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La comunicazione sostenibile per lo sviluppo rurale. Socialità, innovazione, paesaggio. Luca Toschi Eugenio Pandolfini Marco Sbardella Gianluca Simonetta Presentazione di Enrico Rossi (Presidente della Regione Toscana) Una famosa e citatissima storiella dello scrittore americano David Foster Wallace parla di due pesci giovani che, mentre nuotano nel mare, a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta. Salutandoli, il pesce anziano dice: –Salve, ragazzi, com'è l'acqua? – I due pesci giovani nuotano un altro po', poi uno guarda l'altro e fa: – Che cavolo è l'acqua? Come lo scrittore spiega, il succo della storiella dei pesci è che spesso le realtà più ovvie, onnipresenti e pervasive, sono anche le più difficili da capire e da individuare. La comunicazione è per noi, oggi, come l'acqua per i due pesci giovani, ovvero una realtà che ci circonda, nella quale siamo immersi, e che talvolta diamo talmente per scontata da non riconoscerla neanche più. Dedicarle attenzione è invece fondamentale, perché da come la conosciamo, da come vi “nuotiamo” dentro – per restare nella metafora – può dipendere il nostro successo o insuccesso personale, ma anche quello che caratterizzerà la nostra organizzazione, collettività, istituzione ecc. Reputo dunque imprescindibile al giorno d’oggi, per la Pubblica Amministrazione, occuparsi di comunicazione (ed in particolare di comunicazione digitale), data l’importanza sempre maggiore che essa riveste all’interno della nostra società. Un ente deve essere capace di veicolare i propri messaggi non solamente tramite i media tradizionali, ma utilizzando tutti i mezzi che la tecnologia mette a disposizione, perché questo permette non solo di diffondere informazioni, ma anche di stimolare un maggior dialogo con la cittadinanza ed avvicinare La comunicazione sostenibile per lo sviluppo rurale. Socialità, innovazione, paesaggio. Luca Toschi Eugenio Pandolfini Marco Sbardella Gianluca Simonetta maggiormente le persone alle opportunità offerte dalle istituzioni territoriali. Questo ragionamento vale, a maggior ragione, se declinato in un settore “difficile” come l'agricoltura, dove l'età media dei destinatari potenziali dei messaggi è abbastanza elevata, e poco avvezza all'utilizzo delle nuove tecnologie. Indubbiamente l’utilizzo di molteplici canali comunicativi amplia lo spettro delle persone raggiunte. Ogni mezzo di comunicazione ha solitamente un suo target prioritario relativamente all’età e alle caratteristiche socio-culturali. Una Pubblica Amministrazione che pianifica correttamente la sua comunicazione deve quindi necessariamente tenere conto di questo aspetto e ragionare in termini di logica multicanale per raggiungere il più alto numero di cittadini, che possono così tenersi informati utilizzando il mezzo a loro più congeniale. Il cittadino deve essere messo nella condizione di poter scegliere tra una comunicazione più rapida e immediata come quella dei social media e una più ampia e dettagliata quale quella classica dei comunicati e delle notizie diffuse tramite tv e giornali, ma anche attraverso campagne comunicative mirate che vanno a cercare i target più difficili da raggiungere con una informazione broadcast. Questa ricerca sulla comunicazione generativa in agricoltura può essere un valido strumento, a disposizione di ricercatori e professionisti della comunicazione, per trarre qualche utile strumento, a partire da un caso di scuola, ed avere maggiore efficacia nel processo comunicativo. Non c'è dubbio che l'esperienza maturata nel corso della fase di programmazione delle opportunità dello sviluppo rurale sia di assoluta importanza. Valutare ciò che è stato fatto e ciò che non è stato fatto, i risultati positivi conseguiti e le difficoltà che pure ci sono state è essenziale per noi, come per tutti coloro La comunicazione sostenibile per lo sviluppo rurale. Socialità, innovazione, paesaggio. Luca Toschi Eugenio Pandolfini Marco Sbardella Gianluca Simonetta che appartengono al mondo interessato alle politiche rurali. Possiamo sicuramente fare di più e non a caso il piano di comunicazione a cui stiamo lavorando per la nuova fase – quella che ci porterà al 2020 – si impernia su alcune parole chiave: innovazione, semplificazione, multimedialità sono solo le prime. Importante sarà la formazione degli operatori che, soprattutto nelle attività di sportello, dovranno relazionarsi direttamente con imprese e cittadini. Dovremo scommettere su nuove forme di comunicazione – per esempio meno depliant e cartellonistica e più social media – e dovremo fare in modo che non solo noi, ma anche i soggetti interessati alle politiche e promotori di buone pratiche possono avere voce ed essere soggetti attivi della comunicazione. Lo so che è una parola abusata: storytelling. Ma è anche una parola che rimanda a una comunicazione che funziona proprio perché crea rete, si fa forte della rete. In un quadro di risorse che, quantitativamente, non saranno più abbondanti come un tempo, dovremo saper investire meglio: bella sfida, che rimanda a esperienza, conoscenza, competenza. Quella che si costruisce anche grazie a un lavoro come quello che avete sotto gli occhi. Complimenti agli autori, e a quelli che saranno i fruitori, molti auguri di buon lavoro.