all`inizio dell`anno in corso la missione
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all`inizio dell`anno in corso la missione
16 4.7.2012 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 27 Ricordato che: - all’inizio dell’anno in corso la missione ISAF contava su oltre 130 mila militari impegnati sul territorio e coadiuvati da circa 180 mila soldati dell’Esercito nazionale afghano, e che in questo contesto il contributo dell’Italia in termini di uomini e donne appartenenti alle nostre Forze armate ammonta a 4 mila unità; - il vertice NATO di Lisbona del 19 e 20 novembre 2010: a) ha stabilito che il ritiro delle truppe debba avvenire entro l’anno 2014, termine entro il quale è stato, altresì, previsto che le forze armate afghane dovranno assumere il pieno controllo della sicurezza sul territorio; b) ha progettato una fase di transizione che dovrà necessariamente tenere conto delle reali condizioni del Paese alla data del ritiro, prevedendo una permanenza di truppe anche dopo il 2014 in funzione di cooperazione e coordinamento con gli organi politici e le forze di sicurezza afghane. Ricordati i principali passaggi che hanno sotteso la presenza delle truppe italiane in territorio afghano, il cui inizio data gennaio 2002, e che hanno visto i nostri vertici militari assumere, dal giugno 2005, il comando della regione di Herat, comprendente le province di Badghis, Ghowr, Herat e Farah, impegno che ha comportato la morte dì cinquanta componenti del contingente ed il ferimento di decine di militari; Preso atto che la normativa vigente non prevede una disciplina uniforme in materia di autorizzazione e svolgimento di missioni internazionali e che pertanto la disciplina di tali missioni viene ad essere contenuta nell’ambito dei provvedimenti legislativi che di volta in volta finanziano le missioni stesse; Ricordato che la partecipazione italiana alla missione ISAF è stata prorogata al 31 dicembre 2012 dal decretolegge 29 dicembre 2011, n. 215, (Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonchè disposizioni urgenti per l’amministrazione della difesa), convertito, con modificazioni dalla legge 24 febbraio 2012, n. 13, che all’articolo 1 recita: “E’ autorizzata, a decorrere dal 1° gennaio 2012 e fino al 31 dicembre 2012, la spesa di euro 747.649.929 per la proroga della partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan, denominate International Security Assistence Force (ISAF) ed EU police mission in Afghanistan (EUPOL AFGHANISTAN), di cui all’articolo 4, comma 1, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n. 130, (la partecipazione italiana alle missioni ISAF e EUPOL in Afghanistan è altresì autorizzata da commi 12, 15, 23, 25 del medesimo articolo); Alla luce del contenuto della citata l. 13/2012 con la quale si stanziano somme sufficienti al mantenimento in territorio afghano di 4000 unità, ossia 200 in meno rispetto a quanto previsto dal precedente d.l. 107/2011, convertito dalla l. 130/2011, provvedimento che, al di là delle molteplici motivazioni che ne sono alla base, potrebbe essere individuato quale primo atto di un piano per il ritiro del nostro contingente dal territorio afghano; Impegna la Giunta regionale a sollecitare il Governo nazionale affinché, in ossequio al contenuto delle citate risoluzioni ONU 1386/2001 e 1510/2003 e degli accordi raggiunti in sede NATO a Lisbona nel 2010, ed in linea con le exit strateges adottate da numerosi governi facenti parte della coalizione, il programmato ritiro delle nostre Forze armate dall’’Afghanistan sia contestualmente accompagnato da una strategia di lungo periodo volta a rafforzare il processo di costruzione civile e politica in atto nel Paese; a sostenere in ambito ONU e dell’Unione Europea tutte le iniziative diplomatiche e di mediazione finalizzate a sostenere il processo di pacificazione e riconciliazione interna avviato ma lungi dall’essere concluso; a sostenere le forme di cooperazione funzionali all’attivazione dello sviluppo in loco, prestando particolare attenzione alle condizioni di vita delle donne afghane ed alla promozione dei loro diritti. Il presente atto è pubblicato integralmente sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana ai sensi dell’articolo 5, comma 1, della l.r. 23/2007 e nella banca dati degli atti del Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 18, comma 2, della medesima l.r. 23/2007. Il Presidente Roberto Giuseppe Benedetti Il Segretario Daniela Lastri MOZIONE 