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DELEGAZIONE
DI
BRUXELLES
LIBRO VERDE
“UN QUADRO PER LE POLITICHE CLIMATICHE ED ENERGETICHE AL 2030”
n°28
Nota di presentazione della proposta presentata dalla Commissione europea il 27 marzo 2013
Serie La lente sull’Ue
Aprile 2013
LIBRO VERDE
“UN QUADRO PER LE POLITICHE CLIMATICHE ED ENERGETICHE AL 2030”
PRESENTAZIONE
Lo scorso 27 marzo, la Commissione europea ha pubblicato il Libro Verde sul quadro di
riferimento per le politiche climatiche ed energetiche al 2030, con l’obiettivo di avviare un
dibattito con gli stakeholder in vista di un accordo politico entro il 2014.
La Commissione europea dichiara che è necessario definire in tempi rapidi nuovi obiettivi
politici, per garantire certezza normativa agli investimenti a lungo termine nelle tecnologie a
basso tenore di carbonio e rilanciare l’impegno dell’UE nel contesto degli sviluppi del
negoziato internazionale sul clima entro il 2015.
CONTESTO NORMATIVO
La Commissione analizza il quadro politico definito nel 2008 dal Pacchetto Energia e Clima
20-20-20, al fine di valutarne l’efficacia ed individuare le aree nelle quali sono necessari dei
miglioramenti.
Il Libro Verde si inserisce nelle tabelle di marcia presentate dalla Commissione europea nel
2011: Tabella di marcia per un’economia competitiva al 2050, Tabella di marcia Energia al
2050, Libro Bianco sui Trasporti. Sulla base di analisi delle potenzialità dei diversi settori, la
Commissione europea ha definito le tappe intermedie per la decarbonizzazione
dell’economia europea al 2030 e 2040, allo scopo di contribuire all’obiettivo di riduzione
delle emissioni dall’80% al 95% rispetto ai livelli del 1990.
Le tabelle di marcia hanno anticipato alcuni importanti scenari futuri:

entro il 2030, le emissioni dovrebbero essere ridotte del 40%

saranno necessari contributi maggiori sia dalle energie rinnovabili, che dall’efficienza
energetica

il contributo delle energie rinnovabili al 2030 dovrebbe essere del 30%

fino al 2030, i prezzi dell’energia continueranno ad aumentare almeno
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NUOVO SCENARIO POLITICO-ECONOMICO
La Commissione riconosce che lo scenario politico ed economico attuale è profondamente
mutato rispetto alle condizioni di partenza del 2008-2009, a causa di una serie di fattori
concomitanti:
 le conseguenze della crisi economica tuttora in corso
 i problemi di bilancio degli Stati Membri e le difficoltà di mobilitare i fondi per gli
investimenti necessari per la decarbonizzazione dell’economia
 gli sviluppi del mercato energetico e le preoccupazioni riguardo ai costi dell’energia
per i privati e per la competitività dell’industria
 la disponibilità di nuove tecnologie
 i diversi livelli di impegno e di ambizione dei partner internazionali
Alla luce del nuovo scenario, la Commissione osserva che è necessaria un’ottimizzazione del
quadro normativo, al fine di sfruttare le sinergie e gestire le interazioni negative tra gli
obiettivi di competitività, sicurezza degli approvvigionamenti e sostenibilità. Il quadro
politico al 2030 dovrebbe mirare a un livello di interazione ottimale fra i diversi obiettivi e
strumenti politici, a una redistribuzione degli sforzi nei diversi settori dell’economia e a un
equilibrio tra gli strumenti applicabili a livello europeo e le misure introdotte a livello
nazionale, al fine di migliorare la coerenza complessiva delle politiche ed evitare la
frammentazione del mercato interno dell'energia.
