La radio in rete rivoluziona le reti radio

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La radio in rete rivoluziona le reti radio
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Connetti Utente: Password: Connetti di Andrea Borgnino Il fenomeno delle radio libere in Italia, esploso alla fine degli anni Settanta, è nato per rispondere a un bisogno comunicativo fatto di motivazioni politiche e di contenuti che in nessun modo potevano essere trasmessi e diffusi dalla Rai, l'unica voce radiofonica presente in onda in quegli anni. Sono passati oltre 40 anni e quella spinta di Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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idee rivoluzionarie che avevano permesso la nascita di centinaia di nuove voci e tematiche dell'etere sembra purtroppo finita. La radiofonia italiana si è trasformata, come è successo in molti paesi europei, in una piatta offerta di intrattenimento musicale dove sono poche le radio che lasciano spazio nel loro palinsesto a voci e storie. Per ritrovare lo slancio comunicativo delle prime radio libere e soprattutto quella voglia di raccontare storie diverse, occorre spegnere la radio FM e andarle a cercare nel web. È in rete infatti che grazie alla diffusione di tecnologie semplici e gratuite si è spostata rapidamente questa voglia di usare la radio come strumento di racconto. Sono le nuove webradio lo spazio narrativo più fresco e indipendente. Spazi auto­organizzati di comunicazione virtuale si stanno diffondendo a macchia d'olio in giro per la penisola: voci diverse raccontano un Paese che usa i mezzi di comunicazione in maniera attiva permettendo una comunicazione senza mediazioni; troppo spesso, però, rimangono intrappolate nella stessa rete che dona loro la libertà di espressione. Un tentativo di creare una mappa sonora di queste nuove "libere antenne" e fare ascoltare i loro contenuti è Netcast: un audio documentario che ho realizzato insieme ad Annalisa Vacca per Radio3, nell'ottobre del 2013, dove 19 webradio e nove webtv italiane vengono raccontate per far luce nel mondo sempre più vitale del video e audio­attivismo in rete. Una storia per iniziare è quella di Radio Ferrante, una webradio nata dentro il carcere minorile Ferrante Apporti di Torino. Il progetto, realizzato da Docusound ­ primo progetto di radio magazine italiano ­ insieme all'Unione italiana ciechi e ipovedenti e al Consiglio regionale del Piemonte, ha permesso la creazione di una serie di puntate radiofoniche con la partecipazione diretta dei ragazzi e degli educatori che lavorano con loro nel carcere. Attraverso il tempo del narrare e dell'ascolto, Radio Ferrante permette di penetrare una realtà preclusa agli occhi della maggioranza delle persone: un percorso fatto di suggestioni sonore che si inserisce all'interno del programma formativo e delle attività collaterali all'insegnamento scolastico organizzate all'interno dell'istituto penale. Questa iniziativa vuole aprire il mondo del carcere, far conoscere le persone che lo vivono attraverso la loro viva voce e permettere a persone con disabilità visiva di imparare il mestiere del documentarista, raccontando in prima persona la realtà non attraverso le immagini ma attraverso i suoni che la popolano. Alla base del progetto c'è la voglia di instaurare un rapporto di collaborazione intenso e proficuo fra il regista e i ragazzi che, in questo caso, diventano conduttori delle interviste agli agenti di custodia o al direttore in una logica di apertura e confronto. I programmi di Radio Ferrante possono essere ascoltati in rete grazie alla piattaforma audio social SoundCloud all'indirizzo www.radioferrante.it/episodi. Il caso di Radio Ferrante è interessante perché ci permette grazie a una webradio di entrare in una realtà, come quella di un carcere minorile, dove telecamere e reporter sono vietati mentre un microfono collegato al mixer può fare molto per raccontare emozioni e storie. Il caso di Radio Ferrante non è unico: sempre in rete esistono in Italia altri progetti che hanno portato la radio nel carcere sia per raccontare ma anche per creare un ponte tra chi è dentro e chi è fuori. È il caso di Radio Prison Break, realizzata all'interno della casa circondariale di Montacuto in provincia di Ancona e nella casa circondariale di Marino del Tronto di Ascoli Piceno. Il progetto nasce grazie a Radio Incredibile, una webradio realizzata dai ragazzi del centro di aggregazione giovanile DepArt del comune di Grottammare, diventata un importante punto di riferimento perché chiunque può scrivere e curarne i programmi, condurre una trasmissione o scegliere il palinsesto musicale. Una scuola di radio che è anche scuola di vita perché permette di raccontare e condividere storie di tutti i giorni e di mettersi in contatto con una realtà compressa e sconosciuta come quella del carcere. Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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Tutta questa creatività dovrebbe avere libero sfogo nella banda FM, per far sì che le voci e le idee di questi ragazzi ­ nel carcere e fuori ­ possano raggiungere i loro coetanei nel modo più facile; invece, grazie alla mancanza cronica di frequenze e a una legislazione che privilegia l'aspetto commerciale piuttosto che quello sociale, un progetto come Radio Incredibile può vivere solo sul web. La rete in questo caso permette di avere una possibile audience planetaria, che si riduce in verità a qualcosa di molto piccolo perché le risorse e gli strumenti per promuoversi online sono sempre ridotte. Sullo stesso piano troviamo un altro mondo di webradio, che hanno la capacità di riportare al microfono tematiche e contenuti tipici del mondo della prime radio private degli anni Settanta. Sono le cosiddette "radio della mente": stazioni radio che nascono e operano all'interno di strutture di cura e di supporto alla malattia mentale e hanno come caratteristica comune quella di esplorare i territori della psiche nei suoi incroci con il sociale e con la cultura. Sono radio che stanno crescendo tutte insieme, condividendo vecchie storie di depressione e malattia ma soprattutto nuove speranze per il futuro. Queste radio nascono dall'esperienza diretta del dottor Franco Basaglia con Radio Fragola, emittente creata nel 1984 in un bagno del primo piano del padiglione di quello che era il manicomio di Trieste. Questo primo seme ha generato una serie di esperienze che oggi vivono sul web e usano la radio come strumento vivo di riabilitazione e di connessione tra chi soffre, chi aiuta e chi vuole vivere con gioia la propria vita. Il risultato è un tipo di radio inaspettato ma incredibilmente bello e soprattutto vero: la sensibilità di chi ha vissuto o vive la sofferenza psichica può produrre, se opportunamente formata, una comunicazione interessante, meno prevedibile, che offre a chi ascolta elementi originali e competenti. Una comunicazione che diventa anche molto rassicurante, perché ribalta lo stereotipo della pericolosità e inutilità sociale del paziente psichiatrico. Lo stereotipo diffuso descrive infatti il malato mentale come una persona incapace, confusa e pericolosa. Qui invece abbiamo dei conduttori radiofonici veri che realizzano programmi con informazioni, punti di vista e capacità interpretative utili e fuori dagli schemi che conosciamo in FM. Il viaggio nelle radio della mente è un'esperienza che può veramente cambiare l'approccio che chiunque di noi ha con lo strumento radio ma anche per un semplice ascoltatore. Uno dei dottori che hanno creato Radio Fuori Onda, la webradio del dipartimento di Salute mentale Asl Roma C e della comunità riabilitativa Ctr 11, ci ha raccontato come il microfono stesso sia un potente strumento terapeutico che riesce a cambiare in un secondo il rapporto tra chi è curato e chi cura. La radio con la sua concezione di medium "cieco" riesce a riempiere quegli spazi di vuoto con il racconto e la descrizione della malattia ma anche con la gioia delle piccole cose che compongono la vita di tutti i giorni, sia di chi si trova in un percorso di cura e sia di chi invece entra in contatto per caso con queste strutture. Un esempio è Radio Shock, l'emittente del dipartimento di Salute mentale della Asl di Piacenza, che ha creato un format unico per raccontare le proprie storie. Sono Le interviste più pazze del mondo, faccia a faccia fra personaggi in vista e pazienti­redattori: gli intervistati rispondono alle domande di carattere molto personale poste in modo stringato e incalzante e l'intervista si chiude con la domanda­shock, irriverente e provocatoria. Lo scopo è di evidenziare come vite inizialmente parallele abbiano preso evoluzioni così diverse, verso la malattia da un lato e verso il successo dall'altro. Il compito finale è sempre quello di abbattere lo stigma, l'emarginazione attraverso lo strumento radiofonico, rendendo l'intervista un