basta palle - Chiaia Magazine
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www.chiaiamagazine.it m a ga z i n e CHIAIA Anno III - n.12 dicembre 2008 Distribuzione gratuita S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo IUPPITER EDIZIONI Tempesta giudiziaria sui palazzi del potere: cronaca di un’apocalisse annunciata. Stagione finita per un Sistema trasversale ai partiti, naufragato sulla questione morale. Dalla città, stanca di beffe e promesse, parte lo sfratto alla «casta». basta palle SOS CHIAIA DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE Come migliorare la Municipalità 1? Scrivi a: AI NOSTRI LETTORI Invitiamo i nostri lettori a indicarci cosa non va nel quartiere e a proporci soluzioni per rendere più vivibile la città. Contiamo su di voi. Le lettere, firmate con nome e cognome, vanno inviate a Chiaia Magazine Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli oppure alla e-mail [email protected] NUMERI UTILI EMERGENZE-SICUREZZA CARABINIERI 112 Stazione CC (via Orazio 73) Tel. 081.681122 Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1) Tel. 081.417486 POLIZIA 113 Comm. Posillipo (via Manzoni 249) Tel. 081.5983211 Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185) Tel. 081.5980311 POLIZIOTTI DI QUARTIERE Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia) Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando) Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia) POLIZIA STRADALE Tel. 081.5954111 SOCCORSO STRADALE ACI Numero verde 803116 VIGILI URBANI Tel. 081.7513177 Unità oper. Riviera di Chiaia 105 Tel. 081.7619001 VIGILI DEL FUOCO 115 GUARDIA DI FINANZA 117 PRONTO SOCCORSO 118 AMMINISTRAZIONE MUNICIPALITÀ 1 Sede Consiglio Tel. 081.7644876 Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501 SANITÀ PRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI Tel. 081.2547256 GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI Tel. 081.7613466 OSPEDALE PAUSILIPON Tel. 081.2205111 OSPEDALE FATEBENEFRATELLI Tel. 081.5981111 - 081.5757220 DISTR. SAN. 44 Assistenza Anziani Tel. 081.2547715 Assistenza Diabetologica Tel. 081.2542928 Assistenza Veterinaria Tel. 081.2547074 [email protected] IL PUNTO. EVENTI GIUDIZIARI E SPERANZE TRAMONTATE di NINO DE NICOLA Dall'apocalisse Monnezza alle sparatorie di Mergellina e ai blitz giudiziari: ormai il dilemma è tra una fine spaventosa e uno spavento senza fine. In attesa di una svolta con nessuna certezza sul se, sul come e sul quando, restano solo pochi spiccioli di sopportazione e non bastano neanche più per digerire le maschere impassibili di un governatore e di una sindaca, scomunicati dagli eventi, dalla gente e persino dal loro partito. Cosa li mantenga attaccati alle rispettive poltrone, ormai lo sa solo Dio: forse l'ostinazione cieca con cui oscurano anche La morte assurda dell’avvocato Metafora Gentile redazione, siamo stanchi di sentire da parte di esponenti di spicco della Regione e del Comune, spesso anche dai rispettivi vertici, una demagogica cantilena giornaliera di propositi e di intenzioni sulle problematiche più serie, salvo poi far seguire ai propositi fughe sfacciate dalla realtà. Solo così, infatti, si possono leggere l’indifferenza e il distacco mostrati dalle nostre istituzioni di fronte al barbaro recente delitto di camorra, di cui è stato vittima il noto avvocato civilista Antonio Metafora, caduto per compiere il proprio dovere di professionista e di cittadino. Un figlio di Napoli, di quella «Napoli bene» non per privilegio di censo o di professione, ma «bene» per impegno, serietà, dedizione dimostrati nell'arco di una vita. Non so - chiedo a voi di pubblicare questa mia lettera di rabbia e di dolore - se, per sentirsi a posto con la coscienza, il sindaco Iervolino e il governatore Bassolino abbiano mandato un messaggio e dei fiori come segno della loro partecipazione al lutto che ha colpito duramente la famiglia, la Napoli onesta e sana, ma da napoletano sono rimasto annichilito nel vedere che ai funerali del coraggioso avvocato non vi era alcuna rappresentanza di Regione e Comune. Che vergogna! Mi dispiace tanto. Avrebbero potuto imparare e riflettere molto sulle parole di don Luigi, il parroco della chiesa di San a sé stessi il mattatoio Napoli. A loro e ai loro entourage chiediamo col cuore esausto, senza rancore, senza rivalsa, senza giustizialismi, di farsi da parte. Che liberino loro e noi stessi dall'incubo. E il discorso, però, vale anche per gli altri politici professionali, quelli di un centrodestra locale, goffo, impaurito e appiattito sulla connivenza di casta. Ecco perché adesso sotto l'albero Napoli ci trova soprattutto un'incognita: chi ricostruirà la città? A Bassolino e alla Iervolino, avremmo voluto chiedere che, con gli ultimi scampoli di potere, ci stupissero, attivando in extremis grandi iniziative pubbliche: dai parcheggi alle fogne, dal recupero dei monumenti alla riforma dei vigili urbani. I noti eventi ci costringono a rivedere la nostra speranza. Pubblicità abusiva, il silenzio del Comune La vignetta di Malatesta Caro direttore, mi ha fatto molto piacere leggere su Chiaia Magazine la segnalazione sulla pubblicità abusiva che imbratta ormai tutta la nostra città (pensavo di essere il solo a notarla), È da tempo che mi chiedo come mai il Comune di Napoli su questa cattiva abitudine non prenda i dovuti provvedimenti. Spesso, camminando, io stesso rimuovo locandine e manifesti dai pali della segnaletica stradale, dai pali della luce, dagli alberi... A tal proposito, sarei disposto, insieme alla collaborazione di altri volontari, di iniziare a bonificare almeno il nostro quartiere dalla pubblicità abusiva, così da dare un segnale forte alle istituzioni che mi sembrano poco sensibili al decoro della città. Pasquale Severino Posillipo, tante buche e nessuna volante Pasquale a Chiaia, soprattutto quando ha ricordato ai presenti e soprattutto agli assenti in una chiesa di dolore chi era l’avvocato Metafora: «Antonio è un martire innocente; e il modo più degno per ricordarlo è di lavorare a una svolta in senso positivo rispetto al fallimento verso cui stiamo andando». E che fallimento! In una città, come Napoli, dove l’illegalità diffusa domina e imperversa e, nel momento in cui il governo nazionale sta facendo qui il massimo sforzo per far sentire la determinazione dello Stato nel combattere la criminalità, mentre «muore da noi un pezzo di libertà - voglio ripetere le frasi dette da un collega dello scomparso avvocato Metaforapare che le istituzioni non se ne siano accorte». Che dire di più? Speriamo che se ne accorgano e ne traggano, una volta per tutte, le giuste conseguenze. Antonio Criscuolo Gentile Chiaia Magazine, via Orazio e via Manzoni sono piene di buche che, pur se colmate, si riformano subito. I marciapiedi sono dissestati e pericolosi, un vero disastro. In più segnalo che molti residenti di via Manzoni, chiedono che l’albero del civico 242 divenga patrimonio Unesco perché hanno paura che possa venire tagliato. Infine, vorrei evidenziare il problema sicurezza a Posillipo, dove la sera non si vede l’ombra di una volante. Non è un caso che è tra le zone più colpite da scippi e rapine. Graziella Iaccarino Idelson m a ga z i n e CHIAIA SA P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno III n. 12 - dicembre 2008 Direttore Editoriale Nino De Nicola Direttore Responsabile Alvaro Mirabelli Art Director Massimiliano De Francesco Responsabile Saper Vivere Laura Cocozza Redazione Iuppiter Group Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli Tel.: 081 19361500 - Fax: 081 2140666 [email protected] Società Editrice Iuppiter Group Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli Responsabile commerciale Fabiola Morano Tel.: 393.1364776 Quelli di Chiaia Magazine Beppe Airoldi, Leo Aruta, Antonio Biancospino, Aurora Cacopardo, Antonella Carlo, Paolo D’Angelo, Giada De Francesco, Antonella Esposito, Rossella Galletti, Rita Giuseppone, Francesco Iodice, Massimo Lo Iacono, Malatesta, Renato Rocco, Francesco Ruggieri, Fabio Tempesta, Massimiliano Tomasetta, Tommy Totaro, Umberto Zacca Stampa Arti grafiche Litho 2 Via Principe di Piemonte, 118 Casoria Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005 2 IL MORSO DELLA TARANTA di PAOLO D’ANGELO QUESTIONE E MORALE i parla tanto di crisi economica mondiale, di recessioSoccidentali, ne, del nuovo esercito di poveri che inonderà le società di borse che un giorno scendono e un giorno salgono, di carni alla diossina, dei piani anticrisi, di revisioni delle energie rinnovabili, di federalismo fiscale, di nuove regole per i giudici e di giustizia e politica, di camorra e di «Gomorra» grande successo mondiale letterario e del cinema, di inquinamento da discariche illecite, di emergenza rifiuti, di calciatori pagati poco e calciatori super pagati e di dare o no più soldi a Lavezzi, dell’assurdo suicidio di un amico politico, e infine, ma molto infine, di questione morale. Appunto questione morale. Ditemi che cosa significa «questione morale»? Sicuramente varia da Stato a Stato e da regione a regione. Possiamo dire che una questione morale in Iran è certamente diversa da una questione morale sollevata a Città del Vaticano. Ci possono quindi essere, più in grande, differenti modi di interpretare una questione morale ma anche più in piccolo tra Roma e Napoli. Avete provato a vivere per un po’ a Roma e poi a tornare a Napoli? Proviamo a scindere le due parole e ad analizzarne il significato singolarmente. «Questione» si riferisce ad un argomento preposto che richiede soluzioni o che sia suscettibile di discussione più o meno approfondita , mentre «Morale» significa il presupposto spirituale del comportamento dell'uomo in rapporto con la scelta ed il criterio di giudizio nei confronti dei due concetti antitetici di bene e di male. Ora mi domando e dico se chiediamo ad uno spacciatore qual è il suo concetto di bene e di male, oppure lo chiediamo ad un politico condannato per corruzione, secondo voi che risposte darebbero? Spesso nei processi o in dichiarazioni pubbliche abbiamo raccolto risposte del tipo «non avevo alternative, dovevo pur sopravvivere ad un sistema che imponeva quelle regole... eccetera, eccetera...». Il colpevole era, quindi, il sistema e non loro. Un ulteriore esempio potrebbe essere quello di un animale che per sopravvivere ne ammazza un altro: qual è il confine che in questo caso c'è tra il bene o il male ?. Il confine è appunto il proprio habitat e le regole che questo comporta. Lo so può sembrare strano ma quante volte in questa nostra storia abbiamo sentito giustificazioni di ogni tipo a chi ha vissuto la propria vita ai limiti di ogni scelta morale, non solo, ma imponendo quel sistema anche ad altri. Insomma vi e mi auguro un nuovo «habitat» o un nuovo sistema con nuovi uomini e nuove regole per la nostra città. Fate un po’ voi e auguri di buon Natale e buon anno nuovo dalla taranta. PRIMO PIANO DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE 3 Ispettori Unesco, il bluff del sopralluogo IL CASO. Degrado inarrestabile per il centro storico più grande d’Europa. Secondo i comitati civici la visita dei delegati internazionali è stata una farsa. Ecco perché Alvaro Mirabelli rano sbarcati a Napoli per fare i conti in tasca a Comune e Regione su cui pesa il sospetto di aver mandato in malora il centro storico napoletano. Agli ispettori Unesco, organo di tutela del patrimonio d'arte mondiale, la pulce nell'orecchio l'avevano messa da tempo i comitati civici cittadini: «Correte a Napoli: la città e i suoi monumenti, protetti dal '95 dall’Unesco, cascano a pezzi per le gravi omissioni degli enti locali». Alla fine i rilievi, comprese le foto shock del degrado, hanno convinto i vertici parigini dell’organizzazione. Risultato: dal 9 all'11 dicembre, le delegate Mettschild Rossler e Andrea Urland si sono sciroppate chilometri in giro per Napoli, aggiungendoci infine un faccia a faccia al Comune con la Iervolino e con l'assessore al Centro Storico Felice Laudadio, un pranzo con Bassolino ed un summit in prefettura con i leader dei Comitati e con i 3 sovrintendenti della città. Tutto sommato, dunque, le due funzionarie nordeuropee, venute a caccia di colpe, le campane le hanno ascoltate tutte: ma sono ripartite sapendone meno di prima. E in Comune, come in Regione, hanno respirato di sollievo: se le ispettrici, infatti, avessero bocciato la gestione del Centro storico, Napoli rischiava di perdere il bollino Unesco e i politici di perdere la faccia di fronte al mondo. E invece dalla Rossler e dalla Urland nessuna critica ufficiale alle autorità locali. Le due signore, però, sono tornate a Parigi con la sgradevole sensazione di non aver afferrato la verità. Ecco perché il caso resta aperto fino a giugno quando, a Siviglia, i vertici Unesco decideranno se espellere o no Napoli dalle città tutelate. E fin qui la cronaca della missione con finale, per ora, a tarallucci e vino. Ma c'è chi racconta un'altra storia. Antonio Pariante, presidente del Comitato di IL CORSIVO di MASSIMILIANO DE FRANCESCO E IERVOLINO KO E BASSOLINO RESPIRA entre scriviamo, come già prevedeva M anche l'ultimo lampione di Fuorigrotta, le manette sono entrate a Palazzo San foto Gianni Lamberti Un albero senza luci Come da tradizione, anche quest’anno la cover di Chiaia Magazine è stata affidata al talento di Paola Del Prete che, su nostro suggerimento, ha riprodotto un albero molto particolare. L’anno scorso, invece, protagonista della prima pagina fu una mano che sorreggeva una stella luminosa corredata dal titolo «Fate luce» (nella foto). Il riferimento era alla stagione oscura che Napoli stava attraversando. Dopo un anno, quella stagione continua, anzi è ancora più buia: a fare luce sulle zone d’ombra della malapolitica, ci sta pensando la magistratura. Portosalvo, che in prefettura c'era, usa la spada: «La Rossler e la Urland? Due ingenue burocrati nordiche, stritolate da un'infernale girandola di inchini, di chiacchiere e di promesse». Ma Pariante alza il tiro: « E se la giostra parolaia delle autorità napoletane per ora ha evitato il peggio, il motivo c'è. Al seguito delle due ispettrici, c'erano Francesco Bandarin, responsabile Unesco in Italia, e il diplomatico Francesco Caruso, napoletano, presentatosi come delegato Unesco: per 3 giorni i due hanno fatto spallucce sul Caso Napoli, ridimensionando gli allarmi agli occhi della Urland e della Rossler. Proprio loro, che qui ci sono venuti da ispettori! Pressioni ambientali, timori reverenziali nei confronti dei poteri locali? Non so, ma di fatto hanno funzionato da sponda ai politici napoletani. Penoso!». Pariante incalza: «La verità è che il Comune ha perso 13 anni di finanziamenti Unesco perché non ha mai presentato un “Piano di Gestione”, cioè la lista dei tesori da salvare: e il Piano è la condizione per accedere ai fondi Unesco». Pariante calcola la perdita a occhio e croce: «Oltre un miliardo di euro». «Poco male, perchè poi - prosegue - ci ha pensato Bassolino a tranquillizzare le ispettrici, informandole che in ogni caso la Regione, col suo megapiano per il Centro Storico, disporrà di oltre 200 milioni di euro di Fondi Europei. Ma c’è un dettaglio. Ogni centesimo Unesco è vincolato a paletti precisi e gli sprechi sono impossibili. Coi Fondi Europei è diverso: averli è facile, spenderli male facilissimo». La dice lunga, secondo Pariante, l'annuncio dato dall’assessore Laudadio alle ispettrici Unesco: «Laudadio ha già anticipato che, attingendo a quei 200 milioni, il Comune farà un albergo a 5 stelle a San Giovanni a Carbonara. E questo, per lui, è risanamento del centro storico. Con 300 chiese che cascano a pezzi, è un delirio». «Se tutto si riducesse ai 200 milioni - ha dichiarato di recente l'autorevole architetto Pasquale Belfiore - , tanto rumore per nulla». E l'ex deputato Giancarlo Laurini, tra i pochi a sottoporre alla Camera il nodo della città antica: «Bisogna reagire con fermezza ai faraonici, ma effimeri progetti assistenzialclientelari che strangolano il recupero del centro storico». Conclude Pariante: «Il problema è quello