Etg 014.B - Comune di Cagliari

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Etg 014.B - Comune di Cagliari
Servizio:
Ufficio:
Dirigente:
Pianificazione Strategica e Territoriale,
Politiche Comunitarie
Pianificazione Territoriale
Ing. Salvatore Farci
Consulenza:
Università degli Studi di Cagliari
Dipartimento di Ingegneria Civile,
Ambientale e Architettura
Riferimento:
Elaborati testuali e grafici
I progetti strategici dello spazio pubblico
Codice:
Etg 014.B
Titolo:
IL SISTEMA DELLA CITTÀ MURATA
MATERIA, VALORI, STRATEGIE
Scala:
-
Edizione:
aprile 2016
Adozione:
Delib. C. C. n.___ del ____/____/____
Approvazione definitiva:
Delib. C. C. n.___ del ____/____/____
Aggiornamento:
IMPIANTO E SVILUPPO DEL SISTEMA DIFENSIVO URBANO DI CAGLIARI Sintesi storico‐architettonica della genesi ed evoluzione del presidio militare A partire dal 1215 la Repubblica di Pisa si insedia sul colle che tutt'oggi domina e caratterizza il paesaggio urbano del capoluogo isolano e imposta la trama urbanistica sulla quale prenderà forma il quartiere Castello. Secondo metodi di tracciamento consolidati nella pratica progettuale duecentesca prende forma il nucleo medievale impostato su tre strade parallele e contestualmente allo sviluppo dell'insediamento viene disegnata la linea difensiva in appoggio alla morfologia dei luoghi secondo un percorso che accompagna l'andamento della rocca. Il perimetro che modella la forma dell'insediamento consiste in una successione di torri (torre di Santa Lucia) collegate da alte cortine rettilinee che possiamo ancora osservare parzialmente visibili all'interno dell'attuale paesaggio urbano ed in particolare nel settore orientale del quartiere Castello. La linea duecentesca vedrà agli inizi del Trecento un mutamento mirato al potenziamento delle difese che si concretizza con la realizzazione di tre nuove torri (torre di San Pancrazio, torre del Leone e torre dell'Elefante) a difesa degli accessi alla città e dei quartieri di Marina (Lapola), Stampace e Villanova. Un’ulteriore crescita si realizzerà con la realizzazione tre‐
quattrocentesca dei torrioni circolari nel settore ovest della città e a partire dagli inizi del Cinquecento secondo una nuova linea, difesa da baluardi pentagonali che necessitano di ampi e ben precisi spazi e determinano una modifica della forma urbana. Di pari passo con la realizzazione del nuovo sistema di difesa ‘alla moderna’ avverrà la dismissione delle cortine medievali a partire da quelle di Stampace e Villanova, delle quali sono sopraggiunte a noi solo alcune tracce ‘visibili’. Tale precisazione è d'obbligo in quanto tali strutture, in particolare nel periodo detto 'di transizione' compreso tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento non vengono demolite bensì reimpiegate all'interno del nuovo sistema cinquecentesco. Tale condizione determina la possibilità di ritrovare "tracce" medievali all'interno delle "forme" cinquecentesche ed al tessuto urbano. Dopo alcuni interventi minori non al passo con le moderne tecniche progettuali portati avanti per iniziativa dei vicerè spagnoli (Joan Dusay nell'area di San Pancrazio e di Santa Croce), verrà richiesto l'intervento degli specialisti dell'arte di "fabbricar fortezze", gli ingegneri militari, che consegneranno al quartiere di Castello e della Marina in particolare, il disegno che guiderà lo sviluppo della città e della cinta di difesa sino al Settecento, sotto il dominio piemontese. Un disegno affidato a bastioni pentagonali collegati da cortine rettilinee che attraverso la "corrispondenza" ‐ ossia la reciproca copertura ‐ tra il fuoco delle artiglierie, garantiscono la copertura dell'intero perimetro di difesa. Il tiro radente alle facce dei baluardi determina difatti un'impossibilità da parte dell'attaccante di evitare il fuoco delle artiglierie. Un sistema di difesa di scuola italiana, progettato da Francesco di Giorgio Martini e sviluppato dai Sangallo, diffuso nel continente europeo nel Cinquecento, esportato nel Nuovo Continente ed in uso sino alle soglie dell'Ottocento, che nella piazzaforte di Cagliari ha trovato una applicazione di notevole livello progettuale ideata da specialisti di primissimo livello. Attraverso l'utilizzo di forme pentagonali che seguono la morfologia dei luoghi, adattando las obras alla naturaleza del sitio, come affermano i ticinesi Paleari nella seconda metà del Cinquecento, con l'impiego di cortine ripiegate (cortina di Santa Chiara, 1575), tenaglie (San Pancrazio 1558‐1578) e più tardi ‐ in epoca piemontese ‐ con l'integrazione di bassifianchi, tenaglioni, controguardie e l'opera a corno "alla vauban", il repertorio di forme e spazi funzionali alla corretto uso di queste perfette macchine da guerra, consegna al paesaggio urbano di Cagliari della fine del Settecento (fig. X cartografia storica ) una architettura militare di assoluto valore. Elementi funzionali dotati di passaggi interni di collegamento tra i diversi livelli (come verificato all'interno dei locali del Centro Culturale Ghetto degli Ebrei) e sistemi di uscita verso i fossati e le strade coperte ‐parte integrante del sistema baluardo, aree oggi occupate dall'attuale assetto urbano giunto a ridosso delle architetture "visibili". Elementi noti dalla trattatistica militare e ritrovati e riscoperti in parte nel corso di recenti indagini conoscitive. Nel febbraio del 1800 l’ultima opera di difesa sabauda, detta Bastione della Cortina del Molo, sostituirà il Bastione di Sant’Efisio, all’estremità della Cortina del Molo ed a partire dal 1821 avranno inizio le prime demolizioni (Porta S’Avanzada) che proseguiranno con maggiore intensità dal 1867, a seguito della cancellazione (31 dicembre 1866) per Regio Decreto di Cagliari dall’elenco delle piazzeforti del Regno. Le diverse fasi di crescita e diversi momenti progettuali che hanno determinato la forma assunta dalla piazzaforte nel corso dei secoli appare descritta da numerosi documenti e attraverso le fonti iconografiche, i progetti degli ingegneri militari e le carte catastali. L’analisi di tali documenti diviene strumento di approfondimento, luogo di confronto tra le informazioni presenti nelle carte dettagliate, nelle vedute e nei catasti, rappresentazioni per segni di una dinamica di crescita determinata principalmente dall’evoluzione delle armi da fuoco e a partire dalla seconda metà dell’Ottocento dagli interventi di abbellimento e trasformazione della città europea. Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie Unitamente ai rilievi di alcuni tratti della cinta difensiva ancora esistente, i segni restituiti dalla cartografia storica possono guidare verso una ricostruzione dei momenti realizzativi e verso l’individuazione dei tratti “nascosti”, ottimizzare l’impiego di nuove tecnologie di diagnostica non distruttiva e condurre verso la realizzazione di una carta del rischio archeologico ‐ una "carta dell'attenzione", capace di individuare gli elementi utili ad ipotizzare in particolare la posizione dei segmenti demoliti o inglobati all’interno dell’attuale tessuto urbano e favorire la possibilità di una valutazione preventiva degli interventi di progetto in relazione al contesto urbano. Dismissioni, restauri e trasformazioni Le mura della città di Cagliari non solo rappresentano in maniera indiscussa una testimonianza materiale di oltre cinquecento anni di architettura militare di chiara rilevanza europea, ma sono state protagoniste di importanti momenti di trasformazione urbana e di significative operazioni di restauro, a partire dalla dismissione della piazzaforte militare avvenuta nel 1866 fino ad oggi. Già dai primi anni dell'Ottocento, le fortificazioni cominciano a perdere il loro carattere di chiusura della città, con la concentrazione delle funzioni militari all'interno della città Arsenale e l'avvio di importanti trasformazioni e riconversioni ad uso civile delle pertinenze murarie. I primi interventi riguardano operazioni di 'abbellimento' delle porte urbane, quali la riqualificazione nel 1825 della Porta Cristina e di Porta Arsenale. Con la successiva sistemazione della passeggiata del Buon Cammino, la costruzione della Caserma Carlo Alberto e la demolizione della Porta Reale, cambia definitivamente il volto delle fortificazioni nord e della primitiva opera a corno. Nel piano regolatore di Cagliari, redatto da Gaetano Cima nel 1858, ma approvato nel 1861, compaiono proposte di 'abbellimento' e 'regolazione', con una predilezione per la tecnica dell'isolamento dei monumenti, fortunatamente non attuato. Si riorda, infatti, la proposta di isolamento della torre dell'Elefante e la sistemazione a rondò della zona di Porta Cristina con l'apertura di una seconda porta verso l'Arsenale e simmetrica all'altra. Si devono a questo piano anche le prime soluzioni di collegamento tra Castello e Marina mediante la discesa del Cammino Nuovo e l'apertura verso l'Ospedale Civile. e progressivo abbandono delle strutture murarie che determina in poco tempo uno stato di avanzato degrado, soprattutto delle strutture accessorie, caratterizzate da modalità costruttive più vulnerabili. Tra il 1899 e il 1902 l'ingegnere Giuseppe Costa realizza l'imponente sistemazione dei tre bastioni di San Remy, di Santa Caterina e della Zecca, con la costruzione dello scalone monumentale e della passeggiata coperta. L'opera rappresenta l'atto finale di una lunga e complessa vicenda che aveva posto in primo piano la necessità di un raccordo diretto tra Villanova e Castello. Negli stessi anni, altri edifici monumentali vengono edificati su aree a precedente pertinenza militare. E' il caso dell'ex museo Archeologico, costruito nel 1904‐1906 su progetto di Dionigi Scano sull'area dove sorgeva il carcere femminile (già zecca e armeria). Anche la scuola elementare di Santa Caterina è edificata nel 1907 a seguito della demolizione dell'omonima chiesa e convento, abbattuti dal Municipio nel 1905 per riprogettare il coronamento delle due terrazze, ormai elegante ritrovo estivo della città. I primi anni del Novecento sono dominati dal crescente interesse verso il decoro urbano e le esigenze di mutamento della città moderna, mentre prendono piede le istanze ideologiche nazionaliste del restauro filologico. E' in questo quadro che, dal 1902 Dionigi Scano, primo direttore dell'Ufficio Regionale per i Monumenti (1867‐1949), mette in atto una serie di interventi sulle torri pisane, condotti in piena adesione con l’istanza filologica, tesa a 'rivelare' l’identità nazionale dei monumenti sardi. Tali interventi possono essere considerati precursori di più ampie operazioni di liberazione condotte su tutto il territorio isolano. In questo caso, ci si riferisce, in particolare, ai lavori portati a termine sulle pisane di San Pancrazio e dell'Elefante, ricondotte alla ipotetica configurazione originaria, attraverso la demolizione dei setti di obliterazione del lato interno, costruiti in epoca spagnola per trasformare le torri in prigioni e così conservate fino al XX secolo. I bastioni meridionali, fotografati a fine Ottocento, dall’attuale viale Regina Margherita (allora intitolato a Umberto I) e il Bastione di Saint Remy, costruito in addossamento alle stesse strutture murarie. E' dal 1854 che cominciano una serie di 'esercitazioni' progettuali sui bastioni orientali, con proposte di disinvolti spianamenti e sbancamenti delle preesistenti fortificazioni. Con R. D. 31 dicembre 1866, n. 3467, R.D. 23 aprile 1867, n. 3786, Cagliari perde lo status di città militare e per il perimetro murato della città, si aggrava il lento Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie La porta D’Apremont nella salita de s’Avanzada, prima e dopo la sua demolizione avvenuta nel 1912 per consentire il passaggio della tramvia elettrica. Cagliari, torre dell'Elefante, prima e dopo le operazioni di 'liberazione' operate da Dionigi Scano tra il 1903 e il 1910. Cagliari, torre di San Pancrazio, prima e dopo le operazioni di 'liberazione' operate da Dionigi Scano tra il 1903 e il 1910. Il bastione dello Sperone e le case Bandini, prima e dopo la demolizione avvenuta negli anni Trenta del novecento. Al centro, Bastione di San Remy e Porta Urbana. Studio e proposta per piazza, Progetto Karalis VI del 1930. Durante tutto il XIX secolo, sull'onda delle istanze nazionali ed internazionali, anche a Cagliari, i piani di rinnovamento urbano seguiti alla dismissione della città da piazzaforte militare, hanno portato alla demolizione di molti tratti delle mura urbane o alla loro trasformazione in moderni 'passeggi'. Tale clima culturale si ritrova ancora nelle proposte vincitrici del concorso del 1930 per il Piano regolatore di Cagliari, contenenti molte delle soluzioni confluite nel Piano del 1948 e attuate anche molti anni dopo. In generale, tutte le proposte sono animante da quella cultura del diradamento e dello sventramento, tipica degli anni compresi tra le due guerre. Per quanto le difficoltà di attuazione abbiano salvato la città da radicali demolizioni, rimangono interessanti tracce di questo momento storico. E' il caso dell'avvio del tunnel di collegamento tra Stampace e Villanova, cominciato nella fossa di San Guglielmo o ancora la demolizioni delle case Bandini addossate al bastione dello Sperone, avvenuta negli anni Trenta e già contenuta nello ‘studio per piazza’ proposto dal Progetto Karalis VI (secondo classificato) redatto, tra gli altri, da Salvatore Rattu. E’ invece, del 1912 l’intervento sulla Porta d’Apremont, la cui demolizione si era resa necessaria per consentire il percorso della nuova linea tramviaria. Un interessante carteggio conservato presso gli archivi della Soprintendenza mette chiaramente in luce la sottomissione della conservazione di quel monumento storico monumento allo sviluppo della città. Le mura non subirono, a differenza del resto del tessuto urbano, gravi danni nel corso dei bombardamenti del 1943, ad eccezione del bastione di San Remy, dove l'arco trionfale che corona la monumentale scalinata venne pesantemente demolito. L'intervento di ricostruzione filologica che è seguito Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie secondo la prassi del com'era dov'era rappresenta un importante momento della cultura locale del restauro nel dopoguerra. Dobbiamo giungere agli anni 1956‐79 per vedere fortemente mutare l'approccio al monumento attraverso gli interventi di Piero Gazzola e Libero Cecchini all'interno della tenaglia di San Pancrazio, che rappresentano un capitolo importante della storia italiana dei restauri delle fortificazioni. Quest’area, che subì diversi bombardamenti nel corso della seconda Guerra Mondiale, era di particolare interesse per l’Università di Cagliari che, auspicava una nuova destinazione in Museo archeologico, Pinacoteca e Istituto d’arte della Sardegna. Grazie alla collaborazione tra Stato e Regione che finanziarono l’esecuzione, il progetto divenne esecutivo nell’ottobre 1965. Messe in luce le preesistenze della cinta delle mura sabaude, spagnole e pisane, la campagna di scavi del 1966, diretta dal soprintendente alle antichità prof Ferruccio Barreca, aveva reso possibile la lettura completa delle preesistenze monumentali, con la conseguente necessità di una nuova impostazione progettuale del complesso. Il problema era quello di inglobare gli elementi antichi facendoli diventare parte integrante del complesso, proteggendoli dai fattori climatici e dal futuro degrado. Le soluzioni adottate rappresentano ancora oggi un esemplare intervento di restauro oltre che un indubbio monumento di architettura contemporanea, esso stesso da salvaguardare. Per ulteriori approfondimenti storico‐documentali si rimanda a AA.VV., Cagliari. Quartieri Storici. Castello, Cinisello Balsamo (MI) 1985. A. COSSU, Storia militare di Cagliari, 1217‐1866. Anatomia di una piazzaforte di prim’ordine, 1217‐1993, Cagliari 1994. M. RASSU, Storia delle fortificazioni di Cagliari, Cagliari 1998. M. CADINU, I catasti e la storia dei luoghi, Annuario nazionale di storia della città e del territorio, Roma 2013 A. PIRINU, Il disegno dei baluardi cinquecenteschi nell’opera dei fratelli Paleari Fratino: le piazzeforti della Sardegna, Firenze 2013. F. MASALA, Dismissioni e trasformazioni urbane in Sardegna prima e dopo l’Unità d’Italia in D.R. FIORINO, M. PINTUS ( a cura di), Verso un atlante dei sistemi difensivi della Sardegna, Napoli 2015, pp. 173‐187. M. RASSU, La difesa antiaerea passiva a Cagliari durante la Seconda Guerra Mondiale in D.R. FIORINO, M. PINTUS ( a cura di), Verso un atlante dei sistemi difensivi della Sardegna, Napoli 2015, pp. 321‐327. D. R. FIORINO, M. LODDO, Liberation as a Method for Monument Valorisation: the Case of the Defence Heritage Restoration, in “International Journal of Civil, Environmental, Structural, Construction and Architectural Engineering”, International Scienze Index, v.9, 1, Parigi 2015, pp. 79‐87. La cronologia degli interventi di trasformazione delle mura si completa con i progetti messi in atto dall’amministrazione comunale per il restauro delle superfici murarie interessate da fenomeni di erosione, la sistemazione di sistemi di risalita, il piano del verde pubblico del 1999. La stratificazione della cittadella dei musei, dopo gli interventi progettati da Piero Gazzola e Libero Cecchini. Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie PIANO DI INDIRIZZO PER LA CONSERVAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DELL’AMBITIO MURA difensivo quali, per esempio, i rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale. Premessa al piano L’unitarietà monumentale del sistema murato Gli Spazi delle Mura Urbane di Cagliari rappresentano un ambito strategico di eccezionale rilevanza, di natura 'trasversale' rispetto a molte altre tematiche del PPCS, fattore discriminante e parametro determinante per la trattazione dei progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio storico più generale della città, in quanto struttura portante della città stessa, elemento fondante e generatore della sua ‘storia’, prima ancora che della sua ‘forma’, elemento monumentale paesaggistico distintivo dell’identità e della riconoscibilità della città stessa di valenza materiale e immateriale, sia alla scala architettonica che territoriale. Per questo motivo, il restauro e la valorizzazione delle mura richiedono un progetto complessivo, o meglio, di un piano di indirizzo, in quanto il solo restauro conservative delle strutture murarie, non è sufficiente di per sé a garantire l'effettiva sopravvivenza di un monumento di grande estensione, e complessità, ma soprattutto di rilevante impatto sull’organizzazione urbanistica della città. Il piano qui delineato nei suoi principi generali contiene una serie di linee guida, prescrizioni e indicazioni di carattere generale, necessarie ad individuare e orientare i progetti di restauro che ne seguiranno, perché sia garantito, da un lato il massimo di fruibilità del monumento nel suo complesso e nelle sue singole articolazioni e, dall'altra, il rispetto della sua specificità di antica struttura di difesa, organicamente unitaria, pur nella disomogeneità dello stato di conservazione in cui i diversi manufatti che la compongono sono giunti fino a noi. Il sistema difensivo urbano di Cagliari con il palinsesto murario variamente articolato che lo contraddistingue si configura come un complesso monumentale unitario, pur nel suo essere caratterizzato da secoli di stratificazioni, talvolta ancora non del tutto codificate. La tutela e la valorizzazione di questo patrimonio deve pertanto essere strutturata come un’azione unitaria, i cui principi ispiratori sono concepiti come criteri generalmente validi, qualunque sia la porzione urbana considerata. Per questa ragione, è necessario ripercorre in prima istanza la genesi storica del patrimonio difensivo urbano, ricordandone sinteticamente le fasi costruttive, ivi compresa la storia delle trasformazioni legate alle dismissione della piazzaforte, prima, e delle ideologie del restauro, poi. Tale disamina, per quanto sintetica, consente di circostanziare i valori storico‐testimoniali relativi a ciascun momento storico, ivi compresa la fase delle demolizioni ottocentesche. L’assenza del patrimonio murato legato allo smantellamento delle cortine murarie, sostenuto da una nuova idea di città moderna, rappresenta delle stratigrafie negative che sono esse stesse testimonianza di un approccio culturale ormai storicizzato, anch’esso da tutelare. La complessità del monumento urbano nella sua totalità rende però indispensabile la discesa di scala per consentire di esplicitare adeguatamente le peculiarità materiche e i valori identitari di ciascuna architettura, elemento componente di un sistema tanto mirabile quanto vulnerabile.A tal fine, si è ritenuto utile procedere ad una ripartizione del territorio murato in comparti: l’individuazione di tali settori di analisi tiene conto di criteri storico‐militari, geografici, paesaggistici, funzionali in termini di rapporto con la città estesa. Per ciascun comparto, sono state individuate le diverse unità componenti, ovvero unità architettoniche (bastioni, cortine, opere accessorie, elementi scomparsi) che, per la loro autonomia storico‐funzionale richiedono una doppia trattazione, sia come emergenza monumentale autonoma che come parte di un organismo più complesso. Naturalmente, tali unità architettoniche, nel loro funzionamento sinergico, ricompongono il comparto storico‐architettonico. Definizioni Sono definiti ‘Spazi delle Mura Urbane’ tutte le superfici pubbliche e private, coperte e non coperte pertinenti al sistema difensivo urbano storico che comprende le permanenze materiali delle architetture e degli spazi militari storici riferibili alle diverse epoche di costruzione e trasformazione, nonché i tracciati nascosti o scomparsi di cui si conservi riscontro documentale o evidenza storico interpretativa. In questo senso, sono ricomprese nella presente sezione normativa tutte le opere immobili che concorrono alla definizione del valore storico e paesaggistico del sistema difensivo storico nella sua unitarietà e stratificazione, dal primo impianto agli interventi di trasformazione e restauro. Pertanto, rientrano tra gli spazi delle mura urbane anche i tratti ormai inglobati in architetture pubbliche o private e tutte le costruzioni addossate o contrapposte ai paramenti murari, nonché i sotterranei riconducibili a pertinenze militari o ad un uso (anche temporaneo) di carattere militare o L’identificazione dei comparti Il nucleo della cittadella fortificata è stato scomposto in otto comparti, di cui i primi cinque sono riconducibili alle grandi permanenze del quartiere Castello e del Buoncammino, mentre tre comparti interessano le permanenze e la memoria delle porzioni murarie relative ai quartieri storici di Stampace, Marina e Villanova. Infatti, per quanto in questi ultimi tre A lato, Carta delle permanenze. In rosso le evidenze monumentali ancora perfettamente conservate e leggibili nel tessuto urbano. Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie quartieri si sia perduta la gran parte del patrimonio materiale, la morfologia degli isolati e la consistente memoria documentale consentono, oggi, di riconoscere o ipotizzare i tracciati storici, tanto da poter individuare fabbricati o elevati murari un tempo appartenuti ai perimetri murari o delineare zone ad alto rischio archeologico. La scelta dei margini dei comparti è guidata dalla conoscenza degli spazi occupati dai baluardi e dalle opere accessorie. Il perimetro dei baluardi oggi visibile, è solo la pelle di un sistema costruttivo e funzionale che penetra e si sviluppa all'interno ed all'esterno di tali linee in misura minore di quello che può e poteva essere lo spazio di pertinenze delle mura medievali. Tali condizione ci conduce ‐ graficamente ‐ ad individuare aree di rispetto diverse nel momento in cui definiamo un comparto che contiene opere medievali e moderne. Per ciascun comparto, si riporta di seguito l’elenco delle principali emergenze architettoniche componenti, così come identificate nella carta di sintesi. AMBITO A. DALLA TORRE DELL'ELEFANTE ALLA CORTINA DI SAN GUGLIELMO Torre dell’Elefante Cortina del De Cardona Cortina ripiegata di Santa Chiara Bastione di Santa Croce Bassofianco e controguardia AMBITO B. BASTIONI OCCIDENTALI, DALLA CORTINA DI SAN GUGLIELMO ALLA TENAGLIA DI SAN PANCRAZIO Bastione della Concezione Torre tedeschina Cortina e porta delle Seziate Torre di San Pancrazio Torre Passarina Porta di Altamira Porta Cristina Porta del Regio Arsenale Tenaglia di San Pancrazio Baluardo del Dusay AMBITO C. L'OPERA A CORNO E IL BUONCAMMINO Falsabraga a tenaglia della Concezione Tenaglione della Concezione Bastione di Sanfilippo e cortine di raccordo Cortina di Porta Reale Carta degli ambiti. Il pedice ‘Ti’ si riferisce ad un ambito di ‘tutela Beato Emanuele e cortina di raccordo con la Tenaglia integrale’; il pedice R ad un ambito di 'rispetto' e il pedice P ad un ambito di forte relazione 'paesaggistica' con il comparto di riferimento. AMBITO D. BASTIONI ORIENTALI, DALLA TORRE DI SAN PANCRAZIO AL BASTIONE DI SAINT REMY Bastione del Beato Amedeo Bastione San Carlo Cortina e torre di Santa Lucia Bastione del Regio Palazzo Bastione del Vicerè Cortina di Santa Caterina Bastione di San Caterina Bastione di Saint Remy AMBITO E. DAL BASTIONE DI SAN REMY ALLA TORRE DELL'ELEFANTE Porta dell’Aquila e torre Bastione dello Sperone Porta dei Leoni e Cortina di Porta Castello Bastione del Balice Bassofianco del Balice Torre dell’elefante e cortina medievale di collegamento alla Torre dell’Aquila AMBITO F. STAMPACE: PERMANENZE URBANE, PORTA STAMPACE LA CORTINA DI SAN MICHELE AMBITO G. MARINA: PERMANENZE URBANE, IL BASTIONE DI SAN GIACOMO E IL RIVELLINO DEL JESUS AMBITO H. VILLANOVA: PERMANENZE URBANE, PORTICO ROMERO IL CONVENTO DI SAN DOMENICO Livelli di tutela, valori culturali e componenti di paesaggio Il sistema fortificato della città di Cagliari e le sue pertinenze sono soggette a vincoli di conservazione e restauro stabiliti da disposizioni statali, regionali e provinciali. I principali livelli di tutela riguardano i disposti della legge n.1089/1939 e, successivamente, D.L.vo 440/1999 e D.L.vo 42/2004, dal Piano Territoriale Paesistico Regionale (PPR) e in particolare dagli artt. 48 e 52 delle NTA. La tutela dell’ambito mura non può prescindere dall’analisi delle valenze culturali, storico‐testimoniali e paesaggistiche. Sotto il profilo della conoscenza, molto deve essere ancora fatto per giungere ad una più organica consapevolezza della natura e della consistenza del patrimonio afferente al sistema difensivo storico, nella sua ampia cronologia. Un’analisi ancora più complessa deve essere condotta per il riconoscimento delle componenti di paesaggio, la cui codifica richiede una perfetta consapevolezza della valenza storico‐documentale dei manufatti, ma anche Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie una gestione consapevole delle trasformazioni del paesaggio storico, basato su principi di carattere culturale e sociale. In quest’ottica, la presenza del verde, la sistemazione dei versanti, la rimodellazione delle scarpate, devono essere fondati sulla piena padronanza delle tecniche dell’ingegneria naturalistica militare, anche al fine di governare al meglio le problematiche di stabilità della rocca e delle sue appendici. Il riuso delle architetture militari storiche e la riconversione ad uso civile delle aree ancora militari devono avvenire del rispetto della storia militare dei luoghi. L’inevitabile crescita della città moderna deve considerare e affrontare con qualità progettuale il tema delle interferenze, attraverso un progetto calibrato e controllato di gestione dei segni e dei pesi paesaggistici del contemporaneo rispetto alla materia storica, attraverso una reciproca relazione dialettica che deve essere di volta in volta attentamente declinata e verificata. Un significato autonomo va riconosciuto non solo alle presenze, ma anche alle assenze, tra cui quelle legate alle demolizioni, avvenute a partire dalla fine del XIX secolo, per preciso intento programmatico o soltanto per incuria e abbandono. Tali ‘assenze’ devono essere rilette in chiave storica e, ove possibile, deve essere conservata la loro traccia. In questo senso vanno devono essere attentamente riconosciuti e conservati anche gli esiti dei restauri. Tra questi, grande impatto hanno avuto le molteplici integrazioni delle lacune che hanno reso oggi molte delle cortine murarie un eccezionale palinsesto di tecniche e cromie. Sulla base di questa premessa, sono stati individuati tre livelli di tutela: ‐ aree di tutela integrale; ‐ aree di rispetto; ‐ aree a prevalente tutela paesaggistica. Gli ambiti di ‘Tutela Integrale’ sono rappresentati dalle aree sulle quali insistono i manufatti architettonici militari riconducibili al sistema storico delle fortificazioni urbane. Gli ambiti di rispetto includono le aree di diretta pertinenza del sistema murato e quelle nelle quali si può ipotizzare la presenza di manufatti nascosti nel sottosuolo o scomparsi a seguito di demolizioni e trasformazioni urbane, ma di cui si conserva memoria documentale e testimonianza attraverso la morfologia degli isolati. Gli ambiti a prevalente tutela paesaggistica comprendono aree fortemente correlate al paesaggio delle mura, pur non ricomprendendo nel loro interno alcun tratto fortificato. Si tratta, inoltre, di zone di riconnessione fisica e paesaggistica tra il circuito delle mura e gli altri progetti strategici del piano. In particolare, l'ambito A‐Cp rappresenta un territorio urbano particolarmente strategico in termici di percezione dell'ambito storico delle mura in quanto completa morfologicamente il perimetro tutela e lo ricongiunge con gli altri assi culturali strategici del parco urbano storico: dal tema delle 'grandi fabbriche' all'Orto di Palabanda. In questo senso, si segnala la rilevanza strategica del bastione di San Filippo e dell'intera 'opera a corno', oggi ancora ampiamente destinata ad uso militare. La permeabilità e la fruibilità pubblica di queste aree consentirebbe una più completa lettura e comprensione del sistema murato del XVIII secolo e garantirebbe la continuità di eventuali progetti di valorizzazione, dalla cittadella dei musei al grande contenitore dell'ex carcere di Buoncammino. In particolare, il complesso dell'ex panificio militare, proteso verso la città e verso l'Anfiteatro romano, dominante sull'area del Palazzo delle Scienze, rappresenta un punto di percezione privilegiato di tutto il sistema urbano storico. I tre livelli di tutela incardinano un sistema di norme di salvaguardia per la conservazione del patrimonio fortificato, specificate comparto per comparto, ma, allo stesso tempo, aprono verso possibili scenari di valorizzazione, soprattutto in termini di possibile fruizione integrata per fini culturali, turistici, ricreativi. In generale, negli ambiti di tutela integrale, si prescrive la massimizzazione della conservazione del patrimonio esistente, anche attraverso particolari cautele da attuarsi nelle operazioni di restauro. Negli ambiti di rispetto, la diagnostica conoscitiva assume un ruolo determinante, anche mediante operazioni di archeologia urbana preventiva. Negli ambiti di prevalente tutela paesaggistica, massima attenzione deve essere posta nel controllo e monitoraggio di attività o elementi di interferenza con il sistema murato, a garanzia di conservazione dell'identità immateriale dei luoghi e della loro riconoscibilità testimoniale. Una precisazione meritano le permanenze incluse nel tessuto insediativo privato. L'inclusione di porzioni del tessuto edificato all'interno del piano strategico delle mura è finalizzata al monitoraggio di possibili ritrovamenti di strutture militari nel tempo inglobate nell'ampliamento della città storica. La cosiddetta 'carta dell'attenzione' che è alla base della definizione dei comparti, traccia le aree di rischio, circoscrivendo il tessuto urbano da monitorare all'interno di perimetri di vulnerabilità, delineati in funzione delle attuali conoscenze e della copiosa documentazione iconografica e cartografica disponibile. Un ultimo aspetto, in termini di qualità della tutela, riguarda il supporto alla progettazione per la qualità degli interventi. Le azioni del piano potranno essere supportate da un apposito Ufficio delle Mura, incluso nel laboratorio del centro storico, cui sarà affidato il monitoraggio delle