basta palle - Chiaia Magazine

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basta palle - Chiaia Magazine
www.chiaiamagazine.it
m a ga z i n e
CHIAIA
Anno III - n.12 dicembre 2008
Distribuzione gratuita
S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ
il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo
IUPPITER EDIZIONI
Tempesta giudiziaria
sui palazzi del potere:
cronaca di un’apocalisse
annunciata. Stagione
finita per un Sistema
trasversale ai partiti,
naufragato sulla
questione morale.
Dalla città, stanca
di beffe e promesse,
parte lo sfratto
alla «casta».
basta palle
SOS CHIAIA
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
Come migliorare la Municipalità 1? Scrivi a:
AI NOSTRI LETTORI
Invitiamo i nostri lettori
a indicarci cosa non va
nel quartiere e a proporci
soluzioni per rendere
più vivibile la città.
Contiamo su di voi.
Le lettere, firmate con nome
e cognome, vanno inviate
a Chiaia Magazine
Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli
oppure alla e-mail
[email protected]
NUMERI UTILI
EMERGENZE-SICUREZZA
CARABINIERI 112
Stazione CC (via Orazio 73)
Tel. 081.681122
Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1)
Tel. 081.417486
POLIZIA 113
Comm. Posillipo (via Manzoni 249)
Tel. 081.5983211
Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185)
Tel. 081.5980311
POLIZIOTTI DI QUARTIERE
Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia)
Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando)
Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia)
POLIZIA STRADALE
Tel. 081.5954111
SOCCORSO STRADALE ACI
Numero verde 803116
VIGILI URBANI
Tel. 081.7513177
Unità oper. Riviera di Chiaia 105
Tel. 081.7619001
VIGILI DEL FUOCO 115
GUARDIA DI FINANZA 117
PRONTO SOCCORSO 118
AMMINISTRAZIONE
MUNICIPALITÀ 1
Sede Consiglio Tel. 081.7644876
Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501
SANITÀ
PRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI
Tel. 081.2547256
GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI
Tel. 081.7613466
OSPEDALE PAUSILIPON
Tel. 081.2205111
OSPEDALE FATEBENEFRATELLI
Tel. 081.5981111 - 081.5757220
DISTR. SAN. 44
Assistenza Anziani Tel. 081.2547715
Assistenza Diabetologica Tel. 081.2542928
Assistenza Veterinaria Tel. 081.2547074
[email protected]
IL PUNTO. EVENTI GIUDIZIARI E SPERANZE TRAMONTATE
di NINO DE NICOLA
Dall'apocalisse Monnezza alle sparatorie di Mergellina
e ai blitz giudiziari: ormai il dilemma è tra una fine spaventosa e uno spavento senza fine. In attesa di una svolta con nessuna certezza sul se, sul come e sul quando,
restano solo pochi spiccioli di sopportazione e non bastano neanche più per digerire le maschere impassibili di un governatore e di una sindaca, scomunicati dagli eventi, dalla gente e persino dal loro partito. Cosa li mantenga attaccati alle rispettive poltrone,
ormai lo sa solo Dio: forse l'ostinazione cieca con cui oscurano anche
La morte assurda
dell’avvocato Metafora
Gentile redazione, siamo stanchi
di sentire da parte di esponenti
di spicco della Regione e del
Comune, spesso anche dai
rispettivi vertici, una demagogica cantilena giornaliera di
propositi e di intenzioni sulle
problematiche più serie, salvo
poi far seguire ai propositi
fughe sfacciate dalla realtà.
Solo così, infatti, si possono
leggere l’indifferenza e il distacco mostrati dalle nostre istituzioni di fronte al barbaro
recente delitto di camorra, di
cui è stato vittima il noto
avvocato civilista Antonio
Metafora, caduto per compiere
il proprio dovere di professionista e di cittadino.
Un figlio di Napoli, di quella
«Napoli bene» non per privilegio
di censo o di professione, ma
«bene» per impegno, serietà,
dedizione dimostrati nell'arco di
una vita. Non so - chiedo a voi
di pubblicare questa mia lettera
di rabbia e di dolore - se, per
sentirsi a posto con la coscienza,
il sindaco Iervolino e il governatore Bassolino abbiano mandato
un messaggio e dei fiori come
segno della loro partecipazione
al lutto che ha colpito duramente la famiglia, la Napoli onesta
e sana, ma da napoletano sono
rimasto annichilito nel vedere
che ai funerali del coraggioso
avvocato non vi era alcuna
rappresentanza di Regione e
Comune. Che vergogna!
Mi dispiace tanto. Avrebbero
potuto imparare e riflettere
molto sulle parole di don Luigi,
il parroco della chiesa di San
a sé stessi il mattatoio Napoli. A loro e ai loro entourage chiediamo col
cuore esausto, senza rancore, senza rivalsa, senza giustizialismi, di farsi da parte. Che liberino loro e noi stessi dall'incubo. E il discorso, però, vale anche per gli altri politici professionali, quelli di un centrodestra locale, goffo, impaurito e appiattito sulla connivenza di casta. Ecco perché adesso sotto l'albero Napoli ci trova soprattutto un'incognita: chi ricostruirà la città? A Bassolino e alla Iervolino, avremmo voluto chiedere che, con gli ultimi scampoli di potere, ci stupissero, attivando in extremis grandi iniziative pubbliche: dai parcheggi alle fogne, dal recupero dei monumenti alla riforma dei vigili urbani. I noti eventi ci costringono a rivedere la nostra speranza.
Pubblicità abusiva,
il silenzio del Comune
La vignetta di Malatesta
Caro direttore, mi ha fatto molto
piacere leggere su Chiaia Magazine la segnalazione sulla pubblicità abusiva che imbratta ormai
tutta la nostra città (pensavo di
essere il solo a notarla), È da
tempo che mi chiedo come mai il
Comune di Napoli su questa
cattiva abitudine non prenda i
dovuti provvedimenti. Spesso,
camminando, io stesso rimuovo
locandine e manifesti dai pali
della segnaletica stradale, dai
pali della luce, dagli alberi...
A tal proposito, sarei disposto,
insieme alla collaborazione di
altri volontari, di iniziare a
bonificare almeno il nostro
quartiere dalla pubblicità abusiva, così da dare un segnale forte
alle istituzioni che mi sembrano
poco sensibili al decoro della
città.
Pasquale Severino
Posillipo, tante buche
e nessuna volante
Pasquale a Chiaia, soprattutto
quando ha ricordato ai presenti
e soprattutto agli assenti in una
chiesa di dolore chi era l’avvocato Metafora: «Antonio è un
martire innocente; e il modo più
degno per ricordarlo è di lavorare a una svolta in senso positivo
rispetto al fallimento verso cui
stiamo andando». E che fallimento! In una città, come
Napoli, dove l’illegalità diffusa
domina e imperversa e, nel
momento in cui il governo
nazionale sta facendo qui il
massimo sforzo per far sentire
la determinazione dello Stato
nel combattere la criminalità,
mentre «muore da noi un pezzo
di libertà - voglio ripetere le
frasi dette da un collega dello
scomparso avvocato Metaforapare che le istituzioni non se ne
siano accorte». Che dire di più?
Speriamo che se ne accorgano e
ne traggano, una volta per
tutte, le giuste conseguenze.
Antonio Criscuolo
Gentile Chiaia Magazine, via
Orazio e via Manzoni sono piene
di buche che, pur se colmate, si
riformano subito. I marciapiedi
sono dissestati e pericolosi, un
vero disastro. In più segnalo che
molti residenti di via Manzoni,
chiedono che l’albero del civico
242 divenga patrimonio Unesco
perché hanno paura che possa
venire tagliato. Infine, vorrei
evidenziare il problema sicurezza
a Posillipo, dove la sera non si
vede l’ombra di una volante. Non
è un caso che è tra le zone più
colpite da scippi e rapine.
Graziella Iaccarino Idelson
m a ga z i n e
CHIAIA
SA P E R V I V E R E L A C I T TÀ
Anno III n. 12 - dicembre 2008
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Direttore Responsabile
Alvaro Mirabelli
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Massimiliano De Francesco
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Redazione
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Tel.: 393.1364776
Quelli di Chiaia Magazine
Beppe Airoldi, Leo Aruta, Antonio Biancospino,
Aurora Cacopardo, Antonella Carlo, Paolo D’Angelo,
Giada De Francesco, Antonella Esposito, Rossella Galletti,
Rita Giuseppone, Francesco Iodice, Massimo Lo Iacono,
Malatesta, Renato Rocco, Francesco Ruggieri,
Fabio Tempesta, Massimiliano Tomasetta,
Tommy Totaro, Umberto Zacca
Stampa
Arti grafiche Litho 2
Via Principe di Piemonte, 118 Casoria
Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005
2
IL MORSO DELLA TARANTA
di PAOLO D’ANGELO
QUESTIONE E MORALE
i parla tanto di crisi economica mondiale, di recessioSoccidentali,
ne, del nuovo esercito di poveri che inonderà le società
di borse che un giorno scendono e un giorno
salgono, di carni alla diossina, dei piani anticrisi, di
revisioni delle energie rinnovabili, di federalismo fiscale,
di nuove regole per i giudici e di giustizia e politica, di
camorra e di «Gomorra» grande successo mondiale letterario e del cinema, di inquinamento da discariche illecite, di emergenza rifiuti, di calciatori pagati poco e calciatori super pagati e di dare o no più soldi a Lavezzi, dell’assurdo suicidio di un amico politico, e infine, ma molto
infine, di questione morale. Appunto questione morale.
Ditemi che cosa significa «questione morale»?
Sicuramente varia da Stato a Stato e da regione a regione.
Possiamo dire che una questione morale in Iran è certamente diversa da una questione morale sollevata a Città
del Vaticano. Ci possono quindi essere, più in grande,
differenti modi di interpretare una questione morale ma
anche più in piccolo tra Roma e Napoli.
Avete provato a vivere per un po’ a Roma e poi a tornare a
Napoli? Proviamo a scindere le due parole e ad analizzarne il significato singolarmente. «Questione» si riferisce ad
un argomento preposto che richiede soluzioni o che sia
suscettibile di discussione più o meno approfondita ,
mentre «Morale» significa il presupposto spirituale del
comportamento dell'uomo in rapporto con la scelta ed il
criterio di giudizio nei confronti dei due concetti antitetici di bene e di male.
Ora mi domando e dico se chiediamo ad uno spacciatore
qual è il suo concetto di bene e di male, oppure lo chiediamo ad un politico condannato per corruzione, secondo voi che risposte darebbero?
Spesso nei processi o in dichiarazioni pubbliche abbiamo
raccolto risposte del tipo «non avevo alternative, dovevo
pur sopravvivere ad un sistema che imponeva quelle
regole... eccetera, eccetera...». Il colpevole era, quindi, il
sistema e non loro. Un ulteriore esempio potrebbe essere
quello di un animale che per sopravvivere ne ammazza
un altro: qual è il confine che in questo caso c'è tra il
bene o il male ?. Il confine è appunto il proprio habitat e
le regole che questo comporta.
Lo so può sembrare strano ma quante volte in questa
nostra storia abbiamo sentito giustificazioni di ogni tipo
a chi ha vissuto la propria vita ai limiti di ogni scelta
morale, non solo, ma imponendo quel sistema anche ad
altri. Insomma vi e mi auguro un nuovo «habitat» o un
nuovo sistema con nuovi uomini e nuove regole per la
nostra città. Fate un po’ voi e auguri di buon Natale e
buon anno nuovo dalla taranta.
PRIMO PIANO
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
3
Ispettori Unesco, il bluff del sopralluogo
IL CASO. Degrado inarrestabile per il centro storico più grande d’Europa. Secondo
i comitati civici la visita dei delegati internazionali è stata una farsa. Ecco perché
Alvaro Mirabelli
rano sbarcati a Napoli per
fare i conti in tasca a Comune e Regione su cui pesa il sospetto di aver mandato
in malora il centro storico napoletano. Agli ispettori Unesco,
organo di tutela del patrimonio
d'arte mondiale, la pulce nell'orecchio l'avevano messa da tempo i comitati civici cittadini:
«Correte a Napoli: la città e i suoi
monumenti, protetti dal '95 dall’Unesco, cascano a pezzi per le
gravi omissioni degli enti locali». Alla fine i rilievi, comprese le
foto shock del degrado, hanno
convinto i vertici parigini dell’organizzazione. Risultato: dal
9 all'11 dicembre, le delegate
Mettschild Rossler e Andrea
Urland si sono sciroppate chilometri in giro per Napoli, aggiungendoci infine un faccia a
faccia al Comune con la Iervolino e con l'assessore al Centro
Storico Felice Laudadio, un
pranzo con Bassolino ed un
summit in prefettura con i leader dei Comitati e con i 3 sovrintendenti della città. Tutto
sommato, dunque, le due funzionarie nordeuropee, venute a
caccia di colpe, le campane le
hanno ascoltate tutte: ma sono
ripartite sapendone meno di prima. E in Comune, come in Regione, hanno respirato di sollievo: se le ispettrici, infatti, avessero bocciato la gestione del
Centro storico, Napoli rischiava
di perdere il bollino Unesco e i
politici di perdere la faccia di
fronte al mondo. E invece dalla
Rossler e dalla Urland nessuna
critica ufficiale alle autorità locali. Le due signore, però, sono
tornate a Parigi con la sgradevole sensazione di non aver afferrato la verità. Ecco perché il
caso resta aperto fino a giugno
quando, a Siviglia, i vertici Unesco decideranno se espellere o
no Napoli dalle città tutelate. E
fin qui la cronaca della missione con finale, per ora, a tarallucci e vino. Ma c'è chi racconta
un'altra storia. Antonio Pariante, presidente del Comitato di
IL CORSIVO
di MASSIMILIANO DE FRANCESCO
E
IERVOLINO KO
E BASSOLINO RESPIRA
entre scriviamo, come già prevedeva
M
anche l'ultimo lampione di Fuorigrotta,
le manette sono entrate a Palazzo San
foto Gianni Lamberti
Un albero
senza luci
Come da tradizione,
anche quest’anno la cover
di Chiaia Magazine è stata
affidata al talento di
Paola Del Prete che, su
nostro suggerimento, ha
riprodotto un albero
molto particolare. L’anno
scorso, invece, protagonista della prima pagina fu
una mano che sorreggeva
una stella luminosa
corredata dal titolo «Fate
luce» (nella foto).
Il riferimento era alla
stagione oscura che
Napoli stava attraversando. Dopo un anno, quella
stagione continua, anzi è
ancora più buia: a fare
luce sulle zone d’ombra
della malapolitica, ci sta
pensando la magistratura.
Portosalvo, che in prefettura c'era, usa la spada: «La Rossler e la
Urland? Due ingenue burocrati
nordiche, stritolate da un'infernale girandola di inchini, di
chiacchiere e di promesse». Ma
Pariante alza il tiro: « E se la giostra parolaia delle autorità napoletane per ora ha evitato il
peggio, il motivo c'è. Al seguito
delle due ispettrici, c'erano
Francesco Bandarin, responsabile Unesco in Italia, e il diplomatico Francesco Caruso, napoletano, presentatosi come delegato Unesco: per 3 giorni i due
hanno fatto spallucce sul Caso
Napoli, ridimensionando gli allarmi agli occhi della Urland e
della Rossler. Proprio loro, che
qui ci sono venuti da ispettori!
Pressioni ambientali, timori reverenziali nei confronti dei poteri locali? Non so, ma di fatto
hanno funzionato da sponda ai
politici napoletani. Penoso!». Pariante incalza: «La verità è che il
Comune ha perso 13 anni di finanziamenti Unesco perché
non ha mai presentato un “Piano di Gestione”, cioè la lista dei
tesori da salvare: e il Piano è la
condizione per accedere ai fondi Unesco». Pariante calcola la
perdita a occhio e croce: «Oltre
un miliardo di euro». «Poco male, perchè poi - prosegue - ci ha
pensato Bassolino a tranquillizzare le ispettrici, informandole
che in ogni caso la Regione, col
suo megapiano per il Centro Storico, disporrà di oltre 200 milioni di euro di Fondi Europei.
Ma c’è un dettaglio. Ogni centesimo Unesco è vincolato a paletti precisi e gli sprechi sono
impossibili. Coi Fondi Europei
è diverso: averli è facile, spenderli male facilissimo». La dice
lunga, secondo Pariante, l'annuncio dato dall’assessore Laudadio alle ispettrici Unesco:
«Laudadio ha già anticipato che,
attingendo a quei 200 milioni, il
Comune farà un albergo a 5 stelle a San Giovanni a Carbonara.
E questo, per lui, è risanamento
del centro storico. Con 300 chiese che cascano a pezzi, è un delirio». «Se tutto si riducesse ai
200 milioni - ha dichiarato di recente l'autorevole architetto Pasquale Belfiore - , tanto rumore
per nulla». E l'ex deputato Giancarlo Laurini, tra i pochi a sottoporre alla Camera il nodo della città antica: «Bisogna reagire
con fermezza ai faraonici, ma
effimeri progetti assistenzialclientelari che strangolano il recupero del centro storico». Conclude Pariante: «Il problema è
quello delle “mani sul Centro
Storico” per mere opportunità
politiche. E ora andiamo a denunciare tutto a Parigi, al presidente dell'Unesco, il giapponese Koichiro Matsuura».
