Estrazioni atraumatiche - Dental Tribune International

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Estrazioni atraumatiche - Dental Tribune International
22 Trends
Anno VI n. 2 - Febbraio 2010
Italian Edition
Estrazioni atraumatiche
Carl E. Misch, Richard Golden
Negli ultimi dieci anni è aumentato notevolmente l’interesse per le estrazioni dentarie atraumatiche al fine di mantenere intatto l’osso
per l’inserimento degli impianti, soprattutto se a carico immediato. Recentemente, sono state inventate delle pinze atraumatiche che
utilizzano principalmente i vantaggi della biomeccanica applicati a una leva di prima classe. Lo scopo di questo articolo è quello di analizzare la biomeccanica di un sindesmotomo, di una leva da estrazione e di una pinza da estrazione. Tali metodi saranno confrontati con
i principi biomeccanici utilizzati per l’estrazione atraumatica dei denti utilizzando una nuova pinza, la Physic Forceps.
Aristotele e Archimede: storia
delle estrazioni dentali
La storia delle estrazioni dentali risale ai tempi di Aristotele
(384-322 a.C.), che ha descritto la
meccanica della pinza da estrazione, compresi i vantaggi di
“due leve che agiscono in senso
contrario con un unico fulcro”.
Questo concetto è stato sviluppato 100 anni prima che Archimede segnalasse i suoi principi sulla
leva. Abulkasim (1050-1122 d.C.)
fu il primo ad applicare una sola
leva (da estrazione) sotto il dente,
utilizzando la forza del suo becco.
Tutto questo indica che i principi di biomeccanica sono stati
utilizzati per estrarre i denti da
migliaia di anni.
Il termine “leva semplice” è
spesso usato per descrivere dispositivi di base che aumentano
la quantità di forza applicata.
Uno di questi dispositivi include una leva e un fulcro. Esso
trasmette e modifica la forza applicata all’estremità della leva. I
dispositivi più comuni utilizzati
per l’estrazione dei denti sono le
leve e le pinze.
Le leve per estrazione e i sin-
desmotomi utilizzano il vantaggio meccanico di un cuneo per
provocare la lussazione dei denti
e quindi la loro rimozione lungo
il proprio asse.
La leva da estrazione può anche agire come una leva semplice per sollevare il dente dall’alveolo utilizzando il margine
dell’osso come fulcro. Una volta
che la forza della leva viene applicata a un dente e questo inizia
ad avere una prima mobilità, solitamente il dentista utilizza poi
una pinza e viene poi forzato il
dente avanti e indietro finendo
l’estrazione facendo ruotare il
dente all’interno dell’alveolo. La
combinazione di questi movimenti dei denti espande la presa
e separa i legamenti parodontali.
Le pinze dentali sono in realtà
due leve di prima classe, collegate con una cerniera. Le forze applicate alle maniglie sono il lato
lungo della leva, il becco che serra il dente sono il lato corto della
leva, e la cerniera agisce come
un fulcro. Quindi, la forza sul
manico è moltiplicata per consentire alla pinza di afferrare il
dente con grande forza. Nessuna
delle forze applicate viene usata
per estrarre il dente. Piuttosto,
applicando troppa forza si può
correre il rischio di schiacciare o
fratturare il dente.
Cenni di biomeccanica
I principi della biomeccanica
sono stati la base per lo sviluppo delle Physics Forceps. Questo
strumento è stato sviluppato da
Carl Misch nel 2004 ed è stato
migliorato nel tempo con l’aiuto
di diversi medici. L’utilizzo dei
vantaggi di una leva di prima
classe e il tipo di forza applicata
rendono questo dispositivo il più
efficiente sistema di estrazione
dentale esistente.
Il “momento di forza” in fisica rappresenta la grandezza della forza applicata a un sistema
di rotazione a una data distanza
dall’asse di rotazione.
