esercitazione_poligonale
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UNIVERSITÀ DI PALERMO FACOLTÀ D’INGEGNERIA TOPOGRAFIA a.a. 2004-2005 RILIEVO TOPOGRAFICO DI UN APPEZZAMENTO DI TERRENO MODALITÀ DI COSTRUZIONE DEL PIANO QUOTATO ALLA SCALA 1:500 ---------------------------------------------------------------L'area da rilevare si suppone che sia compresa entro i 5-6 ha. Gli strumenti disponibili sono: • • • stazione totale con approssimazione di lettura ai cerchi di 5cc, s.q.m nella misura degli angoli pari 15cc e s.q.m. nella misura delle distanze pari a ±(2 mm + 2ppm). treppiedi, palina porta prisma dotata di livella sferica e supporto, prisma e mira di collimazione. rotella metrica e doppio metro per le misure di dettaglio. Lo scopo dei rilievo è quello di pervenire ad una rappresentazione cartografica della zona rilevata, nel caso specifico ad un "piano quotato" alla scala 1:500. Non potendo rilevare tutta l'area da un solo punto (per la presenza di ostacoli di vario tipo), il lavoro si svilupperà secondo due diverse fasi che possono essere affrontate in campagna contemporaneamente: 1. rilievo di una rete di "appoggio", costituita da una poligonale chiusa, tracciata opportunamente all'interno della zona da rilevare; 2. rilievo di dettaglio, con il metodo della "celerimensura", appoggiato ai vertici della poligonale. Dopo un preliminare sopralluogo, durante il quale si scelgono e si materializzano con picchetti i vertici della poligonale, sui quali successivamente si porrà in stazione lo strumento, si procede al rilievo vero e proprio. Saranno quindi rilevati tutti gli elementi, angolari e lineari, della poligonale e, contemporaneamente saranno misurati gli elementi utili per l'individuazione completa (planimetrica e altimetrica) dei punti di dettaglio. Nello schema allegato, che rappresenta lo schizzo di campagna ("eidotipo") effettuato in occasione del rilievo di un'area all'interno del Parco d'Orleans, sono indicati i vertici della poligonale e sono individuati anche i punti che si è stabilito di rilevare in quanto considerati sufficienti per la successiva costruzione della rappresentazione cartografica. Modalità operative del rilievo Messo in stazione lo strumento su uno dei vertici, si sono collimati il vertice precedente ed il seguente della poligonale allo scopo di determinare la misura dell'angolo nel vertice stesso (applicando la regola di Bessel). Con l'impiego della palina porta mira e prisma, posta verticalmente su ognuno dei vertici battuti, si sono ricavati gli elementi (distanza inclinata, distanza zenitale, altezza strumentale e altezza del prisma) necessari per calcolare successivamente le lunghezze dei lati e i dislivelli fra il punto stazione e i punti battuti. A questo punto, si è proceduto al rilievo celerimetrico dei punti di dettaglio, misurando, per ognuno dei punti individuati, i "numeri generatori" (s, h, Di, θ, z) che, opportunamente trattati, forniscono la posizione plano-altimetrica del punto. Quanto detto si ripete per ognuno dei vertici della poligonale. Costruzione del piano quotato Per costruire il piano quotato, cioè la planimetria della zona rilevata con l’indicazione delle quote dei punti battuti, si possono adottare due diversi metodi. Per entrambi i metodi, operazione preliminare è il calcolo delle coordinate dei vertici della poligonale, rispetto ad un prefissato sistema di assi, naturalmente dopo le compensazioni delle misure angolari e lineari e il riporto sul foglio della “carta topografica” da costruire, alla scala stabilita. Per l’orientamento della poligonale, quindi anche di tutto il rilievo di dettaglio che ad essa si appoggia, si forniscono i seguenti elementi: • • • V1 = 2.374.912,00 m; 4.218.502,00 m (V1 V2) = 54g,5000 Q1 = 50,17 m (s.l.m.) Il primo metodo (metodo delle coordinate cartesiane) consiste nel determinare le coordinate cartesiane dei punti di dettaglio, rilevati da ognuno dei vertici, rispetto allo stesso sistema di assi adottato per la poligonale. Il riporto sul disegno dei punti rilevati, dopo di ciò, risulta immediato. L’altro metodo, più semplice e più pratico, è il metodo delle coordinate polari. Esso consiste nell’impiego di un rapportatore di angoli con graduazione centesimale e destrorsa (come quella del cerchio azimutale della stazione totale) da centrare su ognuno dei vertici della poligonale e da orientare in modo che lungo la congiungente con il vertice precedente (o seguente) si legga lo stesso valore che si è letto al momento del rilievo in campagna, quando dal vertice in oggetto si è collimato l’altro (con cerchio verticale a sinistra, perché in tale posizione si è effettuato il rilievo dei punti di dettaglio). Così orientato il rapportatore rappresenta il cerchio azimutale dello strumento all’atto del rilievo. Basta quindi leggere, per ciascun punto battuto, il relativo valore della direzione azimutale, per avere individuato la direzione lungo la quale si trova il punto sul disegno. Staccando, su tale direzione, un segmento pari a Dr (alla scala del disegno) si ottiene la planimetria del punto. Se, accanto alla posizione del punto, si riporta (tra parentesi) la quota calcolata, si ottiene il “punto quotato”. L’insieme dei punti quotati rappresenta il “piano quotato”. Nei fogli allegati, si forniscono i dati (lineari ed angolari) relativi al rilievo della poligonale ed al rilievo celerimetrico. Sviluppati i dati relativi alla poligonale, si riportino i vertici sul foglio da disegno per mezzo delle coordinate cartesiane. Successivamente, si riportino, con uno dei metodi sopra richiamati, i punti di dettaglio. Si otterrà in questo modo il “piano quotato” dell’area rilevata.