delle “mani sul Centro Storico” per mere opportunità politiche. E ora andiamo a denunciare tutto a Parigi, al presidente dell'Unesco, il giapponese Koichiro Matsuura». Giacomo. Non solo a Palazzo San Giacomo. Un suicidio improvviso (Nugnes) e un abbandono politico con farsesca motivazione (Cardillo: «Torno ai miei studi») giorni fa avevano fatto intendere quanto amaro fosse il panettone Global service. Così amaro da innervosire la sindaca, la quale, nell'attesa che il regalo di Natale della magistratura arrivasse sotto l'albero degli indagati, smarrita e aggressiva, dispensava strali contro procure, palazzinari, giornalisti e cardinali. Un'attesa che comprometteva anche la mondanità. Ne è un esempio la recente e rumorosa inaugurazione del fantasmagorico albergo Romeo, opera dall'imprenditore Alfredo Romeo «speciale one» dell'inchiesta, in cui a notarsi più che le consuete opere di Lello Esposito e la sontuosità degli spazi era l'assenza di parlamentari e assessori. Una burrasca giudiziaria annunciatissima, quindi, che, siamo certi, non sorprende né smuove più di tanto il napoletano abituato da secoli a vivere qualsiasi accadimento con un cinico disincanto. Lavezzi e struffoli: lo spettacolo continua. Un tintinnio natalizio, però, che politicamente avrà due conseguenze: voto anticipato al Comune e, a meno che non scoppino altri scandali, congelamento della questione Bassolino fino al 2010. La Iervolino difficilmente potrà proporre un altro rimpasto perché sarebbe come sputare in faccia alla città che sarà pure «depressa» (Fabio Ciaramelli), «delegittimata» (Paolo Macry), «bloccata» (Aldo Masullo), ma fortunatamente conserva, in fondo a tutto, ancora un sasso di dignità. Il governatore, invece, con i riflettori giudiziari puntati sul Comune, respira, ammira e assiste al sacrificio della sindaca, sua creatura, sua salvezza temporanea. La Iervolino «mani pulite» ha una grande colpa: non essere mai stata alternativa al suo mentore. Ha ereditato una città bassoliniana e non si è posta mai il problema di demolirla; ha tirato a campare; ha nascosto la sua impotenza dietro una sbandierata legittimità popolare, sgretolatasi soprattutto per la molto bassoliniana vergogna monnezza. Global service a parte, ormai non le resta che dedicarsi, da ex sindaco, alla manutenzione dei risentimenti. PRIMO PIANO DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE Strenne folli al Comune SPRECOPOLI. Dai fondi alla Birmania al contributo per l’evento organizzato dallo Studio Ambrosetti icembre 2008. Tempo di strenne. E anche stavolta tutti davanti al bivio tra possibilità e desideri, tradizionalmente difficili da conciliare: con la crisi che azzanna si contano pure gli spiccioli. L'austerity, però, non abita a Palazzo San Giacomo che pure stavolta fa il passo più lungo della gamba: la sindrome è quella solita dei «fondi a pioggia», delle microspese di un Comune che ha il viziaccio di spendere male. Spese superflue, quelle che fanno a cazzotti con la pubblica utilità, quelle che chiunque può andarsi a vedere sul sito www. comune.napoli.it, cliccando poi su «delibere di giunta». Ed ecco il solito campionario di elargizioni deliberate a novembre dall'esecutivo comunale. Andiamo al sodo. Al microscopio, per cominciare, alcuni provvedimenti adottati nel corso della seduta di Giunta del 12 novembre. Vediamo. 1) La Giunta, su proposta del «Servizio Programmazione Grandi Eventi» che dipende dall'assessore ai Grandi Eventi e al Turismo Valeria Valente, dispone un contributo di 155mila euro a copertura di «Estate a Napoli 2008»: si tratta dello strascico economico di una manifestazione che, la scorsa estate appunto, sollevò non poche critiche per il tenore modesto e ultrapopolare delle proposte e che evidentemente ha richiesto una copertura ulteriore per il saldo dei conti. 2) La Giunta, su proposta del «Servizio Attività Sportive» che opera nella sfera dell'assessore allo Sport Gennaro Nasti, delibera una concessione di 20mila euro all'«Associazione Napoli Marathon Club» ed un'altra, sempre di 20mila euro, alla «Società Eventualmente»: anche in questo caso si tratta del saldo di un vecchio conto che risale a manifestazioni sportive del 2005. 40mila euro per una Maratona? Ci può stare, ma non a Napoli dove, ad esempio, ogni municipalità si arrangia con 60mila euro all'anno per la manutenzione stradale. 3) La Giunta, su proposta del «Servizio per le Emergenze Sociali» che D Valeria Valente opera sotto il cappello dell'assessore alle Pari Opportunità Valeria Valente, dispone un'erogazione di 17.490 euro per finanziare un progetto dal titolo complicato, vale a dire «Sentimenti Differenti Relazione di genere ed etica dei sentimenti»: ad organizzare l'iniziativa (che prevede un anno di seminari e workshop sul tema della violenza alle donne) è la cooperativa «D&S», diretta da Lia Cacciottoli e Mariella Cascone, consolidate esponenti dell'intellighenzia militante al femminile all'epoca dei Democratici di Sinistra e titolari di una recente esperienza operativa all'interno della Regione Campania. Nella cordata organizzativa, inoltre, c'è anche il sodalizio Arci Donna, nota emanazione della Sinistra ufficiale. Ricapitolando: 17.490 euro per finanziare un 2009 a base di stage formativi sulla violenza contro le donne. Beh, ci può stare anche qui, anche se poi, restando in tema di solidarietà, si mastica amaro al pensiero che 28.572 famiglie napoletane sotto la soglia di povertà non riescono a ottenere il contributo mensile di 350 euro con cui sopravivere perché in cassa, per i poveri cristi di casa nostra, non c'è un centesimo. Altro giro, altra corsa. Anche la seduta di Giunta del 21 novembre ha regalato alcune perle da esposizione: tre, per la precisione. 1) La Giunta, su proposta del «Servizio Promozione Offerta Turistica» che dipende dall'assessore al Turismo Valeria Valente, impegna 72.500 euro per coprire i costi del convegno «Sistema Turismo Italia 2008», tenutosi a gennaio 2008. In piena apocalisse monnezza, infatti, un megaforum internazionale, organizzato a Castel dell'Ovo, pianificava il rilancio del turismo made in Italy mentre fuori si scatenava l'inferno. Ad organizzare la kermesse i milanesi della Società Ambrosetti, megastudio di consulenza sui sistemi economici, convocato a gestire l'evento dalla Regione Campania: il convegno ha già ottenuto, a suo tempo, un valido contributo regionale. Adesso il Comune, per chiudere i conti, ha liquidato ai consulenti meneghini anche un digestivo finale da 72mila euro. 2) La Giunta, su proposta del «Servizio Educazione ai Diritti Umani e alla Cooperazione Decentrata» che opera nel raggio di competenze dell'assessore alla Cultura e ai Rapporti Internazionali Nicola Oddati, istituisce un Fondo di Solidarietà per aiutare il martoriato popolo della Birmania e contestualmente autorizza una concessione di 6mila euro. Lodevole: ma è proprio il caso di aggiungere che, con tutte le Birmanie di casa nostra, la magnanimità del Comune di Napoli è dura da digerire. 3) La Giunta, sempre su proposta del «Servizio alla Cooperazione Decentrata» alle dipendenze dell'assessore ai Rapporti Internazionali Nicola Oddati, delibera un contributo di 6mila euro a beneficio dell'Associazione no profit per la Solidarietà Internazionale «Un ponte per…» allo scopo di realizzare il progetto teatrale «Canto per Falluja». In questo caso il copione è lo stesso di prima: solidarietà con un popolo martoriato dalla guerra come nel caso della città irakena di Falluja. Solo un dubbio: invece di uno spettacolo teatrale a 1500 chilometri di distanza dall'Irak, i soldi non era meglio darli direttamente a quelli di Falluja? L’INTERVENTO Cara monnezza, ma quanto ci costi? Mimmo Della Corte sanno a malapena di cosa si sia trattato. Ma non basta. Sempre con voler parafra- l'intento di «contrastare gli sare uno effetti negativi della campaslogan pubblici- gna mediatica condotta tario molto noto qualche sull'emergenza rifiuti», nella tempo addietro, potremmo seduta del 15 ottobre la cominciare questa nota con Giunta regionale, con delibeun decisamente significativo ra 1614, ha disposto la parteci«monnezza mia, ma quanto pazione di una delegazione ci costi!». E nello specifico, campana al «33° Niaf Wasnon ci riferiamo ai costi che hington Gala» in programma la Campania ha dovuto sobdal 16 al 18 ottobre (nota barcarsi per liberare le vie bene, soltanto un giorno delle sue città dalle puzzolen- dopo l'approvazione della ti ed ingombranti montagne summenzionata delibera), di spazzatura, bensì a quelli con una spesa di 224.010 finalizzati al «recupero euro. E a questo punto, si dell'immagine regionale», potrebbe credere che il «dancompromessa dalla persisten- no all'immagine determinato za di questa «sporca ed indedall'emergenza rifiuti» possa corosa vicenda» che, una ritenersi abbondantemente volta conclusa, sta però recuperato. E invece a Palazzo ispirando una nuova, intermi- Santa Lucia non sono d'accornabile storia di sprechi. Storia do. Poiché, a loro dire, «il recente che proviamo a susseguirsi dei diversi casi di ricostruire. Dunque, appena emergenza rifiuti sopravvesedutosi sulla poltrona asses- nuti nell'ultimo anno ha sorile al turismo, il vulcanico determinato, inoltre, un Claudio Velardi, decise che effetto “ricorrenza” che ha «per rilanciare le quotazioni trasformato la percezione del turistiche della Campania e problema da parte del pubblifar ritornare i visitatori nella co da “emergenza eccezionanostra regione “fosse” indile” a “problema reale”»: così, spensabile una campagna con la delibera n. 1771 del 6 promozionale aggressiva»: e novembre, hanno stanziato per dare un senso alle sue altri 12milioni e 600mila affermazioni lanciò la milioeuro per la «ideazione, pronaria campagna «Napoli è gettazione, realizzazione, easy», fatta di manifesti sui esecuzione e gestione di quali campeggiavano i tesori campagne di comunicazione d'arte della Campania, e la e di servizi di marketing e frase «Monnezza a chi?», supporto per la promozione investendo in questa operaturistica della Campania». E zione la «modica» cifra di indovinate da dove prende1milione di euro. Subito ranno questi soldi? Manco a dopo, sempre alla ricerca dirlo dalle risorse europee dell'immagine perduta, ovvero quelle che dovrebbero distribuì agli Enti Provinciali servire produrre sviluppo. per il Turismo ed alle Aziende Quello vero, però. Non quello Autonome Cura e Soggiorno virtuale che la Regione ci sta oltre 3milioni (quasi 6miliar- proponendo da quasi 10 anni di del vecchio conio) per a questa parte. Quello, cioè, l'organizzazione di un cospidi cui, proprio per la sua cuo programma di fantomati- virtualità, nessuno potrà mai ci «grandi eventi» e di non verificare effettivamente i meglio specificate «iniziative risultati ottenuti. E nemmeno d'intesa» di cui, probabilmen- come e se siano stati realmente, gli stessi organizzatori te investiti i fondi stanziati. A 4 PRIMO PIANO DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE 5 S. Maria di Betlemme, la chiesa perduta L’INCHIESTA. Alle spalle di via dei Mille c’è un antico edificio di culto che ha visto di tutto: furti, devastazioni, abusi edilizi. La speranza? La Nuova Orchestra Scarlatti Alvaro Mirabelli Decolla l'inchiesta di Chiaia Magazine sugli antichi tesori d'arte di Napoli, abbandonati al degrado. Nella città il cui centro storico è stato dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità, la sciatteria colpevole delle Istituzioni ha prodotto guasti gravissimi. Un inerzia che non riguarda solo Comune e Regione, ma anche la stessa Sovrintendenza ai Beni Culturali (basta un giro a Palazzo Reale!). E se nell'inventario dello sfascio ci infiliamo anche gli edifici religiosi in rovina (circa 300 tra chiese e cappelle gentilizie), allora figurano assenti ingiustificati anche i seguenti soggetti: la Curia napoletana, proprietaria di circa 160 edifici di culto inagibili, poi il «Fondo Edifici di Culto», organismo del Ministero degli Interni che gestisce alla men peggio un'altra cinquantina di edifici sacri, e infine lo Stato in persona, anzi il Demanio statale, perché sono 90 le chiese degradate di sua proprietà. Totale: 300 Sos all'incirca. Perciò iniziamo proprio dalle chiese storiche a rischio, limitando- ci per ora a Chiaia-PosillipoSan Ferdinando. Con noi gli esperti del Comitato Civico di Portosalvo, presieduto da Antonio Pariante. ischiava un finale tragico la storia della chiesa di Santa Maria di Betlemme, porzione architettonica dell'antico e fatiscente complesso noto come «Palazzo dei Veterani». Di sicuro, infatti, la vicenda del secentesco tempio nel cuore più antico di Chiaia, a pochi metri da via dei Mille, è lo spaccato da manuale di un abbandono che dura da 40 anni. Con gli effetti a cascata che l'oblio produce sempre in questi casi: collasso strutturale, furti, devastazioni. Nelle tenebre dell'indifferenza, tuttavia, una schiarita c'è stata e a quella per ora si aggrappa, sia pure precariamente, il futuro del monumento. Per spiegare, però gli incoraggianti sviluppi del presente, è necessario raccontare il passato. La chiesa, di proprietà del Demanio Statale fin dall''800, fu da questo affidata in uso, tramite la Curia, alla Confraternita della Natività già fin dal 1833. Nel 1932, poi, il R Provveditorato alle Opere Pubbliche consolidò anche la statica della struttura. E anche nel dopoguerra le condizioni del tempio apparivano ancora accettabili: sotto le 3 armoniose navate barocche, infatti, sopravviveva quasi intatto, malgrado l'assedio dei ladri, un sontuoso patrimonio di marmi, statue e dipinti. Nel 1975, ad esempio, i tesori della chiesa erano ancora lì, al loro posto: tra essi 3 altari in marmi policromi a intarsi di madreperla di squisita fattura secentesca, sovrastati da 2 colossali dipinti (una «Natività» di Francesco De Mura e una «Vergine del Rosario» di Giacomo del Po) e da 15 tele ovali («I Misteri) di Domenico Vaccaro. Il piccolo paradiso barocco, insomma, ad onta dei conti in rosso, si ostinava a vivere. Ma aveva il tempo contato. Nel giro di pochi anni la pressione esercitata sui religiosi da un contorno ambientale degradato e ostile si è fatta insostenibile. Furti, minacce, vandalismi: e nel 1977 la Confraternita è scappata via. Così la chiesa, ormai vuota, gomito a gomito col famigerato Palazzo dei Vetera- ni, si è consegnata al macello: implacabile e sistematico. Nel 1988 si è arresa anche la Curia che ha riconsegnato al Demanio l'ormai «scomodissima» chiesa. E in Santa Maria di Betlemme, sparita la religione, ci è entrata la cronaca nera: quella, ad esempio, dei marioli che, penetrando dai finestroni o dall'uscio ormai spalancato, hanno spolpato gli interni, fregandosi la monumentale «Vergine del Rosario», tutti gli ovali del Vaccaro, vaste porzioni dei marmi policromi e Dio sa cos'altro. Poi sono arrivati gli extracomunitari per accamparsi all'interno. Infine l'incuria: dal tetto incrinato dell'edificio si è infiltrata la pioggia, allagando un po' dappertutto. Le Istituzioni? Alla finestra. Fino alla svolta del 2002 quando, favorevole la Sovrintendenza, il Demanio ha proposto alla Nuova Orchestra Scarlatti di insediarsi nella chiesa. Per lo Stato un tentativo estremo di salvare il salvabile: per l'associazione musicale un «omaggio rischioso», ma coraggiosamente accettato. «Quando siamo arrivati - racconta il Maestro Gaetano Russo, direttore artistico del sodalizio - c'era l'apocalisse. Una montagna di rifiuti: non si riusciva nemmeno ad entrare. Abbiamo smaltito tutto di tasca nostra. Il pavimento marmoreo a decori pregiati, poi, era nero: in ginocchio, con spazzola e detersivi, abbiamo ripulito tutto». E intanto indica un'apertura verso l'alto, al lato del Coro: «Qualcuno, arrivato dai fabbricati attigui, aveva persino “aperto” una porta per entrare in chiesa. E noi abbiamo bloccato il passaggio con un'altra porta in ferro». Poi racconta di quella volta che, durante un sopralluogo sul tetto, ha trovato un mitra. Musicisti un po' eroi quelli della Scarlatti che ora si tengono stretti la sede «soprattutto da quando - dice Russo - il Demanio ha