Giacomo. Non solo a Palazzo San Giacomo.
Un suicidio improvviso (Nugnes) e un abbandono politico con farsesca motivazione
(Cardillo: «Torno ai miei studi») giorni fa
avevano fatto intendere quanto amaro fosse
il panettone Global service. Così amaro da
innervosire la sindaca, la quale, nell'attesa
che il regalo di Natale della magistratura
arrivasse sotto l'albero degli indagati, smarrita e aggressiva, dispensava strali contro
procure, palazzinari, giornalisti e cardinali.
Un'attesa che comprometteva anche la
mondanità. Ne è un esempio la recente e
rumorosa inaugurazione del fantasmagorico
albergo Romeo, opera dall'imprenditore
Alfredo Romeo «speciale one» dell'inchiesta,
in cui a notarsi più che le consuete opere di
Lello Esposito e la sontuosità degli spazi era
l'assenza di parlamentari e assessori. Una
burrasca giudiziaria annunciatissima,
quindi, che, siamo certi, non sorprende né
smuove più di tanto il napoletano abituato
da secoli a vivere qualsiasi accadimento con
un cinico disincanto. Lavezzi e struffoli: lo
spettacolo continua. Un tintinnio natalizio,
però, che politicamente avrà due conseguenze: voto anticipato al Comune e, a meno che
non scoppino altri scandali, congelamento
della questione Bassolino fino al 2010. La
Iervolino difficilmente potrà proporre un
altro rimpasto perché sarebbe come sputare
in faccia alla città che sarà pure «depressa»
(Fabio Ciaramelli), «delegittimata» (Paolo
Macry), «bloccata» (Aldo Masullo), ma
fortunatamente conserva, in fondo a tutto,
ancora un sasso di dignità. Il governatore,
invece, con i riflettori giudiziari puntati sul
Comune, respira, ammira e assiste al sacrificio della sindaca, sua creatura, sua salvezza
temporanea. La Iervolino «mani pulite» ha
una grande colpa: non essere mai stata
alternativa al suo mentore. Ha ereditato una
città bassoliniana e non si è posta mai il
problema di demolirla; ha tirato a campare;
ha nascosto la sua impotenza dietro una
sbandierata legittimità popolare, sgretolatasi soprattutto per la molto bassoliniana
vergogna monnezza. Global service a parte,
ormai non le resta che dedicarsi, da ex
sindaco, alla manutenzione dei risentimenti.
PRIMO PIANO
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
Strenne folli al Comune
SPRECOPOLI. Dai fondi alla Birmania al contributo
per l’evento organizzato dallo Studio Ambrosetti
icembre 2008. Tempo di
strenne. E anche stavolta
tutti davanti al bivio tra
possibilità e desideri, tradizionalmente difficili da conciliare:
con la crisi che azzanna si contano pure gli spiccioli. L'austerity,
però, non abita a Palazzo San
Giacomo che pure stavolta fa il
passo più lungo della gamba: la
sindrome è quella solita dei «fondi a pioggia», delle microspese di
un Comune che ha il viziaccio di
spendere male. Spese superflue,
quelle che fanno a cazzotti con la
pubblica utilità, quelle che chiunque può andarsi a vedere sul sito
www. comune.napoli.it, cliccando poi su «delibere di giunta». Ed
ecco il solito campionario di elargizioni deliberate a novembre dall'esecutivo comunale.
Andiamo al sodo. Al microscopio,
per cominciare, alcuni provvedimenti adottati nel corso della seduta di Giunta del 12 novembre.
Vediamo. 1) La Giunta, su proposta del «Servizio Programmazione Grandi Eventi» che dipende
dall'assessore ai Grandi Eventi e al
Turismo Valeria Valente, dispone
un contributo di 155mila euro a
copertura di «Estate a Napoli
2008»: si tratta dello strascico economico di una manifestazione
che, la scorsa estate appunto, sollevò non poche critiche per il tenore modesto e ultrapopolare
delle proposte e che evidentemente ha richiesto una copertura ulteriore per il saldo dei conti.
2) La Giunta, su proposta del «Servizio Attività Sportive» che opera
nella sfera dell'assessore allo
Sport Gennaro Nasti, delibera
una concessione di 20mila euro
all'«Associazione Napoli Marathon Club» ed un'altra, sempre
di 20mila euro, alla «Società Eventualmente»: anche in questo caso
si tratta del saldo di un vecchio
conto che risale a manifestazioni
sportive del 2005. 40mila euro
per una Maratona? Ci può stare,
ma non a Napoli dove, ad esempio, ogni municipalità si arrangia
con 60mila euro all'anno per la
manutenzione stradale. 3) La
Giunta, su proposta del «Servizio
per le Emergenze Sociali» che
D
Valeria Valente
opera sotto il cappello dell'assessore alle Pari Opportunità Valeria
Valente, dispone un'erogazione
di 17.490 euro per finanziare un
progetto dal titolo complicato, vale a dire «Sentimenti Differenti Relazione di genere ed etica dei
sentimenti»: ad organizzare l'iniziativa (che prevede un anno di
seminari e workshop sul tema
della violenza alle donne) è la cooperativa «D&S», diretta da Lia
Cacciottoli e Mariella Cascone,
consolidate esponenti dell'intellighenzia militante al femminile
all'epoca dei Democratici di Sinistra e titolari di una recente esperienza operativa all'interno della
Regione Campania. Nella cordata
organizzativa, inoltre, c'è anche il
sodalizio Arci Donna, nota emanazione della Sinistra ufficiale.
Ricapitolando: 17.490 euro per finanziare un 2009 a base di stage
formativi sulla violenza contro le
donne. Beh, ci può stare anche
qui, anche se poi, restando in tema di solidarietà, si mastica amaro al pensiero che 28.572 famiglie napoletane sotto la soglia di
povertà non riescono a ottenere
il contributo mensile di 350 euro
con cui sopravivere perché in cassa, per i poveri cristi di casa nostra, non c'è un centesimo.
Altro giro, altra corsa. Anche la seduta di Giunta del 21 novembre
ha regalato alcune perle da esposizione: tre, per la precisione. 1)
La Giunta, su proposta del «Servizio Promozione Offerta Turistica» che dipende dall'assessore
al Turismo Valeria Valente, impegna 72.500 euro per coprire i
costi del convegno «Sistema Turismo Italia 2008», tenutosi a gennaio 2008. In piena apocalisse
monnezza, infatti, un megaforum internazionale, organizzato
a Castel dell'Ovo, pianificava il rilancio del turismo made in Italy
mentre fuori si scatenava l'inferno. Ad organizzare la kermesse i
milanesi della Società Ambrosetti, megastudio di consulenza sui
sistemi economici, convocato a
gestire l'evento dalla Regione
Campania: il convegno ha già ottenuto, a suo tempo, un valido
contributo regionale. Adesso il
Comune, per chiudere i conti, ha
liquidato ai consulenti meneghini anche un digestivo finale da
72mila euro. 2) La Giunta, su proposta del «Servizio Educazione ai
Diritti Umani e alla Cooperazione Decentrata» che opera nel raggio di competenze dell'assessore
alla Cultura e ai Rapporti Internazionali Nicola Oddati, istituisce un Fondo di Solidarietà per
aiutare il martoriato popolo della Birmania e contestualmente
autorizza una concessione di
6mila euro. Lodevole: ma è proprio il caso di aggiungere che,
con tutte le Birmanie di casa nostra, la magnanimità del Comune di Napoli è dura da digerire. 3)
La Giunta, sempre su proposta
del «Servizio alla Cooperazione
Decentrata» alle dipendenze dell'assessore ai Rapporti Internazionali Nicola Oddati, delibera
un contributo di 6mila euro a beneficio dell'Associazione no profit per la Solidarietà Internazionale «Un ponte per…» allo scopo
di realizzare il progetto teatrale
«Canto per Falluja». In questo caso il copione è lo stesso di prima:
solidarietà con un popolo martoriato dalla guerra come nel caso della città irakena di Falluja.
Solo un dubbio: invece di uno
spettacolo teatrale a 1500 chilometri di distanza dall'Irak, i soldi non era meglio darli direttamente a quelli di Falluja?
L’INTERVENTO
Cara monnezza,
ma quanto ci costi?
Mimmo
Della Corte
sanno a malapena di cosa si
sia trattato.
Ma non basta. Sempre con
voler parafra- l'intento di «contrastare gli
sare uno
effetti negativi della campaslogan pubblici- gna mediatica condotta
tario molto noto qualche
sull'emergenza rifiuti», nella
tempo addietro, potremmo
seduta del 15 ottobre la
cominciare questa nota con
Giunta regionale, con delibeun decisamente significativo
ra 1614, ha disposto la parteci«monnezza mia, ma quanto
pazione di una delegazione
ci costi!». E nello specifico,
campana al «33° Niaf Wasnon ci riferiamo ai costi che
hington Gala» in programma
la Campania ha dovuto sobdal 16 al 18 ottobre (nota
barcarsi per liberare le vie
bene, soltanto un giorno
delle sue città dalle puzzolen- dopo l'approvazione della
ti ed ingombranti montagne
summenzionata delibera),
di spazzatura, bensì a quelli
con una spesa di 224.010
finalizzati al «recupero
euro. E a questo punto, si
dell'immagine regionale»,
potrebbe credere che il «dancompromessa dalla persisten- no all'immagine determinato
za di questa «sporca ed indedall'emergenza rifiuti» possa
corosa vicenda» che, una
ritenersi abbondantemente
volta conclusa, sta però
recuperato. E invece a Palazzo
ispirando una nuova, intermi- Santa Lucia non sono d'accornabile storia di sprechi. Storia do. Poiché, a loro dire, «il
recente che proviamo a
susseguirsi dei diversi casi di
ricostruire. Dunque, appena
emergenza rifiuti sopravvesedutosi sulla poltrona asses- nuti nell'ultimo anno ha
sorile al turismo, il vulcanico determinato, inoltre, un
Claudio Velardi, decise che
effetto “ricorrenza” che ha
«per rilanciare le quotazioni
trasformato la percezione del
turistiche della Campania e
problema da parte del pubblifar ritornare i visitatori nella co da “emergenza eccezionanostra regione “fosse” indile” a “problema reale”»: così,
spensabile una campagna
con la delibera n. 1771 del 6
promozionale aggressiva»: e
novembre, hanno stanziato
per dare un senso alle sue
altri 12milioni e 600mila
affermazioni lanciò la milioeuro per la «ideazione, pronaria campagna «Napoli è
gettazione, realizzazione,
easy», fatta di manifesti sui
esecuzione e gestione di
quali campeggiavano i tesori
campagne di comunicazione
d'arte della Campania, e la
e di servizi di marketing e
frase «Monnezza a chi?»,
supporto per la promozione
investendo in questa operaturistica della Campania». E
zione la «modica» cifra di
indovinate da dove prende1milione di euro. Subito
ranno questi soldi? Manco a
dopo, sempre alla ricerca
dirlo dalle risorse europee
dell'immagine perduta,
ovvero quelle che dovrebbero
distribuì agli Enti Provinciali servire produrre sviluppo.
per il Turismo ed alle Aziende Quello vero, però. Non quello
Autonome Cura e Soggiorno
virtuale che la Regione ci sta
oltre 3milioni (quasi 6miliar- proponendo da quasi 10 anni
di del vecchio conio) per
a questa parte. Quello, cioè,
l'organizzazione di un cospidi cui, proprio per la sua
cuo programma di fantomati- virtualità, nessuno potrà mai
ci «grandi eventi» e di non
verificare effettivamente i
meglio specificate «iniziative risultati ottenuti. E nemmeno
d'intesa» di cui, probabilmen- come e se siano stati realmente, gli stessi organizzatori
te investiti i fondi stanziati.
A
4
PRIMO PIANO
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
5
S. Maria di Betlemme, la chiesa perduta
L’INCHIESTA. Alle spalle di via dei Mille c’è un antico edificio di culto che ha visto
di tutto: furti, devastazioni, abusi edilizi. La speranza? La Nuova Orchestra Scarlatti
Alvaro Mirabelli
Decolla l'inchiesta di Chiaia
Magazine sugli antichi tesori
d'arte di Napoli, abbandonati
al degrado. Nella città il cui
centro storico è stato dichiarato dall'Unesco patrimonio
dell'umanità, la sciatteria
colpevole delle Istituzioni ha
prodotto guasti gravissimi.
Un inerzia che non riguarda
solo Comune e Regione, ma
anche la stessa Sovrintendenza ai Beni Culturali (basta un
giro a Palazzo Reale!). E se
nell'inventario dello sfascio
ci infiliamo anche gli edifici
religiosi in rovina (circa 300
tra chiese e cappelle gentilizie), allora figurano assenti
ingiustificati anche i seguenti soggetti: la Curia napoletana, proprietaria di circa 160
edifici di culto inagibili, poi
il «Fondo Edifici di Culto»,
organismo del Ministero
degli Interni che gestisce alla
men peggio un'altra cinquantina di edifici sacri, e infine
lo Stato in persona, anzi il
Demanio statale, perché
sono 90 le chiese degradate
di sua proprietà. Totale: 300
Sos all'incirca. Perciò iniziamo proprio dalle chiese
storiche a rischio, limitando-
ci per ora a Chiaia-PosillipoSan Ferdinando. Con noi gli
esperti del Comitato Civico
di Portosalvo, presieduto da
Antonio Pariante.
ischiava un finale tragico
la storia della chiesa di
Santa Maria di Betlemme, porzione architettonica
dell'antico e fatiscente complesso noto come «Palazzo dei
Veterani». Di sicuro, infatti, la
vicenda del secentesco tempio
nel cuore più antico di Chiaia,
a pochi metri da via dei Mille,
è lo spaccato da manuale di
un abbandono che dura da 40
anni. Con gli effetti a cascata
che l'oblio produce sempre in
questi casi: collasso strutturale, furti, devastazioni. Nelle
tenebre dell'indifferenza,
tuttavia, una schiarita c'è stata
e a quella per ora si aggrappa,
sia pure precariamente, il
futuro del monumento. Per
spiegare, però gli incoraggianti sviluppi del presente, è
necessario raccontare il passato. La chiesa, di proprietà del
Demanio Statale fin dall''800,
fu da questo affidata in uso,
tramite la Curia, alla Confraternita della Natività già fin
dal 1833. Nel 1932, poi, il
R
Provveditorato alle Opere
Pubbliche consolidò anche la
statica della struttura. E anche
nel dopoguerra le condizioni
del tempio apparivano ancora
accettabili: sotto le 3 armoniose navate barocche, infatti,
sopravviveva quasi intatto,
malgrado l'assedio dei ladri,
un sontuoso patrimonio di
marmi, statue e dipinti. Nel
1975, ad esempio, i tesori della
chiesa erano ancora lì, al loro
posto: tra essi 3 altari in marmi policromi a intarsi di
madreperla di squisita fattura
secentesca, sovrastati da 2
colossali dipinti (una «Natività» di Francesco De Mura e
una «Vergine del Rosario» di
Giacomo del Po) e da 15 tele
ovali («I Misteri) di Domenico
Vaccaro. Il piccolo paradiso
barocco, insomma, ad onta dei
conti in rosso, si ostinava a
vivere. Ma aveva il tempo
contato. Nel giro di pochi anni
la pressione esercitata sui
religiosi da un contorno ambientale degradato e ostile si è
fatta insostenibile. Furti,
minacce, vandalismi: e nel
1977 la Confraternita è scappata via. Così la chiesa, ormai
vuota, gomito a gomito col
famigerato Palazzo dei Vetera-
ni, si è consegnata al macello:
implacabile e sistematico. Nel
1988 si è arresa anche la Curia
che ha riconsegnato al Demanio l'ormai «scomodissima»
chiesa. E in Santa Maria di
Betlemme, sparita la religione,
ci è entrata la cronaca nera:
quella, ad esempio, dei marioli
che, penetrando dai finestroni
o dall'uscio ormai spalancato,
hanno spolpato gli interni,
fregandosi la monumentale
«Vergine del Rosario», tutti gli
ovali del Vaccaro, vaste porzioni dei marmi policromi e Dio
sa cos'altro. Poi sono arrivati
gli extracomunitari per accamparsi all'interno. Infine
l'incuria: dal tetto incrinato
dell'edificio si è infiltrata la
pioggia, allagando un po'
dappertutto. Le Istituzioni?
Alla finestra. Fino alla svolta
del 2002 quando, favorevole la
Sovrintendenza, il Demanio
ha proposto alla Nuova Orchestra Scarlatti di insediarsi
nella chiesa. Per lo Stato un
tentativo estremo di salvare il
salvabile: per l'associazione
musicale un «omaggio rischioso», ma coraggiosamente
accettato. «Quando siamo
arrivati - racconta il Maestro
Gaetano Russo, direttore
artistico del sodalizio - c'era
l'apocalisse. Una montagna di
rifiuti: non si riusciva nemmeno ad entrare. Abbiamo smaltito tutto di tasca nostra. Il
pavimento marmoreo a decori
pregiati, poi, era nero: in
ginocchio, con spazzola e
detersivi, abbiamo ripulito
tutto». E intanto indica un'apertura verso l'alto, al lato del
Coro: «Qualcuno, arrivato dai
fabbricati attigui, aveva persino “aperto” una porta per
entrare in chiesa. E noi abbiamo bloccato il passaggio con
un'altra porta in ferro». Poi
racconta di quella volta che,
durante un sopralluogo sul
tetto, ha trovato un mitra.
