Nel ventre della Terra

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Nel ventre della Terra
3 Esperienze di vita – Scienza e tecnologia: quale futuro?
Richard Ernsberger - Marcus Mabry
Nel ventre della Terra
Fin dove può spingersi l’intelligenza umana? Lo sviluppo scientifico e tecnologico quali nuove frontiere supererà?
Dove vivremo nel futuro? Sono molti gli urbanisti che pensano al
sottosuolo per sviluppare nuovi insediamenti urbani.
In Giappone tutto è pronto per questa nuova frontiera.
1. sensori: dispositivi
meccanici, elettronici o
di altro tipo, che, in un
sistema di controllo, rilevano i valori di una
grandezza fisica o i suoi
cambiamenti.
2.
infrastrutture:
complesso dei servizi
pubblici, quali vie di
comunicazione, acquedotti, ospedali, scuole…
che costituiscono la premessa indispensabile a
ogni sviluppo economico di un Paese o di una
regione.
3. inceneritori: impianti che distruggono
per combustione rifiuti
e immondizie, specialmente nei grandi centri
urbani.
Era uno stranissimo evento: 70 persone riunite per ascoltare un
quartetto d’archi di Bach in un antro umido e buio scavato 50 metri
sottoterra a Kanagawa, in Giappone. «La qualità del suono era molto migliore di quanto mi aspettassi» ha detto Hiroyuki Kaneki, anche se l’umidità ha rovinato il suo violoncello.
Ma che senso ha suonare musica in un buco scavato nella terra? Serve ad aiutare la Tokyu Corp., una delle più grandi imprese di costruzioni del Giappone, che ha investito 5 milioni di dollari per creare questa caverna artificiale da impiegare come laboratorio di studio
per progetti di costruzione nel sottosuolo. «Man mano che crescono
le pressioni per l’uso del territorio e la richiesta di un ambiente più
pulito, diventa più interessante sfruttare il sottosuolo come luogo di
costruzione» dice Ray Sterling, direttore del Centro per gli spazi sotterranei dell’Università del Minnesota.
Il governo giapponese, assieme alle maggiori imprese di costruzioni,
cominciò a interessarsi seriamente ai progetti sotterranei cinque anni fa, quando i prezzi dei terreni toccarono il picco massimo. In seguito i prezzi scesero di nuovo e oggi non c’è molto nella caverna di
Kanagawa: un sistema di ventilazione, una fangosa cantina per i vini, una gran quantità di sensori1 e qualche pianta che lotta disperatamente per la vita. Ma è ancora vivo il sogno della Tokyu Corp. di
costruire una piccola città sotterranea, Geotrapolis, entro l’anno
2020.
Può sembrare lontano, ma il Giappone e l’Europa cominciano a volgere lo sguardo alle costruzioni sotterranee su grande scala come un
modo per nascondere le più sgradevoli infrastrutture2 cittadine, come gli impianti per il trattamento dei rifiuti e gli inceneritori3, le linee ferroviarie ad alta velocità e le centrali di immagazzinamento di
energia (per ora in fase sperimentale). «Se potessimo alloggiare queste infrastrutture nel sottosuolo» dice Kazuaki Egi del Geospace
Engineering Center (GEC) di Tokyo «potremmo sfruttare il suolo
per realizzare parchi o per altri scopi». Il Giappone sta preparando
anche 17 grandi progetti di trasporto sotterraneo, tra i quali un’autostrada che dovrebbe attraversare la baia di Tokyo al costo di 12
miliardi di dollari e che si stenderà per 15 km sotto il fondo del mare tra le province di Kanagawa e Chiba.
Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education
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3 Esperienze di vita – Scienza e tecnologia: quale futuro?
4. nipponiche: giappo-
nesi.
5. beuta: recipiente co-
nico di vetro resistente
al calore, usato nei laboratori chimici.
6. prototipo: il modello realizzato nell’ultima
fase della progettazione e destinato a diventare il punto di partenza
della produzione in serie.
7. assemblare: unire,
collegare.
