“L`Adige”, 13 giugno 2014 - Liceo Scientifico Leonardo da Vinci
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“L`Adige”, 13 giugno 2014 - Liceo Scientifico Leonardo da Vinci
24 spettacoli ORE Anansi torna «in live» col nuovo cd Inshallah LEVICO - Anansi torna a riproporsi live in Trentino sull’onda delle canzoni del suo nuovo cd «Inshallah». L’appuntamento è quello di stasera all’area sportiva del Lago di Levico, ore 21.30, per un concerto in cui verrà accompagnato on stage da Tomas Pincigher alla chitarra e cori, Stefano Anderle al basso, il fratello Simone Bannò, alle tastiere e cori, Bruno Lanzinger alla batteria, Niccolò Zanella al sax e Massimo Costa alla tromba. A tre anni dall’uscita di Stasera all’area sportiva del Lago di Levico, con una band di sei elementi venerdì 13 giugno 2014 «Tornasole» Stefano Bannò, in arte Anansi, è tornato con un lavoro concepito, scritto, composto e quasi interamente suonato in prima persona. L’album attraversa vari generi della black music e qualche incursione nel pop con la supervisione e la co-produzione artistica affidata a Fio Zanotti che ha saputo arricchire e completare il lavoro di Anansi. Alcuni brani vedono la partecipazione di grandi musicisti italiani quali Alberto Marsico all’hammond, Paolo Legramandi al basso, Davide Ghidoni alla tromba e Gnu Quartet. A lanciare il disco, ricco per noi di potenziali hit single, proprio la title track «Inshallah» che vede la collaborazione del rapper Ghemon. F.D.S. L’INCONTRO | L’attore e premio Nobel per la letteratura oggi al Book Festival con «In fuga dal Senato» OGGI AL CINEMA I «Paese corrotto che non s’indigna» Dario Fo agli studenti di «Vittoria» e «Da Vinci»: inizia col dialetto e finisce in politica I I I I I I I I I I I I ALBERTO PICCIONI I I I I LEVICO - «Che Paese è questo dove un condannato a sette anni riesce a cambiare la sua pena e invece di andare in galera si permette di prendere in giro un gruppo di vecchietti che quando lo vedono si toccano i testicoli? Poveri anziani, condannati loro non solo alla pena di non avere un futuro, ma anche a quella di essere presi in giro da un pregiudicato. E noi non ci indigniamo: sorridiamo al massimo di fronte ad una buffonata. Che Paese è questo che permette forme di ingiustizia così brutali e infami, praticando la mancanza di rispetto? Siamo inetti e drogati dalla cultura del potere e non siamo più capaci di reagire». Sono parole di Dario Fo, 88 anni, premio Nobel per la letteratura, chiamato «o maestro» da Edoardo De Filippo che lo vide recitare per la prima volta quando aveva 24 anni. Ieri era all’Hotel Imperial, per dialogare con un gruppo di studenti del Liceo artistico Vittoria e del Liceo scientifico da Vinci di Trento. Questa sera sarà a Caldonazzo, per il Trentino Book Festival che prende il via oggi, con il suo spettacolo teatrale, «In fuga dal Senato», tratto dall’omonimo libro, che narra la vicenda della compianta compagna, Franca Rame e dei suoi tentativi di contaminare di ideali la politica italiana. Tante le domande dei giovani a cui Fo ha risposto in maniera «non convenzionale», recitando, chiamando i ragazzi accanto a lui, spiegando la sua vita e il suo modo di fare teatro. Gli hanno domandato del dialetto, a lui che ha fatto del gramelot la lingua dello sberleffo ai potenti di ieri e di oggi. «Base di ogni espressione è il dialetto: una lingua libera. Con grande velocità si trasforma. È gestualità, è vita ha detto il premio Nobel perché i nostri giovani spesso hanno difficoltà ad esprimersi in italiano? Perché i loro professori non sanno insegnare le pause, i gesti, il ritmo di una lettura. E come si imparano queste cose? Con la lingua madre, il dialetto». A tanti giovani saranno venuti I I I I I I I I I Una pellicola vivace e seria ma anche spiritosa e sexy in misura accettabile sui problemi esistenziali di un Peter Pan a New York I I I I I I «Rompicapo a New York», di C. Klapisch Xavier non si è ancora «sistemato» ma qualcosa ha fatto e quel qualcosa ha reso la sua vita ancora più complicata! I due figli e la sua passione per il mondo lo hanno portato a New York. Sta ancora cercando la propria collocazione, come padre, come figlio e come uomo, in mezzo al caos coloratissimo di Chinatown. Separazioni, genitori gay, famiglie in affido, immigrazione, lavoro nero, globalizzazione: la vita americana di Xavier è un rompicapo in una New York contemporanea nevrotica e disordinata proprio come il racconto che sta scrivendo! I I Il premio Nobel Dario Fo ieri pomeriggio, circondato dal giovane entusiasmo studentesco in mente i loro docenti che li riprendono quando si esprimono in dialetto trentino. «Come diceva Moliere un paese bisogna giudicarlo da