Musicisti un po' eroi quelli
della Scarlatti che ora si tengono stretti la sede «soprattutto
da quando - dice Russo - il
Demanio ha eseguito una
prima bonifica del luogo. Ed
era quasi fatta per un restauro
da 400mila euro di pareti,
volta, marmi e coro: ma si è
bloccato tutto». Ma Russo si
illumina quando promette:
«Se si farà, daremo concerti in
chiesa per il quartiere, a cominciare dagli abitanti del
luogo che ora tifano per noi e
ci aiutano pure». (2 - Continua)
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QUARTIERISSIME
6
NOVEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
Fogne e buche, la mappa dello scandalo
EMERGENZA MALTEMPO. La prima Municipalità stila la lista delle vie dissestate
Chiosi e Boccalatte contro il Comune: «Zero fondi, ditte in fuga, cittadini a rischio»
L’ORA LEGALE
di ANTONELLA ESPOSITO GAGLIARDI
ANAGRAFE ED EMANCIPAZIONE
l nostro sistema giuridico non ignora le più moderne istanIuguaglianza
ze sociali che, proprio in applicazione del principio di
costituzionale dei coniugi, vorrebbero consentire
Laura Cocozza
na accesa partita di ping
pong è in corso tra Municipalità 1 e Comune di Napoli e la posta in palio è la sicurezza
dei cittadini. Questi i fatti: con il
maltempo, l’emergenza dissesti
stradali è aumentata, soprattutto
sulle strade primarie, con conseguente pericolo per la circolazione
di mezzi e persone. La Municipalità 1, in particolare il presidente Fabio Chiosi e l’assessore alla Manutenzione Alberto Boccalatte, dopo un sopralluogo, hanno inviato
al Servizio Protezione Civile del
Comune la mappa delle buche e
dei dissesti sul territorio municipale, segnalando al Comune l’urgenza dei lavori. Due giorni dopo
si sono visti trasmettere pari pari lo
stesso elenco dal Servizio Comunale, con la richiesta di porvi rimedio. «Un inaccettabile scarica
barile - dichiarano Chiosi e Bocca-
U
latte - visto che il Servizio Manutenzione Urbana della Municipalità non può intervenire sulla rete
primaria, ed ancor più visto che il
Comune non ci fornisce neanche la
ditta per la manutenzione ordinaria». Questo l’elenco passato da scrivania a scrivania: Via Chiaia - sprofondamento altezza Warner Village; Via Posillipo - buche all'altezza
dei civici 220, 325, 394, 69; Via Posillipo - sprofondamento sede stradale alt. civ. 146; Via Schipa - contate oltre 11 buche profonde lungo
la carreggiata; Via Schipa - dissesto sul marciapiedi alt. civ. 44/64;
Corso Vittorio Emanuele - dissesti
sparsi su sede stradale alt. civ. 110/b,
alt. scuola Poerio; Via San Filippo cubetti sparsi su sede stradale e buca profonda alt. civ. 10, 20/f; Riviera di Chiaia - buca alt. civ. 57; Via
Petrarca - buche profonde alt. civ.
151, 81; Via Catullo - alt. civ. 40 buca profonda; Via Caravaggio/Manzoni - avvallamento sede stradale;
Via Manzoni - contate ben 19 buche
nel tratto centrale; Vico Sergente
Maggiore - avvallamento sede stradale; Via Sant'Anna di Palazzo sprofondamento sede stradale; Via
Egiziaca a Pizzofalcone - avvallamenti sede stradale; Parco Margherita - buche centro strada; Viale Gramsci - 4 avvallamenti negli interviali; Via Caracciolo - buche alt.
Villa Comunale.
«La lista è vita» dicevano in Schindler’s list. E mai come in questo caso è vero, considerando che si tratta di preservare l’incolumità dei
cittadini. Senza parlare degli allagamenti verificatisi a causa dell’inesistente manutenzione fognaria,
in via Posillipo, Largo Sermoneta,
via Giordano Bruno e Riviera di
Chiaia. Sulla rete viaria secondaria, la Municipalità 1 ha assicurato che farà «i salti mortali» per intervenire, con una ditta di manutenzione straordinaria. Ma il resto?
È rinviato al prossimo match.
ai genitori non sposati ed ai coniugati di scegliere all'atto
della nascita di un figlio il cognome da imporre a questi: ma
finora non ha trovato soluzioni concrete. E negli ultimi anni
sono sempre più frequenti i ricorsi presentati da genitori per
ottenere la rettificazione dell'atto di nascita dei figli nella
parte in cui è loro attribuito il cognome paterno al posto di
quello materno. E la Corte Costituzionale, appunto sollecitata, con la sentenza 61/2006 la quale afferma che «l'attuale
sistema di attribuzione del cognome è retaggio di una concezione patriarcale della famiglia, la quale affonda le proprie
radici nel diritto di famiglia romanistico, e di una tramontata
potestà maritale, non più coerente con i principi dell'ordinamento e con il valore costituzionale di uguaglianza tra uomo
e donna», sollecita implicitamente l'intervento del Legislatore
cui spetta adeguare la materia alla Costituzione. L'Italia,
invece, che con numerose sentenze ha negato ad un figlio
l'attribuzione del cognome materno al posto di quello paterno, adotta soluzioni che la isolano rispetto a gran parte del
resto d'Europa che ha assunto decisioni più «moderne».
Dell'argomento si è discusso sia durante il Governo Prodi,
quando la Commissione Giustizia del Senato, esaminati
diversi disegni di legge, aveva redatto un testo unificato, mai
esaminato, sia di recente quando la I sezione della Cassazione,
di nuovo pronunciatasi in merito, ha rimesso la questione al
Presidente della Corte per l'eventuale assegnazione alle Sezioni Unite, data l'importanza della questione. Alla base dell'assegnazione alle Sezioni Unite 2 motivazioni: l'incoerenza del
sistema normativo con i più moderni principi dell'Ordinamento e della Costituzione, e il contrasto stridente con le
norme di origine sopranazionale che ormai sono «pane
quotidiano» della Nuova Europa Unita e a cui i nostalgici, me
compresa, dell'autonomia dei singoli Stati, si devono adeguare visto che questo è l'unico modo, almeno in campo economico, di conservare i principi e le tradizioni dell'«antica Europa»
rispetto a realtà mondiali emergenti, forti e spregiudicate.
Agenzia Allianz Ras «Napoli Chiaia»
LA SORPRESA NELLE PAROLE
Uno staff per le tue soluzioni finanziarie
di BEPPE AIROLDI
utte le parole che non
«T
imparate oggi saranno i
calci nel sedere che riceverete
domani», avvertiva don Milani
ai suoi ragazzi di Barbiana.
Sante parole: ne sanno qualcosa i ragazzini africani che,
quando passi in macchina,
non ti chiedono soldi ma una
biro. Perciò spero proprio che
l'operazione «Uno per Uno»
(vedi il servizio a pagina 11) abbia
successo. Ai nostri più fortunati faccio un regalo: www.etimo.it, il dizionario etimologico
consultabile in internet. Infatti
la storia delle parole è intrigante e, spesso, riserva sorprese
bizzarre. Prendiamo per esempio la locuzione «vacanze
scolastiche»; a tutta prima non
sembra fare una grinza: uno va
a scuola, si impegna e si affatica, poi arriva un periodo vuoto
(vacante) da questi impegni e
lui si riposa. Peccato che scuola
derivi dal greco scholè, che
significa ozio e che ozio derivi
da otium , contrario di negotium
(occupazione). Cioè: uno stanco di non fare niente, finalmente si gode un periodo di
meritato riposo. Vedendo il
ciondolare dei ragazzotti e
ragazzotte a tutte le ore ed
ascoltando il loro interloquire
vacuo e sgrammaticato, viene
proprio voglia di dare ragione
all’etimologia. Bel problema!
Azzardo due soluzioni:
1) visto che a scuola non si fa
niente (ci si riposa), il pomeriggio si va a faticare raccogliendo
e differenziando la monezza,
pulendo le strade, curando i
giardini…
2) visto che i genitori sono
spesso peggio dei figli, si
prendono questi ultimi e si
mettono in collegio a studiare,
giocare, vedere poca televisione, non telefonare… cioè imparare a stare al mondo. Il rischio
di attenzioni particolari da
parte di insegnanti e tutori è
minimale rispetto a quello dei
rapporti di emulazione che si
possono instaurare in casa e
per strada.
Dopo il regalo agli alunni gli
auguri ai professori (e alle
professoresse): fate in modo di
non essere i destinatari di una
missiva da Barbiana.
L’agenzia Allianz Ras «Napoli Chiaia»
nasce nel 1983. E’ l’inizio di una sfida che,
grazie alla forte volontà e determinazione,
unitamente a capacità impenditoriali, porta
l’agenzia a svilupparsi rapidamente. Oggi,
con uno staff formato da un «gruppo» di
persone competenti e affiatate, con in testa i
due agenti Salvatore Cammarota e Umberto Fusco, con i promotori finanziari Ugo
Isastia Henriquez e Massimiliano Manna,
con i collaboratori Ciro Nicotera, Aniello
Picascia, Gennaro Marcellino, Angelo
Carbone, Michele Marseglia, Luigina
Flagello, Salvatore Attimo e con i dipendenti Maria Grazia Lucignano, Roberto
Petricciuolo, Anna Marzocchi e Fabrizio
De Simone, l’agenzia rappresenta un
importante polo multifunzionale in grado di
offrire alla propria clientela risposte immediate e soluzioni «personalizzate» che
vanno dal risparmio alla protezione delle
persone e dei beni, dalla previdenza integrativa alla protezione dai rischi per le
imprese con una particolare propensione ed
attenzione a quelli delle imprese commerciali. Non a caso è in via di perfezionamento
con l’Associazione Nuove Botteghe dei
Mille una convenzione che prevede per gli
aderenti una consulenza personalizzata per
informazione pubblicitaria
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focalizzare le singole esigenze congiunta
all’applicazione di particolari agevolazioni
riservate. L’agenzia Allianz Ras «Napoli
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impegno nell’ambito sociale. I risultati raggiunti e la crescita costante dell’attività,
consentono all’agenzia di guardare al futuro
con serenità. Tutto ciò con un unico e preciso obiettivo: la piena soddisfazione delle
esigenze della clientela e la consapevolezza di saper garantire un servizio
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QUARTIERISSIME
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
7
Piazzetta Rodinò, il tempo ritrovato
IL CASO. L’orologio storico, rimosso in occasione dei lavori di restyling, tornerà
a gennaio completamente restaurato. Prevista una mostra sulle fasi del recupero
Rita Giuseppone
orologio storico di piazzetta Rodinò sta per tornare al suo posto. Nel
numero di novembre, infatti,
Chiaia Magazine aveva dedicato ampio
spazio alle perplessità dei residenti che
lamentavano la rimozione, avvenuta
quasi un anno fa in concomitanza coi lavori di restyling, del raro esemplare risalente agli anni ‘30 che insieme ad altri
11, tutti sincronizzati via satellite e col
quadrante luminoso, scandivano i tempi della città. Gli orologi sono stati prelevati dall’Ati Acea Graded Alfano che è
stata la società appaltatrice di tutti gli impianti luminosi del Comune di Napoli fino allo scioglimento del contratto, avvenuto il 18 novembre scorso. Per tutti questi mesi, come ha confermato Ciro Scognamiglio, responsabile Acea, gli orologi sono stati protagonisti di un’approfondita opera di restauro da parte della
società Cittarredo che, nei propri magazzini di Acerra, ha «rifatto il trucco» a
tutti i dodici esemplari donati alla città
di Napoli dall’Ente Autonomo Volturno
in epoca fascista. È proprio l’assessore all’arredo e al decoro urbano Luigi Imperlino ad assicurare i cittadini: «Gli orologi sono quasi pronti, dopo essere stati
oggetto di un completo restauro che ha
portato via più tempo del previsto a causa del fatto che alcuni quadranti erano
mal tagliati». L’improvvisa sparizione degli orologi «dell’ora unica» aveva destato
preoccupazione non solo tra i residenti
di Chiaia, come ci svela lo stesso assessore: «Ho ricevuto al riguardo almeno
due lettere al giorno che sollecitavano il
ripristino degli orologi nei diversi punti
della città dov’erano collocati. I primi
quattro sono già pronti e verranno ripristinati da dicembre, tutti gli altri ri-
L’
L’orologio di piazzetta Rodinò in una foto del 1987. Immagini del restauro in atto degli orologi storici di Napoli.
troveranno la collocazione originaria a
gennaio. Presto verrà allestita anche una
mostra al Vomero che illustrerà al pubblico le varie fasi del restauro e la storia
dei 12 orologi documentate da foto e testimonianze».
Se c’è qualcuno che questa storia la conosce già molto bene, è certamente Riccardo Bachrach che si è occupato della
matutenzione dei 12 orologi «pubblici» a
partire dal 1987 con delibera del subcommissario ai lavori pubblici Francesco Gagliardi. «Dei quaranta orologi installati all’inizio degli anni ‘30 a Napoli
- spiega Bachrach -, sono sopravvissuti alla guerra soltanto dodici: al Museo Archeologico Nazionale, piazza Cavour, via
del Sole, piazzetta Augusteo, piazzetta
Duca D’Aosta, via Settembrini, piazzetta
Rodinò, via Duomo, piazza Vanvitelli,
piazza Montesanto, via Santa Lucia e via
Mezzocannone. Alla fine degli anni ‘80
tutti gli orologi, che inizialmente erano
collegati tra loro tramite dei fili, furono
predisposti per essere sincronizzati tramite un segnale radiotrasmesso da Norimberga. La nostra opera di manutenzione consisteva nel fornire e sostituire
i pezzi di ricambio e nella verniciatura.
Ricordo che nascondemmo il “fascetto”tipico delle opere risalenti al Ventennio, ridipingendolo coi colori del Comune di Napoli. Tali operazioni non erano costose: per la manutenzione di tutti
i 12 orologi veniva spesa, all’epoca, una
cifra intorno ai sei o sette milioni di lire
annui. Con l’Ente Autonomo del Volturno ci occupammo dei suddetti orologi
per quasi dieci anni, fino all’arrivo della
giunta Bassolino che decretò come società appaltatrice una ditta di Afragola.
Poi purtroppo dal ‘95 in poi l’interesse e
la cura per gli orologi in questione sono
scemati del tutto fino ad arrivare alla re-
cente sparizione». Una sparizione che ha
allarmato sempre più cittadini, timorosi che la vicenda degli orologi potesse diventare un altro dei misteri irrisolti di Napoli, inghiottiti dal buco nero della gestione dei lavori e delle opere pubbliche.
Tra questi anche Gennaro Capodanno,
presidente del Comitato Valori collinari,
che nei mesi scorsi si è rivolto al difensore
civico del Comune di Napoli e Tullio
Ciardulli, storico sarto ed esponente del
Centro Commerciale Borgo Santa Lucia,
che ha invocato più volte l’intervento delle istituzioni, auspicando anche un’indagine della magistratura a riguardo. Loro per primi potranno esultare alla vista
degli amati orologi: quelli di piazza Vanvitelli e via Santa Lucia figurano tra i
quattro che saranno ripristinati in questi giorni. Dovranno pazientare ancora
un po’ i residenti di Chiaia che ritroveranno la loro «ora unica» a gennaio.
QUARTIERISSIME
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
8
Alberi, una stagione di ordinaria caduta
LA DENUNCIA. Pericolo lecci a via Orazio: fioccano le segnalazioni per abbattere
le piante compromesse. Alessandra Lancellotti: «Il Servizio Parchi è in ginocchio»
Oscar Medina
n apparenza quel leccio, a 20
metri dalla funicolare di via
Orazio, scoppiava di salute.
Qualche settimana fa, invece, è
crollato di schianto sul marciapiede, radici comprese. Marcio fino al midollo, praticamente morto: ma col buon gusto di non abbattersi su persone o su cose.
«Che non abbia fatto danni - commenta la gente del posto - è stato
un miracolo». Dopo lo scampato
pericolo, però, i dubbi sono venuti a molti. Uno su tutti: come
stanno messi in salute gli altri alberi, tutti belli grossi, di via Orazio? Già perché stavolta è andata
bene, ma la prossima? Ipotesi realistica quella di qualche altro collasso in agguato, almeno a dar
retta ad Alessandra Lancellotti,
consigliere della Municipalità 1,
che da un pezzo fa il diavolo a
quattro con i responsabili del Ser-
I
In alto: gli addetti del Servizio Parchi alle prese con il leccio abbattutosi su via Orazio
vizio Parchi del Comune di Napoli, sommergendo gli uffici di
solleciti per potare o abbattere a
seconda dei casi. «Ho perso il conto degli sos inviati ma è come parlare al muro. Il punto - spiega - è
l'incolumità dei passanti. E non
vorrei che ci scappasse il dramma
per convincerli a intervenire». La
Lancellotti, però, almeno un risultato lo ha spuntato: un recente sopraluogo degli agronomi comunali ha infatti appurato che
gli alberi a rischio sono 57. «E il
paradosso - rincara la dose lei - è
che il leccio crollato non figurava tra quelli pericolosi». Un'emergenza, dunque, che è nero su
bianco in qualche cassetto del
Municipio: un allarme serio che
la stessa Lancellotti rilancia un
giorno sì e l'altro pure. Inerzia inspiegabile? Tutt'altro. Il fatto è
che per gestire il verde di Napoli
non c'è un centesimo: non è un
mistero, infatti, che ai Servizi Parchi e Giardini (quest'ultimo tra-
TEATRO CILEA, SUCCESSO DEGLI
ALLIEVI DELL’ISTITUTO MARTUSCELLI
CIRCOLO ARTISTICO: FUTURO A RISCHIO
E LA REGIONE TACE
10 e lode per la manifestazione teatrale «Tutt'assiem
cu tutto o' cor», organizzata lo scorso 13 dicembre al
Teatro Cilea dall'Istituto per non vedenti «Martuscelli», grazie al tenace impegno della preside Gabriella
Talamo (nella foto). Protagonisti dell'evento gli allievi
dell'Istituto: «Un ruolo cruciale quello degli studenti
non vedenti - spiega la professoressa - che hanno bissato l'exploit del 2007». La performance, cui ha collaborato la scuola «G. Falcone», ha abilmente coniugato il momento artistico a quello formativo.
