3 - Linguaggio e lingue
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3 - Linguaggio e lingue
La socializzazione: il linguaggio Sara Trovato (2013) Insegno in segni, Cortina: Milano 1 Dopo questa lezione sapremo: 1. organizzare meglio un percorso di inglese per i bambini. 2. organizzare un percorso di italiano per i bambini stranieri. 3. affrontare i problemi dei bambini sordi. 4. studiare meglio le lingue per l’università. Tesina 1: Sei la dirigente di una scuola dell’infanzia / di una scuola primaria. Il territorio in cui si inserisce la tua scuola fa sì che si iscrivano un buon 20% di bambini stranieri nella tua scuola. Di questi, almeno il 15% parlano la stessa lingua straniera. Usi le tue conoscenze linguistiche e sociologiche per prendere una decisione sul loro inserimento. (Bilinguismo? Acquisizione precoce di altre lingue straniere? Altre idee? Decidi tu!). Per avviare una sperimentazione, devi stendere un progetto per l’amministrazione. 3 Tesina 2: Sei la dirigente di una scuola dell’infanzia / di una scuola primaria. Devi affrontare la questione della lingua straniera nella tua scuola. Che cosa andrai a proporre al consiglio che deve decidere in proposito per il prossimo anno scolastico? Usi le tue conoscenze linguistiche e sociologiche per prendere una decisione. Poi, dovrai provare a convincere le tue insegnanti, i genitori, l’amministrazione. Prepari allora una relazione che contenga tutte e solo le riflessioni pertinenti, ed una argomentazione convincente. 4 Tesina 3: Nella tua scuola, ti è stato attribuito il compito di responsabile per l’apprendimento delle lingue. Sei impegnata su un duplice versante: la lingua inglese per tutti gli alunni, e la lingua italiana per gli studenti di famiglie immigrate. La tua scuola sta cercando di impostare criteri equi per valutare le competenze linguistiche di bambini che non parlano / non scrivono correttamente l’italiano, ma utilizzano varietà sub-standard. Il consiglio di circolo ti ha richiesto una relazione scientificamente informata, a questo proposito. 5 Tesina 4: Linguaggio e socialità. Tesina di approfondimento (elevata difficoltà) • • • Studiare i bambini: una novità per i sociologi. Come si possono ottenere risposte e dati dai bambini, che a lungo sono stati giudicati troppo piccoli per dare informazioni affidabili? In “Language and Intergroup Contact: Investigating the Impact of Bilingual Instruction on Children’s Intergroup Attitudes” di Wright e Tropp, individua gli elementi metodologici ideati dai ricercatori per poter studiare sociologicamente i bambini. (Il testo è online: http://peer.ccsd.cnrs.fr/docs/00/57/16/10/PDF/PEER_s tage2_10.1177%252F1368430205053945.pdf) Socializzazione Trasmette: • linguaggio o lingue • abilità relazionali • competenza emozionale • norme • comportamenti • istituzioni 7 Natura o cultura? 8 Natura (componente innata) 9 Cultura (componente appresa) 10 Eric Lenneberg Il periodo critico Lenneberg, E. (1967) Biological Foundations of Language. New York: Wiley. 11 Eric Lenneberg Esiste un periodo critico, che si chiude con l’adolescenza, oltre il quale la lingua non si acquisisce più spontaneamente, ma si deve apprendere studiando. Lenneberg, E. (1967) Biological Foundations of Language. New York: Wiley. 12 Seminario – Genie. “Bambini selvaggi” Per “bambini selvaggi” si intendono quei bambini che, per qualche ragione, sono vissuti in isolamento durante l’infanzia. Si tratta ovviamente di casi drammatici. Questi bambini, a causa della loro condizione di isolamento, non sono stati esposti al linguaggio durante la fase iniziale della loro vita e iniziano ad apprendere il linguaggio in una fase successiva. Genie Il 4 novembre 1970, la polizia di Los Angeles prende in custodia una bambina di 13 anni, che sui giornali verrà chiamata Genie. Per tutta l’infanzia, a partire da 20 mesi, Genie è stata tenuta chiusa in una stanza dai genitori: di giorno legata a una sedia col vasino e di notte stesa su un lettino chiuso in una gabbia di fil di ferro. A quanto pare, il padre di Genie aveva deciso che la bambina era severamente ritardata, dopo che un dottore aveva suggerito la possibilità di un leggero ritardo nello sviluppo quando la bambina aveva 14-20 mesi. Per questa ragione, il padre aveva stabilito che dovesse