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PRINCIPALI CRITICITÀ DEL PACCHETTO CLIMA ENERGIA 20-20-20
Secondo l’analisi della Commissione, le politiche implementate per il conseguimento dei tre
obiettivi del Pacchetto 20-20-20 hanno evidenziato diverse criticità:
 Obiettivo di riduzione delle emissioni
-
-
ETS: il sistema ha assicurato un prezzo del carbonio uniforme a livello europeo
e un level playing field per l’industria. Tuttavia, non ha funzionato come leva
principale per gli investimenti in tecnologie a basso tenore di carbonio. La crisi
economica e le interazioni tra i diversi strumenti politici hanno generato un
eccesso di quote sul mercato, che contribuisce a mantenere il prezzo del
carbonio a livelli bassi e non favorisce gli investimenti in tecnologie a basso
tenore di carbonio. La Commissione ritiene che un rischio di frammentazione
delle politiche a livello di Stati membri possa minare il ruolo dell’ETS come
principale strumento nella riduzione delle emissioni.
Effort Sharing Decision: a livello aggregato, lo strumento sta consentendo
all’UE di raggiungere l’obiettivo di riduzione del 10% di emissioni. Tuttavia,
persistono differenze sostanziali tra gli Stati membri. In almeno la metà degli
Stati Membri saranno necessarie misure aggiuntive.
 Obiettivo energie rinnovabili: la quota di energia rinnovabile nel mix energetico e nei
trasporti sta aumentando (le percentuali nel 2010 erano rispettivamente del 12,7% e
del 4,7%). Tuttavia, nella maggior parte degli Stati membri sono necessarie nuove
misure per raggiungere l’obiettivo al 2020. Inoltre, la Commissione indica che sono
necessari ingenti investimenti per lo sviluppo delle reti e per ridurre il rischio di
un’eccessiva compensazione dovuta agli schemi di sostegno.
 Obiettivo efficienza energetica: il raggiungimento dell’obiettivo prefissato risulta
tuttora difficile, anche a causa della difficoltà legata alla mobilitazione di fondi in
questo settore.
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IL NUOVO QUADRO AL 2030
La Commissione pone una serie di questioni chiave nella definizione del nuovo quadro al
2030, sulle quali richiede un parere agli stakeholder.
1. Obiettivi al 2030
La Commissione ritiene sia necessario valutare il tipo, la natura e il livello degli obiettivi, il
loro grado di interazione e la scelta tra obiettivi vincolanti o indicativi.
In particolare, chiede agli stakeholder un parere sulla possibilità di fissare obiettivi settoriali
come, ad esempio, quelli per i trasporti, oppure l’opportunità di prevedere un unico
obiettivo al 2030 per le emissioni di gas a effetto serra.
Un obiettivo unico potrebbe consentire di ovviare alle interazioni negative tra il Sistema di
Scambio di Emissioni (ETS) e gli strumenti per la promozione delle fonti rinnovabili e
dell’efficienza energetica. La Commissione osserva che uno sviluppo delle rinnovabili e
risparmi energetici maggiori delle previsioni, potrebbero deprimere il prezzo del carbonio
indebolendo la domanda di permessi di emissione nell’ETS.
Inoltre, il quadro al 2030 dovrà stabilire se una maggiore quota di rinnovabili e di efficienza
energetica si traduca effettivamente in una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti e in
un aumento della competitività industriale.
2. Coerenza degli strumenti politici
L’implementazione del Pacchetto 20-20-20 ha generato una frammentazione fra gli Stati
membri e ha avuto effetti distributivi eterogenei.
La Commissione ritiene necessaria una distribuzione più equa degli sforzi a livello di Stati
Membri, al fine di assicurare la flessibilità necessaria per rispettare gli obiettivi, sulla base
delle specificità nazionali (mix energetico, diversa base industriale, stato dell’economia etc.).
Inoltre, la Commissione intende riesaminare l’accesso ai crediti internazionali (CDM) dopo il
2020. I crediti internazionali, pur essendo uno strumento efficace dal punto di vista dei costi,
hanno contribuito a determinare l’eccesso di quote sul mercato europeo e a sussidiare
settori in diretta competizione con quelli europei in Paesi come Cina, India o Brasile.
3. Rafforzamento della competitività dell’industria europea
La Commissione riconosce che i prezzi dell’energia rappresentano un fattore cruciale della
competitività industriale.