A marzo 2008 il glorioso Circolo Artistico di piazza
Trieste e Trento ha rischiato di finire in mano a privati. Poi la Regione, esercitando la prelazione, è diventata proprietaria della struttura. E proprio sull'Istituzione ha confidato il presidente Adriano Gaito (nella foto)
per il rilancio del Circolo, tra l'altro proprietario della
preziosa pinacoteca interna. Ora però c'è il rischio che
l'Artistico venga sloggiato per far posto ad un centro di
iniziative sociali e subisca persino la perdita della quadreria. Insomma: la Regione sfratta la storia.
APPELLO DEI RESIDENTI E COMMERCIANTI
Via Martucci, scarsa l’illuminazione
I lavori di riqualificazione, ormai
terminati, che hanno riguardato la
zona di Chiaia sembrano aver portato
più danni che vantaggi all’area compresa tra piazza Santa Maria in Portico, via Martucci e via Piscicelli. Più
volte dalle pagine di Chiaia Magazine
abbiamo riportato le lamentele dei
residenti e commercianti, specie quelli
di via Martucci, praticamente schiacciati dai disagi causati dal permanere
dei cantieri per le opere di ammodernamento che hanno condotto le entra-
te degli esercizi commerciali ai minimi storici per un lungo periodo. Una
volta terminati i lavori, però, invece di
godere delle migliorie apportate grazie
al restyling, esercenti e residenti si
sono ritrovati in condizioni peggiori
delle precedenti. L’intera zona è difatti
rimasta allo stato di abbandono in cui
versava durante i lavori: i clienti dei
negozi latitano ancora e i residenti
lamentano la scarsità dei collegamenti
e il mancato rilancio dell’intera zona.
Ma per fortuna alcuni dei problemi,
evidenziati di recente da alcuni esercenti al presidente della Municipalità
1 Fabio Chiosi, sono stati risolti: sarà
finalmente invertito a gennaio il senso
di marcia obbligatorio in via Piscicelli
sferito di recente alle Municipalità) l'amministrazione Iervolino
passi solo le briciole. E così tecnici
e giardinieri si arrangiano come
possono. Proprio come nel caso
del leccio di via Orazio: «Quando
sono arrivati a rimuovere il tronco - incalza la Lancellotti - gli si è
inceppata perfino la motosega».
Che al Servizio Parchi, del resto,
il Comune centellini le risorse,
lo conferma anche il fatto che la
squadra intervenuta a via Orazio
si è presentata senza le scarpe anti-infortuni e senza le apposite divise. «E a complicare le cose ci sì
è messa pure la Sovrintendenza
- dice la Lancellotti - che il suo
nulla osta all'estirpazione dei lecci malati lo dà solo a patto che siano sostituiti con altri 57 lecci».
Pretesa da fantascienza visto il
budget di Palazzo San Giacomo.
«L'emergenza - conclude la Lancellotti - si è presentata anche a
via Petrarca».
che non permetteva agli automobilisti
altro sbocco che la Riviera, costringendoli ad un giro lunghissimo per tornare verso piazza Amedeo. Inoltre si è
provveduto, da parte dell’Anm, alla
creazione di due fermate per bus
Pollicino in via Martucci (una all’altezza del Tam, l’altra a Santa Maria in
Portico): i due nuovi stop risolveranno
i disagi dei più anziani, che potranno
muoversi più autonomamente, e incrementeranno il passeggio. Invece resta
ancora un’incognita il nuovo impianto
d’illuminazione che, purtroppo, invece di rischiarare la sede stradale, illumina le facciate dei palazzi. In ogni
caso la cooperazione tra cittadini e
Municipalità ha avuto buon esito. (r.g.)
QUARTIERISSIME
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
Situazione differenziata
LA RIFLESSIONE
IL PIANO. Chiaia: per la raccolta porta a porta
dei «rifiuti selezionati» si deciderà a gennaio
Rifiuti, quel silenzio
sulla legge del 1973
Umberto Zacca
Mario Simeone
o slalom tra le difficoltà è infinito: ma una cosa è certa.
La monnezza napoletana,
con le sue tenaci sacche di resistenza, si batte solo con la raccolta differenziata. In teoria è vangelo, in pratica l'inciviltà di molti e i disservizi Asìa complicano di
molto il decollo definitivo della selezione a monte dei rifiuti. In ogni
caso, però, la scommessa è partita. E per vincerla, il Comune ha
adottato il sistema più garantito:
la differenziata col sistema del
«porta a porta». Il metodo sta entrando progressivamente a regime. E nei quartieri-pilota della città registra esiti incoraggianti: ai
Colli Aminei, in cui il «servizio a
domicilio» funziona da luglio, la
percentuale è del 72 %; Ponticelli, dove il servizio è partito a ottobre, è a quota 68%; Bagnoli, dove
il porta a porta c’è da novembre,
già si ritrova al 60%; e Chiaiano,
dove il sistema esiste da ottobre,
si attesta al 55%. Insomma, che
sia questa la via maestra per lasciarsi l'inferno alle spalle, lo dicono i fatti. E se funziona in periferia, è lecito supporre che la risposta dei quartieri centrali, quando saranno coinvolti, sarà positiva. Ai blocchi di partenza, ad
esempio, c'è Chiaia-Posillipo-San
Ferdinando. Il momento-chiave
per la Municipalità1 ci sarà a Gennaio: tra un mese circa, infatti, è
L
prevista una riunione operativa
tra Comune, Asìa e Municipalitàper pianificare anche a Chiaia
modi e tempi per avviare la differenziata domiciliare. Commenta
il presidente Fabio Chiosi: «La svolta imporrà un cambio di abitudini». Già, perché tutto è legato all'organizzazione di cittadini e condominii: a patto ovviamente che
a monte il sistema-prelievi funzioni, soprattutto sul fronte orari.
Nei quartieri in cui è attivo, infatti, il porta a porta, almeno all'inizio, ha viaggiato a corrente alternata. Inconvenienti di rodaggio da mettere in conto anche nella Municipalità1 che dovrà abituarsi, ad esempio, alla sparizione delle «campane», destinate ad
andare in pensione. Chiaia, però,
è da sempre virtuosa e l'imminente rivoluzione si ritrova la strada spianata. Una buona condotta
confermata dai numeri: se in cit-
LA SEGNALAZIONE
di MASSIMO GALLOTTA
SHOPPING NEL TRAFFICO
comunale sembra non accorgersi
Lcittà.’amministrazione
dell’importanza del commercio per l’economia della
Anche questo Natale, ad esempio, chi è interessato a venire a fare shopping a Chiaia, è costretto, come
sempre, a dover impegnarsi strenuamente per trovare
un parcheggio. Quando ci sarà data la possibilità di
vedere i parcheggi interrati? Amo le domeniche ecologiche, ma non capisco, però, soprattutto in questi
periodi di supertraffico natalizio, a cosa serva chiudere
via Caracciolo la domenica mattina. Mi sembra un’assurdità: la città si paralizza (vedi foto) e a soffrirne è la
vivibilità dei napoletani e il già bastonato commercio.
tà, infatti, la media della raccolta
differenziata è del 17,3% (dato di
ottobre), nella Municipalità 1 la
media sale al 21 %. Intanto, però,
a Chiaia l'insoddisfazione è corale. La gente, infatti, dà la pagella
all'Asìa e non perdona: «Contenitori stracolmi: già adesso il prelievo della differenziata dalle vecchie campane fa acqua da tutte le
parti». L'avvertimento è all’Asìa
perchè faccia il suo dovere. L'altra novità è l'apertura imminente anche nella Municipalità1 di
un'«Isola Ecologica»: «Anche
Chiaia-Posillipo-San Ferdinando
avrà un suo centro di raccolta spiega Chiosi - in cui i cittadini
potranno recarsi per depositare
vetro, plastica, carta ed inoltre
materiali ingombranti o atipici
come oli, pneumatici etc. L'”Isola”
si trova alla confluenza tra via
Manzoni e via Petrarca. E visto che
si tratterà di materiale inerte, il
governo della Municipalità lancia
l'idea di realizzare all'interno della struttura un parco-giochi per
bimbi, con percorso ecologico ed
attrezzature ricavate dai rifiuti riciclati». Poi l’altra trovata di Chiosi: «Ai cittadini che smaltiranno i
materiali differenziati presso il
centro di via Manzoni potrebbe essere data una “tessera di premialità”: più si sversa e più si accumulano punti. Il premio? Una riduzione della Tarsu». In sintesi:
l'isola dei virtuosi.
a reazione al suicidio dell'ex
LNugnes,
assessore comunale, Giorgio
ha suscitato in molti
di noi sgomento e cristiana
pietà. Un sentimento che va
oltre il giudizio, diverso e
contraddittorio, di opinione
pubblica influenzata dalla
comunicazione scritta ed
audiovisiva, spesso alla ricerca
di indiscrezioni più o meno
clamorose, che finiscono per
sovrapporsi anche post-mortem ad una serena comprensione umana. Vogliamo porre
anche noi un pertinente quanto scomodo interrogativo, che
non attiene direttamente al
suicidio dell'ex parà di Pianura.
Un interrogativo che non viene
posto da altri perché dimostrerebbe l’irresponsabilità di
quanti in questi anni, a vari
livelli, hanno rappresentato le
nostre più importanti istituzioni locali. In primo luogo della
Regione Campania e del Comune di Napoli. Perché - ad esempio - la legge regionale n. 23 del
19 novembre 1973 (finanziamenti regionali per la costruzione, ampliamento e completamento di impianti per lo
smaltimento dei rifiuti solidi
urbani) approvata con procedura d'urgenza all’indomani
dell'insorgenza del colera e dai
primi e gravi moti di Pianura
(la popolazione bloccò le strade
di accesso alla discarica di
contrada Pisani, oramai esaurita, che raccoglieva i rifiuti di
tutte e cinque le province
campane e non solo) non è
stata applicata? Perché mai i
trenta miliardi all'epoca stanziati sono rimasti per anni
inutilizzati per poi perdersi nel
fondo nero dei residui passivi
regionali? C'è uno strano ed
intollerabile silenzioo, che ha
però consentito alle organizzazioni criminali (colletti bianchi
inclusi) di occuparsi e di lucrare in questi anni sui rifiuti. A
quel tempo Giorgio Nugnes
non aveva compiuto 15 anni.
Se quegli impianti finanziati e
reclamati a furor di popolo
fossero stati realizzati, il percorso umano e politico di
Nugnes avrebbe avuto di sicuro
altro destino. E dire che quella
legge regionale fu tra le prime
promulgate, con procedura
d'urgenza, in Italia dall'allora
Presidente democristiano
Vittorio Cascetta (papà dell'attuale assessore regionale ai
Trasporti della giunta Bassolino). Vero è che ben altra sensibilità politica ed istituzionale
esprimeva quell'Assemblea
legislativa. C'erano politici
motivati e qualificati che
trovavano da un confronto
serrato le soluzioni più idonee
per rispondere alle emergenze
come quella del colera che
colpì a quel tempo Napoli. Oggi
le nostre assemblee elettive dal
Comune di Napoli alla Regione
si caratterizzano per ben altro.
Si segnalano per il degrado e
per il cattivo impiego delle
risorse pubbliche. Ovvero per
la cattiva politica. Comportamenti stigmatizzati frequentemente dallo stesso Capo dello
Stato. Del resto basta assistere
alle sedute consiliari per rendersi conto del degrado e del
livello in cui sono precipitate.
Il Presidente Giorgio Napolitano, che ne è ben consapevole,
indica nella Cultura la via
d'uscita e la leva più sicura per
rinnovare e cambiare questa
inamovibile classe dirigente.
Ma la cultura, quella vera, non
si sposa con affari e interessi
oscuri. Ed è proprio questo che
spiega l'assenza perdurante
della buona amministrazione
della cosa pubblica, specialmente in ambito locale. Non
c'è, dunque, da meravigliarsi
se Napoli e la Campania
emergono in Italia e nel
mondo per i fatti di cronaca
nera. Eppure c'è ancora qualcuno che sostiene che tanto
degrado sia ascrivibile a donna
Concetta e donna Maria che
risiedono nei Quartieri Spagnoli e alla Sanità.
9
QUARTIERISSIME
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
10
Immondizia selvaggia, le strade multate
INCIVILTÀ. Da viale Gramsci a Santa Lucia: il governo di Chiaia redige l’elenco
delle vie più bersagliate dagli sversamenti abusivi e dagli escrementi dei cani
versamento abusivo dei rifiuti (solidi/urbani o ingombranti). Quali sono, nel
territorio di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo, le strade più
bersagliate dal deposito, fuori
orario o fuori sede, dell'immondizia? Una classifica l'ha stilata la Municipalità 1 e l'ha girata alla 6° Unità Operativa dei
Vigili Urbani per gli interventi
del caso. In testa c'è l'angolo tra
viale Gramsci e via Galiani (18
multati). E ancora: l'angolo tra
via Nuova Pizzofalcone e via Serra (12 multati), via Cesario Console (3 multati), via Alabardieri
(3 multati), via Nardones (3 multati). Altre strade nel mirino dei
vigili: via Carlo De Cesare, via
Arcoleo, piazza Vittoria, via
Giordano Bruno e largo Torretta, piazza Salazar, via Imbriani,
via Santa Lucia, via Serapide e
rampe Paggeria. Le infrazioni,
rilevate dalla speciale squadra
in borghese della 6° Unità, si sono verificate tra le 10 e le 15.
Guerra agli escrementi canini:
anche in questo caso il governo
di quartiere ha stilato un inventario delle strade più martoriate
dal comportamento maleducato di alcuni. Elenco girato poi ai
vigli urbani che hanno colto in
flagranza 28 «padroni» che avevano omesso di raccogliere i «ricordini» dei propri cani. Luoghi
del «misfatto»: via Martucci, via
S
BREVI
MUNICIPALITÀ 1 PROTAGONISTA DEL TORNEO ATP
Via Ferdinando Galiani angolo viale Gramsci
Andrea d'Isernia, via Chiatamone e Parco Margherita.
Sos pioggia. Fogne al collasso. Il
presidente Chiosi denuncia la latitanza della Giunta Iervolino. «Il
Comune - dice - ha stanziato
600mila euro per la manutenzione delle fognature in tutta la
città quando servirebbero almeno 5 milioni. Siamo alla comica
finale». E intanto abbozza un bollettino degli allarmi: «Largo Sermoneta si allaga puntualmente:
dipende dall'esplosione dei chiusini in via Posillipo. Capitolo voragini: per colpa della manutenzione inesistente, sono continui
i cedimenti in via Schipa, via
Manzoni, via Caracciolo e Corso
Vittorio Emanuele. E l'elenco potrebbe continuare».
Gazebo e fioriere. Maurizio Tesorone, vicepresidente della
Mun.1, ha accolto con soddisfazione la positiva conclusione della vicenda dei gazebo sequestrati
a 5 ristoranti di via Partenope per
violazione dei vincoli paesaggistici. Tesorone, adoperatosi per la
risoluzione del caso, registra dunque la disponibilità dimostrata
dalla Sovrintendenza che ha concesso l'autorizzazione paesaggistica ai ristoratori purchè riducano di un terzo le coperture laterali dei gazebo. Sempre dal vice
presidente, poi, è partita la proposta all'Ansaldo di finanziare un
arredo fiorito da sistemare nelle
fioriere che, a piazza dei Martiri,
separano la zona pedonale dalla
carreggiata per le auto.
L’ASSOCIAZIONE
Nel prossimo torneo internazionale di tennis maschile
Atp, che si terrà nella primavera 2009 al Tennis Club
Napoli (viale Dohrn), la Municipalità 1 avrà un ruolo da
protagonista. Infatti, con l’unanimità della Giunta e la
maggioranza del Consiglio del parlamentino di Chiaia, è
passata la proposta di Alfonso Brancaccio, assessore alla
Movida e allo Sport della Mun. 1, di sostenere, con un
contributo di 30mila euro, uno degli eventi sportivi del
prossimo anno più importanti per Napoli e i napoletani.
