Ciclo del carbonio e cambiamento climatico
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Ciclo del carbonio e cambiamento climatico
IL CICLO DEL CARBONIO SCONVOLTO DAL CAMBIAMENTO CLIMATICO A cura di Martina CROCE A.A: 2015-2016 L’idrogeno, l’ossigeno, l’elio ed il carbonio sono gli elementi più abbondanti della nostra atmosfera; essi vengono riciclati attraverso le diversi componenti del nostro pianeta, che sono biosfera, idrosfera, geosfera ed atmosfera. La terra può quindi essere definita come un pianeta “vivente”. L’elemento che viene maggiormente riciclato è il carbonio ed il suo ciclo biogeochimico, molto importante, è chiamato “ciclo del carbonio”. A causa delle sconsiderate emissioni derivanti dalle attività umane, si sta avendo lo sconvolgimento di questo ciclo, con conseguenze molto gravi e spesso irreparabili. Il ciclo del carbonio Il carbonio è l’elemento che fa da ossatura a ogni molecola biologica ed è presente sul nostro pianeta in una quantità dell’ordine di migliaia di miliardi di tonnellate. In natura il carbonio si trova in due forme: il carbonio organico ed il 1 carbonio inorganico. Il carbonio organico è prodotto dagli organismi viventi e può trovarsi legato ad altri carboni oppure ad altri elementi (come H, N, P). Il carbonio inorganico invece è associato a componenti inorganiche, come per esempio in CO₂ o CaCO₃. Il ciclo del carbonio è il ciclo biogeochimico attraverso il quale il carbonio viene scambiato tra la geosfera (sedimenti e combustibili fossili), l'idrosfera (mari e oceani), la biosfera (comprese le acque dolci) e l'atmosfera della Terra. Il carbonio nella biosfera Circa 1500 miliardi di tonnellate di carbonio sono contenute nella biosfera ed avvengono diversi processi che permettono al carbonio di passare anche nelle altre componenti. Uno dei processi che avviene è chiamato FOTOSINTESI ed ha bisogno dell’energia solare. CO2 + H2O + energia solare CH2O + O2 Viene attuato dagli autotrofi, organismi che producono i composti organici, utilizzando il biossido di carbonio (CO₂) tratto dall’aria o dall’acqua. La materia organica è rappresentata da CH₂O (l’idrato di carbonio). Gli autotrofi più importanti sono gli alberi sulla terraferma ed il fitoplancton negli oceani. Il carbonio può lasciare la biosfera attraverso la RESPIRAZIONE, reazione contraria alla fotosintesi. Possiamo avere due tipi di respirazione: 1) AEROBIA, avviene in presenza di ossigeno ed il monossido di carbonio viene rilasciato nell’aria o nell’acqua, attraverso la reazione CH2O + O2 CO2 + H2O 2) ANAEROBIA, avviene in assenza di ossigeno e viene rilasciato metano che andrà nell’atmosfera, attraverso la reazione 4H2 + CO2 CH4 + 2H2O Un altro processo che avviene nella biosfera è quello della FERMENTAZIONE, operata dagli organismi eterotrofi, i quali si nutrono di organismi o parti di essi; l’assorbimento di materiale organico viene operato da funghi e batteri. Vengono prodotti il metano e il biossido di carbonio attraverso la reazione CH₂O CO₂ + CH₄ 2 Il carbonio nella geosfera Il carbonio può anche lasciare la biosfera; quando la materia organica morta sedimenta e viene ricoperta da altri depositi sedimentari, viene incorporata nella geosfera. Negli oceani, per esempio, le conchiglie composte da carbonato di calcio, si trasformano in calcare attraverso il processo noto come sedimentazione. I mari contengono circa 36.000 miliardi di tonnellate di carbonio, in gran parte sotto forma di ione bicarbonato. Il carbonio è scambiato rapidamente tra atmosfera e oceano. Nelle regioni oceaniche di upwelling, il carbonio viene rilasciato verso l'atmosfera. Al contrario, nelle regioni di downwelling il trasferimento di carbonio (CO2) avviene tra atmosfera e oceano. Quando esso è assorbito dall'oceano avviene la formazione