Comunicato stampa - Santuario di Paola

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Comunicato stampa - Santuario di Paola
COMUNICATO STAMPA
Dall'Introduzione del catalogo della IV Biennale:
"Lux misericordiae è il tema obbligato di questa quarta edizione della Biennale di Grottaglie, che
eccezionalmente si svolge nella cittadina di Paola.
Luce e Misericordia sono termini che si confanno a questo evento d’arte internazionale, che sin dalle
origini ha visto nella parola luce la protagonista assoluta dell’arte e nella parola misericordia l’attualità
dell’anno: la celebrazione del Giubileo della Misericordia e il VI Centenario della Nascita di san Francesco
di Paola (1416-2016). Il Patriarca dell’Ordine dei Minimi, vuole la letteratura, ha ricevuto dal cielo il
Charitas e lo ha consegnato ai suoi frati, alle monache, al terz’Ordine, ai suoi devoti.
Misericordia e Charitas convergono nel collocare l’uomo al centro dell’attenzione di Dio, dell’universo,
dell’uomo stesso. I sentimenti di misericordia e di carità appartengono alle espressioni dell’umanesimo
storico, quello cristiano, che considera l’uomo creatura privilegiata di Dio, capolavoro assoluto del creato e
meraviglia da curare, promuovere, salvaguardare.
Se la luce è la nota specifica di un’opera d’arte, è dell’uomo la partecipazione al mistero luce, la quale è
creativa, è matrice di vita, abita in lui e per questo risplende di operazioni immateriali, che trasformano
attraverso le mani la materia bruta in luoghi di luce. Solo all’uomo è concesso questo. Agli altri esseri
viventi è riservato nelle sue multiformi espressioni la rivelazione della bellezza del creato.
Agli artisti è stato chiesto d’illustrare l’attuale situazione spirituale e materiale dell’uomo; il loro
pensiero sulla qualità della vita, talora ridotta per alcuni a brucare e a mendicare erbe (parabola del figlio
prodigo); le differenti forme di disagio e/o di solidarietà; le violenze alla libertà individuale, dei gruppi e
dei popoli; le espressioni d’ingiustizia; l’attenzione all’altro; le opere di misericordia spirituali e corporali.
Tutti i partecipanti si sono espressi con opere, il cui contenuto è impressionante per le differenti sensibilità
e per il modo di manifestare la preziosa luce della coscienza universale.
Hanno partecipato cinquantadue artisti, appartenenti a tredici nazioni, che vanno dal Latino America
con il Paraguay e il Venezuela all’Europa con Germania, Svezia, Russia e Moldavia; dal Mediterraneo con
Spagna, Italia, Cipro, Israele e Turchia all’Asia con la Corea e il Giappone.
Cinque sono le sezioni dell’esposizione: pittura, incisione, scultura, ceramica e fotografia. Ognuna
contiene una retrospettiva affidata ad un artista conosciuto, in modo da ottenere una lettura, la più
completa possibile, di un percorso critico e culturale vicino non solo ai problemi della luce e del fare, ma
attento ad armonizzare la fisicità del vero e della spiritualità dell’idea ai bisogni della vita, dello sviluppo e
della crescita. Una comprensione dell’umano, nel senso che la visione dell’arte non si riduca alla mera
espressione tecnico-esecutiva e/o al retorico e convenzionale linguaggio di corrente e di avanguardia, che
puntualmente si rivelano scatole vuote di contenuti e cariche di economia.
Gli artisti scelti non appartengono alla categoria degli “esaltati”, ma a coloro che nel silenzio della
quotidianità regalano frammenti di meraviglia, d’incanto, di poesia, di luce. Non sono sulle strade.
Lavorano nelle botteghe, talora povere e brillano di dignità umana e spirituale. Come nel passato, sono le
strutture portanti dell’arte, che nel segreto sostengono l’edificio. Ad alcuni di loro, i più spirituali e perciò
capaci di creare arte meravigliosa, la sorte chiede il riconoscimento e la fama.
L’antologica di pittura è stata assegnata a Luciano Regoli, un artista che riesce ad ottenere grandi effetti
di realismo e di visionarie rappresentazioni con padronanza della forma e della tecnica. Unisce elementi
caravaggeschi e del Seicento italiano con altri del Romanticismo, approdando ad un naturalismo unito a
una buona dose d’idealismo. Si presenta con un ciclo riguardante l’infanzia di san Francesco di Paola, ma
spazia anche con un altro con temi di mitologia classica, di allegorie, di storie filosofiche e spirituali.