eseguito una prima bonifica del luogo. Ed era quasi fatta per un restauro da 400mila euro di pareti, volta, marmi e coro: ma si è bloccato tutto». Ma Russo si illumina quando promette: «Se si farà, daremo concerti in chiesa per il quartiere, a cominciare dagli abitanti del luogo che ora tifano per noi e ci aiutano pure». (2 - Continua) CENTRO ASSISTENZA ON SITE PLOTTER E STAMPANTI HP E LEXMARK a Napoli e in Campania Tel. 081.19312802 - 0812452106 Cell. 347.3001401 skype: assistenza.hp mail: [email protected] www.e-dynamics.biz QUARTIERISSIME 6 NOVEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE Fogne e buche, la mappa dello scandalo EMERGENZA MALTEMPO. La prima Municipalità stila la lista delle vie dissestate Chiosi e Boccalatte contro il Comune: «Zero fondi, ditte in fuga, cittadini a rischio» L’ORA LEGALE di ANTONELLA ESPOSITO GAGLIARDI ANAGRAFE ED EMANCIPAZIONE l nostro sistema giuridico non ignora le più moderne istanIuguaglianza ze sociali che, proprio in applicazione del principio di costituzionale dei coniugi, vorrebbero consentire Laura Cocozza na accesa partita di ping pong è in corso tra Municipalità 1 e Comune di Napoli e la posta in palio è la sicurezza dei cittadini. Questi i fatti: con il maltempo, l’emergenza dissesti stradali è aumentata, soprattutto sulle strade primarie, con conseguente pericolo per la circolazione di mezzi e persone. La Municipalità 1, in particolare il presidente Fabio Chiosi e l’assessore alla Manutenzione Alberto Boccalatte, dopo un sopralluogo, hanno inviato al Servizio Protezione Civile del Comune la mappa delle buche e dei dissesti sul territorio municipale, segnalando al Comune l’urgenza dei lavori. Due giorni dopo si sono visti trasmettere pari pari lo stesso elenco dal Servizio Comunale, con la richiesta di porvi rimedio. «Un inaccettabile scarica barile - dichiarano Chiosi e Bocca- U latte - visto che il Servizio Manutenzione Urbana della Municipalità non può intervenire sulla rete primaria, ed ancor più visto che il Comune non ci fornisce neanche la ditta per la manutenzione ordinaria». Questo l’elenco passato da scrivania a scrivania: Via Chiaia - sprofondamento altezza Warner Village; Via Posillipo - buche all'altezza dei civici 220, 325, 394, 69; Via Posillipo - sprofondamento sede stradale alt. civ. 146; Via Schipa - contate oltre 11 buche profonde lungo la carreggiata; Via Schipa - dissesto sul marciapiedi alt. civ. 44/64; Corso Vittorio Emanuele - dissesti sparsi su sede stradale alt. civ. 110/b, alt. scuola Poerio; Via San Filippo cubetti sparsi su sede stradale e buca profonda alt. civ. 10, 20/f; Riviera di Chiaia - buca alt. civ. 57; Via Petrarca - buche profonde alt. civ. 151, 81; Via Catullo - alt. civ. 40 buca profonda; Via Caravaggio/Manzoni - avvallamento sede stradale; Via Manzoni - contate ben 19 buche nel tratto centrale; Vico Sergente Maggiore - avvallamento sede stradale; Via Sant'Anna di Palazzo sprofondamento sede stradale; Via Egiziaca a Pizzofalcone - avvallamenti sede stradale; Parco Margherita - buche centro strada; Viale Gramsci - 4 avvallamenti negli interviali; Via Caracciolo - buche alt. Villa Comunale. «La lista è vita» dicevano in Schindler’s list. E mai come in questo caso è vero, considerando che si tratta di preservare l’incolumità dei cittadini. Senza parlare degli allagamenti verificatisi a causa dell’inesistente manutenzione fognaria, in via Posillipo, Largo Sermoneta, via Giordano Bruno e Riviera di Chiaia. Sulla rete viaria secondaria, la Municipalità 1 ha assicurato che farà «i salti mortali» per intervenire, con una ditta di manutenzione straordinaria. Ma il resto? È rinviato al prossimo match. ai genitori non sposati ed ai coniugati di scegliere all'atto della nascita di un figlio il cognome da imporre a questi: ma finora non ha trovato soluzioni concrete. E negli ultimi anni sono sempre più frequenti i ricorsi presentati da genitori per ottenere la rettificazione dell'atto di nascita dei figli nella parte in cui è loro attribuito il cognome paterno al posto di quello materno. E la Corte Costituzionale, appunto sollecitata, con la sentenza 61/2006 la quale afferma che «l'attuale sistema di attribuzione del cognome è retaggio di una concezione patriarcale della famiglia, la quale affonda le proprie radici nel diritto di famiglia romanistico, e di una tramontata potestà maritale, non più coerente con i principi dell'ordinamento e con il valore costituzionale di uguaglianza tra uomo e donna», sollecita implicitamente l'intervento del Legislatore cui spetta adeguare la materia alla Costituzione. L'Italia, invece, che con numerose sentenze ha negato ad un figlio l'attribuzione del cognome materno al posto di quello paterno, adotta soluzioni che la isolano rispetto a gran parte del resto d'Europa che ha assunto decisioni più «moderne». Dell'argomento si è discusso sia durante il Governo Prodi, quando la Commissione Giustizia del Senato, esaminati diversi disegni di legge, aveva redatto un testo unificato, mai esaminato, sia di recente quando la I sezione della Cassazione, di nuovo pronunciatasi in merito, ha rimesso la questione al Presidente della Corte per l'eventuale assegnazione alle Sezioni Unite, data l'importanza della questione. Alla base dell'assegnazione alle Sezioni Unite 2 motivazioni: l'incoerenza del sistema normativo con i più moderni principi dell'Ordinamento e della Costituzione, e il contrasto stridente con le norme di origine sopranazionale che ormai sono «pane quotidiano» della Nuova Europa Unita e a cui i nostalgici, me compresa, dell'autonomia dei singoli Stati, si devono adeguare visto che questo è l'unico modo, almeno in campo economico, di conservare i principi e le tradizioni dell'«antica Europa» rispetto a realtà mondiali emergenti, forti e spregiudicate. Agenzia Allianz Ras «Napoli Chiaia» LA SORPRESA NELLE PAROLE Uno staff per le tue soluzioni finanziarie di BEPPE AIROLDI utte le parole che non «T imparate oggi saranno i calci nel sedere che riceverete domani», avvertiva don Milani ai suoi ragazzi di Barbiana. Sante parole: ne sanno qualcosa i ragazzini africani che, quando passi in macchina, non ti chiedono soldi ma una biro. Perciò spero proprio che l'operazione «Uno per Uno» (vedi il servizio a pagina 11) abbia successo. Ai nostri più fortunati faccio un regalo: www.etimo.it, il dizionario etimologico consultabile in internet. Infatti la storia delle parole è intrigante e, spesso, riserva sorprese bizzarre. Prendiamo per esempio la locuzione «vacanze scolastiche»; a tutta prima non sembra fare una grinza: uno va a scuola, si impegna e si affatica, poi arriva un periodo vuoto (vacante) da questi impegni e lui si riposa. Peccato che scuola derivi dal greco scholè, che significa ozio e che ozio derivi da otium , contrario di negotium (occupazione). Cioè: uno stanco di non fare niente, finalmente si gode un periodo di meritato riposo. Vedendo il ciondolare dei ragazzotti e ragazzotte a tutte le ore ed ascoltando il loro interloquire vacuo e sgrammaticato, viene proprio voglia di dare ragione all’etimologia. Bel problema! Azzardo due soluzioni: 1) visto che a scuola non si fa niente (ci si riposa), il pomeriggio si va a faticare raccogliendo e differenziando la monezza, pulendo le strade, curando i giardini… 2) visto che i genitori sono spesso peggio dei figli, si prendono questi ultimi e si mettono in collegio a studiare, giocare, vedere poca televisione, non telefonare… cioè imparare a stare al mondo. Il rischio di attenzioni particolari da parte di insegnanti e tutori è minimale rispetto a quello dei rapporti di emulazione che si possono instaurare in casa e per strada. Dopo il regalo agli alunni gli auguri ai professori (e alle professoresse): fate in modo di non essere i destinatari di una missiva da Barbiana. L’agenzia Allianz Ras «Napoli Chiaia» nasce nel 1983. E’ l’inizio di una sfida che, grazie alla forte volontà e determinazione, unitamente a capacità impenditoriali, porta l’agenzia a svilupparsi rapidamente. Oggi, con uno staff formato da un «gruppo» di persone competenti e affiatate, con in testa i due agenti Salvatore Cammarota e Umberto Fusco, con i promotori finanziari Ugo Isastia Henriquez e Massimiliano Manna, con i collaboratori Ciro Nicotera, Aniello Picascia, Gennaro Marcellino, Angelo Carbone, Michele Marseglia, Luigina Flagello, Salvatore Attimo e con i dipendenti Maria Grazia Lucignano, Roberto Petricciuolo, Anna Marzocchi e Fabrizio De Simone, l’agenzia rappresenta un importante polo multifunzionale in grado di offrire alla propria clientela risposte immediate e soluzioni «personalizzate» che vanno dal risparmio alla protezione delle persone e dei beni, dalla previdenza integrativa alla protezione dai rischi per le imprese con una particolare propensione ed attenzione a quelli delle imprese commerciali. Non a caso è in via di perfezionamento con l’Associazione Nuove Botteghe dei Mille una convenzione che prevede per gli aderenti una consulenza personalizzata per informazione pubblicitaria CIAO AFRICA focalizzare le singole esigenze congiunta all’applicazione di particolari agevolazioni riservate. L’agenzia Allianz Ras «Napoli Chiaia» si distingue, inoltre, per il costante impegno nell’ambito sociale. I risultati raggiunti e la crescita costante dell’attività, consentono all’agenzia di guardare al futuro con serenità. Tutto ciò con un unico e preciso obiettivo: la piena soddisfazione delle esigenze della clientela e la consapevolezza di saper garantire un servizio efficiente e puntuale in ogni settore. AGENZIA ALLIANZ RAS NAPOLI CHIAIA Via Morelli 24 - tel. 0817642419 QUARTIERISSIME DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE 7 Piazzetta Rodinò, il tempo ritrovato IL CASO. L’orologio storico, rimosso in occasione dei lavori di restyling, tornerà a gennaio completamente restaurato. Prevista una mostra sulle fasi del recupero Rita Giuseppone orologio storico di piazzetta Rodinò sta per tornare al suo posto. Nel numero di novembre, infatti, Chiaia Magazine aveva dedicato ampio spazio alle perplessità dei residenti che lamentavano la rimozione, avvenuta quasi un anno fa in concomitanza coi lavori di restyling, del raro esemplare risalente agli anni ‘30 che insieme ad altri 11, tutti sincronizzati via satellite e col quadrante luminoso, scandivano i tempi della città. Gli orologi sono stati prelevati dall’Ati Acea Graded Alfano che è stata la società appaltatrice di tutti gli impianti luminosi del Comune di Napoli fino allo scioglimento del contratto, avvenuto il 18 novembre scorso. Per tutti questi mesi, come ha confermato Ciro Scognamiglio, responsabile Acea, gli orologi sono stati protagonisti di un’approfondita opera di restauro da parte della società Cittarredo che, nei propri magazzini di Acerra, ha «rifatto il trucco» a tutti i dodici esemplari donati alla città di Napoli dall’Ente Autonomo Volturno in epoca fascista. È proprio l’assessore all’arredo e al decoro urbano Luigi Imperlino ad assicurare i cittadini: «Gli orologi sono quasi pronti, dopo essere stati oggetto di un completo restauro che ha portato via più tempo del previsto a causa del fatto che alcuni quadranti erano mal tagliati». L’improvvisa sparizione degli orologi «dell’ora unica» aveva destato preoccupazione non solo tra i residenti di Chiaia, come ci svela lo stesso assessore: «Ho ricevuto al riguardo almeno due lettere al giorno che sollecitavano il ripristino degli orologi nei diversi punti della città dov’erano collocati. I primi quattro sono già pronti e verranno ripristinati da dicembre, tutti gli altri ri- L’ L’orologio di piazzetta Rodinò in una foto del 1987. Immagini del restauro in atto degli orologi storici di Napoli. troveranno la collocazione originaria a gennaio. Presto verrà allestita anche una mostra al Vomero che illustrerà al pubblico le varie fasi del restauro e la storia dei 12 orologi documentate da foto e testimonianze». Se c’è qualcuno che questa storia la conosce già molto bene, è certamente Riccardo Bachrach che si è occupato della matutenzione dei 12 orologi «pubblici» a partire dal 1987 con delibera del subcommissario ai lavori pubblici Francesco Gagliardi. «Dei quaranta orologi installati all’inizio degli anni ‘30 a Napoli - spiega Bachrach -, sono sopravvissuti alla guerra soltanto dodici: al Museo Archeologico Nazionale, piazza Cavour, via del Sole, piazzetta Augusteo, piazzetta Duca D’Aosta, via Settembrini, piazzetta Rodinò, via Duomo, piazza Vanvitelli, piazza Montesanto, via Santa Lucia e via Mezzocannone. Alla fine degli anni ‘80 tutti gli orologi, che inizialmente erano collegati tra loro tramite dei fili, furono predisposti per essere sincronizzati tramite un segnale radiotrasmesso da Norimberga. La nostra opera di manutenzione consisteva nel fornire e sostituire i pezzi di ricambio e nella verniciatura. Ricordo che nascondemmo il “fascetto”tipico delle opere risalenti al Ventennio, ridipingendolo coi colori del Comune di Napoli. Tali operazioni non erano costose: per la manutenzione di tutti i 12 orologi veniva spesa, all’epoca, una cifra intorno ai sei o sette milioni di lire annui. Con l’Ente Autonomo del Volturno ci occupammo dei suddetti orologi per quasi dieci anni, fino all’arrivo della giunta Bassolino che decretò come società appaltatrice una ditta di Afragola. Poi purtroppo dal ‘95 in poi l’interesse e la cura per gli orologi in questione sono scemati del tutto fino ad arrivare alla re- cente sparizione». Una sparizione che ha allarmato sempre più cittadini, timorosi che la vicenda degli orologi potesse diventare un altro dei misteri irrisolti di Napoli, inghiottiti dal buco nero della gestione dei lavori e delle opere pubbliche. Tra questi anche Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che nei mesi scorsi si è rivolto al difensore civico del Comune di Napoli e Tullio Ciardulli, storico sarto ed esponente del Centro Commerciale Borgo Santa Lucia, che ha invocato più volte l’intervento delle istituzioni, auspicando anche un’indagine della magistratura a riguardo. Loro per primi potranno esultare alla vista degli amati orologi: quelli di piazza Vanvitelli e via Santa Lucia figurano tra i quattro che saranno ripristinati in questi giorni. Dovranno pazientare ancora un po’ i residenti di Chiaia che ritroveranno la loro «ora unica» a gennaio. QUARTIERISSIME DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE 8 Alberi, una stagione di ordinaria caduta LA DENUNCIA. Pericolo lecci a via Orazio: fioccano le segnalazioni per abbattere le piante compromesse. Alessandra Lancellotti: «Il Servizio Parchi è in ginocchio» Oscar Medina n apparenza quel leccio, a 20 metri dalla funicolare di via Orazio, scoppiava di salute. Qualche settimana fa, invece, è crollato di schianto sul marciapiede, radici comprese. Marcio fino al midollo, praticamente morto: ma col buon gusto di non abbattersi su persone o su cose. «Che non abbia fatto danni - commenta la gente del posto - è stato un miracolo». Dopo lo scampato pericolo, però, i dubbi sono venuti a molti. Uno su tutti: come stanno messi in salute gli altri alberi, tutti belli grossi, di via Orazio? Già perché stavolta è andata bene, ma la prossima? Ipotesi realistica quella di qualche altro collasso in agguato, almeno a dar retta ad Alessandra Lancellotti, consigliere della Municipalità 1, che da un pezzo fa il diavolo a quattro con i responsabili del Ser- I In alto: gli addetti del Servizio Parchi alle prese con il leccio abbattutosi su via Orazio vizio Parchi del Comune di Napoli, sommergendo gli uffici di solleciti per potare o abbattere a seconda dei casi. «Ho perso il conto degli sos inviati ma è come parlare al muro. Il punto - spiega - è l'incolumità dei passanti. E non vorrei che ci scappasse il dramma per convincerli a intervenire». La Lancellotti, però, almeno un risultato lo ha spuntato: un recente sopraluogo degli agronomi comunali ha infatti appurato che gli alberi a rischio sono 57. «E il paradosso - rincara la dose lei - è che il leccio crollato non figurava tra quelli pericolosi». Un'emergenza, dunque, che è nero su bianco in qualche cassetto del