attività d conservazione, manutenzione e trasformazione, nonché la gestione della sintesi del programma conoscitivo e la documentazione dei cantieri di restauro e delle trasformazioni in atto. A lato, un tratto pluristratificato della cortina muraria visibile lungo la via Porcell Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie Obiettivi generali e azioni del piano Gli obiettivi primari che il piano intende perseguire sono: 1. l'incentivazione della conoscenza integrata e definizione delle premesse per la costruzione della carta del rischio urbano delle fortificazioni; 2. la stesura di una normativa che rappresenti uno strumento efficace per la concreta attuazione della conservazione e il monitoraggio dell'integrità materica, della tutela dei valori architettonici e paesaggistici e per il controllo della vulnerabilità intrinseca ed ambientale; 3. la definizione di linee progettuali per la valorizzazione del circuito murario attraverso il recupero urbanistico unitario e la tutela del paesaggio storico urbano. Va da sé che, trattandosi di un piano di indirizzo, le singole azioni proposte dovranno essere oggetto di ulteriori approfondimenti progettuali, preceduti dalle necessarie campagne conoscitive. L'essenziale è che ciò avvenga tenendo costantemente presente il "sistema mura" nel suo complesso, la cui unitarietà va recuperata in quanto valore in sé, da non subordinare a considerazioni di ordine pratico o tecnico. Il principio fondante è quello della creazione di un Parco lineare Integrato delle Mura, nel quale incardinare i diversi progetti specifici destinati a comprendere, restaurare, riqualificare, reintegrare e rivitalizzare lo spazio delle mura e intorno ad esse, privilegiando, per quanto possibile, l’utilizzo del verde (cfr. scheda Verde pubblico PPCS), ma anche la realizzazione di aree per usi diversi quali la sosta, lo sport, l’intrattenimento, etc. In questo senso, è necessaria una revisione dei progetti esistenti da ricalibrare ed integrare sulla base di una conoscenza più specialistica del patrimonio murato e delle sue pertinenze. Proprio in quest'ottica deve essere interpretato il primo obiettivo specifico del piano (A), legato alla conoscenza integrata del patrimonio e alla costruzione della carta del rischio. Ci si riferisce, alla necessità di pervenire ad una efficace sintesi della conoscenza di quanto finora noto, anche mediante l’impiego di tecnologie ICT in grado di riassumere su un’unica base di lavoro, i diversi livelli conoscitivi disciplinari, sui quali individuare puntualmente i progetti di conservazione, rivelazione, trasformazione architettonica ed urbana, in vista della tutela e valorizzazione del patrimonio nella sua complessità ed unità. Sulla base di quanto già noto, secondo lo stato dell’arte e degli studi, sono coerenti con il piano e con i suoi obiettivi tutte le nuove attività multidisciplinari di approfondimento analitico e tecnico‐documentario meglio descritte nella sezione successiva di questo documento, purché ricondotte (o riconducibili) ad un quadro conoscitivo di riferimento, al quale contribuire con specifici apporti. Il secondo obiettivo specifico (B) è la conservazione e il monitoraggio dell'integrità materica delle fortificazioni, la tutela della loro valenza architettonica e paesaggistica e il controllo della vulnerabilità intrinseca ed ambientale. Con questa finalità, il piano individua le principali azioni di salvaguardia, suddivise in 1. prescrizioni per la tutela dell'autenticità materiale; attività di manutenzione, conservazione e restauro ammissibili sulla materia storica; 2. attività per il restauro funzionale e il recupero della percorribilità storica; 3. prescrizioni per la tutela indiretta del patrimonio attraverso la conservazione della riconoscibilità e la salvaguardia delle visuali; 4. attività di contenimento degli effetti derivanti da aggressione ambientale; 5. attività di contenimento degli effetti derivanti da aggressione antropica; 6. interventi non ammissibili 7. attività di diagnostica conoscitiva, sempre obbligatoria anche nelle fasce di attenzione e di rispetto. Il terzo obiettivo specifico (C) del piano è la valorizzazione attraverso il recupero urbanistico unitario e la tutela del paesaggio storico urbano. Con questa finalità, il piano individua le principali azioni di: 1. attività di restauro dell'accessibilità storica e di integrazione della percorribilità per la fruizione turistico‐culturale 2. attività di valorizzazione notturna 3. programma per la gestione compatibile del traffico veicolare e la sosta 4. sistemazioni a verde e aree per il tempo libero Nell'ambito delle azioni descritte all'interno dei obiettivi generali e specifici già enumerati, gli interventi diretti e indiretti, le azioni da intraprendere e le conseguenti opere da eseguire, per ogni singolo elemento (bastione, cortina, porta, ponte, fossa, terrapieno), dovranno essere descritti attraverso apposite schede di progetto, che dimostrino la coerenza dell'intervento proposto agli indirizzi di questo piano, sia in termini di restauro conservativo delle strutture e dei materiali che di recupero unitario e valorizzazione urbana. I progetti dovranno dimostrare di essere stati concepiti all'interno di un'accurata analisi critica preliminare dei luoghi, condotta sotto il profilo storico‐documentale, materico, archeologico/stratigrafico; presentare elevata qualità architettonica, anche con riferimento all'impiego di soluzioni tecnologiche innovative per le quali siano già state dimostrate affidabilità e sostenibilità; mirare al miglioramento delle condizioni di accessibilità e fruibilità e al potenziamento dell'attrattività turistica, al miglioramento ambientale, nonché alla coerenza e sostenibilità culturale e gestionale. A lato, la Torre dell’Elefante, vista dalla via Università Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie Non sono ammesse in nessun caso demolizioni di parti storiche o comunque storicizzate, ricostruzioni arbitrarie o interventi che snaturino l'aspetto e la leggibilità delle funzioni originarie, nuove costruzioni che arrechino danno materiale o alterino la natura e la percezione paesaggistica del monumento, senza produrre un nuovo valore paesaggistico. Tra gli altri, sono ritenuti ammissibili:  gli interventi diretti, coordinati dal Comune su finanziamenti di tipo pubblico (Unione Europea, Regione, Comune, Sovrintendenza);  gli interventi indiretti, anche di recupero urbanistico, demandati di volta in volta a soggetti privati in collaborazione con il Comune, eventualmente con la partecipazione pubblica, all’interno di progetti di finanza o altre forme di progettazione concertata/perequata. In tali interventi sarà sempre previsto, mediante apposita convenzione, al recupero–restauro delle mura, alla realizzazione di percorsi e/o alla cessione di aree verdi/di servizio o di rispetto del monumento;  gli interventi di tipo privato relativi alle porzioni murarie incluse nel tessuto costruito del centro storico. Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie Obiettivo Specifico A ‐ La conoscenza integrata e la costruzione della carta del rischio A) La conoscenza integrata e la costruzione della carta del rischio Il sistema murato, così come descritto nelle sue articolazioni geografiche ed architettoniche (cfr. schede di ambito), rappresenta una complessa e stratificata macchina urbana, finora studiata in maniera prevalentemente parziale, secondo approcci monotematici e monodisciplinari. Il riconoscimento dei valori storici e paesaggistici del monumento nel suo insieme è subordinato ad un momento di sistematizzazione e incremento della conoscenza delle singole parti, ma soprattutto, alla comprensione delle relazioni fisiche, cronologiche, tipologiche e funzionali esistenti o esistite nei diversi momenti storici tra i vari elementi costituenti. Tale conoscenza è raggiungibile solo attraverso da un programma coordinato di studi tecnico‐scientifici che, mediante l'attuazione di un protocollo di indagine interdisciplinare, restituiscano un quadro più calibrato ed attendibile della consistenza del patrimonio oggi, sia quello noto ed emergente, sia quello dell'archeologia urbana. Le attività, di tipo interdisciplinare dovranno riguardare le seguenti attività:  sistematizzazione delle fonti documentarie e, in particolare, dell'ingente patrimonio cartografico, fotografico e storico‐documentale civile e militare tra cui vedute, progetti redatti dai tecnici militari, catasti e rilievi;  individuazione delle strutture riferibili al sistema murato, a qualsiasi epoca esse siano appartenute;  rilievo geometrico digitale, fotogrammetrico e georeferenziazione degli elementi per la ricomposizione del sistema funzionale di riferimento;  analisi materica e delle tecniche costruttive attraverso l'impiego di sistemi avanzati di caratterizzazione dei materiali e diagnostica non distruttiva;  indagini geologiche e geotecniche;  analisi e monitoraggio costante dello stato di conservazione (strutturale, architettonico, delle superfici);  rilievo critico, analisi stratigrafica e mensiocronologica delle strutture e dei diversi interventi di restauro occorsi nel tempo;  rilievi e prospezioni archeologiche estese e studi di archeologia urbana. Affinché la conoscenza sia effettivamente integrata, occorre che le precedenti analisi siano condotte all'interno di un quadro di riferimento A lato, analisi e mappatura scientifica delle tecniche murarie nella Porta di Altamira. univoco e che confluiscano in un unico contenitore informatico, costruito su base cartografica. Si tratta di un documento cartografico dinamico in grado di segnalare ‐ all'interno di un numero ristretto di comparti ‐ i tratti di fortificazione ancora esistenti e visibili, le ipotesi di percorso dei segmenti scomparsi o "nascosti" all'interno della trama urbana più recente e definire un'area di rispetto utile a garantire la conservazione delle "visuali paesaggistiche" e tenere alta la soglia di attenzione lungo i margini delle forme e degli spazi un tempo occupati dalla linea di difesa, un perimetro che andava ben oltre le strutture visibili fuori terra (porte di soccorso, gallerie di contromina, fossati e strade coperte, strutture accessorie...oggi potenzialmente posizionate al di sotto del piano stradale). Inoltre, gli elementi considerati devono necessariamente tenere in considerazione non soltanto il perimetro murato incluso nella città storica, ma anche gli elementi territoriali naturali o costruiti (morfologia del terreno, geografia della costa, rete di difesa costiera e territoriale) che nel tempo hanno funzionato 'in rete' con la 'cittadella' vera e propria. E' naturale che un tale impalcato di studio non può costituire l'esito di un'unica ricerca o progetto. Proprio in quest'ottica, il piano, dettando i criteri di lavoro e le direttrici per la conservazione e le trasformazioni sostenibili della città storica, deve porre le basi anche per la costruzione di un mosaico della conoscenza che, attraverso la graduale implementazione, porti ad un successivo incremento dei livelli di tutela, garantendo un contestuale costante incremento dei livelli di conoscenza del patrimonio stesso. A questo proposito, è utile sottolineare che, come è anche emerso dall'analisi storico‐critica, molti elementi del sistema difensivo si trovano oggi inclusi in sedimi privati, ove il controllo delle trasformazioni e la documentazione dei ritrovamenti è di difficile attuazione, seppure sia comunque normata attraverso la disciplina dei ritrovamenti contenuta nel Codice del Beni Culturali (D. lsl. 42/20014). In quest'ottica, la stesura di una puntuale carta del rischio del patrimonio fortificato dovrebbe condurre all'istituzione di livelli di tutela crescenti sulle aree pubbliche e soprattutto private che insistono su perimetri suscettibili di ritrovamenti, garantendo, nello stesso tempo, supporto specialistico nella valutazione critica delle strutture e nelle scelte conservative e di valorizzazione. Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie Obiettivo Specifico C ‐ La valorizzazione attraverso il recupero urbanistico unitario e la tutela del paesaggio storico urbano B) La conservazione e il monitoraggio dell'integrità materica, la tutela della valenza architettonica e paesaggistica e il controllo della vulnerabilità intrinseca ed ambientale La tutela del patrimonio parte dalla conservazione della sua integrità materica. Lo stato di conservazione dei manufatti si presenta attualmente molto diversificato, anche in relazione alle differenti tipologie di manufatti e ai disomogenei interventi di restauro che sono stati realizzati sulle cortine murarie e strutture fortificate dal 1866, momento della dismissione, ad oggi. Differenti modalità storiche di integrazione delle lacune generate da fenomeni di erosione: a)‐b) laterizio; c)‐d), elementi in pietra con forme differenti o con diverso trattamento superficiale dei conci come nel casi e), fino all'impiego di 'mattonelle' di pietra o ceramica come nel caso f). Le aggiornate correnti di pensiero in materia di conservazione e restauro del patrimonio culturale, ampiamente recepite dalla normativa di settore, inducono ad assumere quale principio fondamentale per la definizione dell'intervento sul sistema fortificato il criterio archeologico e stratigrafico, sia in termini di restauro della materia storica, che in termini di possibili integrazioni funzionali, con particolare attenzione non soltanto al trattamento della singola unità componente, ma anche al trattamento delle interfacce, intese come luoghi fisici di interazione tra la materia antica, l'ambiente e i nuovi inserimenti. Il principio stratigrafico, infatti, assunto quale criterio ispiratore dell'intervento di conservazione e integrazione, è in grado di assicurare l'aderenza ai criteri fondamentali del restauro contemporaneo, ovvero il minimo intervento, la riconoscibilità, la compatibilità, la e l'attualità espressiva. Per quanto concerne le azioni di salvaguardia, in linea generale, è prescritta la massimizzazione della conservazione della materia storica e delle sue stratificazioni, il mantenimento della lettura stratigrafica delle strutture storiche e delle relative interfacce, escludendo come principio qualsiasi ricostruzione mimetica falsificante, oltre che le generali ricoperture o alterazioni della lettura superficiale delle tipologie murarie e la cancellazione dei bordi di lettura delle stratificazioni antiche. La stessa attenzione va posta nella conservazione dei segni delle demolizioni (interfacce negative) in quanto testimonianze di un momento storico‐culturale ben definito. Nel ripristino delle superfici intonacate, è escluso il ricorso ad arbitrarie 'scontornature' di elementi costruttivi e singoli conci inclusi in paramenti murari estesi, al fine di evitare fuorvianti letture gerarchiche del palinsesto costruttivo. La 'messa in evidenza' di stratigrafie obliterate deve sempre essere gestita con le modalità archeologiche ed evitare comunque di determinare un effetto formale di disordinato e sgradevole palinsesto, comunque non storicamente giustificabile. Anche nel caso in cui si renda necessario l'introduzione di nuovi elementi, siano essi presidi per il consolidamento strutturale, nuovi elementi di fabbrica necessari al miglioramento prestazionale delle architetture storiche o nuovi corpi di fabbrica o organismi architettonici di varia funzionalità, il criterio stratigrafico contribuisce alla definizione di un intervento coerente con la fabbrica, orientando le scelte culturali in chiave critica. In questo senso, l'integrazione dovrà essere progettata come una unità stratigrafica del manufatto e, insieme ad essa, dovranno essere precisate in dettaglio le scelte operate per il trattamento delle interfacce. Il tema della integrazione della lacuna materiale trova nel palinsensto storico delle tecniche utilizzate, una interessante campionatura di possibilità, consentendo una verifica critica della sostenibilità nel tempo delle diverse soluzione messe in opera. L'impiego del laterizio è sicuramente da apprezzare in quanto, adattandosi con flessibilità all'ampiezza e alla profondità della lacuna da erosione, ne limita l'impatto, mantenendo la compatibilità materiale e la riconoscibilità e creando nel contempo un effetto cromatico di indubbia valenza paesaggistica. E' inoltre, raccomandata la conservazione della patina e di qualsiasi alterazione cromatica si testimone del tempo e non arrechi pregiudizio alla conservazione del manufatto. Qualora si rendesse necessario intervenire sui versanti e i terrapieni, le opere di ripristino o rimodellazione degli andamenti delle scarpate devono Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie Obiettivo Specifico C ‐ La valorizzazione attraverso il recupero urbanistico unitario e la tutela del paesaggio storico urbano essere effettuati attraverso il ricorso a tecniche di ingegneria naturalistica con riferimento alle modalità operative della trattatistica militare storica Di seguito, si esemplificano alcuni interventi di integrazione delle lacune già effettuati sulle cortine occidentali. Dettaglio dell'intervento sulle cortine di via Santa Margherita. L'integrazione, pur effettuata con la stessa pietra utilizzata per la Porta dei Leoni, è realizzata senza il rispetto della tecnica muraria, attraverso il ricorso a 'zeppe' e ad elementi di placcaggio, con un risultato che altera la tessitura muraria, impedendo la riconoscibilità cronotipologica delle strutture e, conseguentemente, qualsiasi futuro studio sul manufatto. La porta dei Leoni, prima e dopo il restauro del 2007. Si noti l'interessante attenzione posta nella conservazione delle stratigrafie storiche e il trattamento delle interfacce. Dettaglio dell'intervento sul Bastione dello Sperone (2007). L'integrazione delle lacune è attuata secondo il principio del minimo intervento e il completamento della cornice necessaria a ridurre gli effetti del dilavamento provocato dalle acque percolanti, è eseguito in maniera distinguibile, ma cromaticamente coerente con il palinsenso murario nel quale è inserito. Conseguenza della scelta cromatica della malta utilizzata nel trattamento dei giunti per operazioni di manutenzione e protezione Dettaglio dell'intervento sulla Porta dei Leoni (2007). L'integrazione delle lacune in arenaria della Marmilla consente di mantenere la leggibilità della sequenza costruttiva storica e di distinguere con chiarezza l'intervento di restauro. Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie Obiettivo Specifico C ‐ La valorizzazione attraverso il recupero urbanistico unitario e la tutela del paesaggio storico urbano INTERVENTI AMMISSIBILI PER LA SALVAGUARDIA DELLE PERMANENZE MATERICHE Degrado dei paramenti con erosione profonda fino al distacco degli elementi in laterizio nella cortina lungo la via Porcell (bastione della Concezione). Manutenzioni  Manutenzione delle superfici murarie  Manutenzione delle pavimentazioni e controllo delle acque Pulizia  Pulizia dalla vegetazione, erbe ed arbusti di piccola taglia  Liberazione da arbusti ben radicati e alberi  Pulitura del paramento esterno da depositi e croste. In nessun caso, questa operazione deve rimuovere patine e alterazioni dovute al tempo e che non arrechino pregiudizio alla conservazione del manufatto Consolidamento  Consolidamento di murature e paramenti stabili  Consolidamento di murature e paramenti in condizioni statiche precarie  Reintegrazione di elementi erosi, anche con tecniche di smontaggio e rimontaggio  Ripristino di parti crollate/demolite di recente, con in evidenza le aggiunte  Integrazione delle lacune  Revisione e ristilatura dei giunti con il rispetto della natura e del colore del giunto preesistente e della dimensione e posizione degli elementi lapidei costituenti  Rincocciatura con criteri stratigrafici  Operazioni di cuci e scuci con criteri di compatibilità materica ed estetica, pur garantendo la distinguibilità dell'intervento Protezione  Protezione delle cortine murarie con sistemi già collaudati  Protezione delle cortine murarie con sistemi protettivi impermeabili e calpestabili Rimozioni  Rimozione di integrazioni incongrue sotto il profilo conservativo (cementi) o estetico‐formale (lapidei incongrui) RECUPERO DELL'IDENTITA' FUNZIONALE E DELLA PERCORRIBILITÀ STORICA  Recupero della memoria della funzionalità militare dei luoghi nel corso del tempo e secondo le diverse stratificazioni  Restauro e riconnessione dei camminamenti a servizio dei bastioni e cannoniere PRESCRIZIONI PER LA TUTELA INDIRETTA DEL PATRIMONIO ATTRAVERSO LA CONSERVAZIONE DELLA RICONOSCIBILITÀ E LA SALVAGUARDIA DELLE VISUALI  Conservazione delle visuali paesaggistiche da e verso le mura, tutela e conservazione dei traguardi delle visuali storiche funzionali al sistema militare verso gli altri elementi della rete di difesa su scala paesaggistica  Reintegrazione ovunque possibile di fasce di rispetto delle mura  Ripristino o rimodellazione degli andamenti delle scarpate con tecniche di ingegneria naturalistica con riferimento alle modalità operative della trattatistica militare storica  Ridefinizione delle alberature e degli spazi verdi  Abbattimento delle apparecchiature incongrue d’ostacolo alla tutela dell’integrità del monumento o di impedimento alle visuali Creazione di nuove visuali pubbliche  Allontanamento delle funzioni moleste  Revisione della cartellonistica stradale e dell’illuminazione stradale ed eliminazione delle eventuali interferenze con la percezione del sistema difensivo ATTIVITÀ DI CONTENIMENTO DEGLI EFFETTI DERIVANTI DA AGGRESSIONE AMBIENTALE  Revisione delle aree di transito veicolare e sosta al fine di ridurre l'esposizione diretta e ravvicinata delle superfici murarie all'aggressione degli agenti inquinanti ATTIVITÀ DI CONTENIMENTO DEGLI EFFETTI DERIVANTI DA AGGRESSIONE ANTROPICA INTERVENTI DA EVITARE O DA ESEGUIRE CON ESTREMA CAUTELA, QUALORA NE SIA DIMOSTRATA LA NECESSITA'  Svuotamenti dei terrapieni, escludendo in tutti i casi qualsiasi alterazione strutturale invasiva in grado di modificare la natura e la stabilità dei riempimenti  Restauri di liberazione  Interruzione della continuità visiva del sistema bastionato con demolizioni, addossamenti o modifiche del profilo murato  Introduzione di elementi avulsi dal contesto paesaggistico storico e che modifichino la percezione dell’insieme organico storico Soluzioni recenti di integrazione della lacuna con materiali distinguibili di forte impatto per la regolarità degli elementi componenti e la lavorazione superficiale degli stessi. Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie Obiettivo Specifico C ‐ La valorizzazione attraverso il recupero urbanistico unitario e la tutela del paesaggio storico urbano ATTIVITA' AMMISSIBILI DI DIAGNOSTICA CONOSCITIVA, STRATIGRAFIA E ARCHEOLOGIA URBANA Tali attività rappresentano indagini di carattere preventivo obbligatorio anche nelle fasce di attenzione e di rispetto  Rilievo delle permanenze e ricostruzione delle fasi costruttive e dei modelli di funzionamento del sistema difensivo anche attraverso strumenti di grafica tridimensionale, modellazione digitale e plastici  Diagnostica non distruttiva  Scavo, con assistenza continua di esperti (restauratori, archeologi)  Analisi stratigrafica degli elevati  Scavo, con assistenza continua di esperti (restauratori, archeologi) e, ove possibile, anche mediante scavo archeologico, messa in luce delle parti nascoste o sotterranee (casematte, ponti, cannoniere di cortina, gallerie, sortite, ecc.) Cortile della Torre di San Pancrazio. Vista dell’area allestita a lapidarium da Dionigi Scano nei primi anni del Novecento e ora non fruibile al pubblico. Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie Obiettivo Specifico C ‐ La valorizzazione attraverso il recupero urbanistico unitario e la tutela del paesaggio storico urbano C) La valorizzazione attraverso il recupero urbanistico unitario e la tutela del paesaggio storico urbano Vocazione storica del terrapieno come ‘pubblico passeggio’, G. Cominotti, E. Marchesi, veduta del Palazzo Regio verso i pubblici passeggi (1832 ca). Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie CARTA DELLE PERMANENZE E INQUADRAMENTO DEI COMPARTI
PERIMETRAZIONE DEI COMPARTI
A. DALLA TORRE DELL'ELEFANTE
CORTINA DI SAN GUGLIELMO
ALLA
B. BASTIONI OCCIDENTALI, DALLA CORTINA DI
SAN GUGLIELMO ALLA TENAGLIA DI SAN
PANCRAZIO
C. L'OPERA A CORNO E IL BUONCAMMINO
D. BASTIONI ORIENTALI, DALLA TORRE DI SAN
PANCRAZIO AL BASTIONE DI SAINT REMY
E. DAL BASTIONE DI SANT REMY ALLA TORRE
DELL'ELEFANTE
F. STAMPACE: PERMANENZE URBANE, PORTA
STAMPACE LA CORTINA DI SAN MICHELE
G. MARINA: PERMANENZE URBANE, IL
BASTIONE DI SAN GIACOMO E IL RIVELLINO
DEL GESUS
H. VILLANOVA: PERMANENZE URBANE,
PORTICO ROMERO IL CONVENTO DI SAN
DOMENICO
Carta degli ambiti. Il pedice ‘Ti’ si riferisce ad un ambito di ‘tutela integrale’, il pedice R ad un ambito di 'rispetto' e il pedice P ad un ambito di forte relazione 'paesaggistica' con il comparto di riferimento.
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Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘A’ ‐ DALLA TORRE DELL’ELEFANTE ALLA CORTINA DI SAN GUGLIELMO
DESCRIZIONE DELL'AMBITO
L’ambito include il tratto di circuito murario
compreso tra la Torre dell’Elefante alla
cortina di San Guglielmo. Il sistema può
essere considerato come ambito unitario in
quanto la sua configurazione attuale è il
risultato dell’adeguamento cinquecentesco
‘alla moderna’ del precedente perimetro
pisano‐aragonese, avviato agli inizi del
secolo su iniziativa dei Vicerè e perfezionato
tra il 1552 e il 1578 ad opera degli ingegneri
militari Rocco Capellino e dei fratelli Paleari
Fratino. Tuttavia, l’area si presenta
pluristratificata con strutture di ampia
cronologia:
‐ torre dell’Elefante e porzioni di cortine e
torri inglobate all’interno del Bastione di
Santa Croce (XIV secolo);
‐ Cortina del De Cardona e tracce della
struttura a baluardo del Dusay (prima metà
XVI sec.)
‐ Bastione di Santa Croce (1568‐1578)
‐ Cortina di San Guglielmo (seconda metà
XVI sec.)
‐ Cortina di Santa Chiara (1575‐76)
‐ Bassofianco e controguardia (De Vincenti,
1727‐1733)
‐ Caserma Carlo Emanuele III (1723‐1728) e
riconversione a spazio museale (anni 90 XXI
sec.)
‐ Ricuciture e integrazioni delle superfici
(post 1866)
ǀ IDENTIFICAZIONE
L’ambito perimetra e racchiude un’area
urbana
ampia,
caratterizzata
dalla
commistione tra architetture militari, di cui
molte ipogee e complessi civili e religiosi,
che insistono su preesistenze funzionali alle
opere difensive (camminamenti, porte di
soccorso, cannoniere, cisterne, etc.).
Perimetrazione dell’ambito e livelli di tutela
Vedute a 45° dell’ambito (fonte_RAS)
AREE E PARTI DEL SISTEMA DIFENSIVO
NELL’AMBITO
Torre dell’Elefante
Cortina del De Cardona
Cortina ripiegata di Santa Chiara
Bastione di Santa Croce
Bassofianco e controguardia di Santa Croce
INCLUSE
Stratigrafia articolata con il Bastione di Santa Croce, bassofianco e controguardia
Il paramento pluristratificato del Bastione di Santa Croce e della cortina di Santa Chiara
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Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘A’ ‐ DALLA TORRE DELL’ELEFANTE ALLA CORTINA DI SAN GUGLIELMO
Cartografia storica e fasi costruttive
La cartografia storica documenta il comparto in esame già dal Trecento e le sue fasi evolutive sono descritte a partire da l Cinquecento dai disegni degli ingeneri militari. ǀ SINTESI STORICO‐DOCUMENTALE
Riconversioni e restauri
Baluardo realizzato dal Dusay e traccia del baluardo di Santa Croce opera del Capellino (1568)
Veduta parziale del bastione, della
controguardia di Santa Croce e della fossa
di San Guglielmo (inizi XX sec.)
Torre dell’Elefante, prima della riapertura
del fronte interno (ante 1910)
Torre dell’Elefante,oggi
Cortina di Santa Chiara (G. Paleari 1575)
Bastione di Santa Croce negli anni ’20 del XIX secolo
Opera del Capellino (1), opera dei Paleari (2)
Bastione di Santa Croce: strutture rilevate
Bastione di Santa Croce (2011)
Cortina di San Guglielmo
Cortina di Santa Chiara (2011)
Baluardo Dusay (area di Santa Croce)
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Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘A’ DALLA TORRE DELL’ELEFANTE ALLA CORTINA DI SAN GUGLIELMO
VALORI PAESAGGISTICI E MONUMENTALI
‐Visuali dalla città bassa verso il Castello
‐ Visuali dai percorsi in quota verso la città e
il Golfo
‐ Singole emergenze architettoniche (vedi
elementi di composizione dell’ambito)
‐ Unitarietà del complesso bastionato
‐ Fulcro visuale della torre
‐ Rapporto dimensionale tra architetture
monumentali che dominano il paesaggio e
tessuto urbano storico
‐ Conservazione della leggibilità del sistema
complesso e profondità urbana verso il
quartiere di Stampace.
ǀ VALORI E CRITICITA’
CRITICITÀ E VULNERABILITÀ
‐Rischio archeologico e densità delle
strutture ‘nascoste’, costituenti l’anima
strutturale dei sistemi costruttivi
‐ Rischio
strutturale
connesso
alle
stratificazioni e trasformazioni urbane
‐ Rischio idrogeologico connesso alla
regimentazione delle acque superficiali e di
falda, spesso legato alle successive
trasformazioni
inconsapevoli
delle
sistemazioni idrauliche storiche
‐ Inclusione
delle
strutture
murarie
all’interno del tessuto urbano e difficoltà di
individuazione, riconoscimento e relativa
tutela
‐ Interferenze con il traffico veicolare
(percorrenza e sosta)
‐ Accessibilità e superamento del dislivello
dalla città bassa
‐ Presenza di integrazioni delle superfici
murarie incongrue sotto il profilo materico e
formale, con parziale cancellazione della
lettura stratigrafica e cronotipologica
‐ Porzioni localizzate di cedimenti e crolli del
paramento del bassofianco
‐ Presenza di vegetazione con apparato
radicale profondo
‐ Aggressione delle superfici da parte di
agenti inquinanti
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘A’ ‐ DALLA TORRE DELL’ELEFANTE ALLA CORTINA DI SAN GUGLIELMO
Baluardo di Santa Croce ‐ opera del Capellino
Baluardo di Santa Croce ‐ opera dei Paleari
DIAGNOSTICA CONOSCITIVA, STRATIGRAFIA E ARCHEOLOGIA URBANA
Rilievo delle permanenze e ricostruzione delle fasi costruttive e dei modelli di funzionamento del sistema difensivo nelle varie epoche, attraverso strumenti di grafica tridimensionale, modellazione digitale e plastici. Predisposizione di una carta del rischio, redatta sulla base delle conoscenze attuali e da implementare attraverso le risultanze dell’avanzamento degli studi e della disponibilità degli esiti della diagnostica
Diagnostica non distruttiva Scavo, con assistenza continua di esperti (restauratori, archeologi)
Analisi stratigrafica degli elevati
Ove possibile, anche mediante scavo archeologico, messa in luce delle parti nascoste o sotterranee (casematte, ponti, cannoniere di cortina, gallerie, sortite, ecc.)
ǀ INDIRIZZI PER IL PIANO
NORME PER LA TUTELA PROGETTI STRATEGICI PER LA VALORIZZAZIONE
TUTELA DELL’INTEGRITÀ MATERIALE
‐ Manutenzione delle superfici murarie, delle pavimentazioni e controllo delle acque
‐ Pulizia dalla vegetazione, erbe ed arbusti di piccola taglia; Liberazione da arbusti ben radicati e alberi
‐ Pulitura del paramento esterno da depositi e croste.
‐ Rimozione di integrazioni incongrue sotto il profilo conservativo (cementi) o estetico‐
formale (lapidei incongrui)
‐ Consolidamento e restauro dell’arco di accesso alla Caserma Carlo Emanuele III.
‐ Consolidamento dei crolli localizzati lungo la scarpa del bassofianco.
‐ Consolidamento e restauro delle strutture murarie storiche reintegrazione di elementi erosi; ripristino di parti crollate/demolite di recente, con in evidenza le aggiunte; Integrazione delle lacune; Revisione e ristilatura dei giunti, rincocciatura con criteri stratigrafici; operazioni di cuci e scuci
ACCESSIBILITÀ E PERCORRIBILITÀ
‐ Revisione del sistema veicolare (percorribilità e sosta)
‐ Restauro e riconnessione dei camminamenti a servizio dei bastioni e cannoniere
‐ Creazione di zone lastricate, rampe e arredi necessari a garantire accessibilità e percorribilità; ‐ Recupero e adattamento di fabbricati esistenti per servizi, informazioni, mostre, etc.
‐ Lastricatura, segnaletica e illuminazione dei percorsi
‐ Creazione di percorsi in quota e di una catena di servizi finalizzati alla fruibilità e all’attrattività del percorso turistico‐
culturale
‐ Eventuale edificazione di padiglioni e arredi, interamente reversibili, per servizi, etc.