Per la grafica la retrospettiva è dell’incisore turco Fatih Mika, un uomo delizioso che si fotografa nella
straordinaria produzione esposta: luoghi d’infanzia; uccelli, creature del cielo, che in terra riposano su
alberi e sui tetti delle case; pesci, abitanti del mare, che liberi si muovono nelle acque, aggiungendo colori;
poeti e letterati, che hanno influito, al pari degli eventi, sulla sua vita e sulla sua spiritualità. Insegnante
all’Accademia di Firenze, ha collaborato per la partecipazione di alcuni suoi alunni di varie nazionalità alla
manifestazione.
La scultura è stata data a un artista sacerdote, Battista Marello, noto in particolare a coloro che varcano
la soglia di una chiesa, per avere preparato non pochi portali di cattedrali e di santuari dell’Italia
meridionale, nonché sculture inerenti al culto e alla devozione. Marello è uno scultore completo, figurativo
per convincimento e per intuizione, ben sapendo che l’arte è per il popolo, svolge un compito e non
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appartiene a quei pochi che si considerano privilegiati di mente e di portafoglio. La sua produzione è
volutamente primitiva, ma parimenti visionaria, capace di trasmettere emozioni provenienti dalla
contemplazione di volti dalla bellezza classica e antica, nella quale la luce dello spirito fa da protagonista
della comunicazione e della comunione.
L’antologica della ceramica appartiene a Elvio Sagnella di San Lorenzello (Benevento), paese che vanta
una tradizione che parte dal Settecento con il ceramista Nicola Giustiniani, che influenzò la Napoli dei
Borbone. Già nella I Biennale (2010) gli fu dedicata una retrospettiva, che riscosse successo, e ora si ripete
con la presenza di nuove opere, per raccontare il viaggio d’arte, iniziato con immagini di repertorio
barocco e rivisitato recentemente con mescolanze e sperimentazioni di arte contemporanea. Quest’ultima
operazione il ceramista la chiama “Metamorfosi della tradizione” ed espone alla critica del pubblico alcuni
manufatti. Il visitatore rimarrà incantato di fronte alla capacità di tradurre un passato “messo alla prova
della fornace” e di proporre nuove e più moderne soluzioni.
La sezione della fotografia, che compare per la prima volta nella Biennale e resasi necessaria per il tema
assegnato Lux misericordiae, dal forte significato sociale, vede nella retrospettiva la presenza di Giovanni
Izzo, un fotografo che illustra in bianconero i temi dell’emigrazione, della clandestinità, degli
extracomunitari e di molto altro ancora di degradante per la dignità dell’uomo. I due colori, il bianco e il
nero della vita, non conoscono varianti cromatiche. Non si trova una scala di valori del dolore. Non si
trova la scienza dei gradi di sofferenza. Non è possibile credere a un magistero politico, economico e
sociale che detta regole e dispensa pillole che si risolvono in benessere effimero, matrice di ulteriore ferite.
Le sue foto, almeno quelle in esposizione, denunciano, mostrano, documentano, avvertono in segreto la
coscienza di chi le vede e la induce a collocarsi tra coloro che credono e operano per e con misericordia e
coloro che, indurendo il cuore, chiudono di fatto la porta dell’amore e dell’aiuto e l’aprono agli operatori
d’iniquità.
Questa Biennale è particolare, sotto ogni aspetto. Supera il valore dell’estetica e del formale e si pone
con forza nel campo della bellezza spirituale, l’unica capace d’imprimerla nei manufatti. La materia è
impregnata dell’orma dell’uomo ed è per questo che emoziona, fa riflettere, induce a creare e a ricreare.
Narra di fallimenti, ma più ancora d’imprese riuscite. Racconta di uomini, gli unici e veri protagonisti
dell’arte. Perché è degli artisti vedere, andare oltre, immaginare, sognare, indicare ciò che l’umanità ha
come esigenza e bisogno per autorigenerarsi. Non è arte il brutto, il nero assoluto, il buio".
Pietro Amato
Notizi e utili
Sede della mostra: Paola (CS), Santuario di S. Francesco di Paola - Sala delle Esposizioni
Inaugurazione: 16 luglio 2016, celebrazione eucaristica ore 19:00 nella Chiesa Nuova
Chiusura: 8 gennaio 2017
Orari di apertura:
mattina ore 10:00 - 13:00; pomeriggio ore 16:30 - 19:30
Chiuso il lunedì
Informazioni: tel. + 39 0982 58 25 18 / 58 25 29
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