La vita è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa

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La vita è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa
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Zeugnis Sr Roberta Asnaghi, Sr dell‘Addolorata- Italienisch
La vita è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa Ripensando alla mia storia riconosco il dono di essere nata e cresciuta in una famiglia cristiana e di aver ricevuto, fin dagli inizi, la testimonianza di una vita vissuta nella fede. In questo contesto di fede semplice e quotidiana, ricordo un passaggio della mia età giovanile: desiderio di libertà, attesa di gratificazioni e ricerca di situazioni che mi potevano procurare felicità e gioia. Visitando un amico in ospedale mi sono incontrata in modo diretto con la sofferenza e, dopo un poco di disagio e di sconcerto, un’immagine è apparsa alla mia mente, quella del Buon Samaritano, e nel mio cuore sono risuonate le parole di Gesù: “Va’ e anche tu fa lo stesso”. Così Gesù ha cambiato la mia vita e mi ha aperto nuovi orizzonti. Si è fatta più intensa e forte l’esigenza della preghiera e del silenzio, il bisogno di avere spesso fra le mani il Vangelo, ho percepito la grandezza dell’amore del Signore, la bellezza di poter donare la mia vita a Lui e ai fratelli sofferenti. Ho guardato in modo diverso alle Suore Infermiere dell’Addolorata, che conoscevo da sempre, e ho percepito che in questo Istituto, nella sua missione, nel suo Carisma, c’erano le sintonie alle mie intuizioni, ai miei desideri più profondi di donazione. Vivevo nello stesso tempo attrattiva e timore, soprattutto di fronte alla prospettiva di un SI’ PER SEMPRE. La grazia del Signore mi ha reso capace di coraggio e di decisione. Negli anni della formazione e in quelli delle prime esperienze apostoliche ho compreso qualcosa di più dell’amore di Gesù, di un amore che non ha limiti, che non si può chiudere e che raggiunge tutti, in particolare chi è nel bisogno. Ho imparato ad avvicinarmi ai miei fratelli sofferenti assumendo un poco lo sguardo di Gesù, guardando il dolore nella prospettiva della fede e lasciandomi illuminare dal Crocifisso, dalla grandezza e dalla totalità del dono della sua vita per tutti. Come è per tutti, l’entusiasmo dei primi anni si è indebolito facendo emergere un senso di smarrimento e di dubbio. Ho fatto l’esperienza della solitudine e dell’assenza del Signore. Ho compreso che nel mio servizio agli altri cercavo me stessa e non provavo più lo slancio e l’attrattiva del farmi dono. Il Signore ha atteso e un giorno, mentre mi trovavo in cappella, ai piedi del Crocifisso, guardavo a lui e consideravo la sua sofferenza, il suo dolore, la sua morte per me, il suo amore per me: ho considerato, con maggiore chiarezza, la vita come dono, la consacrazione religiosa, l’essere nella Chiesa, il poter servire come un grande dono. Ho riconosciuto anche nelle mie sorelle la gratuità dell’amore di Dio e la ricchezza di un amore reciproco. Da anni, vivo nell’ambiente ospedaliero in un clima di comunione pur nella diversità culturale e di fede: non ci sono divisioni e chiusure. In questo contesto è possibile condividere le caratteristiche carismatiche: servire il malato nello corpo e nello spirito senza distinzione sociali, di cultura, di religione, e accogliere la persona malata con le sue fragilità, prendersi cura e amarla. La collaborazione con i laici cristiani e non cristiani, nonostante le normali fatiche, è fonte di reciproco arricchimento. Pur nelle diversità, è possibile un reciproco aiuto umano e spirituale, una positiva pastorale sanitaria e vivere la missione specifica della Congregazione: servire il malato con Gran Cuore. Fürbitte
"Preghiamo perché, in tutti coloro chiamati alla vita consacrata, convivano armoniosamente Marta e Maria per non distogliere lo sguardo del cuore dall'unica cosa necessaria, la carità che rimarrà per sempre". Lied: Jubilate, servite