incontro di umanità, oltre che momento di informazione e di formazione. Per scoprire questo mondo il viaggio può iniziare da www.radioshock.biz o radiofuorionda.com ­ dove si Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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possono trovare programmi ed episodi realizzati da queste due radio ­ o anche da www.psicoradio.it che oltre a essere un emittente "della mente", organizza corsi di formazione per insegnare a usare la radio come strumento di cura e riabilitazione. Un altro mondo che si è allontanato tantissimo dalla radio classica in FM è quello dei giovanissimi, adolescenti o preadolescenti, che poco si riconoscono nei contenuti e nella programmazione delle radio nazionali. Anche in questo caso internet ha permesso di avvicinarsi direttamente al mezzo di comunicazione tramite la creazione di una piattaforma dove fare e crearsi la propria radio. Si chiama Spreaker ed è un sito­applicazione inventato da due giovani bolognesi che è diventato rapidamente il più conosciuto strumento per realizzare e gestire webradio in rete. Usando a fondo le potenzialità di Spreaker è nata Radio Immaginaria, una webradio realizzata esclusivamente da ragazzi che vanno dai 12 ai 17 anni, che trasmette da qualsiasi posto: da una cameretta, da un garage, da un parcheggio di una discoteca, dalla strada o dal pullman in gita di classe. Le voci sono quelle di giovani conduttori che presentano la loro musica preferita e si collegano con gli "inviati immaginari": ragazzi di tutta Italia che li ascoltano via internet. Il successo di questo piccolo progetto è immediato: gli ascoltatori sono oltre 80 mila e su tutti i social network Radio Immaginaria diventa un caso. Si ribalta così il concetto che ai giovani la radio non piace più: è la radio in FM che non li rappresenta, mentre internet ha dato loro la possibilità di farsi la radio a loro modello dove e come vogliono. Si esce fuori dall'idea del palinsesto: con il podcast la radio si consuma ovunque si vuole, in qualsiasi orario e il passaggio dei file mp3 permette una diffusione virale dei contenuti come è successo negli anni Ottanta con l'esplosione dell'uso delle audiocasette. La nascita di Radio Immaginaria ha dato il via a centinaia di radio simili sempre ideate e condotte da adolescenti che riescono anche ad avere risultati di visibilità unici come il caso di Martina, una 15enne romana che con la sua webradio #laprimaradiodiunadolescente è diventata primo trend topic italiano su Twitter e ha raggiunto in poche settimane oltre 39 mila ascoltatori su Spreaker. Questi possono sembrare fenomeni temporanei e unici, ma di fatto queste piccole web­
emittenti stanno rivoluzionando il concetto stesso di radio. Questi tre esempi così diversi ­ dalla webradio del carcere alle voci delle "radio della mente", fino ai risultati incredibili delle emittenti adolescenziali ­ sono tutti figli di una stessa voglia di comunicare e di usare lo strumento radiofonico nella più semplice delle sue possibilità: la trasmissione di emozioni. Queste emozioni sembrano essere svanite dalla banda FM, alla ricerca invece di un più facile intrattenimento che magari esalta i pianificatori pubblicitari e gli ascoltatori casuali immersi nel traffico, ma che di fatto rendono la radio tradizionale sempre più lontana dai vagiti creativi che si potevano ricevere nelle stesse bande alla fine degli anni Settanta. Oggi bisogna cercare piccole emittenti, bisogna guardare in rete sui social network, ma si può vedere facilmente come il microfono sia ancora un simbolo di libertà e di indipendenza. Non ci sono più le onde radio; ci sono invece connessioni wi­fi e podcast ma lo spirito radiofonico è vivo e vegeto. Dal broadcasting siamo passati al net casting. "La Radio c'è!" è il titolo del nuovo numero del Calendario del Popolo che verrà presentato stasera alle 19 nella Sala Ametista del Palazzo dei Congressi, nell'ambito di Più libri, più liberi Ci saranno Andrea Borgnino, Franco Monteleone, Laura De Luca, Giampiero Gamaleri, Rachele Masci, caporedattora della rivista, una delle più longeve riviste di cultura italiane, nasce a Roma nel marzo 1945, quando l'Italia del Nord era ancora occupata. Oggi il Calendario del Popolo, edito da Teti editore, vuole essere un ponte tra la memoria storica e l'acquisizione di nuovi strumenti critici Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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