Matilde di Canossa: dalla storia al mito
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Matilde di Canossa: dalla storia al mito
COMUNE DI SAN BENEDETTO PO Matilde di Canossa: dalla storia al mito PROVINCIA DI MANTOVA REGIONE LOMBARDIA Culture, Identità e Autonomie della Lomabardia PARROCCHIA DI S. BENEDETTO ABATE con il contributo di FONDAZIONE BANCA AGRICOLA MANTOVANA CAMERA DI COMMERCIO DI MANTOVA Palma fiorente, per onore Matilde s’innalza Ben disposta a sorreggere i miseri, Anche i grandi ella aiuta che hanno bisogno, Nell’amore di Cristo i prelati ella supera. Battaglie sostenne per Dio ed or vincitrice sta inerme. La sua fama perduri, finché il mondo sarà Donizone, Vita Mathildis II, vv. 1358-1389 (trad. di P. Golinelli, ed. Jaca Book, Milano 1987) Personaggio di primaria importanza nella storia del Medioevo europeo, Matilde di Canossa (10461115) è una delle figure femminili più interessanti e controverse del tempo. Donna di potere, controcorrente, al centro di uno scontro epocale, Matilde di Canossa diviene da una parte oggetto d’esaltazione (chiamata figlia di Pietro, ancella del Signore), dall’altra di denigrazione (accusata di essere una meretrice, amante di Gregorio VII) e, nonostante la sua propensione alla meditazione religiosa, tale fu la sua capacità diplomatica e così importante il suo ruolo politico e militare in difesa del papato da essere indotta dallo stesso Gregorio VII a non rifugiarsi nella preghiera, se non negli ultimi anni della sua vita. Il suo ricordo, immortalato da un monaco di Canossa, Donizone, fu rafforzato con una pretesa donazione dei suoi beni alla Chiesa, e con una serie di leggende, anche popolari, che si diffusero fin dal basso Medioevo, e che, continuate sia a livello colto che popolare sino ai giorni nostri, ne hanno fatto un personaggio mitico, non solo per le terre padane. Ripercorrere la sua vita diviene così occasione per aprire una finestra su un periodo cruciale della storia del Medioevo, e sugli uomini e sulle donne che vissero in quel tempo. ******* Nata a Mantova nel 1046, dall’unione di Bonifacio di Canossa e di Beatrice di Lorena, all’età di sei anni Matilde rimase orfana di padre. La madre trovò nella Chiesa un valido alleato nella gestione del patrimonio familiare. Fin dalla prima infanzia Matilde venne educata ai valori cattolici, all’amore per il libri, l’arte, la musica, le lingue e le liturgie. Nel 1054 Beatrice si risposò per questioni di interesse con il parente Goffredo il Barbuto di Lorena, mentre Matilde venne promessa sposa al figlio, Goffredo il Gobbo. Il matrimonio venne celebrato nel 1070, ma l’unica figlia che Matilde riuscì ad avere morì pochi giorni dopo il parto. Fuggita dal marito si rifugiò dalla madre a Mantova e poi a Pisa, e quando nel 1076 anche Beatrice morì, divenne unica signora di un dominio che andava dal Lazio al Lago di Garda, fortemente strategico nella lotta per le investiture. È così che Matilde entra da protagonista nello scontro tra Impero e Papato. Legata da vincoli di sangue all’imperatore Enrico IV e da una devozione fortissima a Papa Gregorio VII e ai principi della Chiesa, la contessa svolse un importante ruolo di connessione tra i due poteri. Fu grazie alla sua mediazione che avvenne l’incontro di Canossa nel 1077, occasione memorabile in cui l’imperatore Enrico IV s’inginocchiò davanti al Papa per chiedere perdono. Inoltre, in questa circostanza, Matilde fece dono al Pontefice del monastero di Polirone a lei tanto caro. Nel seguito degli eventi fu tuttavia aperta sostenitrice del Papato e della riforma della Chiesa mettendo in gioco i suoi poteri, in gran parte avuti per concessione dagli Imperatori, ed il suo stesso dominio: nel 1081 Enrico IV la dichiarò infatti colpevole di lesa maestà con la conseguenza immediata della decadenza di tutte le sue funzioni pubbliche e della confisca di tutti i suoi beni. Le si ribellano le città, ed anche i suoi possedimenti vennero invasi dalle truppe imperiali, restandole fedeli i castelli di Nogara nel Veronese, Piàdena nel Cremonese, Monteveglio nel Bolognese e Canossa nel Reggiano. Sarà Enrico V a giungere nel 1111 ad un accordo con Matilde reintegrandola nel dominio del Nord Italia e conferendole il titolo di Regina d’Italia e Vicaria dell’Imperatore. Morì nel 1115. Il suo corpo venne sepolto secondo le sue volontà nel monastro di Polirone, luogo in cui ella aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita, oggetto di numerose donazioni ed elargizioni nel corso degli anni e al quale Matilde volle lasciare tutti i propri beni mobili e immobili al momento della morte. I monaci stesero davanti alla sua tomba un magnifico mosaico dove il volto della donna più importante e potente d’Europa venne idealmente riportato, assieme al fiore del melograno che Matilde aveva adottato quale proprio simbolo: segno di saggezza e prosperità. Ora Matilde di Canossa è sepolta (dal 1632) a San Pietro nella tomba scolpita dal Bernini, unica donna insieme alla regina Cristina di Svezia, ed è detta “onore e gloria d’Italia”, ma i visitatori di Polirone vedono campeggiare la statua della granduchessa guerriera sul fronte del palazzo abbaziale, accanto alla superba basilica di Giulio Romano a ricordare che questo è il Monastero di Matilde.