‐ Studio di una soluzione che permetta la percorribilità continua integrata con gli altri ambiti di tipo pedonale e ciclabile
TUTELA DELL’INTEGRITÀ VISUALE E CREAZIONE DI FASCE DI ATTENZIONE E DI
RISPETTO
‐ Reintegrazione ovunque possibile di fasce di rispetto delle mura
‐ Acquisizione di fabbricati o aree da riqualificare e reinserire nel circuito di percorribilità
‐ Ripristino o rimodellazione degli andamenti delle scarpate con tecniche di ingegneria naturalistica con riferimento alle modalità operative della trattatistica militare storica
‐ Ridefinizione delle alberature e degli spazi verdi
‐Allontanamento delle funzioni moleste
VISIBILITA’ E GESTIONE DELLE INTERFERENZE
‐ Conservazione delle visuali paesaggistiche da e verso le mura, tutela e conservazione dei traguardi delle visuali storiche funzionali al sistema militare verso gli altri elementi della rete di difesa su scala paesaggistica
‐ Creazione di nuove visuali pubbliche.
‐ Revisione della cartellonistica stradale
‐ Revisione delle apparecchiature incongrue d’ostacolo alla tutela dell’integrità del monumento o di impedimento alle visuali
‐ Revisione dell’illuminazione stradale
‐ Possibile illuminazione scenografica
RIUSO E GESTIONE
‐Piano di utilizzo degli spazi pubblici
‐ Approntamento di un piano di gestione coordinata del patrimonio ‐Riprogettazione delle risalite verso Castello, sfruttando l’area della fossa di San Guglielmo
‐ Riconfigurazione delle aree di sosta attraverso un progetto integrato di valorizzazione e razionalizzazione dei sistemi di percorrenza veicolare e pedonale
INTERVENTI DA EVITARE O DA ESEGUIRE CON ESTREMA CAUTELA QUALORA NE SIA DIMOSTRATA LA NECESSITA’
‐ Svuotamenti dei terrapieni, escludendo in tutti i casi qualsiasi alterazione strutturale invasiva in grado di modificare la natura e la stabilità dei riempimenti
‐ Restauri di liberazione
‐ Interruzione della continuità visiva del sistema bastionato con demolizioni, addossamenti o modifiche del profilo murato
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘B’ ‐ BASTIONI OCCIDENTALI, DALLA CORTINA DI SAN GUGLIELMO ALLA TENAGLIA DI SAN PANCRAZIO
DESCRIZIONE DELL'AMBITO
L’ambito include il tratto di circuito murario
compreso tra la cortina di San Guglielmo e il
complesso della tenaglia di San Pancrazio.
Il segmento include strutture riconducibili
ad un periodo compreso tra il XIII secolo e la
seconda metà del XVI secolo con interventi
minori in epoca successiva ed è
rappresentativo della fase di crescita del
perimetro di difesa: un primo avanzamento
in direzione ovest, in epoca aragonese, con
l’inserimento delle torri cilindriche; un
secondo ampliamento di maggiore entità in
direzione nord in epoca moderna.
Il settore di San Pancrazio, particolarmente
vulnerabile in quanto esposto agli attacchi
da terra, risulta oggetto di una costante
"attenzione" progettuale. Infatti, nel
Trecento vengono edificate le torri
Passarina e Tedeschina; a seguire, nel corso
del Cinquecento il settore è ulteriormente
rafforzato con la realizzazione del baluardo
Dusay, così chiamato perchè edificato su
iniziativa del vicerè Joan Dusay (1499‐1503);
quindi, a partire dalla metà del
Cinquecento, si attua la realizzazione del
Bastione della Concezione e della tenaglia
di San Pancrazio ad opera dei tecnici militari
Rocco Capellino e dei fratelli Jacopo e
Giorgio Paleari Fratino.
ǀ IDENTIFICAZIONE
L’area si presenta pluristratificata con
strutture di ampia cronologia:
‐ Bastione della Concezione (XVI secolo);
‐ Torre tedeschina (XIV sec.);
‐ Torre Passarina (XIV sec.);
‐ Cortina e porta delle Seziate (XIV sec.); ‐Torre di San Pancrazio e antemurale (1305)
‐ Porta di Altamira (1692);
‐ Porta Cristina
‐ Porta del Regio Arsenale
‐ Baluardo del Dusay (1503)
‐Tenaglia di San Pancrazio (1558‐1578)
‐ Complesso museale Cittadella dei Musei
(1975‐86)
Perimetrazione dell’ambito e livelli di tutela
Vedute a 45° dell’ambito (fonte_RAS)
AREE E PARTI DEL SISTEMA DIFENSIVO INCLUSE
NELL’AMBITO
Bastione della Concezione
Torre tedeschina
Torre Passarina
Cortina e porta delle Seziate
Porta Cristina, Porta del Regio Arsenale, Porta di Altamira
Torre di San Pancrazio
Baluardo del Dusay
Tenaglia di San Pancrazio
Il Palzzo delle Seziate e la Porta di
Altamira con due delle quattro porte di
snodo urbano pertinenti alla Piazza
Arsenale
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘B’ ‐ BASTIONI OCCIDENTALI, DALLA SAN GUGLIELMO ALLA TENAGLIA DI SAN PANCRAZIO
Cartografia storica e fasi costruttive
ǀ SINTESI STORICO‐DOCUMENTALE
Riconversioni e restauri
La tenaglia di San Pancrazio, prima della
riconfigurazione a Cittadella dei Musei
Opera del Dusay
La Porta d’Apremont, demolita per
consentire il passaggio della tramvia
Stratificazione della nuova Cittadella dei
Museo sulle preesistente della tenaglia
Opera del Capellino e dei Paleari all’interno del Museo Etnografico
Opera del Capellino ‐ Pinacoteca
La Porta di Altamira, prima dell’ultima
campagna di restauri
La nuova Cittadella dei Musei e la
riconfigurazione dell’area della tenaglia
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘B’ ‐ BASTIONI OCCIDENTALI, DALLA CORTINA DI SAN GUGLIELMO ALLA TENAGLIA DI SAN PANCRAZIO
Vedute a 45° dell’ambito (fonte_RAS)
Area della tenaglia di San Pancrazio, con in evidenza la criticità della stabilità dei versanti
VALORI PAESAGGISTICI E MONUMENTALI
‐Visuali dalla città bassa verso il Castello
‐ Visuali dai percorsi in quota verso la città,
Golfo, gli stagni, la pianura, compresi i
presidi di difesa del territorio (castelli, torri
costiere, forti)
‐ Singole emergenze architettoniche (vedi
elementi di composizione dell’ambito)
‐ Articolazione ed aggregazione per
accrescimento dei nuclei fortificati
‐ Continuità costruttiva delle stratificazioni
‐ Fulcro visuale della torre
‐ Rapporto dimensionale tra architetture
monumentali che dominano il paesaggio e
tessuto urbano storico
‐ Permanenza di elementi di leggibilità del
sistema
complesso
con
particolare
riferimento alle opere accessorie che
realizzano il salto di quota tra la Fossa di San
Guglielmo e l’attuale Viale Buoncammino
‐ Potenzialità dell’integrazione ‘antico‐
nuovo’ in ternmini di qualità progettuale
della stratificazione per la riconversione ed
il riuso delle aree militari
CRITICITÀ E VULNERABILITÀ
‐Rischio archeologico e densità delle
strutture ‘nascoste’, costituenti l’anima
strutturale dei sistemi costruttivi
‐ Stabilità dei costoni rocciosi
‐ Rischio
strutturale
connesso
alle
stratificazioni e trasformazioni urbane
‐ Rischio idrogeologico connesso alla
regimentazione delle acque superficiali e di
falda, spesso legato alle successive
trasformazioni
inconsapevoli
delle
sistemazioni idrauliche storiche
‐ Trasformazioni incongrue dei terrapieni e
rischio di perdita di valori storico‐
paesaggistici
‐ Inclusione
delle
strutture
murarie
all’interno del tessuto urbano e difficoltà di
individuazione, riconoscimento e relativa
tutela
‐ Interferenze con il traffico veicolare
(percorrenza e sosta) e, in particolare, ruolo
di cerniera e ‘valico’ urbano di collegamento
tra i quartieri della città bassa (Stampace e
Villanova)
‐ Impatto del traffico veicolare sull’apporto
di agenti inquinanti sulle cortine murarie
‐ Presenza di integrazioni delle superfici
murarie incongrue sotto il profilo materico e
formale, con parziale cancellazione della
lettura stratigrafica e cronotipologica
‐ Porzioni localizzate di cedimenti e crolli
‐ Presenza di vegetazione con apparato
radicale profondo
ǀ VALORI E CRITICITA’
Cedimenti nei paramenti del Bastione della Concezione
Le criticità della Piazza Arsenale e del cortile della torre
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO “B” ‐ BASTIONI OCCIDENTALI, DALLA CORTINA DI SAN GUGLIELMO ALLA TENAGLIA DI SAN PANCRAZIO
Cittadella dei Musei – Galleria funzionale alle cannoniere della tenaglia cinquecentesca
DIAGNOSTICA CONOSCITIVA, STRATIGRAFIA E ARCHEOLOGIA URBANA
Rilievo delle permanenze e ricostruzione delle fasi costruttive e dei modelli di funzionamento del sistema difensivo nelle varie epoche, attraverso strumenti di grafica tridimensionale, modellazione digitale e plastici. Predisposizione di una carta del rischio, redatta sulla base delle conoscenze attuali e da implementare attraverso le risultanze dell’avanzamento degli studi e della disponibilità degli esiti della diagnostica
Diagnostica non distruttiva Scavo, con assistenza continua di esperti (restauratori, archeologi)
Analisi stratigrafica degli elevati
Ove possibile, anche mediante scavo archeologico, messa in luce delle parti nascoste o sotterranee (casematte, ponti, cannoniere di cortina, gallerie, sortite, ecc.)
NORME PER LA TUTELA PROGETTI STRATEGICI PER LA VALORIZZAZIONE
TUTELA DELL’INTEGRITÀ MATERIALE
‐ Manutenzione delle superfici murarie, delle pavimentazioni e controllo del deflusso delle acque superficiali
‐ Pulizia dalla vegetazione, erbe ed arbusti di piccola taglia; liberazione da arbusti ben radicati e alberi
‐ Pulitura del paramento esterno da depositi e croste
‐ Rimozione di integrazioni incongrue sotto il profilo conservativo (cementi) o estetico‐
formale (lapidei incongrui)
‐ Consolidamento e restauro della Porta di Altamira
‐ Ispezione, messa in sicurezza e restauro dei locali voltati (cannoniere) posizionati nelle facce della tenaglia verso l’area della Caserma Carlo Alberto e loro riconnessione al sistema di riferimento
‐ Consolidamento dei crolli localizzati lungo la via Porcell/via dei Genovesi
‐ Consolidamento e restauro delle strutture murarie storiche reintegrazione di elementi erosi; ripristino di parti crollate/demolite di recente, con in evidenza le aggiunte; Integrazione delle lacune; Revisione e ristilatura dei giunti, rincocciatura con criteri stratigrafici; operazioni di cuci e scuci
‐ Monitoraggio stabilità dei costoni rocciosi
ACCESSIBILITÀ E PERCORRIBILITÀ
‐Restauro e riconnessione dei camminamenti a servizio dei bastioni e cannoniere
‐ Ripristino dei collegamenti tra l’ex museo Archeologico e la Cittadella dei Musei, attraverso il Palazzo delle Seziate e il Baluardo del Dusay
‐ Creazione di zone lastricate, rampe e arredi necessari a garantire accessibilità e percorribilità; ‐ Recupero e adattamento di fabbricati esistenti per servizi, informazioni,, etc.
‐ Lastricatura, segnaletica e illuminazione dei percorsi
‐ Creazione di percorsi in quota e di una catena di servizi finalizzati alla fruibilità e all’attrattività del percorso turistico‐
culturale
‐ Studio di una soluzione che permetta la percorribilità continua integrata con gli altri ambiti di tipo pedonale e ciclabile
‐Revisione dei sensi di percorrenza viaria e degli accessi al quartiere Castello TUTELA DELL’INTEGRITÀ VISUALE E CREAZIONE DI FASCE DI ATTENZIONE E DI
RISPETTO
‐ Reintegrazione ovunque possibile di fasce di rispetto delle mura, anche in relazione alla possibilità di acquisizione delle aree militari adiacenti alla tenaglia (antico fossato cinquecentesco)
‐ Acquisizione di fabbricati o aree da riqualificare e reinserire nel circuito di percorribilità
‐ Ridefinizione delle alberature e degli spazi verdi
‐ Allontanamento delle funzioni moleste
ǀ INDIRIZZI PER IL PIANO
VISIBILITA’ E GESTIONE DELLE INTERFERENZE
‐ Conservazione delle visuali paesaggistiche da e verso le mura, tutela e conservazione dei traguardi delle visuali storiche funzionali al sistema militare verso gli altri elementi della rete di difesa su scala paesaggistica
‐ Creazione di nuove visuali pubbliche
‐ Revisione della cartellonistica stradale
‐ Abbattimento delle apparecchiature incongrue d’ostacolo alla tutela dell’integrità del monumento o di impedimento alle visuali
‐ Revisione dell’illuminazione stradale
‐ Possibile illuminazione scenografica
RIUSO E GESTIONE
‐Piano di utilizzo degli spazi pubblici
‐ Approntamento di un piano di gestione coordinata del patrimonio ‐ L'ambito attualmente ospita strutture museali che potrebbero costituire i tasselli di un percorso "continuo" lungo le mura
Ipotesi di controllo del traffico veicolare nella piazza Arsenale, attualmente snodo urbano di collegamento tra i quartieri di Stampace e Villanova, ma anche ingresso Nord per Castello e Ipotesi di ricollegamento del percorso delle mura: dall’ex museo archeologico al baluardo del Dusay
e cittadella dei musei
INTERVENTI DA EVITARE O DA ESEGUIRE CON ESTREMA CAUTELA QUALORA NE SIA DIMOSTRATA LA NECESSITA’
‐ Svuotamenti dei terrapieni, escludendo in tutti i casi qualsiasi alterazione strutturale invasiva in grado di modificare la natura e la stabilità dei riempimenti
‐ Restauri di liberazione
‐ Interruzione della continuità visiva del sistema bastionato con demolizioni, addossamenti o modifiche del profilo murato
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘C’ ‐ L’OPERA A CORNO E IL BUONCAMMINO
DESCRIZIONE DELL'AMBITO
L’ambito conclude il disegno della città
murata in epoca piemontese, definendo il
limite ultimo della linea difensiva nel settore
nord della città. Il tratto di circuito murario
considerato risulta compreso tra la tenaglia
cinquecentesca e l'opera a corno progettata
dagli ingegneri piemontesi.
L’area presenta strutture riconducibili al
Settecento sabaudo e all’uso militare
dell’area dall’Ottocento ad oggi:
‐ Falsabraga a tenaglia della Concezione (1733)
‐ Tenaglione della Concezione (1739‐41)
‐ Bastione di San Filippo e cortine di raccordo (1728‐33)
‐ Cortina di Porta Reale (1745‐46)
‐ Beato Emanuele e cortina di raccordo con la Tenaglia (1728‐33)
‐ Sistema delle Caserme
‐ Giardini Pubblici ed ex Polveriera
ǀ IDENTIFICAZIONE
L'ambito con la sistemazione del Viale Buon
Cammino ha subito notevoli modificazioni
pur conservando la "leggibilità" di alcuni
tratti dell'opera a corno e delle opere
accessorie. Attualmente le aree "interne" al
perimetro settecentesco risultano occupate
da edifici militari che potrebbero rientrare
in un piano di recupero funzionale dei
camminamenti storici. Di particolare
interesse appare il versante ovest che
prospetta sul Palazzo delle Scienze e su gli
altri edifici oggi dell'Università. Tale spazio
può fungere da connettore tra l'area di
Santa Croce e il Buon Cammino ampliando il
circuito di percorrenza delle mura che
giungerebbe a ridosso dell'ex Carcere di
Buon Cammino riconnettendo nel sistema i
Giardini Pubblici e la ex Polveriera.