Municipio: un allarme serio che la stessa Lancellotti rilancia un giorno sì e l'altro pure. Inerzia inspiegabile? Tutt'altro. Il fatto è che per gestire il verde di Napoli non c'è un centesimo: non è un mistero, infatti, che ai Servizi Parchi e Giardini (quest'ultimo tra- TEATRO CILEA, SUCCESSO DEGLI ALLIEVI DELL’ISTITUTO MARTUSCELLI CIRCOLO ARTISTICO: FUTURO A RISCHIO E LA REGIONE TACE 10 e lode per la manifestazione teatrale «Tutt'assiem cu tutto o' cor», organizzata lo scorso 13 dicembre al Teatro Cilea dall'Istituto per non vedenti «Martuscelli», grazie al tenace impegno della preside Gabriella Talamo (nella foto). Protagonisti dell'evento gli allievi dell'Istituto: «Un ruolo cruciale quello degli studenti non vedenti - spiega la professoressa - che hanno bissato l'exploit del 2007». La performance, cui ha collaborato la scuola «G. Falcone», ha abilmente coniugato il momento artistico a quello formativo. A marzo 2008 il glorioso Circolo Artistico di piazza Trieste e Trento ha rischiato di finire in mano a privati. Poi la Regione, esercitando la prelazione, è diventata proprietaria della struttura. E proprio sull'Istituzione ha confidato il presidente Adriano Gaito (nella foto) per il rilancio del Circolo, tra l'altro proprietario della preziosa pinacoteca interna. Ora però c'è il rischio che l'Artistico venga sloggiato per far posto ad un centro di iniziative sociali e subisca persino la perdita della quadreria. Insomma: la Regione sfratta la storia. APPELLO DEI RESIDENTI E COMMERCIANTI Via Martucci, scarsa l’illuminazione I lavori di riqualificazione, ormai terminati, che hanno riguardato la zona di Chiaia sembrano aver portato più danni che vantaggi all’area compresa tra piazza Santa Maria in Portico, via Martucci e via Piscicelli. Più volte dalle pagine di Chiaia Magazine abbiamo riportato le lamentele dei residenti e commercianti, specie quelli di via Martucci, praticamente schiacciati dai disagi causati dal permanere dei cantieri per le opere di ammodernamento che hanno condotto le entra- te degli esercizi commerciali ai minimi storici per un lungo periodo. Una volta terminati i lavori, però, invece di godere delle migliorie apportate grazie al restyling, esercenti e residenti si sono ritrovati in condizioni peggiori delle precedenti. L’intera zona è difatti rimasta allo stato di abbandono in cui versava durante i lavori: i clienti dei negozi latitano ancora e i residenti lamentano la scarsità dei collegamenti e il mancato rilancio dell’intera zona. Ma per fortuna alcuni dei problemi, evidenziati di recente da alcuni esercenti al presidente della Municipalità 1 Fabio Chiosi, sono stati risolti: sarà finalmente invertito a gennaio il senso di marcia obbligatorio in via Piscicelli sferito di recente alle Municipalità) l'amministrazione Iervolino passi solo le briciole. E così tecnici e giardinieri si arrangiano come possono. Proprio come nel caso del leccio di via Orazio: «Quando sono arrivati a rimuovere il tronco - incalza la Lancellotti - gli si è inceppata perfino la motosega». Che al Servizio Parchi, del resto, il Comune centellini le risorse, lo conferma anche il fatto che la squadra intervenuta a via Orazio si è presentata senza le scarpe anti-infortuni e senza le apposite divise. «E a complicare le cose ci sì è messa pure la Sovrintendenza - dice la Lancellotti - che il suo nulla osta all'estirpazione dei lecci malati lo dà solo a patto che siano sostituiti con altri 57 lecci». Pretesa da fantascienza visto il budget di Palazzo San Giacomo. «L'emergenza - conclude la Lancellotti - si è presentata anche a via Petrarca». che non permetteva agli automobilisti altro sbocco che la Riviera, costringendoli ad un giro lunghissimo per tornare verso piazza Amedeo. Inoltre si è provveduto, da parte dell’Anm, alla creazione di due fermate per bus Pollicino in via Martucci (una all’altezza del Tam, l’altra a Santa Maria in Portico): i due nuovi stop risolveranno i disagi dei più anziani, che potranno muoversi più autonomamente, e incrementeranno il passeggio. Invece resta ancora un’incognita il nuovo impianto d’illuminazione che, purtroppo, invece di rischiarare la sede stradale, illumina le facciate dei palazzi. In ogni caso la cooperazione tra cittadini e Municipalità ha avuto buon esito. (r.g.) QUARTIERISSIME DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE Situazione differenziata LA RIFLESSIONE IL PIANO. Chiaia: per la raccolta porta a porta dei «rifiuti selezionati» si deciderà a gennaio Rifiuti, quel silenzio sulla legge del 1973 Umberto Zacca Mario Simeone o slalom tra le difficoltà è infinito: ma una cosa è certa. La monnezza napoletana, con le sue tenaci sacche di resistenza, si batte solo con la raccolta differenziata. In teoria è vangelo, in pratica l'inciviltà di molti e i disservizi Asìa complicano di molto il decollo definitivo della selezione a monte dei rifiuti. In ogni caso, però, la scommessa è partita. E per vincerla, il Comune ha adottato il sistema più garantito: la differenziata col sistema del «porta a porta». Il metodo sta entrando progressivamente a regime. E nei quartieri-pilota della città registra esiti incoraggianti: ai Colli Aminei, in cui il «servizio a domicilio» funziona da luglio, la percentuale è del 72 %; Ponticelli, dove il servizio è partito a ottobre, è a quota 68%; Bagnoli, dove il porta a porta c’è da novembre, già si ritrova al 60%; e Chiaiano, dove il sistema esiste da ottobre, si attesta al 55%. Insomma, che sia questa la via maestra per lasciarsi l'inferno alle spalle, lo dicono i fatti. E se funziona in periferia, è lecito supporre che la risposta dei quartieri centrali, quando saranno coinvolti, sarà positiva. Ai blocchi di partenza, ad esempio, c'è Chiaia-Posillipo-San Ferdinando. Il momento-chiave per la Municipalità1 ci sarà a Gennaio: tra un mese circa, infatti, è L prevista una riunione operativa tra Comune, Asìa e Municipalitàper pianificare anche a Chiaia modi e tempi per avviare la differenziata domiciliare. Commenta il presidente Fabio Chiosi: «La svolta imporrà un cambio di abitudini». Già, perché tutto è legato all'organizzazione di cittadini e condominii: a patto ovviamente che a monte il sistema-prelievi funzioni, soprattutto sul fronte orari. Nei quartieri in cui è attivo, infatti, il porta a porta, almeno all'inizio, ha viaggiato a corrente alternata. Inconvenienti di rodaggio da mettere in conto anche nella Municipalità1 che dovrà abituarsi, ad esempio, alla sparizione delle «campane», destinate ad andare in pensione. Chiaia, però, è da sempre virtuosa e l'imminente rivoluzione si ritrova la strada spianata. Una buona condotta confermata dai numeri: se in cit- LA SEGNALAZIONE di MASSIMO GALLOTTA SHOPPING NEL TRAFFICO comunale sembra non accorgersi Lcittà.’amministrazione dell’importanza del commercio per l’economia della Anche questo Natale, ad esempio, chi è interessato a venire a fare shopping a Chiaia, è costretto, come sempre, a dover impegnarsi strenuamente per trovare un parcheggio. Quando ci sarà data la possibilità di vedere i parcheggi interrati? Amo le domeniche ecologiche, ma non capisco, però, soprattutto in questi periodi di supertraffico natalizio, a cosa serva chiudere via Caracciolo la domenica mattina. Mi sembra un’assurdità: la città si paralizza (vedi foto) e a soffrirne è la vivibilità dei napoletani e il già bastonato commercio. tà, infatti, la media della raccolta differenziata è del 17,3% (dato di ottobre), nella Municipalità 1 la media sale al 21 %. Intanto, però, a Chiaia l'insoddisfazione è corale. La gente, infatti, dà la pagella all'Asìa e non perdona: «Contenitori stracolmi: già adesso il prelievo della differenziata dalle vecchie campane fa acqua da tutte le parti». L'avvertimento è all’Asìa perchè faccia il suo dovere. L'altra novità è l'apertura imminente anche nella Municipalità1 di un'«Isola Ecologica»: «Anche Chiaia-Posillipo-San Ferdinando avrà un suo centro di raccolta spiega Chiosi - in cui i cittadini potranno recarsi per depositare vetro, plastica, carta ed inoltre materiali ingombranti o atipici come oli, pneumatici etc. L'”Isola” si trova alla confluenza tra via Manzoni e via Petrarca. E visto che si tratterà di materiale inerte, il governo della Municipalità lancia l'idea di realizzare all'interno della struttura un parco-giochi per bimbi, con percorso ecologico ed attrezzature ricavate dai rifiuti riciclati». Poi l’altra trovata di Chiosi: «Ai cittadini che smaltiranno i materiali differenziati presso il centro di via Manzoni potrebbe essere data una “tessera di premialità”: più si sversa e più si accumulano punti. Il premio? Una riduzione della Tarsu». In sintesi: l'isola dei virtuosi. a reazione al suicidio dell'ex LNugnes, assessore comunale, Giorgio ha suscitato in molti di noi sgomento e cristiana pietà. Un sentimento che va oltre il giudizio, diverso e contraddittorio, di opinione pubblica influenzata dalla comunicazione scritta ed audiovisiva, spesso alla ricerca di indiscrezioni più o meno clamorose, che finiscono per sovrapporsi anche post-mortem ad una serena comprensione umana. Vogliamo porre anche noi un pertinente quanto scomodo interrogativo, che non attiene direttamente al suicidio dell'ex parà di Pianura. Un interrogativo che non viene posto da altri perché dimostrerebbe l’irresponsabilità di quanti in questi anni, a vari livelli, hanno rappresentato le nostre più importanti istituzioni locali. In primo luogo della Regione Campania e del Comune di Napoli. Perché - ad esempio - la legge regionale n. 23 del 19 novembre 1973 (finanziamenti regionali per la costruzione, ampliamento e completamento di impianti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) approvata con procedura d'urgenza all’indomani dell'insorgenza del colera e dai primi e gravi moti di Pianura (la popolazione bloccò le strade di accesso alla discarica di contrada Pisani, oramai esaurita, che raccoglieva i rifiuti di tutte e cinque le province campane e non solo) non è stata applicata? Perché mai i trenta miliardi all'epoca stanziati sono rimasti per anni inutilizzati per poi perdersi nel fondo nero dei residui passivi regionali? C'è uno strano ed intollerabile silenzioo, che ha però consentito alle organizzazioni criminali (colletti bianchi inclusi) di occuparsi e di lucrare in questi anni sui rifiuti. A quel tempo Giorgio Nugnes non aveva compiuto 15 anni. Se quegli impianti finanziati e reclamati a furor di popolo fossero stati realizzati, il percorso umano e politico di Nugnes avrebbe avuto di sicuro altro destino. E dire che quella legge regionale fu tra le prime promulgate, con procedura d'urgenza, in Italia dall'allora Presidente democristiano Vittorio Cascetta (papà dell'attuale assessore regionale ai Trasporti della giunta Bassolino). Vero è che ben altra sensibilità politica ed istituzionale esprimeva quell'Assemblea legislativa. C'erano politici motivati e qualificati che trovavano da un confronto serrato le soluzioni più idonee per rispondere alle emergenze come quella del colera che colpì a quel tempo Napoli. Oggi le nostre assemblee elettive dal Comune di Napoli alla Regione si caratterizzano per ben altro. Si segnalano per il degrado e per il cattivo impiego delle risorse pubbliche. Ovvero per la cattiva politica. Comportamenti stigmatizzati frequentemente dallo stesso Capo dello Stato. Del resto basta assistere alle sedute consiliari per rendersi conto del degrado e del livello in cui sono precipitate. Il Presidente Giorgio Napolitano, che ne è ben consapevole, indica nella Cultura la via d'uscita e la leva più sicura per rinnovare e cambiare questa inamovibile classe dirigente. Ma la cultura, quella vera, non si sposa con affari e interessi oscuri. Ed è proprio questo che spiega l'assenza perdurante della buona amministrazione della cosa pubblica, specialmente in ambito locale. Non c'è, dunque, da meravigliarsi se Napoli e la Campania emergono in Italia e nel mondo per i fatti di cronaca nera. Eppure c'è ancora qualcuno che sostiene che tanto degrado sia ascrivibile a donna Concetta e donna Maria che risiedono nei Quartieri Spagnoli e alla Sanità. 9 QUARTIERISSIME DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE 10 Immondizia selvaggia, le strade multate INCIVILTÀ. Da viale Gramsci a Santa Lucia: il governo di Chiaia redige l’elenco delle vie più bersagliate dagli sversamenti abusivi e dagli escrementi dei cani versamento abusivo dei rifiuti (solidi/urbani o ingombranti). Quali sono, nel territorio di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo, le strade più bersagliate dal deposito, fuori orario o fuori sede, dell'immondizia? Una classifica l'ha stilata la Municipalità 1 e l'ha girata alla 6° Unità Operativa dei Vigili Urbani per gli interventi del caso. In testa c'è l'angolo tra viale Gramsci e via Galiani (18 multati). E ancora: l'angolo tra via Nuova Pizzofalcone e via Serra (12 multati), via Cesario Console (3 multati), via Alabardieri (3 multati), via Nardones (3 multati). Altre strade nel mirino dei vigili: via Carlo De Cesare, via Arcoleo, piazza Vittoria, via Giordano Bruno e largo Torretta, piazza Salazar, via Imbriani, via Santa Lucia, via Serapide e rampe Paggeria. Le infrazioni, rilevate dalla speciale squadra in borghese della 6° Unità, si sono verificate tra le 10 e le 15. Guerra agli escrementi canini: anche in questo caso il governo di quartiere ha stilato un inventario delle strade più martoriate dal comportamento maleducato di alcuni. Elenco girato poi ai vigli urbani che hanno colto in flagranza 28 «padroni» che avevano omesso di raccogliere i «ricordini» dei propri cani. Luoghi del «misfatto»: via Martucci, via S BREVI MUNICIPALITÀ 1 PROTAGONISTA DEL TORNEO ATP Via Ferdinando Galiani angolo viale Gramsci Andrea d'Isernia, via Chiatamone e Parco Margherita. Sos pioggia. Fogne al collasso. Il presidente Chiosi denuncia la latitanza della Giunta Iervolino. «Il Comune - dice - ha stanziato 600mila euro per la manutenzione delle fognature in tutta la città quando servirebbero almeno 5 milioni. Siamo alla comica finale». E intanto abbozza un bollettino degli allarmi: «Largo Sermoneta si allaga puntualmente: dipende dall'esplosione dei chiusini in via Posillipo. Capitolo voragini: per colpa della manutenzione inesistente, sono continui i cedimenti in via Schipa, via Manzoni, via Caracciolo e Corso Vittorio Emanuele. E l'elenco potrebbe continuare». Gazebo e fioriere. Maurizio Tesorone, vicepresidente della Mun.1, ha accolto con soddisfazione la positiva conclusione della vicenda dei gazebo sequestrati a 5 ristoranti di via Partenope per violazione dei vincoli paesaggistici. Tesorone, adoperatosi per la risoluzione del caso, registra dunque la disponibilità dimostrata dalla Sovrintendenza che ha concesso l'autorizzazione paesaggistica ai ristoratori purchè riducano di un terzo le coperture laterali dei gazebo. Sempre dal vice presidente, poi, è partita la proposta all'Ansaldo di finanziare un arredo fiorito da sistemare nelle fioriere che, a piazza dei Martiri, separano la zona pedonale dalla carreggiata per le auto. L’ASSOCIAZIONE Nel prossimo torneo internazionale di tennis maschile Atp, che si terrà nella primavera 2009 al Tennis Club Napoli (viale Dohrn), la Municipalità 1 avrà un ruolo da protagonista. Infatti, con l’unanimità della Giunta e la maggioranza del Consiglio del parlamentino di Chiaia, è passata la proposta di Alfonso Brancaccio, assessore alla Movida e allo Sport della Mun. 1, di sostenere, con un contributo di 30mila euro, uno degli eventi sportivi del prossimo anno più importanti per Napoli e i napoletani. «L’idea - spiega Brancaccio - è quella di aprire il torneo a tutta la città e di consentire, quindi, l’ingresso gratuito al pubblico per l’intera durata dell’evento. In questo modo continua l’assessore - daremo la possibilità ai più giovani di avvicinarsi alla bellezza del tennis, sport per tradizione molto amato a Napoli, attraverso il torneo da 100mila dollari che vedrà la partecipazione di fuoriclasse italiani e stranieri». La Municipalità 1 sarà presente alla manifestazione sportiva con propri stand