«L’idea - spiega Brancaccio - è quella di aprire il torneo a
tutta la città e di consentire, quindi, l’ingresso gratuito al
pubblico per l’intera durata dell’evento. In questo modo continua l’assessore - daremo la possibilità ai più giovani
di avvicinarsi alla bellezza del tennis, sport per tradizione
molto amato a Napoli, attraverso il torneo da 100mila
dollari che vedrà la partecipazione di fuoriclasse italiani e
stranieri». La Municipalità 1 sarà presente alla manifestazione sportiva con propri stand in cui verranno pubblicizzati iniziative e progetti e, in più, tiene a sottolineare
l’assessore Brancaccio, è prevista, sempre nel segno dello
sport, la partenza di un corso di tennis, della durata di un
anno, per dieci bambini meno abbienti.
SOCIAL CARD, ATTENTI ALLE TRUFFE
Social Card. Il contributo per pensionati e famiglie povere
è già nel mirino dei truffatori. Gli imbroglioni si presentano a casa di anziani, spacciandosi per funzionari del
Comune o del Fisco, e, abusando della credulità delle
vittime, si fanno consegnare denaro. Il primo caso si è
registrato ai danni di una pensionata di S. Anna di Palazzo che, per avere la card, aveva chiesto la firma autenticata a domicilio: invece del funzionario, si è presentato un
impostore. Il presidente della Mun.1 Chiosi raccomanda
ai cittadini interessati di diffidare di chi, per strada o
presentandosi a casa, chiede denaro.
LA CURIOSITÀ
Turismo a Chiaia, ospitalità doc Largo Ferrandina o Ferrantina?
con le iniziative dell’Abbac
Ecco come stanno le cose
hiaia è il quartiere che accoglie il
C
maggior numero di turisti e viaggiatori, ospiti in b&b targati Napoli.
Ferrandina si è riappropriato
Lcheargo
del suo nome. La piazzetta da qualmese ha ritrovato il suo toponimo
L'Abbac è l'associazione di categoria del
comparto ricettivo extralberghiero in
Campania. Al network associativo sono
iscritti Bed & Breakfast, affittacamere,
case e appartamenti per vacanza che
ricevono assistenza e promuovono
un'accoglienza di qualità. È la napoletanità l'elemento distintivo delle strutture cittadine che a Chiaia trova una
particolare esplicazione accompagnata
da glamour e ospitalità in case di
pregio e a costi molto contenuti.
Un target turistico puro, quello presente nel quartiere, che ama scoprire la
città vivendo intensamente bellezza e
fantasia delle strade storiche di Chiaia
«Un numero rilevante di b&b sono a
noi associati nell'area - dichiara Agostino Ingenito (nella foto), presidente
dell’Abbac -. Il liet motiv è offrire qualità nei servizi di accoglienza non perdendo di vista la tipicità dell'ospitalità
nei b&b in cui riveste un ruolo fondamentale la famiglia ospitante». Sono
molti a Chiaia i gestori per passione, in
grado di coinvolgere i turisti che scelgono le strutture ricettive del salotto
buono della città per scoprire i mille
volti storici e culturali di Napoli. I soci
dell’Abbac sono le migliori chiavi del
territorio, capaci di offrire non solo
letto e colazione ma soprattutto calda
originale, ma per ottenere questo
risultato sono stati necessari gli interventi dell’assessorato comunale alla
Toponomastica, del Presidente della I
Municipalità, Fabio Chiosi, ma soprattutto di Francesco Ruotolo che, caparbiamente, ha evidenziato il macroscopico errore e si è battuto per una tempestiva correzione. In tempi di «restyling»,
di lavori di riqualificazione delle vie
della città, di progetti di recupero
urbanistico e variazioni di sensi di
marcia, è probabile che molti cittadini
siano confusi in tema di viabilità,
praticamente persi tra vicoli e vicoletti.
Ma se i nomi delle strade, per uno
sbaglio o per una svista, cambiano una
volta svoltato l’angolo, la confusione
può trasformarsi in smarrimento. In
passato, cittadini e residenti dalla vista
aguzza avranno creduto di soffrire di
allucinazioni quando, passeggiando
per Chiaia col naso in su, tra via Vittorio Imbriani e largo Vasto a Chiaia, più
o meno nei pressi del liceo Umberto,
avranno notato che, sulla targa in
marmo affissa sul palazzo che fa angolo con via Nisco, si legge largo
Ferrantina. Alcuni si saranno stropicciati gli occhi, altri avranno creduto di
aver bisogno degli occhiali, ma ad un
più attento esame avrebbero scoperto
ospitalità e piacere dello scambio
culturale. L'associazione è ora impegnata, dopo aver promosso l'approvazione
di un regolamento comunale, a garantire una formazione gratuita ai gestori
presso la Municipalità e a offrire servizi
riservati agli iscritti e a nuovi possibili
aderenti come, ad esempio, l'assicurazione per la responsabilità civile, il
rischio alimentare, la visibilità e la
promozione in fiere ed eventi del
settore. «Ci auguriamo - ha aggiunto
Ingenito - che la Municipalità e gli
operatori commerciali riservino ulteriore e maggiore attenzione al nostro
comparto che rappresenta un significativo indotto e incubatore turistico
ricettivo».
Per saperne di più www.abbac.it; per
adesioni e informazioni [email protected]
di aver letto bene. In realtà, come ha
fatto notare il combattivo Ruotolo con
le sue appassionate lettere alle istituzioni, la targa che reca il nome esatto della
piazzetta è quella posizionata sul
palazzo ad angolo con via G. Fiorelli
che, giustamente, recita largo Ferrandina. Che questa sia sempre stata la
toponomastica corretta, è presto spiegato: lì si trovava la villa del figlio di
Pedro De Toledo, Don Garcia, non a
caso duca di Ferrandina, un centro
lucano fondato in onore di Ferrante II
da suo figlio, Federico D’Aragona. Il
nome ha resistito anche alla conversione della villa in caserma di cavalleria e
alla successiva scomparsa di quest’ultima. Non ha resistito però alla distrazione di un artigiano.
Rita Giuseppone
QUARTIERISSIME
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
11
La Tito Livio adotta i bambini di Manina
INIZIATIVE. Successo della raccolta fondi promossa dall’Istituto di largo Ferrandina
per la scolarizzazione in Africa. E Beppe Airoldi lancia il progetto «Uno per Uno»
Adriano Padula
e è vero che questo Natale la
crisi si siederà a tavola con
noi, a Napoli non si è fermata, per fortuna, la corsa alla solidarietà. Ne sanno qualcosa, ad
esempio, alla scuola media Tito
Livio, nel cuore di Chiaia, dove,
in occasione del consueto appuntamento con il presepe vivente, è
stato allestito e preso d'assalto il
banchetto della solidarietà per
raccogliere fondi destinati ai
«bambini di Manina».
La storia di Manina Consiglio, insegnante napoletana che si è trasferita in Madagascar per costruire scuole, regolarmente autorizzate e che seguono il programma
di istruzione nazionale malgasciofrancese, è una storia che affascina perché è un cocktail di poesia
e azione. Nel 2001, Manina inaugura la prima scuola materna
Tsaiky Tsara («bambini buoni», in
lingua malgascia); nel 2007 le
scuole (materne ed elementari) diventano 185 (situate a Nosy Be e in
Madagascar), con 210 persone che
vi lavorano e più di 10.000 bambini scolarizzati. Un’impresa santa che la napoletana del Madagascar ha alimentato, negli anni,
con altre conquiste: 2 asili-nido ,
2 biblioteche, un campo di basket,
2 toilette pubbliche, 5 dispensari
con un prezioso pool di medici e
infermieri, 2 case per anziani
paraplegici, l’apertura di una
scuola secondaria superiore, l’avvio di corsi di alfabetizzazione per
adulti. Insomma un capolavoro
di speranza e di concretezza che
continua a rapire cuori come
quelli della Tito Livio.
Nel marzo 2008, infatti, Manina
ha incontrato gli alunni dell’istituto di largo Ferrandina a Chiaia
i quali hanno deciso, insieme ai
docenti, di costruire e adottare
una scuola malgascia. Obiettivo
raggiunto: nell’anno scolastico
2007-2008, infatti, la Tito Livio ha
raccolto 2000 euro e la scuola è
stata realizzata (vedi foto) e intitolata alla memoria delle professoresse Lella Sarnataro, Silvia
Splendore e Mosi Cicala.
LO SPORTELLO
S
di FERNANDO LUDIONE*
AMMORTAMENTO ALLA FRANCESE
opo aver analizzato il mese
scorso gli effetti ricaduti sui
consumatori a seguito del crack
Lehman Brothers, ci sembra
utile evidenziare, sempre sulla
linea del rapporto banca-cliente,
una recente sentenza emessa
dal Tribunale di Bari- Sezione
Distaccata di Rutigliano - , la
sentenza n. 113 del 29 ottobre
scorso. La questione ha ad
oggetto i contratti di mutuo
basati sull'ammortamento «alla
francese», nel quale le rate sono
costanti, composte dalla somma
di quota capitale (che cresce
progressivamente) e quota
interessi (che cala al pagamento
delle rate) e calcolate con la
formula dell'interesse composto
(cioé del calcolo di interessi
sugli interessi). In particolare la
consulenza tecnica ha dimostrato, per i contratti in esame, che
la rata era calcolata con la
formula dell'interesse composto, formula che non era espressamente indicata dal contratto.
Si è venuto a creare, con l'ammortamento alla francese, un
aumento del costo effettivo del
contratto dovuto a un tasso
effettivo superiore a quello
nominale: in poche parole, più
erano le rate, più costava il
mutuo. I clienti, alla firma dei
contratti, non si erano resi
conto dell'alto tasso effettivo da
pagare perché il tasso nominale
annuo era davvero quello
indicato per iscritto nel contratto, mentre quello effettivo
poteva essere desunto solo
dall'esame del piano di ammortamento. Invece di un tasso del
13% sul mutuo da 350 milioni
di lire, i clienti pagavano un
tasso effettivo annuale del
14,276 per cento. Nella fattispecie, quindi, il giudice ha affermato che il calcolo dell'interesse nel piano di ammortamento
D
Progetto Uno per Uno. Mentre i
bambini di Manina hanno trovato degli amici in più, c’è un progetto, invece, che merita di vivere
ma che ancora non ha imboccato
la via della realizzazione. Dal Madagascar ci trasferiamo in Burundi, dove la percentuale di chi
non sa leggere e scrivere è superiore al 50%, una questione che
non vede soluzioni a breve-medio
termine, poiché i fondi stanziati
per l'istruzione da parte dei Governi locali sono spiccioli.
Lo psicologo Beppe Airoldi, fondatore dell’associazione Ciao Africa e infaticabile combattente sul
fronte della solidarietà, dal cassetto mai vuoto di idee, ha tirato
fuori per il 2009 il progetto «Uno
per Uno», ideato insieme alla studentessa Alice Serra. «Sono d’accordo con Paul Theroux - dice Airoldi - quando scrive che l’Africa
ha un disperato bisogno di penne,
matite, scope e spazzole. Per questo motivo è fondamentale progettare un intervento di fornitura
diretta dei supporti necessari per
la scrittura ai ragazzi del sud del
mondo da parte dei loro coetanei
del nord».
Il progetto vede come protagonisti i ragazzi dai 6 ai 18 anni, i quali, al momento dell'acquisto del
proprio materiale scolastico possono comprare anche un astuccio
contenente il necessario per la
scrittura, sulla cui apposita scheda possono registrare i loro rife-
rimenti anagrafici e l'indirizzo di
posta elettronica (proprio o dell'istituto di appartenenza). «Questi
kit - spiega Airoldi - verranno distribuiti a degli studenti di uno stato africano con i quali i nostri ragazzi potranno instaurare rapporti anche via internet. La fornitura di materiale di base per la
scrittura ad un Paese poverissimo
è di per sé un'operazione importante e le innovazioni tecnologiche nel campo della comunicazione renderanno sempre più agevole questo tipo di rapporti». L’iniziativa, infatti, prevede anche
la creazione di un sito ad hoc, ed
un link in quello di Ciao Africa,
dell'Ufficio scolastico regionale e
delle aziende di distribuzione,
mentre per il Burundi sarà attivato un sito presso l'Agenzia Universitaria della Francofonia diretto da Alain Massiera.
«Credo molto nel progetto “Uno
per Uno” e spero che istituzioni e
privati - dice Airoldi - sposino questa iniziativa dai costi contenuti
poiché riguardano esclusivamente l'organizzazione, il trasporto e la distribuzione del materiale in Burundi. Per quest’ultimo punto, poi, affinché matite e
quaderni arrivino realmente a destinazione ci darà una mano il
missionario Claudio Marano, che
in Burundi, dove vive ormai da oltre 15 anni, è riuscito, tra sangue
e fame, a costruire un villaggio
della speranza e del sorriso».
deve essere trasparente ed
eseguito secondo le regole
matematiche dell'interesse
semplice e non di quello composto utilizzato appunto nell'ammortamento «alla francese».
Difatti, il Codice Civile richiede
che al calcolo dell'interesse
giorno per giorno (articolo
820/821), non può essere applicato quello composto se non nei
limiti dell'articolo 1.283 che
prevede che il patto anatocistico
(cioé di capitalizzazione composta) sia successivo alla maturazione dell'interesse e mai
precedente, come invece accade
nell'ammortamento «alla
francese». La banca, che utilizza
nel contratto questo tipo di
capitalizzazione, viola non solo
l'articolo 1.283 del Codice Civile
ma anche l'articolo 1.284 che,
in caso di mancata determinazione e specificazione o di
incertezza (tra tasso nominale
contrattuale e tasso effettivo del
piano di ammortamento allegato al contratto), impone l'applicazione del tasso legale semplice e non quello ultralegale,
indeterminato o incerto. I
risparmiatori hanno ottenuto
l'annullamento parziale dei
contratti di mutuo per violazione della buona fede nella
conclusione ed esecuzione dei
contratti e per difformità tra
tasso contrattuale (indicato agli
atti) e quello effettivo di ammortamento. I piani di ammortamento sono stati ricalcolati al
tasso legale di volta in volta in
vigore, con l'eliminazione
dell'anatocismo, determinando
una quota interessi inferiore a
quella pagata.
*Picozzi & Morigi - Studio Legale
Napoli, piazza Piedigrotta, 15
Tel. 081.7618008 - Fax 081.664465
([email protected])
QUARTIERISSIME
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
12
Natale alla Nuova Stazione Marittima
LA NOVITÀ. Trenta e lode in accoglienza al terminal di Porta di Massa. Viaggiatori
accolti dal presepe artistico del maestro Del Prete. Intanto apre lo sportello bancario
Nuova Stazione Marittima. Da sin: il presepe del maestro Del Prete, il salone centrale, l’ingresso
eanche un anno di vita, visto che
ha aperto i battenti lo scorso febbraio: eppure la Nuova Stazione
Marittima è cresciuta in fretta. Nel
2008, infatti, ha bruciato le tappe, conquistandosi una nicchia di assoluta eccellenza nello scenario delle infrastrutture che in città operano sul fronte accoglienza e trasporti. Un ruolo
emergente il suo soprattutto nel delicato panorama dei servizi offerti dal «sistema Porto» napoletano. Così, ormai
al capolinea dell'anno in corso, il consuntivo parziale tracciato dagli imprenditori della Compagnia Marittima
Meridionale, che governa il «gioiello»,
può dirsi lusinghiero. Il duro banco di
prova della stagione invernale, ad esempio, ha dimostrato innanzitutto una cosa: le capacità di tenuta, anche in frangenti critici, del nuovo terminal, che
ha ereditato dal vecchio Molo Beverello
N
il compito cruciale di gestire i traghetti diretti alle isole del Golfo, alle isole Eolie e a Sicilia e Sardegna. Di licenziare
con soddisfazione questo primo bilancio d'esercizio si incaricano allora i componenti di un'autentica dynasty familiare del management marittimo: in cabina di regia, infatti, dirigono le operazioni Cinzia Improta, amministratore delegato, ed i cugini Gaetano, avvocato e presidente del consiglio di amministrazione, e Titti che riveste l'incarico di consigliere. «L'inverno, col suo
fisiologico corollario di difficoltà e contrattempi a cominciare proprio dal maltempo, - conferma Cinzia Improta - ha
evidenziato la capacità di accoglienza
della struttura». L'andamento meteo,
infatti, decisamente inclemente nelle
ultime settimane, ha prodotto ritardi o
sospensioni delle partenze; ma stavolta,
a differenza dei disagi patiti in passato,
l'attesa dei passeggeri è stata confortata da ambienti ospitali e da un trattamento di alto profilo in grado di esibire un punto di ristoro con bar e buffet,
adeguati servizi igienici e, da qualche
settimana, anche uno sportello bancario: qui, infatti, ha aperto una propria
filiale, l'unica in ambito portuale, la
Banca di Credito Popolare di Torre del
Greco. «Una nuova presenza - commenta l'amministratore delegato - che offre,
tra le tante, l'opzione preziosa di un
bancomat non solo a beneficio dell'utenza turistica o pendolare, ma anche
della cittadinanza di zona». Dettaglio
non tracurabile quest'ultimo per cogliere il ruolo extraportuale che il terminal è destinato col tempo ad assumere anche nel territorio del centro storico partenopeo: «Logisticamente, infatti, - dettaglia la Improta - la posizione della Nuova Stazione Marittima è
privilegiata: la sua centralità consente
agli utenti dello scalo di raggiungere
rapidamente e visitare, se vogliono,
un'area ad alto coefficiente artistico/monumentale come la città antica».