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L’elettricità avrà un ruolo fondamentale nel processo di trasformazione del sistema
energetico, quindi è sui costi dell’elettricità che la Commissione pone una particolare
attenzione nell’orizzonte al 2030.
La Commissione osserva che, nonostante i prezzi dell’energia all’ingrosso siano diminuiti, i
prezzi finali dell’elettricità per molte industrie e per i privati sono aumentati in modo
significativo nell’ultima decade. Inoltre, la Tabella di marcia per l’Energia al 2050 indica che
la tendenza continuerà in futuro. Lo sviluppo dei mercati internazionali e lo sfruttamento di
fonti fossili non convenzionali in Paesi concorrenti sul mercato globale potrebbero
aumentare il divario tra i prezzi europei e quelli delle maggiori economie industriali. Inoltre,
in Europa i prezzi dell’elettricità sono ancora determinati in larga parte dai prezzi dei
combustibili fossili, sebbene le decisioni degli Stati Membri su tariffe e fiscalità abbiano un
impatto altrettanto incisivo sui prezzi finali. La Commissione ritiene sia necessario analizzare
le diverse leve di costo dell’energia a livello nazionale, inclusa la fiscalità, al fine di attenuare
le differenze tra i diversi Stati membri in termini di costi dell’energia.
La piena implementazione del Terzo Pacchetto Energia sarà cruciale al fine di contenere
l’aumento dei costi dell’energia, sia attraverso una maggiore concorrenza sul mercato, che
attraverso infrastrutture più efficienti (la definizione dei Codici di Rete europei). Inoltre, è
necessario affrontare la questione dello sfruttamento di risorse di gas indigene nell’UE, sia di
tipo convenzionale che non convenzionale.
In merito all’azione globale sul clima, la Commissione accoglie le numerose preoccupazioni
sulla mancanza di un’azione multilaterale altrettanto ambiziosa di quella europea e sulle
conseguenze in termini di competitività. La Commissione osserva che, sebbene l’attivismo
europeo abbia conseguito qualche successo a livello negoziale, la proposta di un aumento
dell’obiettivo di riduzione del 2020 al 30% non ha avuto l’effetto auspicato di mobilitare
un’azione multilaterale equivalente. L’UE rappresenta l’11% delle emissioni a livello globale.
La Commissione osserva che prezzi più alti delle quote di emissione e le politiche per la
promozione delle rinnovabili potrebbero aumentare i costi dell’elettricità, ma che almeno
fino al 2020, l’impatto sui settori esposti a rischio di carbon leakage dovrebbe essere
“modesto”. Per alcuni settori ad alto consumo di elettricità sarebbe possibile anche
prevedere un aiuto specifico. Il quadro normativo al 2030 valuterà se e come tale approccio
debba essere mantenuto in futuro.
Il quadro al 2030 dovrà anche valutare se i proventi delle aste, il cui utilizzo resta
attualmente in capo agli Stati Membri, possano essere utilizzati per facilitare ulteriormente i
settori nel processo di innovazione.
4. Le diverse capacità degli Stati Membri
Obiettivi climatici ed energetici più rigorosi comporteranno impatti differenti sugli Stati
membri. Nel nuovo quadro normativo dovranno essere previste opzioni differenti per
consentire una cooperazione efficace ed una ripartizione equa degli sforzi, che preveda
sforzi minori per i Paesi economicamente più deboli.
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La Commissione riconosce le differenze a livello di Stati Membri in termini di ricchezza,
struttura industriale, mix energetico, patrimonio residenziale, intensità di carbonio e
intensità energetica, sfruttamento delle risorse indigene.
Vista l’importanza delle differenti capacità di implementazione delle misure da parte degli
Stati membri nello sviluppo di un quadro politico al 2030, la Commissione incoraggia ogni
Stato a presentare specifiche informazioni nazionali, al fine di contribuire alla discussione
sull’equa ripartizione degli sforzi ed evitare eccessive imposizioni in capo ad un singolo
Paese.
PROSSIME TAPPE
La consultazione pubblica sul Libro Verde scade il 2 luglio. La Commissione presenterà una
proposta legislativa entro la fine del 2013.
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