quel che offre a chi non ha nulla. Mi complimento con i vostri padri per quel che hanno costruito», aveva detto Fo, in apertura d’incontro. Loro il dialetto lo praticavano. Perché, secondo Fo: «Il gesto è più importante della parola, arriva diretto, fa paura perché è comprensibile e chiaro». Ma proprio su questa definizione una ragazza del da Vinci gli ha chiesto un chiarimento: «A volte il gesto plateale, l’immagine, il “buffone” prestato alla politica non rischiano di far perdere di vista la parola, il contenuto?». «Ultimamente abbiamo scoperto che la politica fatta da chi ha il senso dell’ironia fa breccia sulla gente - ha risposto l’autore di “Mistero Buffo” - il linguaggio della politica invece è orrendo. Chi era San Francesco veramente? L’ho scoperto negli ultimi tempi. Era un vero rivoluzionario. Uno che con l’ironia metteva a nudo le contraddizioni delle città, che smascherava la violenza e il potere. La censura ne ha fatto un santino, gli ha tolto la sua vera forza di cambiamento. Oggi quello spirito di San Francesco lo vediamo nel Papa che porta il suo nome. Un uomo che dice in faccia ai potenti quel che sono: gente in grado di pensare solo alle proprie trippe e vantaggi». Da Bonifacio VIII e Alessando VI (il Papa padre di Lucrezia Borgia, sulla cui vicenda si basa l’ultimo romanzo del Nobel della letteratura), a Francesco I, Dario Fo che sbeffeggiava un certa Chiesa e il suo potere, oggi fa di Francesco l’icona del rivoluzionario. Tra domande e risposte ci sono stati momenti di vero teatro in cui l’attore è venuto fuori con tutta la sua capacità comunicativa e dissacrante. Come al solito «o maestro» spiegava prima il pezzo che stava per recitare in dialetto e poi lo inscenava. Non poteva mancare una domanda di un I I I I I I I I TRENTO I I I I I I I I Papa Francesco è un uomo che dice in faccia ai potenti quel che sono: gente in grado di pensare solo alle proprie trippe I CINEMA ASTRA I I Il vernacolo è una lingua libera Con grande velocità si trasforma, è gestualità ed è anche vita 9 I I I Corso Buonarroti, 14 - Tel. 0461/829002 Tutta colpa del vulcano di Alexandre Coffre ore 19.00 Le week - end di Roger Michell ore 19.15 - 21.30 In ordine di sparizione di Hans Petter Molland ore 21.00 Rompicapo a New York di Cedric Klapish ore 19.00 - 21.15 MULTISALA MODENA Via S. F. d’Assisi, 6 - Tel. 0461/260399 Il magico mondo di Oz di Will Finn ore 17.50 - 20.15 Edge of tomorrow - Senza domani di Doug Liman ore 18.00 - 22.00 Maleficent di Robert Stromberg ore 18.00 - 20.00 3 Days to kill di McG ore 19.45 X-Men: Giorni di un futuro passato di Bryan Singer ore 22.00 Maleficent (3D) di Robert Stromberg ore 22.00 SUPERCINEMA VITTORIA Maleficent di Robert Stromberg I PREDAZZO I CINEMA COMUNALE I Marina di Stijn Coninx Via Manci, 158 - Tel. 0461/235284 ore 20.45 I I I I I I I I I ore 21.15 I I FUMETTI | Festival dedicato allo charmoso ladro ragazzo sulla censura, di cui Fo è stato vittima a suo tempo. «Una delle peggiori forme è l’autocensura: ci sono persone che sanno di dover dire la verità, ma hanno paura di dar fastidio ai potenti. Una certa sinistra oggi si autocensura e governa con Berlusconi, un uomo che si è vantato di non aver pagato le tasse. Questa è la forma di censura oggi più pericolosa: quella di chi dovrebbe dire come stanno le cose e non lo fa». Un bilancio sulla sua vita: «Ho avuto una fortuna pazzesca. Ho fatto quel che sognavo, il teatro, ho studiato a Brera, ho fatto il pittore e continuo ad esserlo e ho avuto accanto una donna come Franca». Un Diabolik lungo un mese MILANO - Non solo un incontro, ma un vero festival lungo un mese, con due mostre, incontri e proiezioni, per celebrare il ladro più amato del fumetto italiano e la sua algida compagna. Il «DiabolikMi Fest» si tiene dal 21 giugno al 20 luglio allo Wow Spazio Fumetto e al Museo del Manifesto Cinematografico di Milano. Il personaggio creato nel 1962 dalle sorelle Angela e Luciana Giussani è diventato presto l’araldo della fiction anni Sessanta: pur essendo un ladro, e non una spia, i suoi espedienti tecnologici hanno anticipato quelli degli agenti segreti del cinema. La sua Jaguar «truccata» ha preceduto di un anno l’Aston Martin di James Bond apparsa nel film Agente 007 Missione Goldfinger del 1964; le maschere che gli permettono di assumere qualsiasi identità prefigurano quelle degli agenti segreti di «Mission: Impossible» nella serie tv e nei film con Tom Cruise. Come spesso accade ai «miti», nel suo mezzo secolo di vita Diabolik, insieme alla fedele Eva Kant, si è trasformato anche in un’icona pop: è questo aspetto a essere indagato dalla mostra allo Spazio Fumetto, «Diabolik. Il character più ricercato». A4061399 l'Adige