Il principio del “momento” è
stato studiato da Archimede con
i principi della leva, ed è definito
con la formula dove M = r x F,
dove “F” è la forza applicata
e “r” è la distanza tra la forza
applicata e il punto di contatto
con il fulcro. Questo viene indicato come il braccio di leva.
La lunghezza del braccio di
leva è la chiave per il funzionamento della leva, della carrucola
e della maggior parte delle altre
macchine semplici, in grado di
generare un grande vantaggio
meccanico. Ciò significa che, se
la forza applicata per generare
lavoro non può essere aumentata, è ancora possibile ottenere
una maggiore quantità di lavoro
aumentando il braccio della leva.
Le Physics Forceps sono davvero degli estrattori, piuttosto che
delle classiche pinze, e utilizzano
anch’esse la meccanica di una
leva di prima classe.
Un manico delle pinze è collegato a un “paraurti”, che agisce
come un fulcro durante l’estrazione. Il becco delle Physics
Forceps va posizionato in corrispondenza della radice linguale
o palatale del dente e nel solco
gengivale (Fig. 6).
Il paraurti è posizionato dalla
parte del dentista, in genere a
livello della giunzione mucogengivale. Non va applicata nessuna
forza di compressione. Invece, le
maniglie (una volta in posizione) vengono ruotate insieme di
pochi gradi, quindi l’azione viene applicata per circa 1 minuto
tenendo la pinza in posizione. La
forza generata sul dente, sul legamento parodontale e sull’osso
(Fig. 7) è proporzionale alla lunghezza del manico della pinza (8
cm), diviso per la distanza dal
paraurti al becco della pinza (1
cm). Di conseguenza, una forza
sul manico collegata al paraurti
aumenterà la forza sul dente, sul
legamento parodontale e sull’osso di circa 8 volte. Non è necessario applicare nessuna forza sul
becco, che serve solo ad agganciare la parte linguale o palatale
del dente. Pertanto, il dente non
si divide, non si schiaccia e non si
frattura (Fig. 8).
Perché le Physics Forceps sono
sicure?
La “deformazione plastica” è
un fenomeno per cui un materiale continua a cambiare forma nel
corso del tempo sotto un carico
costante. In un dente da estrarre,
la deformazione plastica può verificarsi sull’osso e sul legamento
parodontale.
Stabilita la curva di deformazione delle ossa e applicato un carico costante, nell’osso avvengono
nel corso del tempo dei cambiamenti in 3 differenti momenti;
la maggioranza delle alterazioni
ossee si manifestano entro il primo minuto, per cui la sede della
radice (alveolo) viene modificata.
Maggiore è la forza che viene
applicata, maggiore è la deformazione dell’alveolo. Questo processo permette al dente di uscire
dalla sua sede.
L’azione secondaria di deformazione si verifica nel corso del
tempo e permette di deformare
ulteriormente l’osso quando la
forza è applicata per un periodo
che va da 1 a 5 minuti. Più lungo
è il tempo, maggiore è la deformazione, tuttavia, può aumentare soltanto di un 10-20% rispetto alla deformazione dei primi
minuti. Alla fine, la terza fase
della curva indica che si provoca
la frattura delle ossa se il carico
viene applicato per troppo tempo.
Un fenomeno analogo si verifica
nel legamento parodontale.
Le forze meccaniche applicate
provocano il movimento primario del legamento parodontale,
essendo aumentato anche lo spazio. Continuando ad applicare la
forza si avranno dei lievi movimenti dentali addizionali. Pertanto, lo scollamento del legamento parodontale è simile alla
deformazione dell’osso, per cui il
carico costante indebolisce il legamento stesso.
Così, un carico costante sul
dente nel corso del tempo aumenta la dimensione dell’alveolo e diminuisce la forza del legamento.
Quando, dopo qualche minuto,
la deformazione ha ampliato e indebolito il legamento parodontale, la Physic Forcep può essere ruotata lentamente per qualche altro
paio di gradi per 20-30 secondi.