Perimetrazione dell’ambito e livelli di tutela
Vedute a 45° dell’ambito (fonte_RAS)
AREE E PARTI DEL SISTEMA DIFENSIVO INCLUSE
NELL’AMBITO
Falsabraga a tenaglia della Concezione
Tenaglione della Concezione
Bastione di San Filippo e cortine di raccordo
Cortina di Porta Reale
Beato Emanuele e cortina di raccordo con la Tenaglia Ex Polveriera
Piano regolare dello spianata della Polveriera e suoi accessori e progetti per il Beato Emanuele (XIX secolo)
Tenaglione della Concezione e Bastione di San Filippo
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘C’ ‐ L’OPERA A CORNO E IL BUONCAMMINO
VALORI PAESAGGISTICI E MONUMENTALI
‐ Visuali dai percorsi in quota verso la città,
il Golfo, gli stagni, la pianura, compresi i
presidi di difesa del territorio (castelli, torri
costiere, forti)
‐ Singole emergenze architettoniche (vedi
elementi di composizione dell’ambito)
‐ Unitarietà del complesso bastionato in
relazione all’appartenenza ad un’unica fase
di impianto (piemontese)
‐ Testimonianze di riconversione urbana
post‐dismissioni, con viabilità alberata,
demolizioni di porzioni del perimetro
murato (Porta Reale)
‐ Permanenza di elementi di leggibilità del
sistema
complesso
con
particolare
riferimento alle opere accessorie che
realizzano il salto di quota tra la Fossa di San
Guglielmo e l’attuale Viale Buoncammino
‐ Vocazione naturale alla percorribilità e
riuso con finalità turistico‐ricreative
‐ Continuità tra il Buoncammino e l’area dei
Giardini Pubblici e dell’ex Polveriera
attraverso il cosiddetto ‘canyon’ esistente
tra la chiesa di San Lorenzo e il carcere di
Buoncammino
‐ Continuità con l’asse dell’Anfiteatro
Romano e l’Orto di Palabanda
‐ Stretta
relazione
paesaggistica
e
funzionale tra le strutture militari del
Buoncammino e l’area delle cliniche
Universitarie, dal Palazzo delle Scienze
all’Ospedale Civile
‐ Ruolo strategico del compendio militare
storico in relazione alla possibile
riconnessione tra i poli urbani dei Giardini
Pubblici e Fossa di San Guglielmo e relative
valenze paesaggistiche e culturali.
La valenza paesaggististica e la grande potenzialità per la fruibilità del contesto murato offerta dai percorsi esistenti tra il Palazzo delle Scienze e il Buoncammino
ǀ VALORI E CRITICITA’
CRITICITÀ E VULNERABILITÀ
‐ Rischio archeologico e densità delle
strutture ‘nascoste’, costituenti l’anima
strutturale dei sistemi costruttivi
‐Rischio idrogeologico connesso alla
regimentazione delle acque superficiali e di
falda, spesso legato alle successive
trasformazioni
inconsapevoli
delle
sistemazioni idrauliche storiche
‐ Trasformazioni incongrue dei terrapieni e
rischio di perdita di valori storico‐
paesaggistici
‐Interferenze con il traffico veicolare
(percorrenza e sosta)
‐Presenza di integrazioni delle superfici
murarie incongrue sotto il profilo materico e
formale, con parziale cancellazione della
lettura stratigrafica e cronotipologica
‐ Porzioni estese di cedimenti e crolli
‐ Presenza di vegetazione con apparato
radicale profondo
‐ Abbandono e parziale ruderizzazione di
strutture militari storiche (panificio militare,
caserme Griffa, edifici in aderenza al
perimetro della tenaglia,…)
‐ Cedimenti strutturali dei terrapieni e dei
costoni rocciosi
‐ Degrado urbano e scarsa inclusione
culturale della chiesetta del Buoncammino,
stretta tra i ‘villini’ dell’espansione
novecentesca e recente (palazzo Belvedere)
‐ Interferenza visiva del Palazzo Belvedere
nello skyline della porzione nord della città
murata
‐ Mancata fruibilità dell’ampia area militare
‐ Degrado urbano di aree ad uso abusivo
(compendio dell’area della caserma Griffa)
Vedute a 45° dell’ambito (fonte_RAS)
La fossa di San Guglielmo e la su potenzialità in termini di collegamenti verticali verso Castello e il Buoncammino
Il tenaglione della Concezione con grandi potenzialità di miglioramento del sistema del verde e la realizzazione di un percorso intorno alle mura
Il Bastione di San Filippo e le aree di pertinenza da riqualificare in un’ottica di fruizione integrata degli spazi intorno alle mura
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO “C” ‐ L’OPERA A CORNO E IL BUONCAMMINO
Falsabraga e tenaglione della Concezione con grandi potenzialità di miglioramento del sistema del verde e la realizzazione di un percorso intorno alle mura
DIAGNOSTICA CONOSCITIVA, STRATIGRAFIA E ARCHEOLOGIA URBANA
Rilievo delle permanenze e ricostruzione delle fasi costruttive e dei modelli di funzionamento del sistema difensivo nella sua interezza nelle varie epoche, attraverso strumenti di grafica tridimensionale, modellazione digitale e plastici. Predisposizione di una carta del rischio, redatta sulla base delle conoscenze attuali e da implementare attraverso le risultanze dell’avanzamento degli studi e della disponibilità degli esiti della diagnostica
Diagnostica non distruttiva Scavo, con assistenza continua di esperti (restauratori, archeologi)
Analisi stratigrafica degli elevati
Ove possibile, anche mediante scavo archeologico, messa in luce delle parti nascoste o sotterranee (casematte, cannoniere di cortina, gallerie, sortite, ecc.)
ǀ INDIRIZZI PER IL PIANO
NORME PER LA TUTELA PROGETTI STRATEGICI PER LA VALORIZZAZIONE
TUTELA DELL’INTEGRITÀ MATERIALE
‐ Manutenzione delle superfici murarie, delle pavimentazioni e controllo del deflusso delle acque superficiali
‐ Pulizia dalla vegetazione, erbe ed arbusti di piccola taglia; liberazione da arbusti ben radicati e alberi
‐ Pulitura del paramento esterno da depositi e croste
‐ Rimozione di integrazioni incongrue sotto il profilo conservativo (cementi) o estetico‐
formale (lapidei incongrui)
‐ Consolidamento e restauro delle strutture appartenenti al bastione di San Filippo e in particolare ai fabbricati afferenti all’ex panificio militare (forni, camminamenti, etc)
‐ Consolidamento dei crolli localizzati lungo i bastioni di San Filippo e del Beato Emanuele.
‐ Consolidamento e restauro delle strutture murarie storiche reintegrazione di elementi erosi; ripristino di parti crollate/demolite di recente, con in evidenza le aggiunte; Integrazione delle lacune; Revisione e ristilatura dei giunti, rincocciatura con criteri stratigrafici; operazioni di cuci e scuci
ACCESSIBILITÀ E PERCORRIBILITÀ
‐Restauro e riconnessione dei camminamenti a servizio dei bastioni e cannoniere
‐ Ripristino dei collegamenti tra l’ex museo Archeologico e la Cittadella dei Musei, attraverso il Palazzo delle Seziate e il Baluardo del Dusay
‐ Creazione di zone lastricate, rampe e arredi necessari a garantire accessibilità e percorribilità; ‐ Recupero e adattamento di fabbricati esistenti per servizi, informazioni, mostre, etc.
‐ Lastricatura, segnaletica e illuminazione dei percorsi
‐ Creazione di percorsi in quota e di una catena di servizi finalizzati alla fruibilità e all’attrattività del percorso turistico‐
culturale
‐ Studio di una soluzione che permetta la percorribilità continua integrata con gli altri ambiti di tipo pedonale e ciclabile
‐Revisione dei sensi di percorrenza viaria e degli accessi al quartiere Castello TUTELA DELL’INTEGRITÀ VISUALE E CREAZIONE DI FASCE DI ATTENZIONE E DI
RISPETTO
‐ Reintegrazione ovunque possibile di fasce di rispetto delle mura
‐ Acquisizione di fabbricati o aree da riqualificare e reinserire nel circuito di percorribilità
‐ Ripristino o rimodellazione degli andamenti delle scarpate con tecniche di ingegneria naturalistica con riferimento alle modalità operative della trattatistica militare storica
‐ Ridefinizione delle alberature e degli spazi verdi
‐ Allontanamento delle funzioni moleste
VISIBILITA’ E GESTIONE DELLE INTERFERENZE
‐ Conservazione delle visuali paesaggistiche da e verso le mura, tutela e conservazione dei traguardi delle visuali storiche funzionali al sistema militare verso gli altri elementi della rete di difesa su scala paesaggistica
‐ Creazione di nuove visuali pubbliche
‐ Revisione della cartellonistica stradale
‐ Abbattimento delle apparecchiature incongrue d’ostacolo alla tutela dell’integrità del monumento o di impedimento alle visuali
‐ Revisione dell’illuminazione stradale
‐ Possibile illuminazione scenografica
RIUSO E GESTIONE
‐Piano di utilizzo degli spazi pubblici
‐ Approntamento di un piano di gestione coordinata del patrimonio ‐ L'ambito attualmente ospita strutture museali che potrebbero costituire i tasselli di un percorso "continuo" lungo le mura
‐ Riconversione ad uso civile delle aree militari del San Filippo
Le mura del Bastione di San Filippo prima dei restauri
INTERVENTI DA EVITARE O DA ESEGUIRE CON ESTREMA CAUTELA QUALORA NE SIA DIMOSTRATA LA NECESSITA’
‐ Svuotamenti dei terrapieni, escludendo in tutti i casi qualsiasi alterazione strutturale invasiva in grado di modificare la natura e la stabilità dei riempimenti
‐ Restauri di liberazione
‐ Interruzione della continuità visiva del sistema bastionato con demolizioni, addossamenti o modifiche del profilo murato
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘D’ ‐ BASTIONI ORIENTALI, DALLA TORRE DI SAN PANCRAZIO AL BASTIONE DI SAINT REMY
Vedute a 45° dell’ambito (fonte_RAS)
AREE E PARTI DEL SISTEMA DIFENSIVO INCLUSE
NELL’AMBITO
Bastione San Carlo
Cortina e torre di Santa Lucia
Bastione del Regio Palazzo Bastione del Vicerè Cortina di Santa Caterina Bastione di San Caterina Bastione di Saint Remy
Strada Coperta e fossato
DESCRIZIONE DELL'AMBITO
L’ambito include l'intero versante orientale
del Castello caratterizzato dai bastioni
piemontesi alla quota dell'attuale viale
Regina Elena, dalla cortina pisana che
accompagna l'andamento della rocca e
dall'area del Complesso di San Remy,
sistemazione di fine Ottocento che al suo
interno "ospita" i bastioni cinquecenteschi
di Villanova e dei Calderai e strutture di
epoca antecedente.
La successione di bastioni posizionati
all'altezza della via Regina Elena e del
terrapieno (fossato e strada coperta
dell'opera settecentesca) occupa le aree
sottostanti la rocca del quartiere Castello
lasciando ancora ‐ parzialmente fruibile ‐ un
percorso che collegherebbe l'area del San
Remy con i giardini pubblici.
Un ulteriore elemento di interesse è
costituito dalla possibilità di collegamento
tra la via Regina Elena e la via Università
("fuori e dentro il Castello" e collegamento
città bassa/rocca) attraverso la passeggiata
coperta e gli spazi "recuperati"del bastione
dello Sperone interno al San Remy.
La cronologie delle strutture presenti
nell'area occupa uno spazio temporale
compreso tra la fondazione pisana e le
opere del Settecento:
Bastione San Carlo (1726)
Cortina di Santa Lucia (1726‐33)
Torre di Santa Lucia (XIII‐XIV sec.)
Bastione del Regio Palazzo (1728)
Bastione del Vicerè (1736‐38)
Cortina di Santa Caterina (1726‐33)
Bastione di San Caterina (1530)
Bastione di Saint Remy (1902)
Terrapieno, ex strada coperta
ǀ IDENTIFICAZIONE
Elementi funzionali del sistema di difesa San Pancrazio‐Dusay
Torre di Santa Lucia e cortina medievale nei documenti d’archivio
Perimetrazione dell’ambito e livelli di tutela
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO “D” ‐ BASTIONI ORIENTALI, DALLA TORRE DI SAN PANCRAZIO AL BASTIONE DI SAINT REMY
Vedute a 45° dell’ambito (fonte_RAS)
Componente paesaggistica nel rapporto visuale ‘da’ e ‘verso’ le mura nel comparto orientale della città
VALORI PAESAGGISTICI E MONUMENTALI
‐ Visuali dai percorsi in quota verso la città,
il Golfo, gli stagni, la pianura, compresi i
presidi di difesa del territorio (castelli, torri
costiere, forti)
‐ Singole emergenze architettoniche (vedi
elementi di composizione dell’ambito)
‐Rapporto dimensionale tra architetture
monumentali che dominano il paesaggio e
tessuto urbano storico
‐ Conservazione della leggibilità del sistema
complesso e profondità urbana verso il
quartiere di Villanova.
‐ Continuità costruttiva delle stratificazioni
‐ Permanenza di elementi di leggibilità del
sistema
complesso
con
particolare
riferimento alle opere accessorie che
realizzano il salto di quota tra il Castello e
Villanova
‐Testimonianze di riconversione urbana
post‐dismissioni, con viabilità alberata,
demolizioni di porzioni del perimetro
murato e addossamenti (bastione della
Zecca)
‐ Vocazione naturale alla percorribilità e
riuso con finalità turistico‐ricreative, anche
in relazione alla riconnessione tra il Bastione
Saint Remy e i Giardini Pubblici
‐Ruolo strategico di snodo del Bastione di
Saint Remy in relazione alla riconnessione
tra i quartieri storici di Castello, Villanova e
Marina e relative valenze paesaggistiche e
culturali.
‐ Valenza paesaggistica della sistemazione
novecentesca del Terrapieno e della
Passegiata
coperta
e
relative
interconnessioni visive con altri landmark
della città estesa (colli, emergenze
monumentali, nuovi simboli della città
contemporanea)
ǀ VALORI E CRITICITA’
CRITICITÀ E VULNERABILITÀ
‐Rischio archeologico e densità delle
strutture ‘nascoste’, costituenti l’anima
strutturale dei sistemi costruttivi
‐ Rischio
strutturale
connesso
alle
stratificazioni e trasformazioni urbane
‐ Rischio idrogeologico connesso alla
regimentazione delle acque superficiali e di
falda, spesso legato alle successive
trasformazioni
inconsapevoli
delle
sistemazioni idrauliche storiche
‐ Inclusione
delle
strutture
murarie
all’interno del tessuto urbano e difficoltà di
individuazione, riconoscimento e relativa
tutela
‐ Interferenze con il traffico veicolare
(percorrenza e sosta)
‐ Accessibilità e superamento del dislivello
dalla città bassa
‐ Interferenza visiva dei sistemi di
superamento dei dislivelli
‐ Presenza di integrazioni delle superfici
murarie incongrue sotto il profilo materico e
formale, con parziale cancellazione della
lettura stratigrafica e cronotipologica
‐ Porzioni localizzate di cedimenti e crolli dei
paramenti storici
‐ Presenza di vegetazione con apparato
radicale profondo
‐ Scarsa integrazione tra nuovi fabbricati e
sistema difensivo storico, in ternmini di
rispetto dei valori materici, storico‐
testimoniali e paesaggistici, con perdita del
disegno originario dei perimetri murati e
loro spazi di pertinenza
ǀ SINTESI STORICO‐DOCUMENTALE
Rappresentazioni ottocentesche nell’area dell’attuale bastione di Saint Remy
Baluardo dello Sperone e Porta dei Leoni in una immagini d’archivio
Lavori nel Bastione del Regio Palazzo negli Anni ‘30 del Novecento
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO “D” ‐ BASTIONI ORIENTALI, DALLA TORRE DI SAN PANCRAZIO AL BASTIONE DI SAINT REMY
Vulnerabilità del comparto orientale dovuta alla successiva aggressione urbana dei terrapieni, di grande potenzialità per la fruizione integrata anche ad uso sportivo e ricreativo a servizio della città
DIAGNOSTICA CONOSCITIVA, STRATIGRAFIA E ARCHEOLOGIA URBANA
Rilievo delle permanenze e ricostruzione delle fasi costruttive e dei modelli di funzionamento del sistema difensivo nella sua interezza nelle varie epoche, attraverso strumenti di grafica tridimensionale, modellazione digitale e plastici. Predisposizione di una carta del rischio, redatta sulla base delle conoscenze attuali e da implementare attraverso le risultanze dell’avanzamento degli studi e della disponibilità degli esiti della diagnostica
Diagnostica non distruttiva Scavo, con assistenza continua di esperti (restauratori, archeologi)
Analisi stratigrafica degli elevati
Ove possibile, anche mediante scavo archeologico, messa in luce delle parti nascoste o sotterranee (casematte, cannoniere di cortina, gallerie, sortite, ecc.)