di acido carbonico: CO2 + H2O ⇌ H2CO3 Questa reazione può avvenire in entrambe le direzioni, fino a raggiungere l'equilibrio chimico. Un'altra importante reazione è il rilascio di ioni idrogeno e bicarbonato: H2CO3 ⇌ H+ + HCO3Effetti dell’aumento di CO₂ Il bilancio attuale del ciclo del carbonio, ci mostra come nell’atmosfera entri più anidride carbonica di quella che esce. Gran parte delle emissioni dovute alle attività umane non riescono a venire bilanciate dall'assorbimento naturale degli oceani e degli ecosistemi terrestri (suoli e foreste). Allora che fine fanno i gas serra che continuiamo a immettere in atmosfera? L’aumento di CO₂, gas serra, porta inevitabilmente a delle conseguenze come l’aumento della temperatura media globale. Effetto serra: L’effetto serra è un fenomeno senza il quale la vita non sarebbe possibile. Questo processo consiste nel riscaldamento del pianeta per effetto della presenza dei cosiddetti gas serra, come l’anidride carbonica, il metano ed in minor quantità, il vapore acqueo. I gas serra sono molto importanti: agiscono come una vera e propria serra, trattenendo una parte delle radiazioni solari che, una volta entrate nell’atmosfera, rimbalzano sulla superficie terrestre per tornare nello spazio. Grazie a loro, il calore viene trattenuto, permettendo lo sviluppo ed il mantenimento delle forme di vita. 3 4 L’effetto serra venutosi a creare per cause naturali non è pericoloso; se il nostro pianeta non avesse nella composizione fisica della sua atmosfera una certa componente di questi gas serra, la terra sarebbe un luogo freddo con una temperatura di circa 14 gradi sottozero, al di sotto del punto di congelamento dell’acqua. Grazie al naturale effetto serra, la temperatura media si aggira attorno ai 18 gradi. Conseguenze dell’effetto serra L’aumento della temperatura media globale, diretta conseguenza dell’aumento dei gas serra, porterebbe ad una serie di problematiche, alcune delle quali si stanno già verificando. Tra i fenomeni di alterazione generati dal riscaldamento climatico, genericamente chiamati “cambiamenti globali”, si possono sottolineare: l’intensificazione di fenomeni meteorologici estremi, la tendenza alla tropicalizzazione delle zone a clima temperato (come l’Italia, e quindi la diffusione di fenomeni meteorologici tropicali quali tornado, precipitazione piovose intensissime…), desertificazione, siccità, scioglimento dei ghiacci (alpini e artici), innalzamento del livello dei mari (scomparsa di città come Venezia) diffusione di specie non autoctone ed infestanti (nel mare e sulla terraferma), diffusione di malattie tropicali in zone a clima temperato, ecc. Situazione attuale Negli ultimi decenni, l’effetto serra si è notevolmente intensificato a causa delle attività umane che, generando enormi quantità aggiuntive di gas serra, hanno provocato un rapido incremento della temperatura media del globo. L’uso di fonti fossili come carbone, gas e petrolio, le attività industriali e la deforestazione, hanno causato un’autentica impennata delle emissioni di questi gas. L’anidride carbonica, in particolare è prodotta in tutti i fenomeni di combustione utilizzati per le attività umane ed è la principale imputata del riscaldamento globale. Gli scienziati misurano la concentrazione di anidride carbonica (il gas serra che emettiamo maggiormente) già da vari anni e, attraverso complesse indagini, sono riusciti a risalire anche alle concentrazioni presenti milioni di anni fa. Disponendo dei dati possiamo allora indagare la "storia" della concentrazione atmosferica di CO2, ovvero la sua evoluzione nel corso del tempo per capire se è rimasta sempre costante oppure se è aumentata o diminuita. Il rapporto del Joint Research Centre della Commissione Europea, tramite il suo Institute for Environment e Sustainability (IES) e della Netherlands Environmental Assessment Agency (PBL), dal titolo “”Trends in Global CO2 emission: 2012 Report” ha fatto il punto sulla situazione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera: il dato complessivo delle emissioni di anidride carbonica riportato per il 2011 è certamente preoccupante. 