in cui verranno pubblicizzati iniziative e progetti e, in più, tiene a sottolineare l’assessore Brancaccio, è prevista, sempre nel segno dello sport, la partenza di un corso di tennis, della durata di un anno, per dieci bambini meno abbienti. SOCIAL CARD, ATTENTI ALLE TRUFFE Social Card. Il contributo per pensionati e famiglie povere è già nel mirino dei truffatori. Gli imbroglioni si presentano a casa di anziani, spacciandosi per funzionari del Comune o del Fisco, e, abusando della credulità delle vittime, si fanno consegnare denaro. Il primo caso si è registrato ai danni di una pensionata di S. Anna di Palazzo che, per avere la card, aveva chiesto la firma autenticata a domicilio: invece del funzionario, si è presentato un impostore. Il presidente della Mun.1 Chiosi raccomanda ai cittadini interessati di diffidare di chi, per strada o presentandosi a casa, chiede denaro. LA CURIOSITÀ Turismo a Chiaia, ospitalità doc Largo Ferrandina o Ferrantina? con le iniziative dell’Abbac Ecco come stanno le cose hiaia è il quartiere che accoglie il C maggior numero di turisti e viaggiatori, ospiti in b&b targati Napoli. Ferrandina si è riappropriato Lcheargo del suo nome. La piazzetta da qualmese ha ritrovato il suo toponimo L'Abbac è l'associazione di categoria del comparto ricettivo extralberghiero in Campania. Al network associativo sono iscritti Bed & Breakfast, affittacamere, case e appartamenti per vacanza che ricevono assistenza e promuovono un'accoglienza di qualità. È la napoletanità l'elemento distintivo delle strutture cittadine che a Chiaia trova una particolare esplicazione accompagnata da glamour e ospitalità in case di pregio e a costi molto contenuti. Un target turistico puro, quello presente nel quartiere, che ama scoprire la città vivendo intensamente bellezza e fantasia delle strade storiche di Chiaia «Un numero rilevante di b&b sono a noi associati nell'area - dichiara Agostino Ingenito (nella foto), presidente dell’Abbac -. Il liet motiv è offrire qualità nei servizi di accoglienza non perdendo di vista la tipicità dell'ospitalità nei b&b in cui riveste un ruolo fondamentale la famiglia ospitante». Sono molti a Chiaia i gestori per passione, in grado di coinvolgere i turisti che scelgono le strutture ricettive del salotto buono della città per scoprire i mille volti storici e culturali di Napoli. I soci dell’Abbac sono le migliori chiavi del territorio, capaci di offrire non solo letto e colazione ma soprattutto calda originale, ma per ottenere questo risultato sono stati necessari gli interventi dell’assessorato comunale alla Toponomastica, del Presidente della I Municipalità, Fabio Chiosi, ma soprattutto di Francesco Ruotolo che, caparbiamente, ha evidenziato il macroscopico errore e si è battuto per una tempestiva correzione. In tempi di «restyling», di lavori di riqualificazione delle vie della città, di progetti di recupero urbanistico e variazioni di sensi di marcia, è probabile che molti cittadini siano confusi in tema di viabilità, praticamente persi tra vicoli e vicoletti. Ma se i nomi delle strade, per uno sbaglio o per una svista, cambiano una volta svoltato l’angolo, la confusione può trasformarsi in smarrimento. In passato, cittadini e residenti dalla vista aguzza avranno creduto di soffrire di allucinazioni quando, passeggiando per Chiaia col naso in su, tra via Vittorio Imbriani e largo Vasto a Chiaia, più o meno nei pressi del liceo Umberto, avranno notato che, sulla targa in marmo affissa sul palazzo che fa angolo con via Nisco, si legge largo Ferrantina. Alcuni si saranno stropicciati gli occhi, altri avranno creduto di aver bisogno degli occhiali, ma ad un più attento esame avrebbero scoperto ospitalità e piacere dello scambio culturale. L'associazione è ora impegnata, dopo aver promosso l'approvazione di un regolamento comunale, a garantire una formazione gratuita ai gestori presso la Municipalità e a offrire servizi riservati agli iscritti e a nuovi possibili aderenti come, ad esempio, l'assicurazione per la responsabilità civile, il rischio alimentare, la visibilità e la promozione in fiere ed eventi del settore. «Ci auguriamo - ha aggiunto Ingenito - che la Municipalità e gli operatori commerciali riservino ulteriore e maggiore attenzione al nostro comparto che rappresenta un significativo indotto e incubatore turistico ricettivo». Per saperne di più www.abbac.it; per adesioni e informazioni [email protected] di aver letto bene. In realtà, come ha fatto notare il combattivo Ruotolo con le sue appassionate lettere alle istituzioni, la targa che reca il nome esatto della piazzetta è quella posizionata sul palazzo ad angolo con via G. Fiorelli che, giustamente, recita largo Ferrandina. Che questa sia sempre stata la toponomastica corretta, è presto spiegato: lì si trovava la villa del figlio di Pedro De Toledo, Don Garcia, non a caso duca di Ferrandina, un centro lucano fondato in onore di Ferrante II da suo figlio, Federico D’Aragona. Il nome ha resistito anche alla conversione della villa in caserma di cavalleria e alla successiva scomparsa di quest’ultima. Non ha resistito però alla distrazione di un artigiano. Rita Giuseppone QUARTIERISSIME DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE 11 La Tito Livio adotta i bambini di Manina INIZIATIVE. Successo della raccolta fondi promossa dall’Istituto di largo Ferrandina per la scolarizzazione in Africa. E Beppe Airoldi lancia il progetto «Uno per Uno» Adriano Padula e è vero che questo Natale la crisi si siederà a tavola con noi, a Napoli non si è fermata, per fortuna, la corsa alla solidarietà. Ne sanno qualcosa, ad esempio, alla scuola media Tito Livio, nel cuore di Chiaia, dove, in occasione del consueto appuntamento con il presepe vivente, è stato allestito e preso d'assalto il banchetto della solidarietà per raccogliere fondi destinati ai «bambini di Manina». La storia di Manina Consiglio, insegnante napoletana che si è trasferita in Madagascar per costruire scuole, regolarmente autorizzate e che seguono il programma di istruzione nazionale malgasciofrancese, è una storia che affascina perché è un cocktail di poesia e azione. Nel 2001, Manina inaugura la prima scuola materna Tsaiky Tsara («bambini buoni», in lingua malgascia); nel 2007 le scuole (materne ed elementari) diventano 185 (situate a Nosy Be e in Madagascar), con 210 persone che vi lavorano e più di 10.000 bambini scolarizzati. Un’impresa santa che la napoletana del Madagascar ha alimentato, negli anni, con altre conquiste: 2 asili-nido , 2 biblioteche, un campo di basket, 2 toilette pubbliche, 5 dispensari con un prezioso pool di medici e infermieri, 2 case per anziani paraplegici, l’apertura di una scuola secondaria superiore, l’avvio di corsi di alfabetizzazione per adulti. Insomma un capolavoro di speranza e di concretezza che continua a rapire cuori come quelli della Tito Livio. Nel marzo 2008, infatti, Manina ha incontrato gli alunni dell’istituto di largo Ferrandina a Chiaia i quali hanno deciso, insieme ai docenti, di costruire e adottare una scuola malgascia. Obiettivo raggiunto: nell’anno scolastico 2007-2008, infatti, la Tito Livio ha raccolto 2000 euro e la scuola è stata realizzata (vedi foto) e intitolata alla memoria delle professoresse Lella Sarnataro, Silvia Splendore e Mosi Cicala. LO SPORTELLO S di FERNANDO LUDIONE* AMMORTAMENTO ALLA FRANCESE opo aver analizzato il mese scorso gli effetti ricaduti sui consumatori a seguito del crack Lehman Brothers, ci sembra utile evidenziare, sempre sulla linea del rapporto banca-cliente, una recente sentenza emessa dal Tribunale di Bari- Sezione Distaccata di Rutigliano - , la sentenza n. 113 del 29 ottobre scorso. La questione ha ad oggetto i contratti di mutuo basati sull'ammortamento «alla francese», nel quale le rate sono costanti, composte dalla somma di quota capitale (che cresce progressivamente) e quota interessi (che cala al pagamento delle rate) e calcolate con la formula dell'interesse composto (cioé del calcolo di interessi sugli interessi). In particolare la consulenza tecnica ha dimostrato, per i contratti in esame, che la rata era calcolata con la formula dell'interesse composto, formula che non era espressamente indicata dal contratto. Si è venuto a creare, con l'ammortamento alla francese, un aumento del costo effettivo del contratto dovuto a un tasso effettivo superiore a quello nominale: in poche parole, più erano le rate, più costava il mutuo. I clienti, alla firma dei contratti, non si erano resi conto dell'alto tasso effettivo da pagare perché il tasso nominale annuo era davvero quello indicato per iscritto nel contratto, mentre quello effettivo poteva essere desunto solo dall'esame del piano di ammortamento. Invece di un tasso del 13% sul mutuo da 350 milioni di lire, i clienti pagavano un tasso effettivo annuale del 14,276 per cento. Nella fattispecie, quindi, il giudice ha affermato che il calcolo dell'interesse nel piano di ammortamento D Progetto Uno per Uno. Mentre i bambini di Manina hanno trovato degli amici in più, c’è un progetto, invece, che merita di vivere ma che ancora non ha imboccato la via della realizzazione. Dal Madagascar ci trasferiamo in Burundi, dove la percentuale di chi non sa leggere e scrivere è superiore al 50%, una questione che non vede soluzioni a breve-medio termine, poiché i fondi stanziati per l'istruzione da parte dei Governi locali sono spiccioli. Lo psicologo Beppe Airoldi, fondatore dell’associazione Ciao Africa e infaticabile combattente sul fronte della solidarietà, dal cassetto mai vuoto di idee, ha tirato fuori per il 2009 il progetto «Uno per Uno», ideato insieme alla studentessa Alice Serra. «Sono d’accordo con Paul Theroux - dice Airoldi - quando scrive che l’Africa ha un disperato bisogno di penne, matite, scope e spazzole. Per questo motivo è fondamentale progettare un intervento di fornitura diretta dei supporti necessari per la scrittura ai ragazzi del sud del mondo da parte dei loro coetanei del nord». Il progetto vede come protagonisti i ragazzi dai 6 ai 18 anni, i quali, al momento dell'acquisto del proprio materiale scolastico possono comprare anche un astuccio contenente il necessario per la scrittura, sulla cui apposita scheda possono registrare i loro rife- rimenti anagrafici e l'indirizzo di posta elettronica (proprio o dell'istituto di appartenenza). «Questi kit - spiega Airoldi - verranno distribuiti a degli studenti di uno stato africano con i quali i nostri ragazzi potranno instaurare rapporti anche via internet. La fornitura di materiale di base per la scrittura ad un Paese poverissimo è di per sé un'operazione importante e le innovazioni tecnologiche nel campo della comunicazione renderanno sempre più agevole questo tipo di rapporti». L’iniziativa, infatti, prevede anche la creazione di un sito ad hoc, ed un link in quello di Ciao Africa, dell'Ufficio scolastico regionale e delle aziende di distribuzione, mentre per il Burundi sarà attivato un sito presso l'Agenzia Universitaria della Francofonia diretto da Alain Massiera. «Credo molto nel progetto “Uno per Uno” e spero che istituzioni e privati - dice Airoldi - sposino questa iniziativa dai costi contenuti poiché riguardano esclusivamente l'organizzazione, il trasporto e la distribuzione del materiale in Burundi. Per quest’ultimo punto, poi, affinché matite e quaderni arrivino realmente a destinazione ci darà una mano il missionario Claudio Marano, che in Burundi, dove vive ormai da oltre 15 anni, è riuscito, tra sangue e fame, a costruire un villaggio della speranza e del sorriso». deve essere trasparente ed eseguito secondo le regole matematiche dell'interesse semplice e non di quello composto utilizzato appunto nell'ammortamento «alla francese». Difatti, il Codice Civile richiede che al calcolo dell'interesse giorno per giorno (articolo 820/821), non può essere applicato quello composto se non nei limiti dell'articolo 1.283 che prevede che il patto anatocistico (cioé di capitalizzazione composta) sia successivo alla maturazione dell'interesse e mai precedente, come invece accade nell'ammortamento «alla francese». La banca, che utilizza nel contratto questo tipo di capitalizzazione, viola non solo l'articolo 1.283 del Codice Civile ma anche l'articolo 1.284 che, in caso di mancata determinazione e specificazione o di incertezza (tra tasso nominale contrattuale e tasso effettivo del piano di ammortamento allegato al contratto), impone l'applicazione del tasso legale semplice e non quello ultralegale, indeterminato o incerto. I risparmiatori hanno ottenuto l'annullamento parziale dei contratti di mutuo per violazione della buona fede nella conclusione ed esecuzione dei contratti e per difformità tra tasso contrattuale (indicato agli atti) e quello effettivo di ammortamento. I piani di ammortamento sono stati ricalcolati al tasso legale di volta in volta in vigore, con l'eliminazione dell'anatocismo, determinando una quota interessi inferiore a quella pagata. *Picozzi & Morigi - Studio Legale Napoli, piazza Piedigrotta, 15 Tel. 081.7618008 - Fax 081.664465 ([email protected]) QUARTIERISSIME DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE 12 Natale alla Nuova Stazione Marittima LA NOVITÀ. Trenta e lode in accoglienza al terminal di Porta di Massa. Viaggiatori accolti dal presepe artistico del maestro Del Prete. Intanto apre lo sportello bancario Nuova Stazione Marittima. Da sin: il presepe del maestro Del Prete, il salone centrale, l’ingresso eanche un anno di vita, visto che ha aperto i battenti lo scorso febbraio: eppure la Nuova Stazione Marittima è cresciuta in fretta. Nel 2008, infatti, ha bruciato le tappe, conquistandosi una nicchia di assoluta eccellenza nello scenario delle infrastrutture che in città operano sul fronte accoglienza e trasporti. Un ruolo emergente il suo soprattutto nel delicato panorama dei servizi offerti dal «sistema Porto» napoletano. Così, ormai al capolinea dell'anno in corso, il consuntivo parziale tracciato dagli imprenditori della Compagnia Marittima Meridionale, che governa il «gioiello», può dirsi lusinghiero. Il duro banco di prova della stagione invernale, ad esempio, ha dimostrato innanzitutto una cosa: le capacità di tenuta, anche in frangenti critici, del nuovo terminal, che ha ereditato dal vecchio Molo Beverello N il compito cruciale di gestire i traghetti diretti alle isole del Golfo, alle isole Eolie e a Sicilia e Sardegna. Di licenziare con soddisfazione questo primo bilancio d'esercizio si incaricano allora i componenti di un'autentica dynasty familiare del management marittimo: in cabina di regia, infatti, dirigono le operazioni Cinzia Improta, amministratore delegato, ed i cugini Gaetano, avvocato e presidente del consiglio di amministrazione, e Titti che riveste l'incarico di consigliere. «L'inverno, col suo fisiologico corollario di difficoltà e contrattempi a cominciare proprio dal maltempo, - conferma Cinzia Improta - ha evidenziato la capacità di accoglienza della struttura». L'andamento meteo, infatti, decisamente inclemente nelle ultime settimane, ha prodotto ritardi o sospensioni delle partenze; ma stavolta, a differenza dei disagi patiti in passato, l'attesa dei passeggeri è stata confortata da ambienti ospitali e da un trattamento di alto profilo in grado di esibire un punto di ristoro con bar e buffet, adeguati servizi igienici e, da qualche settimana, anche uno sportello bancario: qui, infatti, ha aperto una propria filiale, l'unica in ambito portuale, la Banca di Credito Popolare di Torre del Greco. «Una nuova presenza - commenta l'amministratore delegato - che offre, tra le tante, l'opzione preziosa di un bancomat non solo a beneficio dell'utenza turistica o pendolare, ma anche della cittadinanza di zona». Dettaglio non tracurabile quest'ultimo per cogliere il ruolo extraportuale che il terminal è destinato col tempo ad assumere anche nel territorio del centro storico partenopeo: «Logisticamente, infatti, - dettaglia la Improta - la posizione della Nuova Stazione Marittima è privilegiata: la sua centralità consente agli utenti dello scalo di raggiungere rapidamente