Libri – Novità - Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale
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Libri – Novità - Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale
Libri – Novità Servizio di aggiornamenti bibliografici - FSC I (29/04/2008/ A cura del prof. Emiro Cepeda • • • I seguenti sono nuovi acquisti già catalogati nel settore comunicazione sociale della Biblioteca centrale dell’UPS. Le citazioni e i riassunti sono stati pubblicati originalmente nei siti web delle diverse case editrici o in quelli d’alcune librerie on-line. L’obiettivo di queste pagine è quello di far conoscere le novità bibliografiche del settore comunicazione sociale della nostra biblioteca e promuovere la loro consultazione. LUNARI Luigi, Breve storia del teatro, Milano, Bompiani, 2007. Secondo l'autore, raccontare una storia del teatro non può che significare altro che tracciare un plausibile itinerario che, dalle prime manifestazioni dell'evento teatrale della civiltà, conduca il lettore fino al teatro di oggi. Una storia del teatro, quindi, attraverso quegli eventi del passato che l'hanno generato. CARETTI Paolo, Diritto dell'informazione e della comunicazione. Stampa, radiotelevisione, telecomunicazioni, teatro e cinema, Bologna, il Mulino,2005. Il settore dell'informazione e della comunicazione ha assistito negli ultimi anni a una vera e propria rivoluzione, innescata da importanti innovazioni tecnologiche. Un mutamento di straordinaria portata che, oltre a schiudere grandi opportunità di espansione della libertà di comunicazione, ha ovviamente investito anche il quadro giuridico di riferimento. La nuova edizione del volume fa il punto della situazione alla luce delle rilevanti novità intervenute negli ultimi anni: si pensi alle nuove direttive comunitarie del 2002, con il conseguente adattamento della legislazione nazionale, e al varo, nel nostro paese, della terza legge di sistema per il comparto radiotelevisivo (legge Gasparri). Blog! David Kline, Dan Burstein, Sperling and Kupfer, 2006. Un libro che studia e approfondisce la potenza del blog come mezzo di comunicazione, tramite l'esempio di blogger leggendari: Joe Trippi, ex collaboratore del candidato democratico alla Casa Bianca Howard Dean, primo in assoluto a ricorrere all'uso del blog politico come mezzo di finanziamento e strumento organizzativo di base; Robert Scoble, ex manager di Microsoft, che, con la franchezza dei suoi posting, ha fatto quello che centinaia di milioni di dollari di pubblicità non erano riusciti a fare: umanizzare un'azienda accusata di strapotere monopolistico. Il loro esempio dimostra quanto gli sviluppi futuri del fenomeno possano essere ancora più rivoluzionari di quel che abbiamo visto finora. VERDONE Mario, Avventure teatrali del Novecento, Soveria Mannelli (CZ), Rubettino, 1999. Il volume rappresenta una raccolta di studi critici sul teatro di cui contribuisce a mettere in evidenza "percorsi" espressivi meno noti. Vi si dedica un'ampia trattazione al futurismo attraverso l'analisi dello spettacolo futurista e la sua organizzazione artistica, dell'opera dello scenografo cinematografico Virgilio Marchi e di due autori classici della dissacrazione, Francesco Cangiullo ed Ettore Petrolini. Attenzione viene, altresì, dedicata ad autori teatrali meno studiati, quali Gian Pietro Licini, Federigo Tozzi, Umberto Barbaro, Massimo Bontempelli, allo spettacolo popolare ed, infine, ad una selezionata serie di autori teatrali europei d'avanguardia. GELDER Ken, Subcultres. Cultural Histories and Social Practice, London, Routledge, 2007. This book presents a cultural history of subcultures, covering a remarkable range of subcultural forms and practices. It begins with London’s ‘Elizabethan underworld’, taking the rogue and vagabond as subcultural prototypes: the basis for Marx’s later view of subcultures as the lumpenproletariat, and Henry Mayhew’s view of subcultures as ‘those that will not work’. Subcultures are always in some way non-conforming or dissenting. They are social - with their own shared conventions, values, rituals, and so on – but they can also seem ‘immersed’ or self-absorbed. This book identifies six key ways in which subcultures have generally been understood: * through their often negative relation to work: idle, parasitical, hedonistic, criminal * their negative or ambivalent relation to class * their association with territory - the ‘street’, the ‘hood’, the club - rather than property * their movement away from home into non-domestic forms of ‘belonging’ * their ties to excess and exaggeration (as opposed to restraint and moderation) * their