ǀ INDIRIZZI PER IL PIANO
NORME PER LA TUTELA PROGETTI STRATEGICI PER LA VALORIZZAZIONE
TUTELA DELL’INTEGRITÀ MATERIALE
‐ Manutenzione delle superfici murarie, delle pavimentazioni e controllo del deflusso delle acque superficiali
‐ Pulizia dalla vegetazione, erbe ed arbusti di piccola taglia; liberazione da arbusti ben radicati e alberi
‐ Pulitura del paramento esterno da depositi e croste
‐ Rimozione di integrazioni incongrue sotto il profilo conservativo (cementi) o estetico‐
formale (lapidei incongrui)
‐ Consolidamento e restauro delle strutture archeologiche appartenenti al bastione di Saint Remy
‐ Consolidamento e restauro delle strutture murarie storiche reintegrazione di elementi erosi; ripristino di parti crollate/demolite di recente, con in evidenza le aggiunte; Integrazione delle lacune; Revisione e ristilatura dei giunti, rincocciatura con criteri stratigrafici; operazioni di cuci e scuci
ACCESSIBILITÀ E PERCORRIBILITÀ
‐Restauro e riconnessione dei camminamenti tra cui il percorso tra la porta dei Leoni alla passeggiata coperta del Bastione di Saint Remy, fino allo sbocco su viale Regina Elena
‐Creazione di zone lastricate, rampe e arredi necessari a garantire accessibilità e percorribilità; ‐ Recupero e adattamento di fabbricati esistenti per servizi, informazioni, mostre, etc.
‐ Lastricatura, segnaletica e illuminazione dei percorsi
‐ Creazione di percorsi in quota e di una catena di servizi finalizzati alla fruibilità e all’attrattività del percorso turistico‐
culturale
‐ Studio di una soluzione che permetta la percorribilità continua integrata con gli altri ambiti di tipo pedonale e ciclabile
‐ Eventuale edificazione di padiglioni e arredi, interamente reversibili, per servizi, etc.
TUTELA DELL’INTEGRITÀ VISUALE E CREAZIONE DI FASCE DI ATTENZIONE E DI
RISPETTO
‐ Reintegrazione ovunque possibile di fasce di rispetto delle mura
‐ Acquisizione di fabbricati o aree da riqualificare e reinserire nel circuito di percorribilità
‐ Ripristino o rimodellazione degli andamenti delle scarpate con tecniche di ingegneria naturalistica con riferimento alle modalità operative della trattatistica militare storica
‐ Ridefinizione delle alberature e degli spazi verdi
‐ Allontanamento delle funzioni moleste
VISIBILITA’ E GESTIONE DELLE INTERFERENZE
‐ Conservazione delle visuali paesaggistiche da e verso le mura, tutela e conservazione dei traguardi delle visuali storiche funzionali al sistema militare verso gli altri elementi della rete di difesa su scala paesaggistica
‐ Creazione di nuove visuali pubbliche
‐ Revisione della cartellonistica stradale
‐ Revisione delle apparecchiature incongrue d’ostacolo alla tutela dell’integrità del monumento o di impedimento alle visuali
‐ Revisione dell’illuminazione stradale
‐ Possibile illuminazione scenografica
RIUSO E GESTIONE
‐Piano di utilizzo degli spazi pubblici
‐ Approntamento di un piano di gestione coordinata del patrimonio ‐ Sistemazione a verde e aree per il tempo libero, in continuità con l’uso ricreativo ormai storicizzato dall’inizio del XIX secolo
‐ Collegamento trasversale tra l’area sotto le mura e il quartiere di Villanova, con particolare attenzione alla ricucitura della via San Saturnino
INTERVENTI DA EVITARE O DA ESEGUIRE CON ESTREMA CAUTELA QUALORA NE SIA DIMOSTRATA LA NECESSITA’
‐ Svuotamenti dei terrapieni, escludendo in tutti i casi qualsiasi alterazione strutturale invasiva in grado di modificare la natura e la stabilità dei riempimenti
‐ Restauri di liberazione
‐ Interruzione della continuità visiva del sistema bastionato con demolizioni, addossamenti o modifiche del profilo murato
‐ Introduzione di elementi avulsi dal contesto paesaggistico storico e che modifichino la percezione dell’insieme organico storico
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘E’ – DALLA PORTA DEI LEONI ALLA TORRE DELL'ELEFANTE
DESCRIZIONE DELL'AMBITO
L’ambito include il tratto di circuito murario compreso tra il bastione dello Sperone e la torre dell'Elefante. Sono comprese all'interno del tratto esaminato strutture riconducibili ad un periodo compreso tra il XIV e il XVIII secolo. tali segmenti risultano attualmente inseriti all'interno di complessi monumentali (bastione dello Sperone), strutture universitarie (bastione del Balice) o inseriti all'interno del tessuto edilizio (lungo la via Università).
Porta dell’Aquila e torre (XIV sec.)
Bastione dello Sperone (XVI sec.)
Porta dei Leoni e Cortina di Porta Castello (XVI sec.)
Bastione del Balice (XVI sec.)
Bassofianco del Balice(XVIII sec.)
Torre dell’elefante e cortina medievale di collegamento alla Torre dell’Aquila (XIV sec.)
L'interesse per questa area è notevole in funzione delle sue potenzialità di connettore tra la città bassa ed il Castello, per la possibile acquisizione da parte della comunità della "terrazza" del Balice e la valorizzazione degli ambienti conservati all'interno del complesso del San Remy
(bastione di Santa Caterina, bastione dello Sperone e di Villanova).
ǀ IDENTIFICAZIONE
Cartografia storica e fasi costruttive
Perimetrazione dell’ambito e livelli di tutela
Vedute a 45° dell’ambito (fonte_RAS)
AREE E PARTI DEL SISTEMA DIFENSIVO INCLUSE
NELL’AMBITO
Porta dell’Aquila e torre
Bastione dello Sperone
Porta dei Leoni e Cortina di Porta Castello
Bastione del Balice
Bassofianco del Balice
Torre dell’elefante e cortina medievale di collegamento alla Torre dell’Aquila
Integrazioni lapidee incongrue
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO “E” – DALLA PORTA DEI LEONI ALLA TORRE DELL'ELEFANTE
VALORI PAESAGGISTICI E MONUMENTALI
‐Visuali dalla città bassa verso il Castello
‐ Visuali dai percorsi in quota verso la città,
il Golfo, gli stagni, la pianura, compresi i
presidi di difesa del territorio (castelli, torri
costiere, forti)
‐ Singole emergenze architettoniche (vedi
elementi di composizione dell’ambito)
‐ Articolazione ed aggregazione per
accrescimento dei nuclei fortificati
‐ Continuità costruttiva delle stratificazioni
‐Rapporto dimensionale tra architetture
monumentali che dominano il paesaggio e
tessuto urbano storico
‐ Permanenza di elementi di leggibilità del
sistema complesso
‐ Testimonianze dei restauri di liberazione e
della ricostruzione in stile post‐bellica
Permanenze di elementi delle antiche cortine, conservate a ridosso del Bastione di San Remy
ǀ VALORI E CRITICITA’
CRITICITÀ E VULNERABILITÀ
‐Rischio archeologico e densità delle
strutture ‘nascoste’, costituenti l’anima
strutturale dei sistemi costruttivi
‐ Rischio
strutturale
connesso
alle
stratificazioni e trasformazioni urbane
‐ Rischio idrogeologico connesso alla
regimentazione delle acque superficiali e di
falda, spesso legato alle successive
trasformazioni
inconsapevoli
delle
sistemazioni idrauliche storiche
‐ Trasformazioni incongrue dei terrapieni e
bastioni e rischio di perdita di valori storico‐
paesaggistici
‐ Inclusione
delle
strutture
murarie
all’interno del tessuto urbano e difficoltà di
individuazione, riconoscimento e relativa
tutela
‐ Accessibilità e superamento del dislivello
dalla città bassa
‐ Presenza di integrazioni delle superfici
murarie incongrue sotto il profilo materico e
formale, con parziale cancellazione della
lettura stratigrafica e cronotipologica
‐ Porzioni localizzate di cedimenti e crolli
‐ Presenza di vegetazione con apparato
radicale profondo
‐ Mancata fruibilità
pubblica dell’area
universitaria del Bastione del Balice
Palinsesto di patologie della pietra dovute a cause naturali o di natura antropica Elementi del sistema fortificato
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO “E” – DALLA PORTA DEI LEONI ALLA TORRE DELL'ELEFANTE
La Porta dei due Leoni all’arrivo di un gruppo di croceristi
DIAGNOSTICA CONOSCITIVA, STRATIGRAFIA E ARCHEOLOGIA URBANA
Rilievo delle permanenze e ricostruzione delle fasi costruttive e dei modelli di funzionamento del sistema difensivo nella sua interezza nelle varie epoche, attraverso strumenti di grafica tridimensionale, modellazione digitale e plastici. Predisposizione di una carta del rischio, redatta sulla base delle conoscenze attuali e da implementare attraverso le risultanze dell’avanzamento degli studi e della disponibilità degli esiti della diagnostica
Diagnostica non distruttiva Scavo, con assistenza continua di esperti (restauratori, archeologi)
Analisi stratigrafica degli elevati
Ove possibile, anche mediante scavo archeologico, messa in luce delle parti nascoste o sotterranee (casematte, cannoniere di cortina, gallerie, sortite, ecc.)
ǀ INDIRIZZI PER IL PIANO
NORME PER LA TUTELA PROGETTI STRATEGICI PER LA VALORIZZAZIONE
TUTELA DELL’INTEGRITÀ MATERIALE
‐ Manutenzione delle superfici murarie, delle pavimentazioni e controllo del deflusso delle acque superficiali
‐ Pulizia dalla vegetazione, erbe ed arbusti di piccola taglia; liberazione da arbusti ben radicati e alberi
‐ Pulitura del paramento esterno da depositi e croste.
‐ Rimozione di integrazioni incongrue sotto il profilo conservativo (cementi) o estetico‐
formale (lapidei incongrui)
‐ Consolidamento e restauro delle strutture murarie storiche reintegrazione di elementi erosi; ripristino di parti crollate/demolite di recente, con in evidenza le aggiunte; Integrazione delle lacune; Revisione e ristilatura dei giunti, rincocciatura con criteri stratigrafici; operazioni di cuci e scuci
ACCESSIBILITÀ E PERCORRIBILITÀ
‐ Restauro e riconnessione dei camminamenti a servizio dei bastioni e cannoniere
‐ Creazione di zone lastricate, rampe e arredi necessari a garantire accessibilità e percorribilità; ‐ Recupero e adattamento di fabbricati esistenti per servizi, informazioni, mostre, etc.
‐ Lastricatura, segnaletica e illuminazione dei percorsi
‐ Creazione di percorsi in quota e di una catena di servizi finalizzati alla fruibilità e all’attrattività del percorso turistico‐
culturale
‐ Eventuale edificazione di padiglioni e arredi, interamente reversibili, per servizi, etc.
‐ Studio di una soluzione che permetta la percorribilità continua integrata con gli altri ambiti di tipo pedonale e ciclabile
TUTELA DELL’INTEGRITÀ VISUALE E CREAZIONE DI FASCE DI ATTENZIONE E DI
RISPETTO
‐ Reintegrazione ovunque possibile di fasce di rispetto delle mura
‐ Acquisizione di fabbricati o aree da riqualificare e reinserire nel circuito di percorribilità
‐ Ripristino o rimodellazione degli andamenti delle scarpate con tecniche di ingegneria naturalistica con riferimento alle modalità operative della trattatistica militare storica
‐ Ridefinizione delle alberature e degli spazi verdi
‐Allontanamento delle funzioni moleste
VISIBILITA’ E GESTIONE DELLE INTERFERENZE
‐ Conservazione delle visuali paesaggistiche da e verso le mura, tutela e conservazione dei traguardi delle visuali storiche funzionali al sistema militare verso gli altri elementi della rete di difesa su scala paesaggistica
‐ Creazione di nuove visuali pubbliche
‐ Revisione della cartellonistica stradale
‐ Abbattimento delle apparecchiature incongrue d’ostacolo alla tutela dell’integrità del monumento o di impedimento alle visuali
‐ Revisione dell’illuminazione stradale
‐ Possibile illuminazione scenografica
RIUSO E GESTIONE
‐Piano di utilizzo degli spazi pubblici
‐ Approntamento di un piano di gestione coordinata del patrimonio ‐ L'ambito attualmente ospita strutture universitarie e museali che potrebbero costituire i tasselli di un percorso "continuo" lungo le mura
INTERVENTI DA EVITARE O DA ESEGUIRE CON ESTREMA CAUTELA QUALORA NE SIA DIMOSTRATA LA NECESSITA’
‐ Svuotamenti dei terrapieni, escludendo in tutti i casi qualsiasi alterazione strutturale invasiva in grado di modificare la natura e la stabilità dei riempimenti
‐ Restauri di liberazione
‐ Interruzione della continuità visiva del sistema bastionato con demolizioni, addossamenti o modifiche del profilo murato
‐ Introduzione di elementi avulsi dal contesto paesaggistico storico e che modifichino la percezione dell’insieme organico storico
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO “F” ‐ STAMPACE
ǀ IDENTIFICAZIONE ǀ SINTESI STORICO‐DOCUMENTALE
DESCRIZIONE DELL'AMBITO
L'ambito definito dalle via Ospedale, Santa Margherita, e dal Corso Vittorio Emanuele consente di leggere il disegno urbano del quartiere di matrice duecentesca. Il quartiere che in origine giungeva sotto le pendici del Castello a seguito degli intereventi degli anni'80 del Novecento ha visto la perdita di una porzione del tessuto edilizio (via Fara). L’ambito conserva una delle porte tre di accesso documentate che attualmente mette in comunicazione la via Ospedale con il Corso Vittorio Emanuele.
L'rea scelta per la perimetrazione dell'ambito scaturisce dalla possibilità di intercettare porzioni del circuito murario all'interno del tessuto edilizio privato, da una necessità di tutela delle visuali paesaggistiche dal quartiere verso il Castello e della possibilità di una ricostruzione dei tracciati storici finalizzati ad una valorizzazione del quartiere.