5 Dalla rivoluzione industriale (1760), i livelli dei gas serra sono aumentati in modo esponenziale. 6 Soluzioni al problema Se le emissioni globali di CO2 fossero mantenute come in questi ultimi anni, le concentrazioni atmosferiche raggiungerebbero un valore che è quasi il doppio di quello pre-industriale. Cosa è stato fatto Il Protocollo di Kyoto è un accordo internazionale per contrastare il riscaldamento climatico, fenomeno ambientale mai messo in dubbio della scienza e di cui è assolutamente chiara e comprovata la responsabilità umana. E’ stato sottoscritto l’11 dicembre 1997 durante la Conferenza delle parti di Kyoto (la COP3) ma è entrato in vigore solo il 16 febbraio 2005. Il Protocollo di Kyoto impegnava i Paesi sottoscrittori (le Parti) ad una riduzione quantitativa delle proprie emissioni di gas ad effetto rispetto ai propri livelli di emissione del 1990 (baseline), in percentuale diversa da Stato a Stato: per fare questo le Parti sono tenute a realizzare un sistema nazionale di monitoraggio delle emissioni ed assorbimenti di gas ad effetto serra da aggiornare annualmente. Il Protocollo di Kyoto è stato un trattato importante, anche se si tratta solo di un primo passo, insufficiente per contenere i cambiamenti climatici in atto. La Conferenza di Copenhagen (2009) ha lasciato molta delusione, non riuscendo a raggiungere alcun accordo. Anche la Conferenza di Cancun (2010), non è riuscita ad organizzare una azione coordinata tra gli Stati nazionali per il contrasto al cambiamento climatico, obiettivo che non è stato ottenuto neppure con la più recente Conferenza di Durban (2011). Anche a Doha non sono stati raggiunti accordi adeguati all’urgenza climatica. L’accordo sul clima approvato a Parigi nel 2015, prevede che l’aumento della temperatura globale non debba superare i 2 gradi, che ci siano controlli ogni cinque anni, che vengano stanziati fondi per l’energia pulita e, a differenza del protocollo di Kyoto, questa volta tutto il mondo ha aderito, compresi i quattro paesi più inquinatori che sono, oltre all’Europa, gli Stati Uniti, la Cina e l’India. Cosa si deve fare Qui sotto vengono illustrati quattro potenziali scenari futuri; tutto dipenderà dalle decisione dei governi sulle politiche da adottare per ridurre le emissioni. Una delle strategie che si dovrebbe adottare è quella della decarbonizzazione insieme all’aumento dell’efficienza energetica. Al di là degli impegni nazionali, la lotta contro il cambiamento è però uno sforzo che non deve lasciare indifferente nessuno; i cittadini, le aziende, le realtà locali sono “soggetti emettitori” e quindi moralmente chiamati ad intervenire. Per limitare le proprie emissioni, limitando i propri consumi, e per compensare le “emissioni inevitabili” legate alle proprie necessità di energia, beni e servizi, la prima cosa da fare sarebbe quella di capire quali sono le nostre necessità vere, oggettivamente indispensabili. 7 Il Crocevia del Carbonio L’IPCC (comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) analizza quattro potenziali scenati futuri che dipendono dalle decisioni dei governi sulla politiche da adottare per ridurre le emissioni Bibliografia http://www.legambiente.it/temi/clima/effetto-serra http://www.wwf.it/il_pianeta/cambiamenti_climatici/effetti_aumento_co2/ https://en.wikipedia.org/wiki/Carbon_cycle http://www.nonsoloaria.com/effser.htm https://www.reteclima.it/il-cambiamento-climatico/ 8