Il terminal di Porta di Massa, come lo
chiamano in molti, è infatti a un passo
dal Varco Pisacane e da via Duomo e dai
Decumani. Intanto, visto che la Nuova
Stazione Marittima festeggia il suo primo Natale, in questi giorni i viaggiatori sono accolti non solo da un elegante
arredo di addobbi colorati ma anche
dal suggestivo presepe artistico realizzato dal Maestro Donato Del Prete nei
canoni della tradizione più classica. La
Natività è stata sistemata in un angolo
dell’atrio centrale dove già campeggia
una splendida scultura in bronzo del
Maestro Meggiato. A proposito di comodità: in tempi stretti è prevista anche
l’aperturadi un'edicola-libreria.
c h i a i a m a ga z i n e
SAPERVIVERE
SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ
Via dei Mille, nuovo shopping paradiso
AMARCORD. La «vetrina» di Napoli perde alcuni negozi storici ma si arrichisce
di store monomarca dei più lussuosi brand internazionali. Torna la mondanità
Oberto Mandia
ino al principio degli
anni '90 i patiti dello
shopping esclusivo
napoletano sapevano di
poter avverare i desideri
propri e dei loro cari in via
dei Mille e nel suo prolungamento ideale, via Filangieri. Poi la strada «più elegante» della città, d'improvviso, cominciò a perdere la sua caratteristica
principale: la più alta concentrazione di prestigiose
griffe e di storici negozi,
che con i loro prodotti «artigianali» evocavano tempi passati. I marchi nazionali ed internazionali più
esclusivi progressivamente si concentrarono nella
suggestiva via Calabritto,
mentre via dei Mille rischiava di diventare appannaggio esclusivo di
banche ed uffici. Gli amanti del lusso che hanno più
di trent'anni di sicuro non
avranno dimenticato i fasti della enorme boutique
Gucci nei locali a pian terreno di Palazzo Carafa di
Roccella - chiusi per poter
consentire il restauro di
parte dello splendido palazzo, e la nascita dal 2005
del museo Pan (Palazzo
delle Arti di Napoli) - o il
negozio monomarca dedicato alla collezione sartoriale di Giorgio Armani al
civico 47 di via dei Mille.
Oltre al lusso, nelle due
strade i napoletani sapevano di poter trovare anche la cortesia e l’affabilità di commercianti di antica tradizione. Il più esigente acquirente di scarpe,
ad esempio, se non poteva
fare a meno di un paio di
lacci in una precisa nuance di azzurro, era sicuro di
riuscire a scovarlo da Radici, l'imponente negozio
di via dei Mille 18-20-24
che disponeva di una serie
infinita di prodotti per la
cura e la riparazione delle
più svariate calzature, divenuta poi una delle filiali del Banco di Napoli. Gli
estimatori dell'antiquariato potevano, invece, recarsi da Domus che per oltre
90 anni ha arredato le case più esclusive di Napoli
fino a quando, lo scorso
marzo, ha chiuso definitivamente i battenti. Stessa
sorte era toccata poco prima alla Maison Suisse, in
via Filangieri, il celebre store dedicato all'arredamento, dove la borghesia napoletana poteva contare
F
sui sapienti consigli di architetti e arredatori, oggi
diviso tra Fay e Hogan. Da
poco è scomparso, sempre
in via Filangieri, anche lo
storico negozio di scarpe
Lola che da generazioni
calzava i piedi dei bambini di Chiaia, cedendo il
passo (è il caso di dirlo) alla boutique Lui-Jo.
La tradizione, per alcuni a
malincuore, ha fatto inesorabilmente spazio alla
modernità. Così oggi, la
nuova promenade tra via
dei Mille e via Filangieri of-
fre a chi è disposto a spendere, ma anche a chi vuole semplicemente sognare,
uno sguardo sulle vetrine
di Breil, Bulgari, Damiani,
Dodo, Fay, Fendi, Furla,
Guardiani, Hermes, Liu-Jo,
Hogan, Max Mara, Mont
Blanc, Pianegonda, Prima
Classe, Trussardi, Pinko e
Hugo Boss. Non tutto il
male, dunque, viene per
nuocere: seppure a scapito
dei negozi storici, con l'arrivo, negli ultimi due anni,
di tanti negozi monomarca dei più lussuosi brand
italiani e stranieri, e la recente riqualificazione urbana (seppure ancora con
qualche pecca), la «vetrina
di Napoli» ha infatti ritrovato vitalità. Via dei Mille è
tornata ad essere la location
preferita degli eventi fashion napoletani. Si susseguono happening mondani per inaugurazioni e presentazioni di nuove linee
d’abbigliamento e gioielleria. Le facciate dei bei palazzi ottocenteschi e liberty
che ospitano i nuovi negozi,
vengono rischiarate per le
varie occasioni da suggestivi giochi di luci e proiezioni. E le moquettes rosse sono calpestate da decine e decine di scarpe all’ultima
moda sulle quali si ergono
signore della «buona società». Ultimi in ordine di apparizione, i marchi Hugo
Boss e U’WA (vedi box).Risultato: il salotto buono di
Chiaia ha ritrovato la sua
eleganza: quel tratto essenziale che era dell'identità del quartiere e in senso lato di tutta Napoli. Il
Re è morto, viva il Re.
NUOVE APERTURE/1
Boss, la classe è servita
Il primo Boss menswear store di Napoli ha aperto a
novembre in via dei Mille 41. Parterre delle migliori
occasioni per il battesimo mondano di uno spazio
dal design elegante e moderno, che rispecchia lo
stile e la classe delle cinque linee di abbigliamento
e degli accessori maschili presenti all’interno:
Hugo, dedicata ai più trendy, Boss Black orientata al
modern classic, Boss Orange rivolta al tempo libero,
Boss Green indirizzata agli amanti del golf e dello
sportwear ed infine la lussuosa Boss Selection, dai
tagli sartoriali. A far gli onori di casa, Alessandro
Giardino, managing director Boss Italia che dichiara: «A Napoli ci sono già molti estimatori del brand,
dunque era tempo di aprire un nostro monomarca
dedicato all’universo maschile. Iniziamo con l’uomo e poi forse proporremo anche la collezione
donna. Ma preferiamo aspettare: in Italia le donne
sono meno fedeli al marchio degli uomini, e non
sono seriali negli acquisti. Un uomo, - spiega Giardino - se trova una camicia che gli sta bene, ne compra tre uguali, e poi ritorna chiedendo lo stesso
modello perchè così non deve perdere tempo a
misurare. La donna invece è molto più soggetta ai
trend del momento e dunque imprevedibile». (l.c.)
NUOVE APERTURE/2
U’WA, brindisi con Ela
Il 4 dicembre si è inaugurata in via dei Mille la prima
boutique napoletana U'WA, marchio della MDE Denim
corporation, diretta dal napoletano Alfonso Mincione.
Quattro le linee proposte: U'WA (caratterizzata da
dettagli sartoriali), Caster Bleige (total look), Paris Texas
(casual ispirato alle pubblicità americane degli anni '50)
e Tom Bullino&Mary Buck (dedicata ai giovani). Madrina della serata è stata Ela Weber che, mangiando una
fragola ricoperta di cioccolato, ha confessato di sentirsi
“una napoletana di Germania”. Tra la folla di curiosi e
modaioli presenti anche Peppino di Capri, Mauro
Meconi, Mario Porfito, Patrizio Rispo e Greta Scarano.
L’attrice si è dichiarata innamorata di Napoli, per lei tra
le città più belle del mondo. La serata è stata ripresa
dalle telecamere de “La vita in diretta” con l’inviata
Barbara Di Palma che, seppure ormai residente a
Roma, continua a preferire per il suo shopping i negozi
napoletani. All'happening è intervenuto anche il giovane scrittore Gaetano Lorito presentando il suo nuovo
romanzo “Volevo dirti che ti amo”, edito da Graus. (o.m)
SOCIETÀ&COSTUME
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
14
Tullierie, la nuova factory della creatività
L’INAUGURAZIONE. Tullia Passerini Gargiulo apre alle Rampe Brancaccio uno spazio
dedicato ad arte, design e arredo. Brindisi con il guru contemporaneo Borek Sipek
Antonella Carlo
a pioggia di un'umida
serata invernale non
offusca i colori dei vetriscultura di Borek Sipek: rosa
e verde brillano all'ingresso
di «Tullierie», spazio raffinato e d'élite che Tullia Passerini Gargiulo dedica all'arte, al
design, all'arredo ed al tessuto. Salendo le Rampe Brancaccio un giocoliere dal volto
bianco ti accompagna sino
alle vetrine di «Tullierie»: alte
piramidi decorate di mirto
sono appoggiate alla porta,
mentre luci dorate sono
proiettate sulla strada. Tullia
ha immaginato così la serata
di vernissage per la mostra di
Borek Sipek: clima informale,
cura dei particolari, buon
vino e tanti stuzzichini per
festeggiare un'occasione
unica per Napoli. Sipek,
infatti, è un artista di fama
internazionale: formatosi tra
la Cecoslovacchia, la Germania e l'Olanda, egli ha consacrato le sue energie creative
alla progettazione di un
design elegante, dalla leggerezza poetica e luminosa. Il
risultato di questa ricerca è
una straordinaria carriera a
tutto tondo, che ha condotto
le sue opere in tanti e fantastici angoli del mondo, dal
Museum of Modern Art di
IN REDAZIONE CON...
L
L’EVENTO
SPINOSA-TUCCI:
OMAGGIO A VASARI
Sedici capolavori a soggetto sacro realizzati dal
gigante rinascimentale
Giorgio Vasari per la
chiesa di san Giovanni a
Carbonara. Sedici gemme
pittoriche finite poi ad
ammuffire per decenni
nei depositi della Sovrintendenza. Un tesoro che
stava andando in malora
nella colpevole indifferenza delle Istituzioni, incapaci di recuperare risorse,
persino modeste (circa
50mila euro), per restaurare le tavole.
Nel 2005, però, la Sovrintendenza ha affidato ad
«Atlantide Ritrovata»,
associazione culturale di
Mergellina diretta da
Clara Tucci, il compito di
organizzare l'operazione
restauro. E i privati hanno
fatto il miracolo: i sedici
dipinti sono rinati tra le
mani del restauratore
Bruno Tatafiore e saranno
i protagonisti di «Omaggio
a Vasari», megaevento
internazionale, programmato per maggio a Capodimonte dal Sovrintendente
Museale Nicola Spinosa e
dalla Tucci. (o.m)
STELLA CERVASIO
«In Italia, sotto i Borgia, tra guerra e
In alto da sin: l’ingresso di Tullierie. L’artista Borek Sipek con Tullia Passerini Gargiulo
New York, allo Stedelijk di
Amsterdam, per poi giungere
al Design Museum di London.
Allo spazio di «Tullierie»,
Borek Sipek affida alcuni
momenti della sua delicata
espressività: i vetri-scultura
sono un incanto per gli occhi
e per il cuore, una sinergia
perfetta di luce e vita, snellezza e movimento. Accanto a
questi lavori, ecco i cristalli
di Boemia, i vasi, i bicchieri e
gli oggetti di porcellana, in
bella esposizione su un lungo
tavolo che sembra ripercorrere, diacronicamente, la parabola intellettuale dell'autore
di Praga. Sulla parete laterale, per gli appassionati di
fotografia, ci sono alcuni
scatti in bianco e nero di Jan
Saudek, la cui storia è stata
segnata dagli orrori dell'Olocausto: la famiglia Saudek,
infatti, venne deportata nel
campo di concentramento di
Theresiesenstadt, dove morirono alcuni fratelli dell'artista. Nello spazio creativo
delle Rampe Brancaccio la
parola d'ordine è, dunque,
confronto, contaminazione,
sperimentazione, gemellaggio della fantasia e dell'originalità. Per questo, tanti amici
ed intellettuali partenopei
hanno partecipato al vernissage di «Tullierie», per condividere la gioia di un importante happening artistico.
Tullia Passerini Gargiulo, che
da decenni rappresenta
l'anima raffinata e creativa
della città, non può che
raccogliere i risultati di un
lavoro fatto con amore e
dedizione: «Voglio che questo
spazio sia un motore di idee,
prima ancora che un'attività
commerciale di alto livello
nei settori dell'arredo, del
tessuto, del design - dice con
entusiasmo -; chi viene qui
deve avere innazitutto il
desiderio di condividere
principi di gusto e cultura:
ospitare, sino al 21 gennaio,
le opere di un interprete
come Sipek non può che
concretizzare l'anima più
bella e ricca della nostra
attività».
ANDAR PER MOSTRE
Pittori in piazza e gallerie all’avanguardia
Dopo un viaggio a tappe in vari
quartieri cittadini, approda anche a Chiaia, dal 3 al 6 gennaio,
la mostra d'arte itinerante «Artisti sotto il cielo». La kermesse,
alla 6°edizione, ricalca nell'ideazione i suggestivi scenari dell'arte all'aperto come Montmartre e via Margutta. L'organizzazione è firmata dall'associazione
«Akvariumart e Rosso Corallo
srl». Oltre 100, tra pittori e scultori, esporranno le proprie opere in piazza S. Pasquale: per l'occasione la Municipalità1 ha allestito un calendario di eventi
on the road. Secondo i promoter
Silvana Fumo e Valentina Marroni «l'evento è un contenitore/divulgatore non solo di opere
compiute ma anche atti creativi dal vivo: gli artisti dunque agiranno in diretta su tele bianche
o su banchi per creta e ceramica». Ma tele e pennelli saranno
a disposizione anche dei dilettanti. (nella foto opere di Bruno
Quattromani).
Durerà, invece, fino al 2 febbraio
nella Sala Pan del Palazzo delle
Arti di Napoli in via dei Mille la
mostra fotografica «Crazy God»
firmata da Yvonne De Rosa, autrice di scatti d'autore con casa
e bottega a Londra. Le immagini di «Crazy God» nascono dall'esperienza di volontariato prestata dalla De Rosa in un vec-
chio ospedale psichiatrico, dismesso da tempo. L'autrice, però, è tornata nella struttura abbandonata per documentare il
vuoto lasciato dai degenti: ne è
nata una ricognizione toccante
attraverso i ritratti degli oggetti
abbandonati o delle scritte sui
muri.
Non è la prima volta che Banca
Sella (via dei Mille 34) apre i propri spazi alla creatività. Stavolta
l'Istituto ospita le opere della salernitana Roberta Basile, personalità versatile ed eclettica, all'attivo non solo un talento figurativo ma anche un'appassionata attitudine per poesia e
letteratura. Non a caso dunque
l'allestimento all'interno di Banca Sella ruota intorno al perno
di un intrigante gioco di reciprocità tra immagini e parole.
Circa 10 i pezzi esposti: si tratta
di acrilici su tela con applicazioni. E se il linguaggio formale
è quello dei colori acidi alternati a sfondi chiari o brillanti, i
contenuti declinano coraggiosamente la polemica socio-politica o recenti riferimenti ecologico-ambientalistici. Su tutto
l'appello alla razionalità come
contrasto al caos. Fino al 15 gennaio.
Di diverso tenore la proposta
espositiva di «Mediterranea d'arte», galleria di consolidata esperienza che opera in via Carlo De
Cesare 60. Stavolta la musa ispirativa trae linfa dall'iconografia
russa, da circa 20 anni terreno
d'elezione dell'attività di Mediterranea. La mostra attuale, in
agenda fino al 7 gennaio, si intitola infatti «L'Icona Russa»: nel
percorso circa 50 tavole che vanno dal XVII al XIX secolo. Tra le
rappresentazioni presenti quelle tipiche della mistica ortodossa: dalla «Madonna del Kazan» al
«Roveto Ardente della Gioia di
tutti gli afflitti», fino ad importanti tavole del Vecchio e Nuovo
Testamento alcune delle quali
di rara tipologia come le «Dodici
Feste», la «Dormizione di Maria»,
«San Giorgio e il drago» e «San
Nicola». Fino al 7 gennaio.
terrore, ci furono Michelangelo, Leonardo ed il Rinascimento»: Stella Cervasio (nella foto), critico d'arte e coordinatore delle pagine di libri ed arte
dell'edizione napoletana di Repubblica, cita questo pensiero di Orson Welles all'inizio del nostro colloquio. In
tempi di crisi, ci dice, le energie sono più fervide e combattive.
Napoli vive una fase particolare:
come agisce la cultura rispetto a
questa disillusione capillare?
Il critico osserva la dimensione esistenziale che ha di fronte a sé: e,
muovendosi tra le macerie, sa cogliere i frammenti di creatività che
devono esprimersi. L'intellettuale
tenta di far diventare realtà i sogni
che oggi, purtroppo, sembrano avere le ali tarpate.
Come si possono rivalutare le energie creative della città?
È importante riscoprire l'humus intellettuale della Napoli del passato,
città geniale capace di animare l'attività di Lucio Amelio, di ispirare
Warhol e Beuys (negli anni Ottanta), Kapoor e LeWitt più di recente in
piazza Plebiscito e di mostrare al
mondo il suo metrò dell'arte. Partire da queste basi per promuovere
un cambiamento sostanziale, in nome dei nuovi talenti: questo sarebbe
un passo decisivo.