Le mura di Stampace rappresentate nella Cosmographia
Universalis del Munster (1550)
ǀ VALORI E CRITICITA’
VALORI PAESAGGISTICI E MONUMENTALI
‐ Riconoscibilità, in particolare attraverso le
visuali dall’alto (Castello) e aeree, del
disegno urbano della città murata
medioevale
‐Permanenza di elementi di leggibilità del
sistema complesso
‐ Singole emergenze architettoniche (vedi
elementi di composizione dell’ambito)
‐Testimonianze dei restauri di liberazione e
della trasformazione novecentesca della
città moderna
le mura di Stampace rappresentate nel disegno di Giorgio Paleari (1573)
Cartografia storica e fasi costruttive
Il disegno delle mura edificate tra il XIII ed il XIV secolo già a partire dal XV subiscono un abbandono e dismissione e di esse abbiamo traccia “cartografica” nella rappresentazione della città del 1550 e nei disegni degli ingegneri militari al servizio della Corona di Spagna. Il disegno di Giorgio Paleari datato 1573 mostra difatti l’andamento delle mura di Stampace che si riconnettono alla nuova linea cinquecentesca all’altezza di Santa Croce, corrono parallelamente alla attuale via Ospedale e piegando all’altezza del Complesso di San Michele “puntano”, interrotte, in direzione della Porta Stampace
sulla attuale via Manno. CRITICITÀ E VULNERABILITÀ
‐Rischio archeologico e densità delle
strutture ‘nascoste’
‐ Inclusione
delle
strutture
murarie
all’interno del tessuto urbano e difficoltà di
individuazione, riconoscimento e relativa
tutela
Perimetrazione dell’ambito e livelli di tutela
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘F’ ‐ STAMPACE
ǀ INDIRIZZI PER IL PIANO
NORME PER LA TUTELA PROGETTI STRATEGICI PER LA VALORIZZAZIONE
TUTELA DELL’INTEGRITÀ MATERIALE
‐Restauro delle permanenze murarie conosciute riferibili al sistema murato (Complesso di San Michele e edifici adiacenti, Porta dello Sperone o di San Michele)
ACCESSIBILITÀ E PERCORRIBILITÀ
‐ Restauro dei manufatti esistenti da riconnettere al percorso delle mura annche
con finalità turistico‐culturale
‐ Studio di una soluzione che permetta la percorribilità continua integrata con gli altri ambiti di tipo pedonale e ciclabile
TUTELA INDIRETTA
‐ Sulla base della definizione delle aree di rischio, tutela del patrimonio ancora potenzialmente nascosto o inglobato nel tessuto urbano residenziale privato
TUTELA DELL’INTEGRITÀ VISUALE E CREAZIONE DI FASCE DI ATTENZIONE E DI
RISPETTO
‐ Istituzione di fasce di rispetto, in particolare lungo la via Santa Margherita, in relazione alla possibilità di intercettare porzioni dell’antica cinta e città medioevale
‐ Acquisizione di fabbricati o aree da riqualificare e reinserire nel circuito di percorribilità
‐ Revisione o rimodellazione degli andamenti delle scarpate con tecniche di ingegneria naturalistica con riferimento alle modalità operative della trattatistica militare storica
‐ Ridefinizione delle alberature e degli spazi verdi
DIAGNOSTICA CONOSCITIVA, STRATIGRAFIA E ARCHEOLOGIA URBANA (estesa agli ambiti di rispetto)
Rilievo delle permanenze e ricostruzione delle fasi costruttive e dei modelli di funzionamento del sistema difensivo nella sua interezza nelle varie epoche, attraverso strumenti di grafica tridimensionale, modellazione digitale e plastici. Predisposizione di una carta del rischio, redatta sulla base delle conoscenze attuali e da implementare attraverso le risultanze dell’avanzamento degli studi e della disponibilità degli esiti della diagnostica
Diagnostica non distruttiva Scavo, con assistenza continua di esperti (restauratori, archeologi)
Analisi stratigrafica degli elevati
Ove possibile, anche mediante scavo archeologico, messa in luce delle parti nascoste o sotterranee
VISIBILITA’ E GESTIONE DELLE INTERFERENZE
‐ Conservazione delle relazioni visuali paesaggistiche verso le mura, del Castello, tutela e conservazione dei traguardi delle visuali storiche funzionali al sistema militare
‐ Creazione di nuove visuali pubbliche
‐ Revisione della cartellonistica stradale
‐ Abbattimento delle apparecchiature incongrue d’ostacolo alla tutela dell’integrità del monumento o di impedimento alle visuali
‐ Revisione dell’illuminazione stradale
‐ Possibile illuminazione scenografica
RIUSO E GESTIONE
‐Piano di utilizzo degli spazi pubblici
‐ Approntamento di un piano di gestione coordinata del patrimonio ‐ L'ambito attualmente ospita strutture militari che potrebbero costituire i tasselli di un percorso “esteso" lungo le mura
INTERVENTI NON AMMISSIBILI
‐Interruzione delle relazioni visuali degli elemento della cinta muraria storica
‐ Introduzione di elementi avulsi dal contesto paesaggistico storico e che modifichino la percezione dell’insieme organico storico
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘G’ ‐ MARINA
ǀ IDENTIFICAZIONE
DESCRIZIONE DELL'AMBITO
L’ambito conserva alcune porzioni delle linea di difesa del quartiere Marina. Osserviamo ‐ lungo la via Regina Margherita e la piazza Costituzione ‐ ancora leggibile, la sagoma del bastione di San Giacomo ed un tratto della cortina che lo collegava al bastione dello Sperone. Nell'area dell'attuale ex Manifattura tabacchi si conserva ‐ visibile ‐ un tratto del settecentesco rivellino del Gesus. Nell'intero ambito è possibile "incontrare" inserite nell'attuale assetto urbano (edilizio e viario) ulteriori tracce della linea di difesa esistente sino all'Ottocento.
Bastione di San Giacomo (1562)
Cortina di collegamento tra bastione dello Sperone e bastione di San Giacomo (1562)
Rivellino del Gesus (1722)
ǀ SINTESI STORICO‐DOCUMENTALE
Vedute a 45° dell’ambito (fonte_RAS)
Le mura di Villanova rappresentate nella Cosmographia
Universalis del Munster (1550)
AREE E PARTI DEL SISTEMA DIFENSIVO
INCLUSE NELL’AMBITO
Bastione di San Giacomo Cortina di collegamento tra bastione dello Sperone e bastione di San Giacomo Rivellino del Gesus
Perimetrazione dell’ambito e livelli di tutela
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘G’ ‐ MARINA
ǀ VALORI E CRITICITA’
VALORI PAESAGGISTICI E MONUMENTALI
‐ Riconoscibilità, in particolare attraverso le visuali dall’alto
(Castello) e aeree, del disegno urbano della città murata
medioevale
‐Permanenza di elementi di leggibilità del sistema
complesso
‐ Singole emergenze architettoniche (vedi elementi di
composizione dell’ambito)
‐Testimonianze dei restauri di liberazione e della
trasformazione novecentesca della città moderna
CRITICITÀ E VULNERABILITÀ
‐Rischio archeologico e densità delle strutture ‘nascoste’
‐ Inclusione delle strutture murarie all’interno del tessuto
urbano e difficoltà di individuazione, riconoscimento e
relativa tutela
DIAGNOSTICA CONOSCITIVA, STRATIGRAFIA E ARCHEOLOGIA URBANA (estesa agli ambiti di rispetto)
Rilievo delle permanenze e ricostruzione delle fasi costruttive e dei modelli di funzionamento del sistema difensivo nella sua interezza nelle varie epoche, attraverso strumenti di grafica tridimensionale, modellazione digitale e plastici. Predisposizione di una carta del rischio, redatta sulla base delle conoscenze attuali e da implementare attraverso le risultanze dell’avanzamento degli studi e della disponibilità degli esiti della diagnostica
Diagnostica non distruttiva Scavo, con assistenza continua di esperti (restauratori, archeologi)
Analisi stratigrafica degli elevati
Ove possibile, anche mediante scavo archeologico, messa in luce delle parti nascoste o sotterranee
ǀ INDIRIZZI PER IL PIANO
NORME PER LA TUTELA PROGETTI STRATEGICI PER LA VALORIZZAZIONE
TUTELA DELL’INTEGRITÀ MATERIALE
‐Restauro delle permanenze murarie conosciute riferibili al sistema murato (Bastione di San Giacomo, Rivellino del Gesus
all’interno dell’attuale Manifattura tabacchi)
ACCESSIBILITÀ E PERCORRIBILITÀ
‐ Restauro dei manufatti esistenti da riconnettere al percorso delle mura antiche con finalità turistico‐culturale
‐ Studio di una soluzione che permetta la percorribilità continua integrata con gli altri ambiti di tipo pedonale e ciclabile
TUTELA INDIRETTA
‐ Sulla base della definizione delle aree di rischio, tutela del patrimonio ancora potenzialmente nascosto o inglobato nel tessuto urbano residenziale privato
TUTELA DELL’INTEGRITÀ VISUALE E CREAZIONE DI FASCE DI ATTENZIONE E DI
RISPETTO
‐ Istituzione di fasce di rispetto, in particolare lungo la via Regina Santa Margherita, (fossato cinquecentesco) in relazione alla possibilità di intercettare porzioni dell’antica cinta e città medioevale e moderna
‐ Acquisizione di fabbricati o aree da riqualificare e reinserire nel circuito di percorribilità
‐ Revisione o rimodellazione degli andamenti delle scarpate con tecniche di ingegneria naturalistica con riferimento alle modalità operative della trattatistica militare storica
‐ Ridefinizione delle alberature e degli spazi verdi
VISIBILITA’ E GESTIONE DELLE INTERFERENZE
‐ Conservazione delle relazioni visuali paesaggistiche verso le mura del Castello, tutela e conservazione dei traguardi delle visuali storiche funzionali al sistema militare
‐ Creazione di nuove visuali pubbliche
‐ Revisione della cartellonistica stradale
‐ Abbattimento delle apparecchiature incongrue d’ostacolo alla tutela dell’integrità del monumento o di impedimento alle visuali
‐ Revisione dell’illuminazione stradale
‐ Possibile illuminazione scenografica
RIUSO E GESTIONE
‐Piano di utilizzo degli spazi pubblici
‐ Approntamento di un piano di gestione coordinata del patrimonio ‐ L'ambito attualmente ospita strutture militari (bastione di San Giacomo) che potrebbero costituire i tasselli di un percorso “esteso" lungo le mura
INTERVENTI DA EVITARE
‐Interruzione delle relazioni visuali degli elemento della cinta muraria storica
‐ Introduzione di elementi avulsi dal contesto paesaggistico storico e che modifichino la percezione dell’insieme organico storico
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘H’‐ VILLANOVA
ǀ SINTESI STORICO‐DOCUMENTALE
le mura di Villanova rappresentate nella Cosmographia
Universalis del Munster (1550)
ǀ IDENTIFICAZIONE
DESCRIZIONE DELL'AMBITO
L'ambito include il disegno del fuso che definiva il primo impianto duecentesco (prima attestazione dell'esistenza del quartiere nel 1288 da Cadinu 2009) e i successivi ampliamenti documentati sino al Quattrocento, includendo il complesso di San Domenico. La sua estensione può essere definita all'interno del perimetro ‐
almeno sino al Quattrocento difeso da mura ‐ compreso tra la porta Cavaña (nei pressi della chiesa di San Cesello), il Portico Romero (che mette in comunicazione la via San Domenico con l'attuale via Garibaldi)e la Porta Villanova oggi non più esistenti.
Un tracciato murario già in dismissione nella seconda metà del Quattrocento che potrebbe conservare tracce nell'area del Portico Romero e nel Convento di San Domenico, la cui torre campanaria potrebbe essere messa in relazione con la linea di difesa medievale.
L'rea scelta per la perimetrazione dell'ambito scaturisce dalla possibilità di intercettare porzioni del circuito murario all'interno del tessuto edilizio privato, da una necessità di tutela delle visuali paesaggistiche dal quartiere verso il Castello e della possibilità di una ricostruzione dei tracciati storici finalizzati ad una valorizzazione del quartiere.
Cartografia storica e fasi costruttive
Il disegno delle mura edificate tra il XIII ed il XIV secolo già a partire dal XV subiscono un abbandono e dismissione e di esse abbiamo traccia “cartografica” nella rappresentazione della città del 1550. Il disegno di Giorgio Paleari datato 1573 mostra un perimetro puntinato che cita: “dentro di questi punti è il burgo de villa nuova”. Non sono indicate le mura ma possiamo “leggere” il loro andamento che certamente chiudeva il quartiere medievale.
Le mura di Villanova avevano tre ingressi, la Porta dei Calderai (attuale via Sulis), una porta all’altezza del Portico Romero (sull’attuale via Garibaldi) ed una a nord – la Porta Cabanas/Cavanias all’all’altezza della Chiesa di San Cesello che conduceva al Castello secondo un percorso che costeggiava la rocca all’altezza degli attuali Giardini Pubblici e passava per la chiesetta di San Pancrazio, un percorso ancora oggi individuabile. le mura di Villanova nel disegno di Giorgio Paleari (1573)
AREE E PARTI DEL SISTEMA DIFENSIVO INCLUSE
NELL’AMBITO
Traccia del Portico Romero e torre del sistema di difesa (campanile della chiesa di San Domenico)
Perimetrazione dell’ambito e livelli di tutela
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie COMPARTO ‘H’ ‐ VILLANOVA
ǀ INDIRIZZI PER IL PIANO
NORME PER LA TUTELA PROGETTI STRATEGICI PER LA VALORIZZAZIONE
VALORI PAESAGGISTICI E MONUMENTALI
‐ Riconoscibilità, in particolare attraverso le visuali dall’alto
(Castello) e aeree, del disegno urbano della città murata
medioevale
‐Permanenza di elementi di leggibilità del sistema
complesso
‐ Singole emergenze architettoniche (vedi elementi di
composizione dell’ambito)
‐Testimonianze dei restauri di liberazione e della
trasformazione novecentesca della città moderna
TUTELA DELL’INTEGRITÀ MATERIALE
‐Restauro delle permanenze murarie conosciute riferibili al sistema murato (tracce all’interno del complesso di San Domenico , Portico Romero e edilizia privata)
ACCESSIBILITÀ E PERCORRIBILITÀ
‐ Restauro dei manufatti esistenti da riconnettere al percorso delle mura antiche con finalità turistico‐culturale
‐Studio di una soluzione che permetta la percorribilità continua integrata con gli altri ambiti di tipo pedonale e ciclabile
‐ Riqualificazione e riconnessione della via San Saturnino nel percorso ‘esteso’ lungo le mura
CRITICITÀ E VULNERABILITÀ
‐Rischio archeologico e densità delle strutture ‘nascoste’
‐ Inclusione delle strutture murarie all’interno del tessuto
urbano e difficoltà di individuazione, riconoscimento e
relativa tutela
TUTELA DELL’INTEGRITÀ VISUALE E CREAZIONE DI FASCE DI ATTENZIONE E DI
RISPETTO
‐ Istituzione di fasce di rispetto, in relazione alla possibilità di intercettare porzioni dell’antica cinta e città medioevale
‐ Acquisizione di fabbricati o aree da riqualificare e reinserire nel circuito di percorribilità
‐ Revisione o rimodellazione degli andamenti delle scarpate con tecniche di ingegneria naturalistica con riferimento alle modalità operative della trattatistica militare storica (Terrapieno)
‐ Ridefinizione delle alberature e degli spazi verdi
ǀ VALORI E CRITICITA’
DIAGNOSTICA CONOSCITIVA, STRATIGRAFIA E ARCHEOLOGIA URBANA (estesa agli ambiti di rispetto)
Rilievo delle permanenze e ricostruzione delle fasi costruttive e dei modelli di funzionamento del sistema difensivo nella sua interezza nelle varie epoche, attraverso strumenti di grafica tridimensionale, modellazione digitale e plastici. Predisposizione di una carta del rischio, redatta sulla base delle conoscenze attuali e da implementare attraverso le risultanze dell’avanzamento degli studi e della disponibilità degli esiti della diagnostica
Diagnostica non distruttiva Scavo, con assistenza continua di esperti (restauratori, archeologi)
Analisi stratigrafica degli elevati
Ove possibile, anche mediante scavo archeologico, messa in luce delle parti nascoste o sotterranee
TUTELA INDIRETTA
‐ Sulla base della definizione delle aree di rischio, tutela del patrimonio ancora potenzialmente nascosto o inglobato nel tessuto urbano residenziale privato
VISIBILITA’ E GESTIONE DELLE INTERFERENZE
‐ Conservazione delle relazioni visuali paesaggistiche verso le mura, del Castello, tutela e conservazione dei traguardi delle visuali storiche funzionali al sistema militare
‐ Creazione di nuove visuali pubbliche
‐ Revisione della cartellonistica stradale
‐ Abbattimento delle apparecchiature incongrue d’ostacolo alla tutela dell’integrità del monumento o di impedimento alle visuali
‐ Revisione dell’illuminazione stradale
‐ Possibile illuminazione scenografica
RIUSO E GESTIONE
‐Piano di utilizzo degli spazi pubblici
‐ Approntamento di un piano di gestione coordinata del patrimonio INTERVENTI DA EVITARE
‐Interruzione delle relazioni visuali degli elementi della cinta muraria storica
‐ Introduzione di elementi avulsi dal contesto paesaggistico storico e che modifichino la percezione dell’insieme organico storico
Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari
Il sistema della città murata – Materia, Valori, Strategie