refusal of the banalities of ordinary life and in particular, of massification. Subcultures looks at the way these features find expression across many different subcultural groups: from the Ranters to the riot grrrls, from taxi dancers to drag queens and kings, from bebop to hip hop, from dandies to punk, from hobos to leatherfolk, and from hippies and bohemians to digital pirates and virtual communities. It argues that subcultural identity is primarily a matter of narrative and narration, which means that its focus is literary as well as sociological. It also argues for the idea of a subcultural geography: that subcultures inhabit places in particular ways, their investment in them being as much imaginary as real and, in some cases, strikingly utopian. HUQ Rupa, Beyond Subculture, Pop, Youth and Identity in a Postcolonial World, London, Routledge, 2006. Presenting a new approach to the study of youth culture and popular music, Beyond Subculture re-examines the link between music and subcultures and asks the question; in an ageing world, can pop music still be an automatic metaphor for youth culture? Using case studies and first-hand interviews with consumer and producers including Noel Gallagher and Talvin Singh, Rupa Huq investigates a series of musically-centred global youth cultures including hip-hop, electronic dance music and bhangra. GIORDANO Valeria - Stefania PARISI (Ed.), Chattare, Roma, Meltemi, 2007. Il chatting anglosassone si traduce comunemente in italiano con il verbo “chiacchierare”, e cioè quel gusto del conversare “sciolto” e generalmente disimpegnato. È in questa direzione che possiamo dunque innanzitutto leggere e interpretare il senso del chattare. Tuttavia, alcuni dei rapporti instaurati in rete possono farsi meno “volatili”, possono radicarsi e raggiungere un’intimità maggiore, che trascende la semplice chiacchiera e si fa discorso relazionale continuativo, pur nella sua strutturale intermittenza. La specificità dello scambio comunicativo che si realizza nelle chat non rappresenta in ogni caso un’esperienza separata dall’insieme delle pratiche relazionali, affettive e ludiche del quotidiano, bensì una sua articolazione, altrettanto ricca di senso. E che contraddice, per certi versi, quella riduzione dell’altro, dell’estraneo, a elemento portatore di rischio, di cui diffidare, che tanta parte ha nella contemporaneità. I contributi presentati in questo volume si concentrano sui diversi aspetti della relazione che si sperimenta nelle chat. Per tentare di approfondire le molteplici declinazioni di questa forma di comunicazione e indagarla nei suoi aspetti essenziali – linguaggio, identità, affettività, percezione dello spazio e del tempo, collocazione nel continuum tra vita online e offline – si è scelto di accompagnare le riflessioni con la presentazione e il commento dei dati emersi da una ricerca condotta tra gli studenti delle Facoltà di Sociologia e di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. RAMIREZ DE LA PISCINA Texma, Formación de Portavoces. Los movimientos sociales ante la esfera pública, Barcelona, Bosch, 2007. El modelo de comunicación aquí propuesto tiene su razón de ser en la democracia participativa. Se trata de un modelo pluridireccional por definición que necesariamente cuestiona las funciones de todos y cada uno de los elementos que forman parte del proceso de comunicación, desde el emisor hasta el receptor, pasando por el canal, el código o la capacidad de feedback. Haciendo propios los términos de Mario Kaplún diríamos que nuestro objetivo es conseguir una comunicación participativa, problematizadora, personalizante e interpelante. Montoya Vilar, N.,La influencia de la publicidad audiovisual sobre la audiencia infantil Estudios y métodos de investigación, Bosch, 2007. Se analizan los nuevos formatos publicitarios que se filtran a través de la programación infantil y que están presentes en la vida cotidiana de los niños. Éstos están sometidos a todo tipo de mensajes persuasivos, pero son los mensajes publicitarios (eslóganes, marcas, logotipos) los que más influyen sobre ellos. Y los niños, a su vez, influencian la mayor parte de las compras de la familia. De esta manera se convierten en consumidores precoces de todo tipo de productos. Esta obra proporciona conocimientos contrastados sobre cómo influye la publicidad en los niños y adolescentes, qué efectos tiene a corto y largo plazo, qué técnicas utilizan los publicistas y qué factores de la publicidad audiovisual gustan a los niños, así como herramientas, métodos y técnicas de investigación que toman al niño y al adolescente como el destinatario central