essere rinchiusa in una stanza e aveva proibito alla madre e al fratello di parlarle. La madre di Genie era una persona debole, quasi cieca e il fratello era un bambino, e quindi avevano obbedito alle disposizioni del padre, tenendo Genie in isolamento fino a tredici anni, quando la madre era fuggita con lei. La madre si era poi presentata in un ufficio per chiedere un sussidio per persone cieche, un assistente sociale si era accorto che la bambina aveva qualcosa che non andava e aveva chiamato la polizia. Genie Genie Susan Curtiss (1977) Genie: a psycholinguistic study of a modern-day "wild child" Boston, Academic Press Prof. Susan Curtiss Genie esce dall’isolamento • • • • La storia di Genie è raccontata dalla linguista Susan Curtiss in un libro del 1977. Quando Genie viene presa in custodia dalla polizia, benché abbia tredici anni, non è in grado di parlare (emette solo dei suoni infantili). Il suo livello cognitivo è quello di una bambina di 15 mesi. In seguito, un gruppo di psicologi, linguisti e terapisti si fa carico della sua educazione e di registrare i suoi progressi. In risposta alle terapie a cui viene sottoposta, le abilità cognitive non verbali di Genie migliorano visibilmente: nel giro di un anno e mezzo raggiungono quelle di una bambina di 6-8 anni. Tuttavia, le sue capacità linguistiche non andranno mai oltre quelle di una bambina di 2 anni e mezzo (ad esempio, Genie dice “marmellata comprare negozio” invece di “vogliamo comprare la marmellata al negozio”.) Noam Chomsky Innatismo 18 Parti della linguistica: • • • • • • fonetica fonologia sintassi morfologia semantica pragmatica 19 L’acquisizione del linguaggio si attiva con la prosodia Marina Nespor, Maria-Teresa Guasti and Anne Christophe (1996) “Selecting word order: the Rhythmic Activation Principle”. in: U. Kleinhenz (ed.) Interfaces in Phonology. Berlin. Akademie Verlag. pp. 1-26 20 • Distinguere tra lingue e linguaggio. • La L1 si acquisisce naturalmente. • La L2 non necessariamente si acquisisce, si può apprendere, ma l’acquisizione è un percorso meno faticoso e più efficace. E’ diverso insegnare le lingue a bambini e ad adulti? Parlanti estremamente colti in L2, professori e autori di libri, che scrivevano regolarmente in francese, ma che avevano appreso il francese come L2 dopo il periodo critico, ottennero risultati di 2 deviazioni standard sotto la media dei parlanti nativi in misure di sintassi e capacità di parafrasi Coppieters, R. (1987). “Competence differences between native and non-native speakers”. Language, 63, 544573. 23 Stephen Krashen Distinguere tra acquisizione e apprendimento condizioni per l’acquisizione della L2: • input comprensibile (A1, A2) •o free voluntary reading (C1 e C2) • filtro affettivo • attivazione del monitore solo se strettamente necessario l i : s n i m m u C m i J o m s i u g n i l i b le competenze cognitive acquisite con il linguaggio (la L1) si trasmettono alle altre lingue L2. quali competenze? la teoria della mente, le competenze logiche, l’astrazione, … 25 Wright Tropp (2005) “Language and Intergroup contact: Investigating the Impact of Bilingual Instruction on Children’s Intergroup attitudes” Group Processes & Intergroup relations, 8, 309-328. Bambini da scuola dell’infanzia -> a seconda classe della primaria. Letteratura precedente: “white children” mostrano preferenza per “white children”. 1. li valutano positivamente più spesso 2. li trovano più simili a se stessi, 3. li selezionano di più tra i loro amici. tre situazioni per l’esperimento: classi miste, classi a classi miste, “white” + “latinos” predominanza “white” + “latinos” lezioni in inglese “white” double immersion lezioni in inglese inglese + spagnolo Wright Tropp (2005) fornite foto di bambini “white” e “latinos” ai bambini “white” (gruppo maggioritario) poste varie domande del tipo: chi ti rassomiglia di più? di chi vorresti essere amico? classi miste, classi a classi miste, “white” + “latinos” predominanza “white” + “latinos” lezioni in inglese “white” double immersion lezioni in inglese inglese + spagnolo “white” 35% simili a sé “latinos” 11% similli a sé “white” 33% simili a sé “latinos” 13% similli a sé “white” 44% simili a sé “latinos” 33% similli a sé “white” 48% vorrei per amico “latinos” 26% vorrei per amico “white” 