e visitare, se vogliono, un'area ad alto coefficiente artistico/monumentale come la città antica». Il terminal di Porta di Massa, come lo chiamano in molti, è infatti a un passo dal Varco Pisacane e da via Duomo e dai Decumani. Intanto, visto che la Nuova Stazione Marittima festeggia il suo primo Natale, in questi giorni i viaggiatori sono accolti non solo da un elegante arredo di addobbi colorati ma anche dal suggestivo presepe artistico realizzato dal Maestro Donato Del Prete nei canoni della tradizione più classica. La Natività è stata sistemata in un angolo dell’atrio centrale dove già campeggia una splendida scultura in bronzo del Maestro Meggiato. A proposito di comodità: in tempi stretti è prevista anche l’aperturadi un'edicola-libreria. c h i a i a m a ga z i n e SAPERVIVERE SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ Via dei Mille, nuovo shopping paradiso AMARCORD. La «vetrina» di Napoli perde alcuni negozi storici ma si arrichisce di store monomarca dei più lussuosi brand internazionali. Torna la mondanità Oberto Mandia ino al principio degli anni '90 i patiti dello shopping esclusivo napoletano sapevano di poter avverare i desideri propri e dei loro cari in via dei Mille e nel suo prolungamento ideale, via Filangieri. Poi la strada «più elegante» della città, d'improvviso, cominciò a perdere la sua caratteristica principale: la più alta concentrazione di prestigiose griffe e di storici negozi, che con i loro prodotti «artigianali» evocavano tempi passati. I marchi nazionali ed internazionali più esclusivi progressivamente si concentrarono nella suggestiva via Calabritto, mentre via dei Mille rischiava di diventare appannaggio esclusivo di banche ed uffici. Gli amanti del lusso che hanno più di trent'anni di sicuro non avranno dimenticato i fasti della enorme boutique Gucci nei locali a pian terreno di Palazzo Carafa di Roccella - chiusi per poter consentire il restauro di parte dello splendido palazzo, e la nascita dal 2005 del museo Pan (Palazzo delle Arti di Napoli) - o il negozio monomarca dedicato alla collezione sartoriale di Giorgio Armani al civico 47 di via dei Mille. Oltre al lusso, nelle due strade i napoletani sapevano di poter trovare anche la cortesia e l’affabilità di commercianti di antica tradizione. Il più esigente acquirente di scarpe, ad esempio, se non poteva fare a meno di un paio di lacci in una precisa nuance di azzurro, era sicuro di riuscire a scovarlo da Radici, l'imponente negozio di via dei Mille 18-20-24 che disponeva di una serie infinita di prodotti per la cura e la riparazione delle più svariate calzature, divenuta poi una delle filiali del Banco di Napoli. Gli estimatori dell'antiquariato potevano, invece, recarsi da Domus che per oltre 90 anni ha arredato le case più esclusive di Napoli fino a quando, lo scorso marzo, ha chiuso definitivamente i battenti. Stessa sorte era toccata poco prima alla Maison Suisse, in via Filangieri, il celebre store dedicato all'arredamento, dove la borghesia napoletana poteva contare F sui sapienti consigli di architetti e arredatori, oggi diviso tra Fay e Hogan. Da poco è scomparso, sempre in via Filangieri, anche lo storico negozio di scarpe Lola che da generazioni calzava i piedi dei bambini di Chiaia, cedendo il passo (è il caso di dirlo) alla boutique Lui-Jo. La tradizione, per alcuni a malincuore, ha fatto inesorabilmente spazio alla modernità. Così oggi, la nuova promenade tra via dei Mille e via Filangieri of- fre a chi è disposto a spendere, ma anche a chi vuole semplicemente sognare, uno sguardo sulle vetrine di Breil, Bulgari, Damiani, Dodo, Fay, Fendi, Furla, Guardiani, Hermes, Liu-Jo, Hogan, Max Mara, Mont Blanc, Pianegonda, Prima Classe, Trussardi, Pinko e Hugo Boss. Non tutto il male, dunque, viene per nuocere: seppure a scapito dei negozi storici, con l'arrivo, negli ultimi due anni, di tanti negozi monomarca dei più lussuosi brand italiani e stranieri, e la recente riqualificazione urbana (seppure ancora con qualche pecca), la «vetrina di Napoli» ha infatti ritrovato vitalità. Via dei Mille è tornata ad essere la location preferita degli eventi fashion napoletani. Si susseguono happening mondani per inaugurazioni e presentazioni di nuove linee d’abbigliamento e gioielleria. Le facciate dei bei palazzi ottocenteschi e liberty che ospitano i nuovi negozi, vengono rischiarate per le varie occasioni da suggestivi giochi di luci e proiezioni. E le moquettes rosse sono calpestate da decine e decine di scarpe all’ultima moda sulle quali si ergono signore della «buona società». Ultimi in ordine di apparizione, i marchi Hugo Boss e U’WA (vedi box).Risultato: il salotto buono di Chiaia ha ritrovato la sua eleganza: quel tratto essenziale che era dell'identità del quartiere e in senso lato di tutta Napoli. Il Re è morto, viva il Re. NUOVE APERTURE/1 Boss, la classe è servita Il primo Boss menswear store di Napoli ha aperto a novembre in via dei Mille 41. Parterre delle migliori occasioni per il battesimo mondano di uno spazio dal design elegante e moderno, che rispecchia lo stile e la classe delle cinque linee di abbigliamento e degli accessori maschili presenti all’interno: Hugo, dedicata ai più trendy, Boss Black orientata al modern classic, Boss Orange rivolta al tempo libero, Boss Green indirizzata agli amanti del golf e dello sportwear ed infine la lussuosa Boss Selection, dai tagli sartoriali. A far gli onori di casa, Alessandro Giardino, managing director Boss Italia che dichiara: «A Napoli ci sono già molti estimatori del brand, dunque era tempo di aprire un nostro monomarca dedicato all’universo maschile. Iniziamo con l’uomo e poi forse proporremo anche la collezione donna. Ma preferiamo aspettare: in Italia le donne sono meno fedeli al marchio degli uomini, e non sono seriali negli acquisti. Un uomo, - spiega Giardino - se trova una camicia che gli sta bene, ne compra tre uguali, e poi ritorna chiedendo lo stesso modello perchè così non deve perdere tempo a misurare. La donna invece è molto più soggetta ai trend del momento e dunque imprevedibile». (l.c.) NUOVE APERTURE/2 U’WA, brindisi con Ela Il 4 dicembre si è inaugurata in via dei Mille la prima boutique napoletana U'WA, marchio della MDE Denim corporation, diretta dal napoletano Alfonso Mincione. Quattro le linee proposte: U'WA (caratterizzata da dettagli sartoriali), Caster Bleige (total look), Paris Texas (casual ispirato alle pubblicità americane degli anni '50) e Tom Bullino&Mary Buck (dedicata ai giovani). Madrina della serata è stata Ela Weber che, mangiando una fragola ricoperta di cioccolato, ha confessato di sentirsi “una napoletana di Germania”. Tra la folla di curiosi e modaioli presenti anche Peppino di Capri, Mauro Meconi, Mario Porfito, Patrizio Rispo e Greta Scarano. L’attrice si è dichiarata innamorata di Napoli, per lei tra le città più belle del mondo. La serata è stata ripresa dalle telecamere de “La vita in diretta” con l’inviata Barbara Di Palma che, seppure ormai residente a Roma, continua a preferire per il suo shopping i negozi napoletani. All'happening è intervenuto anche il giovane scrittore Gaetano Lorito presentando il suo nuovo romanzo “Volevo dirti che ti amo”, edito da Graus. (o.m) SOCIETÀ&COSTUME DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE 14 Tullierie, la nuova factory della creatività L’INAUGURAZIONE. Tullia Passerini Gargiulo apre alle Rampe Brancaccio uno spazio dedicato ad arte, design e arredo. Brindisi con il guru contemporaneo Borek Sipek Antonella Carlo a pioggia di un'umida serata invernale non offusca i colori dei vetriscultura di Borek Sipek: rosa e verde brillano all'ingresso di «Tullierie», spazio raffinato e d'élite che Tullia Passerini Gargiulo dedica all'arte, al design, all'arredo ed al tessuto. Salendo le Rampe Brancaccio un giocoliere dal volto bianco ti accompagna sino alle vetrine di «Tullierie»: alte piramidi decorate di mirto sono appoggiate alla porta, mentre luci dorate sono proiettate sulla strada. Tullia ha immaginato così la serata di vernissage per la mostra di Borek Sipek: clima informale, cura dei particolari, buon vino e tanti stuzzichini per festeggiare un'occasione unica per Napoli. Sipek, infatti, è un artista di fama internazionale: formatosi tra la Cecoslovacchia, la Germania e l'Olanda, egli ha consacrato le sue energie creative alla progettazione di un design elegante, dalla leggerezza poetica e luminosa. Il risultato di questa ricerca è una straordinaria carriera a tutto tondo, che ha condotto le sue opere in tanti e fantastici angoli del mondo, dal Museum of Modern Art di IN REDAZIONE CON... L L’EVENTO SPINOSA-TUCCI: OMAGGIO A VASARI Sedici capolavori a soggetto sacro realizzati dal gigante rinascimentale Giorgio Vasari per la chiesa di san Giovanni a Carbonara. Sedici gemme pittoriche finite poi ad ammuffire per decenni nei depositi della Sovrintendenza. Un tesoro che stava andando in malora nella colpevole indifferenza delle Istituzioni, incapaci di recuperare risorse, persino modeste (circa 50mila euro), per restaurare le tavole. Nel 2005, però, la Sovrintendenza ha affidato ad «Atlantide Ritrovata», associazione culturale di Mergellina diretta da Clara Tucci, il compito di organizzare l'operazione restauro. E i privati hanno fatto il miracolo: i sedici dipinti sono rinati tra le mani del restauratore Bruno Tatafiore e saranno i protagonisti di «Omaggio a Vasari», megaevento internazionale, programmato per maggio a Capodimonte dal Sovrintendente Museale Nicola Spinosa e dalla Tucci. (o.m) STELLA CERVASIO «In Italia, sotto i Borgia, tra guerra e In alto da sin: l’ingresso di Tullierie. L’artista Borek Sipek con Tullia Passerini Gargiulo New York, allo Stedelijk di Amsterdam, per poi giungere al Design Museum di London. Allo spazio di «Tullierie», Borek Sipek affida alcuni momenti della sua delicata espressività: i vetri-scultura sono un incanto per gli occhi e per il cuore, una sinergia perfetta di luce e vita, snellezza e movimento. Accanto a questi lavori, ecco i cristalli di Boemia, i vasi, i bicchieri e gli oggetti di porcellana, in bella esposizione su un lungo tavolo che sembra ripercorrere, diacronicamente, la parabola intellettuale dell'autore di Praga. Sulla parete laterale, per gli appassionati di fotografia, ci sono alcuni scatti in bianco e nero di Jan Saudek, la cui storia è stata segnata dagli orrori dell'Olocausto: la famiglia Saudek, infatti, venne deportata nel campo di concentramento di Theresiesenstadt, dove morirono alcuni fratelli dell'artista. Nello spazio creativo delle Rampe Brancaccio la parola d'ordine è, dunque, confronto, contaminazione, sperimentazione, gemellaggio della fantasia e dell'originalità. Per questo, tanti amici ed intellettuali partenopei hanno partecipato al vernissage di «Tullierie», per condividere la gioia di un importante happening artistico. Tullia Passerini Gargiulo, che da decenni rappresenta l'anima raffinata e creativa della città, non può che raccogliere i risultati di un lavoro fatto con amore e dedizione: «Voglio che questo spazio sia un motore di idee, prima ancora che un'attività commerciale di alto livello nei settori dell'arredo, del tessuto, del design - dice con entusiasmo -; chi viene qui deve avere innazitutto il desiderio di condividere principi di gusto e cultura: ospitare, sino al 21 gennaio, le opere di un interprete come Sipek non può che concretizzare l'anima più bella e ricca della nostra attività». ANDAR PER MOSTRE Pittori in piazza e gallerie all’avanguardia Dopo un viaggio a tappe in vari quartieri cittadini, approda anche a Chiaia, dal 3 al 6 gennaio, la mostra d'arte itinerante «Artisti sotto il cielo». La kermesse, alla 6°edizione, ricalca nell'ideazione i suggestivi scenari dell'arte all'aperto come Montmartre e via Margutta. L'organizzazione è firmata dall'associazione «Akvariumart e Rosso Corallo srl». Oltre 100, tra pittori e scultori, esporranno le proprie opere in piazza S. Pasquale: per l'occasione la Municipalità1 ha allestito un calendario di eventi on the road. Secondo i promoter Silvana Fumo e Valentina Marroni «l'evento è un contenitore/divulgatore non solo di opere compiute ma anche atti creativi dal vivo: gli artisti dunque agiranno in diretta su tele bianche o su banchi per creta e ceramica». Ma tele e pennelli saranno a disposizione anche dei dilettanti. (nella foto opere di Bruno Quattromani). Durerà, invece, fino al 2 febbraio nella Sala Pan del Palazzo delle Arti di Napoli in via dei Mille la mostra fotografica «Crazy God» firmata da Yvonne De Rosa, autrice di scatti d'autore con casa e bottega a Londra. Le immagini di «Crazy God» nascono dall'esperienza di volontariato prestata dalla De Rosa in un vec- chio ospedale psichiatrico, dismesso da tempo. L'autrice, però, è tornata nella struttura abbandonata per documentare il vuoto lasciato dai degenti: ne è nata una ricognizione toccante attraverso i ritratti degli oggetti abbandonati o delle scritte sui muri. Non è la prima volta che Banca Sella (via dei Mille 34) apre i propri spazi alla creatività. Stavolta l'Istituto ospita le opere della salernitana Roberta Basile, personalità versatile ed eclettica, all'attivo non solo un talento figurativo ma anche un'appassionata attitudine per poesia e letteratura. Non a caso dunque l'allestimento all'interno di Banca Sella ruota intorno al perno di un intrigante gioco di reciprocità tra immagini e parole. Circa 10 i pezzi esposti: si tratta di acrilici su tela con applicazioni. E se il linguaggio formale è quello dei colori acidi alternati a sfondi chiari o brillanti, i contenuti declinano coraggiosamente la polemica socio-politica o recenti riferimenti ecologico-ambientalistici. Su tutto l'appello alla razionalità come contrasto al caos. Fino al 15 gennaio. Di diverso tenore la proposta espositiva di «Mediterranea d'arte», galleria di consolidata esperienza che opera in via Carlo De Cesare 60. Stavolta la musa ispirativa trae linfa dall'iconografia russa, da circa 20 anni terreno d'elezione dell'attività di Mediterranea. La mostra attuale, in agenda fino al 7 gennaio, si intitola infatti «L'Icona Russa»: nel percorso circa 50 tavole che vanno dal XVII al XIX secolo. Tra le rappresentazioni presenti quelle tipiche della mistica ortodossa: dalla «Madonna del Kazan» al «Roveto Ardente della Gioia di tutti gli afflitti», fino ad importanti tavole del Vecchio e Nuovo Testamento alcune delle quali di rara tipologia come le «Dodici Feste», la «Dormizione di Maria», «San Giorgio e il drago» e «San Nicola». Fino al 7 gennaio. terrore, ci furono Michelangelo, Leonardo ed il Rinascimento»: Stella Cervasio (nella foto), critico d'arte e coordinatore delle pagine di libri ed arte dell'edizione napoletana di Repubblica, cita questo pensiero di Orson Welles all'inizio del nostro colloquio. In tempi di crisi, ci dice, le energie sono più fervide e combattive. Napoli vive una fase particolare: come agisce la cultura rispetto a questa disillusione capillare? Il critico osserva la dimensione esistenziale che ha di fronte a sé: e, muovendosi tra le macerie, sa cogliere i frammenti di creatività che devono esprimersi. L'intellettuale tenta di far diventare realtà i sogni che oggi, purtroppo, sembrano avere le ali tarpate. Come si possono rivalutare le energie creative della città? È importante riscoprire l'humus intellettuale della Napoli del passato, città geniale capace di animare l'attività di Lucio Amelio, di ispirare Warhol e Beuys (negli anni Ottanta), Kapoor e LeWitt più di recente in piazza Plebiscito e di mostrare al mondo il suo metrò dell'arte. Partire da queste basi per promuovere un cambiamento sostanziale, in nome dei nuovi talenti: questo sarebbe un passo decisivo. Eppure oggi l'immagine di Napoli è davvero a terra... Gli stereotipi sono distruttivi; gli intellettuali partenopei, per ragioni di marketing, rappresentano spesso il lato oscuro della città: camorra e delinquenza rischiano di devastare anche la nostra cultura. Il vero artista sa parlare un linguaggio universale, non importa che sia di Napoli, di Parigi o di Oslo. Quali sono gli scrittori