoraggio del lavoro che si è compiuto e che si sta facendo, per comprendere la validità della pratica e i progressi che si compiono. Il modo migliore è sicuramente quello di tenere un diario. In esso si dovrà annotare regolarmente il tempo che si dedica alla pratica, i tipi di malattie che si stanno curando, i risultati sulle persone che si stanno seguendo e su sé stessi. In questo modo, oltre ad avere una casistica chiara della validità della Tds, si potrà anche avere un punto di riferimento utilizzabile per eventuali allievi ai quali insegnare la terapia. http://zenshinji.org