42% vorrei per amico“white” 50% vorrei per amico “latinos” 40% vorrei per amico “latinos” 29% vorrei per amico Wright Tropp (2005) guardiamolo meglio con dei grafici: lavoro di gruppo: disegniamo un grafico o una tabella adeguati a fornire con un rapido colpo d’occhio i risultati di Wright e Tropp (2005) quanto al desiderio di avere ragazzi “white” e “latinos” per amici Lavoro di gruppo Costruisco dei diagrammi di flusso per illustrare: 1) l’acquisizione della L1 2) le condizioni ottimali di insegnamento della L2 3) effetti cognitivi e sociali del bilinguismo Abdelilah-Bauer Barbara, (2008) Il bambino bilingue. Crescere parlando più di una lingua, Raffaello Cortina Editore, Milano. 31 Sociolinguistica William Labov -Excuse me, where are women’s shoes? - Fourth Floor. -Excuse me? - Excuse me, what floor is this? - Fourth Floor. - Excuse me? 32 Sociolinguistica e bambini 33 Il modello dei bambini sono gli altri bambini della stessa età o poco più grandi. Se questi altri bambini parlano diversamente dai propri genitori, il bambino in questione parlerà piuttosto come i pari che come il genitore. Hockett ha parlato di “selezione per età”: le parole vengono scelte e adoperate da individui di una certa età, i quali poi, crescendo, smettono di servirsene. I bambini piccoli sono estremamente conservatori (al contrario degli adolescenti!) ciò che più gli interessa è essere uguali ai bambini più grandi. Un altro elemento di questa conservazione, sta nel fatto che la lingua dei bambini delle elementari è piena di forme arcaiche che venivano usate dai loro coetanei secoli fa – come nelle conte, nelle canzoncine per saltare, le filastrocche, i nomi per i giochi da cortile. Hockett, C.-F. (1950) “Age-Grading and Linguistic Continuity”, in Language, 26, pp. 449-459. Richard Hudson (1980) Sociolinguistica, Il Mulino, Bologna, pp. 22-23. 34 E’ stato anche documentato che i bambini neri americani usano forme arcaiche che facevano parte del creolo, cioè della prima contaminazione del parlare degli schiavi neri con l’inglese americano. Dillard, J.-L. (1971) “The Creolist and the Study of Negro Non-Standard Dialects in the Continental United States”, in Hymes (1971) Pidginization and Creolization of Language, Cambridge, Cambridge University Press, pp. 393-408. 35 I bambini piccoli sanno recitare una gamma di ruoli, facendo scelte linguistiche appropriate al ruolo. I bambini possono “fare il medico”, “fare il cow boy”, “fare il neonato”. Quando i bambini fanno “il neonato”, cioè assumono il ruolo di neonato, parlano come un neonato, non si tratta di un residuo della prima infanzia, ma di una crescente consapevolezza sociale di come si comportano gli altri. Una prova di ciò è il fatto che man mano che crescono, i bambini fanno il neonato sempre meglio. Barko Gleason, J. (1973) “Code Switching in Children’s language” in T.E. Moore, Cognitive Development and the Acquisition of Language. London, Academic Press, pp. 159-167. 36 Un esperimento è stato fatto con bambini dai 3 ai 5 anni. Sono stati registrati mentre parlavano a diversi tipi di ascoltatori: adulti, pari, bambini piccoli e bambole (bambole tipo neonato). Il loro modo di parlare era diverso. Parlando con gli adulti e i pari era più complesso che parlando con i bambini piccoli e con le bambole, quando veniva semplificato. Il tipo di discorso rivolto alle bambole era simile a quello rivolto al bambino piccolo, e questo mostra che non è necessaria la risposta che si riceve dall’interlocutore (perché come è ovvio le bambole non rispondevano) per cambiare il registro del discorso. Sachs, J. Devin, J. (1976) “Young Children’s use of Age-Appropriate Speech Styles in Social Interaction and Role-Playing”, Journal of Child Language, 3, pp. 81-98. 37 Ricapitolando 1. La facoltà del linguaggio è innata, ma dall’esterno arrivano … 2. Distinguiamo tra acquisizione e apprendimento. 3. Acquisizione della L1 dipende da… della L2 dipende da… 4. Caratteristiche sociolinguistiche delle produzioni dei bambini. Esercitazione: come insegno le lingue ai bambini? Come faccio a: 1. organizzare meglio un percorso di inglese per i bambini. 2. organizzare un percorso di italiano per i bambini stranieri. 3. affrontare i problemi dei bambini sordi. 4. studiare meglio le lingue per l’università.