13 giugno 2012, n. 478 In merito ad un intervento legislativo in materia di unioni civili in coerenza con il dettato costituzionale. Il Consiglio regionale 4.7.2012 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 27 17 Premesso che: - nel nostro Paese è assente un’apposita disciplina legislativa sulle unioni civili, fenomeno che si sta sempre più diffondendo e che ha rilevanti effetti dal punto di vista economico e sociale, in termini di rapporti reciproci e con la collettività; - in assenza di una disciplina organica del legislatore, sono state la giurisprudenza, o le autorità indipendenti, ad intervenire in materia, estendendo ai conviventi alcuni diritti, di cui a titolo di esempio occorre ricordare: • il Garante della privacy, nel 2009, ha riconosciuto il diritto del convivente a richiedere copia della cartella clinica del/la compagno/a deceduto/a, nonostante l’opposizione degli eredi; • la Corte costituzionale, con sentenza n. 404/1988, ha stabilito che, in caso di decesso del titolare di un contratto di locazione, anche il convivente ha il diritto a succedere nel contratto ma, ancora attualmente, senza alcun diritto successorio; • la Corte di Cassazione, con sentenza n. 8976/2005, ammette pacificamente che, nel caso in cui un convivente rimanga vittima di lesioni, o deceda per fatto illecito di terzi, l’altro convivente possa avanzare sempre la domanda di risarcimento del danno da fatto illecito subito dal partner, esattamente come accade per la famiglia legittima provando, tuttavia, la stabilità della convivenza; - dal quadro sopra delineato si evince come, in assenza di una disciplina organica sull’esempio di tanti altri paesi europei, il riconoscimento di alcuni diritti ai componenti di unioni civili sia stato rimesso agli interventi giurisprudenziali o di altre autorità, mentre il Parlamento avrebbe, non solo il diritto, ma anche il dovere, di intervenire in materia. mento che, in coerenza con il dettato della Costituzione, disciplini il novero dei diritti spettanti ai componenti di unioni civili, data la diffusione e la rilevanza sociale di tale fenomeno, ed al fine di non creare irragionevoli discriminazioni che toccherebbe, in seguito, alla giurisprudenza di legittimità e costituzionale dover sanare, come avvenuto finora; Ricordato che la sentenza della Corte costituzionale n. 138/2010 afferma: “l’art. 2 Cost. dispone che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Orbene, per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico. (..)Ne deriva, dunque, che, nell’ambito applicativo dell’art. 2 Cost., spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette, restando riservata alla Corte costituzionale la possibilità d’intervenire a tutela di specifiche situazioni (come è avvenuto per le convivenze more uxorio: sentenze n. 559 del 1989 e n. 404 del 1988).”. Il Segretario Daniela Lastri Considerato che la Corte costituzionale ha dunque espressamente fatto riferimento alla necessità di un intervento legislativo organico in materia da parte del Parla- Chiede al Parlamento di intervenire in materia, per i motivi sopra ricordati e, visti i numerosi interventi giurisprudenziali adottati proprio in assenza di un provvedimento specifico, con una legge organica che, nel rispetto del dettato e dei valori costituzionali, proceda a definire con chiarezza i diritti ed i doveri dei componenti di unioni civili, vista la diffusione di tale fenomeno ed i rilevanti effetti sociali di esso nella società italiana. Impegna la Giunta regionale ad esprimere tale volontà nelle sedi istituzionali pre poste. Il presente atto è pubblicato integralmente sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana ai sensi dell’articolo 5, comma 1, della l.r. 23/2007 e nella banca dati degli atti del Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 18, comma 2, della medesima l.r. 23/2007. Il Presidente Roberto Giuseppe Benedetti PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE - Decreti DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 25 giugno 2012, n. 131 Accordo di programma per la realizzazione della cassa di espansione di “Piaggioni” e per la progetta zione definitiva della cassa di espansione di “Scaletta” - lotti funzionali del sistema delle casse di espansione della Roffia. Delega a presiedere le sedute del Collegio di Vigilanza. IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE Vista la legge regionale 3 settembre 1996, n. 76 “Di sciplina degli accordi di programma”;