che hanno segnato la Sua sensibilità professionale e personale? Consiglio di rileggere i classici che, come scrive Calvino, «non smettono mai di dire ciò che hanno da dire». Un testo di svolta nella mia formazione è stato Civiltà sepolte di Ceram, un «romanzo dell'archeologia» di appassionata semplicità. La stessa chiarezza connota la Breve ma veridica storia della pittura italiana di Roberto Longhi, altro riferimento basilare nella storia dell'arte. Ancora, tra gli autori di narrativa straniera, Michael Cunningham, con il suo Le ore, ci fa tuffare negli enigmi caleidoscopici dell'esistere. Jorge Luis Borges, infine, crea con il lettore un legame che non gli fa più abbandonare la sua cosmogonia. Antonella Carlo SOCIETÀ&COSTUME DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE Benessere sotto l’albero 15 RIFLETTORI PIANEGONDA, ANTEPRIMA PER LE NUOVE LINEE L’IDEA. Da Centri del Sole Ra relax e bellezza da regalare a chi si ama. Novità anticellulite in arrivo Rita Giuseppone chi stimo, a chi voglio bene, a chi amo». Questa la dedica incisa sulle eleganti confezioni regalo che Centri del Sole Ra in via Martucci propone ai clienti come pacchetti benessere, una serie di trattamenti combinati da donare ai propri cari in occasione delle feste natalizie. Il cliente può scegliere tra una vasta gamma di trattamenti, sia estetici che «A abbronzanti, a partire dal pacchetto base, che include tre lampade viso, mani e decolleté al prezzo di 13 euro, fino al più costoso, ovvero il Beauty Day: con 120 euro si può regalare un'intera giornata da trascorrere al- l'interno del centro facendosi coccolare da esperti del benessere con massaggi, peeling e la sauna SPA. Molto richiesti anche il trattamento Delice, massaggio al viso e pedicure con digitopressione, e il trattamento al cioccolato, rispettivamente da 65 e da 50 euro. Regalare uno di questi pacchetti, ha una doppia valenza, per chi li dona e per chi li riceve. Per i primi, rappresenta un pensiero originale e diverso dal solito e che dà la possibilità di dedicarsi alla cura dell’immagine, in pieno relax. Per chi li riceve, ugualmente, una doppio giovamento: durante la “cerimonia” dell’apertura del pacchetto e dopo, quando ne usufruisce. Il benessere e la distensione di corpo e mente sono il perno principale della filosofia del centro, sempre orientato a creare un’atmosfera in cui il cliente possa sentirsi davvero coccolato oltre che affiancato da esperti professionisti del settore. Il rapporto di fiducia che si instaura tra lo staff e il cliente è il fattore distintivo di Centri del Sole Ra. A ciò si somma una grande professionalità che oltrepassa i servizi offerti da un qualsiasi centro estetico: per i trattamenti abbronzanti, ad esempio, si stabilisce il fototipo di ogni persona per poi consigliare quali prodotti utilizzare durante l'esposizione e per quanto tempo. Inoltre, tutti i mac- chinari del centro sono coordinati da un software centralizzato in grado di segnalare quando cambiare le lampade ed i filtri, in modo che l’ abbronzatura sia uniforme, duratura nel tempo e, soprattutto, sicura per la pelle. Lo staff di Centri del Sole Ra si prende cura dei clienti prima, durante e dopo il trattamento, con poltrone che effettuano un massaggio shiatsu durante la lampada a viso e decolletè e, per chi sceglie l'abbronzatura totale, mette a disposizione i teli monouso per fare la doccia, molto gradita da chi viene ad eseguire il trattamento durante la pausa pranzo per poi tornare al lavoro. Per il 2009, invece, i Centri del Sole Ra hanno in serbo un trattamento rivoluzionario che sta spopolando negli USA: si tratta della “cavitazione”, un processo innescato da un macchinario di ultima generazione, all'avanguardia e di provata efficacia contro gli inestetismi della cellulite. C'è da credere che avrà molto successo anche in Italia visto che, nonostante la crisi economica, il settore del benessere non sembra mostrare cedimenti: è proprio nei momenti di superlavoro e di stress fisico e mentale, infatti, che si avverte il bisogno di rilassarsi più del solito. Nelle due foto in alto. Da sin: le confezioni natalizie e l’interno del centro. In basso, l’ingresso Grande happening mercoledì 3 dicembre da Pianegonda in via dei Mille per l'anteprima delle nuove linee di gioielli della collezione Franco P, «Veritas» e «Laura», per le donne e «Character» per gli uomini, che arriveranno nei negozi solo a marzo. Maria Luisa Pianegonda, il direttore della boutique Marcello Iorio (a sin nella foto con Antonio Cossia) hanno brindato assieme ai clienti con calici di Veritas, il primitivo di Gallura appositamente creato dalle cantine Cossia. Particolare attenzione hanno destato i monili in argento rodiato, con pendenti a forma di spada e cuore, che ornano i modelli della collezione «Laura». Gioielli dedicati a Laura Pausini che la cantante ha scelto di indossare sulla copertina del nuovo album e per il suo tour mondiale. «Franco - spiega Maria Luisa Pianegonda - ha voluto creare una linea che ricordasse la forza e la grinta che caratterizzano Laura, nostra decennale amica». Anche perchè - prosegue - «le nostre linee mirano ad esprimere i sentimenti di chi le sceglie: per gli uomini, la forza e la sensibilità, per le donne la verità rivelata dalla luce dei monili in oro e diamanti e per le più giovani, la passione, simboleggiata dal cuore stilizzato a punta, icona di Pianegonda, che la fa da padrona nella collezione Franco P.» (r.g.) PRIMA CANDELINA PER VIGNERI LUXURIES Venerdì 12 dicembre, in via Carlo Poerio, Vigneri Luxuries ha festeggiato, insieme ai suoi amici più affezionati, il primo anno di apertura dello showroom. I titolari e gli invitati, ai quali è stato offerto un prezioso cadeaux, hanno brindato al primo anniversario del negozio dedicato alla classe ed alla qualità: dalla gioielleria all'alta orologeria di lusso, passando dai profumi alla pelletteria e all'oggettistica, il filo conduttore è stato e continuerà ad essere l'eleganza e lo stile, in un ambiente raffinato, dove l'accessorio diventa protagonista assoluto. La serata è stata un'ottima occasione per incontrarsi e chiacchierare cordialmente, salutando in anticipo l'anno che sta finendo. SOCIETÀ&COSTUME DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE 16 Boellis arricchisce la linea Panama 1924 LA NOVITÀ. La prestigiosa barberia di via Vetriera amplia la scelta dei prodotti Dopo i profumi, lancia i raffinati coordinati bagno e i preziosi rasoi artigianali siste a Napoli dal 1924, un luogo intimo e lussuoso dove viene praticata, con indiscusso successo, l'arte della barberia. Un'arte di famiglia, tramandata dal padre Peppino al figlio Michele, simbiosi di sapienza artigianale e capacità imprenditoriali. Parliamo di Boellis, il salone maschile dove maestrìa ed esperienza si accompagnano ad una moderna offerta di trattamenti estetici e, già da alcuni anni, alla produzione della raffinata linea di prodotti artigianali per uomo “Panama 1924”: un successo internazionale, grazie anche alla distribuzione in selezionate profumerie e boutique del mondo (Parigi, Barcellona, Berlino, Hong Kong, Tokio, Dubai, New York). Ad affiancare la linea di profumeria maschile, quest'anno nasce anche una linea completa di biancheria da bagno: asciugamani, babbucce e accappatoio, da conservare in una elegante pochette. Il colore scelto è lo stesso delle esclusive confezioni in cui sono rac- E ANTICIPAZIONI LE NOVITÀ DI PACO chiusi i prodotti “Panama 1924”, e dunque blu con profili bianchi e logo ricamato in f ilo d'argento. Morbidi ed estremamente assorbenti, grazie alla spugna in microfibra di cui sono composti, i coordinati sono un vero “must”, da considerare soprattutto in vista dei regali di natale. Oltre a questi, ci sono altre due new entry targate Boellis. Dai maestri della barba, ecco giungere un aiuto per la rasatura gior- naliera: due rasoi, da scegliere a seconda delle preferenze. C'è quello dalla forma classica, elegante, col manico lungo e supporto in acciaio, e quello super raffinato, fatto a mano, con manico di corno, predisposto per le lame Gillet fusion. Continua, dunque, il percorso iniziato nel 2001 con la nascita della fragranza ispirata ad Antonio Boellis e al suo cappello, che ha consacrato Panama 1924 tra i migliori mar- chi di nicchia d'Italia. Nel tempo, all'Eau de toilette si sono aggiunti il sapone da barba all'olio di mandorle, l'after shave fresco e idratante, gli olii essenziali per il bagno racchiusi in piccoli flaconi d'argento e sormontati da piccole creazioni fatte dagli artigiani di San Gregorio Armeno, il deodorante e i bagnoschiuma. Prodotti altamente ricercati, dall'orgogliosa matrice napoletana. (l.c.) Paco & Company: una nuova avventura professionale nel mondo della bellezza femminile per il noto coiffeur di Chiaia ed il suo staff. In via Alabardieri 13, al 1° piano, non distante dall'attuale bottega, Paco inaugurerà a febbraio un centro polifunzionale dedicato al benessere femminile. Nei nuovi spazi «sarà praticata la cura del corpo e dello spirito». Ogni esigenza estetica avrà il suo corner: ad esempio l'angolo capelli, quello per le mani, quello del trucco e così via. In più una sala tinture e una sala acconciature. Cui aggiungere il piacere di un angolo buffet ed un servizio ristoro per gustare uno snack, uno spumantino o un succo di frutta tra un massaggio e l'altro. Con musica in sottofondo, sui tavoli tante riviste e, con la bella stagione, un terrazzino fiorito in cui rilassarsi. IL PREMIO IL ROMANZO DI GLORIA PERSICO NEL SEGNO DI ANNALISA COZZOLINO I tormenti della regina «dark» Giovanna Si è svolta sabato 6 dicembre al teatro Dehon, sullo sfondo della splendida cornice paesaggistica del borgo dei pescatori di Marechiaro, la giornata conclusiva della quindicesima edizione del Premio “Annalisa Cozzolino”, patrocinata dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del Mare, dal Comune di Napoli e da “Legambiente”. Il concorso letterario dedicato alla scrittrice partenopea strappata alla vita prematuramente da una rara malattia che colpisce la struttura ossea, fu istituito nel 1993. Da allora l'Associazione culturale “Gabbiani sopra il mare”, organizzazione senza scopo di lucro, promuove l'evento con l'intento di coniugare gli interessi culturali di Napoli con le problematiche che oggigiorno investono il mondo. Tema di quest'anno: “Noi e l'ambiente… mille pensieri mille parole…”. Gli scrittori in gara alle prese con inquinamento atmosferico e acustico, buco nell'ozono ed effetto serra, si sono dovuti cimentare in un argomento particolarmente caldo, ma con successo. La giuria composta dai giornalisti Mario Canfora e Ugo Ferrero, dagli scrittori Antonio Lazzarini e Fabrizio Fedele e da Gaetano Coppola, dell'Associazione Culturale L'Ancora di Partenope, ha premiato le opere migliori. Vincitori: Gennaro Esposito con «Lacreme» per la sezione “Poesie”; e Luciana Buttignol con «Pomodori Passati» per la sezione “Racconti”. (r.g.) La figura di Giovanna I d'Angiò, regina affascinante e conturbante, rivive, con sapienza e sensualità, nel romanzo «Giovanna la Regina-Storia immaginaria e verosimile» (Kairos editore, 130 pagine, 14 euro) di Gloria Persico, psicologa, psicoterapeuta, saggista di di successo («I segreti della sessualità e i misteri del desiderio», 1997; «Il giardino segreto della sessualità infantile», 2000; «I labirinti della pedofilia», 2001; «Bisessualità e dintorni: il sottile confine dell'identità sessuale» 2004; «I mutanti del sesso: dalla lattazione maschile alla nuova specie», 2007). Nel 2007, sempre per Kairos, la Persico ha scritto il romanzo carcerario «Lucia nella bocca di lupo». In quest’ultimo lavoro con sorprendente introspezione narrativa indaga sull’anima tormentata di una dark lady, fragile fino allo sfinimento, devota più all’amore che al potere. Una storia vibrante, un ritratto di donna che s’attacca al cuore, un viaggio nel passato, prezioso per chi vuole entrare nella Napoli angioina dominata da intrighi, imboscate del destino e passioni. Un cocktail di dolcezza e dolore, fino all'inevitabile epilogo drammatico che è anche l'inizio del mito. SOCIETÀ&COSTUME FESTE E GUASTAFESTE. Alla Tabaccheria Postiglione di Largo Ferrandina a Chiaia c’è una grande confusione. Tra carte vermiglie per impacchettare regali e fondali stellati di presepe, Alberto Postiglione dispensa numeri per sbancare il lotto. Con l’aria di crisi che tira, molti tentano di aggrapparsi alle vesti preziose della dea fortuna. «Il terno di Natale su cui puntare - dice Postiglione con la sua consueta sicurezza - è 24 & terni favole DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE (la vigilia) - 25 (Natale) - 32 (il capitone): da giocare su Napoli, Roma e Milano per 6 estrazioni. Un’alternativa, invece, potrebbe essere la quaderna 77 (il fuoco) - 82 (il cenone) 20 (la festa) - 90 (il popolo) da giocare su Napoli, Bari e tutte fino al 6 gennaio 2009». Ma non finisce qui. Il nostro dispensatore di numeri e sogni ha le idee chiare su tre super ambi: «Puntate per almeno 9 estrazioni su 8 e 12 (ambo dell’Immacolata), su 13 e 24 (ambo di Santa Lucia) e su 1 e 83 (l’ambo del maltempo). Quest’ultimo ambo dedicato al cielo «guastafeste» deve essere giocato su Napoli e Roma e può trasformarsi in un terno con il 90». Non resta che giocare, incrociare dita e gambe e sperare in un santo e ricco Natale. 17 Molti uomini coltivano il progetto di diventare fessi. Vicino a ogni Bruto c’è sempre un Cassio. Renato Rocco MUSEI ALTERNATIVI SFIZI&NOTE di MASSIMO LO IACONO Pl-art, il favoloso mondo della plastica LA VOLPE, IL PIANISTA DI CHIAIA Antonella Carlo immagine della sala del cinema «Ambasciatori» a via Crispi, L’ in una foto anni ‘30 (vedi foto) quando era la «Sala degli Artisti» è tra le più gustose scoperte che offre al lettore curioso della vita culturale il volume Vico La Volpe e il pianoforte a Napoli nel primo Novecento, a cura di Pier Paolo De Martino, (Edizioni Morra). Il ricordo del bravissimo pianista Ludovico La Volpe, fratello del violoncellista Willy La Volpe, figura assai più familiare a tutto il pubblico che ha affollato per anni i concerti della Rai, rivive in alcuni saggi centrali del bel libro, partendo proprio dalla Riviera di Chiaia, dal Rione Sirignano, dimora dell'artista, che privo della vista, fu musicista di straordinaria bravura, fama internazionale, per quanto possibile, essendo nemica di lui la Storia, con la Guerra forse ancora più della Natura. Il suo ricordo è vivissimo ancora in chi lo ha ascoltato, a distanza di decenni. Ed è stato un ricordo evocato a sorpresa da questo testo a chi proprio non immaginava rivivere ufficialmente storicizzate certe emozioni. È questo un testo a più voci, più mani, in cui si succedono ricordi di artisti che abbiamo ascoltato più volte, di cui abbiamo solo sentito parlare. E vi figurano pure artisti conosciuti direttamente, e magari tutt'ora con diletto estremo frequentati tutt'oggi, in maniera affettuosamente feriale. E c'è spazio per il trend quote rosa, Tina Filippone, le sorelle Vetere, Tita Parisi, Annamaria Pennella, Pina Buonuomo. Le note omaggio all'Accademia, certo appesantiscono la carta stampata, ma la vita culturale del testo ne esce indenne, diversamente da altri libri che l'ossessione accademica fuori posto intralcia irrimediabilmente. E le foto affascinanti tutte, cui ci si riferiva in apertura, già sono una storia della musica napoletana per immagini! Ciò che noi chiamiamo plastica è, in realtà, una galassia complessa e misteriosa, costituita da un insieme infinito di materiali: ciascuno di essi ha un ciclo di vita, un periodo di invecchiamento, una lenta progressione verso la morte. «La plastica è dinamismo, creatività, sperimentazione»: lo ripete con forza Maria Pia Incutti (nella foto), fondatrice del Pl-art, spazio innovativo nel panorama dell'arte contemporanea internazionale. Tante scommesse vinte in un anno di programmazione culturale, tanti contatti stabiliti con l'intellighenzia europea e statunitense, tante idee ed opportunità espressive per il prossimo futuro: non soltanto, dunque, «One Solo