de los mensajes ANANIA Francesca, Storia delle comunicazioni di massa, Torino, UTET Università, 2007. Alla fine del XVIII secolo un insieme di tecnologie trasformano le relazioni umane, aprendo la strada ad una comunicazione che va oltre gli Stati nazionali. Non è un caso che questa rivoluzione tecnologica avvenga in concomitanza con una rivoluzione politica. Storia delle comunicazioni di massa ricostruisce questo avvenimento epocale: la nascita di un sistema di comunicazioni di massa. Francesca Anania prosegue poi soffermandosi sul successo della radio e della televisione in Europa e negli Stati Uniti, e confronta i due sistemi adottati, monopolio pubblico e libero mercato. Per finire con uno dei più importanti fenomeni che attraversano le società avanzate del Ventesimo secolo: la diffusione dei computer e dei nuovi sistemi di comunicazione. La sorte di questa nuova società che molti studiosi vanno prospettando, dove telefono, fax, video sono fra loro strettamente interconnessi, è condizionata dai rapporti che si instaurano fra queste nuove forme della comunicazione, i sistemi politici e i sistemi economici che vedono i poteri finanziari internazionali divenire sempre più forti. FERGUSON Robert, Los medios bajo sospecha. Ideología y poder en los medios de comunicación, Barcelona, Guedisa, 2007. El rápido crecimiento de las tecnologías de comunicación y los cambios políticos que se han producido entre finales del XX y comienzos del XXI han hecho que las funciones y los propósitos de los medios se ajustaran al nuevo contexto y, con ello, se renovaran los estudios culturales y las maneras de abordar el fenómeno. RAFFAELLI Luca, Le anime disegnate. Il pensiero nei cartoon da Disney ai giapponesi e oltre, Roma, Minimum fax, 2005. Cosa nasconde il sorriso di Topolino? Da dove viene l'anarchia di Bugs Bunny? La violenza dei cartoni giapponesi può avere davvero un valore liberatorio? Le anime disegnate (un cult book che torna finalmente in libreria, in questa edizione ampiamente arricchita, aggiornata e illustrata) ripercorre un secolo di cartoon, dalla rivoluzione di Biancaneve a quella dei Simpson, fino al Leone d'oro assegnato a Miyazaki nel 2005. L'autore, uno dei maggiori esperti internazionali di fumetti e cinema d'animazione, analizza le diverse poetiche di questa branca della settima arte, ma anche i suoi risvolti sociali e pedagogici. Da Walt Disney col suo sogno di un cinema che incantasse padri e figli, attraverso i conflitti insoluti dei cartoni Warner, fino alle paure e alle catarsi dei personaggi giapponesi, scopriamo che i cartoon hanno un'anima: l'immagine spettacolarmente deformata di quella dei loro creatori. "Le anime disegnate" è anche la storia dei milioni di spettatori, bambini e adulti, per i quali i cartoon rappresentano un'occasione di svago, di crescita, di passione, un antidoto alla solitudine di tutti noi esseri in carne e ossa. Edito già nel 1994 (e oggi rivisto, completato, aggiornato), è da tempo ricercato e introvabile dopo tre edizioni Castelvecchi e alcune edizioni internazionali. GUATTERINI Marinella, L'ABC della danza. La storia, le tecniche, i grandi coreografi della scena moderna e contemporanea, Milano, Mondadori Electa, 2008. La danza è solo apparentemente arte del corpo: è arte di un corpo-mente che pensa e mette in azione tutto se stesso per trasmettere sentimenti, emozioni, riflessioni non esclusivamente soggettive. Nata con l'uomo, è intrecciata indissolubilmente alla sua storia; comprende anche il balletto, di cui non è antagonista - come vuole una stanca ideologia modernista - ma storicamente si è sviluppata in epoche che precedono la nascita del balletto e in aree extraoccidentali a esso estranee. La danza moderna si è affermata nel Novecento: da qui prende le mosse questo libro, per enucleare le novità che hanno prodotto una vera e propria rivoluzione senza precedenti, con influssi che giungono sino al primo scorcio del terzo millennio. A nuovi codici e tecniche alternative al balletto classico, ma poco alla volta capaci di fagocitarne la secolare sapienza, si sono aggiunte modalità creative più pertinenti a società profondamente trasformate, dove la danza è andata incontro alla vita anche nelle espressioni coreutiche di strada, in performance, installazioni e forme in cui il movimento convive senza più etichette nell'arte scenica o visiva 'tout court'. Corredato da un ricco apparato iconografico, il volume introduce il lettore-spettatore a sedici capolavori appartenenti alla "Modern Dance", debitori alla "New Dance" e "Post Modern Dance", al "Tanz-theater" storico e nuovo ed espressione della danza postmoderna