I giapponesi fanno sul serio: sei imprese nipponiche4, a Kanagawa,
hanno dato inizio agli scavi per realizzare una «Geocupola» che assomiglia nella forma alla beuta5 di un chimico. Una struttura di questo genere, affondata 50 metri sotto la superficie, potrebbe ospitare
una centrale elettrica o un serbatoio per gas liquido. Il completamento del prototipo6 è previsto per il 1996. E sempre i giapponesi,
abili costruttori meccanici, stanno realizzando quattro macchine per
lo scavo e il rivestimento di tunnel da impiegare nei futuri lavori sotterranei. Queste macchine saranno telecomandate e capaci di lavorare tra i fanghi e le acque sotterranee fino alla posa di un rivestimento in cemento della volta. La Hitachi Zosen ha già realizzato una
scavatrice che sarà impiegata nella costruzione dell’autostrada che
attraverserà la baia di Tokyo. Con i suoi 14 metri di diametro, è la
più grande macchina di questo tipo mai costruita. Oltre a procedere rapidamente «masticando» la roccia, questa gigantesca talpa può
assemblare7 automaticamente 11 segmenti di tunnel (ognuno pesante 10 tonnellate) in circa 90 minuti.
Intanto, in Europa si lavora a livelli più vicini alla superficie. All’inizio del secolo, Stoccolma aveva già dei marciapiedi sotterranei. Oggi la capitale svedese ha una sala da concerto sotterranea e nel sottosuolo si sta realizzando un serbatoio idrico, mentre le fognature e
il depuratore delle acque sono già sottoterra. «All’esterno non si deve vedere niente» dice con orgoglio Gustav Landahl, un esperto urbanista. Nei dintorni di Stoccolma le strutture sotterranee sono così numerose che si è dovuta disegnare al computer una mappa tridimensionale della città. I Paesi scandinavi costruiscono nel sottosuolo per il clima rigido; in questo modo, i lavori possono procedere
durante tutto l’anno e, una volta terminate, le strutture richiedono
meno energia per il riscaldamento.
Anche in Francia sono state realizzate importanti strutture sotterranee. Basti ricordare il Forum des Halles, gigantesco centro commerciale sotterraneo portato a termine a Parigi alla metà degli anni
’80, non molto tempo prima che venisse spostata l’entrata del Louvre sotto la famosa piramide di Jeo Miner Pei.
Gli europei hanno costruito tunnel sotto le montagne e strade sotterranee urbane per secoli. Ma ora stanno scavando sempre più. Il
tunnel della Manica è stato appena aperto. La Germania e la Danimarca stanno prendendo accordi per realizzare un passante ferroviario sotto lo Stretto di Fehmarn che collegherebbe Amburgo a Copenhagen. La Spagna e il Marocco hanno discusso di un tunnel sotto lo Stretto di Gibilterra; mentre gli svizzeri stanno studiando la fattibilità di una metropolitana sotto le Alpi per collegare rapidamente
le principali città del Paese.
Questi sogni non diventeranno realtà molto presto. Ci sono ancora
troppi problemi pratici, il maggiore dei quali è la spesa. Costruire
sottoterra è molto più dispendioso e riuscire a stabilire i costi in an-
Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education
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3 Esperienze di vita – Scienza e tecnologia: quale futuro?
8. ammortizzato: ri-
pagato, reso pari.
9. effetti psico-fisiologici: gli effetti che in-
cidono sia sulla mente
sia sull’organismo degli
esseri viventi.
ticipo è quasi impossibile. Quando, nel maggio scorso, il tunnel della Manica è stato finalmente aperto, il costo dell’opera ammontava a
20 miliardi di dollari, circa il doppio rispetto al preventivo iniziale:
ci vorranno forse decenni prima che venga ammortizzato8 l’investimento.
Scavare un buco e renderlo utilizzabile sono due cose differenti.
Non è affatto semplice mantenere l’aria respirabile nei cunicoli sotterranei. Ci sono, inoltre, diverse complicazioni tecniche: la pressione della terra e dell’acqua possono mandare a monte anche il progetto più accurato. E chi è il proprietario del sottosuolo? Generalmente, il proprietario del terreno acquisisce anche i diritti sul sottosuolo, ma queste leggi saranno messe in discussione quando l’utilizzo del sottosuolo diventerà economicamente interessante.
Gli effetti psico-fisiologici9 della vita nel sottosuolo, in assenza di luce naturale, sono ancora in gran parte sconosciuti. «Per qualcuno, la
discesa nel sottosuolo evoca l’inferno» dice J.P. Godard, che ci fa
notare che quando venne aperta la metropolitana di Parigi, ai musicisti di strada fu permesso di suonare nelle stazioni e sui treni perché i viaggiatori non facessero troppo caso al posto in cui si trovavano. Anche per questo, conviene usare il sottosuolo per servizi urbani invece che per abitazioni. «Sempre di più» dice Landahl «cerchiamo di mettere sottoterra le infrastrutture di maggior disturbo,
come le strade o gli impianti di trattamento dei rifiuti, per poter portare al sole le persone».
(da «Scienza & Vita», febbraio 1995, n. 2, Rusconi)
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Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education