shows», percorsi espositivi dedicati a singoli artisti, ma anche progetti-rete, che uniranno Napoli all'Italia, all'Europa ed al resto del mondo. In imminente partenza alcuni particolari viaggi della fantasia visiva: Wanda Romano fino al 23 dicembre con i suoi originalissimi gioielli in PET, Alessandro Ciffo, quaranten- ne designer di Biella, mostrerà, dal 31 gennaio al 31 marzo, come si può giocare col silicone, «materiale malefico e puzzolente, capace di essere trasformato in una cosa bella»; ancora da stabilire, infine, la data di inaugurazione della personale di Maurice Nio, autore, in Olanda, della più sorprendente stazione per autobus. Nel frattempo, tra il carosello di eventi proposti in calendario, l'officina del Plart sarà in frenetica attività per divenire un laboratorio di ricerca permanente sulla LIBRIDINE «Una piazza, un racconto», storie tra mito e fantasia Aurora Cacopardo Notevoli i racconti che formano il bel volume «Una piazza, un racconto. Storie italiane» (Iuppiter Edizioni, pagine 196), racconti che conducono il lettore in una dimensione in cui lo spazio ed il tempo ritornano a farsi adatti alla misura dell'uomo e del suo sentire. Il libro raccoglie i racconti del Concorso letterario «Una piazza, un racconto», curato dalla Comunità Evangelica Luterana e arrivato quest’anno alla decima edizione. E proprio per celebrare quest’anniversario culturale, il presidente della Comunità Luterana, Riccardo Bachrach e Luciana Renzetti, coor- dinatrice e animatatrice del concorso letterario, hanno deciso di pubblicare quest’antologia speciale per i dieci anni del premio che comprendesse anche i racconti vincitori delle edizioni prececenti. Le 21 storie del volume hanno il talento dell’originalità e la narrazione procede, per la maggior parte dei lavori, con ritmi lineari, verso soluzioni, in alcuni casi improvvise, in altri intuibili sin dall'inizio («Gli occhi neri di Angela»). Il linguaggio degli autori riesce a parlare ad un vasto pubblico, anche a coloro poco abituati a confrontarsi con i meccanismi e le strategie usate dalla letteratura, coinvolgendoli e accostandoli ad un universo di sentimenti che, nel mondo di oggi, corrono plastica: la sinergia con le scuole e con le Università animerà workshop e dibattiti, in cui studenti di ogni età potranno appropriarsi di un luogo in divenire, sempre aperto, come afferma l'imprenditrice Incutti, alle giovani forze intellettuali. La grande ed impegnativa idea di inaugurare un corso di restauro dei materiali plastici risponde alla volontà di coronare una politica culturale ad ampio raggio: l'Italia, fanalino di coda per lo studio sulle interazioni magiche tra polimeri ed arte, potrà trovare un centro di eccellenza proprio a Napoli, nel suggestivo museo di via Martucci. «Ho ricevuto atti di stima da intellettuali di differente provenienza, ho stabilito legami di ricerca e collaborazione con importanti strutture d'oltralpe - conclude Maria Pia Incutti -, mentre è a volte lacunoso l'apporto concreto delle energie culturali ed istituzionali più vicine a noi. Spero che il nuovo anno sia inaugurato da nuovi segnali, che ci possano far lavorare in modo sempre più combattivo e curioso». il rischio di scomparire senza lasciare alcuna traccia. Inoltre il libro è anche un mondo di riflessioni etiche e civili che, in alcuni casi, dall'analisi attenta di avvenimenti contemporanei sfociano in un positivo, appagante raffronto con la parola del Vangelo come attualità scottante ed ineludibile e con le sue implicazioni di vita. È presente nell’antologia chiarezza di pensiero che rende interessanti le parti dialogiche, vivaci i tocchi descrittivi e le coloriture espressionistiche. Precisa e dettagliata la parte storica di alcuni racconti («Diciottomila lire venete») che si integra perfettamente con la vicenda umana narrata, e raffinato lo scavo psicologico («Impronte»). Per concludere, un'opera capace di mettere in luce il patrimonio culturale, l'essenzialità del narrare, la compattezza della scrittura e, perché no, la solidità delle coordinate etico-religiose. SOCIETÀ&COSTUME DICEMBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE PAUSA BLOG LA POESIA di LEO ARUTA di CIRO RIMONTI http://leoaruta.simplicissimus.it TUTTO SI CALMA SUPER FACEBOOK i capita sempre più spesso di sentir parlare del noto social network «Facebook» anche da persone che usano ancora poco la Rete. Ma come spiegare tale fenomeno? Innanzitutto perché se non ci sei ti senti escluso, poi perché è di moda e perché poi, forse, potrebbe essere utile Ed è utile per tante ragioni. Leggevo di un tizio che pur non amando i social network riconosce il valore di Facebook che gli permette di mantenere i contatti con gli amici, visto che lui sta sempre fuori per lavoro. Può seguire così anche la crescita del bimbo di sua sorella attraverso le foto che lei pubblica sulla propria pagina. C'è poi chi ha ritrovato i compagni di classe delle medie, magari dopo trent'anni. O chi fa affari, chi lancia prodotti o chi, come Luca Barbareschi, lancia petizioni contro la pedofilia. Facebook è anche un mezzo straordinario per conoscere le persone. Ci si lega a sconosciuti che magari hanno letto qualcosa di te o che ti hanno scoperto attraverso il profilo di un altro iscritto. Probabilmente ci si innamora grazie a Facebook o più semplicemente si fanno «acchiappanze». La facebookmania investe la cultura - moltissimi scrittori si sono lanciati in questa avventura - e la politica. Tanto che c'è chi arriva a pagarsi una pagina su di un giornale (Il Resto del Carlino) per pubblicizzare il suo profilo su Facebook. Addirittura c'è un politico leghista che ha fatto un'interrogazione al Ministero delle Comunicazioni, dopo avere atteso invano una risposta dal team di FB che gli aveva, arbitrariamente, bloccato le attività on line! Finiamo con una curiosità: Google pubblica a fine anno la classifica delle query che più sono cresciute durante l'ultima annata. Con questa classifica Google intende fotografare lo «spirito del tempo» ed i trend più rilevanti degli ultimi mesi sulla base delle query composte sul proprio motore. Ebbene dopo Sarah Palin e Beijing 2008 c'è proprio Facebook. Quel che ne consegue è che lo «spirito del tempo» è tutto nei social network, e Facebook è il leader incontrastato. Ovviamente ci sono anch'io… M Napoli la notte passa più in fretta, anche se sembra A non passare mai. Il vento è insuperabile nel giocare con la tavolozza del mare. Il nostro inseparabile poeta di Santa Lucia, Ciro Rimonti, con l’arte delle parole è capace di giocare con un altro tipo di tavolozza: quella dei sentimenti. Un talento che conosce bene il cuore del mare, spesso protagonista nei suoi versi, e che benissimo conoscono le stelle, gli scogli, gli innamora- ti, le mattine, le sere, i gabbiani, gli «uzzarielli»... Basta leggere questi versi... «Tutto si calma e appaga, tutto pare/ chiu o’ vero, tutto se rasserena, / tutto è tranquillo e ‘e stelle brillano in cielo./ Nu uzzariello ammerrecato/ mieze ‘o mare cunnulea,/ e brillano ‘ngoppa a poppa d’argiento/ ‘e triglie verace che sbattene/ comme ‘o core e n’omme ‘nammurato./ E scoglie bianchi e neri/ songhe comme na scacchiera/ addo’ se porta a dama/ ‘a cuscienza e tutta ‘a jurnata./ Na gatta dinte e frasche/ ca ‘ncalore se lamenta,/ mentre nu cane abbandunato se lagna/ pecché nun a mangiata niente./ Na refola e viente te cagne/ e culure do’ mare,/ nu lampione s’abbocca.../ è passata ‘a nuttata». IL CONCERTO DI NATALE LUTTO ALLA «MATTONELLA» Successo per il Gran Galà Unitalsi Addio all’amico Peppe Un esito certamente brillante quello ottenuto dal tradizionale concerto di musica lirica organizzato, martedì 9 dicembre, nei fastosi ed accoglienti ambienti dell'Hotel Excelsior dall'Unitalsi, il sodalizio laico a carattere nazionale che non solo si occupa di accompagnare gli ammalati a Lourdes e in altri santuari grazie al sostegno di una combattiva rete di sorelle, barellieri, medici e cappellani, ma svolge anche attività di volontariato sul fronte dell'assistenza a sofferenti ed emarginati che, spesso ritenuti nella nozione collettiva ultimi della scala sociale, sono invece considerati dal sodalizio «i primi…amici». Il Gran Galà natalizio, condotto dal professor Massimo Lojacono, ha sapientemente coniugato i risvolti amicali ed artistici con gli intenti benefici di fondo. Il pubblico presente, intanto, ha potuto apprezzare una serie di brani e duetti tratti da opere liriche famose, interpretati da Miriam Artiaco (soprano), Maria Ercolano (soprano), Roberta Maione (soprano), Alessandra Rezza (soprano), Eufemia Tufano (mezzosoprano) e Vito Priante (baritono). Gli artisti sono stati accompagnati al pianoforte dai maestri Mario Sbeglia e Umberto Zamner. Tra le arie più note previste dalla scaletta della soirée: «Seguédille» e «Habanera» dalla «Carmen» di Bizet, «Oh, mio babbino caro» dal «Gianni Schicchi» di Puccini, «Un bel dì vedremo» dalla «Butterfly» di Puccini, «Una voce poco fa» dal «Barbieree di Siviglia» di Rossini, «Tarantella Napoletana» di Rossini e «Quando me n'vò» dalla «Bohème» di Puccini. La performance artistica è stata calorosamente applaudita da tutti gli intervenuti. Né infine è mancato il brindisi di chiusura. IL ROMANZO DI MARIA TERESA DI CASOLA «Firme a palchetto», amore e giornalismo Rossella Galletti Non è il solito romanzo votato alle leggi della banalità, né desidera inoltrarsi nel sentiero già percorso dell’immediatezza, versione moderna del carpe diem, cortina inoppugnabile dell'universo del last minute: i cinquantasette capitoli di «Firme a palchetto» (Graus editore, 2008, pag. 237, euro 12,00) di Maria Teresa Di Casola, giornalista e professoressa napoletana, sono un amplesso di riflessività e vena poetica. Una sapiente analisi del mondo globalizzato e dei mali che lo affliggono; un'introspezione che prende forma in Luisa Nigro, giovane e aitante cronista, protagonista di un cammino che la condurrà ad abbandonare la sua professione, basata sulla frenesia e sulla convenienza, per approdare nel terreno, più fertile, in cui tutto è più lento, si scandisce nota dopo nota, quasi a recuperare un’ancestrale condizione umana venuta meno con la crescita tecnologica ed economica che affligge 18 oggi la società. Quello del giornalista è un mestiere duro, da cane da strada, che ti mette in contatto con la realtà più violenta e meschina, con le logiche nepotistiche che fanno girare tutto. Ed è a questa realtà che la cronista si ribella, proprio sull'orlo del successo. Lo sfondo è la nostra tormentata Napoli, città che non si spegne mai pur se è continuamente calpestata e vilipesa. Una città costantemente data per finita, ma che è destinata, invece, a donare inaspettati inizi. La trama del libro lega tra loro le storie di Luisa e di Piero, deus ex machina della conversione spirituale della donna; e di Marco e Michela: per un amore che nasce, un altro finisce silenzioso. Là dove le emozioni finalmente divengono sentimenti, passando da uno stato di precarietà, del «tutto e subito», certo, ma per un istante, in quanto tale fuggente, ad uno di contemplazione: dove la vita si assapora giorno dopo giorno. Cosicché sembra che la vicenda di Luisa sia solo un pretesto per esplorare e comprendere questo mondo. Il Mondo, figura emblematica dell’ immenso «che ci contiene e consuma tra infiniti mondi che vanno versum unum, nell'eterno moto universale», è il nome del giornale presso il quale lavora la donna. È un diagramma che mette in connessione tutte le esistenze; quello globalizzato è un ologramma, simbolo della contemporaneità. Ma in ogni caso è il vero protagonista del libro della scrittrice partenopea. Un pezzo di Napoli nobilissima è volato in cielo: dopo mesi di lotta per sopravvivere ad un grave incidente, non ce l'ha fatta Peppe Marangio, patron dell’«Osteria Mattonella», storica trattoria di via Nicotera. Un quartiere in lutto per un uomo che da 33 anni reggeva le sorti della prestigiosa locanda, segnalata sulle più autorevoli guide gastronomiche internazionali per il suo menu consacrato alla più rigorosa cucina partenopea. Peppe, infatti, era un monumento alla tradizione: nel suo locale con le pareti tappezzate di riggiole antiche, accoglieva gli avventori tra le foto di Totò, Eduardo e Peppino e il rituale sottofondo di canzoni napoletane classiche. Professionisti, operai, attori di teatro, artisti del San Carlo: a tutti sorrideva bonario, distribuendo, tra un'arguzia e l'altra, pasta e ceci, maccheroni al sugo, braciole e alici fritte. Ora il testimone passa nelle mani della moglie Antonietta e dei figli Massimo e Fabio. (a.m.) SGUARDI LONTANI di FRANCESCO IODICE SANCARLUCCIO, LUNGA VITA AL TEATRO l tragico incidente che è costato la vita a Franco Nico ha portato alla ribalta, in modo improprio, il Teatro Sancarluccio cui l'artista Iaveva dedicato tutta la sua vita. Pur essendo di fondazione alquanto recente, il Sancarluccio ha ormai da anni un'importanza storica nel panorama teatrale napoletano e italiano. Infatti sin dalla sua inaugurazione, nel 1972, ha ospitato innumerevoli artisti emergenti al loro debutto, classificandosi ben presto come un tempio del cabaret e dello spettacolo sperimentale ed alternativo. La piccola struttura ha accolto indimenticabili protagonisti del cabaret napoletano, commediografi, attori e comici: basterebbe citare per tutti, Massimo Troisi, Toni Servillo e Roberto Benigni. Per elencarli uno ad uno non basterebbero le ventisette righe di cui disponiamo; preferiamo, invece, dare risalto alle parole dure della vedova contro gli abitanti di Chiaia: «quasi infastiditi del nostro fare cultura in via dei Mille, indifferenti davanti all'ingresso del teatro»; uno sfogo - se si pensi caratteristico e frequente di tutti coloro che producono cultura nella nostra città. Due brevi aneddoti esemplificheranno molto bene l'opinione di chi scrive. Il primo riguarda quello studente di ingegneria che sul tram - mentre si affannava a spiegare al bigliettaio il circuito binario, ruote, trolley e fili - si sentì rispondere: «Che songo tutti 'sti fatti, io saccio sulo che sono 'a trumbetta e 'o tram parte». Si dirà che il bigliettaio non era tenuto a sapere (ma poteva sapere!); e allora come la mettiamo con quel salotto-bene in cui Domenico Rea chiese agli astanti quali dei suoi libri avessero letto e la risposta infastidita fu: «Mimì, ma con tutto quello che abbiamo da fare, dove sta il tempo per leggere?». Eppure il consumismo mette in fila decine di persone davanti ai negozi di moda (con vigilantes!). Non bisogna generalizzare, certo, ma nove persone su dieci, si comportano così; qualcuno ha detto che Napoli non ha un popolo, ma solo una plebe e che la borghesia, solo in minor parte, annovera chi si dedica alla cultura. Questo spiega la sala vuota cui accennava la signora Pina Cipriani. In questo triste momento, vogliamo augurare al teatro una lunga vita. Abbiamo sotto gli occhi il programma di quest'anno e colpisce la sua ricchezza in attività laboratoriali, cineforum, progetti di formazione professionale di respiro europeo e collaborazioni internazionali di prestigio. Tutto ciò non deve finire. INIZIATIVE DI CHIAIA MAGAZINE LA BACHECA DI LO SPECIALE DI CHIAIA MAGAZINE Chiaiatour, itinerari campani alternativi Questo mese è in distribuzione con Chiaia Magazine il secondo numero di Chiaiatour, il patinato interamente dedicato ai percorsi dell'arte, dell'eleganza, dell'enogastronomia, del lifestyle. Sette gli itinerari alternativi raccontati nel numero di dicembre che si snodano tra bellezze e ricchezze della regione alla ricerca di curiosità artistiche, sfizi da comprare, ristoranti da scoprire, eventi da non perdere. Un nuovo modo di vivere i piaceri di Napoli e della Campania. FINALMENTE TUA LA EXCLUSIVE CARD ScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimi Per i possessori della Card e occasionissime! • • • m a ga z i n e CHIAIA BUONE FESTE AI NOSTRI LETTORI La redazione di Chiaia Magazine augura ai suoi numerosi lettori e sostenitori un felice Natale e un grandioso 2009. 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