Veglia di Avvento per giovani
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Veglia di Avvento per giovani
Centro per il Culto e la Liturgia - Centro per i Giovani Agrigento Veglia di Avvento La sfida dell’Attesa Il luogo è in penombra, viene consegnata una candela a ciascun partecipante. Il celebrante si reca all’ingresso della chiesa da dove avrà inizio la veglia. Celebrante Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti Amen. Celebrante La grazia del Signore nostro Gesù Cristo che si è fatto uomo per noi, l’amore di Dio Padre che ci ha donato il suo unico Figlio, e la comunione dello Spirito Santo che ha fecondato il grembo della vergine Maria, sia con tutti voi. Assemblea E con il tuo spirito. Celebrante LUCERNALE Carissimi, ci ritroviamo insieme all’inizio del cammino di avvento. Una nuova Sfida il Signore ci offre da vivere… la tensione verso la sua venuta. La quotidianità spesso oscura e le nuvole della preoccupazione del mondo annebbiano la nostra visuale, spesso guardiamo solo attraverso uno schermo… non cogliendo la vita reale e i semi di speranza che in essa sono nascoste e che ci orientano all’incontro con Lui. All’inizio di questo nuova anno liturgico, come le vergini del vangelo, vogliamo accendere le nostre luci e avere con noi l’olio, vogliamo attendere la sua venuta e riconoscere il suo passaggio nei solchi di questa storia travagliata che stiamo vivendo, ma consapevoli che Lui è presente e continua a guidare la nostra barca. Accogliamo la luce, Cristo Signore, perché illumini le nostre tenebre e notti in cui ci siamo assopiti. Sul posto viene preparata una lampada a 5 fiamme (o cinque lampade) rappresentanti le quattro domeniche di avvento e la solennità del Natale. Il celebrante accende le quattro fiamme accompagnate dalle parole di seguito: Celebrante 1 fiamma Luce che illumina, 2 fiamma Cristo Signore del tempo e della storia 3 fiamma dissipa le tenebre del nostro errore 4 fiamma e illuminaci con la tua presenza. Terminato questo momento accompagnati da un canto si va verso l’altare. La lampada portata in processione davanti ai ministri viene posta nel presbiterio in luogo ben visibile. Il celebrante consegna alcune candele accese dalla lampada perché si accendano le candele dei fedeli e nel frattempo si cantano le acclamazioni a Cristo. Centro per il Culto e la Liturgia - Centro per i Giovani Agrigento ACCLAMAZIONI A CRISTO Tutti Rit. Tu sei il Cristo il Figlio di Dio, a te lode e gloria nei secoli. Celebrante - Tu sei luce del mondo, rischiara le nostre tenebre. - Tu continui a visitarci con la grazia del tuo Spirito. Rit. - Tu sei il difensore dei poveri. - Tu sei la speranza dei peccatori. Rit. - Tu sei l’atteso dagli uomini. - Tu vieni a visitare il tuo popolo nella pace. Rit. - Tu sei venuto nel mondo per salvarci. - Tu Figlio dell’uomo, che conosci e comprendi la nostra debolezza. Rit. Celebrante Ti benediciamo, o Cristo Verbo di Dio, luce da luce senza principio. Tu hai dissipato ogni tenebra L’hai trasfigurata in luce; hai illuminato la nostra mente, hai dato sapienza alla ragione. In te, luce vediamo la luce. Per te, luce, diventiamo luce. Te sapienza canti il nostro cuore: a te e al Padre e allo Spirito Santo onore e gloria nella Chiesa ora e nei secoli dei secoli. Amen. IN ASCOLTO DELLA PAROLA Guida Dopo aver acclamato a Cristo, luce che rischiara le tenebre, e ci siamo lasciati illuminare dalla sua luce, ascoltiamo la sua Parola per farla diventare fondamento del nostro cammino. 1 Lettore Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì. 2 Lettore In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra Centro per il Culto e la Liturgia - Centro per i Giovani Agrigento pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. pausa di silenzio LA PAROLA CONTEMPLATA Mentre si esegue un sottofondo musicale e vengono portati un paio di scarpe o sandali 1 lettore Ci sono situazioni che possono risultarci lontane fino a quando, in qualche modo, le tocchiamo. Ci sono realtà che non comprendiamo perché le vediamo solo attraverso uno schermo (del cellulare o del computer). Ma quando prendiamo contatto con la vita, con quelle vite concrete non più mediatizzate dagli