e contemporanea nei suoi ultimi sviluppi. Pagina dopo pagina, emerge l'affascinante storia di poetiche e linguaggi profondamente calati nel passato prossimo e nel presente, dove le opere esprimono i grandi temi di cui tutta l'umanità soffre e gioisce. BODEGA Domenico, Organizzazione e cultura. Teoria e metodo della prospettiva culturale nell'organizzazione d'azienda, Milano, Guerini e Associati, 1997. Senza riassunto. AMBROSIO Giuseppe - Riccardo BONACINA (Edd.), Manuale pratico per la gestione delle organizzazioni non profit, Milano, Etas Libri, 2000. Dalla gestione delle risorse umane alla comunicazione sociale, dal fund raising e dal marketing sociale alle questioni più propiamente amministrative e fiscali, dal tema della qualità dei servizi non profit sino alle opportunità offerte da Internet: in questo volume il lettore troverà una guida organica e articolata agli aspetti e alle problematiche più comuni nella gestione delle ONP. Nato dall'esperienza del settimanale "VITA Non Profit Magazine", dalla ricerca Come si fa e in particolare dalla collaborazione dei ricercatori del Ce.R.G.A.S. per le Non Profit dell'Università Bocconi, il manuale è destinato ai responsabili e agli operatori delle organizzazioni non profit. HESMONDHALGH David, Media Production, Milano, Hoepli, 2007. Introduzione: i media come creatori di simboli - Quanto contano la proprietà, le dimensioni e l'internazionalizzazione nell'industria dei media? - Organizzazioni e testi mediali: produzione, autonomia e potere - L'audience vista dai media - Lavorare nei media. Conclusione: l'analisi della produzione e dei media. Indice analitico. Fonti delle illustrazioni. MATTELART Armand, Historia dela sociedad de la información, Barcelona, , Paidos, 2002. ¿Qué filiación puede establecerse entre la quimera de la lengua universal o de la biblioteca universal y la sociedad de la información o del conocimiento? ¿Qué vínculo existe entre el pensamiento de la crisis y el de la red? ¿Es tan reciente la problemática de las redes? ¿Qué relación hay entre la tesis del fin de las ideologías y la invención del recurso informacional? ¿Cómo se ha convertido la democracia interactiva en asunto de think tanks? ¿Qué papel desempeña la guerra en la “revolución de la información”? Para responder a estas preguntas y comprender la historia de la sociedad de la información, esta obra mezcla la perspectiva cronológica con la geopolítica. Presta atención a las relaciones de fuerzas, a las continuidades y a las rupturas, y permite apreciar la lenta gestación de una promesa y de un proyecto de reorganización del mundo. La originalidad de este libro estriba en que va más allá de los mitos al poner en tela de juicio los axiomas –o los prejuicios— que legitiman la noción de “sociedad de la información”. Una noción que, exaltada por Internet, ha perdido en su meteórico trayecto la memoria de sus orígenes, tanto próximos como remotos. BUCKINGHAM David, Educación en medios. Alfabetización, aprendizaje y cultura contemporánea, Barcelona, Paidos, 2005. ¿Cómo debería responder la educación a los retos de un mundo en el que los medios de comunicación son cada vez más importantes? ¿Cómo capacitar a los jóvenes para que participen activa y críticamente en la cultura mediática que los rodea? Finalmente, ¿cómo mantenerse al corriente de los complejos cambios tecnológicos, culturales y económicos que están remodelando el entorno mediático contemporáneo? Éstas son algunas de las preguntas que se plantean en el ámbito de la educación mediática, que, poco a poco, empieza a ser reconocida como un aspecto clave del currículo escolar. Además de pasar revista a cambios recientes, tanto en el área de los medios de comunicación como en las vidas de los jóvenes, este libro traza de forma clara y convincente el conjunto de principios en los que debería basarse el currículo sobre los medios de comunicación social, al tiempo que ofrece una justificación teórica de la práctica pedagógica. El autor señala cuál debería ser la respuesta de los educadores mediáticos a los avances sociales, políticos y tecnológicos contemporáneos, así como al papel y la función de la propia educación. MATTELART Armand, Diversidad cultural y mundialización, Barcelona, Paidos, 2006. La mundialización de las industrias culturales ha introducido los «productos de la mente» en el corazón de las negociaciones sobre la liberalización de los intercambios. El tema de la diversidad cultural, mantenido bajo un cierto control durante mucho tiempo, ha irrumpido con fuerza ante las grandes instancias internacionales. Cabe preguntarse si la preservación de la diversidad es responsabilidad