Sfuma la vittoria per Massimino cade da cavallo a pochi

Transcript

Sfuma la vittoria per Massimino cade da cavallo a pochi
Sfuma la vittoria per Massimino cade da cavallo a pochi metri dal palo
16 settembre 2002
PRIMA PAGINA
ITALIA
ESTERI
ITALIA
Pagina 1 di 3
Pagina 2
Giornata amara per i fantini sardi, vince l’argentino Angelo Ballestreros
Sfuma la vittoria per Massimino cade da cavallo a pochi
metri dal palo
REGIONE
CAGLIARI
QUARTU
TRIBUNALE DI
CAGLIARI
HINTERLAND
PROV DI CAGLIARI
CARBONIA
IGLESIAS
ORISTANO
NUORO
PROV DI SASSARI
OLBIA
SPORT
MOTORI
TEMPO LIBERO
CULTURA
dal nostro inviato
Asti Massimino non ce l’ha fatta. Il fantino di
Norbello vittorioso per ben tre volte nel Palio di Asti
è caduto rovinosamente con il suo Millennium Bug a
poche centinaia di metri dalla quarta vittoria. Con
lui hanno mancato il bersaglio gli altri sette cavalieri
sardi o di origine sarda in gara. I vari Pinna,
Puxeddu, Pes, Columbu, Zedda, sono stati superati,
insieme ai fantini toscani reduci dai trionfi di Siena,
dall’argentino Angelo Ballestreros.
La pattuglia isolana non é riuscita a ribaltare in questa terra di grandi cibi e grandi
vini un’annata deludente per le corse a pelo. Eppure il palio di Asti ha nel suo albo
d’oro i nomi pi ù prestigiosi dei fantini sardi, da Aceto a Cianchino fino al famoso
Pesse. Il primo fu Andrea Degortes, il leggendario Aceto, l’uomo che nel Novecento
ha vinto il maggior numero di corse. Prevalse qui ad Asti nel 1968 e nell’84. Certo, il
fantino di Olbia ha conquistato maggior gloria a Siena, dove ha vinto per ben
quattordici volte. E anche Giuseppe Michele Pes, il Pesse, genitori di Sedilo, ben
nove vittorie a Piazza del Campo, ha vinto una sola volta il Palio più antico d’Italia,
nato 757 anni fa. Correva il 1275 allorché Asti, città ricca e potente grazie ai suoi
commercianti e banchieri, sfidò la rivale Alba correndo sotto le sue mura il Palio.
http://www.unionesarda.it/unione/2002/16-09-02/ITALIA/FAT01/A03.html
16/09/2002
Sfuma la vittoria per Massimino cade da cavallo a pochi metri dal palo
Gerenza
Design JAP Interactive
Powered by NAVITA
Pagina 2 di 3
Da allora la tradizione si è ripetuta, con qualche interruzione ma dal 1967 la città ha
ricominciato a essere invasa da bandiere e stendardi che la inondano la terza
settimana di settembre di mille colori, di damigelle, armigeri, paggi, tamburini,
sbandieratori, vessilliferi, palafranieri, Capitano del Palio e Magistrati impegnati in un
pregevole corteo storico, prima di una gara che stavolta non ha parlato sardo.
È andata male a “Massimino”, ma anche agli altri sardi è mancata la rivincita su
Siena, dove il toscano “Ricciolino”, al secolo Luigi Bruschelli, aveva battuto tutti nella
più famosa delle corse a pelo che si stanno moltiplicando in Sardegna (se ne contano
settanta l’anno) e fuori.
Gli altri campioni nati nell’Isola o figli di emigrati in Toscana e Umbria sono usciti già
nelle batterie, sconfitti nella pista della piazza Alfieri. È andata male a uno fra i più
giovani e promettenti, Walter Pusceddu, nato a Carbonia meno di venti anni fa e già
famoso nelle gare a pelo con il soprannome di Bighino. Con lui è stato sconfitto
anche Pinturicchio, come nel mondo dell’ippica è chiamato l’oristanese Boris Pinna,
in gara per il borgo di Santa Maria Nuova.
Niente da fare anche per il Comune di San Marzanotto e Virginio Zedda, mentre
Montechiaro, paese a pochi chilometri da Asti, ha inutilmente puntato su “Gingillo ”,
Giuseppe Zedde, fantino di Ortueri, 20 anni compiuti il 30 luglio, che ha esordito
nello scorso agosto a Siena correndo per il “Bruco”. Fuori dalla finale anche Giovanni
Spiga, Dino Pes, “Velluto”, e delusione anche per il borgo don Bosco e Massimo
Columbu, che si è già conquistato un bel soprannome, “Veleno II”, ma è stato
eliminato.
Non era in gara il famoso Pesse, il fantino nato ad Asciano da genitori di Sedilo,
reduce dalla brutta avventura di piazza del Campo, dove un gruppo di scatenati
contradaioli dell’Istrice lo ha aggredito: sei di loro sono addirittura stati arrestati per
il pestaggio, costato al fantino la frattura di una costola.
Asti è un’altra cosa rispetto a Siena. Il palio è sentito, la competizione fra i borghi
fortissima, si fischia e si polemizza. Ma di botte, almeno per ora, non se sono viste
nella città che ha visto primeggiare in anni lontani Sergio Ruiu, chiamato “il
professore”, tre volte vincitore. Qui vinsero anche Giovanni Manca (“gentleman”),
Rinaldo Spiga “Spingarda”, Mariano Zedda (“Epe”), e si aggiudicarono il Palio Tonino
Cossu e Angelo Depau. Tutti loro hanno lasciato il loro nome sulla via Francigena, la
via che dal regno dei Franchi portava i pellegrini verso Roma negli anni del Giubileo.
Allora come oggi, la città era assai ospitale, capace di accogliere in taverne e
conventi i viandanti. E allora come oggi l’amore per i cavalli e i cavalieri attiravano
ad Asti appassionati estimatori.
L’unica consolazione viene dai vini. La cantina “Il Nuraghe” di Mogoro con il
Semidano del 2001 e la “Meloni vini” di Selargius con il suo moscato Donna Jolanda
hanno vinto l’Oscar assegnato dalla Duja d’or, prestigiosa rassegna dei vini italiani. E
http://www.unionesarda.it/unione/2002/16-qui se ne intendono. 09-02/ITALIA/FAT01/A03.html
16/09/2002
Sfuma la vittoria per Massimino cade da cavallo a pochi metri dal palo
Pagina 3 di 3
qui se ne intendono.
Giancarlo Ghirra.
http://www.unionesarda.it/unione/2002/16-09-02/ITALIA/FAT01/A03.html
16/09/2002