Eppure oggi l'immagine di Napoli
è davvero a terra...
Gli stereotipi sono distruttivi; gli intellettuali partenopei, per ragioni di
marketing, rappresentano spesso il
lato oscuro della città: camorra e delinquenza rischiano di devastare anche la nostra cultura. Il vero artista
sa parlare un linguaggio universale,
non importa che sia di Napoli, di Parigi o di Oslo.
Quali sono gli scrittori che hanno
segnato la Sua sensibilità professionale e personale?
Consiglio di rileggere i classici che,
come scrive Calvino, «non smettono mai di dire ciò che hanno da dire». Un testo di svolta nella mia formazione è stato Civiltà sepolte di Ceram, un «romanzo dell'archeologia»
di appassionata semplicità. La stessa
chiarezza connota la Breve ma veridica storia della pittura italiana di Roberto Longhi, altro riferimento basilare nella storia dell'arte. Ancora,
tra gli autori di narrativa straniera,
Michael Cunningham, con il suo Le
ore, ci fa tuffare negli enigmi caleidoscopici dell'esistere. Jorge Luis Borges, infine, crea con il lettore un legame che non gli fa più abbandonare la sua cosmogonia.
Antonella Carlo
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DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
Benessere sotto l’albero
15
RIFLETTORI
PIANEGONDA, ANTEPRIMA PER LE NUOVE LINEE
L’IDEA. Da Centri del Sole Ra relax e bellezza da
regalare a chi si ama. Novità anticellulite in arrivo
Rita Giuseppone
chi stimo, a chi voglio
bene, a chi amo». Questa la dedica incisa sulle eleganti confezioni regalo che
Centri del Sole Ra in via Martucci propone ai clienti come
pacchetti benessere, una serie di
trattamenti combinati da donare ai propri cari in occasione delle feste natalizie. Il cliente può
scegliere tra una vasta gamma
di trattamenti, sia estetici che
«A
abbronzanti, a partire dal pacchetto base, che include tre lampade viso, mani e decolleté al
prezzo di 13 euro, fino al più costoso, ovvero il Beauty Day: con
120 euro si può regalare un'intera giornata da trascorrere al-
l'interno del centro facendosi
coccolare da esperti del benessere con massaggi, peeling e la
sauna SPA. Molto richiesti anche
il trattamento Delice, massaggio
al viso e pedicure con digitopressione, e il trattamento al
cioccolato, rispettivamente da
65 e da 50 euro. Regalare uno di
questi pacchetti, ha una doppia
valenza, per chi li dona e per chi
li riceve. Per i primi, rappresenta un pensiero originale e diverso dal solito e che dà la possibilità di dedicarsi alla cura dell’immagine, in pieno relax. Per
chi li riceve, ugualmente, una
doppio giovamento: durante la
“cerimonia” dell’apertura del
pacchetto e dopo, quando ne
usufruisce. Il benessere e la distensione di corpo e mente sono
il perno principale della filosofia
del centro, sempre orientato a
creare un’atmosfera in cui il
cliente possa sentirsi davvero
coccolato oltre che affiancato da
esperti professionisti del settore. Il rapporto di fiducia che si instaura tra lo staff e il cliente è il
fattore distintivo di Centri del
Sole Ra. A ciò si somma una
grande professionalità che oltrepassa i servizi offerti da un
qualsiasi centro estetico: per i
trattamenti abbronzanti, ad
esempio, si stabilisce il fototipo
di ogni persona per poi consigliare quali prodotti utilizzare
durante l'esposizione e per quanto tempo. Inoltre, tutti i mac-
chinari del centro sono coordinati da un software centralizzato in grado di segnalare quando
cambiare le lampade ed i filtri,
in modo che l’ abbronzatura sia
uniforme, duratura nel tempo e,
soprattutto, sicura per la pelle.
Lo staff di Centri del Sole Ra si
prende cura dei clienti prima,
durante e dopo il trattamento,
con poltrone che effettuano un
massaggio shiatsu durante la
lampada a viso e decolletè e, per
chi sceglie l'abbronzatura totale, mette a disposizione i teli monouso per fare la doccia, molto
gradita da chi viene ad eseguire
il trattamento durante la pausa
pranzo per poi tornare al lavoro.
Per il 2009, invece, i Centri del
Sole Ra hanno in serbo un trattamento rivoluzionario che sta
spopolando negli USA: si tratta
della “cavitazione”, un processo
innescato da un macchinario di
ultima generazione, all'avanguardia e di provata efficacia
contro gli inestetismi della cellulite. C'è da credere che avrà
molto successo anche in Italia
visto che, nonostante la crisi economica, il settore del benessere
non sembra mostrare cedimenti: è proprio nei momenti di superlavoro e di stress fisico e mentale, infatti, che si avverte il bisogno di rilassarsi più del solito.
Nelle due foto in alto. Da sin: le
confezioni natalizie e l’interno del
centro. In basso, l’ingresso
Grande happening mercoledì 3 dicembre da Pianegonda in
via dei Mille per l'anteprima delle nuove linee di gioielli della
collezione Franco P, «Veritas» e «Laura», per le donne e «Character» per gli uomini, che arriveranno nei negozi solo a
marzo. Maria Luisa Pianegonda, il direttore della boutique
Marcello Iorio (a sin nella foto con Antonio Cossia) hanno brindato assieme ai clienti con calici di Veritas, il primitivo di
Gallura appositamente creato dalle cantine Cossia. Particolare attenzione hanno destato i monili in argento rodiato, con
pendenti a forma di spada e cuore, che ornano i modelli
della collezione «Laura». Gioielli dedicati a Laura Pausini che
la cantante ha scelto di indossare sulla copertina del nuovo
album e per il suo tour mondiale. «Franco - spiega Maria
Luisa Pianegonda - ha voluto creare una linea che ricordasse
la forza e la grinta che caratterizzano Laura, nostra decennale amica». Anche perchè - prosegue - «le nostre linee mirano
ad esprimere i sentimenti di chi le sceglie: per gli uomini, la
forza e la sensibilità, per le donne la verità rivelata dalla luce
dei monili in oro e diamanti e per le più giovani, la passione,
simboleggiata dal cuore stilizzato a punta, icona di Pianegonda, che la fa da padrona nella collezione Franco P.» (r.g.)
PRIMA CANDELINA PER VIGNERI LUXURIES
Venerdì 12 dicembre, in via Carlo Poerio, Vigneri Luxuries
ha festeggiato, insieme ai suoi amici più affezionati, il
primo anno di apertura dello showroom. I titolari e gli
invitati, ai quali è stato offerto un prezioso cadeaux, hanno
brindato al primo anniversario del negozio dedicato alla
classe ed alla qualità: dalla gioielleria all'alta orologeria di
lusso, passando dai profumi alla pelletteria e all'oggettistica, il filo conduttore è stato e continuerà ad essere l'eleganza e lo stile, in un ambiente raffinato, dove l'accessorio
diventa protagonista assoluto. La serata è stata un'ottima
occasione per incontrarsi e chiacchierare cordialmente,
salutando in anticipo l'anno che sta finendo.
SOCIETÀ&COSTUME
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
16
Boellis arricchisce la linea Panama 1924
LA NOVITÀ. La prestigiosa barberia di via Vetriera amplia la scelta dei prodotti
Dopo i profumi, lancia i raffinati coordinati bagno e i preziosi rasoi artigianali
siste a Napoli dal 1924, un
luogo intimo e lussuoso
dove viene praticata, con
indiscusso successo, l'arte della barberia. Un'arte di famiglia, tramandata dal padre
Peppino al figlio Michele, simbiosi di sapienza artigianale e
capacità imprenditoriali. Parliamo di Boellis, il salone maschile dove maestrìa ed esperienza si accompagnano ad
una moderna offerta di trattamenti estetici e, già da alcuni anni, alla produzione della
raffinata linea di prodotti artigianali per uomo “Panama
1924”: un successo internazionale, grazie anche alla distribuzione in selezionate profumerie e boutique del mondo
(Parigi, Barcellona, Berlino,
Hong Kong, Tokio, Dubai, New
York). Ad affiancare la linea di
profumeria maschile, quest'anno nasce anche una linea
completa di biancheria da bagno: asciugamani, babbucce e
accappatoio, da conservare in
una elegante pochette. Il colore scelto è lo stesso delle esclusive confezioni in cui sono rac-
E
ANTICIPAZIONI
LE NOVITÀ DI PACO
chiusi i prodotti “Panama
1924”, e dunque blu con profili bianchi e logo ricamato in
f ilo d'argento. Morbidi ed
estremamente assorbenti, grazie alla spugna in microfibra
di cui sono composti, i coordinati sono un vero “must”, da
considerare soprattutto in vista dei regali di natale. Oltre a
questi, ci sono altre due new
entry targate Boellis. Dai maestri della barba, ecco giungere
un aiuto per la rasatura gior-
naliera: due rasoi, da scegliere
a seconda delle preferenze. C'è
quello dalla forma classica, elegante, col manico lungo e supporto in acciaio, e quello super raffinato, fatto a mano,
con manico di corno, predisposto per le lame Gillet fusion. Continua, dunque, il percorso iniziato nel 2001 con la
nascita della fragranza ispirata ad Antonio Boellis e al suo
cappello, che ha consacrato Panama 1924 tra i migliori mar-
chi di nicchia d'Italia. Nel tempo, all'Eau de toilette si sono
aggiunti il sapone da barba all'olio di mandorle, l'after shave
fresco e idratante, gli olii essenziali per il bagno racchiusi in piccoli flaconi d'argento
e sormontati da piccole creazioni fatte dagli artigiani di
San Gregorio Armeno, il deodorante e i bagnoschiuma.
Prodotti altamente ricercati,
dall'orgogliosa matrice napoletana. (l.c.)
Paco & Company: una nuova
avventura professionale nel
mondo della bellezza femminile per il noto coiffeur di
Chiaia ed il suo staff. In via
Alabardieri 13, al 1° piano,
non distante dall'attuale
bottega, Paco inaugurerà a
febbraio un centro polifunzionale dedicato al benessere
femminile. Nei nuovi spazi
«sarà praticata la cura del
corpo e dello spirito». Ogni
esigenza estetica avrà il suo
corner: ad esempio l'angolo
capelli, quello per le mani,
quello del trucco e così via. In
più una sala tinture e una sala
acconciature. Cui aggiungere
il piacere di un angolo buffet
ed un servizio ristoro per
gustare uno snack, uno spumantino o un succo di frutta
tra un massaggio e l'altro. Con
musica in sottofondo, sui
tavoli tante riviste e, con la
bella stagione, un terrazzino
fiorito in cui rilassarsi.
IL PREMIO
IL ROMANZO DI GLORIA PERSICO
NEL SEGNO DI ANNALISA COZZOLINO
I tormenti della regina «dark» Giovanna
Si è svolta sabato 6 dicembre al teatro Dehon, sullo sfondo della splendida cornice paesaggistica del borgo dei pescatori di Marechiaro, la giornata conclusiva della quindicesima edizione del Premio “Annalisa Cozzolino”, patrocinata dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio
del Mare, dal Comune di Napoli e da “Legambiente”. Il concorso letterario dedicato alla scrittrice partenopea strappata alla vita prematuramente da una rara malattia che colpisce la struttura ossea, fu istituito nel
1993. Da allora l'Associazione culturale “Gabbiani sopra il mare”, organizzazione senza scopo di lucro, promuove l'evento con l'intento di
coniugare gli interessi culturali di Napoli con le problematiche che
oggigiorno investono il mondo.
Tema di quest'anno: “Noi e l'ambiente… mille pensieri mille parole…”. Gli
scrittori in gara alle prese con inquinamento atmosferico e acustico,
buco nell'ozono ed effetto serra, si sono dovuti cimentare in un argomento particolarmente caldo, ma con successo. La giuria composta dai
giornalisti Mario Canfora e Ugo Ferrero, dagli scrittori Antonio Lazzarini e Fabrizio Fedele e da Gaetano Coppola, dell'Associazione Culturale
L'Ancora di Partenope, ha premiato le opere migliori. Vincitori: Gennaro
Esposito con «Lacreme» per la sezione “Poesie”; e Luciana Buttignol con
«Pomodori Passati» per la sezione “Racconti”. (r.g.)
La figura di Giovanna I
d'Angiò, regina affascinante e conturbante, rivive, con
sapienza e sensualità, nel
romanzo «Giovanna la
Regina-Storia immaginaria
e verosimile» (Kairos editore, 130 pagine, 14 euro) di
Gloria Persico, psicologa,
psicoterapeuta, saggista di
di successo («I segreti della
sessualità e i misteri del
desiderio», 1997; «Il giardino segreto della sessualità
infantile», 2000; «I labirinti
della pedofilia», 2001;
«Bisessualità e dintorni: il
sottile confine dell'identità
sessuale» 2004; «I mutanti
del sesso: dalla lattazione
maschile alla nuova specie», 2007). Nel 2007, sempre per Kairos, la Persico ha
scritto il romanzo carcerario «Lucia nella bocca di
lupo». In quest’ultimo
lavoro con sorprendente
introspezione narrativa
indaga sull’anima tormentata di una dark lady, fragile fino allo sfinimento,
devota più all’amore che al
potere.
Una storia vibrante, un
ritratto di donna che s’attacca al cuore, un viaggio
nel passato, prezioso per
chi vuole entrare nella
Napoli angioina dominata
da intrighi, imboscate del
destino e passioni. Un
cocktail di dolcezza e dolore, fino all'inevitabile epilogo drammatico che è anche
l'inizio del mito.
SOCIETÀ&COSTUME
FESTE E GUASTAFESTE. Alla Tabaccheria Postiglione di
Largo Ferrandina a Chiaia c’è una grande confusione. Tra
carte vermiglie per impacchettare regali e fondali stellati di
presepe, Alberto Postiglione dispensa numeri per sbancare il
lotto. Con l’aria di crisi che tira, molti tentano di aggrapparsi
alle vesti preziose della dea fortuna. «Il terno di Natale su cui
puntare - dice Postiglione con la sua consueta sicurezza - è 24
&
terni favole
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
(la vigilia) - 25 (Natale) - 32 (il capitone): da giocare su Napoli,
Roma e Milano per 6 estrazioni. Un’alternativa, invece, potrebbe essere la quaderna 77 (il fuoco) - 82 (il cenone) 20 (la
festa) - 90 (il popolo) da giocare su Napoli, Bari e tutte fino al
6 gennaio 2009». Ma non finisce qui. Il nostro dispensatore di
numeri e sogni ha le idee chiare su tre super ambi: «Puntate
per almeno 9 estrazioni su 8 e 12 (ambo dell’Immacolata), su
13 e 24 (ambo di Santa Lucia) e su 1 e 83 (l’ambo del maltempo). Quest’ultimo ambo dedicato al cielo «guastafeste» deve
essere giocato su Napoli e Roma e può trasformarsi in un
terno con il 90». Non resta che giocare, incrociare dita e
gambe e sperare in un santo e ricco Natale.
17
Molti uomini
coltivano
il progetto
di diventare fessi.
Vicino a ogni Bruto
c’è sempre un Cassio.
Renato Rocco
MUSEI ALTERNATIVI
SFIZI&NOTE
di MASSIMO LO IACONO
Pl-art, il favoloso mondo della plastica
LA VOLPE, IL PIANISTA DI CHIAIA
Antonella Carlo
immagine della sala del cinema «Ambasciatori» a via Crispi,
L’
in una foto anni ‘30 (vedi foto) quando era la «Sala degli Artisti» è tra le più gustose scoperte che offre al lettore curioso della vita culturale il volume Vico La Volpe e il pianoforte a Napoli nel
primo Novecento, a cura di Pier Paolo De Martino, (Edizioni Morra). Il ricordo del bravissimo
pianista Ludovico La Volpe, fratello del violoncellista Willy La
Volpe, figura assai più familiare a tutto il pubblico che ha affollato per anni i concerti della Rai, rivive in alcuni saggi centrali del bel libro, partendo proprio dalla Riviera di Chiaia, dal
Rione Sirignano, dimora dell'artista, che privo della vista, fu
musicista di straordinaria bravura, fama internazionale, per
quanto possibile, essendo nemica di lui la Storia, con la Guerra
forse ancora più della Natura. Il suo ricordo è vivissimo ancora
in chi lo ha ascoltato, a distanza di decenni. Ed è stato un ricordo evocato a sorpresa da questo testo a chi proprio non immaginava rivivere ufficialmente storicizzate certe emozioni. È questo un testo a più voci, più mani, in cui si succedono ricordi di
artisti che abbiamo ascoltato più volte, di cui abbiamo solo sentito parlare. E vi figurano pure artisti conosciuti direttamente,
e magari tutt'ora con diletto estremo frequentati tutt'oggi, in maniera affettuosamente feriale. E c'è spazio per il trend quote rosa,
Tina Filippone, le sorelle Vetere, Tita Parisi, Annamaria Pennella, Pina Buonuomo. Le note omaggio all'Accademia, certo appesantiscono la carta stampata, ma la vita culturale del testo ne
esce indenne, diversamente da altri libri che l'ossessione accademica fuori posto intralcia irrimediabilmente. E le foto affascinanti tutte, cui ci si riferiva in apertura, già sono una storia
della musica napoletana per immagini!