schermi, allora ci succede qualcosa di forte: tutti sentiamo l’invito a coinvolgerci: “Basta città dimenticate”, come dice Rand; mai più deve succedere che dei fratelli siano “circondati da morte e da uccisioni” sentendo che nessuno li aiuterà. Cari amici, vi invito a pregare insieme a motivo della sofferenza di tante vittime della guerra, di questa guerra che c’è oggi nel mondo, affinché una volta per tutte possiamo capire che niente giustifica il sangue di un fratello, che niente è più prezioso della persona che abbiamo accanto. (Papa Francesco) pausa di silenzio 2 lettore Noi adesso non ci metteremo a gridare contro qualcuno, non ci metteremo a litigare, non vogliamo distruggere, non vogliamo insultare. Noi non vogliamo vincere l’odio con più odio, vincere la violenza con più violenza, vincere il terrore con più terrore. E la nostra risposta a questo mondo in guerra ha un nome: si chiama fraternità, si chiama fratellanza, si chiama comunione, si chiama famiglia….Mettiamo alla presenza del nostro Dio anche le vostre “guerre”, le nostre “guerre”, le lotte che ciascuno porta con sé, nel proprio cuore. (Papa Francesco) pausa di silenzio 3 lettore Ma i discepoli devono rinunciare anche all’esigenza di stabilità e al senso di sicurezza che ne deriva. I traguardi raggiunti e i successi conseguiti rischiano di paralizzare l’audacia ad andare oltre, là dove sospinge la missione, perché mantenere l’esistente è più facile di affrontare il rischio del cambiamento e l’incertezza della novità. I discepoli, però, devono sapere che non è possibile fermarsi, perché ogni tappa è sempre provvisoria e ogni meta deve diventare un nuovo punto di partenza. Soprattutto devono imparare che la loro missione è quella di precedere il Signore là dove Lui decide di andare e dove li manda a preparare il suo arrivo, al di là di ogni previsione e contro ogni aspettativa. (lettera arcivescovo) RIFLESSIONE DEL CELEBRANTE LA NOSTRA RISPOSTA ALLA PAROLA 1 coro Lampada per i miei passi è la tua parola, Centro per il Culto e la Liturgia - Centro per i Giovani Agrigento luce sul mio cammino. Ho giurato, e lo confermo, di osservare i tuoi giusti giudizi. 2 coro Sono tanto umiliato, Signore: dammi vita secondo la tua parola. Signore, gradisci le offerte delle mie labbra, insegnami i tuoi giudizi. 1 coro La mia vita è sempre in pericolo, ma non dimentico la tua legge. I malvagi mi hanno teso un tranello, ma io non ho deviato dai tuoi precetti. 2 coro Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, perché sono essi la gioia del mio cuore. Ho piegato il mio cuore a compiere i tuoi decreti, in eterno, senza fine. (Sal 119, 105-112) canto Durante il canto il celebrante accende la quinta fiamma della lampada facendo memoria del mistero dell’incarnazione di Dio nella storia. LA PAROLA ABITA LA VITA 4 lettore La voce del messaggero era arrivata insieme a un colpo d'aria. Mi ero alzata per chiudere le imposte e appena in piedi sono stata coperta da un vento, da una polvere celeste, da chiudere gli occhi. […] In braccio a quel vento la voce e la figura di un uomo stavano davanti a me. Nella nostra storia sacra gli angeli hanno un normale corpo umano, non li distingui. Si sa che sono loro quando se ne vanno. Lasciano un dono e pure una mancanza. Neanche Abramo li ha riconosciuti alle querce di Mamre, li ha presi per viandanti. Lasciano parole che sono semi, trasformano un corpo di donna in zolla di terra. Ero in piedi e l'ho visto contro luce davanti alla finestra. Ho abbassato gli occhi che avevo riaperto. Sono sposa promessa e non devo guardare in faccia gli uomini. Le sue prime parole sul mio spavento sono state: "Shalòm Miriàm". Prima che potessi gridare, chiamare aiuto contro lo sconosciuto, penetrato nella stanza, quelle parole mi hanno tenuto ferma: "Shalòm Miriàm", quelle con cui Iosef si era rivolto a me nel giorno del fidanzamento. "Shalòm lekhà; pace a Te", avevo risposto allora. Ma oggi no, oggi non ho potuto staccare una sillaba dal labbro. Sono rimasta muta. Era tutta l'accoglienza che gli serviva, mi ha annunciato il figlio. Destinato a grandi cose, a salvezze, ma ho badato poco alle promesse. In corpo, nel mio grembo si era fatto spazio. Una