de las políticas públicas o si puede satisfacerse con la multiplicación de la oferta mercantil de bienes y servicios. La idea misma de diversidad cultural oculta realidades y posiciones contradictorias. Eje crítico del nuevo orden mundial, constituye el principio de un concepto distinto de la democracia. Pero también es la garantía del nuevo modo de gestión del mercado global. ¿Cuál es la relación entre excepción y diversidad cultural? ¿Por qué la Unión Europea ha cambiado la primera por la segunda? ¿Se trata sólo de garantizar que cada ámbito cultural tenga la posibilidad de producir sus propias imágenes o de ir más allá y legitimar una nueva filosofía general que sustraiga los bienes comunes de la humanidad de la ley del librecambio? MARTIN SERRANO Manuel, Teoría de la comunicación. La comunicación, la vida y la sociedad, Madrid, McGraw-Hill, 2007. Este libro desarrolla la teoria de la comunicacion que requiere esa amplitud que tienen los saberes comunicativos hace posible que los especialistas de la comunicacion y de otros temas puedan entenderse y trabajar juntos porque el contenido se adecua al estado actual de las ciencias; y porque articula los conocimientos cientificos sobre la comunicacion que se estan logrando por investigadores de muy diversos campos proporciona un lenguaje especifico y preciso; unos modelos sistematicos, operativos y susceptibles de ser aplicados y comprobados; un repertorio de hipotesis, de leyes y de resultados que arman el conocimiento en el campo de la comunicación FAZZI Luca, Cultura organizzativa del nonprofit, Milano, Franco Angeli, 2001. Negli ultimi anni, le organizzazioni nonprofit (ONP) sono state oggetto di attenzione crescente. Soprattutto le ONP di tipo produttivo hanno assunto uno status di rilevanza che era impensabile fino a solo dieci anni fa. Nella discussione attuale, l'attenzione si sta concentrando sempre più sulle caratteristiche di efficienza gestionale di queste forme organizzative. Ciò perché il settore nonprofit viene considerato in modo crescente come sostituto funzionale dell'ente pubblico nei processi di produzione di servizi di welfare in una prospettiva di riduzione delle spese e razionalizzazione di processi e procedure. Le caratteristiche di efficienza sono naturalmente cruciali se si vuole veramente promuovere l'azione delle ONP in modo strutturale e duraturo. Tuttavia non sono soltanto tali caratteristiche a legittimare lo sviluppo del settore nonprofit di tipo produttivo. Ad essere rilevante è anche la capacità di tali organizzazioni di produrre servizi che non rimangono invischiati nella logica delle prestazioni fini a se stesse ma siano capaci di sorreggere e incentivare processi di socializzazione e sostegno sociale tali da rappresentare basi solide per il benessere e le progettualità di vita dei singoli cittadini. Se anche e soprattutto questo è il significato della presenza di organizzazioni diverse da quelle pubbliche e mercantili si tratta dunque di recuperare uno sforzo analitico e progettuale tale da fornire elementi di comprensione delle dinamiche e delle strutture organizzative che rendono possibile nel concreto il dispiegarsi di potenzialità che altrimenti rischiano di essere sopraffatte dalla logica dell'efficienza fine a se stessa. CORVI Elisabetta, La comunicazione aziendale. Obiettivi, tecniche, strumenti, Milano, Egea, 2006. Negli ultimi anni il tema della comunicazione aziendale ha acquisito maggiore importanza sia nei contesti aziendali sia come disciplina di insegnamento universitario. Il volume, di stampo aziendalistico, risponde a questa esigenza ed è costruito per gestire in modo integrato gli strumenti della comunicazione analizzati in relazione alle diverse problematiche aziendali: organizzative, di mercato, economico-finanziarie e istituzionali. Il volume cerca di affrontare e sviluppare un'analisi e una prospettiva organizzativa congrua con tali obiettivi, nella convinzione che solo preservando la peculiarietà gestionale di tali organizzazioni sia possibile perseguire un disegno di riforma del sistema di welfare basato sulla centralità dei bisogni individuali e collettivi di benessere e tutela sociale. PADAKI Vijay - Manjulika VAZ, Management Development in Non-Profit Organisations. A Programme for Governing Boards, London, Sage, 2005. Voluntary organizations engaged in development activities combine high levels of dedication with specialized expertise in working for and with the neglected and disadvantaged segments of society. Although attitudes have softened over time, people in development programmes are inclined to distance themselves from the world