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Italian Edition
Anno VI n. 2 - Febbraio 2010
Autori
Richard Golden, presidente e assistente professore di clinica orale e Chirurgia Maxillo-
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Fig. 1 - Le pinze convenzionali
permettono di “stappare” la bottiglia,
ma non offrono un vantaggio
meccanico per rimuovere il tappo.
Fig. 2 - Le pinze PHYSICS FORCEPS
applicano il vantaggio meccanico di
una leva di prima classe, in modo
simile a quella di un apribottiglie.
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Questa azione contribuisce a
favorire la rottura del legamento e di solito innalza il dente di
pochi millimetri dall’alveolo.
A questo punto il dente è scollato e pronto per essere estratto
dalla sua sede utilizzando qualsiasi pinza da estrazione o pinzetta chirurgica (Figg. 9, 10).
L'estrazione di un dente con le
Physics Forceps è simile al movimento utilizzato per stappare
una bottiglia (Figg. 1, 2) oppure
alla rimozione di un chiodo con
un martello piuttosto che con
un paio di pinze (Figg. 3, 4).
Il manico del martello è una
leva, e il becco del martello va
ad agganciare il chiodo. La testa
del martello è il fulcro.
La forza di rotazione applicata
al martello è direttamente proporzionale alla lunghezza del
manico, e il chiodo viene estratto agevolmente dal legno.
A differenza di un chiodo nel
legno che ha lati paralleli e,
quindi, ha maggiore attrito lungo il suo corpo, un dente è conico. Se il dente si è sollevato di
pochi millimetri, significa che
le fibre del legamento parodontale si sono rotte e il dente può
quindi essere facilmente rimosso
senza applicare ulteriore forza.
Perché non si provocano
danni all’osso?
Tutti i materiali reagiscono
all’applicazione di carichi esterni in base alle loro caratteristiche di resistenza alla trazione,
alla compressione e al taglio.
In generale tutti i materiali sono più deboli alle forze di
taglio che alle sollecitazioni di
compressione. L’osso ha una
buona resistenza alla compressione, è del 30% più debole alla
trazione e più debole ancora del
65% se sollecitato a forze applicate di taglio.
Quando una forza di rotazione
è applicata dalla Physic Forcep
su un dente, lo stress sul dente e
sui legamenti parodontali è un
componente della forza applicata di taglio sull’osso.
La forza applicata alle gengive e all’osso dall’appoggio delle
Physics Forceps ha una superficie volutamente estesa, in questo modo invece dello sforzo di
taglio si applicherà all’osso una
semplice forza di compressione,
aiutati anche dal rivestimento
in teflon, per questo sull’osso
non vengono trasmesse sollecitazioni di taglio.
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Fig. 3 - Nell’estrazione tradizionale, una
pinza da estrazione toglie un dente come
un paio di pinze tolgono un chiodo.
Fig. 4 - Un martello usa una
leva meccanica di prima classe,
utilizzando la testa del martello come
un fulcro, e il becco come artiglio
della leva applicata.
Facciale presso l’Università di Detroit Mercy Dental School, ha conseguito la laurea presso l’Università del Michigan nel 1981 con un Bachelor of Science in igiene dentale.
Ha ricevuto la laurea DDS presso la University of Texas Salute Science Center a Houston, nonché
un certificato in Chirurgia orale e Chirurgia Maxillo-Facciale (1995). È anche un membro della
facoltà per il Misch International Implant Institute.
Carl E. Misch, co-presidente del consiglio di amministrazione dell’Organizzazione internazionale del Congresso di Implantologia orale, la più grande organizzazione del mondo; è anche il
proprietario e direttore del Misch Implant Institute International. Dal 1984 a oggi ha formato più
di 3500 dentisti provenienti da tutto il mondo.
Entrambi sono consulenti per la Physic Forcep.