piccola anfora di argilla ancora fresca si è posata nell'incavo del ventre. […] Il mio Iosef, bello e compatto da baciarsi le dita, si stringeva le braccia contro il corpo, cercava di tenersi fermo, ripiegato come col mal di pancia. La notizia per lui era una tromba d'aria che scoperchiava il tetto. Tentava un riparo con il corpo, smarrito in faccia, i muscoli che saltavano fuori dalle braccia. […] Ero incinta di un angelo in avvento, prima del matrimonio. Perciò chiedeva Centro per il Culto e la Liturgia - Centro per i Giovani Agrigento altre parole da riportare all'assemblea, in cerca di una difesa di fronte al villaggio. Cos'altro ha detto, Miriàm? Ti prego, sforza la memoria, è accaduto solo poche ore fa. […] Iosef, si sedeva, si alzava, si risedeva, chiedeva di mettermi seduta, ma restavo in piedi. Eravamo promessi ed era già un atto grave stare soli sotto lo stesso tetto. Avevo chiesto il colloquio, l'avevano concesso ma c'era stato un gran trambusto, ed era quasi sera. Con le mani intrecciate sul ventre piatto mi toccavo la pelle per sentire sulla punta delle dita la mia vita cambiata. Era per me il giorno uno della creazione. (Erri De Luca, In nome della madre) pausa di silenzio canto OFFERTA DELL’INCENSO Guida “Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della sera” (Sal 140, 1). Con queste parole il salmista rende esplicito il legame simbolico tra la preghiera serale e il salire dell’incenso. Il levarsi del profumo dell’incenso esprime con grande potenza evocativa l’anelito dello spirito umano a librarsi verso l’alto, a superare le angustie quotidiane, per riconoscere il senso della propria esistenza e ricongiungersi con Dio. Con l’incarnazione, Gesù ha voluto assumere la natura umana ed è entrato in un nuovo rapporto anche con il creato, per presentarlo a Dio Padre quale offerta a lui gradita. Viene preparato un braciere con alcuni carboncini accesi. Dopo le parole introduttive ciascun giovane si avvicina e pone dei grani d’incenso nel braciere mentre si esegue un canto. Celebrante Dinanzi al tuo altare, Signore, noi ci prostriamo e ti adoriamo. Salga fino a te questa nostra preghiera, come profumo di incenso, perché sia da te accolta ed esaudita. Tutti “Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della sera” (Sal 140, 1). canto LA VERGINE MARIA COMPIE LA PAROLA Mentre si recita la preghiera mariana intervallata da un ritornello contato viene venerata e incensata l’immagine della vergine Maria. Celebrante Carissimi al termine della nostra veglia e all’inizio di questo tempo di attesa, vogliamo volgere il nostro sguardo alla Tutta Santa. Lei donna dell’attesa è stata capace di andare oltre ogni attesa e non si è arresa alle sfide che il Signore manifestava al suo cammino. La invochiamo quale membro eminente della chiesa e icona della comunità in attesa del suo Signore la invochiamo per imparare da lei non solo a vegliare ma anche a incamminarci sulle vie che il Signore traccia per noi. Centro per il Culto e la Liturgia - Centro per i Giovani Agrigento Lettore Santa Maria, Vergine dell’attesa, donaci del tuo olio perché le nostre lampade si spengono. Vedi: le riserve si sono consumate. Non ci mandare ad altri venditori, riaccendi nelle nostre anime gli antichi fervori che ci bruciavano dentro, quando bastava un nonnulla per farci trasalire di gioia. Rit. Santa Maria, Vergine dell’attesa, donaci un anima vigiliare. Sentinella del mattino, ridestaci nel cuore la passione di giovani annunci da portare al mondo, che si sente già vecchio. Rit. Portaci finalmente arpa e cetra, perché con te mattiniera possiamo svegliare l’aurora. Facci capire che non basta accogliere: bisogna attendere. Accogliere talvolta è segno di rassegnazione. Attendere è sempre segno di speranza. Rit. Rendici, perciò, ministri dell’attesa. E il Signore che viene, Vergine dell’attesa, ci sorprenda, anche per la tua materna complicità, con la lampada in mano. Rit. CONCLUSIONE Celebrante Il Signore sia con voi Tutti e con il tuo Spirito Celebrante Vi benedica onnipotente, Padre e Figlio + e Spirito Santo. Tutti Amen. Celebrante/diacono Nell’attesa della sua venuta andate in pace Tutti Rendiamo grazie a Dio canto finale