of `management'. In particular, one area of management development that has remained neglected is the functioning of the Boards of these organizations. This is a self-help manual for Board members which is designed to address this lacuna. KEYTON Joann, Communication and Organizational Culture. A Key to Understanding Work Experiences, London, Sage, 2005. This text demonstrates aspects of organizational culture through real-world examples from the field, marrying the scholarly and the practitioner perspectives by illustrating various concepts with examples from a wide range of organizations and institutions. It repeatedly stresses the importance and role of communication in creating and maintaining organizational culture' - Sue Easton, Rollins College.`This engaging and scholarly text demonstrates a commitment to enabling students to practice communicatively grounded cultural analyses and cultural change projects' - Angela Trethewey, Arizona State University. Communication and Organizational Culture provides an introduction to different views on and approaches to the study of organizational culture from a communication perspective. This text introduces the basic elements of organizational culture including artifacts that emerge from the interactions of organizational members. The author uses a variety of lenses for understanding organizational culture and integrates research findings as practical advice about managing, developing, and changing organizational culture. Throughout, the book focuses on the communication practices and processes associated with organizational culture by drawing heavily on organizational culture research conducted by communication scholars and by illuminating the communicative aspects of organizational culture research conducted by scholars in peripheral disciplines. DRISKILL Gerald - Angela Laird BRENTON, Organizational Culture in Action. A Cultural Analysis Workbook, London, Sage, 2005. In a cogent and easily accessible style, it provides superb guidelines for observing, interpreting, and understanding the subtle and complex nuances of an organization’s culture. The integration of qualitative research methods with cultural analyses makes this text distinctive and valuable addition to any organizational communication class' - Linda Putnam, Texas A&M University. The authors skillfully weave together theory, application, and their professional experiences to create a wonderfully useful book that meets the needs of students and practitioners. Anyone who takes cultural analysis seriously should read this book' - Phillip G Clampitt, University of Wisconsin-Green Bay and Metacomm. Organizational Culture in Action fills a real resource gap. It is a "workbook" in the most positive sense of the word. It offers enough step-by-step guidance to give students the confidence they need to move forward independently. At the same time, it does not sidestep the theoretical complexities, conflicts, and confusions surrounding the world of organizational culture and cultural analysis. The book is well conceived, usefully structured, and filled with application exercises that really make sense and are pedagogically justified. My students found it to be both accessible and stimulating' - John Gribas, Idaho State University. What is organizational culture? And how might knowledge of culture improve our organizational performances? This stimulating workbook guides students through data collection, analysis, interpretation, and application of organizational culture data using a practical five-step process. It begins by explaining theories on which organizational culture is based. It then provides guides for gathering information to help improve organizational performance. Based on more than 20 years of experience in using this approach with hundreds of students, the authors help students apply cultural insights to fostering diversity, supporting organizational change, making leadership more dynamic, exploring the link between ethics and culture, and making organizations more effective overall. PAPA Michael - Tom D. DANIELS - Barry K. SPIEKER, Organizational Communication. Perspectives and Trends, London, Sage, 2007. The Fifth Edition of this best-selling introductory organizational communication textbook continues to examine and explore the problems and paradoxes of organizational communication and the changing features of organizational life that have been revealed through the application of pluralistic perspectives. The implications of race, gender, technology, and increasing globalization to organizational communication all receive expanded treatment.