Ciò che noi chiamiamo plastica è, in realtà, una galassia
complessa e misteriosa, costituita da un insieme infinito
di materiali: ciascuno di essi
ha un ciclo di vita, un periodo di invecchiamento, una
lenta progressione verso la
morte. «La plastica è dinamismo, creatività, sperimentazione»: lo ripete con forza
Maria Pia Incutti (nella foto),
fondatrice del Pl-art, spazio
innovativo nel panorama
dell'arte contemporanea
internazionale.
Tante scommesse vinte in un
anno di programmazione
culturale, tanti contatti stabiliti con l'intellighenzia europea e statunitense, tante idee
ed opportunità espressive per
il prossimo futuro: non soltanto, dunque, «One Solo
shows», percorsi espositivi
dedicati a singoli artisti, ma
anche progetti-rete, che uniranno Napoli all'Italia, all'Europa ed al resto del mondo. In
imminente partenza alcuni
particolari viaggi della fantasia visiva: Wanda Romano
fino al 23 dicembre con i suoi
originalissimi gioielli in PET,
Alessandro Ciffo, quaranten-
ne designer di Biella, mostrerà, dal 31 gennaio al 31 marzo, come si può giocare col
silicone, «materiale malefico
e puzzolente, capace di essere
trasformato in una cosa bella»; ancora da stabilire, infine, la data di inaugurazione
della personale di Maurice
Nio, autore, in Olanda, della
più sorprendente stazione per
autobus. Nel frattempo, tra il
carosello di eventi proposti in
calendario, l'officina del Plart sarà in frenetica attività
per divenire un laboratorio di
ricerca permanente sulla
LIBRIDINE
«Una piazza, un racconto», storie tra mito e fantasia
Aurora Cacopardo
Notevoli i racconti che formano il bel
volume «Una piazza, un racconto. Storie
italiane» (Iuppiter Edizioni, pagine 196),
racconti che conducono il lettore in una
dimensione in cui lo spazio ed il tempo
ritornano a farsi adatti alla misura dell'uomo e del suo sentire. Il libro raccoglie i
racconti del Concorso letterario «Una
piazza, un racconto», curato dalla Comunità Evangelica Luterana e arrivato quest’anno alla decima edizione. E proprio per
celebrare quest’anniversario culturale, il
presidente della Comunità Luterana, Riccardo Bachrach e Luciana Renzetti, coor-
dinatrice e animatatrice del concorso letterario, hanno deciso di pubblicare quest’antologia speciale per i dieci anni del premio
che comprendesse anche i racconti vincitori
delle edizioni prececenti. Le 21 storie del
volume hanno il talento dell’originalità e la
narrazione procede, per la maggior parte
dei lavori, con ritmi lineari, verso soluzioni,
in alcuni casi improvvise, in altri intuibili
sin dall'inizio («Gli occhi neri di Angela»). Il
linguaggio degli autori riesce a parlare ad
un vasto pubblico, anche a coloro poco
abituati a confrontarsi con i meccanismi e
le strategie usate dalla letteratura, coinvolgendoli e accostandoli ad un universo di
sentimenti che, nel mondo di oggi, corrono
plastica: la sinergia con le
scuole e con le Università
animerà workshop e dibattiti,
in cui studenti di ogni età
potranno appropriarsi di un
luogo in divenire, sempre
aperto, come afferma l'imprenditrice Incutti, alle giovani forze intellettuali.
La grande ed impegnativa
idea di inaugurare un corso
di restauro dei materiali
plastici risponde alla volontà
di coronare una politica
culturale ad ampio raggio:
l'Italia, fanalino di coda per lo
studio sulle interazioni magiche tra polimeri ed arte,
potrà trovare un centro di
eccellenza proprio a Napoli,
nel suggestivo museo di via
Martucci. «Ho ricevuto atti di
stima da intellettuali di differente provenienza, ho stabilito legami di ricerca e collaborazione con importanti strutture d'oltralpe - conclude
Maria Pia Incutti -, mentre è a
volte lacunoso l'apporto
concreto delle energie culturali ed istituzionali più vicine
a noi. Spero che il nuovo
anno sia inaugurato da nuovi
segnali, che ci possano far
lavorare in modo sempre più
combattivo e curioso».
il rischio di scomparire senza lasciare alcuna traccia. Inoltre il libro è anche un mondo
di riflessioni etiche e civili che, in alcuni
casi, dall'analisi attenta di avvenimenti
contemporanei sfociano in un positivo,
appagante raffronto con la parola del Vangelo come attualità scottante ed ineludibile e
con le sue implicazioni di vita. È presente
nell’antologia chiarezza di pensiero che
rende interessanti le parti dialogiche, vivaci
i tocchi descrittivi e le coloriture espressionistiche. Precisa e dettagliata la parte storica di alcuni racconti («Diciottomila lire
venete») che si integra perfettamente con la
vicenda umana narrata, e raffinato lo scavo
psicologico («Impronte»). Per concludere,
un'opera capace di mettere in luce il patrimonio culturale, l'essenzialità del narrare,
la compattezza della scrittura e, perché no,
la solidità delle coordinate etico-religiose.
SOCIETÀ&COSTUME
DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
PAUSA BLOG
LA POESIA
di LEO ARUTA
di CIRO RIMONTI
http://leoaruta.simplicissimus.it
TUTTO SI CALMA
SUPER FACEBOOK
i capita sempre più spesso di sentir parlare
del noto social network «Facebook» anche
da persone che usano ancora poco la Rete. Ma
come spiegare tale fenomeno? Innanzitutto
perché se non ci sei ti senti escluso, poi perché
è di moda e perché poi, forse, potrebbe essere
utile Ed è utile per tante ragioni. Leggevo di un
tizio che pur non amando i social network
riconosce il valore di Facebook che gli permette
di mantenere i contatti con gli amici, visto che
lui sta sempre fuori per lavoro. Può seguire così
anche la crescita del bimbo di sua sorella
attraverso le foto che lei pubblica sulla propria
pagina. C'è poi chi ha ritrovato i compagni di
classe delle medie, magari dopo trent'anni. O
chi fa affari, chi lancia prodotti o chi, come
Luca Barbareschi, lancia petizioni contro la
pedofilia. Facebook è anche un mezzo straordinario per conoscere le persone. Ci si lega a
sconosciuti che magari hanno letto qualcosa di
te o che ti hanno scoperto attraverso il profilo
di un altro iscritto. Probabilmente ci si innamora grazie a Facebook o più semplicemente si
fanno «acchiappanze». La facebookmania investe
la cultura - moltissimi scrittori si sono lanciati
in questa avventura - e la politica. Tanto che c'è
chi arriva a pagarsi una pagina su di un giornale (Il Resto del Carlino) per pubblicizzare il suo
profilo su Facebook. Addirittura c'è un politico
leghista che ha fatto un'interrogazione al
Ministero delle Comunicazioni, dopo avere
atteso invano una risposta dal team di FB che
gli aveva, arbitrariamente, bloccato le attività
on line! Finiamo con una curiosità: Google
pubblica a fine anno la classifica delle query
che più sono cresciute durante l'ultima annata.
Con questa classifica Google intende fotografare lo «spirito del tempo» ed i trend più rilevanti
degli ultimi mesi sulla base delle query composte sul proprio motore. Ebbene dopo Sarah
Palin e Beijing 2008 c'è proprio Facebook. Quel
che ne consegue è che lo «spirito del tempo» è
tutto nei social network, e Facebook è il leader
incontrastato. Ovviamente ci sono anch'io…
M
Napoli la notte passa più in fretta, anche se sembra
A
non passare mai. Il vento è insuperabile nel giocare
con la tavolozza del mare. Il nostro inseparabile poeta
di Santa Lucia, Ciro Rimonti, con l’arte delle parole è
capace di giocare con un altro tipo di tavolozza: quella
dei sentimenti. Un talento che conosce bene il cuore
del mare, spesso protagonista nei suoi versi, e che
benissimo conoscono le stelle, gli scogli, gli innamora-
ti, le mattine, le sere, i gabbiani, gli «uzzarielli»... Basta
leggere questi versi... «Tutto si calma e appaga, tutto
pare/ chiu o’ vero, tutto se rasserena, / tutto è tranquillo e ‘e stelle brillano in cielo./ Nu uzzariello ammerrecato/ mieze ‘o mare cunnulea,/ e brillano ‘ngoppa a
poppa d’argiento/ ‘e triglie verace che sbattene/ comme ‘o core e n’omme ‘nammurato./ E scoglie bianchi e
neri/ songhe comme na scacchiera/ addo’ se porta a
dama/ ‘a cuscienza e tutta ‘a jurnata./ Na gatta dinte e
frasche/ ca ‘ncalore se lamenta,/ mentre nu cane
abbandunato se lagna/ pecché nun a mangiata niente./ Na refola e viente te cagne/ e culure do’ mare,/ nu
lampione s’abbocca.../ è passata ‘a nuttata».
IL CONCERTO DI NATALE
LUTTO ALLA «MATTONELLA»
Successo per il Gran Galà Unitalsi Addio all’amico Peppe
Un esito certamente brillante quello
ottenuto dal tradizionale concerto
di musica lirica organizzato, martedì 9 dicembre, nei fastosi ed accoglienti ambienti dell'Hotel Excelsior
dall'Unitalsi, il sodalizio laico a carattere nazionale che non solo si occupa di accompagnare gli ammalati a Lourdes e in altri santuari grazie
al sostegno di una combattiva rete di
sorelle, barellieri, medici e cappellani, ma svolge anche attività di volontariato sul fronte dell'assistenza a
sofferenti ed emarginati che, spesso
ritenuti nella nozione collettiva ultimi della scala sociale, sono invece
considerati dal sodalizio «i primi…amici». Il Gran Galà natalizio,
condotto dal professor Massimo Lojacono, ha sapientemente coniugato
i risvolti amicali ed artistici con gli
intenti benefici di fondo. Il pubblico
presente, intanto, ha potuto apprezzare una serie di brani e duetti
tratti da opere liriche famose, interpretati da Miriam Artiaco (soprano),
Maria Ercolano (soprano), Roberta
Maione (soprano), Alessandra Rezza
(soprano), Eufemia Tufano (mezzosoprano) e Vito Priante (baritono).
Gli artisti sono stati accompagnati al
pianoforte dai maestri Mario Sbeglia
e Umberto Zamner. Tra le arie più note previste dalla scaletta della soirée:
«Seguédille» e «Habanera» dalla «Carmen» di Bizet, «Oh, mio babbino caro» dal «Gianni Schicchi» di Puccini,
«Un bel dì vedremo» dalla «Butterfly»
di Puccini, «Una voce poco fa» dal
«Barbieree di Siviglia» di Rossini, «Tarantella Napoletana» di Rossini e
«Quando me n'vò» dalla «Bohème»
di Puccini. La performance artistica
è stata calorosamente applaudita da
tutti gli intervenuti. Né infine è mancato il brindisi di chiusura.
IL ROMANZO DI MARIA TERESA DI CASOLA
«Firme a palchetto», amore e giornalismo
Rossella Galletti
Non è il solito romanzo
votato alle leggi della banalità, né desidera inoltrarsi
nel sentiero già percorso
dell’immediatezza, versione moderna del carpe diem,
cortina inoppugnabile
dell'universo del last minute:
i cinquantasette capitoli di
«Firme a palchetto» (Graus
editore, 2008, pag. 237,
euro 12,00) di Maria Teresa
Di Casola, giornalista e
professoressa napoletana,
sono un amplesso di riflessività e vena poetica.
Una sapiente analisi del
mondo globalizzato e dei
mali che lo affliggono;
un'introspezione che prende forma in Luisa Nigro,
giovane e aitante cronista,
protagonista di un cammino che la condurrà ad
abbandonare la sua professione, basata sulla frenesia
e sulla convenienza, per
approdare nel terreno, più
fertile, in cui tutto è più
lento, si scandisce nota
dopo nota, quasi a recuperare un’ancestrale condizione umana venuta meno
con la crescita tecnologica
ed economica che affligge
18
oggi la società. Quello del
giornalista è un mestiere
duro, da cane da strada,
che ti mette in contatto con
la realtà più violenta e
meschina, con le logiche
nepotistiche che fanno
girare tutto.
Ed è a questa realtà che la
cronista si ribella, proprio
sull'orlo del successo. Lo
sfondo è la nostra tormentata Napoli, città che non si
spegne mai pur se è continuamente calpestata e
vilipesa. Una città costantemente data per finita, ma
che è destinata, invece, a
donare inaspettati inizi. La
trama del libro lega tra loro
le storie di Luisa e di Piero,
deus ex machina della
conversione spirituale della
donna; e di Marco e Michela: per un amore che nasce,
un altro finisce silenzioso.
Là dove le emozioni finalmente divengono sentimenti, passando da uno
stato di precarietà, del
«tutto e subito», certo, ma
per un istante, in quanto
tale fuggente, ad uno di
contemplazione: dove la
vita si assapora giorno
dopo giorno. Cosicché
sembra che la vicenda di
Luisa sia solo un pretesto
per esplorare e comprendere questo mondo. Il Mondo,
figura emblematica dell’
immenso «che ci contiene e
consuma tra infiniti mondi
che vanno versum unum,
nell'eterno moto universale», è il nome del giornale
presso il quale lavora la
donna. È un diagramma
che mette in connessione
tutte le esistenze; quello
globalizzato è un ologramma, simbolo della contemporaneità. Ma in ogni caso
è il vero protagonista del
libro della scrittrice partenopea.
Un pezzo di
Napoli nobilissima è volato in
cielo: dopo mesi
di lotta per sopravvivere ad un grave
incidente, non ce
l'ha fatta Peppe
Marangio, patron
dell’«Osteria
Mattonella»,
storica trattoria di
via Nicotera. Un
quartiere in lutto per un uomo che da 33
anni reggeva le sorti della prestigiosa locanda, segnalata sulle più autorevoli guide
gastronomiche internazionali per il suo
menu consacrato alla più rigorosa cucina
partenopea. Peppe, infatti, era un monumento alla tradizione: nel suo locale con le
pareti tappezzate di riggiole antiche, accoglieva gli avventori tra le foto di Totò, Eduardo e Peppino e il rituale sottofondo di
canzoni napoletane classiche. Professionisti,
operai, attori di teatro, artisti del San Carlo:
a tutti sorrideva bonario, distribuendo, tra
un'arguzia e l'altra, pasta e ceci, maccheroni
al sugo, braciole e alici fritte. Ora il testimone passa nelle mani della moglie Antonietta e dei figli Massimo e Fabio. (a.m.)
SGUARDI LONTANI
di FRANCESCO IODICE
SANCARLUCCIO, LUNGA VITA AL TEATRO
l tragico incidente che è costato la vita a Franco Nico ha portato
alla ribalta, in modo improprio, il Teatro Sancarluccio cui l'artista
Iaveva
dedicato tutta la sua vita. Pur essendo di fondazione alquanto
recente, il Sancarluccio ha ormai da anni un'importanza storica nel
panorama teatrale napoletano e italiano. Infatti sin dalla sua inaugurazione, nel 1972, ha ospitato innumerevoli artisti emergenti al
loro debutto, classificandosi ben presto come un tempio del cabaret
e dello spettacolo sperimentale ed alternativo. La piccola struttura
ha accolto indimenticabili protagonisti del cabaret napoletano,
commediografi, attori e comici: basterebbe citare per tutti, Massimo
Troisi, Toni Servillo e Roberto Benigni. Per elencarli uno ad uno non
basterebbero le ventisette righe di cui disponiamo; preferiamo,
invece, dare risalto alle parole dure della vedova contro gli abitanti
di Chiaia: «quasi infastiditi del nostro fare cultura in via dei Mille,
indifferenti davanti all'ingresso del teatro»; uno sfogo - se si pensi caratteristico e frequente di tutti coloro che producono cultura nella
nostra città. Due brevi aneddoti esemplificheranno molto bene
l'opinione di chi scrive. Il primo riguarda quello studente di ingegneria che sul tram - mentre si affannava a spiegare al bigliettaio il
circuito binario, ruote, trolley e fili - si sentì rispondere: «Che songo
tutti 'sti fatti, io saccio sulo che sono 'a trumbetta e 'o tram parte». Si
dirà che il bigliettaio non era tenuto a sapere (ma poteva sapere!); e
allora come la mettiamo con quel salotto-bene in cui Domenico Rea
chiese agli astanti quali dei suoi libri avessero letto e la risposta
infastidita fu: «Mimì, ma con tutto quello che abbiamo da fare, dove
sta il tempo per leggere?». Eppure il consumismo mette in fila decine di persone davanti ai negozi di moda (con vigilantes!). Non bisogna generalizzare, certo, ma nove persone su dieci, si comportano
così; qualcuno ha detto che Napoli non ha un popolo, ma solo una
plebe e che la borghesia, solo in minor parte, annovera chi si dedica
alla cultura. Questo spiega la sala vuota cui accennava la signora
Pina Cipriani. In questo triste momento, vogliamo augurare al teatro
una lunga vita. Abbiamo sotto gli occhi il programma di quest'anno
e colpisce la sua ricchezza in attività laboratoriali, cineforum,
progetti di formazione professionale di respiro europeo e collaborazioni internazionali di prestigio. Tutto ciò non deve finire.
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